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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/18/13 in tutte le aree
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Sono molto d'accordo con quello che scrive Numa Numa e vorrei provare a dire la mia da Archeologo Fallito. Credo che la comprensibile rabbia di @@Vincenzo colpisca però una delle poche cose buone che può vantare questo paese... il volontariato. So benissimo come ci si sente a pulire per anni i "cocci" del professore di turno senza una prospettiva per il futuro. Ma con chi ce la vogliamo prendere? con i volontari? questo mi sembra veramente un paradosso... Tu scrivi in un altro topic che sei pronto a rivolgerti verso le sedi opportune per denunciare "CONCORRENZA SLEALE", ma stiamo scherzando? E' come se l'ordine dei Medici denunciasse la "Croce Rossa". "Essere volontario o volontaria significa mettere il proprio tempo e le proprie energie al servizio degli altri, senza alcuna costrizione e senza desiderare nulla in cambio. Per alcuni, fare volontariato è una scelta di vita, per altri una vocazione, per altri ancora un modo per dare qualcosa, non solo agli altri, ma soprattutto a se stessi." Ogni organizzazione seria di volontariato ha poi dei "professionisti" che coordinano, ma il volontariato è fondamentale e per quel che mi riguarda non si tocca, altro che concorrenza sleale. Senza polemica, da archeologo fallito che oggi fa l'informatico e non certo per colpa dei volontari.4 punti
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Un collezionista inglese che ha letto il mio sito sulla collezione Boyd: http://www.berardengo.it/ mi ha inviato in regalo questo bollino Boyd di una moneta di Filippo I. Ha due peculiarità: 1. E' relativo a una moneta del Cambridge hoard scoperto nel 1897 2. E' stato separato dalla sua moneta. Un vero sacrilegio! Comunque, lo inserirò nella mia collezione di monete Boyd: http://www.forumancientcoins.com/gallery/thumbnails.php?album=22032 punti
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Moneta interessante... Partiamo dalla fine, FDC 67, mi aspetterei un "gioiello", cosa non impossibile per i testoni di Urbano VIII coniati al torchio, che risolvono per la prima volta il problema dei salti di conio.... ma un gioiello non è, almeno stando alle immagini. Come detto sopra è un esemplare coniato al torchio, per cui non con coni rotanti, e le righe del rovescio sono righe presenti sul campo del conio, presumo effetto della "spianatura" di preparazione iniziale. Capitano spesso per testoni e piastre di questo pontefice, ed in generale della prima metà del 600; se ad esempio si prendono le quadruple (spesso coniate con i coni dei testoni) si notano ancora di più per l'usura assai ridotta. Per il tondello irregolare non è necessariamente un punto a sfavore, sebbene la regola di queste coniazioni sia una notevole regolarità dei tondelli (soprattutto in relazione alle contemporanee coniazioni al martello), mi è capitato anche di vedere qualche bordo mancante o "sfrangiato". Qualcosa di più "allarmante" possono essere i campi porosi e le legende, non decise e marcate come capita su coniazioni eseguite con questa tecnica; la firma di Gaspare Mola assai evanescente, ed in generale il colore tende più al giallognolo che all'argenteo (ma qui basterebbero le luci della foto per trarci in inganno). Allego di seguito un'immagine che ho pescato in archivio, conservazione peggiore ma alcuni dettagli ben più visibili: Chiudo con la parte più intrigante, sul catalogo Montenegro manca l'indicazione del peso, ma sfogliando qualche catalogo per confronto mi sono imbattuto sulla stessa moneta (le immagini scala 1:1 non sono il massimo, qualche apparente differenza la può evidenziare anche la differente illuminazione), che passò all'asta NAC 16 del 1999 (asta meravigliosa !), lotto 251 Spl, stima 1000 CHF, realizzo 1800 CHF, segue la scansione: Ebbene il peso riportato sul catalogo era 8,76 grammi, contro gli altri testoni elencati oscillanti tra 9,3 e 9,6 grammi. Sarebbe bello capire se si tratta dello stesso esemplare, in caso contrario sarebbe una sorta di "clone", conoscendone il peso. Senza questo dato ogni conclusione sarebbe affrettata... -_- Ciao, RCAMIL.2 punti
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Io invece ci contavo ;) Perché qui stiamo andando al cuore del problema, stiamo parlando non solo dei problemi di una categoria professionale, ma del futuro del nostro Paese... Vorrei mettere in evidenza anche un altro aspetto: l'urgenza della tutela. Colui che molti qui considerano un maestro, e che è stato un precursore in questo campo (e finalmente gliene danno atto, anche in pubblico consesso!) ha sempre detto che la priorità è la pubblicazione, perché solo ciò che è stato pubblicato può essere oggetto di tutela (e di valorizzazione, aggiungerei io). Possibile che nelle sterminate praterie del nostro patrimonio culturale non ci sia spazio per tutti? Io credo che sia nostro dovere di cittadini pretendere, da qualunque governo esca dalle prossime elezioni, che la cultura torni ad essere una priorità di questo paese, che si trovino i fondi per i giovani professionisti dei beni culturali, che questi siano chiamati a coordinare gruppi di volonterosi (volontari privati, studenti, altri giovani professionisti meno "curriculati", poco importa) i quali abbiamo come unico obiettivo quello di far emergere, in modo rapido e completo, tutto ciò che nel nostro patrimonio culturale (e non mi riferisco solo ai beni numismatici) rimane sconosciuto, non inventariato, non catalogato e quindi non tutelabile e non valorizzabile. Siamo in un momento critico: questa è l'ultima opportunità che ci rimane per reagire al declino, utilizzando l'unica risorsa che abbiamo e che rende questo paese unico al mondo, e utilizzandola ora. L'alternativa è far finta di credere tutti quanti a quelli che dicono che bisogna rassegnarsi a far concorrenza ai cinesi sul costo del lavoro, e continuare, noialtri che abbiamo coscienza della nostra storia, a litigarci una crosta di pane.2 punti
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Ammetto che la scossa di ieri sera ci ha fatto ricordare che viviamo in una zona ad alta sismicità. Per fortuna è andato tutto bene. Qualche suppellettile caduta dai mobili e tanta paura. Nota positiva... dopo pochi minuti dal terremoto è nata la mia nipotina Sofia. Se si è fatta annunciare in questo modo immagino avrà un bel caratterino :).2 punti
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Avrei una proposta, in particolare agli amministratori: possiamo creare dei gruppi locali cui gli utenti possono iscriversi per sapere chi vive in una determinata zona? Mi spiego, a parte un foltito gruppo torinese, per chi vive in molte zone si prospetta una possibilità di confronto solo telematico. Sarebbe bello, invece, potersi incontrare ogni tanto di persona per parlare vis a vis. Purtroppo, non sempre conosciamo la nostra provenienza. Creando gruppi specifici ci si potrebbe iscrivere e poi, eventualmente, incontrare. Che ne dite, si può fare? Io, per esempio, vivo a metà strada tra Milano e Varese.1 punto
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con una tiratura di 1500 pezzi da distribuire ai nobili vi immaginereste che 1 conio bastasse eppure queste monete son molto comuni e passano spesso per le aste. io avevo attribuito la cosa al fatto che fossero tutte tesaurizzate ma invece guardando i conii devo ripensare. o guardato i conii delle oselle di alvise pisani 1735-1741 e son rimasto sorpreso dal fatto che quasi tutte hanno 2 o piu` conii , indicando una produzione ben piu` elevata rispetto ai meno di 2000 pezzi. non solo ma i conii venivano usati sempre in coppia , cioe i die match sono sempre tali al diritto e al rovescio cosa piuttosto strana , che magari puo` anche indicare che son state prodotte in tempi diversi PER APPREZZARE LE DIFFERENZE GUARDATE LA PIANTA AL DIRITTO E IL NASTRO IN BASSO AL ROVESCIO vorrei sapere cosa ne pensate al riguardo..... date anche un occhio per correggere eventuali errori continuiamo anche la discussione sul ducatello cmq vi posto quello che ho trovato anno I 1735 3 conii al diritto e 3 al rovescio1 punto
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Ce l'avevo già da un po, ma con la digitale non riuscivo proprio a fotografarla. Ha dei fondi bellissimi, ed una grande brillantezza. Questa è una foto tipo catalogo d'asta. A parte i soliti difetti, mi piace tantissimo la forza ed il vigore del ritratto. Piastra da 120 Grana 1818 Testa grande di fabriziogla, su Flickr1 punto
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I ducatelli furono coniati a martello fino alla fine. Il problema era che i lavoratori della zecca furono sempre contrari alle nuove tecnologie temendo per il posto di lavoro. Arka1 punto
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299 per un 2 euro cc? preferisco prendere un marengo di Vittorio Emanuele II sinceramente.1 punto
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La numismatica è certamente cultura in movimento, e la cultura in quanto tale non può che essere in movimento. Ma la numismatica, per uno come me che è arrivato tardi a questa meta dopo aver raccolto di tutto, è diventata l'essenza del collezionismo. Trinariciuto Quel che più profondamente affascina il collezionista è collocare il nuovo acquisto dentro una sfera magica in cui, mentre è percorso dall’ultimo brivido, il brivido del venire acquisito, l’oggetto si immobilizza. (Walter Benjamin)1 punto
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Tutte e due allora .... ma siamo stai accusati di essere dei cecchini ....... Allora la posto ??? ehehehhe1 punto
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Considerazioni interessanti queste di rick2. Avevo ritrovato anch'io coni diversi per alcune oselle di Francesco Loredan e me ne sono chiesto la ragione. Non ho trovato materiale bibliografico specifico (Montenegro nel suo ultimo lavoro riporta "molte varianti" per molte oselle). Posso avanzare un'ipotesi: i coni utilizzati erano di scarsa qualità e permettevano di produrre un numero relativamente esiguo di esemplari; erano ovviamente in uso i punzoni che d'altra parte permettevano di approntare rapidamente un nuovo conio. Anche l'ipotesi sopra formulata di una particolare organizzazione di zecca (attività intensiva di coniazione da parte di più coniatori simultaneamente) è interessante. D'altra parte il fatto che più massari possano concorrere per una singola osella di un singolo anno (per esempio Alvise II Mocenigo, anno VII come al post #10) può essere spiegato dal fatto che vi fossero nel periodo in carica 3 massari per l'argento (i cui nomi e periodi corrispondono secondo la sequenza riportata da Montenegro nel suo "I dogi e le loro monete") e che il personale incaricato della coniazione potesse cambiare (o, dico io, la coniazione dovesse riportare la sigla di tutti i massari in carica). Non credo che la facile reperibilità delle oselle sia giustificabile da una tiratura eccessiva: intanto si ritrovano in asta con una "relativa" facilità (ma non assoluta); poi si può ipotizzare che le loro caratteristiche, che le rendono ancor oggi ambite dai collezionisti, ne abbiano consentito una tesaurizzazione tale che gli esemplari salvati per i "posteri" non sono pochi; infine il collezionismo di oselle è un collezionismo di nicchia, per cui il materiale si ritrova non sempre con semplicità ma neppure con eccessiva difficoltà (salvo per alcune tipologie). :)1 punto
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Primo intervento di moderazione, il prossimo sarà l'ultimo. Generalizzazioni arbitrarie, commenti non attinenti, botta e risposta individuali non saranno ulteriormente tollerati. Le beghe personali si risolvono in privato. Se non vi sopportate mettetevi reciprocamente in "ignore". Censura? No, rispetto per tutti gli altri utenti. La comunità e l'oggetto della discussione lo meritano.1 punto
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Premesso che non è il caso di fare come i polli di Renzo (e non c'è offesa nel paragone è solo una similitudine di stile), comincerei a distinguere. 1) Quando si parla di volontariato, inteso nel senso di sussidiarietà, si deve distinguere tra il pensionato che collabora per tener aperto un museo (o per garantire agli scolari di poter attraversare la strada), lo studente di archeologia che spolvera i cocci (scusate il termine, ma non è il mio campo e non voglio davvero essere offensivo), il laureato in archeologia che stende o collabora alla stesura di un catalogo. Insomma, il volontariato si distingue a seconda dell’intervento che il volontario è chiamato a svolgere: non ha senso il parlare di volontariato “in genere” in una camera operatoria nel corso di una operazione chirurgica a cuore aperto. Vi parteciperà (vi potrà partecipare) volontariamente il chirurgo in pensione o l’infermiere in pensione ma non un ferroviere in pensione che, invece, potrà svolgere efficacemente volontariato in una stazione ferroviaria o, volontariamente, istruire i colleghi più giovani. Immaginate un chirurgo in pensione che spiega ai giovani macchinisti come si guida una locomotiva o al macchinista in pensione che spiega ai giovani chirurghi come si opera sull’addome. Insomma, è la vecchia massima platonica: conviene che le scarpe siano fatte dagli scarpari (ma che brutte similitudini mi vengono oggi :rofl: . Forza ragazzi un po' di ironia, che non guasta mai !) 2) Altro aspetto riguarda il volontariato come riduzione dei costi del lavoro. E qui diventa una questione che attiene ai bilanci degli enti e dello stato ed alla politica del lavoro. Dire che il volontariato toglie lavoro è, probabilmente, una contraddizione in termini, nel senso che spesso si ricorre al volontariato proprio perché non si è in grado di assumere. D'altronde il concetto di sussisdiarietà implica proprio questo: l'intervento sussidiario avviene quando chi sarebbe destinato a gestire il settore non è completamente in grado di farlo. Ma allora bisogna distinguere ancora tra: impegni economici da affrontare necessariamente (ad esempio per la sopravvivenza dei beni culturali, guardate quello che accade a Pompei), dove si deve necessariamente assumere e solo sussidiariamente fare ricorso al volontariato; impegni economici non assolutamente necessari e comunque "secondari" (nel senso meramente indicativo del termine), dove si può tranquillamente fare ricorso al volontariato. Nel caso sub 2, non possiamo però punire le giovani professionalità nè (per seguire il consiglio di Platone) fane a meno e, quindi, sarebbe opportuno considerare titolo preferenziale (per determinate attività di volontario) tali professionalità anche per consentire ai giovani di fare esperienza e “curricula”. Il vero problema è che in Italia le cose provvisorie tendono e divenire definitive. La posizione di Vincenzo è fortemente indicativa della situazione di forte disagio in cui versano i giovani professionisti "non strutturati" del settore. A me (ma questo riguarda solo la mia persona) non piace passare sul cadavere della gente. In questi casi si allunga il brodo, ci si stringe a tavola e si mangia tutti. E non vuol essere la citazione di un famoso recital ma quella di un principio costituzionale di valore sicuramente superiore alla sussidiarieta di cui ho parlato: si tratta della solidarietà. E' sempre un' opinione (Mi sa che ho sbagliato lavoro :rofl: , avrei dovuto prendere i voti) Polemarco1 punto
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È un 1867, non servono calchi. Anche perché ne ha già passati di momenti brutti, risparmiagliene altri :-) Ciao Ps. Che favola le scatole da solaio!1 punto
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Queste monete esulano davvero dalla classica conservazione. È sicuramente un pezzo interessante che ha tanta storia alle spalle. Lei è bella. Punto.1 punto
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AAAARRRRGGGHHHHH cominciare con le divisionali e` la cosa piu` sbagliata ! inizia con gli euro dalla circolazione , magari i centesimi (fino a 50) con le varie facce cosi ti fai la raccolta con poco e poi con le monete che trovi in giro , magari le lire. poi vai ai mercatini con 10 euro in tasca e guarda in giro quello che ti piace comprati qualche rottame in qualche ciotola a 1 euro (o 3 per 50 cent) portatelo a casa studialo , capisci da dove viene , che monete simili ci sono e vedrai che la strada la trovi da solo !1 punto
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caro amico. TALLERO_il catalogo Montenegro 2013 a pag. 151 cosi recita: tallero Ag 835/1000 - diam. mm. 40 per Roma, " Ag 833/1000 - diam. mm. 42,5 per Vienna -- grammi 28,07 D/ busto velato ecc.ecc R/ Aquila bicipite ecc. ecc. il suddetto tallero , che si differenzia da quello coniato in Austria dal diam. e dal titolo (i talleri battuti in Austria erano al titolo 833 millesimi ed avevano il diametro di mm. 42,0), venne battuto a Roma con i coni ricavati dai punzoni consegnati dalla zecca governativa austriaca , secondo gli accordi del 9 luglio 1935, che autorizzavano lo Stato italiano a coniare la predetta moneta per la durata di 25 anni. la tua moneta dichiara un diametro di 41 mm. la differenza nel diametro può derivare dalla scritta sul borgo, che è molto elaborata e ornata, e potrebbe essere leggermente consumata la scritta in rilievo é: IUSTITIA ET CLEMENTIA tra rosette. di queste monete ne dichiarano coniate 19.446.729 dal 1935 al 1939, ben poche rispetto all'intera coniazione che è terminata nel 1950. quindi, è una moneta comunissima. il catalogo porta un prezzo di € 35/80 a seconda del tipo. per moneta SPL. (superiore a quanto viene chiesto nelle trattative effettive). è una moneta che viene comperata ai mercatini al prezzo dell'argento o poco più. e la differenza la fa la conservazione più o meno percepita. ES: per il peso---Grammi 28,5 all'833/1000 equivale a 23 grammi di Ag. fino = € 15 circa. esistono anche i falsi..... ciao corzanopietro1 punto
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si tratta di uno slittamento di conio. anche la C, il puntino e il bordo sono impressi due volte. La ribattitura è altra cosa (vedi ad esempio 20 cent esagono ribattuti sul vecchio nichelino). Interessante curiosità comunque1 punto
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L'uso di più conii anche per tirature basse, come le oselle, può essere spiegato con l'organizzazione della zecca. Probabilmente più personale lavorava contemporaneamente per battere le oselle. Arka1 punto
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E' una moneta che vale qualche migliaio di Euro, purché vera...e non è cosa da poco. Se fosse una moneta originale, con su scritto "PROVA" sarebbe una moneta tramandata in famiglia come oggetto di estremo valore, dunque, valuta bene dove e come hai avuto questa moneta. Diciamo che non si trova così a caso dentro le cassepanche, ecco... :good: Benvenuta nel Forum1 punto
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Esatto, sono rientrato ed ho guardato bene con la lente. Mi incuriosiva il fatto che l'8 fosse così piccolo rispetto 9, me vedo una conferma in questa moneta che pubblichi. La mia è in condizioni pessime, ma, al pari di tutti questi pezzetti di storia, merita rispetto e attenzione. La metterò insieme alle altre. Grazie!1 punto
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beh, abbiamo escluso che sia di tolla, secondo me è il conio della zecca di vienna, ce ne sono una valanga di quelle in giro1 punto
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Io non saprei scegliere quale delle due foto sia la migliore, perché sono entrambe meravigliose, però su una cosa sono certo....nel caso dovessi mai redigere un catalogo, chiamerei sicuramente Fabrizio! :)1 punto
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Queste invece sono delle foto in cui ho provato a mettere in risalto la brillantezza dei fondi. Sembra "quasi" un semi-proof, giusto per rendere l'idea http://www.flickr.com/photos/93381009@N08/8483776872/'> http://www.flickr.com/photos/93381009@N08/8483776872/'>120G-1818 di http://www.flickr.com/people/93381009@N08/'>fabriziogla, su Flickr1 punto
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Sono i maltagliati, macuquinas in spagnolo, cobs in inglese... Ti consiglio questa discussione di Rorey http://www.lamoneta.it/topic/89941-macuquinas-monete-coloniali-spagnole/1 punto
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Quindi sono tutte per chi ipotesi e chi notizie ricevute direttamente. Attendiamo notizie dal sito per confermare o smentite. Intanto credo che le centraliniste non possono dire o meglio dare notizie senza fondamento, cioè inventate, per poi che scopo?1 punto
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Sabato 23 febbraio, presso l'Istituto Nazionale Tostiano di Ortona (Chieti), alle ore 18.00 si terrà una conferenza storico-numismatica del dott. Roberto Ganganelli, Accademia Italiana di Studi Numismatici "Ortona Fidelis - Zecche e monete nel XV secolo" --------- Nell'occasione, verrà effettuata la presentazione e donazione da parte di un collezionista privato di una importante e inedita moneta della zecca locale al Comune di Ortona1 punto
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molto bella a potosi avevan messo le macchine solo dal 1773 , prima facevano i cob lo sai che l argento proviene da una montagna piena d argento che ha prodotto tonnellate di argento dalla seconda meta` del 1500 ed e` tuttora in uso1 punto
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Punti condivisibilissimi e di assoluto buon senso. Mi sento solo di aggiungere: C - ricordiamo che la Ditta ha anche una Casa d'Aste, i cui "punti di forza" sono ricchezza di materiale, basi di partenza molto basse - che invogliano a puntare - e (si dice) una squadra ben rodata di rilanciatori, quindi se vogliono i tuoi soldi li riprendi. D - è un errore molto comune considerare tutte le monete simili in conservazione o peggio ancora uguali. Questo è un discorso sicuramente valido per le monete prese dai rotolini oppure già impacchettate dalle zecche, ma non lo è - ovviamente - per tutte le altre. Al di là della conservazione espressa da sigle o numeri (sono convenzioni), ogni moneta è diversa pur dello stesso tipo od anno, ha le sue caratteristiche, la sua patina, i suoi colpi, i suoi graffi e magari per un francobollaro questi sono elementi trascurabili, ma fino a che punto? Se è pur vero che i francobolli dell'era moderna staccati dal foglio sono pressocchè tutti uguali, lo stesso non può dirsi degli antichi nei quali invece si considera la freschezza di stampa, la centratura, la gomma, l'eventuale linguella, e così via. E sono centinaia se non migliaia di euro di differenza. Nei cataloghi o nelle presentazioni mi sembra che non si faccia menzione di questi dettagli, si dice solo di buona qualità, di prima/seconda scelta, in conservazione splendida, ecc. ecc. Questo modo di vendere - in tanti anni in cui il "problema" viene fuori e se ne prende coscienza - mi sa molto di vendite dirette a principianti od inesperti che non si curino di cosa stiano comprando in sé ma semplicemente del contorno: il marchio in piedi da tanti anni, le "certificazioni", le garanzie, le belle scatoline, le dispense che ti illustrano la storia, e via dicendo. La moneta, purchè sia simile a quella presentata, passa in secondo piano. E vi dirò: se continuano a vendere, e bene, visto che sono sulla breccia da tempo, aprono negozi, fanno pubblicità martellante, riescono a ripagarsi tutto, che si mantengano la loro fetta di pubblico, che farà esperienza e dopo li abbandonerà con dispiacere in favore di un mercato diverso al di fuori del Truman Show. A noi spetta - questo sì - fare corretta e garbata informazione a chiunque ci chieda un parere, invitandolo a guardare al di là del proprio naso.1 punto
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mi sono arrivati oggi i 2€ cc Slovenia 2013 che dire a me il conio sembra ottimo nella versione Proof e quasi al top anche per i 2€ cc da circolazione voto 5/5 versione Proof - 4/5 versione rotolino1 punto
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Qualcuno già lo ha detto, chi non l'ha vissuto non può capire. Nella mia città, colpita dal terribile terremoto dell'Irpinia del 1980, ancora ci sono dei nuclei familiari nei container. Siamo nel 2012... Mi auguro per le popolazioni dell'Emilia, colpite anche loro così duramente, che possa finire tutto alla svelta (ricostruzione compresa). Voglio aggiungere una immagine di fine 800 della mia collezione, di S.Emidio, stampata a Napoli da Ferdinando del Giudice. Sotto il Santo, come potete vedere, c'è l'immagine di un paese, ma non è riportato il nome dello stesso. Se qualcuno lo riconosce, sarei curioso di sapere quale sia.1 punto
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