Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/09/13 in tutte le aree
-
Non è una moneta che vale, è fatta di metallo povero, non è nemmeno bella. Però questa moneta ha una storia da raccontare. E' una storia fatta di sacrifici, di sofferenze e di morte. Ed è una storia che non è nemmeno tanto antica, anzi molti della mia età l'hanno ascoltata dai nostri padri, molti ancora in vita. Nel mese di dicembre appena passato, ho acquistato questo gettone monetale in uso nel campo di sterminio di Zwickau al confine tra Germania e Cecoslovacchia. In questo lager ci sono stati moltissimi italiani, alcuni di essi si salvarono grazie all'avanzata americana del 45. Questo gettone monetale fu portato da un signore di Salerno insieme ad altre piccole povere cose. Ho voluto mostrarvelo e spero che soprattutto i giovani possano trarne utile insegnamento.6 punti
-
Oggi vorrei aprire una nuova discussione su una bella medaglia napoletana per l'incorornazione della Madonna del Pozzo nella città di Capurso (Bari) in onore dei nostri amici lamonetiani pugliesi http://periodico.madonnadelpozzo.org/home/ http://it.wikipedia.org/wiki/Capurso . Il culto è noto da parecchi decenni e la medaglia assume un interesse particolare anche in virtù del fatto che questa Vergine fu anche compatrona del Regno delle Due Sicilie, è inutile dilungarmi sull'argomento, spero di farvi cosa gradita postandovi la pagina del testo di bartolotti che narra dell'avvenimento religioso ed un link tratto da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Maria_del_Pozzo Spero sia un colpo di scena affermando che la medaglia, nonostante riporti la firma dell'incisore papale Bonfilio Zaccagnini, non venne coniata a Roma ma a Napoli, qualche esperto di medaglie papali storcerà il naso forse nel leggere una simile affermazione, eppure i documenti parlano chiaro: Udite udite :angel: " .......... Occorreva adesso ricordare l'avvenimento e propagare il culto della nuova Incoronata con una medaglia da distribuire ai fedeli, ma glia Alcantarini avevano speso forti somme ed avevano anche contratto un debito di 1600 ducati, pensarono quindi di affidarsi alla munificenza del re Ferdinando II e in una maniera del tutto special, come si rileva dalle seguenti lettere che il Ministro delle Finanze, il 15 gennaio e 28 febbraio 1853, indirizzava al Barone Ciccarelli, Direttore Generale delle monete: " .... Fra Giacinto di San Pasquale a Chiaia con supplica rassegnata a S.M. ha esposto come il Provinciale e gli altri Padri incaricati della incoronazione della Vergine del Pozzo, atteso il debito contratto di 1600 e più ducati, non possono più soddisfare le ricerche dei fedeli onde ottenere la medaglia della novella Incoronata e quindi onde maggiormente propagare il culto dolcissimo della Madre di Dio ha implorato coniarsi nella R.Zecca n. 1000 medaglie di ottone del cuneo grande già inciso in Roma e 3000 di simile metallo del cuneo piccolo presso il supplicante esistente. Essendosi la M.S. degnata di ordinare la coniazione delle suddette medaglie io glielo partecipo pel convenevole adempimento. Il Ministro delle Finanze Pietro d'Urso." Fra Giacinto di San Pasquale a Chiaia il quale implorava al Re siffatta coniazione ha espresso in una supplica in questo Real Ministero presentata, che tanto l'importo dell'indicato metallo, quanto il diritto di coniazione ed altro intendeva di averlo gratis. Epperò io in continuazione della suindicata ministeriale la prego di farmi conoscere lo importo della intera spesa per le dette medaglie ........ ". L'intera spesa per le 1000 medaglie grandi e le 3000 piccole ammontò a ducati 270 che il Re, nel Consiglio di Stato dell'8 maggio 1853, condonò. La consegna delle 1000 medaglie grandi fu completata il 26 agosto 1853; le ultime 750 piccole non si potettero battero, perchè si ruppe il conio del rovescio, ma in loro sostituzione la Zecca ne consegnò altre 313 di modulo grande. Esistono esemplari di argento, non debbono però essere molto numerosi e sulla loro coniazione non vi sono documenti ufficiali. E' inspiegabile poi la scomparsa di tutte le medaglie di modulo piccolo....." Fonte: Siciliano Tommaso. Fasti e medaglie delle Due Sicilie. Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, 1955. In coclusione: la medaglia riporta i nomi del re e del pontefice per vari motivi: fu un avvenimento ufficializzato e decretato da entrambi, quindi è una medaglia borbonica e papale, la tiratura venne finanziata dal re Ferdinando II (grande mecenate dell'arte incisoria :hi: ), venne coniata a Napoli con i conii incisi a Roma dallo Zaccagnini. In argento p da considerarsi rarissima, in vita mia ne avrò visti al massimo 3 - 4 esemplari, in ottone (bronzo) è altrettanto rara nonostante vennero battuti 1313 esemplari, dei 10 esemplari finora apparsi solo pochi superano il BB, discorso a parte la medaglietta ovale con al dritto la Madonna del Pozzo e al rovescio San Pasquale Baylon coniata alla fine in 2250 esemplari ......... ma chi l'ha vista quest'ultima? Eppure 2250 pezzi sono tanti ....... Buona lettura a tutti e buona continuazione.4 punti
-
Io propenderei per un bel falso d'epoca, provenienza balcanica, fine Duecento primi Trecento. In quest'epoca un po' tutte le città italiane si accorgono che le buone imitazioni di qualche anno prima sono fraudolentemente peggiorate e bandiscono queste monete dalla circolazione. Prima di GRADONICO di solito c'è una sigla incomprensibile TRA / XRA e varianti. Il verderame tradisce lo scarso contenuto d'argento della moneta, che autentica doveva contenere il massimo titolo d'argento ottenibile all'epoca. Se non vedo male, direi che c'è anche il buchetto provocato dal punteruolo o dal chiodo che usavano i cambiavalute per "annullare" le monete false (da cui l'espressione "non valere un soldo bucato") Complessivamente un "documento" proprio simpatico, con una bella storia da raccontare.3 punti
-
Troppo facile, per chi colleziona il circolato così sparisce il gusto del ritrovamento. :)3 punti
-
Per Monetaio. "ho come la sensazione che non molto lontano il tutto si risolverà in una bella TASSA strutturata nei modi più svariati (albo collezionisti, albo numismatici, tassa all'apparenza pro beni culturali, eccetera eccetera), alla fine sempre a carico dei soliti collezionisti/cittadini, come bella "soluzione" finale del problema." Per la verità, progetti di "fare cassa" mediante il pretesto dell'emersione del patrimonio numismatico in mano privata, sono stati già avanzati; ma non hanno goduto di grande fortuna. Per quello che conta la mia opinione (cioè zero) mi dichiaro da tempo e mi professo ora assolutamente contrario a qualunque ipotesi di "sanatorie" o di emersione coattiva (a pagamento) delle collezioni private. Non ritengo infatti sostenibile la teoria secondo cui si potrebbero "sanare" le monete prive di documentazione d'acquisto, mediante il pagamento di una somma di danaro ogni tot monete. In altre parole, si chiederebbe al collezionista di "regolarizzare" oggi ciò che nessuna legge, in precedenza imponeva di osservare, ovvero di corredare obbligatoriamente ogni moneta acquistata con un certificato d'acquisto. Quindi, a differenza delle altre sanatorie o condoni che ben conosce questo strampalato Paese e che, quanto meno, preupponevano la violazione da parte del "condonante" di una o più norme giuridiche esistenti, qui il collezionista pagherebbe solo per sentirsi dire..."ok...adesso che hai pagato, la tua moneta è in regola". Un vero sopruso "civico" per chi ha sempre acquistato regolarnente le monete ed un regalo vero e proprio per tombaroli & Co., visto che la "sanatoria" equiparerebbe in tutto e per tutto i primi ai secondi (e viceversa). Su questo punto, abbiate pazienza, sono "talebano". Nessuna disponibilità a sanatorie o condoni a pagamento. Per elledi: "Il problema è che bastano un paio di passaggi in case d'aste, magari oltreoceano, e poi vattelapesca il certificato di legittima provenienza. E' troppo penalizzato il collezionista privato rispetto alla casa d'aste." E' vero. Ma queste problematiche o portano al divieto assoluto di commerciare (e quindi anche di collezionare) una certa tipologia di monete, oppure, il sospetto di possibili "manfrine" sui certificati non può, di per se solo, portare a generalizzare l'illiceità delle condotte di tutti gli operatori. In altre parole: se si pensa che i passaggi, sopratutto internazionali, possono creare artificialmente un pedigree a monete di dubbia provenienza, si accertino le specifiche responsabilità e si agisca di conseguenza. Ma non si può, pur condiviendo (per molti versi) la Tua osservazione di "poliziotto", partire dal presupposto che allora tutte le monete transitate in queste aste possano essere di dubbia legittimità. Perchè allora, insinuando questo sospetto, si finisce per fare di ogni erba un fascio. Tanto varrebbe, a questo punto, vietare definitivamente il collezionismo, il commercio numismatico, le aste ecc....come pobabilmente accade oggi solo nella Corea del Nord. "E poi, quelle italiane (case d'aste) sono esposti ai pericoli della A.G., quelle straniere molto meno." Come sopra. Se si procede in modo mirato ed avendo le prove di quello che si vuole dimostrare, allora non vedo perchè non si debba agire....anche con la massima durezza consentita dalla legge. Ma negli altri casi, partire dal presupposto che se il collezionista non dimostra di aver fatto qualcosa che neppure la legge gli richiedeva di fare (cioè possedere una certificazione di provenienza della moneta), gli si sequestra tutto e lo si debba rtenere un ricettatore o un tombarolo, tutto ciò sembra un atteggiamento poliziesco da Repubblica Sudamericana degli anni '70. Saluti. Michele2 punti
-
Immagine della medaglia in bronzo dorato con doratura integra ed appiccagnolo originale.2 punti
-
Anche una variante inedita può avere una grande importanza, anche se di un nominale di scarso valore. Tutto dipende da come si imposta il problema. Le varianti importanti hanno sempre una motivazione (ad es. un abbassamento del metallo prezioso contenuto). Quindi anche l'articolo che potrebbe essere scritto dipenderà dalle ipotesi fatte e dalle soluzioni proposte. Arka2 punti
-
di sicuro si sarebbero consumate.. ma la loro dimensione, proporzioni e distanza dal bordo dovrebbero essere costanti. nel tuo caso invece si vedono come degli errori di centratura del cerchio di perline e inoltre alcune sono intere, altre solo a metà, altre ancora piccole e altre più grosse.. poi sicuramente gli esperti entreranno ancora piu nel dettaglio. si il mi piace è il bottone a dx dei messaggi!2 punti
-
Forse il medievale ha bisogno di un colpo d'ala finale e allora arriviamo al grande amore, il denaro di Lucca, qui c'è tutto in questa moneta, è una moneta che in questo momento ha il suo momento di celebrità essendo stata pubblicata sul Giornale della Numismatica di gennaio 2013, nell'articolo " I denari della zecca di Lucca " di A.Giarante, M.Limido, A.Sissia, a pag. 36 ; il denaro di Lucca come sapete è una moneta corrente, diffusa, di successo, che ha circolato molto, nell'articolo viene definita con questo slogan che ho trasmesso spesso nella discussione sui denari di Lucca del forum, " la moneta più uguale, ma nel contempo anche la più divera "ed è vero, è così. Perchè viene pubblicata questa moneta con sei soli esemplari conosciuti e definita R4 ? Per una particolarità che ora vi descriverò citando lo stesso articolo, per il cuneo presente tra le due T : "come emerso anche nella discussione su Lamoneta .it, va segnalata l'attenzione di un raro e particolare denaro lucchese a legenda Otto PIVS REX . Si presentano in questa sede le immagini di questo denaro ( al momento noto solo in sei esemplari ) che mostra la peculiarità di un cuneo nel dritto tra le T nel monogramma. Se vogliamo tentare di dare una ragionevole interpretazione alla simbologia di un cuneo, possiamo riallacciarsi alla serie ottoniana pavese, simile nella tipologia tranne che nel trattino che unisce le due T per quella lucchese. Nella monetazione pavese sono frequenti i cosiddetti segni identificativo-giuridici, immessi da funzionari della zecca per distinguere le monete in serie, senza per questo implicare necessariamente una omogeneità cronologica ( Saccocci, 2005 ). Non si può escludere, visti i legami e le similitudini tra le due monetazioni e lo stesso periodo storico, che qualcosa di simile possa essere accaduto a Lucca, forse un tentativo o una tipologia monetale limitata e identificata con questo genere di soluzione. " D'altronde nel successivo denaro di Lucca rarissimo di Enrico II avremo due cunei sopra e sotto il monogramma nel dritto. Ma qui mi fermo, il resto lo potete leggere sulla rivista, ma questa moneta dimostra che una moneta medievale corrente, molto usata può assurgere anche lei a star scientifica, storica, numismatica e avere tra l'altro un suo importante valore commerciale. Certamente quando la vidi, capii e non esitai, forse è stato uno dei miei migliori acquisti sotto ogni punto di vista. Denaro di Lucca, Ottone II e III Imperatori , var.C, tabella 3, GDN 13 - gennaio 2013 - ( 973 - 983/1002 ? ) D/ IHPERATOR, OTTO in cerchio, cuneo tra le due T R/ OTTOPIVSRE, LUCA scritto su due righe con punto centrale Argento, diametro 17 mm., peso 0,96 gr. Un giusto riconoscimento a una moneta che mi ha dato tanto, come a tanti del forum , il denaro di Lucca, grande protagonista del forum Lamoneta con la sua leggendaria e riuscitissima discussione. Mario2 punti
-
Ringrazio aemilianus per la preziosa integrazione, si tratta di un esemplare davvero notevole sotto molti aspetti. A questo punto però mi pare doveroso tornare su alcune questioni che sono state lasciate in sospeso, in quanto le pertinenti osservazioni di Caio Ottavio hanno aperto, come si suol dire, un vaso di Pandora. Una triade costituita da ninfe offre numerosi riscontri comparativi, sia in differenti aree geografiche che in riferimento ad altri contesti cultuali, vedi ad esempio le attestazioni riguardanti le Matres-Matronae della Gallia Transalpina o Cisalpina Orientale. La concezione triadica riferita alle dee Diana, Selene ed Ecate è invece più complessa da inquadrare in quanto chiama in causa delle figure divine di primaria importanza, tra loro funzionalmente distinte. Nel complesso religioso propriamente romano e conseguentemente civico, un simile inquadramento è in effetti difficilmente spiegabile in quanto divinità come Diana Nemorensis, provviste dunque di un'ampia funzionalità, mal si inseriscono in un contesto ove le sfere di influenza e competenza religiosa risultano accuratamente suddivise tra una elevato numero di dei. In quel di Nemi siamo di fronte ad una Diana dalla triplice epiclesi e perciò tricorporea, per quale motivo? Per cercare di spiegare, pur a sommi capi, tale particolarità è necessario fare qualche passo indietro, ponendo l'accento, per prima cosa, sul fatto che questa dea fu introdotta nel pantheon romano per esigenze prettamente politiche, utili a sancire, anche in ambito religioso, la supremazia di Roma sulla Lega Latina. In questo frangente si è tuttavia importata una divinità caratterizzata da una vastissima sfera funzionale, perfetta quale somma dea di una comunità originariamente tribale, ma inadatta ad inquadrarsi in un contesto civico evoluto, minuziosamente strutturato a livello religioso per via di un più complesso ed articolato sistema sociale. I tratti di una divinità di questo tipo posso essere tracciati solo se associati al contesto di origine che, com'è appurato, è da ricercarsi non in ambito esclusivamente romano, ma italico e latino. Diana appartiene infatti ad una ben precisa categoria divina, quella delle potnie, ovvero le "signore degli animali e delle selve" (se non sbaglio ne avevamo già parlato in un'altra discussione, ma in modo piuttosto vago), divinità femminili i cui tratti risultano ben delineati quantomeno dall'epoca protostorica (con attestazioni provenienti dall'ultima fase del paleolitico), tra le quali è possibile annoverare Fauna-Bona Dea, Angizia, Marìca, Feronia, Retia ed anche i maschili Cernunnos e Fauno. Gli studi comparativi del Dumézil hanno avvicinato queste divinità italiche al pre-vedico Rudra, "il dio di tutto ciò che non è ancora posseduto dalla civiltà", ma al tempo stesso hanno evidenziato una sostanziale differenza che vuole le potnie quali divinità in grado di porre le forze selvatiche al servizio degli uomini, della loro alimentazione, della loro salute, della loro fecondità, neutralizzando i pericoli propri degli ambienti selvaggi (George Dumézil , La religione romana arcaica, pp.363-364; Renato Del Ponte, Dei e miti italici, p. 172). Un significativo riscontro con Diana Nemorensis è stato messo in evidenza da Del Ponte che, parlando della venetica Reitia, scrive: "Fra gli attributi più interessanti di Reitia vi è certamente quello di Triavi, ossia "triplice", "trina", epiclesi (cioè invocazione) cui fan capo i tre cardini della vita: creazione, conservazione e distruzione. E' evidente il riferimento all'ellenica Ecate dai tre volti [...]" (ibid., p.175). E' dunque piuttosto chiaro che ci siamo imbattuti non in divinità plasmatesi in un contesto cittadino e repubblicano, ma piuttosto tribale ed estremamente arcaico. Non possiamo escludere la presenza di una Diana così concepita tra quei culti romani di sostrato sommersi poi dalla religione di stato, ma è altresì vero che una divinità avente tali caratteristiche poté essere introdotta in Roma con funzionalità ridimensionate e riadattate al culto pubblico e civico. Venendo al dunque e parlando della triade Diana, Selene ed Ecate costituente Diana Nemorensis, ci troviamo sostanzialmente di fronte ad una potnia arcaica, le cui differenti ed ampie funzionalità, in epoche successive e sotto differenti influssi, furono giustificate mediante l'associazione ad altre figure aventi sfere d'influenza maggiormente circoscritte. Anche se un po' intricato, siamo di fronte ad un fenomeno sincretico, cambiano i nomi ed i numeri, ma a livello funzionale il quadro è stabile. Non dimentichiamoci infine di un aspetto molto importante: il "ridimensionamento" della Diana romana non interessò affatto Diana Nemorensis (la cui area sacra era già frequentata nella media età del bronzo). Nel santuario ad essa dedicato la grande valenza della dea continuò ad essere riconosciuta, fu solo ripartita in quella triplice epiclesi che meglio si rifletteva in un più ampio ed evoluto sistema religioso. Mi rendo conto che il discorso potrebbe apparire un po' complesso, ma relativizzando le figure coinvolte al tempo ed al luogo le cose si semplificano... almeno un po'! :D2 punti
-
Non sarà quello che ti aspettavi ma ti accontento... :D Adesso basta però... :P Al D/ Testa di Liber rivolta verso destra, con corona di edera. Al R/ Q TITI. Pegaso in atto di spiccare il volo a destra. Crawford 341/2 Babelon: Titia 2 Sydenham 692 Varesi 581 Roma, 90 a.C. Denario, Argento. Peso: 3,94 Diametro: 192 punti
-
Buona serata sono daccordissimo; non è questo il "campo" per chi vuole "vincere facile"......il concorso è un pretesto e chiunque sarà il vincitore, sara un primus inter pares, un primo tra i pari; tra tutti quelli che hanno avuto piacere postare la/le loro monete e quelli che hanno (ne sono certo) avuto piacere vederle. Condividere la propria passione ed il proprio piacere con coloro che non si soffermano al "quanto vale?" Cosa c'è di più piacevole? :good: saluti luciano2 punti
-
Carissimi amici, oggi ho avuto un’idea che desidero mettere in atto; apro una discussione del tipo “Rubrica” nella quale ognuno di noi potrebbe inserire informazioni, notizie, novità, documenti e qualsivoglia comunicato poco noto, poco conosciuto o semplici curiosità, in maniera tale da formare un contenitore nel quale nel corso del tempo ed in qualsiasi momento ognuno potrebbe attingere, facendo magari anche riferimento al numero dell’intervento che potrebbe interessare; ritengo questo un buon lavoro, da lasciare anche alle future generazioni. Spero che vi piaccia e faccio subito degli esempi: Enrico Catemario di Quadri ebbe l’incarico della revisione dei Vol. XVIII, XIX e XX del Corpus Nummorum Italicorum, incarico adempiuto con la massima competenza e scrupolosità: a) nel Vol. XVII riguardante le zecche minori dell’Italia Meridionale Continentale sono descritte 224 (duecentoventiquattro) monete della Collezione Catemario; b) nel Vol. XIX riguardante Napoli, dal Ducato Napoletano a Carlo V sono riportate 136 (centotrentasei) monete della Collezione; c) nel XX Vol. che tratta delle monete Napoletane das Filippo II alla chiusura della Zecca sono descritte 244 (duecentoquarantaquattro) monete della Collezione. Totale 604 (Seicentoquattro) monete descritte. Nella sua abitazione di Caserta, ai visitatori soleva regalare un esemplare della Medaglia della Ferrovia di Caserta, dei quali ne possedeva un certo numero. BCNN Anno XXXII - gennaio/dicembre 1947; BCNN Anno XXXIII – gennaio/dicembre 1948.1 punto
-
Nel 1700 Parigi aveva degli addetti nominati dal re o dall’amministrazione della città per trasportare nelle case dei cittadini generi di prima utilità come sale, granaglie e farine, carbone. Il gettone serviva per pagare la merce ricevuta, in questo caso ‘brace’ come si legge sul rovescio. D/ Stemma di Parigi in un cartiglio ornato R/ OFFICIERS PORTEURS DE CHARBON * ; nel campo su quattro righe BRAISE / * PORT * / PAYE’ / 1760. Ottone: 5,083 g ; 24 mm. apollonia1 punto
-
Buongiorno a tutti , vi posto questo mio ultimo acquisto con foto, come sempre, orride! ringrazio chi vorrà commentare :D1 punto
-
1 punto
-
Cioè fammi capire ti serve il numero della pagina che ti ho postato ? Pannuti e Riccio pag. 1691 punto
-
Medaglia devozionale,tonda, bronzo/ottone,della prima metà del XVII sec.- D/ La Madonna(addolorata),seduta tiene sulle ginocchia il corpo di Gesù morto,dietro di loro la croce, il tutto entro contorno di perline. R/ I Busti accollati di S.Pietro e S.Paolo volti a sx,aureolati,scritta: SS. PIE.E PA...? contorno lineare.Ciao Borgho.1 punto
-
Buonasera a tutti,visto che il 2012 per me è stato l'anno dei falsi d'epoca ne posto un'altro,così farà compagnia all'altro che ho postato qualche giorno fa Regno di Napoli Carlo di Borbone 1734-1759 120 grana 1750 Bronzo e/o ottone Napoli Peso:22,50 gr. Diametro:42,08 mm.1 punto
-
Grazie Dareius, questo gettone mi da delle sensazioni che vanno dalla commozione allo sdegno, sensazioni molto più forti di qualsiasi moneta o medaglia. Per me è il pezzo migliore di questa carrellata di pur splendidi esemplari e penso proprio che darò a questo gettone il mio voto, d'altronde non dobbiamo votare quello che ci colpisce di più? E' la storia che c'è dietro che rende questo tondello di un'interesse incredibile e lo carica di un significato senza eguali. Scusate se mi sono sbilanciato a favore di qualcuno ma il pezzo di storia che qui è testimoniato lo merita ampiamente. Grazie ancora per l'emozione che provo Maurizio1 punto
-
no beh renato, vai tranquillo, ognuno esprime la propria opinione, ma sappi che le monete te le frego ugualmente :D Se vengo a Modena, spero di farti ricredere sulla moneta, e se hai sbagliato e ti ricredi ti filmo mentre ti nascondi :blum: :blum:1 punto
-
Quello postato da Bruno potrebbe essere un falso d'epoca, ma l'altro è un falso recente, ormai ho visto di tutto in giro anche numerose monete comuni, senz'altro tutti i 10 lire Biga e le 2 lire Sabauda, ma con i nuovi macchinari ti copiano all'istante qualsiasi cosa, rimane punto dolente e per nostra fortuna le scritte sul contorno in incuso. A.1 punto
-
Credo questa... sembra che si tratti dell'unico esemplare conosciuto :) se qualcuno ne ha visto un altro, me lo faccia sapere. 1,86 grammi X 16,5 mm Si tratta di una imitativa (o cosiddetta "barbarica"), ispirata ad un emissione di Nicea, l'incisore non doveva conoscere bene la scrittura romana, le legende al dritto non hanno senso compiuto, al verso dove si trovano gli stendardi, molto stilizzati, si nota la legenda NIKAIE retrograda, e in esergo qualcosa che potrebbe essere omega ed N, evidentemente è stata copiata come stava (e neanche perfettamente) sul conio, e naturalmente nella fase di battitura si è rovesciata. Risale ragionevolmente al III secolo d.C. presumibilmente coniata da qualche regno ai confini orientali dell'Impero Romano. Un'emissione ufficiale di Alessandro Severo per confronto Ciao, Exergus :)1 punto
-
1 punto
-
sposto la discussione nella sezione appropriata... non me ne vogliate, ma non stiamo parlando di moneta savoiarda...1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Per la gioia di Marmo87 Pietro e Costanza D'Aragona 1276 / 1285 Pierreale Ag diametro 24 mm gr 2.92 D/ + : P : DEI : GRA : ARAGON : SICIL' REX : Stemma aragonese in ornato formato da otto segmenti di cerchio con anelletti ad ogni congiunzione sormontato e affiancato da rosette R/ + : COSTA : DEI : GRA : ARAG : SICIL' REGIA Aquila coronata ad ali spiegate con testa a sinistra in ornato simile al D Spahr 24 MIR 173 Ciao Mauro1 punto
-
Certamente....senz'altro la "variante" inedita è meno rara della "tipologia" inedita e vista l'incredibile vastità dell'universo numismatico c'è ancora largo spazio per la comparsa di inediti sia per quanto riguarda le varianti che per quanto riguarda le tipologie.... Tuttavia per me è stata fonte di particolare emozione la conquista di questa moneta perchè inedita e perchè coniata nella zecca della mia città oltre 550 anni fa...1 punto
-
Questa sera sottopongo le tue foto agli amici del Circolo Nmismatico di Beinasco , sono curioso di sentire il parere di Ingrao1 punto
-
:shok: acido???? non ti capisco.... comunque ribadisco che mi sembra che di argento in questo tondello ce ne sia veramente pochino.... il che mi lascia dubbioso....1 punto
-
1 punto
-
Ciao. Inutile dire che il problema che avete sollevato non è di quelli secondari o di contorno, ma è il PROBLEMA, per la cui soluzione non sembra purtroppo esistere una risposta univoca. In linea più generale e schematizzando al massimo, si potrebbero intanto ricordare i seguenti 4 principi generali, da utilizzare poi per trovare una soluzione al quesito proposto da mcsearch; tali principi sono: 1. la libertà, riconosciuta a tutti i cittadini, di collezionare monete appartenenti a qualunque epoca; 2. il principio generale, fatto proprio dal diritto penale italiano, secondo cui spetta all'accusa dimostrare la sussistenza di un reato e non al cittadino accusato dimostrare di non averlo commesso; 3. il principio della proprietà statale dei beni archeologici (fra cui le monete) che vengono ritrovati nel sottosuolo nazionale o nei fondali marini territoriali, a partire dal 1909; 4.l'altro principio, che va coordinato con quello di cui al nr. 2, secondo cui la provenienza di un bene archeologico dal sottosuolo nazionale o dal fondale marino territoriale, trovato a casa di un cittadino, deve essere provata da chi la afferma (cioè da chi accusa il cittadino di aver acquisito illecitamente il bene) e non, al contrario, esclusa da chi ha il possesso del bene. A questi 4 principi, che rispondono prima ancora che a precetti costituzionali (o comunque recepiti dall'ordinamento giuridico), a fondamenti di civiltà giuridica condivisi da tutti i Paesi che vantano ordinamenti giuridici avanzati, si devono poi considerare i criteri interpretativi utilizzati per l'applicazione dei principi medesimi ai casi concreti e che devono (o dovrebbero) essere sempre “costituzionalmente orientati”. Chi fosse completamente digiuno delle nostre note problematiche e leggesse, anche distrattamente, il contenuto dei 4 principi sopra riportati, penso che avanzarebbe la seguente riflessione: “embè...che cos'hanno di così “rivoluzionario” questi 4 principi che hai riportato?” Sono principi giuridici ovvii in un Paese che si fonda su un diritto democraticamente evoluto”. Ebbene, come invece noi ben sappiamo......le cose non stanno proprio così. Un sistema che in genere, pur con le sue disfunzioni, è abbastanza lineare e che abitualmente rispetta i principi e le garanzie giuridiche accordate a tutti i cittadini, all'improvviso impazzisce quando si deve occupare del possesso e del commercio delle monete antiche e ci procura notevoli mal di testa quando la Magistratura, disapplicando i 4 principi sopra esposti, sovverte il nostro lineare quadro di riferimento. E quindi cosa accade? Accade che, in linea puramente teorica e sempre schematizzando al massimo, se non si applicano correttamente i 4 principi, potemo trovarci al cospetto delle seguenti conseguenze: a. nessuna moneta antica (ma che cosa intendi per antica?...), priva di una certificazione che ne attesti il pedrigee ante 1909, può essere definita “sana” (cioè di lecita provenienza); b. per l'effetto, anche l'acquisto di una moneta antica (come sopra....) effettuato, poniamo, nel 1950 presso una Casa d'aste, non sarebbe di per se al sicuro, in quanto la certificata provenienza collocata nel 1950 non soddisfa in pieno il requisito temporale (ante 1909); c. gli acquisti presso Commercianti o Case d'asta estere potrebbero probabilmente essere più “garantisti” per l'acquirente italiano, ma......attenzione......può sempre saltar fuori la perizia della Procura che attesta che quella moneta è stata certamente rinvenuta in Italia ed è dunque pervenuta al venditore attraverso un'operazione illecita....e dunque va sequestrata. E qui si tornerebbe alla necessità di dimostrarne le lecita provenienza ante 1909. Abbiate pazienza per la schematizzazione del problema e dell'esposizione, che andrebbero trattate con ben altra completezza. Ma la sostanza del problema mi sembra questa, anche se, per fortuna, non sempre i famosi 4 principi vengono disattesi. Saluti. Michele.1 punto
-
scusami tanto se son stato offensivo e fai come ti pare,io son solo uno stupido che crede ancora che prima di prender qualcosa altrui prima lo si debba chiedere. cordialmente marco1 punto
-
Perché trovarli, soprattutto i primi tempi, è impagabile ;) Poi ti annoi, almeno per me è stato così, ma per i primi anni è assolutamente impagabile.1 punto
-
GRANDI LAVORI IN LIBIA 1979-1982 circa - Lavori di progettazione e ingegneria SNAMPROGETTI di Milano e IMPRESA ING. LODIGIANI Bronzo, mm. 70 - Autore E. VARISCO - Stab. LORIOLI Milano1 punto
-
Se può essere utile posto un link di refurtiva recuperata dalla Questura di Genova. Se qualcuno ha subito furti in quell'area (o ha conoscenti che sono stati vittime di furto), magari può riconoscere qualche prezioso e riottenerlo indietro. http://questure.poliziadistato.it/Genova/articolo-6-198-50578-1.htm1 punto
-
1 punto
-
Una commemorativa di Costantino (Divus Constantinus) coniata da uno dei figli... Cosa ci sia al retro non so, non mi pare la 'mano di Dio' quanto piuttosto la figura in piedi dell'Imperatore, questo dovresti vederlo tu con la moneta in mano. E' stata pulita in maniera un po' aggressiva, per usare un eufemismo.1 punto
-
Ciao, il piombo è presente in tracce anche fin dai denari repubblicani. Se vedi questo grafico della lega di un denario pre-imperiale, noti un alto contenuto di Antimonio (Sb) che in presenza di Piombo (Pb) conferisce alla lega stessa caratteristiche di durezza. Nel periodo imperiale è noto che il tenore d'argento calò Non so di quanto aumentò quello di Piombo, tempo fa mi venne motivata la colorazione scura di alcuni denarii di Settimio Severo con un aumento relativo di questo metallo. Ma non saprei dirti di che percentuali parliamo, in termini numerici. In un periodo di spirale inflazionistica come quella che iniziò in epoca severiana (per il mantenimento dell'esercito e la retribuzione dello stesso) non trovai niente da eccepire in merito, memore anche del calo dello zinco e l'immissione di maggiori quantità di piombo nell'oricalco dei sesterzi. Considera inoltre che l'argento veniva estratto dalla galena, minerale composto da argento e piombo, proveniente perloppiù dalle miniere ispaniche e britanniche. Il quantitativo % di argento nel minerale dipende dalle località di estrazione. Considera che il piombo in pratica era considerato uno scarto dell'attività estrattiva dell'argento ed aveva molti utilizzi (idraulica, militare, cosmesi, farmacoterapia, cucina, etc...); i lingotti plumbei provenienti dalle zone dei Pennini (Inghilterra) riportano stampigliata la sigla EX-ARG ovvero "depurato dall'argento". In genere comunque una piccola quota di piombo rimaneva nello stesso argento (ridotto anch'esso in lingotti) per cui il suo rinvenimento nelle leghe è pressochè normale. Ciao Illyricum :)1 punto
-
Ciao mi spiace dare ancora lavoro a Fabione ma visto che ci siamo................... Giovanni D'Aragona 1458/1479 Carlino Ag 23 mm gr 2.38 D/+ IOANNES : D : GRA : REX : Aquila coronata a sinistra retrospiciente entro ornato R/ + AC : ATERARUM : NEOPATRIE : Stemma aragonese coronato ai lati I - I entro ornato con anelletti Spahr 61 MIR 2301 punto
-
se si intende la pagina del MIR il 901 è a pag 476 e 477, il 901h a pag 477...1 punto
-
Beh è partito tutto come un gioco e alla fine tale deve rimanere comunque, io vorrei che questa discussione, questo album che rimarrà, il sondaggio con concorso e un vincitore debba essere inteso come volevamo fosse, una festa della numismatica, dei collezionisti, la kermesse delle monete e medaglie,in questo gioco è ovvio che bisogna essere leali, ma sono sicuro che lo siano stati tutti, almeno lo ritengo. L'obiettivo era creare unione, ridestare gli animi, creare interesse,far capire che ci siamo, che siamo tanti e appassionati, questo si è realizzato alla grandissima, questo è quello che conta, la gara alla fine è un pretesto, ma se fosse per me vi farei tutti quelli che hanno partecipato vincitori e allora con allegria, leggerezza andiamo verso il sondaggio che deve essere un momento di testimonianza e condivisione,nulla più, Mario1 punto
-
Che dire, servirebbe un puntuale e precisissimo regolamento per qualsiasi cosa. ggpp The Top, non sei certo un novellino del forum e sei conosciuto da moltissimi utenti ;). Maggiori interrogativi sorgono, lecitamente, nei confronti di utenti appena iscritti che hanno postato solo in questa discussione, partecipando con foto reperibili in rete. Qualsiasi persona, con bonarie intenzioni o al contrario con ben altri intenti, potrebbe registrarsi, prendere le prime foto che trova e partecipare. Questo naturalmente non sarebbe corretto. Per evitare questo genere di inconvenienti la prossima volta ci toccherà porre maggiori limitazioni ma onestamente non mi aspettavo problemi di questo tipo, l'iniziativa infatti è nata ed è caratterizzata da ben altro spirito, che cozza nel modo più assoluto con restrizioni e divieti! Non resta che augurarci che i nuovi utenti che hanno partecipato o che parteciperanno, a concorso finito continueranno a scrivere su questo forum ;).1 punto
-
Caro collega :D , il punto non è decidere il valore assoluto del dato di scavo, ma stabilire eguale peso per materiale proveniente da scavo, onde evitare discorsi faziosi. Cioè se decido che un rondine non fa primavera, non la deve fare mai e non ad anni alterni. Morgantina è stata scavata a metà degli anni '50 con metodologie tutt'altro che avanzate. Nessuno ha sollevato mai dubbi sulla bontà del noto denario, accettato come Prova Principe. Monte Adranone è stata scavata a metà degli anni '70 con metodologie non paragonabili a quelle attuali, ma comunque avanzate rispetto a vent'anni prima. Il dato non solo non è stato accettato, ma del tutto ignorato. E' questa disparità di trattamento che non si può condividere. Come non si può accettare, e su questo converrai sicuramente, che la bontà del dato sia legata alla nazionalità di chi ha edito il dato stesso. Vincenzo.1 punto
-
Senza offesa, ma forse prima di dire le cose bisogna riflettere un attimo e valutare, caro amico, e nel caso, è sempre meglio tacere qualora non si sia sicuri. Conosco chi ha postato quelle foto, è un caro amico, nonchè grande appassionato di numismatica. Peraltro, è persona conosciuta anche da altri utenti attivi nel forum. Quelle monete le ha effettivamente e il sottoscritto ha avuto anche l'indubbio piacere di vederle ed ammirarle in mano, il ducato ossidionale dell'ultima NAC da non molti giorni, mentre il sesterzio di Antonino Pio e il dupondio di Augusto non solo le ho ammirate in mano, ma all'asta di primavera le ho battute io stesso per suo conto, visto che non era riuscito ad essre presente in sala. ;) Non so se sia successo qualcosa riguardo l'account. Non l'ho ancora sentito, ma posso ipotizzare che, non essendo frequentemente collegato, possa aver perso i dati e creato allora un secondo account. Non sarà corretto, ma non ha mica ucciso nessuno! Non si pò semplicemente cancellare l'account precedente e rimettere, come a mio parere giusto, le monete postate? Mi rimetto allo staff. Grazie.1 punto
-
e qui mi fermo proprio Atalarico (Ostrogoti) XX nummi zecca Roma Metl. 83b gr. 6,40 Bronzo1 punto
-
Mi sembra che in questo ormai magnifico catalogo manchino completamente le africane, spesso stupende monete. Come non ricordare quelle di Juba II (con Cleopatra Selene), di Tanit (o Kore) con retro cavallo ed albero, o di Kyrene con l'Apollo ed il silphium, ora inesistente? Le posto in ordine come sopraddetto roth37 Juba II° con la moglie Cleopatra Selene, figlia della grande Cleopatra VII moneta emessa a Caesarea di Mauretania, c.ca 20 a. C. Denario, Ag D/ Juba II; R/ Cleopatra Selene. Moneta estremamente rara.. Tanit (o Core), moneta siculo-punica emessa quasi sicuramente a Cartagine, c.ca 350-240 a:C, moneta bronzea. D/ Testa di Tanit; R/ Cavallo con palma. Moneta comune Magas, moneta emessa a Kyrene (Cirenaica) c.ca 308-270, didracma Ag; D/ Testa di Ammone giovane R/Silphium (oggi scomparso). Estremamente rara.1 punto
-
Chiedo scusa a Fabione per l'ulteriore lavoro che gli dò da fare. E ne approfitto per fargli i miei complimenti per l'impegno; veramente encomiabile :hi: Inserisco la mia terza moneta e prometto che chiudo qui. Re: Pietro IV d'Aragona Nominale: Alfonsino d'Argento Anno di coniazione: (1336-1387) senza data Zecca: Villa di Chiesa ( attuale città di Iglesias in Sardegna ) Materiale: argento Peso: 3,27 g D: PETRVS ARAGONVM ET SARDINIE REX Scudo a cuore e 5 rose in cornice di 8 archi R: FORTITVDO ET LAVS MEA DOMINVS Croce e 4 rose in cornice di 8 archi Fu nel XIII secolo che si scoprì l'importanza dei giacimenti minerari nel territorio del Sulcis-Iglesiente in Sardegna. Il conte Ugolino della Gherardesca (si proprio il dantesco conte di "poscia, più che il dolor, potè il digiuno") signore del Cagliaritano, nobile pisano e Vicario della Sardegna si accorse ben presto delle potenzialità della zona e favorì lo sviluppo minerario ed economico del Sulcis. Tuttavia né lui né i figli Guelfo e Lotto ne raccolsero i frutti. Alla dominazione pisana succedette ben presto la corona d'Aragona e le monete pisane vennero presto rifuse per coniare i ben noti alfonsini d'Argento, di cui l'esemplare che mostro è il più comune tra quelli battuti a nome di sovrani aragonesi... Villa di Chiesa (Iglesias) era una città fiorente e importante nel medioevo sardo. Fu la prima zecca medioevale e officina della Sardegna. L'argento estratto in loco veniva utilizzato per la coniazione delle monete. Fino a non molti anni fa i giacimenti minerari erano ancora sfruttati e davano lavoro a tante persone. Oggi il Sulcis, nonostante le risorse, come ben noto alle cronache, è una delle zone più povere e con i più alti tassi di disoccupazione in Italia, ma è importante ricordare il passato glorioso che fu, anche con una monetina che fece da spettatrice in quegli anni... Dritto:1 punto
-
E' DISPONIBILE IN FILE DELLE MONETE RARE aggiornato al 31 Dicembre 2012. Lo trovate come sempre al link nella prima pagina di questa discussione. Non ci sono state modifiche al regolamento se non per quanto riguardava due piccoli equivoci che si erano venuti a formare: le monete da 1-2-5 cent della Slovacchia vanno postate, ma non quelle del 2009; il 2€ Pascoli può essere postato (come prima). Infine un paio di statistiche: in tutto il 2012 sono stati postati in totale 3576 ritrovamenti. L'utente che ne ha fatti di più è stato, neanche a dirlo, alessandro1970 (1373 soltanto lui), dopo di che seguono derek83 (564) e lepro (478). La moneta più segnalata è stata invece il 50cent Vaticano 2011 (176 ritrovamenti). Mi raccomando, datevi da fare anche nel 2013! :)1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.