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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/14/12 in tutte le aree
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Buongiorno a tutti, forse vi potrà interessare il parere di un neofita come me. Sono iscritto da poco più di una settimana, ma già seguivo il forum (da circa un mese) perchè qui trovavo risposte sulle monete che seguivo e di cui iniziavo ad interessarmi senza però avere un minimo di conoscenza. Avrei potuto benissimo continuare ad "usare" semplicemente il sito, il forum e i cataloghi online senza registrarmi ma, proprio leggendo e rileggendo le vostre discussioni, ho capito che le mie conoscenze di numismatica erano pressochè nulle, praticamente tabula rasa! A quel punto ho deciso di iscrivermi, per confrontarmi con voi e conoscere, imparare il più possibile sulla numismatica. Certo, avrei potuto imparare leggendo libri, ma la mia idea di conoscenza ritiene fondamentale il confronto e non può prescindere da esso. Oggi, a poco più di una settimana dalla mia iscrizione, posso dirvi che mi collego quasi ogni giorno (appena ho un pò di tempo libero) e spesso rimango incantato dinanzi a interventi stupendamente dettagliati, ma per ora ho lasciato il mio parere solo nelle discussioni "generali" della piazzetta, non ho ancora partecipato a discussioni "tecniche" poichè non mi sento abbastanza preparato da poter dire la mia. Tuttavia so che un giorno, non molto lontano, le mie conoscenze potranno permettermi di dare un parere, confrontarmi anche in quel tipo di discussioni. Per quanto detto, non posso che essere pienamente d'accordo con Picchio e successivamente con Dabbene. Questo forum per me rappresenta un punto di partenza verso la numismatica, ciò che leggo sta formando la mia conoscenza quindi, vi prego, continuate, con la vostra, a illuminare gli occhi di chi, come me, ne sà ancora poco, perchè un giorno potreste essere fieri di quello che ci avete insegnato.6 punti
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Ottimo esemplare! Anche per me SPL. A ore 9 pare che ci sia una minuscola lesione del tondello, ma niente di influente dato che nel 70 % dei casi la si trova con difetti deturpanti quali, graffi, mancanze di metallo, debolezze di conio e bordo deturpato. Per quel che riguarda qualche approfondimento sul rovescio segnalo questo studio sul mistero che avvolge la presenza della croce costantiniana al posto di quella potenziata di Gerusalemme nello stemma borbonico http://www.ilportaledelsud.org/monete_napoletane.htm . In allegato l'esemplare della vendita Varesi 42 del 2003 "Civitas Neapolis" tirato in ballo da Pietro. Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us2 punti
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Eh, sì, caro Adolfo...mi sa che sei un poco di cattivo umore oggi :D! Ma alle soglie del Ferragosto e con il caldo di questi tempi non è facile vedere una folta partecipazione...intanto andiamo avanti con i sopravvissuti, che saluto tutti caramente, e poi vediamo se con il ritorno di giornate più fresche ritroveremo anche altri utenti che non sentiamo da tempo, o magari anche qualche nuovo appassionato, chissà... Detto questo, provo a scrivere qualche annotazione al volo prima di rituffarmi nel lavoro. Come era realizzata in genere la bianchitura lo si sa anche grazie alle indicazioni di fonti bassomedievali oltre che di qualche prova sperimentale, e prima il Finetti e di recente Barello lo hanno ben sintetizzato nei loro manuali. Per alcune zecche in particolare si ha qualche notizia in più, ma sempre piuttosto tardi (XIV secolo): per Genova ad esempio nei registri della zecca ho trovato che per certo i bagni per la bianchitura, alternati al riscaldamento e alla battitura, venivano effettuati con l'aceto, di cui l'officina monetaria doveva essere sempre ben rifornita. Ma non si dice per quanto tempo e con quale frequenza queste operazioni dovevano essere effettuate. Per i denari di Lucca andrebbe verificato a partire magari dai dati qualitativi delle analisi e magari con confronti sperimentali come quello operato da Arles per le monete di suo interesse, altrimenti penso sia difficile essere più precisi. Quando comincia la tecnica di bianchitura nei denari di Lucca ? bella domanda...per rispondere alla quale secondo me basta rileggere il solito saggio di Matzke del 1993 (Vom Ottolinus), che come tutti gli studi corposi e ben fatti è una miniera di informazioni. Lì anzitutto si dice che tracce evidenti e più regolari di arrotondamento per battitura si hanno dalle serie H2b ed H2c, e dopo la lettura dell'articolo di articolo di Arles viene da chiedersi se tali battiture fossero funzionali solo ad arrotondare il tondello quadrangolare, o se fossero le ultime della serie usate anche per finire il processo di migrazione dell'argento in superficie. Matzke dice inoltre che sempre a partire dal gruppo H2b viene ridotto il titolo dei denari: parla di tre denari sottoposti ad analisi e guarda caso quello analizzato con XRF dà il valore più alto, che Matzke scarta, assumendo invece un valore medio molto più vicino a quanto ottenuto con le altre due analisi, ovvero del 750/1000. Sembra quindi che un processo di arricchimento superficiale dell'argento sia già avvenuto da queste serie, anche se non è detto che fosse voluto, ovvero provocato consapevolmente e soprattutto che l'eventuale schiarimento della superficie fosse "duraturo". Pare invece che il processo di bianchimento che Matzke definisce "forte e per ciò duraturo" sia stato applicato a partire dai tipi H3a dalla fine del secolo XI (più precisamente intorno al 1095-1098) e quindi dagli H3b che li hanno rapidamente sostituiti dagli inizi del secolo XII, quando il titolo dei denari lucchesi si abbassa sensibilmente (500/1000 circa), in analogia a quanto avviene anche per altre zecche europee. Tra l'altro anche per queste serie Matzke riporta una serie di analisi con risultati leggermente diversi, di cui spiega i motivi e riporta poi eventuali valori medi, tanto per ribadire come vanno realizzati certi accertamenti e come vanno presi determinati risultati. Per chi avesse voglia lì vi sono anche numerosi accenni a Pavia...ma per questo ed altri argomento vi lascio volentieri la parola. Un carissimo saluto e...buon Ferragosto a tutt*! MB P.S. Sorry se i miei sproloqui vi sembrano "lezioni"...io cerco di dirvi quello che so, ma solo per volontà di condivisione e di chiarezza...come farei con qualsiasi di voi al bar (si sa che i numismatici sono strani e riescono a parlare di queste cose ovunque ... anzi meglio davanti a qualcosa di buono da bere o da mangiare ;)! ...a proposito del quale: ma quando venite a trovarmi da queste parti?)2 punti
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Ho acquistato ed oggi ho ricevuto "Il Medagliere" di D'Auria, davvero molto molto bello, anche se non costa poco vale sicuramente il prezzo pagato. E' interessante anche per chi non si occupa specificamente di medaglie, in quanto vi è ricostruita attraverso gli avvenimenti la storia del Regno delle Due Sicilie, le biografie dei sovrani e la loro discendenza. Un ottimo libro, da consigliare e che invita indirettamente i collezionisti ad arricchire le proprie collezioni............2 punti
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Mi rivolgo direttamente a Favaldar, cui non recepisco lo sfogo. Vogliamo più cultura, più accademia, più interesse ? Favaldar questo è già presente sul forum ed in quantità tutt'altro che trascurabile. Non ci limitiamo a due interventi oppure all'inopportunità di taluni commenti ed all'imperizia di chiamare il taglio, bordo, piuttosto che contorno, oppure orlo. C'è già stata una discussione se era improprio dire che le monete son stampate... con tanto di richiami al Martinori. Non siamo sempre negativi, piuttosto cerchiamo di far girare la ruota dalla parte giusta. Facciamo interventi e discussioni che richiamino un po di interesse generale, se ne può parlare e tanto anche lontano dall'euro c'è molta partecipazione. Sono da sempre contrario al commercio sul forum, a dare spazio a scambi e vendite, perchè questo porta a spostare il target delle presenze e delle discussioni. Ci sono leggi di mercato e di pubblico interesse e queste devono essere accettate. Non sono forse i buoni clienti a fare i bravi avvocati ? Non ci dimentichiamo che è un forum libero, dove partecipano tutti, non è un convivio accademico, si scrive per proprio gusto e per diffondere un po di sapere numismatico. Le faccio un esempio recente: ho postato un topic su: "bello come un testone", è un argomento che può essere trattato da professori, e già lo hanno fatto, oppure con quattro monete che rappresentano un momento importantissimo, storico e culturale del nostro apice artistico. Numa Numa interviene con arguzia e qualifica ciò che io posto. Numa Numa non lo conosco, non so chi sia, e spero un giorno di incontrarlo. mi trovo in sintonia ed apprezzo i suoi interventi che rendono perfettamente chiaro l'inquadramento artistico dell'emissione. Siamo in due a sostenere una discussione che meriterebbe, solo per l'interesse iconografico, almeno 30 differenti partecipanti, eppure ... eppure leggono e non postano; per timore, perchè non vogliono esporsi, perchè non hanno nulla da dire ... non lo so, ma leggono e questo fa si che comunque, forse un domani, vedendo una moneta di Saluzzo, oppure un ritratto di Clemente VII prima e dopo il Sacco di Roma a qualche giovane collezionista possano tornare in mente i commenti di Numa Numa. Credo sia d'obbligo essere buoni clienti e scrivere per chi ci legge. In tanti leggono, molti di più di quanto non si immagini, io mi collego spesso nel cuore della notte ci trovo sempre qualcuno a leggere di inteventi che vanno al di la del solito "quanto vale". Poi non scrivono, ma per scrivere bisogna prima imparare. "Sto scrivendo una lunga scheda per un Alfonsin Morabetino ..." di un argomento simile potrei solo leggere e sperare di imparare qualcosa, e come me credo in tanti (99% degli utenti) ma ciò non significa che la cosa non abbia interesse. Come chiunque si sia dato da fare per il forum, abbia postato discussioni tante volte sono rimasto "scornato" dall'assenza di partecipazione o di commenti, ed in tutta franchezza preferisco il silenzio ad un "bella moneta", almeno mi resta la speranza che l'intervento sia stato letto e non ci si sia limitati a guardare le "figure". Rorey32 in tutta onestà la Sua qualità di numismatico e di studioso è fuori discussione, non spetta certo a me dirlo, ed aspetto che ci regali il suo prossimo studio.2 punti
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Un nominale piuttosto "tignosetto" per chi colleziona monete borboniche è il 60 grana o mezza piastra. Piuttosto comune al principio (sotto Carlo III e Ferdinando IV), per quanto ricco di varianti, al passaggio del XIX secolo diviene una piccola rarità. Pochi pezzi per un solo millesimo e quasi sempre pieni di difetti di conio e in uno stato di conservazione il più delle volte deprecabile. A giudicare da quest'ultimo aspetto, un nominale per cui la domanda di mercato sembrava eccedere enormemente l'offerta. Del superbo e "tremebondo" terzetto 1805-1816-1818 l'ultima emissione è decisamente la meno rara. Purtuttavia, estremamente difficile da trovare in buona/eccellente conservazione e privo di difetti di conio. Questo qui, scovato per caso qualche mese fa ad un prezzo che mi sembrava interessante, mi sembra poco malaccio. Capigliatura piuttosto fresca e nitida, trascurabili graffi di conio al rovescio (la norma per il tipo), buono il bordo, per quanto lievemente deturpato al diritto a ore 9. Mi pare si tratti della variante con la testa più piccola. Pareri? Confronti? Approfondimenti?1 punto
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http://youtu.be/Y7gKxGw9aOs .....una storia di tanti anni fa,ma di un'attualita estrema.1 punto
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Già. Difficile darti torto. Però come sai io insegno ai bambini delle elementari per finire ai giovani dell'Università, e non me la sento di dirgli questo :nea: Bisogna pur credere nei valori e difenderli. Altrimenti finisce male :crazy:1 punto
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"Questa vicenda però non deve servire da alibi per...farsi i fatti propri..." Beh, direi però che chi in Italia si fa i fatti propri...... vive indubbiamento molto meglio. Questo non sarà un principio di educazione civica (quindi non insegnatelo ai bambini....) ma è una massima di esperienza difficilmente contestabile....... :good: M.1 punto
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Questa cosa del faccione mi ha davvero incuriosito molto! Qualcuno mi sa dire che cosa sia davvero? Oppure chi sia? solo pura fantasia!! Sicuro? Eppure a me sembra così evidente…1 punto
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Esiste sull'argomento una interessante pubblicazione di storia locale: Franco Emidi, La Zecca pontificia a Montalto. Origine, attività, ipotesi di ubicazione. Campiglione di Fermo, 1992. In-8, pp. 155, numerose illustrazioni n.t., brossura. A volte si trova in asta o nel mercato dei libri d'occasione, in genere a prezzo conveniente.1 punto
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beh con la fortuna che ha 5 Lire non mi sorprenderebbe se lui trovasse monete ovali :rofl: :rofl: :rofl:1 punto
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Esco "fuori di testa" :rofl: poichè vi posto questo 60 Grana 1818 proveniente dall'asta 35 di NAC aggiudicato ad € 2000(base € 1500) Come si può notare ha la data ribattuta o corretta e precisamente l'ultimo 8 apposto sul 9 Ebbene le correzioni della data in questa mezza piastra sono alquanto insolite. Appare evidente che furono approntati anche i punzoni con data 1819, ma che per problemi sorti in zecca le date furono corrette in 1818. L’alterazione da data successiva a precedente è pratica alquanto insolita; infatti, mentre ci sono innumerevoli esempi di conî che vengono utilizzati per due anni consecutivi con la semplice correzione dell’ultima cifra, non si conoscono altri casi in cui sia avvenuto il contrario. --Salutoni -odjob1 punto
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Una libbra (tre etti abbondanti) di carne di manzo. Una libbra e qualcosa di pane (a Roma era caro). Cinque carciofi. Tre litri di vino "andante", e ce n'era d'avanzo. http://www.lamoneta....ni/#entry289115 http://www.lamoneta....no/#entry833973 I dati sono per gli anni a cavallo tra il '700 e l'800, ma ci dovremmo stare.1 punto
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Grazie Genny! Credo però che i due esemplari siano proprio della medesima tipologia, forse la differente rotazione delle fotografie crea un effetto distorcente. Lo si evince dal confronto che ho cercato di istituire con un montaggio, dal momento che grazie a Francesco per la prima volta riesco a vedere bene l'esemplare della Civitas Neapolis (la foto del catalogo era davvero poco leggibile...ma le belle foto in b/n di una volta, no?!). Sulla sinistra quella della Civitas Neapolis, mentre a destra un dettaglio dell'esemplare appena proposto. Come si vede, sul mio esemplare alcuni dettagli sono più definiti (le pietre romboidali sul giro della corona, le ciocche di capelli sulla tempia). E questo è niente, perché vi assicuro che dal vivo è molto meglio, molto più contrastata rispetto alla foto da scanner che la appiattisce. Dipende forse dal caso che il conio che ha prodotto l'esemplare della Civitas aveva lavorato di più ed era quindi più liso nei punti più delicati? Quanto alla variante "testa grande", quella proposta in asta Curatolo era davvero molto differente dai due esemplari di sopra...davvero ne ho viste poche così.1 punto
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Ciao Carlo, discussione e argomento interessante, la risposta alla tua domanda credo che possa variare in base all'interesse (periodo o zecca). Se citi la Este Milani credo tu sia interessato alle monete medievali lombarde, se mi confermi il tuo interesse possiamo anche citarne qualcuna. Anche se da molti ormai è sottovalutato, ti consiglierei di scaricarti i volumi del Corpus, dove sono citate molte collezioni e Musei dove reperire informazioni sulle monete di tuo interesse.1 punto
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La logica nel poster c'è: La parte in alto dedicata ai monumenti (con le monete vicine al colosseo alla torre Eifell ed allìAtomium); manifestazioni sportive/eventiDalle Olimpiadi alle giornate internazionali o giornate europee (messe a fianco ad un tendone con fuoco d'artificio); monarchi e/o personaggi storici importanti (affiancati ad uno scettro e delle corone); momenti o fatti importanti per l'UE (affiancati a una carta con piuma e contorniata dalle stelle dell'UE); fatti/avvenimenti politicamente importanti (vicini ad una colomba che vola con in bocca il ramoscello d'ulivo); poi le due monete del 2011 di Francia e Paesi Bassi vicine ad un violino che suppongo che simboleggi l'arte. Insomma, mi sembra che un senso ci sia...1 punto
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Vedo se ti rendo ancora più allegro - e soprattutto se mi rendo più utile agli altri. Pensando che non tutti abbiano a disposizione i manuali da me sopra citati (anche se molti di voi hanno almeno il Finetti) ho pensato di farne la scansione in merito ai due principali brani sul tema della bianchitura (Finetti però ha almeno altre due pagine moltooo interessanti...). Ecco il primo da A. Finetti, Numismatica e Tecnologia, NIS, Roma-Urbino 1987 (la prima edizione...), p. 39 Saluti MB1 punto
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Buon BB, la patina non è il massimo ma se fosse mia la terrei così: meglio una moneta con brutta patina che slavazzata con i classici liquidi. Almeno so che così patinata è nelle sue condizioni originali e non ha subìto trattamenti più o meno invasivi di recente.1 punto
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Questa pagina di wikipedia dice invece che Sarkozy lo è stato... :confused: Si vede che il presidente della Repubblica Francese deve anche rivestire il ruolo di uno dei due principi d'Andorra. Andorra è retta da 2 co-principi, uno è il Presidente della Repubblica francese, l'altro il vescovo della diocesi spagnola di Urgell (dal 2003 Jean Enric Vives Sicilia). In realtà si tratta di una reggenza formale, in quanto i poteri sono delegati al Primo Ministro di Andorra, che quindi è di fatto colui che esercita il potere insieme al suo Governo.1 punto
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Aggiungo inoltre che al convegno verrà anche presentata una importante mostra dedicata alla monetazione della Sardegna, dall'antichità al medioevo, a cura del noto accademico Enrico Piras. Riporto la presentazione a firma dello stesso Piras, riportata nel bollettino dell'Accademia. Le monete della Sardegna dall’antichità al Medioevo Quest’anno la Fiera di Vicenza, da molti anni imperdibile appuntamento per gli amanti dell’arte e della cultura, ospita un’importante esposizione di monete sarde coniate fra l’età punica (300 a.C. circa) e quella bizantina (551 – X secolo d.C.). Se il fascino di una mostra deriva anche dalla sua originalità ed irrepetibilità, allora le monete presentate in questa occasione non mancheranno di attirare l’attenzione dei visitatori. Infatti, è la prima volta che un corpus monetale sardo di simili proporzioni oltrepassa i ristretti confini dell’isola per approdare a un palcoscenico così impegnativo: un’ottima occasione per dare la meritata visibilità a un patrimonio numismatico di notevole interesse e sconosciuto ai più. In realtà, non sono soltanto le monete sarde a essere poco note talvolta anche agli esperti del settore: in generale è la stessa storia antica della Sardegna ad essere un “oggetto misterioso del quale rimangono tracce anche imponenti, come i famosi nuraghi, ma più spesso talmente lacunose da rendere proibitivo il compito degli storici. La natura insulare di questa regione e la sua eccentricità rispetto ai teatri dei più importanti avvenimenti sono certamente la causa principale dell’incompletezza delle fonti. A ciò possiamo aggiungere il carattere riottoso e indipendente dei suoi abitanti, talmente agguerriti da vendere cara la pelle persino ai Romani. A dire il vero, ci avevano già provato i Cartaginesi, a conquistare la Sardegna: giunti intorno al 550 a.C., consolidarono le città precedentemente fondate dai Fenici durante le loro scorribande commerciali nel Mediterraneo (fra cui Karales, l’attuale Cagliari), dotarono la nova provincia di una serie di fortificazioni e iniziarono a sfruttarla economicamente; tuttavia, sebbene a quell’epoca fossero la massima potenza marittima del mondo occidentale, non riuscirono mai ad estendere il loro dominio all’interno dell’isola. In compenso, trasmisero alle popolazioni locali usi e costumi destinati a resistere per svariati secoli, in materia amministrativa, tecnologica e religiosa. Fra questi, si può ricordare il culto di Babai, divinità sardo punica venerata ad Antas e trasformatasi poi nel Sardus Pater, dio eponimo dei Sardi, effigiato in alcune monete. I Cartaginesi persero il controllo della Sardegna nel 238 a.C. La I Guerra Punica, vinta da Roma, si era conclusa da appena tre anni, e la superpotenza africana stava attraversando un periodo di profonda crisi, quando si verificò nell’isola una rivolta mercenaria. Un’occasione d’oro, per i Romani, a cui non parve vero di poter approfittare del momento di debolezza degli eterni nemici. Così, in barba ai trattati di pace ancora freschi di firma, con un colpo di mano la Sardegna divenne romana. Fu una conquista importante: innanzitutto, per la sua posizione centrale nel Mediterraneo le conferiva il carattere formidabile di avamposto militare; in secondo luogo, le colture di frumento del Campidano erano così fertili e redditizie da spingere Cicerone a coniare l’appellativo di “granaio della Repubblica”. Detto questo, va ricordato che i Romani, insieme ai vantaggi, ebbero anche diversi grattacapi a causa delle popolazioni autoctone: poche decine di migliaia di abitanti, asserragliati fra i monti della Barbagia, resistettero ai nuovi dominatori per oltre un secolo, tanto che si può parlare di completa pacificazione solo intorno al 100 a.C. I Romani rimasero in Sardegna sin quasi alla caduta dell’Impero d’Occidente: più o meno otto secoli, che lasciarono tracce profonde, a cominciare dalla lingua, tutt’oggi sorprendentemente simile all’antico latino. Genserico, re dei Vandali, iniziò la conquista dell’isola intorno al 456 d.C. del dominio vandalico, durato settant’anni, sappiamo ben poco: fra le scarsissime notizie pervenuteci, quelle inerenti il trasferimento in Sardegna di numerosi vescovi africani sembrano testimoniare la volontà di cristianizzare i Sardi. Infatti nelle zone dell’interno, abitate allora come oggi dalle genti più tenacemente legate alla loro identità culturale, si praticava l’idolatria, come racconta Gregorio Magno in una lettera del 594 indirizzata al misterioso re barbaricino Ospitone. Nel 534 il duca bizantino Cirillo liberò progressivamente la Sardegna dai Vandali. Il fatto di rientrare fra i domini dell’Impero Romano d’Oriente non inaugurò tuttavia un’era di ritrovata serenità: le ripetute razzie dei pirati saraceni sulle coste annichilirono infatti la già scarsa attitudine marinaresca dei sardi, costringendoli a rifugiarsi in zone più sicure. Anche per l’età bizantina, protrattasi più o meno sino all’anno 1000, abbiamo testimonianze frammentarie. Fra i pochi reperti giunti sino a noi da questa e dalle precedenti epoche, ci sono proprio le monete, il che conferisce all’esposizione in esame un particolare valore documentario. Le monete come tracce, quindi, come orme che guidano lo studioso nella ricerca della verità storica. Ma le monete anche come preziosi oggetti da collezione. È importante sottolineare, a questo riguardo, la notevole ampiezza della selezione offerta al pubblico della fiera: sono presenti, infatti, praticamente tutti i tipi coniati in Sardegna nell’arco di quasi mille anni, e di alcuni di essi, come per esempio certe monete d’oro bizantine, sono noti appena due o tre esemplari, quando non uno solo. Monete raramente belle nel più ovvio senso del termine, più spesso “povere” e talvolta persino rozze nella fattura, ma proprio per questo piene del fascino di un passato lontanissimo e ancestrale. Lo stesso fascino che, ci auguriamo, attraverserà il tempo per giungere intatto ai visitatori della mostra.1 punto
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Il paradosso fu che i pezzi in acomonital prima versione rimasero in servizio fino alla fine, queste no. Qualcuno ha risposto di questa scellerata manovra dite voi? Che vogliamo scherzare?1 punto
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Ecco alcune recensioni all'opera (ottima quella di Danilo Maucieri), Paulby, complimenti per l'acquisto! Nel volume Il Medagliere troverai molte notizie utili sulle medaglie e dettagli sfuggiti alle precedenti opere sulla medaglistica napoletana e siciliana. :hi: http://www.ilportaledelsud.org/medagliere.htm1 punto
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grazie Bizerba. A parte che le monete "costosissime'che piacciono tanto vengono fatte passare molto piu volentieri alle aste . Perche ? semplicemente perche c-e'piu competizione e il prezzo sale e di fronte al 'soldo'i mercanti se ne fregano della 'riservatezza'/ che tanto dovrebbe ossessionare il collezionista. Secondo, anche comprendendo le trattative private per questi pezzi, stiamo comunque parlando di un numero estremamente limitato di transazioni. Parafrasando quello che succede con le verifiche fiscali: e'ovvio che il sequestro della Ferrari non dichiarata dell-evasore totale beccato a Cortina fa un titolo cosi sui giornali . Ma e'uno (o comunque pochi)! Per debellare l-evasione contano molto di piu le verifiche silenziose, professionali ed efficaci sulle attivita di negozianti e professionisti, ovvero la massa dei percettori di reddito variabile statisticamente molto rilevante. Infine sui mercatini non ci ho capito nulla. Ma insomma ci sono tombaroli che vendono monete sporche di terra a Porta Portese che stanno tranquilli e quei quattro sfigati che comprano sulla baia monete di mediocre conservazione, modesto valore , decontestualizzate etc. etc. sono certi di avere il calvario dei sequestri con contorno di spese legali etc. etc. ? E- carenza legislativa o piuttosto carenza applicativa (visto che le disposizioni di legge dovrebbero essere le stesse e applicabili a tutti senza distinzioni, giusto ?) da parte di chi le leggi le deve far rispettare ? ma sicuramente mi sfugge qualcosa e ho capito male io....1 punto
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hai fatto benissimo...una volta c'era la consuetudine, per i commercianti, di fare un'offerta e se il venditore non accettava e andava a cercare altri interessati, di avvertirlo che l'offerta non sarebbe più stata valida, se fosse ritornato.......e trovo che bisognerebbe che questa usanza ritornasse in auge.......1 punto
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A me è successo che il figlio di un amico ha proposto alcune monete papali di un certo pregio a prezzo molto basso (si basava su quanto scritto dal padre parecchi anni prima nei cartellini). Ebbene, ditemi che sono un cogl....., ma non me la sono sentita di prenderle al prezzo da lui richiesto e gli ho offerto all'incirca il prezzo di mercato, che era più o meno il triplo/quadruplo di quello che chiedeva. Sapete com'è andata a finire??? Non me le ha più date. Ha ripreso le monete, dicendomi che voleva un attimo ripensarci perchè erano alla fine un caro ricordo.... Poi so che le ha offerte ad alcuni commercianti chiedendo più di quello che le avevo valutate io. Alla fine, non gliele ha prese nessuno, perchè nessuno era così sciocco, evidentemente, di pagarle quanto dicevo io. Preciso che suo padre era un amico e non avrei mai potuto approfittarmi. Allora è tornato da me dicendomi che poteva darmele al prezzo che dicevo io. Sapendo però che non si era fidato e che le aveva offerte a cani e porci, gli ho detto che ci avevo pensato, che mi dispiaceva prendere delle monete appartenute ad un amico e che a mio parere era giusto che rimanessero in famiglia.... Ho fatto male?1 punto
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Quando provano a venderti qualcosa a prezzo esorbitante, è reato? Purtroppo no. Quando ti dicono che le 1000 lire con la cartina errata (va beh, dicciamo il primo conio perchè è sbagliato anche il secondo...) sono rare, quindi costano molto? Quando ti spacciano per medioevale una moneta del XIX secolo con tanto di millesimo? Non so se sia reato, ma credo che sp*******rli pubblicamente sia doveroso...1 punto
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Quali e perché? sennò è solo un'altro sasso lanciato da una mano che si nasconde...se c'è qualcosa da dire che si si dica chiaramente e si abbia il coraggio di parlare, sennò stiamocene zitti, che di piantagrane gratuiti, quì ce n'è anche troppi,........e prima che lo dica Paleologo, me lo dico da me: io sono uno dei principali piantagrane............ ma lo faccio e lo dico, non lo nascondo...1 punto
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per questo livello di monete ci mancherebbe che non fosse disponibile, o non pretendere la 'storia'dei passaggi di proprieta precedenti. Diro di piu per queste monete e la stessa casa d-aste che si preoccupa di 'tracciarne'la storia quanto piu indietro e precisamente possibile, anche al fine di aumentarne il valore sul mercato ... Ma stiamo parlando di una moneta su diecimila, sono piu eccezioni che regole. Tra l-altro appannaggio di pochissimi. Non sono queste le monete che movimentano il grosso del mercato e gli interessi della stragrande maggioranza degli appassionati. E- invece su questi ultimi che dovremmo ragionare non portare sempre esempi al limite..1 punto
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Il forum LAMONETA.IT e' pubblico, mette a disposizione degli utenti, in forma gratuita, uno spazio per lo scambio di opinioni, esperienze e informazioni utili, con cortesia, tolleranza e rispetto delle persone, razze ed etnie, religioni e fedi e delle differenti culture; in cambio viene richiesto di seguire poche e semplici regole al fine di garantire un ordinato e pacifico svolgimento delle discussioni. ..estratto dal regolamento del forum.... non mi dite che chi si iscrive al forum non legge i regolamenti...piuttosto a volte ho l'impressione che li si interpreti a seconda del vento che tira... renato1 punto
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...non è semplice intervenire...quando gli argomenti trattati non si conoscono, fa piacere sempre e comunque leggere chi scrive.... ...c'è chi, come me, ha delle conoscenze molto limitate ad un periodo storico o ad una monetazione particolare e allora...mi limito a leggere il resto...perchè imparare qualcosa in più non fa male.... ...e quando picchio posta le sue monete...guardo anche le figure :blum: :blum: renato1 punto
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ultimi ritrovamenti di agosto: Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno:2012 Condizione:SPL Luogho: Sanremo Tiratura: 1.082.373... adesso 1.082.372 :blum: Note: mancante1 punto
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Che ne dite di questo poster con tutti i due euro commemorativi emessi? Dieci anni di monete commemorative dell'euro N.B. La dicitura "10 anni di monete commemorative dell'euro" non è corretta: infatti i primi 2 euro cc emessi risalgono al 2004.1 punto
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Con il presente avviso invito tutti gli utenti del Forum Euro ad un maggiore rispetto del pensiero altrui e all'utilizzo di un linguaggio più consono. Il Forum è un momento di svago dove è possibile "discutere" della propria passione, allontandoci temporaneamente dalle ansie quotidiane. grazie per la collaborazione Diabolik731 punto
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io invece dell'impregnante userei la gommalacca, potresti incollare dei quadretti di velluto su un cartoncino privo di acidi e poi inserirlo nelle celle, eviterei di mettere a contatto le monete sul legno trattato.1 punto
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Quel poco di inglese che conosco l'ho imparato cercando di rimorchiare turiste tedesche, inglesi, olandesi etc. quando andavo in ferie all'estero, prima di conoscere mia moglie ovviamente........... se puoi scrivimi un fac simile della domanda in inglese, poi la copio e gliela rimando, Grazie Marco1 punto
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Nel mio collezionare sono passato dalle monete alle medaglie e mi sono divertito tanto ed alla fine non sono diventato ricco ma neanche povero. Sapere come andrà il mercato è impossibile ma acquistare grandi rarità o conservazioni superiori , pagandole il giusto, nel medio/lungo termine non credo che ci si rimetta. In questo sito si ha poi la possibilità di valutare ed analizzare gli andamenti dei risultati d'asta delle monete/medaglie presente nel catalogo. Recentemente mi sono allargato molto sulle papali valutando un ottimo rapporto qualità/prezzo dell'asta. Attenzione che se inizi ad acquistare medaglie dopo è difficilissimo tornare alle monete!!! :pleasantry: Gian1 punto
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Tutt el mond a l'è paes, a semm d'accòrd, Roma Caput Mundi, ma Milan, l'è on gran Milan ! è già stato postato ... repetita iuvant ... Prima Repubblica Ambrosiana (1250 - 1310) Ambrosino o Grosso da 8 denari - Milano, argento. gr. 2,853 mm 22,97 D/ MEDIOLANV in cerchio perlinato grande croce accantonata da quattro globetti e quattro crescenti Rv: •SCS• AN - BROSIV' Sant'Ambrogio in trono con pastorale nella mano sinistra e benedicente con la destra. T/ liscio ←1 punto
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Ciao Pietro, dai documenti consultati risulta che il simbolo dell'ordine cavalleresco dell'Ermellino è sempre al rovescio, indipendentemente dalla presenza o meno del nome del re. Se per il mezzo carlino di Ferdinando I d'Aragona il problema sulla classificazione non sussiste, per i due legittimi successori vi è stata un po' di confusione. Pannuti, prima di redigere l'opera sulle monete di Napoli seguì l'ordine di classificazione di alcuni studiosi quali il Bernareggi e i documenti d'epoca, è ovvio che anche lui non era immune da errori, sia ben chiaro, la perfezione non esiste, anche il sottoscritto sbaglia. Per comprendere il vero significato del dritto dei mezzi carlini di Alfonso II e Ferdinando II d'Aragona basta leggere un po' di notizie storiche sul simbolo della sedia del foco, ho trovato molto interessante lo studio di araldica di Antonio Conti (non dimentichiamo che Federico da Montefeltro fu un celeberrimo cavaliere dell'ordine dell'Ermellino), nel palazzo ducale di Urbino vi sono tanti riferimenti all'ordine. Alla base del mio studio vi è stata una vecchia ricerca di Traina (in collaborazione con Philip Grierson se non erro) ed è intitolata "E VIVA A LUNGO E REGNI" (nei post successivi riporterò l'articolo scansionato), la sedia del foco fu tale perchè su di essa potè sedere solo il legittimo sovrano, il fuoco avrebbe bruciato chiunque avesse tentato di sedersi illegittimamente, ragion per cui ............. la sedia del foco rappresentava il sovrano, ecco perchè nei documenti dell'epoca si considerò questo simbolo al dritto mettendo in secondo piano tutto il resto. Quando nei documenti quattrocenteschi si classificavano le due facce di una moneta si parlava con espressioni del tipo "..............DA UNA BANDA (dritto) LA SEDIA DEL FOCO, E DALL'ALTRA (rovescio) L'ARMINIO.......", in questo modo si sgombrava il campo da ogni dubbio su quale fosse il rovescio. Il compianto Mario Traina, in un suo articolo del 1997 fece degli esempi chiarissimi ed analizzò la questione nei minimi dettagli. Nello studio di PN di dicembre ho ritenuto quindi opportuno riportarne alcuni passi. http://www.ilportaledelsud.org/dritto-rovescio.htm Grazie a te Pietro è stato ripreso un argomento fondamentale per la classificazione di queste monete, se non erro qualche mese fa sono state aperte delle discussioni proprio sul dritto e rovescio delle monete aragonesi. Di seguito il documento dove si parla del mezzo carlino. “ …… Joan Carlo noi avemo deliberato che in queste nostre cecche di Napoli, e del laquila da qua avante se battano le soptoscripte monete de oro et de argiento con le lettere intorno designate et che voi come ad mastro de dicte cecche possiate fare la prima lettera del nome et cognome vostro [...] Datum in nostris felici bus castris propr terracinam die xxiij octobris MCCCCLXXXXIIII, Rex Alfonsus. [...] Item lo armellino, daluna banda la sedia del foco et da altra banda larminio[1] con queste lettere da la banda de la sedia: in dextera tua salus mea domine – jo Pontanus – Tramontano. <BR clear=all>[1] L’ordine dell’Ermellino venne istituito da Ferdinando I d’Aragona il 29 settembre 1465 per legare a sé i baroni più fedeli dopo i conflitti con Giovanni d’Angiò (figlio di Renato d’Angiò ex re di Napoli spodestato da Alfonso I d’Aragona nel 1442), le copie in originale dello statuto sono conservate presso la biblioteca della badia di Cava de’Tirreni. Sulla data di fondazione dell’ordine non vi sono dubbi, G.M.Fusco, in un suo studio intitolato “I CAPITOLI DELL’ORDINE DELL’ARMELLINO” (Napoli, 1845) riporta nell’ultimo capitolo dello statuto testuali parole: “ ….Ed in testimonio de ciò havemo facto fare li dicti capituli in forma de privilegio et sigillare del sigillo de dicto ordine. In castello novo de Neapoli die XXVIIIJ de Septembro: anno Domini MCCCLXV….”. L'abito del cavaliere era una veste di seta bianca e lunga fino a terra. Portava su di essa un lungo mantello di seta rossa stretto al collo, aperto al solo lato destro e foderato di armellino. Avevano i cavalieri il collare composto di rami e di sedie (sic) intrecciate fra loro. In cima dei rami sbucciavano (certamente un refuso per sbocciavano) delle frondi e dalle sedie uscivano delle fiamme. Pendeva poi dal collare sul petto la figura dell'armellino in bianco d'oro smaltato , ed ai piedi di esso un nastro su cui era scritto il motto: DECORUM. Nel IX capitolo dell’ordine c’è la descrizione del collare: “ …Dal collare pendarà avanti el pecto una imagine di arminio bianco de oro smaltato in bianco, a li piedi del quale sia uno breve con questa parola DECORVM, et intenda ciascuno qual mente sia la nostra che con la imagine del animale mundissimo significano a li nostri confrati quello solo doverse fare lo quale sia decente justo et honesto…”. In un interessante studio intitolato L’ORDINE NAPOLETANO DELL’ERMELLINO E L’ICONOGRAFIA DI FEDERICO DA MONTEFELTRO a firma Antonio Conti pubblicato in NOBILTA’ – rivista d’araldica, genealogia, ordini cavallereschi (anno XVI, n. 89, marzo-aprile 2009) vi è un’analisi completa dell’ordine in questione, uno dei più illustri membri dell’ordine fu il celeberrimo condottiero e capitano di ventura Federico III da Montefeltro duca di Urbino (Gubbio 1422, Ferrara 1482), entrato nell’ordine nel 1474. Quest’ultimo fu così attaccato all’ordine napoletano che fece decorare diversi angoli del palazzo ducale di Urbino con simboli dell’ermellino e del collare dell’ordine. Si ringrazia il dott. Antonio Conti per la preziosa collaborazione riguardante la presente nota.1 punto
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