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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/03/13 in tutte le aree
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Miei carissimi amici romantici, so che è il grande amore per la storia che vi induce a cercare sempre motivazioni alte per le scelte monetarie, che coinvolgano popoli, nazioni, re, religioni etc. E fate benissimo, perché proprio questa rappresenta la caratteristica più importante dei nostri amatissimi cerchietti, caratteristica talvolta irraggiungibile anche per altri e formalmente ben più prestigiosi oggetti. Purtroppo però non sempre questo può esser vero, e dietro certe scelte possono nascondersi anche fattori eminentemente e banalmente pratici, non certo secondari in una produzione industriale qual era quella monetaria. E su questo c'è sempre il rischio che i romp... naturali come il sottoscritto si sentano in dovere di sguazzarci, intervenendo a trasformar la poesia in prosa. Cosi faccio ora, perché credo sia questo il caso dei punzoni e delle legende dei denari col S. Marco. Infatti per ottenere quel particolare tipo di scodellatura è necessario che il conio di martello (S.Marco) sia leggermente più piccolo di quello di incudine (Enricus). Per ottenere ciò le possibilità erano due: o ridurre il campo centrale rotondo dove inserire la figura di San Marco, con il risultato però di rendere meno evidente proprio la grande novità di quel busto, nonché di far sì che i cerchi del D e del R che delimitano tale campi centrali, non essendo sovrapposti, rischiassero di disturbare l'inmmagine della faccia opposta, dato il loro alto spessore; l'altra possibilità era quella di rendere più bassa la parte destinata al giro della leggenda, da qui la necessità di utilizzare punzoni adatti, quindi diversi da quelli usati per ENRICVS. Naturalmente dovendo essere più bassi, erano necessariamente anche più piccoli, ed infatti nelle prime emissioni di questo tipo al San Marco sono dedicate 14 lettere (S. MARCVS VENECIA), contro le 12 di ENRICVS IMPER. E' vero che ad un certo punto la legenda San Marco diventa praticamente illeggibile tanto è scorretta, mentre quella con ENRICVS rimane sempre chiara (lo notai anch'io nella RIN del'84), ma questo credo dipendesse da un lato dal fatto che ormai era il busto a rendere riconoscibile a tutti chi era il personaggio, e forse non occorreva troppo controllo sul lavoro degli evidentemente illetterati incisori; dall'altro era invece proprio l'ENRICVS a rendere legalmente spendibili queste monete fuori dal dominio veneziano (allora ristretto alle lagune), quindi un qual maggiore attenzione era forse necessaria. Per non rimanere troppo nella prosa, però, vi pongo ora un quesito riguardo ad un momento che certamente è una testimonianza di Storia con la S maiuscola: l'introduzione del denaro con il nome del doge, sotto Vitale II Michiel (1156-1172). Secondo un autore quella moneta, dove scompare ogni riferimento all'imperatore d'Occidente, venne introdotta nel 1164, quando Venezia sì associò alla Lega Veronese contro Federico I, partecipandovi soprattutto finanziariamente grazie anche al supporto economico dell'imperatore bizantino. Un secondo autore, pur convenendo sulla natura politica di tale innovazione, ritiene che sia stata introdotta nel 1171, quando i rapporti fra Venezia e Bisanzio si deteriorarono drasticamente, anche al seguito del saccheggio delle proprietà veneziane nell'impero bizantino. Secondo voi quale ipotesi appare più verosimile? Un caro saluto e scusate la mia proterva prosaicità Andreas6 punti
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Se posso dare il mio parere, si sta sbagliando l'approccio. La moneta è un pezzo da 8 soldi, la scritta 'VIII' (e qualche documentino...) lo prova. Il peso dovrebbe essere intorno ai 2,2-2,3 grammi per l'emissione del 1653, se non ricordo male. Forse appena un po' più basso per l'emissione del 1715, che però avrebbe avuto un carattere quasi estemporaneo. Ma il punto è un altro: quanto possiamo ritenere filologicamente corretta la denominazione di "diciassettimo di scudo"? Io ho bazzicato un po' sui documenti di metà Seicento, e non l'ho trovata. Mi compare con relativa frequenza quella "pezzo/a da otto soldi", e basta. Da dove viene allora questo nome? E soprattutto, siamo sicuri che valga per tutto l'arco temporale che si sta prendendo in considerazione? Ho l'impressione che siamo davanti a uno dei tanti casi di "invenzione" di cui è sciaguratamente piena la numismatica italiana. Nel 1653 è pari effettivamente a 1/17 di scudo in quanto il corso dello scudo genovese era per l'appunto di 6.16 lire. Quindi: 6*20+16 = 136 soldi; 136/17 = 8, ossia la moneta in questione. Ma nel 1715 lo scudo aveva un corso decisamente maggiore. Nel 1675 viene stabilito a 7.12 lire e - in linea teorica - sterilizzato a quel valore nei provvedimenti, anche se senza successo. Infatti, un conto è il valore stabilito dalle gride ("circolazione in banco"), un altro quello di corso effettivo pratico sul mercato ("circolazione fuori banco"). Non ho dati precisi relativi al corso a Genova, ma da quello che posso stimare sulla base dei dati noti per Piemonte e Milanese è ragionevole ritenere che nel 1715 fossimo con un corso fuori banco ben oltre le 8 lire. Nel 1741 sicuramente il corso "in banco" era ancora a 7.12 lire, ma quello "fuori banco" a 8.16 lire. Il Pesce-Felloni non è un testo molto preciso nel distinguere tra circolazione "in banco" e "fuori banco", la tabella riportata sopra porta a qualche ambiguità. Se invece si guardano i documenti originali all'Archivio di Stato si può leggere bene questa differenza di corso. Anche nel Gandolfi ci dovrebbe essere qualcosa di più attento a questa doppia modalità di circolazione. Nel 1715, quindi, se la moneta continua a valere otto soldi (come la scritta 'VIII' porterebbe a credere) non corrisponde più 1/17 di scudo. Significa a questo punto che il peso e/o l'intrinseco di coniazione del pezzo da otto soldi è stato modificato rispetto all'emissione del 1653. Abbiamo indicazioni in tal senso? Se invece non fosse così, ossia se ancora le caratteristiche intrinseche fossero le stesse di sessant'anni prima, il rapporto tra i due nominali sarebbe stato ancora di 1:17, ma a questo punto la scritta 'VIII' non avrebbe avuto alcun senso, perché in proporzione il valore sarebbe stato un altro, superiore ai nove soldi. Il dato ponderale postato da Mario e altri riscontri su diversi esemplari portano però a credere il contrario. I cataloghi riportano ancora la dicitura di "diciassettesimo di scudo" anche per questa seconda emissione. Peccato che non ci sia alcun fondamento documentario (a me noto, almeno) a questa denominazione. Insomma, sospetto che il Pesce-Felloni commetta un abuso nell'applicare il nome di "diciassettesimo di scudo" all'emissione del 1715. Bisogna fare qualche ricerchina in archivio, e riflettere meglio sulle fonti note. Di sicuro, bisogna avere un approccio critico con certi testi. E.3 punti
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Complimenti a tutti, comunque. Sono dispiaciutissimo per non aver avuto il tempo materiale necessario a scrivere qualcosa di sensato. @@dabbene non mi dir niente (ora mi bacchetta! :( ) ma tra gli elaborati di diritto civile, le lezioni e altri scritti numismatici non ho avuto respiro. Da ragazzo, però, mi sento in dovere di ringraziare tutti, ideatori, organizzatori, partecipanti e benefattori. Siete voi e quelli che hanno idee come le vostre a fare la differenza, a fare della numismatica scienza e storia viva. A dare impulso affinché altri solchino le stesse strade dei grandi e ne scoprano di nuove, a dare luce al passato per irradiare il futuro. Mi rivolgo ai partecipanti, ho visto che hanno scritto per questo concorso giovani glorie: a voi va il plauso per il contributo che date ogni giorno al forum!. Ma ho visto anche timidi ragazzi con pochi messaggi ma che hanno letto avidamente tante pagine del forum restando in silenzio per paura di osservazioni banali, a loro i miei migliori auguri ed il mio personale incoraggiamento. Ricordatevi che senza confronto non c'è crescita! Un abbraccio ed un "in bocca al lupo" a tutti! :D Prov3 punti
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A parte che la moneta aveva già ricevuto una maldestra pulitura, ora l'hai decisamente finita di martoriare dandole il colpo di grazia. altro che faccina che ride... qui ci vuole :cray: Ma che male aveva fatto questa moneta per essere trattata così? LE MONETE NON SI TOCCANO!!!2 punti
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Segnalo che ho contattato direttamente il venditore che mi ha dato il permesso per la pubblicazione delle foto a catalogo.2 punti
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Bella ed interessante! Ci sono particolari che non quadrano, a mio avviso :). Attendiamo altri pareri. Salutoni2 punti
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concordo, il FDC vero non l' ho ancora visto, ne ho in collezione una decina, tutti in FDC, ma nessuno lo è. per quanto riguarda la conservazione non andrei oltre il qSPL2 punti
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Nell'attesa snervante :blum: , qualcosa però si può anche dire per tirar notte o domani : gli elaborati sono 25 in totale, così suddivisi, 7 per la moneta classica, 5 per quella medievale, 1 per quella moderna ( che quindi ha già vinto e mannaggia continuavo a dirlo di farla :bash: ), 12 per quella contemporanea. Aspetto positivo la partecipazione importante per la monetazione classica, sulla contemporanea era abbastanza prevista invece. Quindi gran segnale per la partecipazione numerosa e appassionata ; ora diventerete tutti protagonisti e attori di questo Concorso potendo votare per ogni sezione. Si raccomanda ancora di leggere e valutare bene gli elaborati prima del voto, si ricorda inoltre che i quattro elaborati primi classificati saranno pubblicati sulla rivista Panorama Numismatico e che vincano i migliori a questo punto ! Mario2 punti
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@@lindap visto adesso :) copio e incollo qua il mio intervento sul littore della discussione allora ;) per quanto riguarda invece la moneta postata all'inizio da Jeff sicuramente autentica e qui ci avrei messo le mani sul fuoco...Zamboni lo conosco...ha i suoi annetti ma non è certo rincitrullito fino a tal punto di chiudere un falso...poi per di più di un littore che ne avrà girati a migliaia tra le mani...sicuramente con il trend di conservazioni che ha preso il collezionismo negli ultimi anni con la disperata ricerca del FDC assoluto e con la crocifissione di qualsiasi piccolo segnetto in una moneta sicuramente influisce sui giudizi degli altri sulle sue valutazioni che sono rimaste un po datate a quando si guardava meno il pelo nell'uovo per cui magari SPL+ è un po troppo...ma meno di SPL non credo...le foto sapete meglio di me che non sono un buon consigliere nel giudicare una moneta a volte :)2 punti
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@@Rogo95 ti pregherei una cosa....questo forum è un forum di numismatica importante frequentato oltre che da neofiti anche dai più grandi collezionisti e specialisti del settore numismatico in Italia per cui sii più chiaro in ciò che posti e soprattutto evita di farci perdere tempo...nel post n° 65 affermi che hai ereditato una collezione dal tuo bisnonno soprattutto di Umberto I ma anche monete di V.E.II e III e che hai tra queste un cappellone da 20 lire...cappellone che poi nel post n° 98 affermi esserti stato donato da un'amico in Sardegna!!!!!!!!! sei entrato con il piede sbagliato nel forum...sicuramente cosa dettata dalla tua giovane età, in ogni caso evita di fare giochini ;) purtoppo le monete che hai postato sono tutte quante patacche...cosa che ci avrei scommesso fin dal tuo primo intervento senza neanche vedere le foto...un neofita che in 3 giorni compra monete che se autentiche avrebbero avuto un valore ben superiore ai 20/30.000 euro mi pare alquanto improbabile....2 punti
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Però, però, c'è sempre qualcuno che ci casca...e questo mi conforta... :D Ho anche cambiato strategia quest'anno, niente più Grace Kelly...2 punti
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anche qui siamo alti, direi spl+/fdc ..quando guardo le tue monete c'è sempre un pò di bava che imbratta il pc2 punti
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sulla base di cosa dici che R3 sia super esagerato? per fare un esempio: i buoni da 2 lire '27 (R2) li vedi ai mercatini ed alle fiere sempre (in bassa conservazione). Idem per il 2 lire del '42 (sempre R2) che si vede con buona frequenza (anche sopra lo SPL). Questa moneta spesso non è presente sulla maggioranza dei banchi medio piccoli, ai mercatini "non esiste" proprio. Ora non è che poichè l'ha postata un utente sul forum significa che R3 sia esagerato. Poi dai per scontato, da neofita, che sia autentica. Bisogna prima studiare i falsi per poter sentenziare se sia buona o no. E bisogna vedere parecchie aste e frequentare molti convegni prima di dire che R3 forse è esagerato....2 punti
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Non potrebbe trattarsi di un utero umano, che è un utero semplice, e neppure di equidi e suidi, che è un utero bicorne semplice, ma è un utero bipartito, con le corna che si incurvano, proprio dei ruminanti. Anche i felidi hanno un utero bicorno ripartito, con corpo molto corto e corna molto lunghe, anche se piuttosto dritte e poco ricurve. Quello che meluch ci fa vedere è una rappresentazione grafica piuttosto fedele di quello che è l'utero di una giovenca (quello di una vacca sarebbe già diverso, con corna più grandi lunghe e spaziate). Divagazioini sull'anatomia dell'utero dei mammiferi.... Stà il fatto che due linee con le estremità che si incurvano potrebbero ben rappresentare un utero. Le linee che vanno fino al ventre dell'animale, senza casualità, perchè è precisa la loro continiutà con il ventre dell'animale, ... mi fanno veramente pensare al cordone ombelicale. Quale sia il significato ......2 punti
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DOWNLOAD ELABORATI AL POST SUCCESSIVO CHIUSURA SONDAGGIO: MEZZANOTTE DEL 16/04/2013 CATEGORIA MONETAZIONE ANTICA Provenienza esemplare: Moruzzi Numismatica Lo Staff del forum Lamoneta.it e gli organizzatori del concorso ringraziano sentitamente Umberto Moruzzi per la preziosa collaborazione e per il gentilissimo contributo. Il pregevole "Certificato di Autenticità e Provenienza":1 punto
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Nella mia personalissima sensibilità ed esperienza questa moneta e' davvero rarissima da SPL in su e non lo e' in questa conservazione che, ribadisco, NON e' un BB. La testa dei leoni non esiste piu'.1 punto
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DE GREGE EPICURI La seconda foto è da ruotare all'indietro di 90°, così si vedrà una faccia maschile volta a destra. Sulla prima foto puoi cercare di leggere delle lettere greche. Se è Lisimaco, si dovrebbe leggere LYSIMAKOI, diviso in due parti.1 punto
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non è che si vede molto ma assomiglia ad una moneta della tracia, ma è meglio aspettare qualche vero esperto.1 punto
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Non riesco a leggere bene l'esergo - forse SMAN ??? in questo caso sarebbe Antiochia ne posto una per comparazione ma non è uguale alla tua officina....1 punto
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No perchè non mi potrei più permettere neppure il muto per la casa, anche se questo qualcuno si guarda bene da dirlo. Idem un mutuo per acquistare tuti i beni di cui siamo importatori (petrolio e medicinali in primis...).1 punto
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Continuo ad essere perplesso. Di questo passo, perché non sequestrare la casa in quanto luogo in cui si è commesso il "crimine"? E l'automobile, in quanto usata per andare alla Posta a compiere il "crimine"? E il conto corrente, in quanto il denaro è stato usato per pagare l'oggetto del "crimine"? O il letto, in quanto oggetto usato per riposarsi al fine di compiere meglio il "crimine"? O il tavolo in quanto usato per spacchettare le monete oggetto del "crimine"? Niente, proprio niente autorizza magistrato o esecutore a ragionare per estensione. Se il magistrato matura il sospetto che un'altra moneta ("quella" moneta) sia stata comperata illegalmente, può sempre ordinarne il sequestro. C'è una sola circostanza che autorizzerebbe magistrato (o poliziotto) a sequestrare tutto: il sospetto (motivato) di trovarsi di fronte a un ladro o a un ricettatore di professione. Il sospetto cioè, che "tutte quelle" monete provengano da "quello" scavo o da "quella" attività criminosa e che, provenendo da "quello" scavo o da "quel" furto vengano usate per commercio illegittimo. Un ragionamento diverso qualificherebbe come illegale la collezione in quanto collezione. Una cosa palesemente contro quanto previsto dalla legge. Polemarco, la droga è illegale in quanto tale, e quindi certo che viene sequestrata se trovata. ma le collezioni numismatiche, vivaddio, no...1 punto
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L'abbassamento delle tirature, secondo me, è un pretesto per far alzare il prezzo delle emissioni per collezionisti e ricavare di più... una giustificazione del prezzo più alto che metteranno alle coincard, blister, cofanetti, etc...1 punto
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Azz........continui senza sosta...detto, fatto....anche qui non scherziamo mica è, :hi: stupendo esemplare da 10 Tornesi che per me arriva ad un qFdc; il gradino sottosatnte al Fdc, credo di essere sincero, e sempre secondo un mio giudizio personale che spero da parte tua sia ben accetto, è dato da qualche debolezza di conio come sulla R di HIER, sulla parte centrale della barba di Ferdinando e dal quella microscopica tacchetta sotto la R di REX Partecipo con un dovuto ringraziamento perchè ci dai la possibilità di esprimere giudizi su monete di eccelente qualità. Alla prossima Giovà.1 punto
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Caro @@cancun175 mi trovi d'accordo su tutto e credo lo siano tutti i frequentatori del forum. Mi permetto di spezzare ancora una lancia a favore di chi viene comandato a sequestrare "quanto pertinente il reato". Se si è arrivati alla perquisizione è perchè a monte c'è un'ipotesi di reato che ha come soggetto una moneta... da qui mi pare poi logico che poi vengano sequestrate tutte. Sempre più spesso si sente qui sul forum che qualcosa stia cambiando e che le "associazioni di categoria" si stiano muovendo (purtroppo pare ognuna per sè) per far cambiare o almeno rendere più chiara la legislazione. Speriamo sia così.1 punto
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Sui decreti di perquisizioni solitamente non c'è scritto di sequestrare solo la moneta oggetto di indagine, ma anche quant'altro pertinente il reato contestato, quindi è normale che si proceda al sequestro della collezione. Ricordiamo poi che il sequestro non vuol dire confisca, ma serve a "conservare" il tutto in attesa dell'esito del giudizio. Pienamente d'accordo poi che la prassi da adottare dovrebbe essere diversa, magari invitando l'ignaro collezionista a consegnare la moneta acquisita senza trattarlo come uno dei peggiori delinquenti con sveglia all'alba e obbligo a doversi difendere (pagando di propria tasca) nelle sedi opportune. Mi è sembrato di leggere in una discussione che sia successo qualcosa del genere per chi ha acquistato in un'asta italiana monete che forse avevano "qualche problema". Se fosse così sarebbe da fare un plauso a chi stava portando avanti le indagini... ma sarà andata proprio così?1 punto
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Chiedo scusa per la lunghezza, ma rispolvero qualche appunto che avevo scritto tempo fa: Liselotte Weidauer dà un'eccellente definizione della parola elettro. Scrive infatti che la parola ηλεχτρον la si incrocia molto presto nella letteratura. La si vede per prima volta nel IV libro dell'Odissea di Omero, nella descrizione del palazzo di Menelao, il quale si dice sia ornato con la “brillantezza del bronzo, dell'oro, dell'elettro, dell'argento e dell'avorio” (Od. IV.73). Se Omero intendesse il metallo di cui sono fatte le nostre monete, oro mescolato con l'argento, come riporta Plinio il Vecchio (Naturalis Historia), o se volesse dire perle d'ambra nell'ultimo caso, è discutibile, perché Erodoto (3, 115) descrive solo l'ambra come το ηλεχτρον e potrebbe essere questa a cui si riferisce il brano di Omero, citato poc'anzi. In contrasto con l'oro raffinato (χρυσδς απεφδος), nomina l'oro argentifero naturale χρυσδς λευχος. In Lidia, scrive Erodoto, è l'oro pallido depositato dal fiume Pattolo e raccolto con pelli di pecora (rif. al vello d'oro). Il scintillante, giallo chiaro del metallo argentifero (Plinio descrive una delle sue proprietà come il riflettere la luce di una lampada più chiaramente dell'argento) e dell'ambra devono aver ricordato agli antichi il sole, perché la parola poetica per sole ὀ ηλεξτωρ, (Homer, Ilias 6, 513) è usata sia per l'elettro che per l'ambra. In natura l'elettro può avere diverse % d'oro ed argento fino ad un 74% d'oro, ma a volte anche di più, mentre la % media per l'argento si aggira intorno al 30%; in parecchie monete d'elettro la media è del 54% d'oro, con tracce di metalli (2% di rame e tracce di piombo per la precisione) che nella lega naturale non ci sono. Come già detto questa lega di oro ed argento proveniva dai sedimenti del fiume Pattolo. I lidi setacciavano il limo ed i sedimenti ghiaiosi di questo fiume con delle pelli di pecora raccogliendo ingenti quantità del metallo prezioso, che, secondo la leggenda si sarebbe depositato dopo che re Mida si lavò nel fiume per liberarsi dal suo famoso tocco d’oro. Molte fonti affermano erroneamente che le monete lidie siano state create utilizzando elettro naturale. L’elettro naturale che si trova ancora oggi in Anatolia ha una percentuale d’oro che va dal 70 al 90 % mentre le monete che sono state analizzate hanno una percentuale d’oro che va dal 50 al 60% con una percentuale del 2-3% circa di rame e piccole tracce di ferro. Questo indica che i lidi aggiunsero all’elettro naturale argento e rame fornendo la prova che fossero in possesso della tecnologia per separare i metalli. Questo fatto è molto controverso e dibattuto, secondo la teoria dello studioso Sture Bolin si trattò della prima truffa numismatica in quanto i lidi alteravano di proposito l’elettro con l’argento meno prezioso aggiungendo il rame per migliorare il colore e la durezza delle monete allo scopo di imbrogliare i mercenari traendo maggior profitto. Altri studiosi sostengono che l’aggiunta di altri metalli servisse solamente per generare una lega più costante che si deteriorasse con meno rapidità in quanto l’elevata percentuale di oro rendeva le monete troppo morbide. Dunque i sovrani di Lidia avrebbero tratto profitto dall' emissione di monete in elettro dalla lega sopravvalutata del 15-20%, alterazione che ben difficilmente un utilizzatore avrebbe potuto cogliere; si tratterebbe, in sintesi, di serie prodotte in piccole quantità, destinate a un circuito ristretto (spese statali, tributi, ammende) incentrato sul tesoro statale (Le Rider, 2001, pp. 85-96). Oppure, secondo la teoria di Robert Wallace, l'intervento sull'elettro naturale con l'aggiunta di una precisa quantità d'argento potrebbe essere stato deciso soprattutto per stabilizzare una lega naturale che ha forti oscillazioni nella proporzione tra i due componenti principali: lo stato potrebbe essere intervenuto ad equilibrare un mercato del metallo a peso soggetto a un'eccessiva incertezza sulla reale composizione dell'elettro, producendo piccoli lingotti nei quali la lega era predeterminata artificialmente e garantita grazie all' apposizione di un sigillo con l'emblema dell' autorità pubblica (Wallace, 1987); questa potrebbe essere la spiegazione, se effettivamente - come risulterebbe dai dati archeologici dell'officina per la raffinazione dell'oro trovata a Sardi dalla missione archeologica delle università di Harvard e Cornell - l'introduzione della tecnica della cementazione per la separazione di oro ed argento a partire dall"'oro bianco" fosse stata inventata dai Lidi soltanto ai tempi di re Creso, in pieno VI secolo a.C. (Ramage, Craddock, 2000). Un po' di biblio – Claude Domergue, Les Mines Antiques : La production des métaux aux époques grecque et romaine, Editions A&J Picard, 2008. – F. Barello, Archeologia della moneta. Produzione e utilizzo nell'antichità, ed. Carocci 2006. – G. Le Rider, La naissance de la monnaie: Practiques monétaires de l'Orient ancient, Presses universitaires de France, Paris, 2001. – A. Ramage and P. Craddock, King Croesus' Gold: Excavations at Sardis and the History of Gold Refining, Harvard University Press, Cambridge, 2000. – N. Parise, La nascita della moneta. Segni premonetari e forme arcaiche di scambio, Editore Donzelli, Roma 2000. – R. Wallace, The Origin of Electrum Coinages, American Journal of Archeology 91 (1987), pp. 385-397. – Nancy M. Waggoner, Early Greek Coins from the Collection of Jonathan P. Rosen, New York: American Numismatic Society (Ancient Coins in North American Collections, No. 5.), 1983. – L. Weidauer, Probleme der frühen Elektronprägung, Office du Livre, Fribourg, 1975 – R.M. Cook, Speculations on the Origin of Coinage, Historia 7 (1958), pp. 257-262. – E. Robinson, The Coins from the Ephesian Artemision Reconsidered, Journal of Hellenic Studies 71 (1951), pp. 156-167, with plate.1 punto
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C'è qualcosa che non mi torna: mentre potrei anche ammettere una sequenza cheposizioni il conio NAC come eseguito PRIMA del conio NOMOS, almeno per quanto riguarda l'allungamento delle spine della coda di Scylla e l'ingrossamento della testa del cane, mi diventa difficile capire come sia stato invece possibile che nel NOMOS,la testa di Scylla sia più piccola che nel conio NAC. Capirei il contrario, ma così non me la spiego, per mere questioni meccaniche.1 punto
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Sono discrete ma sinceramente non ti aspettare chissà quale cosa,detto con franchezza non sono più comunissime ma sono lontani dalla parola rarità ,come seriale soprattutto la tedesca. Sull'irlandese,certo numerazione curiosa.Essendo di piccolo taglio e se in ottime condizioni la puoi anche conservare.1 punto
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@@heineken79 Ti chiedo ancora scusa per l'errore, ho letto sia l'articolo tradotto sia quello in lingua originale. Beh condivisibile ma fino a un certo punto. Vorrei segnalare alcune imprecisioni ed omissioni nella traduzione della serie "So if I were a dictator.." (Quindi se fossi un dittatore..) e "I'm no kind of expert in such matters" (Non sono un esperto di questi problemi..) ecc. Mi sembra che il nodo della questione rimanga non "Come fare uscire Cipro dall'euro?" ma "Come diavolo ha fatto ad entrarci?". Per il resto non riesco a non sentirmi a favore ad un prelievo forzoso sui conti correnti sopra una determinata cifra, la cui provenienza sembra sempre più chiara visto come tremano le poltrone di "Mafia Russa & Putin s.p.a.". Finchè si parla dei conti con più di 100.000 euro non credo assolutamente che questo abbia risvolti peggiori di un'uscita dall'euro per la "povera gente".1 punto
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La tiratura di riviste numismatiche o cataloghi d'asta potrebbe aiutare a dare un'idea quantomeno generale del numero... Riccardo1 punto
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ciao linda, per me nel complesso sta sullo SPL;come si nota c'è una leggera usura su capelli al D e seno al R con qualche segnetto diffuso ma nel complesso è un bell'esemplare. Appena puoi completa la serie... ;)1 punto
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Non ti preoccupare :) esiste anche la moneta che hai indicato tu, catalogata al 118 del RIC Vb1 punto
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Il presente post per avvisare che sul sito www.numismaticadellostato.it/index.do (portale numismatica dello stato) sono stati presentati i primi tre fascicoli relativi alla presentazione della raccolta della collezione reale; questi, a cura di A.Pucci, riguardano la Toscana del periodo di Francesco II e Leopoldo I. Li trovate nella sezione Bollettino di numismatica / materiali. Oltre alle immagini contengono ottimi articoli introduttivi relativi a quelle monete. Sono scaricabili in formato .pdf PS: può darsi che qualcun altro abbia già informato il forum, ma nn ricordo di averlo letto ... data l'importanza delle pubblicazioni non credo comunque sia male ripetere l'informazione1 punto
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,................................................................................. Altri due rovesci .....................1 punto
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Scusate l'ingenuità, ma mi manca un passaggio. Non riesco a capire come i greci potrebbero guadagnare da un abbassamento delle tirature. Fossi io terrei le medesime tirature dell'anno passato o addirittura le aumenterei (sempre che l'Europa autorizzi) e aumenterei il costo di emissione. Diminuendo il numero di monete emesse, a parità di costo, ricaverebbero di meno.... e se hanno deciso di aumentare il costo unitario potrebbero comunque incassare di più tirando un numero maggiore di monete. In caso di tirature più basse, loro ci rimetterebbero comunque, mentre a guadagnarci sarebbero solo i commercianti: non vedo quale interesse la zecca greca /lo stato greco avrebbe. Mi spiegate per favore dove sbaglio, se sbaglio? Grazie1 punto
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@@rcamil Grazie per i tuoi chiarimenti e spunti di studio, Ti riferisci alla Rivoluzione Francese Giusto? nel dire che dal 86 non era scontato arrivasse al 90 ? è incalcolabile quanto sia andato distrutto e perduto dalla follia rivoluzionaria...Allego il link del castello di Chenonceau http://it.wikipedia.org/wiki/File:Chenonceau2-20050320.jpg uno dei pochissimi castelli non andati bruciati ,immaginate perchè ??? Perchè fungeva da ponte tra le due sponde del fiume nel raggio di molti e molti Km . Meraviglioso!1 punto
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Non rischiano di avere grane o, meglio, rischiano come tutti i collezionisti che non abbiano le cd pezze di appoggio per ricostrure la provenienza delle monete Ma la possibilità di essere condannati è comunque percentualmente BASSISSIMA; Più alti (più alti ma della precedente "bassissima") sono i rischi della mancata restituzione in caso di sequestro. Non bisogna fare terrorismo: chi si comporta bene, con accortezza e con diligenza non deve temere nulla. Se così non fosse il collezionismo numismatico sarebbe estinto da tempo. Certo che se la moneta è sporca di terra, hai un metaldetector in casa e lì vicino c'è un sito archeologico, l'hai proprio cercata ! Polemarco1 punto
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26mila Euro non mi sembra proprio il fatturato del collezionista che vende un doppione ogni tanto... non so di preciso come e quando la GdF prediponga i suoi controlli, ma con quel fatturato direi che il tuo amico ci casca dentro a piedi pari.1 punto
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Leggo solo adesso questa interessante ripresa della discussione sui denari di Lucca e la proposta di Andreas per l'interpretazione dei denari lucchesi definiti "rugi", che forse potrebbe spiegare meglio anche alcune cose circa la cronologia della loro attestazione ;). L'unica cosa che mi lascia un poco perplessa rispetto a questa sua lettura, almeno dando un'occhiata rapida alle mie schedature e quanto riportato dallo stesso Matzke, è che tali attestazioni siano riferibili a documenti delle serie del monastero di Camaldoli (Arezzo) e dintorni, di Coltibuono (circa 40 km da Camadoli in linea d'aria) e altre zone a sud-est del senese, oltre che a Roma e nella Marche, mentre non ne ritrovo nelle altre zone della Toscana, soprattutto centro-settentrionale e costiera. Se per Lucca non ho schedature a tappeto di tutta la documentazione di archivio, per la Lunigiana, Pisa e contado, Pistoia, Firenze e Volterra penso di avere una base di dati piuttosto estesa. Ora l'aretino ed il senese (e direi anche il grossetano) sono quelle aree dove fino a tempi anche assi recenti i nomi Enrico e Federico sono attestati anche nelle varianti Arrigo, Errigo e Federigo (per ultimo ricordo lo scrittore senese Federigo Tozzi, 1883-1920), per via di quelle "ibridazioni" linguistico-fonetiche con la zona marchigiana, umbra e alto-laziale che lo stesso Andrea ricordava proprio per Arezzo. Magari non c'entra nulla, ma penso che anche questo elemento vada tenuto in debita considerazione... Ovviamente per essere più precisi in merito a tale questione penso che andrebbero visti bene i singoli documenti e andrebbe valutata la provenienza delle parti contraenti dell'atto, come ricordava anche Andreas, oltre alla località del rogito del documento e la stessa provenienza del notaio rogante. Per altri aspetti riguardanti la cultura materiale (compravendita di mattoni et similia, ad esempio), ho trovato casi in cui un notaio pisano aveva definito i beni secondo la propria lingua, ma poichè i contraenti erano di altra zona della Toscana aveva cancellato con una riga i termini usati in prima battuta e riscritti secondo il nome evidentemente corretto in base a quanto richiesto da chi commissionava il documento. Andando a controllare poi gli atti notarili dell'area di provenienza dei contraenti, infatti, i beni trattati avevano il nome usato nella correzione. Vi lascio dunque con questi altri elementi di riflessione, che spero utili per la valutazione del problema, e vi saluto caramente MB P.S. Bella provocazione per far riprendere la discussione Adolfos ;)!1 punto
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Non arriva certamente a qSPL. Può essere BB. Posta sempre entrambe le facce della moneta e non preoccuparti di farci perdere tempo, se è una moneta comune e tantomeno se è in bassa conservazione. Anzi! Siamo tutti appassionati e non siamo qua come professori universitari per bocciare o navigatissimi professionisti ultramondiali della numismatica per snobbare. Qualcuno qua dentro potrebbe anche trattarti con sufficienza perchè magari è già abituato a elmetti in FDC, ma nella stragrande maggioranza noi cerchiamo sempre di essere di essere amici delle monete e degli appassionati di monete, belle o meno belle che siano, da 100 Lire in oro come da 1 centesimo, che si vogliono divertire con questo meraviglioso passatempo che ci impegna piacevolmente come nessun'altra cosa nella nostra vita, e che vogliono anche imparare come te.1 punto
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non mi sembra un modo molto gentile per giudicare le monete altrui….. scusa renato,ma in questo modo non si sprona e si disincentiva gli utenti a postare le proprie monete…..che siano "carciofi" o altro son sempre monete che hanno avuto una loro storia comunque (più o meno vissuta)1 punto
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Il motivo dell'arto umano che esce dalla bocca di una fiera deriva dalla tematica della lotta dell'uomo con il leone, mutuato dal Vicino Oriente (Egitto e Siria). E' simbolo di Virtus e coraggio. Questa simbologia è utilizzata sia nella ceramica corinzia che in quella etrusco-corinzia e di quest'ultime abbiamo diversi esempi, anche se le pantere o i leoni che ho visto io sono del tutto differenti dalla tua sfinge. Puoi dare qualche notizia in più a riguardo dell'oggetto che ci hai mostrato?1 punto
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E' una moneta sicuramente interessante, merita indubbiamente di essere messa in collezione. Mi sembra strano che nessuno ne abbia parlato finora. Prima di aprire una razzia avresti dovuto però chiedere l'autorizazione allo staff, mi chiedo se tu l'abbia fatto ? Nela speranza che la razzia diventi ufficiale e nella certezza che quella moneta sia ambita da molti mi prenoto fin da subito per 3 pezzi, dovrebbero essere in tutto 9 euro + 0,30 di contributo per il forum, per la spedizione, dato l'elevato valore preferirei, se tu sei daccordo di rivolgermi ad un corriere espresso, mi farai sapere l'importo esatto. Non appena mi farai sapere l'indirizzo mail ti invierò i miei dati, per il pagamento direi postepay. Grazie per l'impegno Marco1 punto
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Patriarcato di Aquileia GREGORIO DI MONTELONGO (1251-1269) denaro Leg: • GRЄGO RIV; PA • • AQVI • LЄCIA 0,93 gr (Ag), 20 mm Bernardi 221 punto
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Anche in virtù della massa, direi che il primo esemplare postato (quello di gr. 3,13 con patina chiara per intenderci) è assolutamente rozzo e di fattura artigianale. Il secondo invece, sebbene non sia un conio del Cellini, è decisamente migliore, e quindi quasi sicuramente coniato nella "zecca rivoluzionaria e casinista di quei mesi bui e tempestosi" ...... che poeta che sono però..... :rofl: . Scherzi a parte, non c'è alcuna certezza assoluta per stabilire se alla zecca coniavano su tondelli di buona lega o se gli zecchieri stessi imbrogliavano sui pesi dei tondelli stessi intascando la differenza, ma in linea di massima c'erano i falsari che imitavano i nominali in rame mediante fusione (come per il primo esemplare), mentre nella zecca venivano coniati, ovviamente con i conii (come per il secondo esemplare). Ma chi l'ha detto a francesco77 che il secondo esemplare è coniato e non fuso? Facile, si notino infatti le tracce di ribattitura, tipiche del conio e non della fusione. Questa è la mia tesi e non certo un dogma numismatico, quindi se mi sbaglio mi correggerete. :good:1 punto
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Se non ricordo male, la normativa prevedeva principalmente due punti: - l'adozione di alcuni accorgimenti volti ad eliminare eventuali "interruzioni" nel giro delle 12 stelle sul lato nazionale; - l'indicazione, sempre sul lato nazionale, del Paese emittente, per esteso o in sigla. Per quel che riguarda il primo punto, la Germania non era "in regola" con le monete commemorative pre-2010 nelle quali la legenda "BUNDESREPUBLIK DEUTSCHLAND" interrompeva il giro delle 12 stelle. Nel 2010, con il commemorativo dedicato al Municipio di Brema, la lunga legenda era stata sostituita dalla lettera "D" (di Deutschland) che però interrompeva ancora il giro delle stelle trovandosi tra la dodicesima e la prima stella. In quest'occasione, era cambiata anche la disposizione delle stelle che risultava essere precisamente circolare. Tuttavia la correzione definitiva si è avuta con le due commemorative del 2013 nelle quali la lettera "D" (da non confondere con il segno della Zecca di Monaco di Baviera) è stata spostata nel tondello interno e quindi non interrompe più il giro delle 12 stelle. Possiamo quindi affermare che le monete commemorative tedesche rispettano oggi entrambi i sopracitati punti della normativa. Discorso invece diverso se si considera la serie delle otto monete emessa dalla Germania sulle quali non è riportata alcuna legenda che identifichi il Paese. Tuttavia, non avendo ancora avuto l'opportunità di vedere monete del 2013 da vivo, non posso ad oggi affermare con certezza che questo accorgimento non sia stato apportato. Per queste monete sarebbe inoltre interessante sapere se le linee orizzontali parallele presenti sui tondelli esterni delle monete da 1€ e 2€ sono da considerarsi elementi che interrompono il giro delle 12 stelle. Personalmente ne dubito anche se tecnicamente (e volendo essere molto pignoli...) il giro delle stelle risulta essere interrotto. Spero vivamente che la normativa non sia così fiscale perché altrimenti si renderebbero "statiche" e stilisticamente più povere diverse monete (si veda ad esempio anche le monete francesi da 1€ e 2€).1 punto
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Taglio: 2 euro Nazione: Germania zecca G Anno: 2005 Tiratura: 100000 Condizioni: bb Città: Grottaglie (TA) Note: solo in serie di zecca1 punto
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