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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/27/12 in tutte le aree
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Possiamo evitare, gentilmente, di insinuare per l'ennesima volta che lo staff del forum è a libro paga delle case d'asta, dei commercianti, dei poteri forti, del complotto plutogiudaicomassonico o degli alieni? Non è questione di paura, è questione che le gogne pubbliche non ci piacciono e continueremo a fare tutto il possibile per evitarle. Concentriamoci sul consigliare al nostro nuovo amico la maniera migliore per gestire questa situazione. Mi pare evidente che la prima cosa da fare sia verificare che la spedizione è effettivamente ferma in dogana.3 punti
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Nessuno passa i guai se si racconta un fatto. Io ho aquistato da tizio e non mi è piaciuto come si è comportato,punto. Io ho acquistato da tizio e mi sono trovato bene,punto. Questo è nel diritto del privato cittadino e non si rischia nulla non mettiamo paure inesistenti che gia ce ne incurcano tante con televisione e altro. Poi se il Forum ha paura e vuole evitare questi post e un'altra cosa. Io se un negozio si comporta male o bene voglio saperlo visto che faccio acquisti e non sono un commerciante e domani quello che è accaduto lui può accadere a me o te! Io quando qualche casa d'asta ha sbagliato l'ho sempre detto o meglio scritto e nessuno mai mi ha bloccato. Poi fate come vi pare per me potete anche chiudere qui. Fortuna c'è facebook e altri3 punti
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Oggi, tornando a casa dopo un lungo giro di lavoro, assillato dall'umidità che non ci abbandona per un attimo, noto sulla cassetta delle lettere un voluminoso plico giallo. E subito la mia bocca si apre in un grande sorriso! Era arrivato, era proprio lui! cerco di contenermi, non posso certo mettermi a saltare nell'androne del palazzo, decido almeno di arrivare fin su casa. La porta si apre e subito corro nella mia stanza, mi siedo alla poltrona della scrivania, contemplo per un attimo la bella targhetta sul plico, l'intestazione è prestampata ma il mio nome è scritto in un bel corsivo. Medito su come aprirlo, sono un perfezionista e questo momento me lo voglio godere fino in fondo. Apro il cassetto alla mia sinistra ed estraggo un affilato tagliacarte, adesso siamo io, il plico magico e tutto il mondo è dietro la finestra lontano. Estatico sfogliando le due R.I.N., curioso lo sguardo salta fra le foto del libro l'Agontano, commosso tenendo fra le mani la tessera di iscrizione. La S.N.I., il "Quelli del Cordusio" e i tanti grandi uomini che lavorano per questo progetto sanno farti vivere emozioni come queste!3 punti
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Argomento molto interessante Oh sì, almeno nella mia esperienza personale. Accludo alcuni brani tratti da mie ricerche... ... I motivi della costruzione di questo immenso reticolo viario (romano) furono molteplici: l'esercito, costituito inizialmente sulla Legione, necessitava di una rete stradale che consentisse alle truppe di fanteria rapidi spostamenti e, quando questi fossero stati compiuti, consentisse che il sistema logistico provvedesse all'approvvigionamento dell'apparato militare. In pratica fu proprio l'esercito, con le proprie necessità strategiche nei territori conquistati, ciò che fece da volano alla formazione del sistema viario. In un secondo momento subentrò il commercio; i mercanti infatti a caccia di guadagni cercavano clienti sia nelle stesse truppe che tra gli abitanti dei nuovi territori. Infine non va dimenticata la necessità di un'efficiente rete stradale dovuta alle comunicazioni postali: le strade venivano utilizzate dai corrieri per trasportare anche a lunga distanza sia posta e dispacci d’importanza rilevante, come nel caso della messaggistica imperiale, o minore, nel caso della corrispondenza dei civili. Le strade romane erano di vario tipo e a seconda dell'importanza della stessa consistevano da quelle più semplici con superfici in terra battuta a quelle pavimentate in pietra. La loro costruzione spettava all'esercito e ricadeva sotto la giurisdizione di un console... La costruzione delle strade lastricate era complessa: dapprima si tracciava il percorso, quindi nel terreno veniva scavata una trincea (fossa) fino al raggiungimento del livello della roccia di base; qualora questa non fosse raggiungibile o il terreno fosse di tipo umido, si procedeva al consolidamento della base, di solito mediante l'inserzione di pali conficcati nel sottosuolo (fistucae) o talvolta, mediante la deposizione di anfore rovesciate. A questo punto la fossa ottenuta veniva riempita di strati costituiti da strati di vari materiali drenanti quali pietre, ghiaino, sabbia o materiale di escavazione; a circa 1 metro dalla superficie si procedeva a riempire la cavità residua con brecciolino e argilla di provenienza non locale; tale stratificazione garantiva un ottimo drenaggio. Dopo la battitura e la livellatura, la superficie ottenuta poteva essere utilizzata come piano stradale oppure poteva essere utilizzata come base per altre tipologie di pavimentazioni. Una di questi poteva essere costituita da lastre litiche, di solito ricavate da pietra silicea o calcarea, con una superficie piatta (visibile) e sezione a cuneo (sepolta), i cosiddetti basoli; la sezione trasversale della strada presentava un aspetto a dorso di mulo, con il centro più elevato rispetto ai bordi. Nelle zone rurali di norma il livello stradale risultava sopraelevato rispetto al piano della campagna; questo accorgimento era utilizzato per prevenire danni da fenomeni naturali avversi (es. inondazioni) e per ottimizzare il drenaggio delle acque pluviali. Le strade basolate venivano chiamate viae silece stratae o lapidibus stratae o semplicemente stradae (=pavimentate) ed erano frequenti nell'ambito cittadino. Normalmente, poco fuori dalle mura la lastricatura pavimentale s’interrompeva per passare a una superficie stradale a ghiaino battuto. Questa soluzione, sicuramente più economica, presentava per contro problemi legati alla formazione di buche e al sollevamento di abbondante polvere. Lo stesso Cicerone, commentando un viaggio, riferisce al suo interlocutore "Nunc iter conficiebamus aestuosa et polverulenta via"... La manutenzione delle strade in Italia spettava a un ufficiale statale locale, il Curator Viarium; nelle province era delegata al governatore locale e spesso, per motivi di contenimento della spesa pubblica, era di livello scadente. Ai lati della strada lastricata venivano costruiti dei marciapiedi per il transito dei pedoni (margines o crepidines) e dei canali di scolo utili per migliorare il drenaggio e il deflusso delle acque pluviali. Oltre a queste strutture erano presenti dei piccoli cippi utilizzati per agevolare l'atto di salire o scendere dai cavalli (essendo sconosciuta la staffa) o dai veicoli di trasporto... ... Più diffuse erano le cosiddette viae glarea stratae o via glareatae (=inghiaiate), a uso extraurbano ma non esclusivamente; la tipologia stradale più elementare era costituita dalle viae terrenae, in terra battuta. Dove il terreno era di tipo roccioso, le strade erano ottenute direttamente costruendo una sorta di "binari" dove scorrevano le ruote dei carri... Il percorso stradale extraurbano era contrassegnato dalla presenza delle pietre miliari (miliarum), sorta di colonne alte fino a tre metri, distanti l'una dall'altra un miglio romano (equivalente a 1480 metri) e che evidenziavano le distanze tra la città di partenza e la destinazione successiva.... Sulle superfici delle pietre miliari si trovavano infatti varie inscrizioni: un numero, talvolta preceduto dalla sigla MP (milia passum) che indicava la distanza in miglia dall'inizio della via o dalla città più vicina e il nome o la titolatura del magistrato o dell'imperatore che aveva realizzato la strada. Il "punto zero" delle pietre miliari era situato a Roma probabilmente nei pressi dei Rostri, sotto il Tempio di Saturno fu eretto da Augusto il Miliarum aureum, una sorta di colonna marmorea rivestita di bronzo dorato e sulla quale erano incise le distanze da quel punto rispetto alle località più importanti dell'Impero... ... Lungo i circa 100.000 km di tracciati stradali erano previste varie tipologie di stazioni di sosta. Queste presentavano caratteristiche diverse secondo il tipo di utenza afferente; ad esempio i diplomatici, gli ufficiali e in genere chi viaggiava con incarichi statali utilizzavano le mansiones, che venivano erette dallo Stato a una distanza di circa 20-25 km (pari a 15-18 miglia romane, considerate all'epoca una distanza giornaliera media percorribile) l'una dall'altra e che consentivano una sosta prolungata con pernottamento... Nel tempo spesso vicino a delle mansiones sorsero campi militari permanenti e in seguito addirittura città come probabilmente avvenne nel caso di Londinium (Londra), Lutetia (Parigi), Lugdunum (Lione), Siscia (Sjsak) e Serdica (Sofia), solo per citarne alcune... Un civile, invece, poteva affidarsi a servizi offerti da strutture private di vario livello (e quindi di diverso costo) come ad esempio le cauponae... Un'altra tipologia di stazione di sosta è costituita dalla tabernae. Analogamente a quanto avviene nei tempi attuali potevano offrire vari livelli di ospitalità ma più che a un albergo potevano essere paragonati a degli ostelli. Infine esistevano le mutationes, sorta di stazioni di servizio dell'epoca, distribuite più irregolarmente ma più prossime l'una all'altra rispetto alle mansiones (il rapporto era quello di 5:1), erette con l'obiettivo di assicurare una sosta breve per rinfocillarsi, il cambio delle montature e alcuni servizi sia veterinari sia di maniscalcheria o ancora l'ingaggio di personale addetto alla guida dei mezzi di trasporto..." Spero di avervi dato qualche notizia interessante. E ricordatevi... per la sosta in autiostrada non cercate la... mansio o la mutationes!! :D Ciao Illyricum :)2 punti
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Sigillo di Nimes (Lagorce)? http://www.in-medias.fr/sitecroco/pages/croco/typeplomb%202.html2 punti
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Non sono molto d'accordo, non è nello spirito del Forum godere delle fregature prese da altri, anche se incompetenti o peggio acquirenti con intento di rivenderle poi per autentiche e guadagnarci ancora sopra; credo invece che bisogna cercare di stroncare sul nascere i tentativi di vendere monete false, per il bene di tutti.2 punti
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Sono passati ormai tre anni da quando mi sono iscritto al forum : è stata una presenza attiva, costante, anche appassionata, certamente " La Piazzetta " è stato uno degli ambiti in cui mi sono trovato più a mio agio . Tanti post, tante riflessioni, storie, racconti, ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per fare un compendio di quanto fatto, ogni tanto bisogna anche fermarsi e fare un consuntivo , ed ecco allora " Onde Numismatiche ". Ho inserito solo alcuni post, quelli che mi sono sembrati più rappresentativi, certamente qui ci sono tanti aspetti, la divulgazione numismatica, il ruolo sociale ed etico del collezionista di oggi, il futuro, i giovani, il numismatico nel suo essere e non dal punto di vista tecnico, c'è una umanità numismatica, certamente c'è molto del forum di Lamoneta degli ultimi tre anni. Non tutti li avranno letti, alcuni sono magari da poco sul forum, altri magari avranno piacere a distanza di rileggerli, se sarà un momento di riflessione, ma anche di evasione, ne sarò ovviamente lieto, buona lettura, Mario Limido onde numismatiche.pdf1 punto
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Dal 25 ottobre al 17 marzo 2013 a Palazzo Reale a Milano si svolgerà la mostra " Costantino 313 d.c. " " l'Editto di Milano e il Tempo della Tolleranza ", progettata e ideata dal Museo Diocesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini . WWW.MOSTRACOSTANTINO.IT L'esposizione celebrerà l'anniversario della emanazione dell'Editto di Milano, da parte dell'Imperatore romano d'Occidente Costantino e del suo omologo d'Oriente Licinio. L'anno 313 d.c. segnerà l'avvento di un periodo di tolleranza religiosa, ponendo un freno alle feroci persecuzioni. Con esso il Cristianesimo, sarà dichiarato lecito inaugurando una fase di grande innovazione culturale artistica. Per questo evento il Museo Civico Carlo Verri darà in prestito una lucerna databile al IV-V scolo d.c. ; nel disco centrale è raffigurato il Salvatore nimbato con croce verticale, tra due fori di alimentazione nell'atto di calpestare il serpente. Ai lati raffigurazione di due angeli in volo e nella parte inferiore un leone che avanza. La lucerna biassonese si inserisce in un percorso articolato, composto da più di 200 preziosi oggetti di archeologia, che racconta l'evolversi dei cambiamenti nell'impero romano all'epoca di Costantino. Il catalogo della mostra, edito da Electa, vedrà la presenza di contributi testuali a cura del Prof.Ermanno A.Arslan conservatore del Museo Civico Caolorlo Verri di Biassono e membro del comitato scientifico della mostra. La presente mi è stata inviata da Diego Colombo, che ringrazio, del GRAL, Gruppo ricerche Archeostoriche del Lambro del Museo Civico Carlo Verri di Biassono, credo che una visita, anche di gruppo, sia quasi d'obbligo. Allego la storia e l'immagine della prestigiosa lucerna biassonese. 2012-PrestitoLucernaAMIlano.pdf1 punto
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Fu a causa della mancanza nella dicitura delle letterine D.G. (Dei Gratia - per grazia di Dio) che questa moneta fu popolarmente chiamata "il fiorino senza Dio" (Goodless florin). Le prime monete furono battute nel 1848/49 in argento con un peso di gr. 11,30 ed un diametro di mm. 28,00 Per ovviare all'incresciosa dimenticanza dal 1851 in poi è stato portato il diametro da 28 mm. a 30 mm ed aggiunto D.G. (fu coniata, con piccole varianti, sino al 1887) Definito "Tipo gotico" per via dei caratteri utilizzati, aveva anche altre particolarità: Per la prima volta dopo 200 anni un monarca inglese veniva rappresentato su una moneta con la corona, la data è in numeri romani, sulla stessa moneta è indicato che è corrispondente ad un decimo di sterlina (one tenth of a pound). Data l'usura accentuata il mio pezzo purtroppo è indegno per rappresentare questa monetazione. (è del tipo D.G.) Anche se di una data abbastanza rara, è sin troppo liscia e sembra pure di esser passata sotto un carro armato.... 1 Fiorino 1862 Argento 925 (594.000 pezzi coniati)1 punto
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vi lascio admirare l'armonia e il pinsiere d'il ben fatto,de i muratori del epoqua........!! :) un defio al cimento armato...!! :lol: ........1 punto
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Torniamo dunque, in attesa di altri pareri da parte degli esperti veri, a cercare di decifrare l'altro minuto del quale ormai ho perso il conto ... E' certamente un bel Agostino Adorno Governatore con sul retro un bel NC in nesso ...peccato che la fotografia sia un po' sfuocata ...ma ci vuole ben altro per impensierirci ...1 punto
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E' tanta l'abitudine di chiamarla parpagliola che anch'io mi dimentico sempre che è in realtà un cavallotto da 3 grossi (l'ho pure scritto sul catalogo). Cito dal catalogo che a sua volta cita il testo da te citato: La moneta, a cui tutta la letteratura numismatica assegna il nome di parpagliola, è invece citata sui documenti d'epoca come "cavallotto" o "aquilotto", tariffata a 3 grossi (cfr. Gianazza 2009, pag. 198).1 punto
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Ancora due parole per scusarmi delle orribili foto che ho postato…picchiatemi, ditemi tante parolacce…ma non ho saputo fare meglio ad ogni buon conto spero di aver dato una idea esauriente di un tipo di contenitore, variegato nella sua unicità, che favorisce l’esposizione, che si conserva in poco spazio: una scatola di cartone con impilate le lastre va benissimo se si ha l’accortezza di inserire tra una lastra e l’altra un cartoncino, oppure le lastre, messe per dritto, possono trovare posto nella libreria della nostra biblioteca, come si fa con i libri, o conservate nei cassetti della scrivania e perché no esposte su di una consolle o su altro ripiano. Stò pensando a te Magdi ed all’utilizzo che potresti farne nel museo dove operi… te la immagini una collezione che illustri la monetazione di Roma in pochi quadretti del tipo proposto? Il primo potrebbe essere dedicato alla tipologica repubblicana, un secondo ed un terzo dedicato al Denaro (Repubblicano prima, imperiale poi) magari utilizzando il formato A3; un quarto potrebbe essere dedicato alla iconografia degli imperatori riportata sul Sesterzio ed un quinto accoglire i ritratti delle Auguste; un sesto quadro potrebbe illustrare, sempre iconograficamente, con l’Antoniniano, gli imperatori del breve ed intenso periodo che va sotto la denominazione di “Anarchia militare” e buon ultimo un settimo quadro potrebbe raccoglire la monetazione dei “Tetrarchi” assieme a quella dell’età di Costantino… Non monetine presentate alla rinfusa, quale capita a volte di vedere in certi musei; ma bene evidenziate le divise più importanti divise che hanno accompagnato la storia della “Città Eterna” inquadrate in un contesto storico preciso che completi l’esposizionme de reperti di maggior rilievo presenti nel museo; in poco spazio, immagazzinabili con ordine, protette dagli agenti esterni e pure tuttavia sempre disponibili per lo studio se poi aggiungiamo la facilità di realizzazione ed il costo contenuto, il gioco è fatto. Era solo un’idea; ma gli utilizzi ed i fini potrebbero anche essere altri; ho notato per esempio come una luce laterale, messa di spigolo su uno dei bordi delle lastre enfatizzi non poco i rilievi…Ho finito, era ora dirà alcuno; ma vi prego di essere benevoli: Buona moneta a tutti da parte di Cesare Augusto Oggi ho imparato una cosa nuova1 punto
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Il denaro di Melgueil ha una storia ed un'evoluzione molto interessanti. Negli anni le legende si sono trasformate in segni grafici che vengono spesso liquidati come "legenda degenerata" ma che, in effetti, possono essere letti e compresi con interessanti sorprese accessorie. Nel blog che ti linko trovi un breve ed interessante studio, spero ti piaccia...anche se in francese (ma google e le figure aiutano sempre :) ) http://heurtoirslanguedociens.over-blog.com/article-le-graphisme-du-denier-melgorien-108029926.html ciao Mario1 punto
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Ho letto poco sull'argomento a parte quelle quattro righe scritte sul krause. L'influenza inglese, che si evince anche dalla dicitura riportata sulla moneta, è dovuta al trattato di amicizia con il sultanato sottoscritto sin dalla fine del '700. Londra mantiene ottimi rapporti (anche dovuti alla posizione strategica/econimica) gli riconosce la sovranità dello stato. Successivamente la Gran Bretagna è partecipe di vari "aiuti" per l'istaurazione di un moderno sultanato. Non si parla d'indipendenza verso un'altro stato, e più che di "protettorato" parlerei proprio di "ingerenza". Da notare, come riportato sulla monetina, che il regnante è anche un Iman (guida spirituale). La riforma monetaria, dal dopoguerra in poi, elimina di fatto l'Anna (100 baiza = 1 Riel)1 punto
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Tornando al Filippo de Cleves di qualche post fa che ha quella L stanissima sul retro, voglio avanzare altre ipotesi: L potrebbe significare Lvdovicus (il nome di Luigi XII che lo metteva dappertutto), oppure essere la sigla di Bartholomeus de Lixoriis, che troviamo nei codici conservati dell'Officina di San Giorgio negli anni 1472-75, oppure ancora Andreas de Leone che è citato sempre in quei documenti nell'anno 1474, poi ci fu anche Iohannes de Levanto che lavorava in coppia con Iohannes de Ianoto e probabilmente usavano le sigle II nell'anno 1478 ...altri nomi dove ci sia una L non ne conosciamo.1 punto
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qui ne puoi vedere alcuni come i tuoi, annullati però, conviene che li porti a vedere se abbiano un minimo di valore http://cgi.ebay.fr/enveloppe-exposition-philatelique-internationale-le-havre-1929-avec-257a-/181005565185?pt=FR_YO_Timbres_timbres&hash=item2a24c5bd011 punto
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Complimenti vivissimi a tutte/i le/gli illustri relatrici e relatori !!!! Arrivederci a Bologna 2013.... Valeria1 punto
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@@AndreaMCMLXXVIII come dice ciccio 86 questo sondaggio non esclude la possibilità di partecipare agli Oscar. Ti "ringrazio" che vuoi farlo chiudere ma penso che i moderatori non abbiano bisogno del tuo consiglio, loro lo sanno bene quando chiudere qualche thread quindi se decideranno di farlo avranno i giusti motivi quindi ben venga anche la chiusura ;)1 punto
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Dovrebbe essere un obolo in mistura della zecca francese di Melgueil, dodicesimo secolo. queste monete circolavano abbondantemente anche in Italia. Di più non so... Un saluto! Paolo1 punto
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E il quarto me lo devo guardare con calma a casa ..... Scusa ma sono di fretta .......1 punto
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Grazie a tutti ! Per quanto riguarda il fondo nero assoluto ho fatto alcune prove, e confermo che può andare bene per monete in argento o nichel, ma decisamente non è utile per le monete in rame. Fra i test posto questo, che è fuori argomento ma non merita un apposita discussione credo..... Con il fondo nero questo 5 cent. Spiga del 1919 non è prorio lui. Posto immagini non modificate o ritoccate, la macchina lavora così.... Usando un fondo grigio, in questo caso il retro di un tappetino per mouse che pare nero ma alla luce reagisce riflettendo come vedete, la moneta cambia colore e la foto diventa un poco più simile al vero aspetto del pezzo Peccato che la moneta sia esattamente così con un fondo in velluto grossolano color panna/crema, fondo di una scatola da penne Parker, la situazione migliora drasticamente. Sempre senza modificare di una virgola toni, luminosità e contrasti la moneta viene fotografata esattamente come si presenta all'occhio. Evidentemente la gestione del colore e del punto di bianco della macchina necessita di un fondo che possa servire da guida colore... avevo notato questa cosa, ma ora ne ho una conoscenza sperimentale A proposito, come la tratto questa monetuzza da 5 centesimi ? Bordo e rilievi non sono neanche male, ma ha sta patina / sporco vecchio che la rende bruttina..... mi sa che faccio meglio se non la lavo. Certo è una di quelle monete per le quali occorre lavarsi le mani per maneggiarle, ma dopo, non prima.... :)1 punto
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non sono espertissimo, ma a me sembra un sigillo o una bolla in piombo. Quanto è spessa? e poi diametro? peso? materiale? ci leggi qualcosa oltre a quello che si vede in foto? I LAGO , LO. .NE..?? Quel pazzettino ore 2, è un filo di canapa? Non vedi un foro passante sul lato?.... ps: foto migliori la prossima volta.1 punto
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Non è romana. La palma orienterebbe verso le puniche, ma ch'io sappia i caratteri della scrittura punica erano più simili a quelli greci che a quelli latini. Non vorrei andare a buttare subito sul falso, ma non trovo riscontri... aspetta qualcuno più preparato di me.1 punto
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Segnalo, al proposito, di aver patito l'ennesima "sottrazione" di medaglia papale da pacco postale SDA, sapientemente aperto con taglierino e richiuso con nastro da imballaggio marrone. La spedizione era Italia su Italia, quindi stavolta la dogana non c'entra. La cosa bella è che, su sei medaglie delle quali cinque di buon valore, il postino numismatico ha sottratto quella di valore assolutamente risibile. Complimenti al ladro e w l'Italia. E' tutto il sistema che è marcito: tutti sanno che si ruba e nessuno fa niente. E vi chiedete ancora perchè dall'estero non comprano più da noi?1 punto
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Verissimo ............... i due grani in genere hanno sempre circolato tanto, impossibile (o quasi) trovarle in conservazione SPL, in particolare quelli di Ferdinando dal 1775 al 1795 - ne posto uno molto malandato ed invito gli amici del forum a fare del loro meglio per postarne in conservazioni superiori - e facciamole vedere !!!!!!!!1 punto
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....gia fatto! ......non ce ne sono altri ....oh cribbio!! Ora che mi ero lanciato sono già finiti ..... adesso aspetto le ...contestazioni per vedere se devo prendere appuntamento con l'oculista. Voglio ancora aggiungere che non sono per niente "runzicati" sono i più bei minuti della mia giornata che trascorro per guardarli e studiarli e... cercarne dei nuovi e, secondo me, valgono molto più di 60 secondi!!! :lol: Saluti meravigiosi alla Corsica e a tutti gli isolani!1 punto
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Ti conviene metterci quella conservata meglio. Se hai difficoltà, qui i vari stati di conservazione, sono spiegati molto bene: http://www.moruzzi.it/monete_stato_di_conservazione.html Spero di esserti stato d'aiuto, Dario :good:1 punto
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qualunque tipo di monetazione non puo' essere considerata un investimento !! anche le monete del regno (le colleziono anche io) , nonostante siano più stabili come quotazioni, non sono comunque facilmente rivendibili senza perderci del denaro . Ricordiamoci che per investire significa comprare ad un buon prezzo e rivendere con almeno 5-10% di margine. Comunque l'ottica del collezionista non deve essere quella dell'investimento, infatti esisteno per chi vuole guadagnarci proprio le monete da investimento , che pero' a mio modo di vedere sono scarsamente interessanti per il collezionismo.1 punto
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@@lollone Ottimo e abbondante :) Abbiamo parlato di lavoretto e già è diventato "un lavoro" :D . Non vorremmo che le aspettative salissero troppo di tono. In realtà sarà un articolo divulgativo come sempre. Ciao a tutti1 punto
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Scoperti in una biblioteca a Washington i verbali della storica riunione dove nel luglio del 1944 fu creato il gold exchange standard. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/10/26/Usa-ecco-carte-conferenza-Bretton-Woods_7699940.html1 punto
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Dietro la testa c'è una M. Dopo il segno di zecca vado un ramo di palma. Quindi è la RIC VIII, 222 o RIC VIII, 224 se davanti al segno di zecca ci fosse un punto (che non riesco a individuare). Arka1 punto
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Non sono d'accordo di pubblicizzare i commercianti. Per la pubblicità ci sono gli appositi spazi a pagamento. Ringrazio Medusa51 per l'invio degli MP agli utenti che ne hanno fatto richiesta.1 punto
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Sono tutte interessanti, sono un pezzo della nostra storia dal 1935 al 1950. Purtroppo non c'e' nulla di raro.1 punto
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Ciao a tutti, avrei voluto inserire questo crocifisso nella discussione di Giancarlone, ma non saprei dargli una precisa collocazione temporale. Ha dei dettagli un pò strani, in quanto è portativo ma ha anche un piccolo piedistallo, ha la corona "appesa" sopra il capo di Cristo, non ha scritte nè altri simboli.1 punto
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In Italia la ricerca di cose di interesse archeologico, INCLUSE LE MONETE, con qualunque mezzo INCLUSO IL METALDETECTOR ed in qualunque luogo, e' TASSATIVAMENTE VIETATA ed ogni ritrovamento fortuito deve essere segnalato alle autorità competenti. QUESTO NON E' UN NOSTRO PUNTO DI VISTA, E' LA LEGGE CHE TUTTI, NEL NOSTRO PAESE, SONO TENUTI A RISPETTARE. Il nostro è un forum di numismatica italiano ma il confronto tra la nostra normativa e quella vigente in altri paesi è sicuramente possibile. Tale confronto tuttavia non deve tramutarsi in un tentativo di imposizione di un punto di vista che tende a violare il quadro legislativo vigente. Tale messaggio può infatti essere, per il collezionista italiano neofita, dannoso e pericoloso. Democraticamente, abbiamo lasciato spazio alle differenti opinioni, il confronto-scontro c'è stato, particolari novità non sono emerse, le posizioni sono chiare. Invito quindi a concentrare l'attenzione sugli altri spunti di discussione che sono fino ad ora emersi, mettendo DEFINITIVAMENTE da parte i discorsi riguardanti la ricerca di cose di interesse archeologico.1 punto
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Perchè a me non capita mai di trovare roba simile??? Complimenti!!! :clapping:1 punto
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Stai toccando un argomento molto delicato e cruciale per la comprensione di alcune emissioni romane, italiche e magnogreche e sono d'accordo che i dati dei ripostigli indicano soprattutto un terminus ante quem e non risolvono compiutamente i problemi cronologici. Il vero problema è la comprensione degli eventi monetari che si sono succeduti in un determinato arco temporale compreso tra la vittoria di Beneventum del 275 a.C. (che segnò il ritiro di Pirro dalla campagna d'Italia) e soprattutto, dal punto di vista economico ancora più rilevante, la caduta di Tarentum nel 272 a.C. (che segnò appunto la fine della forte influenza tarentina nella Magnagrecia) fino allo scoppio della prima guerra punica, nel 264 a.C. (e durò fino alla vittoria definitiva per i Romani alle isole Egadi, nel 242 a.C.). Provo a ricostruire, anche sulla scorta delle interessanti intuizioni di Roberto Russo in un suo articolo apparso in un fascicoletto "Numismatica sottovoce", con poche correzioni di data. Praticamente fino al 275-272 a.C. molte città magnogreche battevano la propria moneta e quindi affermavano in maniera tangibile la propria esistenza come Stato indipendente. Dopo la vittoria di Beneventum e il duro assedio a Tarentum sorsero per Roma seri problemi di carattere politico-economico. Innanzi tutto Roma, ormai divenuta padrona di tutta la Magnagrecia, non poteva più permettere alle non poche città greche sconfitte (Taranto, Metaponto, Eraclea, Velia, Locri, ecc.) di poter continuare a coniare monete con il loro nome. Si trovò costretta a rivedere la produzione monetaria in Magna Grecia, senza però stravolgere troppo le abitudini delle popolazioni del sud Italia. Roma aveva di fronte due possibilità: o imporre in brevi tempi nuove monete a nome di Roma o, più semplicemente, imporre la moneta di Neapolis (sua fedele alleata), peraltro molto conosciuta e bene accettata da queste popolazioni. Ben presto Roma scelse una soluzione assai pragmatica. Diede ampio spazio alle monete napoletane e nel contempo avviò nuove emissioni con leggenda ROMANO assieme a monete di alcune città, prevalentemente campane, che non erano compromesse con la guerra di Pirro. E' per questo motivo che alcune città campane iniziarono a coniare monete sia in argento sia in bronzo (Cales, Suessa, Teanum, Nuceria) alle quali si devono aggiungere alcune zecche non campane (in Apulia come Arpi, Tiati e nel Latium come Cora). Altre città invece coniarono monete esclusivamente in bronzo (appunto Aquinum, Cosa, Compulteria, Beneventum, ecc.). E' intuibile, osservando la struttura e composizione di tali emissioni, che l'asse portante della produzione monetaria fu sempre la monetazione di Neapolis, a cui si aggiunsero due nuove monete d'argento di Roma con leggenda ROMANO (Cr. 15/1 e 20/1 e resta da stabilire se effettivamente Cr. 15/1 possa essere stata coniata già durante la guerra di Pirro e quindi prima della battaglia di Beneventum), affiancate da tre monete in bronzo (Cr. 23/1, 16/1 e 17/1), rispettivamente doppia unità (con aquila), unità (con leone) e mezza unità (con cavallo), coniate molto probabilmente nella stessa zecca di Neapolis. E' interessante osservare che moneta di doppia unità (Cr. 23/1) non ha diretta corrispondenza con la moneta neapoletana e, per questa ragione, coniata in un numero molto limitato di esemplari. Non credo proprio che sia coniata a Messana, bensì sempre a Neapolis. Ovviamente questa sorta di riforma monetaria richiese alcuni anni e non risolse una sorta di dicotomia tra un sistema ancora bimetallico (argento e bronzo) in vigore specialmente nella Magnagrecia e un sistema monometallico basato sul valore intrinseco del bronzo, in vigore a Roma e nelle zone interne dell'Italia. Non posso escludere che proprio in tale periodo siano stati emessi i quadrilateri, che, come i futuri aes grave, avevano valore per il peso e circolavano anche frammentati e sicuramente la loro emissione avvenne in un arco temporale piuttosto ristretto. Tra il 275 e il 264 a.C. i due sistemi continuarono a rimanere separati senza alcuna moneta in comune. A mio giudizio, dopo la vittoria del 272 a.C. con la capitolazione di Tarentum e sua immediata entrata nell'influenza romana, Roma aveva bisogno, per ovvii motivi logistici, di produrre monete nel sud Italia e aveva bisogno di affiancare a Neapolis una seconda zecca che doveva avere già buona esperienza monetaria. Con molta lungimiranza, Roma riaprì subito la zecca di Taranto per produrre monete che però non portavano il nome della città emittente, per ovvie ragioni politiche e propagandistiche (la guerra di Pirro era ancora troppo vicina e Roma non poteva concedere a Taranto la dignità di oniare monete col proprio nome e senza evidenti tipi che avevano caratterizzato questa zecca). In questa maniera furono prodotti i didrammi cosiddetti "campano-tarentine", che altrimenti non trovano una chiara giustificazione per la loro emissione. La serie campano-tarentina dovette durare ininterrottamente almeno fino al 264 a.C. (sarebbe utile ricostruire in un Corpus tutta questa serie per meglio comprendere la sua sequenza e se può essere durata in un decennio circa). Forse prima dello scoppio della guerra punica nel 264, poco dopo la serie dei quadrilateri, Roma iniziò per la sua storica area di influenza geografica le prime serie fuse con l'asse e suoi sottomultipli (Cr. 14/1-6, 18/1-6, 19/1-2, 21/1-6). Per la prima volta Roma diede a questi fusi un loro valore ben determinato, dall'asse all'uncia, anche se il valore rimase strettamente legato a quello del metallo contenuto. Era sempre e ancora un sistema monometallico e basato sul peso, anche se fu introdotta l'innovazione di indicare il valore, senza quindi più bisogno di spezzare nè di pesare. Lo scoppio della prima guerra punica causò in breve tempo la cessazione della produzione delle monete neapoletane e campano-tarentine e soprattutto un cambiamento ponderale del didramma, che scese da 7,3 a 6,6 grammi. Tale svalutazione rese necessaria una massiccia produzione di numerario per sostituire le vecchie monete e non poche zecche magnogreche, che prima, al tempo di Pirro, erano state avversarie di Roma e avevano subito l'ostracismo, ora ripresero a produrre monete. Anche Taranto, che ora aiutava Roma ad allestire la sua flotta, riprese a coniare col nuovo peso gli stateri con cavaliere/Phalantos su delfino (es. SNG ANS 1081-1262). Ora, per la prima volta, la stessa zecca di Roma iniziò a produrre "in casa" nuovi stateri con questo peso ridotto (forse Cr. 22/1 era ancora coniata a Neapolis, ma già con 25/1 in poi le monete erano battute a Roma). Continuarono nuove monete fuse, assieme a monete coniate, destinate ad aree di circolazione diverse. Ma ora stiamo uscendo dai limiti di questa discussione e torniamo alla protome equina di Cosa e di Roma. Sono solo queste due zecche ad avere la combinazione testa di Minerva e protome equina, anche se quest'ultima può ritrovarsi da sola e con alcune variazioni in altre zecche, come Tiati (H.N. 699), senza avere lo stesso significato politico. Per Venafrum rimando alla mia vecchia monografia, disponibile su: numis.me/archivio/Venafrum.pdf L'obolo di Venafrum con toro androprosopo è noto in unico esemplare su Garrucci tav. LXXXVIII, n. 17, ma non è stato poi rintracciato. Quindi persistono ancora dubbi sull'effettiva esistenza di questa emissione (bisogna vedere come Garrucci abbia letto l'etnico e magari con un pò di fantasia....). Per Nola, allego un esemplare apparso su NAC: Per Cora, rimando a un'altra mia monografia: numis.me/archivio/Cora.pdf Noterai che in effetti persistono oscillazioni tra prima e dopo l'inizio della prima guerra punica, che sicuramente costituì un importante "spartiacque" tra le varie emissioni monetarie. Ho fatto sopra il mio ragionamento, sulla falsariga del compianto Russo, per evidenziare che in effetti non appare sbagliato attribuire le monete con protome equina (Cosa) e con gallo (Aquinum, ecc.) ad anni precedenti di poco la prima guerra punica, grosso modo tra il 272 e 264 a.C. Data la vicinanza cronologica, mi sembra in effetti ovvio che soprattutto i ripostigli risalenti al tempo della prima guerra punica possano contenere tali monete che però possono essere un poco anteriori. Inoltre non dimentichiamo che le occasioni per la sepoltura di ripostigli aumentano molto in tempi di mobilitazione e di guerra e quindi soprattutto durante la prima guerra punica.1 punto
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