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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/30/12 in tutte le aree

  1. Perdonatemi se vado un po' Off Topic … ma scrivendo così spesso di Filippo di Cleves mi sembra simpatico ricordare la vicenda di Tomasina Spinola e Luigi XII: Si narra che il 26 settembre 1502 il Re di Francia Luigi XII giunse a Genova. La sua missione era di convincere dogi e nobili ad aiutarlo nella lotta contro la Spagna. Il Re entra in città, attraverso la porta dei Vacca, accolto dal Governatore Filippo de Cleves, si reca alla Cattedrale di San Lorenzo per la cerimonia religiosa e poi a palazzo Ducale. Nei giorni seguenti partecipa a feste e visite presso la nobiltà, in particolare la prima domenica di settembre partecipa ad una cerimonia speciale nella chiesa di Santa Maria dei Servi e, nel pomeriggio, visto che a lui veniva attribuito un potere taumaturgico, indossata una tunica bianca fermata in vita da una fascia rossa, assiste ad una triste sfilata di ammalati (le cronache dicono oltre cento), il Re li tocca uno per uno e ad ognuno dona una moneta (non credo però fosse uno di questi minuti), mentre una folla di curiosi lo acclama. Naturalmente famiglie genovesi fanno a gara per invitare al loro palazzo il Re e una sera, durante un ricevimento organizzato dalla famiglia Fieschi in una villa di Carignano, Luigi XII incontra la bellissima Tommasina Spinola (peraltro già sposata con Luca Battista Spinola), fu amore a prima vista. Re Luigi e Tomasina trascorsero l’intera serata a ballare, lanciandosi sguardi pieni di desiderio. Tra loro però ci fu solo questo, perchè il mattino successivo il re dovette ripartire.Tommasina era sconvolta dal dolore dell’amore lontano cosicchè si separò dal marito e si rinchiuse in casa per non uscirne più. Passavano i mesi, trascorsero gli anni e Tommasina era sempre lì, a distruggersi d’amore per il suo Re. Sperando in qualche modo di liberarla dalla prigione di dolore nella quale si era rinchiusa, la nutrice di Tomasina le diede la falsa notizia dell’imminente morte di Luigi XII; fu allora che accadde la tragedia: il cuore di Tommasina non ebbe la forza di reggere ad una notizia così tragica: Tommasina morì. Quando il Re tornò a Genova, questa volta da nemico, gli raccontarono tutta la storia e volle recarsi a vedere la casa dove Tommasina trascorse i suoi ultimi istanti, e rivolgendo lo sguardo verso una delle finestre della casa disse: “Avrebbe potuto essere un amor perfetto.” Questo è il nome che quella piazza ha ancora oggi: Piazza dell'Amor Perfetto. Ecco l'unica immagine che abbiamo di lei: nella Pala di Ognissanti di Ludovico Brea che è nella Chiesa di Santa Maria di Castello, questo quadro fu iniziato da Brea nel 1500 e terminato nel 1513 e tra i 215 personaggi incluse anche la sfortunata Tommasina (è l'unico personaggio che guarda verso di noi che ammiriamo il quadro).
    3 punti
  2. Come promesso ecco alcune pagine tratte da : Trésors monétaires XVI Saint Maurice de Gourdans et autre Trésors de la region Rhone-Alpes sous la direction de Jean-Baptiste GIARD, Michel AMANDRY Bibliotheque nationale de France 1997 Un tesoro di false monete sabaude scoperto nel 1955 a Samognat (Ain) a cura di A.Clairand , D.Hollard e M.Guerra segue
    2 punti
  3. 2 punti
  4. Ragazzi affarone, finalmente l'ho preso, il GK finalmente è nelle mie mani, trovato su ebay a 90 euro, che ve ne pare?? ahahahah :rofl: a breve pubblico le foto ahahahah :rofl:
    2 punti
  5. -auto edit rettifica- Disposto ad esser smentito domattina, ma da una veloce ricerca sulla "gazzetta U.E" ancora nulla (salvo ritardi); per quanto ne so finché non viene autorizzata e pubblicata l'emissione nisba. Penso che con l'emissione già effettuata nel 2012, salvo errori di calcolo, il Lux abbia raggiunto il limite massimo di emissione di commemorative per il 2012
    2 punti
  6. Fortuna che eran solo degli aquilotti del 27 (o aquilini che dir si voglia) Fosse stato un bel modulo rinascimentale in argento avrei pianto .... A parte gli scherzi @@Luca97 , se posso permettermi di darti un consiglio, la pulizia può essere anche giustificata ma va fatta con criterio!! Probabilmente hai usato un prodotto abrasivo che in questo caso anche se ha creato danni non sono poi così rilevanti in monete che vanno a peso!! Esistono dei prodotti appositi che benché lavino via la patina non creano danni ... Anche perché la stragrande maggioranza delle monete del regno sono state pulite, lavate, stese e stirate :P
    1 punto
  7. 1 punto
  8. io poco ..... gli altri molto mi fa molto piacere che qualcun altro intervenga in questa discussione quando capisci come vanno letti ti viene quasi automatico prova tu stesso con questo
    1 punto
  9. Questo è molto interessante e pertinente Luciano, fa capire che le città coi porti furono le più colpite e pare che Venezia subì conseguenze rilevanti da quello che dice lo Stahl , anche la zecca da quel che dici subì sicuramente uno stop visto il numero dei decessi tra gli addetti, quindi non solo conseguenze sulla popolazione, ma anche sulla produzione di monete e riflessi sugli ambiti economici e lavorativi, vedi salari ecc.
    1 punto
  10. Si vede benissimo che sono coni differenti,alcune fiammelle sono orizzontali invece che verticali,il libro aperto a volte è di 5 pagine a volte di 6 e mi sembra anche di 4. La testa e notevolmente differente e altro. Ora l'errore può essere di chi ha rifatto i vari coni cambiando le figure di volta in volta che si usuravano e non tenedo il primo come base unica ma ridisegnandolo ogni volta, cosi facendo sono state create diverse variante di un'unica moneta di base.
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  11. Risultano numerose le occasioni durante le quali abbiamo scritto del significato che assume la presenza di Venere sulle monete fatte coniare da Giulio Cesare. Con delle modalità che si potrebbero definire tradizionali per la Roma repubblicana, le famiglie influenti utilizzavano le monete per glorificare la propria “gens” e Cesare stesso celebra la gens Iulia facendo incidere quanto di mitologico si voleva collegato a tale nome. La gens Iulia infatti, faceva risalire le sue origini a Iulo che era il figlio del troiano Enea che a sua volta era stato generato dall’unione di Anchise con la dea Venere. Possiamo notare la chiara allusione a queste origini mitologiche nel denario che riporta al dritto il ritratto di Venere rivolto a destra, mentre al rovescio si trova inciso Enea che reca sulle sue spalle il padre Anchise ed in mano il palladio (Cr. 458/1; B. 10). Quanto si trova celebrato sul precedente denario si collocava a pieno titolo nel solco della consuetudine repubblicana e lo stesso Cesare, nel corso della sua vita, avrà modo di dimostrarsi devoto alla dea al punto che fece edificare il tempio di Venere Genitrice; esso venne consacrato a Roma nel 46 a. C. La Pietas, per i romani, era una virtù fondamentale e la si esercitava dedicando agli dei la devozione del culto e della fede. Lo stesso Enea, mitologico capostipite della gens di Cesare, era la perfetta rappresentazione della pietas, ma qual era in realtà la devozione di Cesare? Le fonti e gli accadimenti storici ci propongono delle considerazioni molto interessanti. Svetonio (Suet., Caes. 6) scrive che Cesare, all’epoca ancora adolescente, pronunciò un discorso in occasione delle esequie di una zia che era moglie di Caio Mario e disse: “nella mia stirpe vi è la maestà dei re che eccellono per potenza fra gli uomini, e la sacralità degli dei che hanno la potenza dei re nelle loro mani”. Quanto leggiamo potrebbe apparire un esempio di retorica funebre che tendeva a soffermarsi sull’immortalità di una discendente dei Giulii o un’interpretazione di Svetonio che è vissuto in un’epoca molto differente da quella dei contemporanei di Cesare, ma vedremo che il tutto appare il frutto di quelli che erano i progetti ed i più personali slanci di un uomo che si vedeva motivato e proiettato in grandi imprese per sé stesso e per la sua famiglia. Imprese, queste, che segneranno la storia di Roma e porranno conclusione alla repubblica. Le monete fatte coniare da Cesare ci danno prova del fatto che egli seguì scrupolosamente tutto il percorso riservato ai giovani patrizi che intendevano accedere ai più elevati ranghi della vita pubblica. Questo non risultava possibile se non si accedeva anche alle più prestigiose cariche religiose ed a 17 anni divenne Flamine, ossia sacerdote di Giove (Suet., Caes. 1). Episodio, questo, che troviamo rimarcato nel denario coniato nel 49-48 a. C. Qui Cesare viene indicato con gli attributi tipici dei Flamini e ciò indica che egli si colloca, formalmente, all’interno della religione tradizionale. Al dritto si osserva un elefante rivolto a destra, mentre in esergo vi è CAESAR. L’elefante, da quanto riporta il Babelon, alluderebbe al nome di “Caesar” che in lingua punica sta ad indicare lo stesso animale che si vede raffigurato. Il rovescio è anepigrafo e porta raffigurati gli strumenti sacrificali: culullum, aspersorio, ascia e copricapo dei Flamini (Craw. 443/1, B. 9). Nel 63 a. C. poi, mentre la sua carriera politica era già ben intrapresa, riuscì ad ottenere la carica di Pontifex Maximus che lo rendeva capo della religione romana. A tal proposito, sia Tacito che Svetonio concordano nell’affermare che Cesare era sì nella condizione di poter concorrere all’ottenimento di tale carica, ma non era nella posizione migliore per assumersi tale responsabilità. A detta delle fonti, Cesare pagò profumatamente la sua elezione (Suet., Caes. 13) ed alla vigilia dell’esito della candidatura avrebbe detto a sua madre: “voi oggi vedrete vostro figlio o Pontifex Maximus o cacciato da Roma” (Plut., Caes. 7). Il denario che segue (Craw. 467/1b, B. 16) riporta al dritto il ritratto di Cerere rivolto a destra e coronato di spighe di grano. La legenda è: COS.TERT – DICT.ITER Al rovescio: AVGVR PONT MAX con simpulum, aspersorio, vaso sacrificale, e bastone degli auguri. Nel campo M (munus). Le fonti, nel narrarci dell’elezione di Cesare alla carica di Pontifex Maximus, non celano dei giudizi e dei rimproveri che sono diretti al di lui arrivismo, al suo relativismo religioso ed al fatto che abbia comprato quanto a Roma vi era di più sacro.
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  12. Salve Minerva. :) E' un autentico piacere poterti rileggere nuovamente! Vivissimi complimenti per questa nuova ed esaustiva ricerca storico-numismatica. Anche il corredo iconografico è molto attraente. :good:
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  13. Nell'attesa.... potete prepararvi, come me, al grande "evento" qui: http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Culto_del_Grande_Cocomero
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  14. Il prezioso messaggio di @@Arka (post n.2) mi ha fatto ragionare un poco. Il denaro piccolo romano con Veronica (Svdarivs) potrebbe contenere lo stesso significato che esprime il mezzanino veneziano. Ho sempre pensato che la sua produzione fosse giustificata solo con l'evento dell'esibizione al pubblico della reliquia per la prima volta (Giubileo del 1350). E' l'unica moneta che presenta in iconografia esclusivamente simbologia religiosa. Solo un'ipotesi (ragionevole? Màh...) :).
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  15. Per meglio capire cosa è un carnyx, riporto sotto una riproduzione. La grafia resta molto strana e il vero problema è conoscere la sua presenza presso i Celti. Comunque penso alla Gallia meridionale, a stretto contatto con genti anche etrusche, la cui lingua ha influenzato anche i nostr Galli insubri....
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  16. Arrivata la rivista finalmente anche io ho potuto leggere l'interessante articolo sui 20 centesimi di Vittorio Emanuele III, complimenti agli autori. Volevo sottolineare anche l'articolo sulla zecca di Cagliari, molto interessante che in poche righe rissume la vita plurisecolare della suddetta zecca, dal periodo di inizio lavori sotto la dominazione Aragonese prima e Spagnola dopo fino al periodo di dominazione dell'isola da parte dei Savoia, partendo dalla coniazione dell'Alfonsino minuto fino all'ultima coniazione dei tre Cagliaresi. Volevo sottolineare la bellezza della monetazione della Sardegna e segnalare a chi si trovasse in Sardegna in vacanza di visitare i musei dei Cagliari, Sassari e Ozieri dove sono esposte dei bellissimi esemplari di monetazione Sarda dalle origini Fenicie a quelle Savoia.
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  17. Perfetto. In questo modo abbiamo un altro esempio di come possono essere studiati i ripostigli (l'altro era quello dell'IGCH che ho postato io qualche giorno fa). Il "trésor" postato da Piergi raccoglie le informazioni di un ripostiglio in maniera abbastanza estesa, ma non è detto che non si possano trovare altri formati, più o meno sintetici. L'IGCH fornisce proprio l'esempio di questa sintesi estrema, dove però le informazioni essenziali su luogo di ritrovamento, data, t.p.q. e descrizione del contenuto sono fornite, insieme alla bibliografia completa. Idealmente, per gli scopi che si prefigge Littore, andrebbero raccolte tutte le pubblicazioni che descrivono i ritrovamenti, nella loro eterogenità. Poi Littore dovrà valutare cosa è meglio fare: utilizzare i dati per uno studio sulla circolazione monetaria (ma io preferirei parlare di "presenze monetarie"), oppure stendere una sintesi come quella dell'IGCH specificamente dedicata alla monetazione sabauda. Entrambi i percorsi di lavoro sono validi, ciò che cambia è la complessità: maggiore per il primo, molto minore per il secondo. Ciò non toglie comunque dignità al secondo percorso. Sfido chiunque a elencare le monetazioni per cui è disponibile un repertorio sintetico dei ritrovamenti... Fossi al posto di Littore, strizzerei l'occhio alla seconda opzione, per vari motivi: comunque devo raccogliere i testi che parlano di ritrovamenti (per eventuali studi di lungo periodo sulla "circolazione") e farne una schematizzazione. Tanto vale quindi cominciare a dare concretezza a una prima fase della ricerca, con quello che - continuo a ripetere - sarebbe in ogni caso una sintesi importante e utile. E.
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  18. Entro il mese scorso ho trovato questi due in circolazione, in due giorni diversi. La moneta più recente, sulla destra, è un 1960d. Bello, per 52 anni! Ma a sinistra è un 1939s, 73 anni e una data migliore della serie, che trasporta un piccolo premio numismatico. (Nel mio album Jefferson Nickel di infanzia, il foro per il 1939s era vuoto). :) v. ------------------------------------------------------ Within the last month I found these two in circulation, on two different days. The newer coin, on the right, is a 1960d. Nice, for a 52-year-old! But on the left is a 1939s, a 73-year-old and a better date in the series, which carries a small numismatic premium. (In my own childhood Jefferson Nickel album, the hole for the 1939s was empty.) :) v.
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  19. Non per qualcosa, ma un antoniniano di Filippo, originale, lo si riesce a trovare a poco meno... -_-
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  20. Bravissimo Matteo ...e allora eccomi qua a ragionare un po' su questo minuto "particolare" ... Anch'io lo attribuisco a Filippo di Cleves però bisogna prima ricordare che per i minuti di Filippo già con le altre fotografie abbiamo dovuto aggiornare gli studi precedenti. Si conoscevano i minuti di questo Governatore per il Re di Francia ed erano considerati un'appendice dei minuti che, negli stessi anni, aveva battuto Luigi XII (o almeno dopo il 4 novembre 1499 data in cui fu nominato Filippo Governatore di Genova per il Re di Francia), ma tutti i libri (Lunardi, Pesce e CNI) dicevano che la legenda iniziava in basso a sinistra con FD CGI o FC GI , invece vediamo da questi documentati dalla Corsica che la legenda può iniziare dall'alto in centro con la croce e a destra FD o FC ecc... e già questo per me è una grandissima scoperta che non conoscevo. Ora in questo esemplare leggo benissimo a croce iniziale in alto poi scendendo a destra, la rosetta e la F regolari e dopo una lettera strana sconosciuta che potrebbe essere una A o una M o una R o una W...oppure potrebbe essere una una rosetta mal fatta (ma sarebbe molto strano perchè è troppo ben evidente la mezza impronta) e quindi non saprei cosa dire: una nuova legenda? Che cosa potrebbe significare quella lettera in quel posto? ...la R di Ravenstein o la W di Wijnendaele (Philippe de Clèves: seigneur de Ravenstein, Wijnendaele et Enghien, était un noble et un chef militaire des Pays-Bas bourguignons, conseiller de Maximilien de Habsbourg.) O, infine, un altro Governatore sconosciuto? ...chissà? E allora guardiamo il retro: canonica legenda C R R e poi IC ? Direi, per concludere, che tutto corrisponde, impronta, forma del castello stile ...ad eccezione di quella lettera .... forse, più banalmente, solo un "errore"??? A voi la parola ....
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  21. eccola qua..... Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us
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  22. Non è semplice risponderti. Per prima cosa dobbiamo distinguere la tecnica e la tecnologia adottata per coniare l'eventuale riproduzione, in secondo luogo risulta certamente utile l'analisi stilistica delle impronte. Se per coniare una riproduzione si è utilizzata ad esempio una pressa è molto probabile che il prodotto finale sia mancante (o comunque se presenti le dimensioni sono decisamente meno rilevanti) di quei piccoli dettagli tipici ed irregolari delle monete battute al martello tra cui le famose "vie di fuga" del metallo ben visibile in una delle foto di esempio che ho postato sopra. Questo perché la coniazione a macchina risulta essere più progressiva ed uniforme rispetto alla battitura a martello. Se potessimo fare un'analisi metallografica ci accorgeremmo che la struttura di una moneta battuta a macchina è molto differente da quella di una moneta battuta al martello per via della differente forza impressa in un determinato tempo (più breve per la coniazione al martello) che porta ad un maggiore incrudimento del metallo nel caso della coniazione manuale. La struttura di una moneta coniata al martello risulterà essere "più compressa" rispetto a quella della moneta coniata con la pressa. Anche con la misura del peso specifico probabilmente si riuscirebbe a notare la differenza (seppur minima) tra una moneta coniata ed una pressata. Poi occorre analizzare il tondello per comprendere se la tecnica adottata per produrlo è compatibile con quella conosciuta per il tipo di moneta e per il periodo esaminato; anche la composizione metallica può certamente aiutare, mettendola in relazione con quelle autentiche (a patto che non siano state utilizzate per la coniazione monete fortemente consunte ma autentiche). Infine lo stile: tanti falsi ottenuti per coniazione moderne sono realizzati con l'incisione manuale di nuovi coni, perciò il più delle volte l'incisore moderno non riesce a copiare perfettamente lo stile antico includendo inconsapevolmente elementi riconducibili al mondo moderno che ci consentono di distinguere i famosi denari bulgari da quelli autentici. Esistono poi le incisioni dei coni mediante l'utilizzo dei più moderni macchinari (che copiano alla perfezione l'impronta di una moneta genuina) e probabilmente questi sono oggi i falsi più pericolosi ma i costi di produzione devono necessariamente risultare molto alti e quindi suppongo possano essere giustificati solo per monete particolarmente rare ed apprezzate dal mercato. Se un falsario dovesse impiegare un conio realizzato come sopra, la tecnica della coniazione libera a martello con preventivo riscaldamento del tondello ed un metallo compatibile, temo sia molto complicato individuarlo.
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  23. Ancora non riesco a spiegarmi che senso ha acquistare a peso un marengo comunissimo dagli USA, con tutti i problemi, disguidi e rotture di scatole che si porta dietro... Con il rischio ulteriore che, se sulla busta scrivi "investment gold coin", in dogana neanche ci arriva! :nea:
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  24. Meglio un gettone in FDC senza doratura che un gettone artefatto... Un gettone con la doratura artefatta commercialmente vale meno di un MB. Si tratta solamente di un tentativo di frode a danno del collezionista. Sarebbe bene che si scoraggiassero certe pratiche. Davide
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  25. Catalogo? Qua puoi spulciare il cohen http://www.inumis.com/ressources/rome/books/cohen/ Oppure puoi scaricarlo in PDF dalla biblioteca di questo sito. Avrà più di un secolo ma assieme al RIC (anch'esso si trova in PDF) sono i testi più completi :) Avevo saltato il pezzo del "soffro le lingue straniere"... ll catalogo alfa (per quanto mi hanno detto) è valido, ma per completezza non arriva minimamente ai livelli del RIC (diviso in 10 volumi di cui alcuni divisi in A, B e C) Sei partito bene in quanto non nomini neanche di striscio la baia (eBay), sconsigliato in quanto le monete poste in vendita potrebbero non essere di lecita provenienza (prego gli altri utenti di evitare le solite discussioni sull'argomento, se non qualche ammonimento essenziale). Gli antoniniani sono un buon punto per partire, se poi punti su Gordiano III trovi conservazioni buone a prezzi accessibili. Non posso aiutarti per quanto riguarda testi basati proprio sulla zecca di aquileia, ma posso complimentarmi per l'idea, davvero una bella scelta, ha coniato dal 294 al 425d.C. . Le sue sigle sono AQ, AQVI, AQVIL, AQOB, AQPS, SMAQ* Quest'ultima sta per Sacra Moneta AQuileia Le sigle possono essere precedute da una lettera che ne indica l'officina (la lettera può essere anche dopo la sigla). P per la prima officina, S per la seconda, T per la terza (...) Un breve esempio: una moneta con esergo (parte più bassa del rovescio con la sigla) AQUILP è della zecca aquileia, prima officina. Saluti, Giuseppe.
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  26. bibliografia: Seltman , C., Athens, Its History and Coinage before the Persian Invasion, Cambridge 1924 KRAAY, C. M., Coins of Ancient Athens, Newcastle 1968. KRAAY, C. M., Archaic and Classical Greek Coins, London 1976. KROLL, J. H., ‘From Wappenmünzen to Gorgoneia to Owls’, ANS Museum Notes 26 (1981), 1-32. KROLL, J. H., The Athenian Agora. Vol. XXVI. The Greek Coins, Princeton 1993. LEWIS, D. M., ‘The Chronology of the Athenian New Style Coinage’, Numismatic Chronicle, 1962, 275-300 MATTINGLY, H. B., ‘The Beginning of Athenian New Style Silver Coinage’, Numismatic Chronicle 150 (1990), 67-78. MØRKHOLM, O., ‘The Chronology of the New Style Coinage of Athens’, ANS Museum Notes 29 (1984), 29-42. PUGLISI, Mariangela, ‘La monetazione bronzea di nuovo stile ateniese’, Rivista Italiana di Numismatica 97 (1996), 43-82 STARR, Ch. G., Athenian Coinage 480-449 BC, Oxford 1970. THOMPSON, W., The Athenian Gold and Bronze Coinages of the Dekeleian War (diss.), Ann Arbor 1963. TSOURATSOGLOU, I., ‘The Coinage of Athens’, in Athens – Sparta, New York 2006, 241-255. WALKER, A. S., A Chronological Study of the Greek Imperial Coinage of Athens based on the Collection of the Agora Excavations at Athens (diss.), Ann Arbor 1980. ciao skuby
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  27. corretto... anche se era simpatico così.... magari un bel pezzo da 90 di Vittorio Amedeo I....... una bella liretta magari.... :pardon:
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  28. La prima cosa che mi viene in mente è che a Venezia proprio durante la peste si coniò una nuova moneta, il mezzanino. Sul rovescio era rappresentato, come di consueto, il Redentore. Ma questa volta era rappresentato in modo differente dal solito. Infatti quello che si vede sulla moneta è il Cristo risorto, mentre esce dalla tomba. Chiaramente questa moneta rappresenta un messaggio di speranza per la popolazione così duramente colpita dalla peste. Tutti risorgeremo, questo è il messaggio. Da notare anche la prospettiva usata dall'incisore che dà profondità al sepolcro. Insomma, una bellissima moneta con un significato importante. Ultima cosa, questa scena venne ripresa sui ducati di Ferrara un secolo dopo. Arka
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  29. Guardate questa ;) ... tremenda!!
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  30. Ne sei sicuro? Riporto un bellissimo commento di @@cembruno5500, che trovate a questo link: "La patina non deprezza la moneta ma, anzi, la rivaluta. Una patina uniforme di vecchia collezione (con le sue sfumature azzurro-verdine) è ciò che di meglio possa avere una moneta d'argento"
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  31. Per la cronaca mi è stato risposto con le scuse del titolare e con felicitazioni per la conclusione felice della questione. Un po di delusione rimane per quella frase infelice e le varie mancate risposte ma l'importante è che tutto è andato bene. Grazie ancora a tutti per il supporto!
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  32. Le grandi strutture architettoniche del Mesoamerica si allineavano con il Sole per indicare l’importanza dei due momenti nel sistema calendariale pre-ispanico. Esempio ne era Teotihuacan, con la piramide del Sole al centro del "sistema solare".
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  33. Il passaggio di Venere per le popolazioni precolombiane: Venere è l'astro più luminoso in cielo dopo la Luna ed il suo spettacolare passaggio davanti al Sole, lo potremo ammirare solamente nel 2117. Astronomicamente, Venere ha la stessa massa e dimensione della Terra ma presenta un'atmosfera differente. In un almanacco contenuto nel Codice di Dresda, venivano indicate le fasi della Stella del Mattino e della Sera, mostrando come il popolo Maya conoscesse bene il pianeta e le sue caratteristiche, tanto da determinare l’esito positivo o negativo dell’intera giornata. Secondo la geologa Sabrina Mugnos questo conterrebbe "65 rivoluzioni sinodiche, corrispondenti a 37960 giorni, pari a 104 anni Haab e 146 anni Tzolkin e l’intero ciclo di apparizione e scomparsa è indicato in relazione ai giorni dello Tzolkin, con i rispettivi nomi delle divinità che li presiedono e i punti cardinali associati. I movimenti di Venere avevano finalità pratiche ai fini agricoli: il suo ciclo all’orizzonte determinava il momento adatto per la semina e il raccolto in base ai momenti più o meno piovosi. Il Periodo Sinodico di Venere, della durata di 583, 92 giorni, è perfettamente compatibile con la lunghezza del nostro anno stagionale di 365 giorni”. Quando Venere sorgeva dall'inframondo, con le sembianze di Quetzalcoatl per gli Aztechi e Kukulkan per i Maya ed i Toltechi, si prevedeva un giorno di disgrazia. Era dunque necessario riuscire a stabilirne anticipatamente i movimenti per pianificare anticipatamente cerimonie e rituali, al fine di prevenire le sciagure. Nella città Maya di Mayapan, nello Yucatan, è stata scoperta una pittura murale che raffigura il transito di Venere sul disco del Sole. L'ipotetica “fine del mondo” potrebbe essere in realtà legata al passaggio di Venere sul Sole, giorno considerato funesto per i Maya. La pittura, collocata nella Sala degli Affreschi della città, venne portata alla luce dalla squadra di ricercatori guidata dall'archeologo Jesús Galindo Trejo. Nella sala, sono presenti una serie di pannelli rettangolari che mostrano un grande disco giallo con striature rosse, rappresentante il Sole. ll’interno di ogni Sole è collocato un personaggio diverso in posizione abbassata e vestito elegantemente. Ciascun disco solare presenta in entrambi i lati una figura che regge tra le mani un oggetto molto simile ad una lancia. Entrambi i lati del muro si affacciano a Nord e a Sud, ma in due distinti giorni dell’anno: il Sole, che emerge dalla cima del palazzo circolare, illumina di netto i dischi solari descritti. Le date in cui ciò avviene sono il 9 aprile e il 2 settembre, e, pur non essendo significative dal punto di vista astronomico, non sono affatto casuali, perché dividono l’anno solare in multipli di 73 giorni. Il 73 è un elemento importante nel sistema del calendario mesoamericano, poiché corrisponde al numero di cicli del calendario religioso di 260 giorni, lo Tzolkín, che devono trascorrere perché il calendario solare di 365 giorni, l’Haab, completi il ciclo di 52 anni. Tutte le civiltà mesoamericane, quando passava questo evento, celebravano sontuose cerimonie per dirette al compimento del ciclo calendariale. Secondo Galindo il giorno 73 è la base per stabilire il periodo sinodico di Venere, il tempo di osservazione del pianeta dalla Terra, pari a 584 giorni, vale a dire 8×73, ampiamente indicato nel codice di Dresda. Mayapan, tempio di Kukulcan - fonte www.richard-seaman.com
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  34. "Gran parte della sala affrescata è stata danneggiata da saccheggi avvenuti in passato, ma diverse figure umane e le annotazioni numeriche dei cicli astronomici si sono conservati molto bene. Le annotazioni sulle pareti sembrano rappresentare i vari cicli astronomici: il calendario cerimoniale di 260 giorni; il calendario solare di 365 giorni; il ciclo di 584 giorni del pianeta Venere e il ciclo di 780 giorni di Marte. Secondo i ricercatori quella ritrovata potrebbe essere anche la stanza di uno scriba: "Per la prima volta si arriva a vedere quelle che potrebbero essere le annotazioni tenute da uno scriba, il cui compito era quello di essere il custode dei 'documenti' di una comunità Maya", osserva Saturno. Gli archeologi sottolineano che uno dei principali obiettivi dei custodi del calendario Maya era cercare l'armonia tra gli eventi del cielo e i rituali sacri. E' quindi probabile che anche i dipinti scoperti a Xultun potrebbero essere stati realizzati per scopi analoghi." articolo estrapolato dalla rivista Science
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  35. Quando Cesare toccò il potere massimo a Roma, la repubblica cessò di esistere e di fatto egli assumeva progressivamente il potere monarchico in quanto la dittatura si trasformava sempre più in sovranità. Di Cesare era il diritto, regale e divino per eccellenza, di coniare monete con la propria immagine ed una sua statua venne collocata sul Campidoglio accanto a quelle degli antichi re ed in particolare a quella di Romolo. Poco dopo ottenne dal Senato il titolo di Padre della Patria che era stato tributato solo allo stesso Romolo, a Silla, Mario e Camillo. Quando il 26 gennaio del 44 a. C. si sentì acclamare “rex” protestò decisamente esclamando: “non mi chiamo rex, ma Caesar”. Non molti giorni dopo, il 15 febbraio dello stesso anno, il console Antonio lo incoronò pubblicamente mentre Cesare assisteva ai Lupercali e ciò avvenne, nella stessa sede, per tre volte di seguito in mezzo ad una folla divisa: le prime file lo salutavano già re, mentre le file ultime esultavano quando egli si toglieva il diadema che destinò così al capo della statua di Giove. Questo diadema, poi, in realtà venne deposto sul capo della statua di Cesare che era vicina ai rostri. I Romani non erano del tutto pronti all’incoronazione di un re, ma era parere di Cesare che l’interesse superiore di Roma esigesse che il dittatore dei Romani fosse esplicitamente designato re dai propri sudditi. Per rispettare le forme, consultò i Libri Sibillini riguardo alla guerra che aveva in programma: compiacente verso i suoi progetti, l’oracolo profetizzò che i Parti sarebbero stati vinti soltanto da un re. Questa profezia implicava che la formula fosse legalizzata da un senatoconsulto prima della partenza della spedizione contro i Parti fissata per il 18 marzo. I Patres, convocati appositamente da Cesare per il 15 marzo, l’avrebbero votata quel giorno stesso, ma prima dell’inizio di quella seduta decisiva, Cesare venne assassinato. Il dittatore aveva nutrito troppa fiducia nel proprio ascendente, nella generosità e nella viltà degli uomini. Non aveva valutato a fondo i sentimenti di timore e di avversione suscitati dall’attuazione rivoluzionaria dei suoi progetti. In vita era giunto ad essere onorato come una divinità e ciò lo faceva apparire grande al di là di ogni misura umana; nella sua autorità sovrastava l’intera nobiltà romana, ma confidava troppo della sua potenza e gloria. “Potentia” che non a caso Augusto, non molto dopo ed in modo decisamente più cauto, considererà “potestas”. Nonostante Cesare sia stato ucciso dopo essere diventato un dio, sarà con la morte che perfezionerà ciò a cui aveva sempre anelato: la gloria imperitura. L’astro di Venere, quella stella che aveva guidato Enea nel suo fuggire per mare da Troia fino ad approdare in Italia dando vita a Roma ed alla gens Iulia, per uno strano scherzo del destino diventerà quell’infausta cometa che illuminerà i cieli notturni dell’Urbe nel marzo del 44 a. C. e si trasformerà poi nel Caesaris Astrum che simboleggerà la perfetta divinità del grande condottiero. Stella, questa, che ha brillato anche per Augusto che di Cesare ha interpretato a suo modo la politica. La stella di Venere, quella che condusse Enea sulle coste dell'Italia, brilla ancora oggi qui da noi ed è l'emblema della Repubblica italiana. Enrico :) ** Le immagini delle fotografie provengono da Coinarchives.
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  36. Gli autori antichi ci descrivono Cesare con modalità che, trascendendo anche le diverse fazioni, lasciano trasparire il suo relativismo religioso ed il cinismo con cui ha utilizzato la fede dei romani per proseguire nel suo progetto di affermazione della propria autorità. Se fin da giovane egli era asceso ai più alti vertici della vita politica romana, saranno le vittorie sui campi di battaglia che gli offriranno la possibilità di risultare onnipotente e se Silla già prima di lui aveva potuto aggiungere la divinità all’onnipotenza, con non poco cinismo, ora Cesare arriverà a far scaturire la divinità dal suo potere. Per gli antichi non era difficile accedere a quello che per noi oggi risulterebbe un concetto poco condivisibile e che potremmo definire la “teologia della vittoria”. Per la società pagana non era difficile intravedere il favore degli dei verso coloro che guidano gli uomini e riportano grandi ed onorevoli vittorie. Cesare utilizzò con grande consapevolezza proprio questa antica sensibilità. Nel 68 a. C. aveva ostentato la propria discendenza da Venere, nel 63 si era impadronito del pontificato massimo ed aveva diffuso leggende sulla propretura di Spagna nel 60. Per le numerose vittorie riportate in Gallia aveva fatto tributare agli dei del popolo romano interminabili “supplicationes” che si celebrarono nel 57, nel 55 e nel 52 a. C. Passò poi il Rubicone affermando di ubbidire ad un richiamo celeste e fece ritardare volutamente la notizia di Munda affinchè giungesse a Roma alla vigilia delle “Palilia”. Cesare curava così la propria apoteosi e lo faceva aderendo pienamente alle forme ed alle sensibilità della religione tradizionale, ma dietro a tutto ciò vi era una strategia, la previsione quindi di quello che era il risultato da ottenere. L’indole che Cesare aveva in queste cose la possiamo trovare descritta da Plutarco (Plut., Caes. 21) che ci riporta un episodio della guerra contro i Germani di Ariovisto. I Germani, narra Plutarco, prima di intraprendere delle battaglie, chiedevano gli auspici delle sacerdotesse che intendevano i segni comunicati dalla natura delle acque e dei boschi traendo i segni del da farsi dai gorgoglì delle correnti. Tali segni avevano espresso la necessità di attendere la luna nuova e così i Germani si disposero all’attesa, ma Cesare approfittò dell’occasione per colpirli di sorpresa ed agì in un modo che non solo non rispettava la religione dei barbari, ma che in ciascun altro avrebbe suscitato il timore dell’ira divina. Cesare non rispettò i segni celesti e vinse. Nel tempo, poi, si gabberà spesso di diversi altri vaticini come fece con quelli che caratterizzarono l’alba del 15 marzo del 44 a. C. Se questo era il suo atteggiamento interiore, i suoi comportamenti esteriori aderivano alla Pietas e nell’epico trionfo del 46 a. C. mostrò un raccoglimento ed una gravità degni di una religiosità antica e fortemente sentita al punto che salì i gradini del Campidoglio in ginocchio. Sul frontone del tempio il suo nome risplendeva sotto quello della Triade e nella cella, di fronte alle divinità poliadi, erano stati posti il suo carro ed una statua di bronzo che lo raffigurava in piedi sul globo del mondo. Sullo zoccolo era incisa la dedica del senato: “ a Cesare il semidio”. Queste erano le forme esterne che Roma gli tributava, ma insieme a queste c’erano gli atteggiamenti dei Romani come quelli di Cicerone che gli rivolse delle lodi (in: Pro Marcello) e finì per definirlo “deo simillimum”. Dopo Munda la realtà arriverà per Cesare all’altezza delle iperboli ed egli cominciò a collezionare gli attributi di un dio: i giochi celebrarono le sue vittorie, il suo compleanno venne festeggiato durante i giochi di Apollo, il mese in cui era nato da “Quintilis” venne rinominato “Iulius”. Ottenne poi un carro processionale, un “ferculum” che era una tavola per le offerte, un “pulvinar” che era il letto sacro, un frontone sulla propria casa, un flamine personale e due statue cultuali. Una di queste statue venne posta nel tempio di Quirino e l’altra in quello della Clemenza. Ottenuto tutto ciò, Cesare era in possesso di tutti gli attributi di un dio e ne assunse così anche il nome; il Senato, infatti, glielo impose ufficialmente agli inizi del 44 a. C. ed egli non lo rifiutò. E’ in tale contesto che si colloca la comparsa, finora inedita nella storia di Roma, del ritratto di un uomo ancora vivo sul dritto delle monete. Fino a quel momento si erano rintracciate divinità, eroi ed illustri personaggi ricordati dopo la loro morte. Possiamo osservare il ritratto nel denario (Craw. 480/8, B. 35). Al dritto è inciso il busto di Cesare coronato e rivolto a destra, la legenda: CAESAR DICTPERPETUS. Al rovescio Venere rivolta a sinistra con la Vittoria in mano e lo scettro, la legenda: L.BUCA. Diventato “divus”, Cesare aveva ottenuto anche la possibilità di consolidare il suo potere materiale su Roma e poteva attuare nel miglior modo possibile i passaggi dalla dittatura prolungata ma temporanea, alla monarchia pura della dittatura a vita. Nel 46 a. C. era stato autorizzato ad indossare in qualsiasi momento la porpora ed il lauro del trionfatore, gli attributi dell’imperatore inteso ancora come titolo onorifico concesso ai generali vittoriosi. A differenza degli imperatori precedenti, però, che avevano avuto la possibilità di vestire le insegne di tale titolo solo durante le feste, Cesare poteva farlo quando voleva, quasi fosse un “imperatore a vita” e tale era cominciato a somigliare. “Imperator” per definizione, Cesare avrebbe acquisito di diritto i massimi auspici e la sovrana autorità dello stato fino a somigliare ad un dittatore a vita e tale divenne esplicitamente in virtù del senatoconsulto, la cui copia gli venne consegnata con grande solennità il 14 febbraio del 44 a. C. Cesare diventava così “dictator perpetuus”.
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  37. era fatto di dui arci.........la magia della chiave di volta......!!! :)
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  38. ciao dario....!! :) .....ecco allora testimoni di quelli posti........ :) .......
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  39. Vediamo, facendo una rapida ricerca sul database EDR delle epigrafi di Roma, nemmeno con troppi criteri, spuntano più di 3000 epigrafi sicuramente datate al III e IV sec., per non parlare di quelle anche successive, ebbene, secondo il mio parere sono troppe, visto e considerato che alcune sono anche frammenti ritrovati a terra da persone qualunque, a chi interessano? Cercando sul Database di Heidelberg, più di 5000...decisamente troppe, a chi interessano? Per non parlare dei mosaici...del terzo e quarto secolo se ne trovano, certo, non un'infinità ma comunque ogni tanto spuntano dei capolavori d'arte, facciamo così, prendiamoci tutti una tesserina di mosaico, tanto a chi interessano? Sarcofagi, dal III secolo iniziano a produrre una grossa quantità di sarcofagi per i privati, abitudine iniziata con tanto impeto già dal II secolo. Secondo me ce ne sono troppi, anche perché alcuni sono solo inutili frammenti. A chi interessano? E che dire degli oggetti comunemente utilizzati nella vita di tutti i giorni? Mamma mia quante lucerne e frammenti di vasi si trovano, vomitevole, per l'amor del cielo liberiamocene. In uno scavo archeologico ma anche in normalissime ricerche di superficie in siti disfatti dai tombaroli i reperti più comuni sono le ceramiche; decisamente troppe, abbiamo un esubero di anfore, qualcuno le vuole? Tanto a chi interessano? Possiamo continuare così a vita, possiamo parlarne quanto ne vuoi, tu stai cercando di far passare messaggi poco intelligenti, le tue ipocrisie che si mostrano ogni qual volta che affermi queste cose in contrasto con la tua firma dove dici che anche le "monete crateri" devono essere degne di nota ti dovrebbero far pensare. Affermare cose come quelle che hai scritto sopra è quanto di più sbagliato si possa fare in un Forum che si prefissa di fare cultura, un Forum pubblico, leggibile da chiunque, anche dal giovane che cerca informazioni per poter imparare...che tristezza... P.S. CI SONO MILIARDI DI QUESTI OGGETTINI APPENA DESCRITTI...
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  40. Ce ne sono di cose belle da mostrarvi ma ho cercato di segnalarvi l'essenziale. Io ho visitato solamente Città del Messico ma in questa discussione molti di voi hanno partecipato spaziando in tutta la penisola dello Yucatan. Con l’augurio che mi e vi faccio di ritornarci, vi lascio alla discussione. Ho comunque deciso di lasciare aperta la discussione per chiunque di voi volesse intervenire con nuovi aggiornamenti. Inoltre, ogni volta che verrò in possesso di notizie interessanti sul Messico e le sue antiche popolazioni, vedrò di segnalarvelo. Suerte! Valentina
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  41. Potresti avere ragione Karne, anche perche nella prossima missiva si annuncia la chiusura della "cecca" Sergio
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  42. posso darti un consiglio? evita di dire che le monete ti son state proposte...vedi anche il 2 lire 1911....perchè sembra quasi che il venditore vada in giro stile bagarino a vendere porta a porta le monete. questo venditore non è certo una persona che fa così.... saluti marco
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  43. si, ti capisco..ripetere la stessa cosa ad libitum fa passare la voglia perché sembrano parole al vento, quando poi leggi di certe risposte ancora peggio......., ma è un pò come l'insegnamento: anno dopo anno insegni sempre le stesse cose...è una cosa inutile? no, perché le nozioni saranno anche le stesse di sempre, ma sono gli ascoltatori che cambianio, e ogni volta che l'ascoltatore se ne va, si porta dietro quello che ha imparato e lo diffonde...pian piano la conoscenza si spande e ci saranno sempre meno risposte sbagliate...
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  44. Buongiorno a tutti, come da titolo gradirei scambiare le seguenti monete: - 2 Lire Buono 1925 - qSPL - 50 cent 1921 bordo liscio Leoni - qSPL/SPL con colpetto al bordo vi posso mandare le foto per verificare le condizioni sono in cerca di una o alcune di queste di Vittorio Emanuele III: - 10 lire Biga - 5 lire Famiglia - 1 lira Aquila Sabauda - 10 centesimi 50° Unità d'Italia - 5 centesimi prora - 25 centesimi - 2 lire 50° Unità d'Italia - 2 lire / 20 cent Buono esposizione Milano - Somalia / Somalia AFIS/ Albania / Eritrea eventualmente cerco anche monete di Vaticano/ Stato Pontificio / USA / napoleoniche mandatemi un mp se interessati Derek
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  45. il crawford lo potete trovare anche online http://davy.potdevin.free.fr/Site/crawford1.html per iniziare credo che vada piu` che bene !
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  46. Bellissima discussione, e bellissima moneta :) Il mio 5 cents non è altrettanto bello, ma lo posto ugualmente perchè, pur essendo del 1942, non è un warnickel, e infatti non ha la grande lettera che identifica la zecca (è di Philadelphia). La composizione viene infatti variata, e la lettera aggiunta, solo sulle monete coniate a partire dall'ottobre 1942. Villa66 queste cose le sa già :D così come vathek, ma forse c'è qualcuno che ha in collezione un 1942 senza lettera e già incominciava a preoccuparsi. petronius oo)
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  47. inoltre: La patina non deprezza la moneta ma, anzi, la rivaluta. Una patina uniforme di vecchia collezione (con le sue sfumature azzurro-verdine) è ciò che di meglio possa avere una moneta d'argento.
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