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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/20/12 in tutte le aree

  1. Variante era riferito a quello che diceva medusa51. Per il resto, non è questione di avere idee diverse: togliamoci dalla testa l'idea che possano esistere monete nelle quali l'incisore si sia dimenticato un dettaglio senza che la cosa sia risaputa: gli euro senza firma sono notoriamente conii stanchi, e il fatto che l'assenza della firma sia a volte solo accennata ne è la riprova lampante. Il dettaglio della firma in incuso sul conio si è via via riempito creando prima una debolezza e in seguito la completa sparizione della firma. Non è un'opinione, ma è un dato di fatto. Non diffondiamo informazioni erronee: l'Euro senza firma, in tutte le sue gradualità, è un difetto di conio, punto. Tanto che lo stesso difetto si è poi ripetuto in altri millesimi, sicuramente il 2006 e se ricordo bene forse pure il 2007.
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  2. ciao gio.. :) .....ho conesciuto le spiaggie vuote in agosto.. ^_^ ...le giornate in famiglia al bordo di mare, a giocare fino a la notte,e pescare miracoli con pocci attrezzi.... ^_^ ...il tutto ne un aria dolce come il mele.. ^_^ ...ma questa...era un altra vitta,e oggi,tanto siamo a voler tastare un pezzo di paradiso,e aver un posto per vivere al massimo,il piu veloce possibile..!..talamente veloce,che le nostre generazione sono state sopprapassate...!..e i nostri giovanni perdono pocco a pocco quelli fondamenti che anno appuntellato le nostre manere di vivere....!..come fare?..sempre ripprovare inlassabilimente farli tenire a massimo la linea dritta..... le isole,sono piccole,e sono elle che risenteno prima si qual cosa nel mondo no va piu!!........quello che nel continente e invisibile ... la nostra terra si ne va in pezzi,vendono a qui a piu soldi.....quella ricezza di preservazione e una mina di oro per certi..i vecchi che si ne vanno,lasciando terra,che li eriteri si vendono pocco a pocco........il bordo di mare si copre di piu in piu di pustulli di cimento armato....!!...ma come fare,il lavoro ci vuole ,e la liberta di aver una vista sul mare 1 mese al anno ,e diventato un idea fissa.....!! :angry: ..la sola cosa valabile ora,sono i soldi....e chi ne vuole molto per campa...!!!.... allora,quando certe volte mi trovo su quelli monti....e che sento ,giu il crido oribile delle pelle mecanicce gigante,coperte dal fume degli alberi che bruciano per fare piazza......mi viene a pensare cose,che meglio non parlarne...!!! :mellow:
    2 punti
  3. così tanto per chiacchierare un pò in attesa del pranzo: Cominciamo dall'esemplare NIKKO: se confrontiamo le lettere della legenda l dritto, si può notare che nell'esemplare Nikko, pur in presenza di una discreta usura le lettere sono complete e gli stacchi dal fondo ci sono ben visibili, così come le strie di coniatura. per contro, si osservi la "O" di NERO, nell'esemplare di Aemilianus, la lettera è aperta, è più sottile di sezione e oltre ad essere decisamente impastata, il piano all'interno della "O" stessa, invece che trovarsi allo stesso livello del piano esterno è più alto e di forma concava, che è una delle caratteristiche fisiche inevitabili, dei processi di fusione, microfusione e pressofusione anche centrifugata a cui, i falsari, mettono rimedio rilavorando l'interno delle lettere. Analoghe caratteristiche le si riscontarno in tutte le lettere delle legende, dritto e rovescio. Lo stesso " fenomeno" lo possiamop ossrrvare relativamente ai dettagli del ritratto uscenti dal piano, in particolare i nastri dellla corona che nell'esemplare NIKKO sono ususrati ma ben definiti e staccano correttamente dal piano, mentre nell'esemplare aemilianus, si alzano in maniera non congrua e presentano spessori minori, Al rovescio ci fanno testimone il cavo della "V" che invece di essere ben definito e allo stesso livello è concavo e più rilevato e i particolari delle gambe del trono...,la patera stessa pare una ciambella di pasta invece che un piatto umbilicato... In più, nella moneta aemilianus si possono ritrovare dei difetti random che sono parte del corredo della moneta NIKKO, che già di per loro denunciano il clone o l'uso della moneta NIKKO o altra ancora, come " host" per la copia...si potrebeb anche continuare, ma credo che sia più che sufficiente a chi abbia voglia di analizzare in modo critico le due monete...per i credenti incalliti, non posso fare niente, ahimé!
    2 punti
  4. Innanzitutto, desidero ringraziare Alberto Varesi per avermi interpellato anche privatamente e avermi messo a disposizione delle immagini ingrandite del 60 grana in ottone allo scopo di effettuare ulteriori approfondimenti. Alberto è un numismatico di grande professionalità che si fa mille scrupoli prima di vendere e se è il caso contatta persone all’infinito finchè non si giunge ad una conclusione, solo un vero professionista si comporta in questo modo, comprare da lui è una garanzia con la G maiuscola. Proprio grazie a lui ho effettuato delle indagini con immagini alla mano e sono arrivato alla conclusione che…… Purtroppo siamo di fronte ad un falso moderno. Il falsario ha voluto creare la rarità impiegando un tondello metallico inusuale. Ci sarebbe da fare un articolo ma considerando che i falsari sono tanti non possiamo certamente impegnare pagine e pagine di riviste e andar dietro ad ognuno di loro, una bella segnalazione con delle immagini ingrandite penso che sia più che sufficiente. Partiamo tutti dal presupposto che un conio veniva costruito utilizzando i punzoni di uno certo stile (stile bodoniano) e caratteri prestabiliti, non esistono varianti sotto questo punto di vista. Le uniche varianti riguardano la punteggiatura e la posizione dell'effigie eccetera e in ogni caso i rilievi devono obbligatoriamente essere tutti ben delineati e di una certa finezza, non dimentichiamo che il consiglio direttivo del Gabinetto d’Incisione era severo. Nel 1857 ad esempio, i ritratti e gli stemmi presenti sui conii erano punzonati e rifiniti direttamente dagli incisori ufficiali quali Luigi Arnaud e Andrea Cariello (questi si alternavano a seconda dei periodi per i dritti e per i rovesci), essi erano artisti di fama internazionale e non avrebbero mai commesso errori come vedremo di seguito. Osservando meglio gli ingrandimenti della capigliatura dell'esemplare in ottone noterete una certa grossolanità e doppiezza nella capigliatura, il bordo inoltre, non è tratteggiato ma punteggiato, questo vuol dire che il falsario non è munito di bulino millesimale. Ma non finisce qui; lo stile e la costruzione dei caratteri delle leggende non venivano punzonati dagli incisori ufficiali ma da altri incisori con mansioni di responsabilità minori, in ogni caso le lettere dovevano essere tutte uguali (i punzoni erano tutti uguali) o tanto meno dello stesso stile, la perfezione dei rilievi era d’obbligo (nulla a che vedere con i graffi o la perfezione dei tondelli o altri tipi di difetti, quello è un altro discorso). Come già accennato, nell’esemplare in ottone i capelli sono grossolani, diversamente predisposti e la barba non c’è più, nonostante l’esemplare sia in buono stato conservativo, in genere quando alla zecca si lesionava un conio all’altezza di una lettera o magari perchè non era ben punzonata si provvedeva a ritoccarla. Purtroppo, nell’esemplare in ottone le lettere e le cifre risultano tutte ritoccate in malo modo, gli ingrandimenti parlano chiaro, colui che ha fatto questa moneta non ha avuto nemmeno mano ferma, la ciliegina sulla torta poi, è la serie di gigli borbonici nello stemma al rovescio, più che gigli sembrano gerani, penso che se all’epoca alla zecca di Napoli qualcuno si fosse permesso di fare una moneta simile sarebbe stato preso a pedate dal re in persona. Ma come è possibile fare un falso simile con la tecnica della coniazione e non fusione del tondello? Se da una moneta autentica si riproduce un calco e da questo calco si fonde il metallo per creare i punzoni e da questi improntarli su un conio in acciaio, allora tutte le monete battute da questo conio risulteranno coniate e non fuse, in pratica, saranno una copia di una moneta apparentemente battuta. Il conio però, prima di entrare in azione, essendo frutto di un calco, non era mai ben delineato nei minimi particolari, tanto meno preciso e tagliente. Per questo motivo veniva ritoccato nella capigliatura e nelle lettere. L'esemplare in ottone presenta tutte queste caratteristiche e non è un falso d'epoca altrimenti sarebbe risultata una fusione magari argentata. All’epoca i falsari non disponevano certo di bilancieri o attrezzature per temperare l’acciaio dei conii. Oggi con i macchinari moderni è possibile fare tutto ciò, ma il falso, nonostante risultasse più preciso non sarà mai perfetto! Nel gergo dei falsari, questa moderna tecnica di falsificazione è nota con il nome di pressofusione, cioè una moneta battuta da un conio prodotto da calco con modelli fusi e questa moneta è battuta con un bilanciere o altro macchinario simile, solo un bilanciere può imprimere con una tale forza l’impronta su un metallo così duro come l’ottone. Non c’è che dire, un falso che inizialmente può trarre in inganno chiunque.
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  5. Ho visto ora su RAI 3 un pezzo di un documentario che riportava il ritrovamento del piroscafo Polluce affondata nella metà del 1800 (1841). Hanno tirato fuori centinaia di monete in oro e argento,dagli 8 Real Spagnoli,alle 5 Lire Carlo Albero ed hanno inquadrato,dalla figure e dalla grandezza, credo un 30 Ducati Ferdinando II 1839 o 1840 , stupendo. Il piroscofa navigava nella tratta Marsiglia,Genova,Livorno , Civitavecchia e Napoli trasportando merci e passaggeri quindi ci fa capire come le monete al tempo erano considerate.......semplicemente per il loro valore intrinseco (oro e argento) e no da quale Nazione o Regno provenissero! http://it.wikipedia.org/wiki/Polluce_%28piroscafo%29
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  6. Ciao, Nel caso fosse caduto un pelo, non sarebbe stato in incuso a causa della spinta del conio? sì, certamente, l'impronta sarebbe in negativo rispetto al tondello. Ma il pelo non si sarebbe visto: sarebbe rimasto schiacciato dalla pressione sviluppata senza lasciare traccia alcuna... ;) Ciao Illyricum :)
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  7. Le foto sono apprezzabilissime :) Vedrai che col tempo, pian piano migliorerai sempre, e con le prove scoprirari i segreti, i pro ed i contro, del giocare con la luce. Come ti scrivevo, il 120 grana è davvero notevole, e il millesimo 1853 non è poi così comune, specie poi in una conservazione simile. Ti posto il mio per un confronto, ha difetti di conio leggermente più contenuti della tua, ma presenta una maggiore enfatizzazione della schiacciatura sulla ciocca dei capelli, e la guancia è leggermente più vissuta. Però la patina... La lira di Murat invece, ha un ritratto stupendo, come già ho notato nel mio commento di prima. Mi lascia qualche dubbio la patina... mi spiego, è irregolare, in alcuni punti si notano dei rimasugli mentre in altri (ad esempio in diversi punti della legenda e della capigliatura) è assente, e non è proprio naturale in una moneta che ha 200 anni, e ne avrà passate (quasi) di tutti i colori nei diversi ambienti in cui è vissuta. Purtroppo da qua (attraverso le foto), l'idea che posso farmi è limitante... MI PARE (dalla foto) di vedere un po di leggeri hairlines (sul millesimo,sopra la A di lirA ad esempio), e questi a volte sono causati da uno sfregamento (tipo un guanto). Ben certamente potrei sbagliare, non sono poi un super esperto. Certi dettagli vanno visti in mano, con la dovuta luce, una buona lente... e la dovuta calma. In ogni caso, moneta che per me non scende sotto il qSPL... e potrebbe benissimo salire in conservazione, ma da qua... questi sono i miei dubbi. Ti rinnovo comunque i complimenti, per le monete, per il gusto nella scelta, e per le foto :) Un caro saluto, F.
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  8. ho un 20 cent.2009 con la firma dell'incisore M.C.A. senza puntini... si tratta di una semplice curiosita? grazie x l'attenzione. Uploaded with ImageShack.us
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  9. Eh sì, un bel battaglione di Rigati Ribattuti :good: Grazie per la risposta, farò anche io qualche ricerca per siti di aste..... spero di non incrociare eventuali tue puntate ! :)
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  10. E' arrivato Giamba 54......è arrivato :blum: :blum: :blum: , a presto con qualche notizia .... ( il tutto ovviamente per creare un minimo di suspence :good: )
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  11. son passato da casa mia anche con il volo a genova veniva sempre un casino alla fine volo su genova e traghetto se sei fortunato ci metti 7 8 ore da londra a bastia e come prezzo alla fine sei sulle 200 sterline , che eˇil prezzo di una settimana di vacanza in spagna (b e b)
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  12. Delfino curioso....... Quel lavoro è quasi finito. Ci sentiamo presto Ciao
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  13. In un'asta sarebbe stata classificata molto probabilmente " Colpo al bordo altrimenti qSPL". I primi punti d'usura visibili sono la piccola N nello stemma,i puntini del padiglione e la capigliatura. Ci sono inoltre , quasi in tutti gli anni , delle piccole varianti. Il segno di zecca che tocca la data ,l'apostrofo D'Italia verticale o orrizontale,la stella sopra la testa dell'aquila a 5 o 6 punte (solo nelle 20 lire credo),segno di zecca grande o piccolo.........e molti altri tipo coppa e melograna differenti che solo con il tempo li noterai perche la maggior parte non sono riportati sui normali cataloghi. Questa ha la G di REGNO chiusa, se provi a vedere nelle altre è più aperta. Piccole differenze che magari non creano una variante ma che sicuramente rendono queste monete "uniche" dando un senso alla parola CONIO e non un prodotto di "frabbrica" come molti anni più avanti sono diventate. PS: Nessun grazie è un piacere. :hi: C'è un amico del forum che potrebbe rappresentarle molto meglio di me,Picchio!
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  14. I fatti sono fatti. Poi uno trae le proprie conclusioni. Durante il suo regno, il sovrano portò solidarietà alle popolazioni colpite da calamità naturali, intervenendo in prima persona con aiuti materiali e opere risanatrici. Ad es., nell’epidemia di colera che sconvolse Napoli nel 1884, si era prodigato personalmente nei soccorsi e da qui il soprannome di ‘Re Buono’. Dice la storia (Procacci-storia degli italiani - Laterza 1978) "Nel maggio 1898, quando il prezzo del pane era ancora salito, l'eruzione della collera popolare avvenne in forma spontanea e convulsa, ...Non vi era alcun pericolo rivoluzionario e gli stessi socialisti furono presi alla sprovvista dal movimento. Il Governo però si comportò come se tale pericolo esistesse e represse i moti di Milano a cannonate. Vi furono cinquanta morti tra la popolazione e il generale Bava Beccaris, responsabile di questo eccidio, fu decorato dal re. Gli arresti si contarono a centinaia ... Il 29 luglio 1900, re Umberto cadde vittima di un attentato anarchico…" Sul sito http://arengario.net/ Alfredo Viganò scrive: Per un ricordo simpatico del re Umberto I (non so se lo merita) allego anche la copertina retro della Domenica del Corriere del 26 agosto del 1901, un anno dopo. Mi piace perché non retorica ne pomposa, disegnata da Beltrame. Dice il titolo: Il re nella sua vita privata: Te see staa ti a mazzamm la mia gajna?. La figura mostra un bambino che nel Parco redarguisce e interroga il re in tenuta da caccia. Aggiungo che il bambino, dato l'uso delle z, forse era di Lissone o dintorni. apollonia
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  15. Aggiungo anche i miei complimenti ad Alessandro, non sarà una GK od un CC di San Marino ma è sempre una soddisfazione particolare trovare monete come queste, lo possiamo capire solo noi.....................
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  16. "quindi, il problema non è il commerciante che pretende qualcosa di assurdo..il problema, vecchio ormai, è che in Italia non sei mai sicuro di riscuotere e il credito non è minimamente tutelato." Scusa numizmo. Ma possibile che i POS siano sconosciuti solo a chi opera nei Convegni numismatici? Chi vende monete da centinaia o migliaia di euro e lo fa professionamente, deve dotarsi anche nei convegni di tutti quegli strumenti che gli consentano di accettare pagamenti diversi da quelli in contanti. Non mi venire a raccontare la storia degli assegni. I convegni numismatici sono forse l'unico evento in cui non è possibile usare le carte di credito. A maggio scorso, a Verona, la domenica mattina sono andato a visitare la fiera dei minerali che si teneva nel padiglione a fianco a quello dove si svolgeva il Veronafil. Ho acquistato alcuni oggetti pagandoli con il Bancomat. Mi chiedo per quale motivo lì fosse possibile pagare con la carta mentre nel padiglione del Convegno numismatico no. Non sarà il caso che chi esercitata quel commercio in modo professionale (non parlo dei "Chierici vaganti", che girano per il padiglione con i trolleys ed i borsoni in cerca di acquirenti...) si doti dei necessari mezzi tecnici per accettare anche le carte? Mi sorprende doverle anche scrivere queste cose.....ma evidentemente molti commercianti preferiscono perdere un cliente che paga con la carta piuttosto che metterlo nelle condizioni di poter pagare. Saluti. M.
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  17. Come ripeto queste monete sono affascinanti nulla da dire in merito. Io ne ho 5 in bassa conservazione e ben 9 in alta conservazione con tipologia diversa del ribattuto ;) . La tua moneta seppur in bassa conservazione devi assolutamente tenerla . Il bordo non è rigato ma ultra super rigato mi ci taglierei i polpastrelli ;) . Tra 7 o 8 anni i prezzi di queste varianti subirano un cospicuo aumento dei prezzi questo perchè saranno ricercatissime sul mercato. Infatti io mi sto muovendo adesso perchè sono stabili . Diversi venditori e aste fanno i loro prezzi alcuni già elevati e altri stabili con il mercato di adesso. Se cerchi bene su google ne ho trovate diverse da prendere al volo ;) soprattutto nei veditori esteri. ;) E perchè no magari più avanti quando ne hai messe almeno 4 in collezione una bella vendita ci può stare ;) . Io mi sono messo avanti anche sulla lira del 1942 impero la scorsa settimana ne ho acquistate 30 in fdc ;)
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  18. Manco da tempo dal museo di Siracusa e quindi non so se il decadramma ex Pennisi sia ora in bella mostra su qualche bacheca. In ogn caso, se presente, dovrebbe essere visibile solo da una parte e sono vietate le fotografie.... A mio modesto giudizio, quei due decadrammi falsi ex Weiss sono nati in origine da un accurato calco del pezzo Pennisi (l'unico autentico presente in Sicilia). Da questo sono state ricavate delle "cere", normalmente con bordo più largo, sulle quali il falsario, indubbiamente molto preparato, ha apportato delle modifiche, specialmente per evitare di ricavare cloni identici (troppo sospetti !!!). E da due di queste "cere" sono stati ricavati i conii di acciaio per la pressofusione. Non è necessario che il calco del pezzo ex-Pennisi sia stato effettuato all'interno del Museo (cosa molto difficile), ma prima dell'acquisizione della famosa raccolta da parte della regione Sicilia. Ci fu infatti un certo lasso di tempo in cui la collezione era in mano a curatori e facilmente accessibile. Probabilmente in quel frangente furono ricavate delle "copie" in negativo che possono essere state conservate e tirate fuori al momento opportuno, grazie anche a nuovi macchinari più sofisticati. Questa è solo una mia ipotesi, e questa presuppone inevitabilmente che è inutile sperare di trovare i due prototipi originali (presupponendo che siano dei cloni). Probabilmente il prototipo originale era proprio il pezzo ex-Pennisi e i falsi (della stessa coppia di conii !!) erano dei cosiddetti "cloni modificati", mediante appunto "aggiustamenti" sulle "cere" ricavate dai calchi. Rileggendo l'articolo apparso sul quotidiano "La Sicilia" non posso sottolineare che ciò che più mi rattrista in questa vicenda è il comportamento di noi "italiani" in genere e delle nostre autorità in particolare. All'inizio e da una parte c'è l'intervento del sindaco di Agrigento che si augura (ingenuamente !!) che l'anonimo acquirente del decadramma diventi "mecenate" delle antichità di Agrigento (nel senso che metta lui i quattrini per il mantenimento di monumenti, musei e restauri vari), e già questo rende la misura di quanto noi italiani siamo straccioni e di quale sia il livello del nostro presunto orgoglio nazionale... Successivamente e dall'altra parte c'è l'ineffabile intervento del locale Sovraintendente locale ai Beni Culturali, che si augura indagini e sbirreschi interventi da parte dei Carabinieri al fine di accertare la data di scavo del decadramma e, se successiva al 1909, se ne augura il sequestro.... Quest'ultimo intervento, perfettamente (ma solo apparentemente) contraddittorio col precedente, dà anch'esso l'esatta misura del pensiero delle autorità italiane preposte ai beni culturali.... Tirando le somme, con vicende come questa noi italiani diamo di noi all'estero l'impressione che ne potrebbe avere qualsiasi persona di buona fede e di buon senso, e cioè quella di un popolo di straccioni e di buffoni che si credono furbacchoni, ma anche di un popolo di inetti e ipocriti. Spiace e duole dirlo, ma a questo punto siamo davvero un paese di merda.... Nessuna persona al mondo che non sia uno squilibrato potrebbe pertanto dare credito alcuno o anche semplice ascolto ad individui ed "autorità" del genere, per cui credo che i due "appelli" o "iniziative" cadranno nel vuoto (e che bella figura ci faremo). Che tristezza.... (e non credo che il giornalista abbia inventato tutto....)
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  19. Ciao @Gabrimen, grazie alla tua diciamo "inclinazione" verso gli esagoni ribattutti mi è venuta voglia di andare a prendere dall'album dove la conservo questa monetuccia, in condizioni scarse ma che avevo archiviato come "1919 contorno rigato" e messo via. Ora l'ho guardata meglio e ho notato i segni della ribattitura, niente di che ma davvero interessante ! Lo posto qui perchè non merita un'apposita discussione, non volermene, ma soprattutto per ringraziarti per avermi stimolato un'altra curiosità numismatica degna di grande attenzione !!
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  20. il mio obbiettivo è di trovare in circolazione prima o poi 10-20-50 cent di Monaco allora farò festa....non so perchè ma ho sempre avuto una fissa con sta moneta!
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  21. si, ti capisco..ripetere la stessa cosa ad libitum fa passare la voglia perché sembrano parole al vento, quando poi leggi di certe risposte ancora peggio......., ma è un pò come l'insegnamento: anno dopo anno insegni sempre le stesse cose...è una cosa inutile? no, perché le nozioni saranno anche le stesse di sempre, ma sono gli ascoltatori che cambianio, e ogni volta che l'ascoltatore se ne va, si porta dietro quello che ha imparato e lo diffonde...pian piano la conoscenza si spande e ci saranno sempre meno risposte sbagliate...
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  22. se è come quella che ho postato, si tratta di una moneta postuma coniata a nome di Costantino I° divinizzato - (tempo di Costanzo II° anno 347-348 D/ D ( ivo) CONSTANTINVS P (a) T (er) AVGG (ustorum) - busto con velo a destra R/ VN-MIR ( veneranda Memoria) Costantino in piedi in esergo la zecca che in questo caso è Alessandria
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  23. Sull'argomento dell'attentato consiglio questo filmone: http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Valchiria_%28film%29
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  24. Penso siano tutti "effetti ottici" dovuti all'immagine ed alle luci, non sono certo il massimo... Per contro con queste immagini pare si evidenzi che la moneta ha perso il lustro di conio, come di consueto gli ori del periodo non hanno usura da circolazione notevole, ma direi che siamo attorno a SPL. Ciao, RCAMIL.
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  25. Ognuno è libero di pensare e collezionare, il problema, per come la vedo io, risiede nel fatto e non mi riferisco solo a questo argomento, che si faccia fatica a considerare Storia qualche cosa di passato da molti anni. L'impero romano è caduto nel 476, penso che nessuna ferita oggi sia ancora aperta nei confronti degli "invasori" che ne hanno provocato la caduta. Napoleone è morto nel 1821, la sua epopea è stata dirompente non solo per l'Italia.. ha fatto cose buone? Ha commesso nefandezze? Beh, sono passati oramai duecento anni dalla sua fine, penso sia ora di consegnare la sua "parabola" alla storia..
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  26. Purtroppo devo confermare che non esiste un elenco (o, meglio, un inventario) dei ritrovamenti monetari di ambito sabaudo. A dire il vero, non esiste un elenco per quasi tutte le monetazioni italiane... Questa mancanza è un problema molto sentito dagli studiosi e dagli appassionati in generale. Ciò non significa che non siano pubblicati molti ritrovamenti. Tutt'altro. Il problema è che questa pubblicazione avviene in maniera totalmente disomogenea, sia come criteri di analisi, sia come riviste dove lo studio viene stampato. Possiamo trovare informazioni importanti sulla RIN, sul Numismatic Chronicle, ... ma anche - se non soprattutto - in bollettini locali, non necessariamente a carattere numismatico. Non a caso è da poco nata una pubblicazione specifica: il Journal of Numismatic Archaeology. So che alcune persone hanno degli inventari privati più o meno estesi, anche se limitati al loro specifico ambito di interesse. Ma nulla di esaustivo, né tantomeno legato alla monetazione sabauda. Per fare questo è assolutamente indispensabile avere una metodologia precisa. Spesso in letteratura ai ripostigli vengono dedicati studi approfinditi. Ancor più spesso, però, vi sono delle notizie scarne, di poche righe appena, che devono però essere recepite. Personalmente, apprezzo l'impostazione dell'Inventory of Greek coin hoards (a cui rimando: in Google Books trovate facilmente delle pagine di esempio) o delle appendici del Medievale European Coinage (idem, per chi non lo ha in biblioteca c'è sempre Google a dare una mano): pochi dati essenziali, e il rimando bibliografico alle pubblicazioni che trattano il ripostiglio in maniera più esaustiva. Che poi è lo stesso approccio seguito da Ermanno Arslan nei suoi repertori, tanto per dare un'idea. Pier ricorda bene come di questi ripostigli ce ne siano non pochi. Si tratta solo (solo!?!?) di armonizzare l'elenco. Pensate ad esempio alla consistenza delle pubblicazioni dei ripostigli monetari di monete romane in Veneto, curati dall'Università di Padova. E' un lavoro improbo, ma necessario, che mi sento di sostenere. In proposito, vi invito a cominciare a riflettere sulla metodologia, a studiare i testi di cui vi ho scritto sopra, e a raccogliere i dati in tal senso sulle riviste a vostra disposizione. Poi ritorneremo a parlare, in questa sede o per MP, di un modo per organizzarli. Il vostro proposito di ricerca si sovrappone con un mio progetto informatico in questo stesso ambito, che sto completando in queste settimane. Purtroppo per il momento non vi posso dire nulla, perché ho un gentlemen's agreement con la persona che mi ha fornito dei dati che dovranno confluire là. Chi potrà essere al convegno in Università Statale a Milano il pomeriggio del 25 ottobre potrà vederne un'anteprima, anche se entro novembre confido di averne pronta una versione ufficiosa e stabile, da caricare sul mio sito per un'utenza ristretta. Il mio proposito è di rilasciarla ufficialmente tra due o tre mesi, aperta a tutti, ma potrebbe essere l'occasione nel frattempo di fare un debug evoluto proprio con la vostra collaborazione, inserendo i dati dei ritrovamenti di monete sabaude. Datemi tempo fino al 25, poi dal giorno dopo tornerò a parlarvene. E.
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  27. A 1500 è super pagata bene! L'anno è il più comune e questa monetazione non ha un gran seguito,prova a metterla in vendita e vedrai che al massimo arriva ad un 800/1000 euro e se effettivamente la conservazione è sopra lo SPL , perche con queste foto non si capisce bene. C'è chi ha pensato fosse un falso......
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  28. Peccato per quel colpo sul bordo altrimenti la conservazione poteva quasi sfiorare lo qSPL. Bisognerebbe vederla in alta risoluzione o dal vivo. Questa monetazione è seguita sopratutto da Numismatici DOC perche non è facile da "capire". L'entrata del sistema decimale e per la prima volta esiste un Regno d'Italia (almeno su le monete) con zecche da Roma a Milano,Genova,Torino,Bologna e Venezia e se calcoliamo anche gli Stati sotto la parentela Napoleonica mancava solo il Regno di Sicilia e il Regno di Sardegna. Inoltre sono monete che hanno circolato più del dovuto per la poco "disponibilita" di battere moneta dai Savoia negli anni successivi a Napoleone. Un 5 Lire Carlo Alberto non ha mai superato,se non di poco,il milione di pezzi coniati nel 1844 quando nel 1812 a Milano furono coniati più di due milioni e mezzo di pezzi..... Insomma non è proprio da primo pelo ma se la conosci non puoi più farne a meno!!!!!! :hi:
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  29. Nella foga ho scordato la foto ... Peccato che la scansione non rende merito alla bellezza della moneta che è anche un po di più che SPL
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  30. Si esatto ... Non sono proprio scurissimi qualcosa si vede sotto .. Ma cmq sn aloni neri... Mi dispiacerebbe tantissimo scoprire tra qualche anno che la mia collezione si sia rovinata irrimediabilmente... Mi augoro che sia un caso isolato il nostro
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  31. Era quello che temevo. Quindi, potremmo stilare, con l'aiuto degli utenti del forum, un elenco dei vari ripostigli (e magari la loro composizione) in cui sono presenti monete dei Savoia. Che ne pensate?
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  32. Ti hanno dato il GK di resto al bar dove hai preso il caffè ?
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  33. A questo punto devo dare anch'io il mio parere per non essere laconico come, giustamente, in questo caso, mi ha definito l'amico numizmo. In effetti, lo sono stato volutamente. Non volevo inserire la moneta e dare immediatamente la mia impressione perchè non volevo con questo (il FAC in questo senso è "maestro") condizionare gli altri con il mio, pur modesto e fallibile, punto di vista. Preciso che la mia impressione ho provveduto già da ieri ad inviarla al proprietario, col quale in passato avevo avuto modo di scambiare qualche messaggio privato nel FAC. Numizmo già ha scritto un parere tecnico che condivido, mentre le mie potrebbero risultare invece impressioni empiriche. Proviamo comunque a dire qualcosa in più. Premetto che quando mi trovo di fronte ad una moneta che per me non va bene, non so come, ma prima delle conseguenti osservazioni tecniche il mio organismo reagisce con una sensazione di rifiuto, come di fronte ad un cibo che non piace (vi giuro che è così, prendetemi pure in giro, se volete, ma questa sensazione, inizialmente inspiegabile, mi ha salvato il culo più di una volta e, aggiungo con non poca presunzione, qualche volta lo ha salvato pure ad altri). Intanto, non ho ancora messo le due foto vicino, mi riservo di farlo, ma alcuni particolari, soprattutto nel rovescio, sotto la figura, non mi convincono che il conio sia lo stesso. Ma può darsi che mi sbaglio. Quello che ho notato a prima vista sono state le leggende. Le lettere sembrano un po' grossolane e "affogate" nei fondi, non staccate e nitide come dovrebbe essere di solito. Inoltre i capelli dell'imperatore, anch'essi danno una sensazione di grossolano, anche se ben imitati (?). Ancora, mancano quasi del tutto i segni di circolazione, salvo pochissimi (genuini???) e allora, vista la buonissima conservazione, mi chiedo, dov'è la raggiatura che si denota negli esemplari meglio conservati, dovuta alla spinta centrifuga (mi correggano i tecnici) provocata dal conio sul metallo. Infine, la lucentezza, ci sta vista la buona conservazione del pezzo, ma sembra quasi artificiale, non è il classico brillo di zecca (o almeno non lo è a mio modo di vedere), che dovrebbe essere migliore fra le lettere o intorno ai dettagli. Quest'ultima impressione, lo ammetto, potrebbe essere condizionata anche dal tipo di esposizione fotografica, ma personalmente ne dubito. Ultima cosa: nel convegno di Verona dell'anno scorso un venditore dell'est aveva un aureo di Nerone che, a mia memoria, come tipologia, ma anche come caratteristiche, sembrava il cugino, o comunque un parente stretto di questo. Ho voluto dargli un'occhiata in mano e l'ho fatto insieme a un'altra persona che di monete ne mangia. Era fasullo, di quello non ho dubbi. Mi perdonerete, spero, delle inevitabili castronerie che posso aver scritto. PS: Ho dimenticato una cosa. Quelle piccole protuberanze in rilievo che si avvertono nei campi come le spieghiamo? Come un difetto dei coni? Ne dubito. Per me è sintomo di moneta pressofusa, poi sbaglierò clamorosamente e va bene. Qui si discute per cercare di imparare qualcosa e anch'io imparerò senz'altro cose utili per giudicare meglio una prossima volta.
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  34. dovrebbe essere una moneta spagnola da 4 REAL A/ PHILIPPVS II DEI GRATIA R/+ HISPANIARVM REX
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  35. tutta magia della copiatura..il grado di usura si riproduce, non ci vuole poi tanto..ma in questo caso l'esemplare aemilianus è meno usurato pur essendo meno definito...strano eh? quanto all'altezza degli interni delle lettere, guarda la "O" e la"V" al rovescio, noti nulla? in una l'interno è piano, nell'altra è concavo..se vai a vedere un manuale di metallurgia e vai al paragrafo ritiro delle forme, vedi che quella concavità è definita lì, come un fenomeno fisico dovuto al ritiro per raffreddamento del metallo, ed è, come tutti i fenomeni fisici, inevitabile..idem per l'angolo di stacco dei rilievi dai fondi ( angolo di spoglia, si chiama) che per le operazioni di deformazione plastica arriva ai 90° e poco oltre, sennò resta al di sotto di questo valore , sempre per il principio di rirtiro del metallo suddettop gli spessori sono intesi , ovviamente, in larghezza,è un termine scelto male ma si usa quì in toscana, sennò si parla di rilievo o altezza, e se ci guardi, anche sovrapponendo con un programma grafico le due monete i detti spessori sono differenti...
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  36. Vi piace ? Tracce di doratura sui fondi. 1700 o 1800 ?
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  38. E' nato prima l'uovo o la gallina ? Trovo più probabile il primo, almeno nel nostro caso, ovvero che i mercanti (preferirei commercianti) si siano adeguati (e con malcelata felicità) ad un mercato che strapaga le alte conservazioni, più che imporre questa tendenza (sempre che si possa fare) Quanto al tooling e toning delle monete, sarebbe forse il caso di rivalutare quelle che non hanno subito alcun intervento, più che deprezzare le altre. Può piacere o meno, ma la stragrande maggioranza dei bronzi ha subito qualche intervento, in varie epoche e con differenti risultati. Pensare a bronzi intonsi è quasi un'eresia e come ci ha ricordato il buon acraf anche il famoso sesterzio da 2.000.000 di chf non apparteneva a tale categoria. Quello che nel campo dell'arte e dell'antiquariato è considerato normale, ovvero il restauro, in numismatica é un vero e proprio tabù.
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