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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/30/12 in tutte le aree
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L’ASSE MONETALE SU ALCUNE MONETE NAPOLETANE Le due facce di una moneta presentano una rispetto all'altra un angolo di rotazione. Questo angolo dipende dalla tipologia della moneta e dal suo periodo storico. Nelle prime monetazioni l'allineamento tra le due facce è spesso casuale, viceversa nella monetazione moderna l'asse di rotazione viene quasi sempre predeterminato, per motivi estetici, a 0° (asse alla tedesca) o a 180° (asse alla francese). Vedi foto in fondo allo studio. (Fonte La MonetaPedia.it) Dopo aver esaminato circa 220 monete napoletane, sono arrivato a fare alcune considerazioni personali sullo spostamento dell’asse che si riscontra su questi tipi di monete. Prima però qualche premessa che aiuta a capire meglio il testo che seguirà. 1) Divisione delle monete battute a martello da quelle battute al bilanciere, con considerazione finale. 2) Delle monete interessate allo studio, elencherò anche l’anno e il tipo per quelle battute al martello, mentre per i tipi battuti al bilanciere elencherò il numero dei pezzi esaminati, e solo per quelli con asse variato, elencherò i tipi e l’anno di coniazione. 3) Per motivi pratici, lo spostamento dell’asse non sarà indicato in gradi, ma in numeri come da lancette di orologio. Per esempio ore 3 = 90° - ore 5 = 150° etc. etc. Monete battute al martello Carlo V 1516-1554 zecca Napoli n. 9 monete esaminate 1) Carlino senza data asse ore 10 2) Carlino s.d. asse ore 12 3) Carlino s.d. asse ore 1 n. 2 esemplari 4) Carlino s.d. asse ore 2 5) Carlino s.d. asse ore 3 6) Carlino s.d. asse ore 5 7) Carlino s.d. asse ore 9 Filippo II zecca Napoli n. 9 monete esaminate 1) Mezzo ducato s.d. asse ore 4 2) Mezzo ducato s.d. asse ore 6 3) Mezzo Ducato s.d. asse ore 12 4) Mezzo Ducato s.d. asse ore 1 5) Mezzo Ducato s.d. asse ore 1 6) Mezzo Carlino s.d. asse ore 8 7) Mezzo Carlino 1582 asse ore 9 8) Tornese s.d. asse ore 9 9) 2 Cavalli s.d. asse ore 3 Filippo III zecca Napoli 7 monete esaminate 15 grani 1619 asse ore 2 15 grani 1619 asse ore 10 Carlino 1620 asse ore 5 Mezzo Carlino s.d. asse ore 3 Mezzo Carlino s.d. asse ore 9 Tornese s.d. asse ore 9 2 Cavalli s.d. asse ore 3 Filippo IV zecca Napoli n. 8 monete esaminate 1) Tarì 1622 asse ore 9 2) Tornese s.d. asse ore 3 3) Tornese 1647 asse ore 3 4) Grano 1622 asse ore 4 5) Grano 1633 asse ore 9 6) Grano 1647 asse ore 8 n.2 es. 7) 9 Cavalli 1629 asse ore 2 Carlo II zecca Napoli n. 1 moneta esaminata 1) Tornese s.d. asse ore 9 Le monete esaminate battute al martello sono 34, di cui ben 31 con asse spostato. Molto probabilmente a quei tempi il conio superiore (quello che riceveva il colpo), veniva spostato di volta in volta, senza nessun tipo di accortezza. Per cui anche le tre monete che presentano l’asse di 180° o 360°, ritenute per così dire “normali”, in realtà molto probabilmente sono state coniate in modo assolutamente casuale. C’erano però alcune eccezioni. Alcune zecche italiane dell’epoca, per coniare monete importanti, usavano bucare l’incudine dove era posizionato il conio inferiore e il punzone del conio superiore. In questi buchi si inserivano punte d’acciaio. In questo modo le punte d’acciaio dell’uno si incastravano nei buchi dell’altro, con il risultato che in qualsiasi modo venisse inserito il tondello tra i coni, la moneta una volta battuta, sarebbe uscita sempre con lo stesso asse. Naturalmente due o più esemplari dello stesso tipo di moneta potrebbero comunque avere un asse spostato, ma solo perché coniate da coni differenti. A Napoli, dalla seconda metà del ‘600, si cominciò a battere moneta col torchio a bilanciere, anche se per molti anni ancora si batterono monete in rame (grani di Carlo II) con l’uso del martello. Monete battute al bilanciere Carlo II zecca Napoli n. 20 monete esaminate Carlo VI zecca Napoli n. 4 monete esaminate Carlo III di Borbone zecca Napoli n. 16 monete esam. di cui un Carlino 1755 con asse a ore 12 Ferdinando IV zecca Napoli n. 68 monete esaminate di cui 11 con asse spostato Repubblica napoletana zecca Napoli n. 9 monete esaminate Giuseppe Napoleone zecca Napoli n. 1 monete esaminate Gioacchino Murat zecca Napoli n. 5 monete esaminate Ferdinando I zecca Napoli n. 4 monete esaminate di cui 1 con asse spostato Francesco I zecca Napoli n. 10 monete esaminate Ferdinando II zecca Napoli n. 40 monete esaminate Francesco II zecca Napoli n. 9 monete esaminate Le monete battute al bilanciere prese in esame sono 186 in totale, di cui 7 in oro, 89 in argento e 90 in rame. A parte quelle con l’asse spostato (12 esemplari su 186), e una sola con l’asse alla tedesca (360°), tutte le altre monete esaminate presentano l’asse alla francese, cioè a ore 6 equivalente a 180°. Vale la pena di soffermarsi sulle monete di Ferdinando IV e I (che è lo stesso sovrano), sulle quali si riscontrano i difetti che andiamo cercando. Infatti sulle monete di tutti gli altri sovrani, non si riscontra nemmeno un esemplare con asse variato (a parte il Carlino di Carlo III con l’asse alla tedesca a ore 12). Questo è un primo dato interessante. Su 68 monete di Ferdinando IV e I ben 12 hanno l’asse variato, la percentuale è del 17,65%, direi abbastanza significativa. Scendendo nei dettagli, si scopre che su 12 monete con l’asse spostato, 11 sono in rame e solo 1 in argento. Di conseguenza, tenendo conto che delle 68 monete prese in esame, 7 sono in oro, 21 in argento e 40 in rame, si evince chiaramente che la percentuale di esemplari in rame con asse spostato, aumenta sensibilmente nella misura del 27,50%. Mentre per le monete in argento la percentuale si riduce al 4,76%. Un’altra curiosità interessante rilevata, è che delle 68 monete di Ferdinando IV sotto riportate (per motivi di completezza), tutti i nominali da 3, 4 e 6 cavalli presentano l’asse variato. 6 ducati n. 5 esemplari 4 ducati n. 1 es. 2 ducati n. 1 es. 120 grana n. 10 es. 60 grana n. 1 es. 20 grana n. 6 es. 10 grana n. 4 es. di cui 1 con asse spostato 10 tornesi n. 1 es. 8 tornesi n. 3 es. di cui 1 con asse spostato 6 tornesi n. 2 es. 5 tornesi n. 4 es. di cui 1 con asse spostato 3 tornesi n. 5 es. di cui 1 con asse spostato Grano n. 10 es. 4 quattrini per Orbetello n. 2 es. Quattrino per Orbetello n. 2 es. 9 cavalli n. 4 es. 6 cavalli n. 3 esemplari con asse spostato 4 cavalli n. 1 es. con asse spostato 3 cavalli n. 3 es. con asse spostato L’ultima curiosità viene fuori osservando i gradi di spostamento delle 12 monete individuate (compresa quella di Ferdinando I); 10 grana 1798 asse ore 5 (AG) 8 tornesi 1796 asse ore 5 5 tornesi 1798 asse ore 7 3 Tornesi 1792 asse ore 5 6 cavalli 1791 asse ore 5 6 cavalli 1792 asse ore 5 n.2 es. 4 cavalli 1791 asse ore 5 3 cavalli 1792 asse ore 5 n. 3 es. 10 tornesi 1819 asse ore 7 Si nota come l’asse spostato di tutte e 12 le monete si trovi solo in corrispondenza di ore 5 e di ore 7. I due numeri sono corrispondenti. Naturalmente questo studio è fatto su un piccolo campione di esemplari, per cui le osservazioni fatte vanno prese con la dovuta riserva. Sarei curioso di sapere (da chi li possiede), se altri cavalli di Ferdinando IV hanno l’asse spostato e se tutti dello stesso grado riscontrato sui miei. Sarebbe veramente molto interessante.6 punti
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Ok allora visto che le antiche sono ferme, posto qui il mio ultimo acquisto dalla autunnale asta Gorny & Mosch. Pezzo che mi ha fatto davvero faticare per aggiudicarmelo, ma alla fine l'ho spuntata... :blum: Tabellina della moneta: Alessandro III di Macedonia (Alessandro Magno) - 1/2 AE - Bronzo (323 – 310 a.C.) Catalogazione: Price 2801 A .Zecca incerta Asia Minore Occidentale peso gr. 3,96 diametro millimetri 15 Al dritto Scudo Macedone con Eracle 3/4 volto a sinistra—al rovescio Elmo Macedone e scritta BA (Basileos Alexandrou) La particolarità di questa moneta è che essendo di bronzo spesso il volto di Eracle al centro è totalmente cancellato dall'usura (la parte al centro in monete di bronzo è la prima a deteriorarsi nel passaggio da mano a mano) e, per quel che ne so io esemplari in questa conservazione con il volto quasi integro sono davvero molto molto difficili da incontrare. Inoltre questa moneta catalogata come Price 2801 è più raro ancora della sua simile Price 2802 che è in pratica identica ma che a differenza di quest'ultima ha il volto di Eracle volto a destra anziché a sinistra come in questo caso.4 punti
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Diffondere l'idea che il denaro contante sia anacronistico e la sua sparizione un beneficio per tutti serve solo a mascherare l'intento di imporre un controllo dall'alto ancora più stretto sulla vita dei "sudditi" da parte dei poteri forti (chiamateli banche, politica, multinazionali...come vi pare)... Finchè durerà io i miei soldi li voglio a mia disposizione cash, belli tangibilie e materiali... Decido io poi se renderne disponbile una parte per alcune transazioni "virtuali" (per sola mia comodità) o metterli sotto al materasso. Si chiama libertà cavolo. Saluti Simone4 punti
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Buona sera al Forum con l’augurio di Buon anno per il 2013; non so se questa discussione "nuovi aumenti delle poste Italiane" è ancora accessibile, sembrerebbe di no, tuttavia ciò che sto per dire mi pare sufficentemente sereno, privo di ardore politico, rispettoso di tutte le “Parti” e comunque congruo con la numismatica e con la storia, sarei pertanto grato ai moderatori se volessero renderlo di pubblico dominio inserendolo dove più ritengono opportuno, in caso contrario più che bannare lo cancellini proprio d'ufficio. Dunque, parliamo di monete e di storia, ovviamente visto che le due cose sono intimamente collegate. Nell’immaginario collettivo, quando sentiamo il termine “Storia” lo colleghiamo immeditamente a tempi ed avvenimenti passati; ma anche l’attualità è una forma di storia contemporanea: quella che stiamo vivendo tutti i giorni; affrontiamo la prima, la storia, in maniera più distaccata giacchè con il tempo, le ansie, i dolori, le passioni e perché no le gioie di chi ha superato il cimento, si sono affievolite e gli anni ci riportano adesso una realtà più facilmente decifrabile. La seconda, l’attualità, ci appare più turbinosa ed incerta, nascosta dai mille messaggi contraddittori che ci frastornano e ci confondono, pure tuttavia anche quella che stiamo vivendo sarà la storia del domani. Mi scuso per questo lungo preambolo che ho ritenuto comunque necessario ripensando a quanto accadde nello “Stivale” più o meno 150 anni fa. C’erano allora quattro Stati che si ergevano sulla miriade dei “Mille Staterelli” che costellavano il Paese ed erano, da Sud a Nord: Il Regno Borbonico delle due Sicilie Lo Stato della Chiesa Il Granducato di Toscana Il Regno del Piemonte che ancora stava combattendo l’ultima battaglia per annettersi il “Lombardo Veneto” in mano alla Casa d’Austria. Erano quattro grosse, limitatamente alla penisola, realtà ciascuna con il proprio sistema monetario, con il proprio credo politico religioso, con i loro valori etici e la loro economia. I tempi erano forse maturi perché queste quattro realtà si fondessero in un tutto unico che si sperava, armonico, omogeneo ed organico…condiviso forse no, c’è da credere che anche all’epoca lo sia stato poco se dopo 150 anni ancora c’è chi rimpiange i Borboni, chi il Granduca Leopoldo 2° e la Lega è una realtà dei nostri giorni che punta al riscatto della “Padania” Anziché optare per una aggregazione di Stati, all’epoca fu scelta la via dell’unificazione sotto lo stato che a quel tempo sembrava più probante o che meglio seppe aggiudicarsi il primato tra gli altri; sparirono le monete locali da tutta la penisola cui fu dapprima imposta la divisa sabauda divenuta poi nazionale. Ricordando gli scritti di G.B.Vico mi sembra di capire che dopo 150 anni, mutatis mutandis, la storia si stia ripetendo, quasi una fotocopia del passato. L’Europa unita sta seguendo esattamente lo stesso processo che subì il paese mediterraneo 150 anni fa; non un aggregato di stati sovrani, come in America dove si parla di Stati Uniti o sul fronte opposto, in Russia dove si parla o si parlava, di Repubbliche Socialiste Sovietiche. Un capo dello stato, un parlamento comune; ma poi dei governatori che gestiscono il paese secondo le esigenze territoriali di ciascun Stato; un esempio per tutti: catene a bordo delle auto anche da Roma in giù, dove nevica si e no ogni 20 – 30 anni ed in quell’occasione…si festeggia… con una canzone. Continuare a considerare l’Europa come un tutto unico porterà fatalmente al sorgere di uno Stato egemone, come lo fu a suo tempo il Piemonte, che la rappresenti in toto ed è quanto di colpo ci è apparso chiaramente di intuire in quest’ultimo anno. In quest’ultimo anno abbiamo assistito anche all’aggravarsi di situazioni di instabilità in almeno cinque paesi europei che da secoli ne scandiscono la storia. Spagna, Portogallo, Francia, il Paese che è stato “Caput Mundi” e perché no? La Grecia che ab antiquo ci insegnò che cos’è la democrazia. Leggo che solo da noi c’è un esercito di ca. 3.000.000 disoccupati (11,5%) che un 1.000.000 di giovani laureati non hanno un posto di lavoro, che altri 3.000.000 di persone godono del sussidio detto “cassa integrazione” ad a tutto questo vanno aggiunti altri 22.000 lavoratori a rischio del comparto siderurgico che presumibilmente verrà cancellato dal paese, così come negli anni novanta dalla “Fine chemical” si passò alla “Fine della chimica” così come presto il comparto turistico subirà una tangibile alterazione dovuta alla legge Bolkestain (si scrive così?) così come la P.M.I. ha subito in quest’ultimo periodo di un drastico ridimensionamento costellato di suicidi, non si sa quanti giacchè i Media, bontà loro, non sono in grado o non possono fornirci dati attendibili lasciando così all’immaginazione un numero che tende sproporzionatamente a salire di bocca in bocca. Anche gli altri quattro paesi hanno una vasta componente, un copioso esercito di insoddisfatti, che nell’attesa di essere inquadrato da un novello “Ciceruacchio” è pronta a marciare, per sovvertire lo “status quo” ed anche questo è apparso chiaramente nell’anno che sta per concludersi. Quanto sopra non per tornare su trite e ritrite note polemiche, né tantomeno per creare allarmismi, timori o quel “…dagli all’untore…” che si paventa oltr’alpe; ma semplicemente, e qui torno alla numismatica, per cercare di individuare lo scenario futuro delle nostre beneamate monetine. Lo scenario…ne individuo tre; fermo restando che dal punto di vista finanziario l’Euro è moneta inalienabile, impensabile che la divisa scompaia dal panorama mondiale caso mai potrà lamentare qualche defezione; ma è imperativo che sotto il profilo finanziario rimanga. Per quanto riguarda le monetine correnti, quelle che sono l’oggetto della nostra attenzione e che finiscono per essere collettate nelle nostre collezioni, ritengo che possa accadere Un ritorno verso monetazioni passate, magari rinnovate nei tipi, per qualche Stato dell’unione, nel caso in cui l’esercito dei dissidenti scenda prepotentemente in piazza e riesca in un qualche modo a costringere i governi locali verso il disimpegno dall’idea unitaria, a questo proposito è significativo il passo dell’U.K. che ha recentemente preso le distanze, anche se questo paese si pone in una forma tutta particolare nei confronti dell’Europa Unita Una drastica riduzione delle tipologie raffigurate sulle monete, nel senso che i tipi andranno verso una unificazione che rifletterà presumibilmente l’immagine dello Stato Egemone, lasciando alle altre realtà Europee che l’espressione del loro essere si concretizzi solo su quelle monete di valore intrinseco ( Oro e/o Argento) commemorative, che circolanti non sono, per alcuni considerate moneta a tutti gli effetti, mentre per altri affatto non lo è; ma per favore non riapriamo questa discussione già ampiamente dibattuta. Il terzo scenario me lo immagino, come un cambio di rotta, un ripensamento dell’Unione e l’accettazione degli Stati Uniti d’Europa, più o meno come negli U.S.A. ed in questo caso, come in America, tornerà il fiorire di Euro e doppi Euro che esalteranno i valori etici e storici delle realtà locali…un po’ come i quarti di dollaro. Spero di non essere andato fuori dal seminato e mi scuso anticipatamente se ho urtato la suscettibilità di alcuno; ma ritengo di aver prospettato scenari storici futuri possibili da coniugare con le emissioni di moneta sonante, quella che metteremo nei nostri album e nelle nostre raccolte e vorrei conclude classicamente con…”Stretta è la foglia, larga è la via, ora dite la vostra ch’ho detto la mia" Buon anno al Forum e Buona moneta a tutti da parte di Nonno Cesare verso un più sereno 20132 punti
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Quando Cliff iniziò questa discussione la trovai fantastica, fantastica per la tempistica, ci voleva ora una discussione così, semplice, per tutti, quasi elementare, ma tutto parte sempre dalle cose semplici. Iniziò dicendo timidamente " magari rimango l'unico ", capii e lo rincuorai " caro amico non ti lascio solo, no ", da due siamo arrivati a 69 monete postate a oggi ; poi Fabione mi disse perchè non farla diventare concorso : " incredibile idea, incredibile ", unire tutti in una discussione, farli postare le loro monete più belle, farli partecipare, divulgare per tutti, e poi farli votare tutti, farli scegliere la più bella. Uno direbbe è l'uovo di Colombo, io direi grande Cliff, grande Fabione, ma grande anche tutto lo staff che quando gli proposi l'idea, la trovò subito valida e oggi ha approntato l'organizzazione del Concorso. Certamente sarà bello per chi vincerà, ma l'importante sarà partecipare, condividere insieme la nostra passione, il collezionismo, lo studio, potremo dire ci siamo, ci siamo anche noi e il forum Lamoneta sarà il teatro di tutto questo. Lamoneta darà al vincitore un riconoscimento, ma stasera sono veramente contento di tutto questo e voglio fare qualcosa di piccolo in più a titolo personale. In questi giorni ho avuto delle copie dallo sponsor della Mostra "Costantino 313 d.c." che si tiene in questi giorni a Milano, a Palazzo Reale, del libro-catalogo della Mostra : libro bellissimo con contributi di importanti autori quali Arslan e la catalogazione con tutte le immagini dei circa 220 pezzi in mostra, tra cui diverse monete. Ne donerò una copia al vincitore,ma a vincere saremo tutti, tutti insieme, questa è già e può diventare una grande prova di unione, simbolica e di condivisione del collezionista, dello studioso di numismatica, partiamo da qui, poi cerchiamo di fare la strada insieme, grazie a tutti per il momento, e ora sotto con qualche botto di fine anno, pensavo di avere smesso ma per fine anno ne prometto ancora uno, di una moneta simbolo italiana, Mario2 punti
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-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o- IL PIU’ BELL’ACQUISTO DEL 2012 - RICONOSCIMENTO LAMONETA.IT Ringraziando @@cliff per la bellissima discussione aperta ed anche @@fabione191 e @@dabbene per l’idea riguardante questa iniziativa, comunichiamo a tutti gli utenti che lo Staff del forum ha deciso di attribuire un riconoscimento ufficiale (simile a quello “Utente del mese”) al più bell’acquisto del 2012. Fino al 10 gennaio sarà possibile continuare a postare il proprio miglior acquisto, effettuato nell’anno che sta per chiudersi, nella presente discussione. Una volta scaduto il termine il topic verrà chiuso e nei giorni immediatamente successivi lo Staff provvederà ad aprire un apposito sondaggio, ove verranno riproposte tutte le monete qui inserite e dove tutti gli utenti potranno esprimere il proprio voto. Il sondaggio resterà aperto una settimana, al termine della quale sapremo quale sarà stato, secondo gli utenti di Lamoneta.it, il più bell’acquisto del 2012, che verrà ufficializzato mediante un apposito e specifico riconoscimento. Questa piccola iniziativa ci consentirà di poter ammirare molte splendide monete, come quelle fino ad ora postate... non resta che aprire i monetieri e prendere la macchina fotografica! -o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-2 punti
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Salve a tutti, vi mostro quello che con molta probabilità sarà l'ultimo acquisto dell'anno :) è il primo per questa zecca del Nord della Francia e va ad aggiungersi alla mia sempre più consistente collezione napoleonica. Un demi franc della zecca di Lille, che si presenta in media conservazione. Io le ho attribuito un BB (nella scala francese TTB-45), voi come la classifichereste? 1/2 Demi Franc NAPOLEON EMPEREUR, EMPIRE FRANCAIS incisore: Pierre-Joseph TIOLIER (1763-1819) Diametro 18 mm, 2,50 g, argento .900 Decreto del 22 Ottobre 1808 Ritiro: Legge del 25 Maggio 1864 e Decreto del 18 Giugno 1868 Contorno: liscio Tiratura: 313.712 Saluti, Luca1 punto
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E' scomparsa all'età di 103 anni, in data odierna, una delle menti più brillanti del nostro secolo nonché una delle poche persone che mi rendesse fiero di essere Italiano. Un vero annus horribilis per la medicina italiana, che ha visto la scomparsa in pochi mesi dapprima Renato Dulbecco e adesso, la senatrice a vita Levi Montalcini, entrambi premi Nobel per la medicina, il primo per i suoi studi sui virus oncogeni e la seconda per la scoperta del NGF (Fattore di crescita delle cellule nervose). Mi piace ricordarla, comunque con queste sue parole di speranza per il fututo: "Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella 'zona grigia' in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi." e ancora "Ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente".1 punto
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Un ' Abbraccio fraternu a tutti .....per questa fin d'annata, :beerchug: che tutto sia positivo..1 punto
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http://www.dumez-numismatique.com/article.asp?langue=fr&article=4238........io la vedo cosi il roverci si somigliaveno tutti ma erano di detagli diversi questo .e. Arles ..1 punto
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L'impressione generale mi è parsa buona. Sicuramente è il catalogo più aggiornato sull'argomento, che sostituisce il 3° volume del SImonetti. Sono presenti le biografie dei vari principi, le valutazioni delle monete descritte e, per alcuni esemplari delle note di spiegazione. Questi i rami presenti: Acaja Vaud Savoia Racconigi Vescovi di Valenza Vescovi di Lione Eleonora di Savoia-Tonnerre Giovanna di Savoia-Bretagna Giovanna di Savoia, Imperatrice di Bisanzio Angelo di Savoia Conti del Genevese Savoia-Orange Ludovico di Savoia, re di Cipro Bona di Savoia Maria Margherita di Savoia Adelaide Enrica di Savoia-Baviera Maria Gabriella di Savoia Carignano Lobkowitz Amedeo di Savoia Aosta, re di Spagna.1 punto
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Mentre vedo con piacere che il lavoro per Fabione per l'album finale sta aumentando :blum: , ricordo che per partecipare al concorso " IL PIU' BEL ACQUISTO DEL 2013 "c'è tempo fino al 10 gennaio 2013, seguirà poi un sondaggio per stabilire il vincitore a cui potranno partecipare tutti gli utenti del forum. Al vincitore verrà dato un apposito riconoscimento e in più verrà regalato il libro "Costantono 313 d.c.". Quindi ognuno può postare quello che crede e ritiene, i gusti e le preferenze di noi possono essere svariati e differenti, l'importante poi è veramente partecipare, esserci. Avevo promesso una moneta importante, simbolo, e questa credo che per vari motivi lo sia davvero. In questo caso abbiamo la storia, l'iconografia artistica, alcuni la definiscono " una moneta gioiello". Quella che posto è LA PEZZA DLLA ROSA, è quella di Ferdinando II che la coniò nel solo anno 1665, la serie continuerà poi per diversi anni con Cosimo III Dè Medici ; è una moneta coniata a Firenze per Livorno, molte finivano poi per i mercati del Levante, e Livorno col suo porto era la giusta destinazione iniziale. Al rovescio è impresso il famoso motto GRATIA OBVIA - VLTIO QVAESITA, motto che fu elaborato dal bibliotecario del granduca Francesco Rondinelli. Il significato di questo motto può essere per la prima parte " chiedere/richiedere ", la seconda in "vendetta/punizione "; il concetto sinteteticamente è rivolto alle immunità date dai granduchi a Livorno : la casa medicea può concedere il perdono, anche se la colpa concessa, meriti e richieda una punizione. Il Rondinelli volle interpretare il pensiero di Ferdinando II, il quale pur essendo generoso e di animo buono, non esitava a colpire chi gli aveva arrecato offesa. Quindi LA ROSA simbolo di grazia e bellezza, ma che ha però le sue spine che servono proprio per colpire chi commette colpe. E' una moneta dal forte impatto emotivo, che affascina alla pima visione, di una bellezza oggettiva, credo che sia un must della monetazione italiana. FERDINANDO II DE' MEDICI - GRANDUCA ( 1621 - 1670 ) zecca di Firenze per Livorno Pezza della Rosa - 1665 - Argento - diametro 42 mm. - peso gr. 25,50 D/ FERDINANDVS II MAG D ETR V, stemma ovale in ricca cartella ad intagli, volute e drappeggi, ornata di sopra da testa di cherubino e sormontata da corona dentata con giglio in mezzo R/ GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA, due piante di rose fiorite intrecciate, all'esergo LIBURNI Mi raccomando vi aspettiamo al 10 gennaio e postate , postate per la gioia di tutti ! Mario1 punto
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Mi pare pacifico che qui siamo di fronte ad un nuovo clone, le monete sono minimo due. altro che stuccature...1 punto
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è allucinante, se andiamo avanti così non avremo più monete originali da studiare, ma studieremo gli stili degli stuccatori contemporanei!1 punto
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"Credo piuttosto che i possessori reali dei tuoi averi e risparmi guarderanno te con un tale sorriso, ma qui poi si va off topic" Ho paura che tu sia rimasto qualche passo indietro, guarda che è già un bel po' di tempo che mi (parlo per me, puo' darsi che tu sia dall'altra parte della barricata) guardano cosi1 punto
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E se il sistema dovesse andare in tilt (per intenderci come le ferrovie in Lombardia...) che si fa...? Arka1 punto
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Hai azzeccato. Troppi falsi in giro e qualche parere in più non guasta mai.... sapevo benissimo che non sarebbe passata inosservata e ho già stabilto il mio budget massimo, se poi finisce in altre mani, mai avere fretta, un altra capita sempre, collezionista SI :hi: fanatico....NO :girl_devil: .1 punto
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Purtroppo questa ha dei piccoli punti di ossidazione.1 punto
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Sul fatto che il "lo guarderemo con un sorriso compassionevole" il fatto di poter disporre liberamente dei propri risparmi, ho qulche serio dubbio. C'é un po' di differenza tra un gettone telefonico e il frutto del tuo lavoro/tuoi risparmi. Credo piuttosto che i possessori reali dei tuoi averi e risparmi guarderanno te con un tale sorriso, ma qui poi si va off topic :) Concordo con te che in effetti basta usare una semplice logica per capire che questo (dell'eliminazione completa del contante) sia il futuro.1 punto
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Per me il piu' bell'acquisto del 2012 è coinciso anche con la prima moneta della nuova collezione sulle genovesi. E' un 2 lire (Madonnina doppia) del 17471 punto
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Caro Cesare, a me pare che la via indicata sia tutt'altra. Ovvero l'eliminazione del contante in tutte le sue forme, monete comprese, graduale e sistematica. Il prossimo step é quello della sostituzione delle banconote attuali con "nuove emissioni" con giustificazione "miglioramento anticontraffazione". Ci saranno step successivi per la riduzione dell'uso dello stesso, sino al completo divieto di possesso dei propri averi valutari in qualsiasi forma direttamente maneggiabile. Se tutto va come da programma, suppongo che la via sia questa. Gli stati filo anglo-americani penso che non abbiano possibilità di scelta, e con loro i loro popoli.1 punto
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Scusate...ma avendo avuto soltanto adesso il modo di sbirciare il link indicato da avgvstvs a munzeo non ho resistito dal segnalarvi questo: http://munzeo.com/coin/crusaders-1st-crusadepreferred-coinage-12th-2971071 . Che ne dite? e soprattutto che ci leggete nelle iscrizioni ;)? Di nuovo un saluto (e per un poco mi taccio...prometto!) MB1 punto
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Sinceramente penso che siano sia legalmente che moralmente piu' in regola i commerciante che vendono, rilasciando regolare ricevuta,...che i privati "scambisti"...che poi al lato pratico non fanno altro che vendere in nero....e sistematicamente... ai mercatini non ho MAI visto nessuno scambiare....se non monete o banconote contro....cartamoneta IN EURO!!!... e non mi venite a dire...occasionalmente...o i doppioni della collezione privata........sarebbero doppioni senza fine....che durano da anni....1 punto
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Leggendo l'intervista al Tenente Colonnello Luppino(il nostro elledi)non si può fare altro che dirgli "ad majora".Mi è piaciuta ,sempre nell'intervista,la"punzecchiatura" fatta da elledi verso i Musei ma soprattutto verso alcuni se non molti funzionari pubblici che frenano la fruibilità e la catalogazione inventariale del patrimonio numismatico dei musei. --odjob1 punto
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Mattingly ha proposto che la figura al dritto del denario sia Bellona, non Roma. Questa ricostruzione poggia sulla solida considerazione che un tempio a Bellona fu votato già da Appio Claudio e, come risulta da Plinio, nel 296 era stato già effettivamente consacrato, mentre un tempio a Roma (e quindi una personificazione della città) solamente da Adriano, nel 135 d.C. Il retro riprende l’iconografia di un octobolo dei Bruzi della fine della guerra contro Pirro (quando essi erano alleati di Roma), ma con impostazione più guerresca (con le lance in resta, anziché la mano alzata). osserva Coarelli (Argentum signatum, 2013), i Dioscuri alludono a un rapporto mitico tra Bruzi e Romani, per l’associazione fra la battagtlia della Sagra con quella del Lago Regillo. L’iconografia del denario può essere interpretata, allora, come una promessa di riscatto rivolta ai cittadini di Locri e quanti altri, come loro, cercavano di resistere alle pressioni belliche di Annibale. Infatti, nel 215 (anno cui Coarelli assegna l’introduzione del denario) Locri aveva deciso di opporsi ad Annibale; convinti da Annone avevano poi capitolato, ma non prima di aver fatto mettere in salvo la guarnigione romana.1 punto
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un quinario romano repubblicano di M. Porcius Cato: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G293/51 punto
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Idea ottima, comunque per par condicio posto anche una moneta di lucca,ha prima vista sembra un normalissimo grosso da 12 denari: volto santo/ doppie T ,ma se lo si osserva bene ha una piccola particolarita, a chi la trova offro colazione al prossimo convegno.1 punto
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Nessun poblema se hai intenzione di approfondire altre emissioni. Ho la sensazione che ti interessa soprattutto studiare le emissioni di Gela. Se hai questo interesse molto specifico (e la monetazione di Gela è molto bella e anche abbastanza estesa ed esaustiva nei vari nominali nei tre metalli: oro, argento e bronzo) ti consiglio di investire nella bibliografia e cercare di acquistare la fondamentale opera del Jenkins (in due volumi: il primo di testo in inglese e il secondo con belle tavole fotografiche separate ed estraibili). Altrimenti vedere se è reperibile in qualche biblioteca vicino a te. In ogni caso siamo a tua disposizione per approfondimenti.1 punto
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fatto! nonostante le mie difficoltà con l'ungherese.... Ma non ho trovato nulla di soddisfacente....allego estratto dal corpus nummorum hungariae.. Ciao Mario1 punto
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Se vuoi identificarlo con precisione devi armarti di buona pazienza e guardare il <corpus Nummorum Hungariae che ti allego in link http://mek.oszk.hu/06900/06971/#1 punto
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@@EUROMONEY ciao, non te la prendere ma.............quella moneta non è un errore di conio ma un bel...............falsone, fatto pure male1 punto
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sicuramente hanno fatto bene a lottare contro il parere negativo della comissione, riuscire ad esprimere le propie identita culturali in un semplice tondello mi sembra la cosa più corretta e come ogni altra nazione che fa parte dell'area euro nelle propie monete bisogna esprimere ogni nazione i propi simboli e le propie identita, sempre rimanendo nei termini dell'uguaglianza della moneta e nell'unità dell'Europa, infatti le monete sono sempre le stesse come colori peso e dimensioni che rappresentano l'unità di tutti i popoli del continente e allo stesso tempo con le immagini ogni singola nazione si puo distingue da tutte le altre. Un poco il motto delle UFWC, Unità nella Diversità.1 punto
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e di fronte.......seguendo quelli raggi di sole matinale....la sovranna citta di Bonifaccio..........un bel posto,veramente......che vi invito a visitare,dal vivo.........auguri a tutti.....e buon anno 2013.......gran saluti...!!! :)1 punto
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http://www.wikimoneda.com/fiche.php?id=8259 In questo link , forse c'è una spiegazione ; che per comodità riporto : Ref : En los siguientes catálogos aparecen erroneamente a nombre de Jaime I, error superado en la actualidad. M. Crusafont nº 155 (Ed.`82) Botet-171 F. A. B. nº 855 (Ed. `80) Cayón nº 1710 (Ed. `98)1 punto
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Aggiorno la discussione riportando da Numismaster.com: Will 1913 Nickel Set Record? By Numismatic News December 26, 2012 Is $10 million too high a price for a 1913 Liberty Head nickel to achieve when one is sold at auction in this its centennial year? We will find out April 25, 2013, when Heritage Auctions puts the famous George O. Walton specimen on the block at the Central States Numismatic Society Convention auction in Schaumburg, Ill. There are only five of these rarities known to exist. The Walton specimen became even more famous when it disappeared for 41 years after its owner’s death in a car accident in 1962. It resurfaced in 2003 at the Baltimore American Numismatic Association convention. “Our Mother (Melva Givens of Salem, Va.) was one of Uncle George’s five heirs, and eventually she received the coin after being told it was suspected of being an altered date,” said Ryan Givens, also of Salem, who is one of Walton’s nephews who consigned it to Heritage with his two sisters and his brother. “The executor of the estate had consigned Uncle George’s coins to be sold at an auction through Stack’s in New York City, but Stack’s and a representative of the American Numismatic Society who also examined the nickel thought it might be a counterfeit. When the estate was finally settled and divided among the heirs, our Mother received the nickel among other things. She kept the nickel in a box with family items in the closet, and it stayed there for four decades,” recalled Givens. Heritage planned to exhibit the coin at the Florida United Numismatists convention Jan. 10-12 in Orlando; Feb. 7-9 at the Long Beach, Calif., Coin, Stamp and Sports Collectible Expo, and March 14-17 at the Whitman Baltimore Coin & Currency Expo. The Walton heirs loaned the coin until recently to the ANA’s Edward C. Rochette Money Museum in Colorado Springs, Colo., where it was a featured display the past nine years and also prominently exhibited around the country at ANA conventions. Appuntamento al 25 aprile dunque!1 punto
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Prima che l'anno termini mi sento di postare questa ultima, per me ma spero non per gli altri, moneta. Mi piacciono le monete che raccontino storie o che siano diventate dei simboli, in questo caso siamo sui più alti valori che una moneta può dare e trasmettere, questo almeno per me. Preciso subito che è uno Scudo di Lucca del 1756, ultimo anno tra l'altro di emissione ; questa moneta mi ha sempre affascinato per tanti motivi, ogni anno di emissione cambia, per piccoli particolari, ma cambia sempre. E' una moneta che richiama fortemente la sua identità, inoltre per la sua bellezza artistica nel rovescio richiama una scena scultorea, ma l'aspetto più importante è il richiamo ai valori cristiani, alla carità, all'elemosina, una moneta insomma dall'alto valore simbolico e non solo, la scena del San Martino a cavallo che si toglie il mantello per darlo al mendicante rimane una delle più rappresentative della nostra monetazione : D/ RESPUBLICA LUCENSIS , stemma con ai lati due pantere con la testa volta all'indietro R/ SANCTUS MARTINUS , San Martino a cavallo nell'atto di togliere il mantello per il mendicante Argento, anno 1756, diametro 41 mm., gr. 25,45. Provenienza asta Nomisma, 2012, N°.46, lotto 739 Le feste continuano quindi..., comunque ritengo giusto quando saremo alla fine di questa splendida e divulgativa discussione lasciare a tutti un segno, un ricordo, una testimonianza di quanto fatto, spero che in questo mi aiuti un grande e bravo utente del forum, anzi ci conto ! Mario1 punto
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Molto probabilmente non si stampa una rivista monotematica,per il settore,per una questione di vendita. Si preferisce porre in vendita una rivista che abbracci più interessi per il settore numismatico in modo da interessare all'acquisto più lettori di Numismatica --odjob1 punto
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Bisogna considerare anche questo fatto che non mi sembra sia stato evidenziato: all'epoca il 100 lire (fascione) e il 20 lire, furono venduti dalla zecca, ai chi ne fece richiesta, ad un valore ben superiore il facciale, è cioè il 100 lire a 400 lire ed il 20 lire ad 80 lire, però questi valori non erano dettati dal marketing ( o come si chiamava allora), ma oserei dire neppure dalla speculazione, o intento di lucrare sulla passione dei collezionisti, ma semplicemente furono vendute al valore dell'intrinseco di ciascuna moneta, infatti se andate a farvi i conti sulle tabelle dei prezzi storici, il valore in peso oro di un 100 lire, lira più lira meno, era circa 400 lire. Oggi queste monete, vengono vendute, all'emissione, in genere al doppio dell'intrinseco contenuto!! Buona notte TIBERIVS1 punto
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SANT'ANASTASIO al rovescio PREGHIERA Bronzo, mm. 29,3x34,1 - rif. MARTINI MEDAGLIE DEVOZIONALI CATTOLICHE n. 3473 Produzione, firmata DE GREGORIO di Napoli. Martini l'attribuisce a OLIVIERI sempre di Napoli con ?. A FRANCESCO77 ti piace questa medaglia?1 punto
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Scusate se enfatizzo e amplio la discussione; l'assegnazione dei premi internazionali è quanto di meno oggettivo esista. Basta far riferimento al più prestigioso di tutti: il Nobel. Sono certo che qualcuno di voi si sarà chiesto come mai quello per la letteratura non sia stato assegnato ad alcuni autori italiani, riconosciuti universalmente tra i più grandi del loro tempo: Pascoli, Ungaretti, Moravia, Eduardo meritavano, e come lo meritavano! Poi arrivò la sorpresa dell'assegnazione a Dario Fo, e non possiamo che rallegrarcene ma le mancate assegnazioni restano e sono assordanti! Per tornare in ambito numismatico concordo con Vincenzo nel sottolineare la mancata premiazione dei nostri maggiori numismatici contemporanei: Franco Panvini Rosati, Attilio Stazio,Laura Breglia. Ma per cogliere il "peso" che la RNS assegna al nostro Paese, nel link segnalato provate a cliccare nei links delle società numismatiche e non troverete di certo la Società Numismatica Italiana, oppure cliccate sui links dei musei e non troverete di certo Palazzo Massimo o il Medagliere di Firenze! Quindi accogliamo con gioia il premio a Lucia Travaini ma i dubbi sui criteri dell'assegnazione dei premi e sulle segnalazioni delle "cose" che contano restano!1 punto
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Se la cosa puo' aiutare a riavvivare la discussione, come gia' segnalato in Piazzetta c'e' un sito piuttosto interessante per le nostre ricerche: http://munzeo.com Digitate 'Lucca' sul motore di ricerca e sbizzarritevi... ... ad esempio, nella prima pagina era presente questa moneta (da http://munzeo.com/co...einrich-8642607 ) con un interessante +CHVINADVS nella legenda.1 punto
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Caro Simeone, Le varianti hanno sempre attratto il collezionista; in genere sono coordinate con una idea di rarità e di notevole plusvalore rispetto alla emissione ordinaria. Mitica fu la emissione del Gronchi rosa, che entrò nell'immaginario collettivo, infatuando tanti nuovi filatelisti, che all'epoca facevano la fila per comprare fogli dei nuovi francobolli nella speranza che si ripetesse qualche errore..... E nelle medaglie papali? Certamente, nei seicento anni della loro storia, vi sono state vicende che hanno determinato varianti. Ne cito qualcuna, di getto, a memoria, sottolineando che la vicenda più comune è quella della rottura improvvisa e imprevedibile del conio, coordinata con la urgenza della emissione. Per la medaglia annuale di Pio VI - anno VII si ruppe il conio del diritto nel corso della originaria tiratura; fu sostituito in via di urgenza con altro conio con busto del Pontefice senza data e in tutte le relative medaglie, ad una ad una, fu aggiunta la incisione anno VII. Ambedue queste medaglie sono decisamente rare. Analoga vicenda è raccontata da Massimo Iacobini Carafa, grande esperto di medaglie di sede vacante, nel suo libro sulle medaglie dei Marescialli del conclave;l'autore, relativamente alla emissione del 1939, riporta testimonianze dirette, che riferiscono sulla disperazione della officina Pasinati per un conio rotto e sul suo rifacimento in una notte. Per la medaglia annuale di Pio XII - Anno XIII, celebrativa della beatificazione di Pio X, la tiratura all'inizio portava la data errata III Julii. Visto l'errore, la data fu corretta in III Junii. Tutte le medaglie furono tuttavia donate o messe in vendita e si trovano con questa variante. C'è anche l'episodio riferito alla medaglia annuale di Leone XIII anno XXV.Per l'importanza dell'anno l'autore raffigurò al diritto il Pontefice con triregno. Quando il vecchio Pontefice vide questa medaglia, già coniata, non gradì e non approvò una emissione che contraddiceva al suo stile di sobrietà. Fu fatto un nuovo diritto con mozzetta; e questa è ritenuta la medaglia papale annuale approvata. Ma anche la emissione con triregno, già approntata in misura consistente, fu utilizzata per le necessità. La medaglia con mozzetta è rara. E forse si potrà continuare..... Altra questione è quella dei coni e dei riconi, ai quali fa riferimento specifico questa discussione. Nella vicenda non c'è il caso, ma , come è spiegato in molti interventi che precedono, dominano il business, le motivazioni mercantili. I coni delle medaglie papali erano di proprietà degli autori. Furono raccolti dalla famiglia degli Hamerani, per lunghissimo tempo incisori ufficiali dello Stato pontificio, che li utilizzavano per soddisfare richieste del collezionismo nella loro bottega in Via Coronari. Di poi, i coni furono acquistati dalla Santa Sede (Cardinal Mazio), che pubblicò un catalogo delle medaglie in vendita. Si dichiarava il nobile scopo di corrispondere all'interesse di molti per la arte della medaglia pontificia, ma in realtà si perseguivano scopi speculativi. Quando un conio diveniva inservibile si studiava un altro abbinamento diritto-rovescio o si rifaceva quel conio (sempre ne risultavano piccole ma evidenti differenze). Va aggiunto che, se qualcuno desiderava abbinamenti diritto-rovescio anacronistici (rovescio con diritto di anno non pertinente) o ibridi (rovescio emesso da un pontefice con diritto di altro pontefice), i venditori provvedevano di buon grado. Queste "grandi rarità", pur essendo talvolta addirittura un "unicum", non sono apprezzate dal mercato, perchè evidentemente illegittime ed arbitrarie. E vengo alle tue medaglie, che nascono in una situazione di assoluta buona fede. Capisco anche l'interesse originario per la data errata; ma si tratta più di una curiosità che di una varietà. Onestamente, non penso che abbiano o possano avere in futuro un plusvalore (se ho ben capito hanno anche avuto tiratura abbastanza consistente). Il collezionismo delle medaglie papali non è un collezionismo di massa: in qualche misura è un collezionismo che ha il difetto di sentirsi collezionismo di élite, molto più attento a discutere dell'arte e della storia di una medaglia che ad una vicenda di cronaca relativa al rinvio di una visita pastorale. Più in generale, mi sembra difficile pensare ad una rivalutazione delle medaglie papali contemporanee di emissione privata.Sviluppo un ragionamento teorico, che non riguarda il tuo caso (neanche so se il conio a data errata sia rimasto nella tua disponibilità o sia stato oggetto di sovraincisione per coniare le medaglie a data corretta). Chi colleziona da tanti anni è consapevole per le medaglie contemporanee di emissione privata, se aumenta la richiesta, potrebbe continuare ad aumentare la tiratura e che, purtroppo, gli Hamerani e i Mazio non sono probabilmente scomparsi. Ma, se è legittimo che chi ha proprietà del conio dia risposta al mercato, è anche ovvio che il collezionista prudente si tuteli, non attribuendo a questa medaglie un valore superiore a quello del metallo e della sua lavorazione.1 punto
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Mah. Francamente non credo che questa estemporanea "levata di scudi" possa avere altri risultati che non quello di manifestare compatti la nostra vicinanza all'amico vittima del sequestro. Non siamo in grado di cambiare questo stato di cose perchè siamo un'esigua minoranza elettoralmente insignificante, che si agita per qualcosa che al "popolo" non fa nè caldo e nè freddo. Figuriamoci che effetto potrebbe fare questo nostro "movimento di opinione" a chi ha le leve del potere......meno di zero. M.1 punto
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In risposta a De Rege Epicuri. 1. L’orientamento degli assi, nell’ottica della nostra discussione, mi pare la questione meno interessante. L’ho sollevata per gusto della precisione, non penso possa essere elevata a sistema. Direi piuttosto che, nel caso riuscissimo a verificare un numero elevato di denari dello stesso tipo (ad e. Julia Mamea - Vesta), allora potremmo avere conferma del fatto che i falsari non tenevano in gran conto l’orientamento della moneta. Questo nel caso gli originali fossero TUTTI orientati nello stesso modo, contrariamente ai falsi. 2. Il discorso inerente il Numeriano e le modalità dell’argentatura deve essere estrapolato e applicato nella giusta ottica. Come ho detto, i suberati tipici, per così dire, presentano uno strato superficiale piuttosto spesso (apprezzabile con una lente o persino a occhio nudo); ciò è dovuto al rivestimento ottenuto con una vera e propria lamina metallica. Di solito questi pezzi sono repubblicani o arrivano alla metà/fine del II secolo d.C. Al contrario, i denari di bronzo (direi, più propriamente, di rame) che stiamo analizzando sono tutti databili a un periodo storicamente più tardo. Se non erro datano quasi tutti dal regno di Settimio Severo in poi (Jualia Domna, Caracalla, la mia Julia Mamea, gli Alessandro Severo riportati nell’articolo citato...). Se osservo il mio esemplare, che sembrerebbe essere di rame, noto ancora un vago alone di argentatura. Un amico collezionista di Novara (persona riservatissima, devo sperare di convincerlo a farmi scansionare il suo esemplare) possiede un denario di Septimio Severo in rame, con ancora buona parte dell’argentatura sul dritto. Ebbene, quello che ho notato è il differente tipo di argentatura di questi esemplari rispetto ai suberati più noti (quelli cui siamo abituati); aggiungo che anche gli esemplari del tesoretto riportato nell’articolo vengono descritti come rivestiti da “un velo” di argentatura. Il mio ragionamento è stato che in quella fase storica (fine II secolo, inizi del III d.C.) si doveva essere sviluppata la tecnica più tardi diffusa a livello sistematico con la produzione ufficiale degli antoniniani argentati. Tecnica che reputo comportasse il bagno in soluzione di mercurio, come ho riportato. Il fatto che gli esemplari postati qui si presentino privi di argentatura in fondo non dovrebbe stupire; se ci pensi, la stragrande maggioranza di antoniniani ufficiali di imperatori come Probo, Aureliano, Caro, Carino, Numeriano, ecc. ci sono pervenuti privi di argentatura. Anche in condizioni splendide, con dettagli molto fini, ma pur sempre “nudi”. Questo perché lo strato superficiale di argento era davvero esiguo. Vi domando: quanti di voi hanno un Probo “allo stato dell’arte”, ossia argentato perfettamente nei minimi particolari? I miei esemplari migliori sono comunqu “macchiati”, consunti in alcuni punti, mai perfettamente uniformi. Il mio ragionamento, inoltre, si estende ad altre considerazioni. Possiamo infatti fare un distinguo, ossia pensare che alcuni esemplari, come la mia Julia Mamea e gli esemplari del tesoretto esposto a Londra fossero in effetti dei falsi, mentre quelli postati in queste pagine fossero monete ufficiali, utilizzate lungo il limes per transazioni commerciali con popolazioni barbariche e per pagare il soldo alle truppe. Tuttavia, mi domando come quelle genti avrebbero accolto monete dall’aspetto così “povero” e mi viene naturale pensare che per accrescere il loro “appeal” fosse scontato - anche per l’erario romano - sottoporle a un tutto sommato economico (allora, non oggi!) e svelto procedimento di argentatura. D’altra parte, a livello puramente speculativo, direi anzi tattile, come sarebbe stato possibile convincere gente già di per sé sospettosa (comunque non sostanzialmente intrisa di romanità) che quelle monetine di rame (o bronzo...) avessero lo stesso potere di acquisto dei denari comunemente circolanti, fatti di argento massiccio (beh, presunto tale... visto che all’epoca di Settimio la mistura già impazzava)? Pur accettando che le monete viste qui fossero emissioni ufficiali dello Stato, reputo che dovessero essere anch’esse argentate. Ovviamente posso benissimo sbagliarmi, ma ritengo questa supposizione intrigante, oltre che ragionevolmente sostenibile. Certo sarebbe interessante visionare i pezzi del tesoretto esposto a Londra: dalle foto, sembrano comuni denari in tutto e per tutto. Mi si dirà che mi sbaglio a supporre che le monete qui illustrate avessero lo stesso valore nominale di un normale denario, ma allora chiedo: perché farle sembrare tali? Se lo Stato romano avesse voluto coniare monete di poco costo per particolari utilizzi (come le transazioni lungo il limes), perché si sarebbe complicato le cose coniando i nuovi pezzi con dimensioni e aspetto simile a quello dei denari? Ingenerando, tra l’altro, una certa confusione negli utenti, oltre che la necessità di introdurre un cambio ufficiale tra questi pezzi e il circolante ufficiale? Più facile sarebbe stato introdurre un nuovo modulo ben riconoscibile, credo. I pezzi di cui stiamo parlando, invece SEMBRANO a tutti gli effetti dei denari, ma coniati con il materiale sbagliato. 3. Posto che gli esemplari del tesoretto e quello in mio possesso siano della medesima provenienza (il fatto che si tratti sempre del tipo monetale con Vesta sul retro me lo lascia supporre), direi che ci troviamo davanti a denari di rame con leggerissima argentatura superficiale. Gli esemplari dell’articolo si sono conservati in modo ottimale (un tesoretto, in effetti, quindi protetto per secoli e in ambiente chiuso), altri - la maggioranza - assolutamente no, come il mio d’altra parte. Non lo trovo strano. Oltretutto in questa sede siamo pochi interlocutori: interessante sarebbe coinvolgere decine, centinaia di collezionisti e chiedere loro se possiedono esemplari che combacino con le nostre descizioni: A) pseudo denari ben conformati ma non d’argento B) denari suberati, con argentatura leggera ben conservata, databili al periodo che ci interessa (dalla fine del II secolo in poi). Concludo ponendoti comunque un quesito: se, secondo te, questi esemplari (come quello, magnifico, che hai postato) non erano affatto argentati, quale era in effetti il loro scopo e quale la loro origine, alla luce di considerazioni eminentemente pratiche legate all’introduzione di un tipo monetale così particolare in un ben preciso momento storico? PS L’esemplare di Settimio che ho citato, appartenente a un amico, è un denario in rame, rivestito di un velo d’argento, del tipo “consecratio”, con aquila ad ali dispiegate. Evidentemente coniato sotto Caracalla, reputo fosse in realtà un falso e non un denario per il “sussidio” ai Germani; tuttavia la sua argentatura è davvero diversa da quella dei suberati più antichi. Questo mi sembra comunque un elemento di non poco conto. Ciao e grazie ancora.1 punto
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??? :o Per fortuna le cose non vanno così (e particolarmente non vanno così in Sicilia ed ancor più particolarmente non vanno così nella provincia di Agrigento) :rolleyes: . Certo, per una persona che ha i suoi impegni ed i suoi affari, avere dei rapporti con questi Uffici può essere una seccatura, ma niente di drammatico. Se poi invece diventa l'occasione per far venir fuori una passione, magari un pretesto ed un inizio per raccogliere intorno a sè altri amici e cominciando a guardare con un occhio diverso tanti piccoli frammenti del passato dispersi nel terreno delle nostre campagne, beh forse allora potrebbe rivelarsi veramente un gran colpo di fortuna, una fortuna molto più grossa e di ben maggiori soddisfazioni che non il valore venale (di pochi euro, forse venti o trenta per dirla fuori dai denti) che potrebbe raggiungere sul mercato clandestino questo bellissimo e culturalmente stimolantissimo "pezzo di storia" :) .1 punto
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