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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/08/13 in tutte le aree
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Ma se si colleziona per passione e per formazione personale che interesse possono avere queste questioni? Capisco che possa dar fastidio dilapidare un patrimonio e che, viceversa, possa far piacere guadagnare qualcosina.. Per carità, è normale... Ma mi pare che ultimamente stiano fioccando le domande relative a guadagni e quant' altro, tutte cose che dovrebbero essere solo l' ultimo dei problemi in un mondo che è (o che dovrebbe essere) dedicato agli studi prima di tutto... Come ho già avuto modo di dire in una discussione simile, a mio parere per buon numismatico (lungi da me il ritenermi tale) il più grande tesoro non è la collezione in sè, quanto l' insieme di conoscenze messe insieme durante i propri studi.. Perchè il valore di una collezione va e viene, mentre la conoscenza rimane per sempre3 punti
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A mio parere negli ultimi 2-3 anni hanno perso, in termini di quotazioni, le monete del regno d'italia con particolare riferimento agli argenti ed al rame di Vittorio Emanuele III... anche di elevata conservazione; la bassa conservazione di queste con un po' di fortuna si VENDE a peso. Stazionari gli ori in medio/alta conservazione. I pezzi eccezionali in "stato zecca" incrementano le quotazioni. Stabile con una tendenza alla salita l'alta conservazione degli argenti di V.E.II così come gli ori. La conservazione eccezionale del regnate va a ruba ma è molto rara...ciò senza contare che nella monetazione del primo re d'italia vi sono numerose rarità sempre molto ricercate purchè la conservazione renda l'esemplare collezionabile. I massimali d'oro tengono bene (anche molto bene)... gli argenti in conservazione bassissima anche qui si è fortunati se li si vende a peso. Per Umberto I vedo quotazioni in discesa salvo la stabilità per le alte/altissime conservazioni... lo scudo da 5 lire piace sempre...anche se l'offerta è molto alta. Ori stabili...ha perso un po' il marengo del 1884 ma tutto sommato c'è sempre interesse (insomma ad un bel marengo di Umberto non si dice mai di no) Vedo molto molto interesse e vivacità (e quindi quotazioni stabili/ in salita) per la monetazione meridionale di qualità e dei Savoia, Regno di Sardegna in particolare con gli ori sempre in prima fila. Sempre acceso l'interesse anche per le zecche italiane purchè di qualità. La monetazione di Napoleone I la vedo un po' ferma, anche in discesa...soprattutto gli ori e gli argenti del secondo tipo. molto più ricercate le varie repubbliche nate a seguito dell'invasione, i napoleonidi e le monete ossidionali sempre rare. Questo per quanto attiene alla mia esperienza. Non seguo monetazione medioevale né pontificia né, tantomeno, classica.3 punti
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Aggiungo qualche nozione in più, visto che la precedente risposta è stata di tuo gradimento: il nichelio usato per le monete della serie Impero nei primi anni, (fino al 1938) venne gradualmente sostituito, per ragioni autarchiche, dall'acmonital. Nel 1939 e 1940 una parte delle monete della serie Impero venne coniata in una lega di questi due metalli; nichelio e acmonital, presi singolarmente, sono entrambi fortemente magnetici, ma legati tra loro perdono questa caratteristica, formando una lega debolmente magnetica, con un magnetismo calante o crescente a seconda delle percentuali dei due metalli. Siccome ciò che crea le due varianti, e che i vari prezziari di settore catalogano, sono i due tipi di materiale, rispettivamente, acmonital e lega Ac/Ni, ne consegue che solo monete FORTEMENTE magnetiche sono di acmonital puro, mentre monete anche solo un pò meno magnetiche significa che contengono nella lega del nichelio e quindi vanno classificate di lega Ac/Ni. Dal 1941 in poi il nichelio venne completamente eliminato, ed ecco che tutte le monete sono in Ac. Diciamo che quelle dal '41 in poi dovrebbero fare da "campione" per valutare la magneticità di quelle del biennio precedente.2 punti
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un consiglio a chi fatica a ricordare i propri ritrovamenti migliori.... prendete il file monete rare....ordinate l'elenco in base al nome utente, cancellate tutti gli altri tranne voi poi basta andare su 'censimento' e li avrete in maniera molto piu chiara i vostri ritrovamenti elencati nelle varie categorie di tiratura (in base al colore)2 punti
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concordo in linea di massima con l'analisi di Exergus. anche se la riformulerei in questi termini. al rovescio (che è la parte più semplice da analizzare) ci vedo una fusione tra due rovesci di Tetrico I: PAX + SALVS la mancanza del serpente nell'esemplare imitato potrebbe correttamente far pensare a una fusione con la PIETAS di Vittorino, può essere benissimo! Tuttavia a) è un'imitazione quindi potrebbe benissimo essere assente un (o più) elemento del tipo imitato b) visto il dritto che ora vado ad analizzare, starei su Tetrico Il dritto è la parte meno semplice per l'assenza della legenda intera che, seppur degradata, qualche indizio maggiore avrebbe potuto darlo. Tuttavia con le poche lettere che ci sono e con i frammenti di quelle che si intuiscono si può cercare di interpretare qualcosina... con una buona aggiunta di fantasia! :) Innanzitutto il profilo: il naso del "signore barbuto" è molto regolare a differenza dei tipi (ufficiali) di Vittorino dove l'imperatore in questione ha il nasone un po' aquilino (nonostante siamo in ambito gallico, ha ben poco di "naso alla francese" :D ). Questo indizio quindi mi porta l'attenzione su Tetrico. Ora vediamo un po' la legenda... degradata sì, ma non poi così tanto. IVIDC se lo guardate bene è la realizzazione rozza della legenda più ufficiale del mondo imperiale romano (impero gallico compreso!), va letta infatti come IMP C (la "I" iniziale c'è, le "VI" sono un maldestro tentativo di rendere la "M", la "D" altro non è che una mal fatta "P" con la gamba corta e la "C" è una "C"). Proseguendo, subito dopo la C, ben fuori tondello, si intravedono il residuo di una stanghetta/gamba e un ulteriore residuo orizzontale... con un po' di fantasia potrebbero essere la stanghetta della T e la parte finale bassa della E di TETRICVS. Il finale non è un LVG ma un (fatto relativamente bene per una imitativa) AVG dove quella che sembra una L altro non è che la gemella gambetta speculare della parte destra di una A (se vedete bene c'è il residuo prima della pseudo L). Con un flan un po' più grande credo che avremmo letto una legenda abbastanza regolare e comprensibile riconducibile a IMP C TETRICVS PF AVG2 punti
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salve con vostro aiuto volevo identificare questa croce con la scritta in latino. grammi 13,6 , mm 59,9 , mm 39 , Rame grazie in anticipo1 punto
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Analizzando il materiale del Museo Nazionale Romano, ho trovato questo esemplare, piuttosto consunto, ma chiaramente decifrabile come un sestante romano anonimo, con Mercurio e petaso a destra al diritto e prora di nave a destra, con ROMA sopra la prora e i due globetti sotto la prora, al rovescio (dal vivo si vede meglio e i tipi sono sicuri). Mi hanno impressionato i suoi dati: peso = 0,70 grammi diametro = 12,9 mm Come lo classifico? Il problema del Crawford è che per i sestanti lui si ferma praticamente al 56/6 (dopo 211 a.C., sic!), che però scendono fino al livello unciale. Questo esemplare invece scende molto verosimilmente al livello semunciale e ritengo più probabile una coniazione intorno alla seconda metà del II secolo a.C. Avete qualche idea in proposito?1 punto
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Allora, visto che Vincenzo non interviene (sta certamente prendendo la rincorsa... :) ), provo a dire la mia. L'ipotesi che tutta una serie di monete anonime leggere che presentano raffigurazioni molto simili (non parlo di "stile", parlo proprio di cio' che é rappresentato sulle monete, e dei suoi elementi costitutivi) ad emissioni della cosiddetta serie postsemilibrale siano riconducibili, nonostante il dato ponderale, ad un'epoca "alta" ed in particolare alla transizione tra il III ed il II secolo (e quindi da inquadrarsi nelle vicende della II guerra punica) non mi chocca particolarmente. Al contrario: corrisponde a quello che anche io ho sempre pensato. Poi puo' darsi che questa ipotesi, valida per un certo numero di esemplari, non copra tutta la casistica, e li' bisogna stare attenti a non fare generalizzazioni che rischiano di appiattire fenomeni più complessi, e magari circoscritti, che possono aver toccato la monetazione anonima repubblicana in momenti diversi. Faccio un esempio, basandomi sugli esemplari da me postati (modesti, e che non possono competere con gli esemplari postati da ahala, ma chiedo venia, si tratta nella maggior parte di esemplari acquistati da un adolescente per poche lire, quelle che poteva permettersi): - la 3 e la 4, come già detto sopra, per diverse motivazioni, le tiriamo fuori; sono leggere ma sono più tarde, e non possono certo essere ricondotte ad epoca alta. - la 1 e la 5, al contrario, rientrano in pieno nel discorso portato avanti da ahala, che mi trova concorde. - quanto alla 2 ed alla 6 (le "quadrateggianti" di Mirko) non sono cosi' convinto che possano essere ricondotte allo stesso fenomeno (parlo di fenomeno, non necessariamente di epoca), in quanto mi sembrano nettamente differenziate per cio' che concerne la tecnica di fabbricazione e la rappresentazione di rovescio. Andrebbero trovati riscontri oggettivi certi in quanto a localizzazione e cronologia. Il tema é, secondo me, estremamente complesso, e non bisogna mai dimenticare la presenza delle serie imitative, spesso difficilmente distinguibili da quelle ufficiali (e qui bisogna rendere onore al Crawford per averlo ammesso in uno dei suoi scritti). Per cui, visto che la situazione é già abbastanza incasinata (confused), vedo di buttare un altro po' di carne al fuoco. 7. 8. Due trienti, rispettivamente di gr.6,17 (asse 18,51) e gr.6,82 (asse 20,46). Nessuno dei due ha a che vedere con la serie del Crawford 197-198. Il primo é probabilmente ascrivibile alle emissioni di cronologia "alta" di cui si sta discutendo, l'altro ha caratteristiche che spingono piuttosto verso un'identificazione in quanto imitazione. Imitazione di cosa? Non certo di un 197-198. Imitazione di che epoca?1 punto
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Il valore di questo oggetto è facile stabilirlo, basta venderlo e vedere che cifra raggiunge ;)1 punto
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Concordo con Alfranio e aggiungo che uno stereotipo del mondo collezionistico, specialmente da parte di persone "estranee" al collezionismo, è proprio l'accostamento quasi obbligatorio tra collezione e investimento come se collezionare sia a tutti gli effetti sininimo di riguadagno economico... Quante volte amici e parenti ci hanno detto "questa quanto vale?" invece di dire "che personaggio è rappresentato su quella moneta?" - "come si chiama quell'animale inciso sulla sua faccia?" - "che storia ha questa moneta?". Ecco il collezionista, deve si badare a spese, ma una volta acquistato pensi a godersi e studiarsi la moneta senza stare a rimuginare su quanto si è speso o a quanto la rivenderà e se riuscirà a venderla... Io da quando colleziono ho speso 10 e ho guadagnato 0,3 e quello 0,3 si è tramutato in acquisto di altre monete... Godetevi la collezione sempre!!1 punto
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Come ogni tanto ripeto, la distinzione su questo tipo di monete va fatta tra "fortemente magnetica" (quindi in acmonital) e debolmente magnetica (lega acmonital/nichelio), in quanto monete del tutto non magnetiche sostanzialmente non ne esistono (dipende solo dalla potenza del magnete che si usa). Se la tua non è attratta in maniera forte, allora è lega ac/Ni, ossia è la più comune, e in questa modesta conservazione (non arriva al BB) ha un valore puramente storico ed affettivo (in pratica è il classico materiale da ciotole da 50 cent ai mercatini dell'antiquariato).1 punto
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Non lo puoi capire : non trovi l'anno di stampa, ma l'anno in cui é nata quella serie di banconote, ossia 2013 per la nuova 5 serie europa e 2002 per la prima serie, ossia tutte le altre banconote. Ecco quindi perché trovi ad esempio una 20 Draghi datata 2002.1 punto
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Essendo una moneta normanna di sicuro può aver circolato in tutto il regno, ciò non toglie però che la sua area di utilizzo era la Sicilia (i rinvenimenti in questo caso ne sono la conferma). A me non piace assegnare ad una moneta medievale i gradi canonici di conservazione (non volermene, ma è un fatto soggettivo), ma se dovessi fare un paragone del genere stiamo di sicuro sopra il BB che, credimi, non è poco per una moneta di quell'età. Spero di aver risposto a tutti i tuoi quesiti. Magari attendi anche altri pareri.1 punto
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Scusami @@dareios it se ti correggo, ma il profilo del sovrano mi sembra quello di Filippo IV. Sopra la testa mi pare di vedere (con un po di fantasia lo ammetto) il numerale IIII e dietro la testa le sigle M/C. Detto questo ritengo si possa trattare di un grano coniato proprio a nome di Filippo IV. Per intenderci tipo P/R n°55 - MIR 258. In effetto il diametro è fuorviante in quanto la moneta dovrebbe essere di modulo maggiore, ma ho tra le mie monete un esemplare di soli 18 mm di diametro. Appare palese che con queste dimensioni (sicuramente dovute ad una eccessiva tosatura) la moneta non poteva circolare con il suo nominale (ricordo che nel 1626 il grano fu "riformato" a 9 cavalli). La mia pesa 2,8 gr. (rispetto al peso legale del grano che doveva essere di 7,61 gr) e per peso di sicuro si avvicina di più ai 3 cavalli. Per @@Fiamme: la moneta è comune e la conservazione è tale da non avere in pratica mercato, quindi solo valore storico, ma nessun valore economico. Aggiungiamoci l'estrema pulizia e la frittata è stata fatta. La moneta ci ha messo secoli per patinarsi e sono bastati pochi secondi con un qualche prodotto per annulare il tutto. Nulla di male comunque tra 500 anni sarà come prima.1 punto
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Se si parla di collezione come tutte le collezioni la moneta o l'oggetto deve essere completo di "scatola" originale ed anche i cataloghi danno le valutazioni su la confezione e no su la singola moneta ma da quanto ho visto negli anni senza la confezione le monete perdono un 50% della loro quotazione ma sono ugualmente richieste soprattutto se Rare. Quindi da mia esperienza personale credo che una moneta senza la confezione perde da un 30 % ad un 50 % in media.1 punto
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Si tratta di un follaro coniato a Messina a nome di Ruggero II re. D/ PO :Greek_Gamma: ERI PH :GreeK_Sigma: ; (Ruggero re); La figura del re stante. R/ + IC + XC + NI + KA; Croce nel campo. Rif. D'Andrea/Andreani/Faranda n°93; Spahr n°78; Travaini 191; MEC 14 178-9. Riguardo alla zecca di emissione e l'attribuzione del nominale ti cito quanto scritto da L. Travaini "La monetazione nell'Italia normanna", pp. 283-2841 punto
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Concordo con il tuo approccio. Come non potrei? La mia osservazione è che la domanda inziale, per come è posta, trova risposta già pressoché esaustiva in quella discussione. Ciao1 punto
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Croce Francescana - del Terz'Ordine Personalmente non ne capisco nulla di latino.....ma avanzo la seguente pallida traduzione completamente inventata: TI BENEDICA DIO E TI CUSTODISCA - PROTENDA LA SUA FACCIA SU DI TE - E SULLA TUA MISERIA - RIVOLGA IL SUO VOLTO A TE E TI DIA PACE E BENE1 punto
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E' chiarissimo Uzi. Secondo me tutto dipende da moneta a moneta. Il caso del 2€ blisterato è emblematico (e demenziale allo stesso tempo). Così come non vedo una grande differenza tra 500 lire confezionate e non: non si vendono se non a peso, tranne le due-tre eccezioni. Un caso a sè stante, per esempio, potrebbe essere la collezione dei dollari canadesi delle Olimpiadi nel cofanetto originale, che avrebbe un - minimo - sovrappiù oppure alcune serie degli emirati "truciali" Ajman, Sharjah, ecc.: queste ultime sono monete rare e con la confezione originale sono più apprezzate. Oppure ancora delle monete, sempre per collezionisti, che presentano valori in argento e oro: solitamente si trovano "spacchettate" per questioni di (ri)vendibilità, meglio pagare ogni singola moneta 100€ piuttosto che 1000€ per 10 tutti in una volta. In questo caso, la serie completa dovrebbe avere più valore secondo me. Tipo questa, aggiudicata a 6750€+diritti, da sole le monete avrebbero fatto il peso:1 punto
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sicuramente... Non ho mai compreso perché qualcuno paghi 10 euro (forse anche più) per una moneta ordinaria nella confezione di cartoncino. Non è meglio prendere un rotolo da cui selezionare l'esemplare più decente?1 punto
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W.R.Day "Prima del grosso agontano. Considerazioni sul primo secolo della monetazione medievale di Ancona, 1170-1280 circa". Attività di ricerca per il volume relativo all'Italia centrale della collana Medieval European Coinage. L'Autore scrive: "il problema sollevato dal denaro di Marcovaldo, per quanto riguarda il denaro anconetano, è proprio quello della datazione dell'inizio della monetazione della zecca comunale di Ancona" "quanto si può conoscere sui rapporti tra Ancona e gli Imperatori di dodicesimo e tredicesimo secolo suggerisce che la zecca anconetana iniziasse a battere la propria moneta comunale senza una esplicita autorizzazione imperiale" "tuttavia è importante notare, come ha già osservato il Matzke, che il denaro mostra alcune somiglianze epigrafiche e stilistiche con quelli anconetani e ravennati" "sembrerebbe pertanto logico supporre che Marcovaldo battesse il proprio denaro ad Ancona, ponendo le fondamenta per l'apertura della zecca comunale" "tuttavia il fatto che il primo riferimento alla moneta di Ancona risalga già al 1170 sembrerebbe escludere qualsiasi possibilità che il denaro di Marcovaldo potesse dare adito a quello comunale di Ancona" "un altro problema derivante da questa analisi, inoltre, è che il peso del denaro di Marcovaldo non corrisponde a quello della maggior parte dei denari anconetani. Tranne alcuni esemplari molto rari, il peso del denaro anconetano non supera g 0,75. Gli esemplari più pesanti inoltre, non sono della prima variante con le lettere SCS all'inizio della leggenda del diritto. Il peso del denaro di Marcovaldo è paragonabile invece sia a quello del cosiddetto "denarius apuliensis" (Marcovaldo si recò in Sicilia per assistere Enrico VI nella repressione delle ribellioni) sia a quello del denaro lucchese degli anni novanta del dodicesimo secolo" Come possiamo constatare i pareri sono discordi e l'argomento da approfondire. Rimaniamo in attesa di nuove pubblicazioni a riguardo. Grazie a tutti Ciao .1 punto
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Intanto è Valente e non Valentiniano I ;) Dammi un po' di tempo per consultare il RIC, B in campo sx è presente per molte zecche: Tessalonica, Arles, Costantinopoli ed Aquileia. Per Roma l'esergo dovrebbe essere RPRIMA, RSECVNDA, ecc.1 punto
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Sono simili alle monete che mia suocera punzona coi denti... :pleasantry:1 punto
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Lascia perdere, non faresti comunque l'affarone. Il rapporto " rischio falso"- "qualitá-prezzo" non è favorevole.1 punto
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Il famoso Campiglia Marittima Hoard è IGCH 1943 e purtroppo mancano precise circostanze sul suo ritrovamento, che avvenne nel 1932 (in piena epoca fascista, eppure queste monete si sono involate in un attimo.... alla faccia dell'OVRA...). L'unica testimonianza è offerta da una lettera di Ravel del 1936 (non trovo il testo, ma che dovrebbe essere depositata nell'ANS di New York), il quale dà una sommaria descrizione del materiale, scrivendo che appunto nella zona do Campiglia Marittima sarebbero stati trovati almeno 18 aurei etruschi (forse qualcuno di più), "forse" insieme a un grande numero di monete d'argento di Populonia, dei tipi Sambon 28, 35, 41a, 47, 50, 52, 56, 60a, 73 e forse anche di altri. Successivamente il Kraay negò che nel ripostiglio dovessero esistere monete d'argento e ritenne che doveva contenere più monete d'oro, dal momento che prima degli anni '30 erano rarissime e solo dopo quella data si comincià a registrare un certo numero di pezzi sul mercato. Ancora adesso si ritiene che il grosso delle monete d'oro col leoncino provenga in realtà dal ripostiglio di Campiglia Marittima. Peccato che non si sappia altro e se è autentico questo ritrovamento, è uno dei più importanti di tutta la monetazione etrusca. Non si conoscono, a quanto mi risulta, altri ritrovamenti attestati con la serie del leoncino (il famoso pezzo da 100 unità, che era ritenuto trovato in singolo pezzo a Chiusi prima del 1975, anche se si sospetta che sia lo stesso già visto e annotato nel 1932, guarda caso lo stesso anno del summenzionato ripostiglio, è ora condannato come falso, già dalla Cesano nel 1934!). Le 18 monete d'oro finora accertate da Ravel erano più esattamente: 5 di 50 unità (con leoncino) 8 di 25 unità (con leoncino) 2 di 12,5 unità (con leoncino) 3 di 10 unità (con testa maschile a d.) Probabilmente grazie all'intervento di Ravel, di queste 18 monete d'oro etrusche il collezionista Newell ne acquistò 3, che poi passarono nel 1967 alla raccolta dell'ANS (= SNG ANS 1-3 = 1967.152.5 / 6 / 7). Inoltre l'immancabile collezionista inglese Lloyd, particolarmente vorace negli anni '20-30, acquistò ben 8 (= SNG Lloyd 9-14 e 17-18). 5 esemplari transitarono nell'asta Naville del 3 luglio 1933, quindi circa un anno dopo il ritrovamento (lotti n. 4-8, dei quali il n. 5 poi confluì in Lloyd n. 10). Il resto ovviamente si sparpagliò tra i vari collezionisti stranieri. Gli unici pezzi da 50 unità con leoncino anteriori agli anni '30 sembrano essere: - Firenze, MA 89625 (non so però quando è entrato nel museo, e sarebbe utile verificarlo) - coll. Jameson (Forrer n. 2376), noto da prima del 1926 - coll. Strozzi (Sangiorgi 15.iv.1907, n. 526), ora nella coll. Morgan Quindi non è propriamente corretto che questo nominale sia "nato" dopo gli anni '30, ma resta il fatto che mancano ancora contesti archeologici che attestino la loro autenticità e stabiliscano la cronologia.......1 punto
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strano come dal 1946 ( ma anche strano che negli sterri di Populonia del 1936) non ne siano stati rinvenuti più...neanche negli estesi scavi archeologici di Populonia fino ad oggi o in maniera "più o meno" casuale...mentre sono state ritrovate tipologie ben più rare del leoncino....strano davvero...1 punto
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Mmmm... Vediamo un po' anche di questa. Al British con la testa di leone al dritto e vuota al rovescio hanno: 1949,1202.1: 12 e 1/2 Unità 0.69g Iscrizione: XIIΛ Acquisita nel 1949 da Hubert Herzfelder, un accademico collezionista. 1946,0101.10: 25 Unità 1,36g Iscrizione: ΛXX Provenienza: Campiglia Marittima Hoard Acquisita nel 1946 da Mrs Jessie Lloyd e appartenuta prima ancora da Lucien Naville, venditore svizzero. 1946,0101.9: Asse da 50 Unità 2,81g Iscrizione: ↑ (50) Provenienza: Campiglia Marittima Hoard Acquisita nel 1946 da Mrs Jessie Lloyd Purtroppo di nessuno di questi c'è l'immagine ma sembrerebbe attestata questa tipologia in uno scavo... Dallo stesso tesoretto vengono: 10 unità con gufo; 10 unità con testa di uomo; 25 unità con testa femminile e collana; 50 unità con testa femminile e collana. Il Munzkabinett ne ha una, invece: 25 Assi 1,38g x 11mm 18219844 Iscrizione: ΛΧX Acquisita tra il 1907 al 1924 L'American Numismatic Society, invece, ne ha alcune: 1967.197.2: Quinario con leone rivolto a sinistra 1,1g Iscrizione: X 1967.152.7: 12 e 1/2 .75g (?) Acquisita nel 1967 da Newell, A.M. 1967.152.5: 50 Unità 2,79g Iscrizione: ↑ (50) Acquisita nel 1967 da Newell, A.M. 1967.152.6: 25 Unità 1,4g x 12mm Iscrizione: ΛΧX Acquisita nel 1967 da Newell, A.M. Ovvai...io le mie ricerchine le ho fatte...iniziate le danze... :P Intanto si può chiedere al BM se ci mandano la foto di quello del tesoretto...e questa pubblicazione, dov'è? Qualcuno la conosce?1 punto
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1933 - FIERA SAN GIOVANNI - Diametro 29mm - peso 9,92g Dritto: Stemma della Città di Monza con smalti rossi e blu e motto sul contorno: EST • SEDES • ITALIAE • REGNI • MODOETIA • MAGNI Rovascio: SETTIMANA MONZESE DI S. GIOVANNI • = 22 • 29 • _ VI • 1933 - nel campo: RADVNO CICLO LANCIO BOMBA 25 GIVGNO in basso, ai lati di fascio verticale: A. XI _ E.F.1 punto
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4. gr. 1,57 (asse 6,28) 5. gr. 2,43 (asse 14,58) overstrike 6. gr. 1,70 (asse 10,20) Ecco, niente di eccezionale. Poi si puo' discutere sugli "stili" (chiamiamoli cosi'...)1 punto
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buonasera Giovanna il catalogo Montenegro 2013 pag. 211. n. 13, il 50 lire 1957 lo indica NC e la da BB a 5 € resta il fatto che il suo vero valore è come hai già detto tu., cioè nullo. ciao Pietro1 punto
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Questa è una bella imitativa, penso sia Vittorino. Al dritto la legenda è abbastanza di fantasia: IVIDC.....LVG. La legenda al verso non è da meno: VVS... Personalmente credo che il modello del rovescio sia una fusione tra una PAX ed una PIETAS di Vittorino. Dovrebbe vederla @@grigioviola :)1 punto
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we mancano solo alieni e scie chimiche e abbiamo messo tutto in questa "discussione" :D1 punto
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Ho incontrato anch'io questi due personaggi di recente, cioè nell'esame di linguistica che ho dato lunedì scorso ^_^ Aggiungo qualcosina a quello che hai già scritto tu rielaborandolo dal mio libro: i due santi sono importanti in linguistica perché hanno avuto dall'imperatore bizantino Michele VIII il compito di evangelizzare le popolazioni slave, e per farlo di fatto "inventarono" una lingua. Questa lingua, detta paleo-slavo, è quella che sta alla base di tutte le tradizioni linguistiche slave, divise così: slavo occidentale: polacco, ceco, slovacco; slavo orientale: russo, bielorusso, ucraino; slavo meridionale: sloveno, serbo-croato, bulgaro, macedone. Il paleo-slavo ha anche rappresentato un potente elemento di coesione per tutto il mondo slavo, in parte anche in età contemporanea. Poi, come hai detto tu, oltre ad avere creato una lingua di fatto artificiale inventarono anche un alfabeto, quello glagolitico appunto, che è la base dell'alfabeto cirillico.1 punto
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Davvero bellissima! E particolarmente come studente di teologia mi piace tantissimo! Mi ricordo l'anno scorso, quando ho dovuto studiare per l'esame di storia della chiesa, incontrai i due personaggi della moneta! Bello trovarli non solo nei libri di storia ma ora anche in circolazione in Europa! =) Cirillo (anche chiamato Costantino: vd. moneta) e suo fratello Metodio, provenienti dalla Grecia -allora Impero Bizantino-, furono gli evangelizzatori dei popoli Slavi. Cirillo è l'inventore dell'alfabeto glagolitico da cui si è poi sviluppato quello cirillico. L'anno 863 corrisponde alla data della loro partenza per la missione nella Grande Moravia!1 punto
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c é da stare allegri.....parecchio pure! le nostre tasche alzeranno bandiera bianca!!! la mia già é prossima a farlo.1 punto
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mi sembra un tantino severa quest'analisi, Pur condividendo alcuni trend di fondo, occorre osservare che : 1. che le risorse naturali siano qualcosa di scarso perche ' A) stiamo crescendo ; B) consumiamo progressivamente molto di piu' è un dato di fatto, nello stesso tempo siamo diventati piu' efficienti e oggi basta il 3% (o meno) della popolazione per produrre , agricoltura e allevamento, quello che consuma il 100% della popolazione. La crescita demografica c'è ma non cosi tanto o cosi velocemente da pregiudicare nell'immediato la nostra autosostenibilità. Chiaramente un rispetto dell'ambiente e un occhio attento alle risorse da adesso in poi è un "must" 2. il Sud del mondo è ben altro, oggi, altro che Cina, India e Brasile. Cina è il secondo Paese industrializzato se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, quindi inutile (e pericoloso) trattarlo come "sud", India sta andando forte e Brasile cresce velocissimo anche se permangono dei fortissimi squilibri interni che causano poi le rivolte che vediamo in TV. Avrete capito che la crescita da sola fa un baffo : molto piu' importante è la sua distribuzione che, se piu' equilibrata, riduce le tensioni sociali (In Italia urtroppo stiamo andando nell'altra direzione - ormai stiamo procedendo piu' verso una repubblica centroamericana che uno stato industrializzato con una migliore distribuzione del reddito. 3. possibile 4. il problema della Russia non sono le distanze bensi il suo modello politico 5. se dovessi azzardare una previsione direi che l'Europa in quanto unione ed entità commerciale ed economica (si puo' dire politica?) tra 10-15 anni esisterà ancora. Magari su queste colonne lo verificheremo in quella data :) Che poi la situazione economica migliori nel suo complesso dipenderà piu' dallo stato di salute delle economie che la compongono, visto che non è (ancora) un'entitaà politica a tutti gli effetti e quindi con politiche unitarie. L'Europa ha redistribuito parecchie risorse al suo interno permettendo a certi Stati di crescere e molto (pensiamo a Portogallo, Spagna, Irlanda) utilizzando risorse di Paesi piu' ricchi e sfruttando direttive e politiche comunitarie che hanno portato una crescita che da soli mai, o a fatica, avrebbero raggiunto. Che poi qualcuno abbia fatto delle cretinate (vedi settore immobiliare in Spagna) difficilmente si sarebbe potuto impedire anche se era un pericolo talmente annnunciato... Overall la situazione è dura ma non "cosi" dura come poteva essere la grande depressione in USA negli anni Trenta, siamo onesti... Per quello che riguarda il mercato nnumismtaico, beh qui dissentirei da un'analisi cosi pessim,ista. Sono invece d'accordo con chi ha fatto il distinguo tra un mercato dicotomico dove il bello e importante continua ad andare a gonfie vele (qui guardo al mercato europeo in toto - mentre il mercato italiano risente comunque di una certa crisi) e un mercato , diciamo BB, che stenta ad alzarsi piu' di tanto. Sul primo continuerei a non avere dubbi che , muovendosi bene ovviamente e non dissennatamente, i ritorni ci saranno (al limite si tratta solo di aspettare) , sul secondo è invece (parlo con cappello da investitore, non da collezionsita, perche questa era l'ottica delle discussione) a questo punto importante essere prudenti e valutare bene se e quando intervenire (di nuovo solo se lo si fa in un'ottica di investimento - per il puro piacere di collezionare invece va bene tutto). Ai ragazzi che si avvicinano alla numismatica insegnerei piuttosto a conoscere e saper apprezzare le monete e a saper portare avanti un discorso di raccolta coerente. Poi ognuno potrà scegliere. Se le premesse sono buone e rigorose non si resterà delusi anche da un punto di vista economico, nel tempo.1 punto
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Personalmente, invece delle once non coniate per la regolare circolazione, ti consiglierei un bel dollaro d'argento Morgan o Peace in discreta conservazione...1 punto
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Probabilmente erano un braccialetto e un orecchino (della moglie) in argento fusi e fatti a forma circolare con su stampato questi cosi a forma di alieno. Per quanto riguarda l'età, credo non superino quella di Raffaella Carrà...e sono stato largo...1 punto
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Ho trovato questo piccolo pendente e mi domando se è ricavato da una vera moneta, o da una medaglietta di fantasia. Somiglia a una moneta bizantina, ma non ho trovato su internet l'immagine di una proprio come questa. In ogni caso, pur essendo a digiuno di numismatica, mi rendo conto che così consumata e saldata, come moneta non vale nulla. E' solo una curiosità. Qualcuno può darmi un parere? Grazie Amenabo1 punto
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Ciao, ecco il risultato su una medaglietta votiva (piena di incrostazioni molto resistenti) del 1830 dopo un'immersione in una soluzione di EDTA per circa 20 ore:1 punto
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il dritto è la faccia della moneta che contiene il nome, l' effigie o il simbolo dell' autorità emittente. il rovescio è la faccia della moneta dove si trovano il valore nominale, la data e la commemorazione.1 punto
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Inoltre secondo me il materiale creatore dovrebbe essere considerato quasi come sacro: una volta terminata la sua funzione di coniazione dovrebbe "riposare" per sempre nei forzieri della zecca o nel museo e MAI PIU' essere riutilizzati. Che senso ha tirare fuori oggi, per soli scopi speculativi, pezzi della nostra storia? Avrei preferito delle opere moderne celebrative di quelle epoche ma non "disturbare il sonno" di quelle impronte. No, è stata una operazione a mio avviso sbagliata, che ha un che di vetrine di centro commerciale piuttosto che di vecchie vetrine di un antico centro storico di una cittadina italica. Non so se rendo l'idea. Perchè disturbare le aquile dell'impero e VEIII, criticabile o meno, anche se qui parliamo solo di numismatica e non di politica? Ormai non ci sono più, lasciamole tranquille.1 punto
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