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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/22/13 in tutte le aree
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Segnalo che presso l'Istituto Italiano di Numismatica è uscito un bel libro scritto da Filippo Coarelli, famoso archeologo e docente di Storia romana e di Antichità greche e romane all'Università di Perugia (classe 1936). http://www.istitutoitalianonumismatica.it/novita.asp E' un semplice volume di 201 pagine, dove lo studioso riprende e riconsidera alla luce della sua grande esperienza il problema delle origini della moneta d'argento romana. Non è un numismatico in senso stretto, ma piuttosto uno storico e si è reso conto che : ".... il difetto di fondo di molte di queste ricerche specialistiche è proprio una scarsa o distorta conoscenza del contesto storico di cui la moneta partecipa. Ciò emerge con evidenza, ad esempio, dall'uso improprio del concetto di "ellenizzazione", che è ovviamente cruciale in questo campo. Inoltre, la concezione eccessivamente "primitivista" della società romana medio-repubblicana determina la difficoltà di accettare il ruolo centrale esercitato dallo stato romano nel fenomeno monetario, fin dalle sue prime manifestazioni in età medio-repubblicana. Nel caso dei didrammi romano-campani, ad esempio, tale atteggiamento è alla base dell'interminabile, e fin dei conti marginale, discussione sulle zecche di emissione, collocate via via in quasi ogni città della Campania e della Magna Grecia: senza per lo più tenere conto del fatto, questo sì determinante, che le leggende ROMANO e ROMA non possono che attestare il ruolo decisivo della città nell'attività di coniazione - realizzata per sua iniziativa e nel suo interesse - e quindi nella scelta delle relative zecche, situate in centri in qualche modo ad essa collegati. Roma esercita cioè il ruolo di committente, e quindi un'egemonia di fatto e di diritto, che rende del tutto marginali e ininfluenti le funzioni, puramente esecutive, dei centri dove si trovano le zecche. Questa grave sottovalutazione del ruolo dominante esercitato da Roma in Italia fin dagli ultimi decenni del IV secolo, evidente per gli storici, è all'origine delle distorsioni nella valutazione del fenomeno monetario coevo...." Poi dopo continua a proposito della cronologia "media" del denario, che si è attestata intorno al 214-211 a.C.: "... E' però curioso che, in tanto unanimismo, quasi nessuno sembra volersi far carico di un problema che appare un inevitabile corollario della nuova vulgata: il totale accantonamento, cioè, di tutte le testimonianze letterarie sull'argomento, che sembrano spesso incompatibili con la teoria dominante. Si è arrivati ad affermare, a proposito del noto testo di Plinio sulla moneta che "we should actually be much better off this wretched text did not exist, despite the further attempt to rescue its credit" [citando il famoso passo di Crawford a pagina 31, nota 9]. Per quanto tale testo, principale fonte antica sulla storia della monetazione romana, possa rivelarsi indibbiamente confuso e contradditorio, affermazioni del genere vanno bandite dalla prassi degli studi: ci dovremmo chiedere semmai se c'è in esso qualcosa che non abbiamo capito. Tra laltro, si tende a dimenticare che la datazione alta della prima monetazione d'argento romana non è esclusiva di Plinio, ma si ritrova in una mezza dozzina di altri autori, che affermano tutti, concordemente, che essa apparve subito dopo la guerra contro Pirro e contro Taranto......"[le parole in neretto le ho evidenziate io]. A scanso di equivoci, il prof. Coarelli non è un semplice tradizionalista, ma riprende la materia con una ottica molto più ampia, sorretta dalla sua grande esperienza di archeologo e di storico. Ovviamente si può contestare alcuni dettagli, ma si dovrebbe rispettare e prendere in attenta considerazione la sua visione, espressa con una piacevole prosa molto comprensibile. Il volume si svolge nei seguenti capitoli: I. Plinio e l'origine della moneta romana II. I didrammi romano-campani III. Il quadrigato IV. L'"Oro del giuramento" V. L'Officina monetae e i triumviri monetales VI Le riduzioni dell'asse, il vittoriato e il denario Conclusion Appendice: Officina monetae: la zecca di Roma tra repubblica e impero Bibliografia Costo del volume: € 50 Consiglio vivamente il suo acquisto per chi si interessa della monetazione romana repubblicana.4 punti
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Buongiorno osservatorio, premetto che questo NON è un ritrovamento, volevo solo farvi vedere in un paio di mesi quanti 20 cent San Marino ha trovato un mio amico nel suo bar a Santarcangelo di Romagna dopo che gli ho consigliato di tenere da parte tutti i pezzi del ministato.. 61 pezzi.. impressionante, e non vi dico degli altri tagli! (Purtroppo nessun 2002!) :D :D Spero di riuscire presto a inserire i miei ultimi ritrovamenti, un saluto a tutti3 punti
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Grazie alla rapidità del mitico sig. Filetti, eccola qua, degna sorella dell'esmeplare II tipo che già possiedo. clicca sulle immagini per ingrandirle Dritto Busto, sino alla vita, del duca rivolto a destra con la mano sinistra poggiata sulla spada, intorno CAR EM D : G DUX SAB P P verso: Scudo semplice coronato con intorno il collare dell'annunziata, sopra la corona la data, intorno EXSPECTA DM VIRILIT AGE Materiale: Ag 250 Diametro: 25 mm Peso: 4,502 punti
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Checchè se ne dica, l'oro e l'argento sono sempre stati scambiati sia per bilanciare le spese che per avere generi. Civiltà del passato hanno sempre usato questi metalli e per me non esistono euro, dollari, yen o titoli di stato che possano soppiantare il valore di Au e Ag. Può esserci un grafico che va su e giù, ma nel tempo hanno sempre avuto valore. In un periodo dove l'investimento del piccolo privato è soffocato dalle tasse (vedi casa, irpef, iva ecc...), dove investire in azioni costa tantissimo in termini di rendimento ( ho perso 5000 euro con azioni bancarie) e di guadagno facile per le SGR, banche, ecc...., dove tutti tendono a non esporsi e, di conseguenza a non consumare, non capisco dove possano finire i soldi che vengono ricavati dalla vendita di tutte quelle quantità di oro e argento. C'è già tanta liquidità in giro....che tolgo un bene rifugio per aver ancora liquidità ???? Il fatto è che i fondi mondiali che investivano in metalli preziosi si sono ritirati a riccio per paura che accada qualcosa di grosso e il discorso del cerino in mano, accennato prima per la storia dell'euro, va benissimo anche per chi non si sbarazza prima di un bene che perde valore. Tutto ciò vale per chi specula in fondi, borse, banche. A me l'oro interessa anche se arrivasse a 100 dollari l'oncia, perchè rimane sempre e comunque un bene rifugio che si deprezzerà solo quando i soldi vengono investiti in economie reali (azioni, produttività) che ora affogano oppure quando sta per scoppiare qualcosa (come adesso) Qui o sta per saltare qualche sistema bancario e di gestione fondi ( ai quali spesso sono legati sistemi pensionistici) o ci si aspetta una immissione di oro nazionale dei paesi indebitati, e con tutto quell'oro in vendita, il prezzo non può che calare.2 punti
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.... Hai fatto piu' richieste, non hai mai usato una parola tipo .... Per favore .... grazie..... buongiorno.... certo, non è obbligatorio, ma certamente sarebbe un incentivo in piu' per aiutarti, nooo??2 punti
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Cosa intendevano i Romani per la parola ITALIA? Chi è quella donna che la personifica sulla moneta, e perché? Cosa ne rimane oggi? Il nome Italia designava dapprima l’estremità meridionale della Calabria; più tardi si estese fino a Metaponto; poi, nel 3° sec. a.C. alla Campania e poco dopo a tutta la penisola a sud dei fiumi Arno ed Esino e infine alla catena alpina. La sanzione ufficiale del nome si ebbe con Ottaviano Augusto nel 42 a.C. La donna che la rappresenta sul sesterzio di Antonino Pio è Cibele, la Magna Mater, è una delle prime personificazioni dell'Italia. Con riferimento alle origini troiane (ossia frigie) dei fondatori di Roma, i patrizi (che si vantavano loro discendenti) la onorarono come divinità della loro stirpe e la opposero alla plebea Cerere. Presto si diffusero anche i misteri ellenistici di Cibele, che in epoca imperiale presero forma di religione autonoma. Ancor oggi la donna con le torri in testa (l'immagine di Cibele) rappresenta l'Italia. Durante la seconda guerra punica, mentre Annibale imperversava per l'Italia, i sacerdoti romani predissero che Roma sarebbe stata salva solo se vi fosse giunta l'immagine della dea dell'Ida, il monte di Troia, ossia Cibele. Da allora divenne una delle divinità di Roma, la Magna Mater, anche se il suo culto fu osteggiato poiché contenente riti orgiastici. L'associazione di Cibele con l'Italia divenne molto forte quando Virgilio scrisse l'Eneide, narrando come il viaggio di Enea fosse stato protetto anche dalla dea. La figura di Cibele andò a rappresentare, grazie anche agli eventi della Guerra sociale, l'idea di un'Italia pacificata e unita sotto Roma, così come Enea aveva pacificato i popoli latini, nonché lo spazio sacro del pomerium, ormai allargato a tutta la penisola. Durante l'Impero le donne della famiglia imperiale presero a vestire come Cibele, ossia con una corona turrita. Quest'immagine divenne quindi sempre più simbolo dell'Italia nelle province, specialmente in quelle anatoliche e greco-orientali. Sotto Antonino Pio venne coniato un sesterzio rappresentante l'Italia come una donna turrita, che siede su un globo e tiene in una mano una cornucopia mentre nell'altra il bastone del comando. Questa diverrà poi l'immagine classica dell'allegoria del Bel paese. Dopo il Medioevo, il primo a riprendere la classica figura dell'Italia è Cesare Ripa, che nella sua Iconologia la descrive come nel sesterzio di Antonio Pio, associandole anche una stella che le brilla sopra la testa, in riferimento al fatto che nell'antica Grecia l'Italia fosse associata alla Stella di Venere poiché posta ad occidente e quindi fosse chiamata Esperia. La Stella d'Italia è quindi un antico simbolo identitario della terra italiana.2 punti
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Guardando (2012 Redbook catalogo p.359; Judd catalogo # J-1373) un progetto oro americana privata denominato 1874 "Bickford eagle" (10-dollaro pezzo), vedo che è stato inteso come l'equivalente di diverse valute mondiali, uno dei quali era il franco francese: US$10 = FF51.81. Come altri membri della UML, il franco francese e la lira italiana sarebbe stata di pari valore, in modo da US$10 = IL51.81, e così US$60 = IL310.86. Spero che questo aiuti. ;) v. --------------------------------------------------- Looking (2012 Redbook catalog p.359; Judd catalog # J-1373) at a private American gold pattern called the 1874 “Bickford eagle” (10-dollar piece), I see that it was intended as the equivalent of several world currencies, one of which was the French franc: US$10 = FF51.81. As fellow members of the LMU, the French franc and the Italian lira would have been of equal value, so US$10 = IL51.81, and so US$60 = IL310.86. Hope this helps. ;) v.2 punti
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Non c’è niente da fare! Mi devo togliere il cappello di fronte alla grande efficienza dei tedeschi e ci stupiamo che ancora arranchiamo in Europa. Stamattina sono andato alla biblioteca dell’Istituto Germanico di Archeologia. Come già accennato, il libro con l’articolo, i cui esatti estremi in lingua inglese sono: ADAM-VELENI Polyxene, Four Hoards from the Hellenistic City at Petres (Florina – West Macedonia), in: To nomisma sto makedoniko choro. Praktika B’ epistimonikis synantisis. Nomismatoskopeia, kyklophoria, eikonographia, istoria, Thessalonica 2000, p. 127-155 Non è reperibile nella sede romana, ma solo in quella di Atene. Sono andato all'ufficio della bibliotecaria, e una (sig.ra Sternberg) molto gentilmente ha acconsentito di richiedere ad Atene una copia scansionata del suddetto articolo e ha chiesto solo il mio recapito email. Nel primo pomeriggio, poche ore dopo, con mia grande sorpresa trovo nella mia posta elettronica l’articolo già bello scansionato e disponibile....... Purtroppo è scritto integralmente in greco moderno e l’unico riassunto in inglese è il seguente: Quindi nella località Petres hanno trovato (negli anni ’90) quattro ripostigli, tre di monete di bronzo locali e uno costituito da 125 denari della tarda repubblica. Non pochi sono rari e in buona conservazione e alcuni sono stati illustrati. Allego un piccolo esempio (purtroppo la qualità è quella che è e non posso guardare in bocca al cavallo donato): E in effetti esiste la foto di un esemplare di Bruto con EID-MAR, che corrisponde al numero di inventario n. 3629 (in ottimo stato di conservazione): Segue anche un catalogo, ma gli esemplari non sembrano seguire un preciso ordine cronologico. Ho provato a estrarre la parte riguardante il denario di Bruto, che corrisponde al n. 155 del catalogo. Si capisce che pesava 3,82 gr e con diametro di 19 mm. Quindi almeno un denario (non due) è stato trovato e il suo buon stato di conservazione, assieme ad altri denari più o meno della stessa epoca, indica che fu sotterrato poco dopo la sua coniazione. Ho rintracciato almeno tre recapiti email della prof.ssa Polyxene Adam-Veleni, che è una archeologa molto attiva nella regione di Tessalonicca. Le ho appena scritto un messaggio in inglese chiedendole maggiori informazioni e se sono noti altri denari di Bruto e soprattutto se è possibile avere le relative foto digitali….. Due dei suoi recapiti non sono stati riconosciuti dal mio server e quindi respinti. Solo il terzo, quello meno personale, sembra arrivato a destinazione. Incrociamo le dita e vediamo se è possibile avere nuove “puntate” del grande mistero di EID-MAR….. Ovviamente la copia integrale dell'articolo, in pdf (9 Mb di ingombro), è a disposizione e magari c'è qualcuno che ha una moglie (o amante) di madrelingua greca disposta a tradurre...... :pardon:2 punti
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Tempo fa ho postato un breve excursus numismatico sulla famiglia napoleonica, da sempre parte dei miei studi sulla monetazione dell’800 in Europa. Collezionare il periodo napoleonico permette una visione assai chiara di ciò che era l’Europa dell'Ancien Régime, gli sconvolgimenti della rivoluzione francese, la Convenzione, il Direttorio, il Consolato, l’egemonia francese nel continente con la creazione dell’Impero; la sua apoteosi e la repentina caduta tutto solamente in un quarto di secolo; nulla ha mai sconvolto il mondo occidentale quanto lo fecero gli accadimenti di Francia. Un processo storico che si completa con la restaurazione e la pace di Parigi, ed il tentativo dei vincitori di cancellare tutto come nulla fosse mai successo. La storia la scrivono i vincitori, ma non possono cambiare il tempo, solo riscriverlo. La collezione “napoleonica” può essere intesa in molteplici modi e fortunatamente si adatta a tutte le tasche ed interessi. Da un impegno onnivoro con quanto sia stato battuto dalla monarchia costituzionale di Luigi XVI alla morte di Napoleone nel 1821 a limiti di studio e portafogli che vanno dalla sola monetazione che reca l’effige del Còrso, ai Regni distribuiti nell’ambito familiare, alle repubbliche di spirito rivoluzionario - particolarmente numerose in Italia- gli Stati satellite come la Confederazione del Reno oppure il Regno d’Etruria solo per citarne alcuni. A questo si aggiungo i territori non assoggettati al dominio francese come il Regno di Sicilia e di Napoli oppure l’Impero Austriaco, Inglese o Russo che sia, e via discorrendo: in buona sostanza si tratta di un’immensità numismatica che coinvolge le colonie francesi, le prove ed i progetti, ed infine la categoria delle monete di necessità; quindi, di contribuzione, insurrezionali, ossidionali e d’occupazione. In buona sostanza c’è materiale e monete per passarci una vita di studio e collezionismo. Prescindere la numismatica dalla storia è impossibile, e per conoscere la numismatica nel suo senso più ampio si richiedono le conoscenze di alcune nozioni storiche che ci aiutano a comprendere l’essenza di talune emissioni. Sia chiaro, al lettore, ben lunghi da me il pensiero di ergermi a sapiente, e voler insegnare a chi che sia, ma solo condividere la bellezza ed il mistero delle monete che per comodità di scrittura definisco “di necessità”. Cercherò nei miei interventi di dare una visione schematica e succinta della parte storica per “giustificare” l’emissione della moneta di necessità. Ben venga chiunque voglia intervenire e commentare e all’occasione correggere quanto da me scritto, considero il forum non un’aula contrapposta tra chi crede di sapere e chi deve solo ascoltare, ma il gran convivio dove nascono idee ed osservazioni utili a tutti, in primis a chi crede di sapere. Dopo questa introduzione passeri ad una schematica cronistoria dei primi eventi della Rivoluzione Francese, pochi i miei commenti in quanto si entra in un campo che da solo potrebbe tenerci occupati mesi e mesi, mentre è mia intenzione portare il lettore ad incontrare monete che non sempre si trovano sul mercato italiano nella speranza di soddisfare la sua curiosità e la voglia di ampliare i propri interesse numismatici … altrimenti il giorno che venderò … chi me le compra ! La cronologia è riportata da wikipedia con la mia personale selezione degli elementi di maggior rilievo. Per meglio comprendere le ragioni della caduta della monarchia dei Borbone di Francia bisogna fare un passo indietro di un paio d’anni, quando nell’ agosto del 1787 il ministro francese Calonne (famoso anche per lo scudo che porta il suo nome) informa il re dell'insolvenza delle casse dello Stato. In buona sostanza lo Stato e la Corte non sono più in grado di sopravvivere a loro stessi, ed il destino della monarchia è segnato. A poco serve il trattato commerciale con l’Inghilterra per ampliare nuovi mercati ai prodotti francesi ed il tentativo per l'ammodernamento dell'industria francese. Il mondo sta cambiando e l’Ancien Régime non sembra voler prenderne atto, il 13 settembre 1788 è approvata la Costituzione degli Stati Uniti d'America, fatto tutt’altro che complementare nell’auto determinazione dei popoli. A breve, il 24 gennaio 1789 la convocazione degli stati generali, apertura ufficiale il 5 maggio (ricorrenza che apre e chiude il ciclo rivoluzionario e dell’impero) a Versailles da parte di Luigi XVI. In giugno il terzo stato si costituisce in Assemblea nazionale: ad essa si aggiungeranno, su richiesta del Re, gli altri due stati il 27 giugno; il 9 luglio si proclamerà Assemblea Costituente. La situazione e l’insoddisfazione popolare sfociano nella presa della Bastiglia, come è noto il 14 luglio 1789, dopo pochi giorni le prime massicce migrazioni di aristocratici che espatriano verso Inghilterra, Germania, Austria, e nuovo mondo. Mi soffermerei su due monete in questi primissimi anni di rivoluzione. La prima è lo scudo di Calonne, si tratta di un progetto di monetazione del 1786 quando, sebbene la situazione delle casse dello Stato Francese non fosse florida nulla avrebbe fatto presagire al tracollo della monarchia in un così breve lasso di tempo. In questo progetto di monetazione, piuttosto innovativo rispetto all’ “ecu aux rameaux d'olivier” che è battuto come massimale d’argento già da molti anni. Pur rimanendo invariata la legenda al diritto ed al rovescio vengono introdotti elementi caratterizzanti per rafforzare l’immagine della monarchia; al busto in uniforme si sostituisce l’effige neoclassica e laureata del sovrano, il bordo della moneta è lavorato con cura econ gigli e l’incisore firma chiaramente la propria opera. Al rovescio, allo stemma ovale con i tre gigli è preferito il doppio monogramma con due L coronate ed i tre gigli al centro a rappresentare la monarchia nella persona di Luigi XVI. Poco peso è dato al direttore di zecca e rimane invariata la centralità del segno di zecca. Il contorno e particolarmente ben fatto, con l’utilizzo di virole appositamente preparate, e composte da sei “ughiette” per estrarre la moneta. FRANCIA Monarchia di Luigi XVI (1774-1793) Progetto per lo scudo detto "de Calonne", 1786 A, Parigi. Essai de Droz. Argento gr. 28,479 diametro 41,06 mm D/ LUD• XVI• D• G• FR • - ET NAV • REX• busto laureato a sinistra di Luigi XVI, sotto al collo J . P . DROZ F , orlo con gigli in rilievo. Rv: SIT NOMINEN DOMINI - BENEDICTUM (testa di aquila) 1786, due L coronate ed affrontate formate da frasca di palma e alloro, racchiudono tre gigli, in esergo A (Parigi), orlo di gigli volti all'interno Contorno giglio (I) DOMI (I) NE giglio (I) SALU (I) M giglio FA (I) C giglio R (I) EGEM virola con sei giunte, in rilievo. Riferimento: VG 0090, Ciani 2202, Droulers 1987, Vinchon 377. Moneta Molto Rara Nota: (I) nella descrizione significano i punti di giunzione della virola; le riproduzioni del ‘900 hanno sul bordo solo tre giunzioni della virola. La prima ripercussione del cambiamento geopolitico è però esterno ai confini francesi ed avviene nel Brabante dove il 18 agosto da Liegi viene cacciato il principe-vescovo, successivamente il 10 dicembre i ribelli belgi comandati da Van der Noot dichiarano decaduto l'Imperatore del S.R.I. Giuseppe II d'Asburgo. Protetta dalla Francia dell'Assemlea il 12 gennaio 1790 vengono proclamati a Bruxelles gli Stati Uniti del Belgio. Le monarchie di tutta Europa si interrogano su cosa sia meglio fare (chiaramente per evitare il propagarsi delle insurrezioni) e il 26 giugno si riuniscono a Reichenbach i rappresentanti di Inghilterra, Prussia, Austria e Province Unite per discutere gli eventuali interventi contro la Francia rivoluzionaria; dopo un mese l'Austria verrà autorizzata ad annettersi il Belgio (27 luglio). L’Assemblea rifiuta all’Austria il passaggio sul proprio suolo delle truppe austriache alla volta del Belgio, ma non può evitare l’annessione del Belgio all’Austria il 22 novembre 1790 (nel 1797 con il trattato di Campoformido il Brabante austriaco fu sottoposto alla sovranità della Francia, quindi nel 1814 passò a far parte del Regno unito dei Paesi Bassi dal quale si scisse con la rivoluzione del 1830, che diede origine al Regno del Belgio). La seconda moneta, è in realtà quella che considererei la prima di questo nostro cammino nella monetazione di necessità: Leone d’argento da 3 fiorini 1790 coniato durante l’effimera rivoluzione (1789-1790) del Brabante contro l’occupazione austriaca. Insurrezione del Brabante (1789 - 1790). Leone d'argento da 3 fiorini 1790, Bruxelles Argento gr. 32,750 dimetro 42,03mm D/ DOMINI EST REGNVM• leone stante a sinistra, impugna la spada nella destra mentre si appoggia su stemma ovale che reca iscritto LI / BER / TAS, in esergo 1790 (caratteri grandi)• Rv: ET IPSE DOMINATVR GENTIVM ❀ , in cerchio lineare, sole raggiante circondato dagli 11 stemmi delle città in rivolta. Contorno: QVID FORTIVS LEONE tra arabeschi (B) ↓ Moneta Rara Riferimenti :KM 50, Delmonte 395, Davenport 1285 Durante l’insurrezione del Brabante sono state battute monete in oro del peso di 8,28 grammi (R3) e frazioni in argento. Non mia intenzione riportare tutte le emissioni per ogni accadimento che andrò a illustrare, altrimenti data la complessità dell’argomento … cambio lavoro ! Data la complessità dell'argomento, tratterò di numerose zecche ed altrettanti stati, ma convengo che sia opportuno proseguire in una unica sezione, delle zecche estere del '800 sebbene vi sia una certa liberta letteraria.1 punto
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Ricevuto il libro già da un paio di mesi. Lettura obbligatoria per tutti coloro interessati all'annosa questione della datazione del denario romano. L'IIN è abbastanza rigido riguardo le formalità di acquisto e dubito possa venire incontro ma tentar non nuoce. Posso informarmi e vi faccio sapere se esistessero condizioni di favore per acquisti multipli,1 punto
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Raccolgo volentieri la richiesta, confessando che il rimando a PANORAMA NUMISMATICO era in parte dovuto a pigrizia. Non parlerò ovviamente dei motivi che spinsero il Ludovisi a coniare questa moneta, anche perchè la questione è abbastanza complessa. Mi limito a dire che il tentativo era quello di inserire la moneta e tutta l'economia piombinese nel filone del commercio con l'Oriente, cercando, come diremmo oggi in termini moderni, di attirare capitali e merci nel piccolo porto di Piombino. Ritengo invece utile alla discussione allegare la tavola di raffronto che avevo realizzato per P.N.; devo anche rendere atto a Bellesia di avere per primo intuito che la bella moneta piombinese non era una piastra (come indicato nel CNI) bensì un tollero.1 punto
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Guarda questa pagine ...... http://www.muenzauktion.com/saive/item.php5?id=11690〈=en&curr=EUR http://www.numismaticaivlia.it/negozio/index.php?main_page=product_info&products_id=11671 punto
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Nella normativa fiscale non esiste un importo a cui fare riferimento come tetto massimo perché un'attività possa essere considerata occasionale. L'occasionalità dipende molto più dalla ripetitività delle operaizoni che dal loro importo. Vendere 100 volte una moneta o un oggetto da 10 euro è molto meno "occasionale" che vendere 3 volte un oggetto da 1.000 euro, anche se il ricavato totale è un terzo. Ciò che impone di aprire una partita IVA è l'abitualità di una certa attività economica, che quindi è da considerarsi - in ambito fiscale - l'esatto contrario dell'occasionalità. Un riferimento utile può essere il limite di 5.000 euro previsto per le prestazioni occasionali, al di sotto del quale non sono dovuti contributi INPS. Ma non si tratta di un limite assoluto, perché la normativa prevede che anche al di sopra di questa soglia, se manca l'abitualità, l'attività possa continuare ad essere considerata occasionale, con la sola conseguenza di dover pagare i contributi INPS alla Gestione Separata. Ad esempio un ragazzo che lavora come standista in Fiera due volte all'anno per pochi giorni ogni volta e percepisce compensi per 7.000 euro, svolge senz'qltro delle prestazioni occasionali. Quindi bisogna vedere caso per caso. Sicuramente un'attività con molte operazioni di vendita per complessivi 26.000 euro all'anno non può essere considerata occasionale.1 punto
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Poco da aggiungere a quanto già detto da DABBENE; la moneta, creata per i commerci con l'Oriente, ebbe notevole successo e va considerata, giustamente, anche una moneta "pubblicitaria" della giovane città di Livorno che, va ricordato, fu realizzata ex novo per dare al Granducato un porto sicuro dopo l'interramento del porto pisano alla foce dell'Arno. Proprio per la sua ottima "spendibilità" sui mercati orientali fu imitata da Giovan Battista Ludovisi con la così detta piastra (in realtà per peso e per diametro un vero e proprio tollero). Tra l'altro,ve mi scuso in anticipo per l'autocitazione, proprio nel recente numero di febbraio di PANORAMA NUMISMATICO, ho pubblicato una breve nota sul raffronto tra le due monete e sui motivi che spinsero il principe piombinese ad ispirarsi a quella livornese.1 punto
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questo è il fert di un 5 lire 1914 originale….facendo un piccolo confronto non sono molto convinta,potrei però sbagliarmi :D bisognerebbe vedere il resto della moneta peso e diametro1 punto
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a titolo informativo, la moneta in oggetto, è un bronzetto di COSTANTINO I° D/ CONSTAN - TINUS AVG - Testa laureata a destra R/ DN CONSTANTINI MAX AVG - VOT XX stella in corona in esergo dovrebbe leggersi SMH :Greek_Delta: per HERACLEA ( potrebbe essere SMHA ma è piu' probabile la prima) corrisponde al RIC VII 601 punto
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Ho sentito, per quel che vale, una suggestiva analisi di un economista che in un intervento più generale ha accennato al fatto che l'oro era salito molto negli ultimi tempi a causa di una speculazione dovuta alla volontà di rastrellare in modo rapido sul mercato liquidità da utilizzare negli attacchi, anch'essi ovviamente speculatori, sui debiti sovrani mettendo sotto stress le quotazione dei titoli di Stato dei paesi maggiormente indebitati. Personalmente ritengo che la cosa avrà a ripetersi prossimamente... la moneta unica è via via più insostenibile e l'unico modo per disgregare l'eurozona, non essendoci procedure ufficiali di uscita - per mettersi al riparo, aggiungo - è quella di far esplodere il debito pubblico dei singoli stati chiedendo interessi sempre più alti per finanziarli, speculando così e sperando che il cerino rimanga in mano all'istituto di credito dall'altra parte della strada, pertanto se si continua così avremo sempre più tagli alla spesa pubblica (che salvando le banche ha reso un debito privato pubblico ed insostenibile) e l'aumento dei differenziali di rendimento annullando così gli sforzi, già di per loro inutili, che sono stati fatti. Speriamo che con le elezioni tedesche i paesi del nord Europa di decidano a staccarsi prima che la cosa diventi irreversibile per i paesi del sud; tanto ormai ci hanno spremuto come limoni e quindi la buccia andrebbe buttata come consuetudine. In 5/6 anni ci hanno messo fuori gioco per i prossimi 30/40... che ne dica il Cancelliere Letta....1 punto
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..indipendentemente dalla domanda e dall'offerta i prezzi delle monete o almeno di certe monete, sono sostenuti dal chi le possiede. Il 5 lire 1914 ne è un esempio, a fronte di una presenza costante sul mercato e di una domanda sostenibile, i commercianti o case d'asta non abbassano di proposito il prezzo! Quando un noto commerciante, che ora sta vedendo il sole a scacchi in quel di Milano o dintorni, mise sul suo tavolo in un noto convegno germanico, 50 fascioni in bella mostra, ha mica fatto crollare i prezzi per noi piccoli collezionisti, di questa immissione generosa, ne hanno beneficiato solo i soliti commercianti.... Accadrà sempre così....un pugno di eletti determina il mercato...accade un pò in tutti i campi, la borsa merci va gestita...se no ci lasciano le penne...chi ne fa le spese sono sempre i consumatori finali....in questo caso di un bene non primario, quindi...si aspettano tempi migliori per acquistare....1 punto
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Il punto forte di questa Moneta è ,secondo me,la parte superiore del ritratto del Duca PS. A me toccherà aspettare fino a lunedi' in quanto al sabato dalle mie parti non viene consegnata la posta, in compenso domani con gli amici torinesi si va ad Aix les Bains per il convegno1 punto
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Complimenti per l'ottimo lavoro svolto,veramente encomiabile questo e' veramente il modo di fare numismatica,difatti si e' ricostruito tutto il percorso storico grazie a molti ( acraf,grigio viola,numa numa,mirko e scusate se ne dimentico qualcuno ) che addirittura hanno avuto la capacita' di richiedere ed avere dal museo di atene e dall'istituto germanico di archeologia di Roma la documentazione che prova l'esistenza del denario, e poi si e' anche ricostruito il percorso tecnico,grazie a ( gionny,vitellio ecc.) che affermavano gia' prima di avere la documentazione con foto ben argomentate e spiegazione tecniche logiche che il denario era esistito in quel periodo storico. Possiamo finalmente gridare Alleluia,Alleluia!!!! difatti mi ero preoccupato che forse per qualche ipotesi,personale ma rispettabile si dovevano cambiare tutti i libri di storia visto che il denario e' citato anche da uno storico come Cassio Dione che evidentemente per parlarne gia' nei suoi scritti ne aveva avuto dei riscontri. :good: :good:1 punto
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Mio piccolo pensiero (per quello che può contare). Adesso il prezzo dei "futures" è in calo; aldilà delle dichiarazioni di Bernake e della FED, questi erano prezzi già predefiniti (come già accennato in precedenza) almeno in parte. Fino a questo momento USA e Giappone hanno immesso liquidità di dollari e yen. La domanda è : cosa hanno comprato con tutta quella liquidità ? tenete presente che è in atto una contrapposizione tra Cina e occidente per la quale ad ogni movimento monetario economico americano/giapponese corrisponde una contromossa cinese e viceversa. Qui sono in gioco titoli di stato, valute, fondi internazionali e debito,.... tanto debito. Quando Chavez si è incaponito contro gli USA e usava il petrolio venezuelano come sua arma di propaganda e arricchimento, gli USA e chi definiva il prezzo del petrolio hanno fatto in modo da farne scendere il prezzo, aumentando la produzione di barili e ridurre sensibilmente i suoi guadagni. Per l'oro, secondo me, è la stessa cosa e c'è gente che manovra miliardi mettendo e togliendo dal mercato in una sorta di monopolio. Adesso penso sia il momento di comprare, ma mi affiderei più a oro "materialmente in mano" che a quello depositato in un deposito inglese. Ultimo "pensierino" : tra gli acquisti fatti da FED e Banca del Giappone non credete che siano stati acquistati anche euro ? come si spiega che sia così valutata una moneta che ha una economia così in stallo ?1 punto
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L'avranno fatto gratis a tempo perso, in fondo anche Dante ci ha messo 12 anni a scrivere la Divina Commedia ...solo che poi ce l'ha fatta leggere.1 punto
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Per l'identificazione, ti consiglio di aprire una discussione per ciascuna, in questa sezione: http://www.lamoneta.it/forum/13-identificazioni-monete/.1 punto
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x Mirko8710 Ti ho appena spedito privatamente l'articolo per la traduzione. In bocca al lupo! x Numizmo Ma quanto sei permaloso! Il tuo post #219 si riferisce alle sbandate verso la provocazione, con necessità di rimettere la discussione nei giusti binari. E' giusto evitare gli sfottò, ma caiuspliniusecundus ti chiedeva (magari con un minimo di ironia) il tuo parere alla luce delle nuove notizie.... e siamo sempre nei giusti binari della discussione.1 punto
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Oltre al libro citato, edito nel 1997, Finetti predispose anche un Prezziario, di cui posseggo fotocopia, con indicazioni di rarità e prezzi (in migliaia di lire), la moneta in oggetto non raggiunge prezzi di rilievo.1 punto
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Taglio: 50 cents Nazione: San Marino Anno: 2003 Tiratura: Conservazione: Spl Città: Grottaglie1 punto
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FAN-TA-STI-CO! Trovarne di tesoretti così... :crazy: Complimenti Alberto per la caparbietà e ovviamente a grigio per aver rintracciato l'articolo! :good: Se me lo mandi per mail lo faccio tradurre da mia "suocera" che per metà è greca...sperando che comprenda i termini tecnici se mai ce ne fossero. Intanto da mio poco vi dico il 155 anche se è intuibile... 155. Dati ponderali leggibili da tutti. Conservazione eccellente. Zecca mobile di Bruto e Cassio - Date Dritto. Testa barbuta di Bruto. Iscrizioni BRUT IMP. In senso antiorario L PLAET CEST. Bordo puntinato. Rovescio. Pileo fra due coltelli. Iscrizione in basso EID MAR. Bordo punteggiato.1 punto
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http://www.lamoneta.it/topic/79703-falso-piastra-1854/?hl=%2Bpiastra+%2B1854+%2Bfert Ecco qui! questo fa per te! Buona lettura!1 punto
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Monete belle lucenti ricevute stamattina! Bellissime. Tutto perfetto. Grazie ancora a @@Jan80 :hi: Saluti Simone PS Un bel "mi piace" ad inizio discussione e un commento positivo sul tuo profilo non te lo toglie nessuno ;)1 punto
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Per me il denaro è un mezzo... non un fine. Quindi divino quanto un autobus. :D Arka1 punto
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Bello il post, bella la domanda, poi alla fine tutto parte da qui... E quindi riparliamone pure, arriva un punto nella vita, in cui tutto scorre, vedi che gli anni passano, il lavoro nobilita una parte del tuo io, ma l'altra rimane ferma, in un certo qual senso inaridiamo. Non tutti colgono questo, alcuni però si, e allora poi nascono le domande, vuoi studiare la storia, l'identità, compi un cammino di studio e di letture. E tutto questo se lo abbini alle collezioni numismatiche diventa più bello, arricchisce, ti gratifica, alla fine studiando la storia capisci anche il presente, i corsi e i ricorsi. E se sei curioso, se tutto ti intriga, la passione per la numismatica prende sempre più piede, difficile fermarsi... E quindi la numismatica coinvolge poi tutto quello che rappresenta, anche la storia, l'economia, la scienza, l'uomo, ed è tutto bello, io lo consiglio a molti, pochi però capiscono e quindi arriva poi il forum per comunicare con altri, per lo scambio di informazioni, per la divulgazione, per apprendere e capire, il forum è stato veramente importante in questo cammino per me, buon cammino a tutti... Mario1 punto
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Quando non ci sono soldi ,sembrerebbe,che anche lo Stato cerchi appigli per non premiare gli scopritori di questi ritrovamenti1 punto
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Il prezzo dal punto di vista collezionistico è scarsamente legato alla tiratura. La stessa rarità se ci fate caso non dipende particolarmente da questa. Il prezzo dipende direttamente dalla "reperibilità" di tali pezzi; in pratica il rapporto tra pezzi sul mercato e richiesta.1 punto
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forse Babbo Natale...o la Befana....i parlamentari hanno altre priorità...tipo come conservare l'indennità mentre il paese è in ginocchio1 punto
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Io rimango dell'idea che una notizia del genere, non DOVEVA e non POTEVA essere relegata ad una nota a piè pagina, scritta in caratteri piccoli, giusto un piccolo approfondimento...ma stiamo scherzando? Anche qui la tutela del nostro patrimonio numismatico va a farsi friggere...1 punto
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"Inoltre, scusatemi, ma io non credo assolutamente che io sono stato l'unico ad accorgersi di questa nota solo..." Credo proprio che invece Tu sia stato l'unico.....qui siamo troppo impegnati a discutere se una monete sia spl+++/qfdc---- o piuttosto mspl---/spl++++, se l'abbiamo pagata troppo o troppo poco, o se la caccola che si intravede nella narice destra del sovrano costituisca una variante o un difetto di conio. E questa volta non abbiamo neppure la scusante che si tratti di un testo inaccessibile, costoso o scritto in lingue incomprensibili, perchè invece è sul web a disposizione di tutti ed è scritto in italiano. Purtroppo non leggiamo come si dovrebbe.........e questa è la dimostrazione lampante. M.1 punto
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Piuttosto mi chiedo: perchè non è stato dato ampio risalto alla notizia di questo inventario? E soprattutto....sono attendibili queste notizie? nel senso che noi le apprendiamo da una nota a fondo pagina...... Inoltre, scusatemi, ma io non credo assolutamente che io sono stato l'unico ad accorgersi di questa nota solo ieri...notizie scomode forse? Mah, non so più cosa pensare. E per concludere: una scoperta del genere non meritava un articolo a parte? Boh.1 punto
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Invece di riconiare dei bei patacconi Editalia potrebbe attingere da lì... Tanto che se ne fanno di 5000 fascioni, decine di aquile sabaude del 1903, centinaia di Vette d'Italia, etc.! certo che tutte insieme farebbero scendere non poco le quotazioni e, personalmente, se dovessi acquistare monete del genere non sarei disposto a pagarle le cifre attuali: non saranno momentaneamente sul mercato ma comunque esistono (se di una moneta, per assurdo, ci sono 10 pezzi sul mercato e 1000 in un deposito, per me quella moneta rimane comune, non R4 o R5!)... E anch'io non escluderei a priori una stillata vendita. è un po' come per le 5 lire 1914: rarissime sulla carta ma presenti ad ogni convegno, asta (di un certo livello), commerciante... Sinceramente la notizia di questo ritrovamento non mi dispiace affatto, anzi...!1 punto
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"...e uno cede in dote centinaia di milioni dentro dei barili??" Beh, fermo restando che il maggior azionista dell'IPZS rimane sempre il Ministero del Tesoro, non sarebbe sconvolgente se oltre ad immobili ed attrezzature del valore di decine milioni di euro fossero stati trasferiti al nuovo ente anche qualche migliaio di monete, il cui valore, per quanto cospicuo, non sarebbe certo quantificabile in centinaia di milioni...... Al di là di chi abbia la proprietà di queste monete, il discorso è però un altro: ci sarebbero in giacenza da qualche parte nelle cassaforti dello Stato monete numismatiche che si ritenevano rare o rarissime (o persino inesistenti) e invece esistono anche in importanti contingenti. Questa mi sembra essere la vera notizia. Se poi, oltre a vendere i propri immobili, lo Stato (o chi per lui) si metterà anche a vendere le monete numismatiche che ha in cassaforte, questa, dicevo, non mi sembra di questi tempi un'eventualità così remota. M1 punto
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Per assoluta mancanza di monete da 2 euro oggi al bar ho dovuto per forza di cose mettere in circolazione le monete di un rotolino del verdi, d'altronde anche se belli lucidi sono soldi pure quelli........ :D Ho potuto apprezzare una volta di più quanto alla stragrande maggioranza della gente non importi assolutamente nulla di chi o cosa viene raffigurato sulle nostre amate monetine :cray: nessuna novità ovviamente, li conosco bene, piuttosto sono rimasto sorpreso da quanti, una volta fatto notare loro il mio stupendo gesto, ossia dare loro di resto una moneta in FDC....oops qFDC, oltre che fregarsene mi abbiano pure chiesto chi mai fosse questo Giuseppe Verdi........ :rofl: annamo bene :crazy: P.S. per Isacco: qualcuno per te l'ho tenuto.......1 punto
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Ho parlato a lungo dell'asta ART Coins con i quasi mille lotti dei medaglie papali, della sua organizzazione, della proposta al mercato, dei risultati non favorevoli. Per il resto, nelle aste di fine maggio e inizio giugno si ritorna alla normalità: in qualche asta si presentano piccole collezioni, in altre pezzi isolati, talvolta abbastanza rari. Nelle aste con materiale ricorrente vi sono stati invenduti in misura un po' superiore alle percentuali consuete( Ghiglione, Sincona, Munzen Medaillen). Invece le medaglie più rare, che sono apparse isolatamente in alcune aste, sono state seguite e acquistate dal collezionismo. Ricordo: Heidelberg - medaglia di Pio IX - massimo modulo - in argento - San Paolo - € 1.250+diritti; INASTA - medaglie del Concordato della Zecca Italiana (€ 1.700+diritti per l'argento e € 650+diritti per il bronzo; CNG - medaglia Innocenzo XII - Sub tuum praesidium - in argento - $ 1.200,00+diritti; Meister - Clemente XI - straordinaria in argento - € 460+diritti; Morton Eden - grande medaglia di Innocenzo XII in bronzo, originariamente fusa - € 1.700+diritti. Bolaffi ha proposto un bel gruppo di massimi e grandi moduli in argento e bronzo di Pio XI. Le medaglie partivano da base di asta molto bassa e sono state vendute. I prezzi raggiunti sono stati inferiori a quelli di aggiudicazione in altre aste recenti o remote. Comunque, il massimo modulo in argento per il NUOVO ACCESSO AI MUSEI VATICANI, medaglia di estrema rarità, è stato aggiudicato per € 2.600+diritti. Il mercato sembra complessivamente improntato a cautela. L'asta Art Coins ha rivelato una eccedenza di materiale non assorbito e di non facile assorbimento per la quantità anche di fronte a un auspicabile ridimensionamento delle pretese; psicologicamente ciò può incidere, come cinque anni fa avvenne dinanzi ad una messa in vendita senza ragionevole frazionamento nel tempo di una collezione molto grossa (aste Tkalech ed Italphil). AL tempo stesso mi pare un mercato sano, al quale è assolutamente estranea la speculazione. Dal punto di vista del collezionista può essere un buon momento per acquistare favorevolmente, selezionando le offerte più vantaggiose, proprio per l'eccedenza della offerta.1 punto
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La prima foto potrebbe essere un denaro di Giovanni re di Aragona e Sicilia 1458-1479 in mistura mm.13 gr.0.48 a 0.58 n. 120 dello Spahr.1 punto
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Tra le aste del 2013 i collezionisti di medaglie papali non dimenticheranno "per la quantita'" l'asta di Art Coins, che ha proposto una collezione (o forse una collezione integrata) di oltre 900 lotti. Se ne parlera' ancora perche' i lotti in massima parte non sono stati aggiudicati e quindi, probabilmente, gireranno in varie forme nel mercato fino a trovare collocazione nelle collezioni. Dunque, abbiamo avuto un'asta con grande quantità, che mi ha ricordato l'asta svizzera di Tkalech e quella di Italphil di circa 5 anni or sono, anche se ii livello della proposta e' stata nell'asta romana Art Coins decisamente inferiore, non comparabile. A piu' forte ragione le vecchie aste che ho richiamato avrebbero dovuto dare consigli e insegnamenti: il mercato delle medaglie papali è fatto da un gruppo di collezionisti non insignificante, ma non è in grado di assorbire materiale per oltre 200.00,00 euro in una unica tornata di asta, anche perche' non ha commercianti di riferimento che coltivino il settore e offrano una ragionevole difesa in casi di offerta eccedente. Le grandi aste passate, nonostante lo spessore internazionale di Tkalech (Art Coins è un operatore abbastanza nuovo) e pur avendo pezzi di più elevato interesse collezionistico, furono un motivo di depressione delle quotazioni durato qualche anno. L'esperienza avrebbe dovuto suggerire l'accortezza di suddividere l'offerta, che avrebbe riscosso certamente maggiore interesse se diluita intelligentemente nel tempo. A differenza delle aste di Tkalech e Italphil, orientate decisamente alla vendita con prezzi base molto incoraggianti, l'asta di Art Coins si e' caratterizzata con prezzi base difensivi, in molti casi improbabili, se non impossibili; ma è la premessa di future vendite a stillicidio. Ho avuto occasione di un rapida conversaziobne con gli addetti alla asta ART COINS; mi sono sembrati consapevoli che il "venduto" sarebbe stato limitato; mi hanno riferito che i prezzi sono stati imposti dal conferente e che la casa di aste aveva raggiunto con il medesimo un accordo ritenuto soddisfacente (interpetro rischio di costi organizzativi coperto). COMPOSIZIONE DELL'ASTA (costituita da circa 900 lotti). -Medaglie dall'origine al 1800 - circa 320 lotti costituiti da medaglie in bronzo (anche in piombo bronzato) e pochissimi esemplari in argento, con assoluta predominanza di riconi o copie fuse; -Medaglie ottocentesche (Pio VII/Leone XIII) - circa 230 lotti, con presenza quasi completa delle serie annuali in argento da Gregorio XVI e Leone XIII. - A seguire, serie di annuali in argento complete da Pio X a Giovanni Paolo II, integrate per ogni pontefice da diverse straordinarie in argento e bronzo e da un compendio abbastanza significativo delle medaglie per i viaggi di Papa Giovanni Paolo II, per complessivi 270 lotti circa. - Per finire un gruppo di grandi moduli coniati o fusi con qualche argento, di buon interesse collezionistico(circa 80 lotti). CATALOGAZIONE - Si sente la mano di un medaglista per l'attenzione tipica alla distinzione tra medaglie coniate e fuse e per l'esame del metallo, nonchè per giudizi sulla originalità; ma vi sono tante imprecisioni, conclusioni non convincenti, omissioni importanti. AGGIUDICAZIONI - Sono stati aggiudicati solo 200 lotti (tra il 20/25% della proposta). Ed è un risultato che ha superato le mie previsioni, in considerazione delle basi di asta. Devo rilevare che diverse aggiudicazioni sono avvenute alla base d'asta, ma molte a prezzo decisamente superiore. Ben quotate le medaglie in argento antiche. Cito: - Paolo V - Straordinaria Cappella Paolina anno IX - euro 1.350+diritti; - Clemente IX - Ponte Castel S. Angelo - euro 1.200+diritti; - Clemente X - Opere di Carita' - euro 765,00+diritti. - tra le medaglie in argento del 1800 - Pio IX - Zecca Bologna grande modulo - euro 1.200,00+diritti. Molto richieste sono state le medaglie di alcuni pontefici, in particolare, Paolo III, Innocenzo XI e Alessandro VIII con vendita totalitaria. Per il resto vi sono state aggiudicazioni episodiche con prezzi talvolta molto sostenuti, come per qualche annuale in argento di Gregorio XVI (fino a euro 460 + diritti) e di Pio IX (a 470 + diritti per l'anno X). Incredibilmente sono state vendute alcune annuali di Leone XIII in argento per euro 150+diritti e di Pio X per euro 160+diritti) e anche Benedetto XV - Anno I (euro 320 + diritti), Pio XI anno IX (euro 270+diritti), Pio XII anno I (euro 280+diritti). Impossibili le aggiudicazioni delle annuali in argento di Paolo VI, Giovanni Paolo II per le quali occorrevano oltre euro 100; e così per straordinarie comuni di Paolo VI e medaglie in bronzo degli stessi pontefici. Discreta e' stata la richiesta, come ho detto, per medaglie straordinarie di Giovanni Paolo II (viaggi). Per il finale, riservato a grandi moduli, in qualche caso i prezzi base elevati, ma probabilmente anche il senso di frustrazione o l'esaurimento delle risorse è stato motivo di penalizzazione, anche se in questo settore c'era qualche proposta a prezzi abbastanza coerenti con le quotazioni ordinarie. Nei massimi moduli le aggiudicazioni hanno riguardato solo Pio IX Piazza Spagna bronzo (euro 650+diritti), Pio IX - Santa Maria Maggiore bronzo (euro 500+diritti) - Benedetto XV - La Vergine - bronzo (euro 250+diritti) , nonchè medaglie uniface di Pio IX per le basiliche in metallo bianco (euro 160+diritti). GESTIONE DELL'ASTA Sul forum, nel post relativo all'asta, sono apparsi alcuni giudizi critici, con una sottile ironia, sulla gestione delle offerte dei collezionisti. Nelle medaglie papali la discrasia tra il numero limitatissimo di lotti venduti, la ristretta quantità delle aggiudicazioni a prezzo base di asta e non pochi lotti che senza comprensibili motivazioni hanno rivelato un inatteso eccesso di competizione è una evidenza dei risultati da interpetrare. Rilevo, tra tutte le incongruenze, il prezzo stellare per il riconio in bronzo (ribadisco riconio dichiarato) della medaglia di Paolo III in omaggio ai Farnesi con la celebre scena di Ganimede che innaffia i gigli, che è stata aggiudicata per euro 2.000+diritti. Ho riletto con attenzione la descrizione del lotto; mi sono sforzato anche nella interpetrazione e nella traduzione della iscrizione in greco antico, appellandomi faticosamente ad antiche reminiscenze scolastiche: è certo che era in vendita solo la medaglia riconiata nel 1800.............1 punto
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Ho riflettuto su questa discussione, dopo essere anche intervenuto, ponendomi alcune domande. La principale è questa: ma chi ha accumulato le 500 lire d'argento nella seconda metà degli anni '60 ha fatto bene o male? Ipotizziamo che un genitore abbia raccolto in una scatoletta di latta 100 monete da 500 lire, quelle comuni delle caravelle che circolavano. Oggi il figlio le ha vendute a 5,00 euro l'una. Ha guadagnato o ha perso? Facciamo un calcolo. 100 x 500 lire = 50.000 lire. Vendute oggi: 100 x 5,00 euro = 500,00 euro, cioè circa 970.000 lire. Su un sito di finanza ho trovato un dato sull'inflazione dal 1970 ad oggi: aumento di circa 18 volte. Perciò le 50.000 lire del 1970 dovrebbero corrispondere, se adeguate all'inflazione, a circa 900.000 lire. Perciò il nostro genitore ha fatto bene a conservare le 500 lire. Il guadagno non è stato molto, ma ha conservato perlomeno il suo capitale. Forse il guadagno non c'è neanche stato se si parte non dal 1970, ma da qualche anno precedente, comunque saremmo vicini a questa cifra. Certo ci potevano essere forme più redditizie per le sue 50.000 lire, ma anche più rischiose. Se avesse comprato monete d'oro avrebbe fatto meglio, ma non è detto che avesse rilevanti disponiblità economiche. E poi qual'è quell'oggetto che conservato in casa si rivaluta come l'inflazione? E soprattutto si possa rivendere subito al prezzo giusto? Spero di non avervi annoiato Un saluto a tutti Trinariciuto1 punto
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