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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/11/12 in tutte le aree

  1. Intervengo dopo diverso tempo, e comincio "dal fondo" anche perchè mi pare una questione di una certa importanza. Le analisi XRF sono molto utili ed hanno diversi impieghi nello studio dei manufatti antichi e delle tecnologie che li hanno prodotti. Tuttavia hanno il problema di avere "scarsa" penetrazione rispetto alla superficie di irradiazione, e di avere comportamento diverso in quanto a capacità di penetrazione anche a seconda del materiale analizzato (a maggior ragione se si tratta di leghe variabili) e del trattamento o corrosione che esso può aver subito nel tempo. Per tale motivo è in genere sconsigliata per manufatti metallici che possano presentare in "superficie" corrosioni o composizioni metalliche in media diverse dal rimanente spessore del manufatto, anche perchè non basta pulire la superficie per pochi micron. I denari di Lucca, almeno da quando storicamente hanno rilevato un abbassamento del contenuto di argento ed hanno verificato il processo di bianchitura - che di fatto provoca il distacco e la "migrazione" delle parti di argento presenti nella lega verso la superficie - rientrano in questo secondo caso ed è per questo che Matzke per molte serie di denari enriciani ha preferito usare analisi distruttive, come anche io nel caso di alcuni denari pisani. Sul processo di bianchitura, oltre al classico Finetti, per chi legge il francese consiglio la lettura di questo articolo di A. Arles, "LE PROCÉDÉ DE BLANCHIMENT DANS LES ATELIERS MONÉTAIRES FRANÇAIS AU XV-XVIème SIÈCLE : APPROCHE ARCHÉOMÉTRIQUE ET EXPÉRIMENTALE" che si trova facilmente in rete e dal quale traggo anche l'immagine allegata che mostra il mutamento della superficie del tondello durante tale procedimento. Il problema delle analisi focalizzate non distruttive quindi va affrontato sapendo bene cosa si va ad esaminare e quali sono le risposte che si possono avere, altrimenti si rischiano di ottenere degli pseudodati e di sprecare tempo e denaro (Mario su questo rileggi anche i miei primi capitoli del libro su Pisa...). Per questo le analisi XRF sui denari di Lucca potrebbero essere utili piuttosto per analisi qualitative dei principali metalli in lega e dei metalli in traccia, ma salvo analisi complementari o correttive (PIXE ma meglio DPPAA o distruttive) da sole non le prenderei mai per buone per analisi quantitative del fino e simili. Comunque di queste cose sul forum ho già accennato anche qui: http://www.lamoneta...._15#entry761456 . Ed ovviamente mi riferivo/sco a studi condotti da altri, in questo senso più competenti di me sia sul fronte numismatico (Matzke ed il compianto Finetti), sia sul fonte archeometrico: una discussione sulle principali metodiche non distruttive reperibile in rete ad esempio è questa di A. Esposito del 2005 (in particolare un paio di capitoli) http://www.lns.infn....osito&Itemid=82 . Un caro saluto MB
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  2. sembrerebbe di area austriaca...
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  3. ciao a tutti,vorrei sapere il valore di queste monete che aveva mia nonna:5l. D'argento del 1891 di Umberto ı re d'italia,5l. D'argento del 1870 e 1873 di Vittorio Emanuele ıı. Grazie
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  4. Nelle monete antiche non si parla di pulizia ma di Restauro,molte monete vengono propio restaurate normalmente con lo stesso materiale di scarto della stessa. Ad esempio su un numero di Cronaca Numismatica ad Romana hanno fotografato tutto il procedimento,iniziando con una moneta da scavo con terra,.corrosioni ed incrostazioni,hanno pulito via tutto ed rimpastato lo scorta tipo gesso e ricostruito le parti lese. Prima un MB malconcio dopo un gran bel BB. Allora se la "pulizia" è utile bene ma se è solo per provare a ridare il vecchio lustro cercando di migliorare la classificazione con lucidi ed intrugli vari è sbagliatissimo. Le peggiori sono con le monete in argento,liquidi che al momento danno una lucentezza da lustro di FDC ma con il tempo escono fuori le macagne e si vede bene che si è mangiato l'argento lasciando delle chiazze piu scure ed altre piu chiare oppure tirando fuori quel verdino orrendo che si forma anche con il contatto con certe bustine di plastica. Per finire,pulire per guarire,riprendere, va bene,pulire per far sembrare una moneta nuova quando non è piu cosi, non va bene! :pleasantry:
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  5. Spero che qualcuno mi aiuterà spiegare, se, con la mia capacità di linguaggio limitato non posso essere chiara. Per qualche tempo, anni fa, ho pagato attenzione supplementare al raddoppio—quasi ogni collezionista di moneta americana di inizio della mia generazione, come—a causa dell'incredibile popolarità del 1955/1955 Lincoln 1-cent. Raddoppio di tutti non è "die raddoppio" (lo stesso strumento di moneta è raddoppiato). Invece, molte monete con raddoppio in realtà presentano "sciopero raddoppio," a volte chiamato "mensola-raddoppio" o "die rimbalzo." (Il raddoppio avviene durante la coniatura processo perché gli strumenti sono sciolti e slip o rimbalzo—o permettono alcuni movimenti simili del tondello.) Un modo per distinguere tra "die raddoppio" e "sciopero raddoppio" è a guardare i serif o altre caratteristiche simili. Separazione indica "die raddoppio", ma in "sciopero raddoppio" quello che vedete è una "mensola", dove la funzione continua, ma a basso rilievo. Credo che, purtroppo, questo piccolo pezzo di 10-centesimi olandese è un esempio di "sciopero raddoppio." Ancora una volta, se non ho potuto chiarire me, chiedo aiuto. :) v. ------------------------------------ I hope someone will help me explain, if, with my limited language ability I can’t be clear. For some time, years ago, I paid extra attention to doubling—like almost every beginning American coin collector of my generation—because of the incredible popularity of the 1955/1955 Lincoln 1-cent. All doubling isn’t “die doubling” (the coin tool itself is doubled). Instead, many coins with doubling actually exhibit “strike doubling,” sometimes called “shelf-doubling,” or “die bounce.” (The doubling happens during the coining process because the tools are loose, and slip, or bounce—or allow some similar movement of the planchet.) One way to differentiate between “die doubling” and “strike doubling” is to look at the serifs or other similar features. True separation indicates “die doubling,” but in “strike doubling” what you see is a “shelf,” where the feature continues, but at lower relief. I think, unfortunately, this little Dutch 10-cent piece is an example of “strike doubling.” Again, if I haven’t been able to make myself clear, I beg for help. :) v.
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  6. Scenario storico-politico. Salve a tutti. Apro questa breve discussione, correlata, ovviamente, anche di un discreto apparato numismatico, con l'intento di presentarvi le notizie che riguardano altri due personaggi poco noti che calcarono la scena politica del loro tempo. Questa volta ci muoveremo nel cosiddetto Tardo Impero Romano della prima metà del V secolo d.C., quando a reggere le sorti di un Impero sempre più scosso dai barbari, all'esterno, e da un ceto dirigente irrequieto e inetto, all'interno, vi erano Onorio, in Occidente con capitale Ravenna, e Arcadio in Oriente con capitale Costantinopoli. In uno scenario politico come quello dell'epoca, dove le popolazioni germaniche tendevano a conquistare posti e cariche sempre più alte e prestigiose, gli usurpatori spuntavano molto facilmente. Ma di rado si assistè all'ascesa politica di due fratelli che, alleati e non avversari, minacciarono il potere centrale per quasi più di due anni di fila. I loro nomi sono Giovino e Sebastiano. Poche sono le notizie che si hanno su questi due consanguinei prima che si trasformassero in un pericolo per Ravenna e la corte di Onorio. Si sa che Giovino era il nipote di Flavio Valente Giovino, nominato Magister Armorum per Gallias sotto l'Imperatore Giuliano, circa un secolo prima. Giovino fu sicuramente il più forte dei due fratelli e quello dotato di un briciolo di determinazione in più. Sembra che la sua scalata alla porpora fu spalleggiata e apertamente favorita dalla nobiltà e dai maggiorenti della Gallia che, all'epoca, si mostravano spesso insoddisfatti del governo ufficiale ed erano alla continua ricerca, se non di un proprio sovrano eletto da un'assemblea di nobili gallici, almeno di un leader che riuscisse a rendere il loro territorio libero dal giogo dell'Impero centrale, sempre più opprimente. La Gallia, infatti, era, in questo periodo, una vera e propria polveriera: i principali usurpatori provenivano da questa Provincia e, grazie all'avvento più pressante delle popolazioni germaniche, potevano contare su un buon numero di uomini armati per far valere i propri diritti, oltre a godere dell'appoggio, ormai quasi scontato, della nobiltà locale. Anche i barbari, dal canto loro, vedevano il lato positivo della situazione, sperando di introdursi nell'Impero e guadagnarsi, al seguito dell'occupante illecito, un posto nella società, fornendo un contributo in armi e vettovaglie agli ambiziosi usurpatori. Fu, questo, il caso di Giovino: egli, infatti, fu nominato Imperatore nella città di Mogontiacum (l'odierna Magonza) nel 411 d.C. dopo la morte di un altro usurpatore, Costantino III, da un'assemblea di nobili gallici coadiuvati da due re stranieri che fornirono anche i mezzi a Giovino per attestare la propria autorità. Questi furono Gundahar, capo dei Burgundi, e Goar, signore degli Alani. Sia il primo che il secondo si servirono di Giovino per cercare di insediarsi con le rispettive popolazioni entro il limes, rivendicando una porzione di territorio romano abbastanza grande da ospitare le due tribù e da garantirne la sopravvivenza. Per assicurarsi l'appoggio dei due importanti elettori, Giovino concesse a Gundahar e al suo collaboratore il possesso della Germania Prima. Gundahar vi fondò un vero e proprio regno, circoscrivibile tra i fiumi Lauter e Nahe, trasformando la città di Borbetomagus (l'odierna Worms) nella capitale del nuovo Stato germanico. Successivamente, il regno dei Burgundi fu riconosciuto a Gundahar anche dall'Imperatore Flavio Costanzo e dallo stesso Onorio, stando alla testimonianza dello storico Olimpiodoro di Tebe.1 Il ceto dirigente gallico, dal lato suo, era scontento della politica condotta da Ravenna e spinte sempre più indipendentiste caratterizzavano l'ambiente sociale che portò alla porpora Giovino e suo fratello Sebastiano. A questo punto entrò in scena un certo Saro, uno dei più validi aiutanti di Giovino. Di origini gotiche, era, probabilmente, di stanza a Ravenna e faceva parte di una guarnigione quando, nel corso di una faida contro i Balti, la famiglia di Ataulfo, re dei Visigoti, con cui era in pessimi rapporti da tempo, assalì con i suoi seguaci il campo visigoto al di fuori della città e uccise la maggior parte degli uomini che vi si erano fermati. Ataulfo, non contemplando l'agguato, radunò circa 10.000 Visigoti e sorprese in una battaglia disperata Saro, che si era dichiarato alleato e collaboratore di Giovino, e i suoi fedeli che ammontavano a circa una ventina. Furono tutti massacrati, e l'ultimo a morire per mano del nemico fu proprio Saro. Giovino, a capo delle sue truppe, si spostò in fretta dal Reno al Rodano e rifiutò di allersi con Ataulfo, che, ricordiamo, portava con sè come ostaggi sia Prisco Attalo, un Imperatore burattino decaduto, e Galla Placidia, sorellastra di Onorio. Una possibile alleanza tra i due cadde nel vuoto soprattutto per la fine che aveva fatto Saro, e, per vendetta, Giovino nominò al suo posto, come Augusto e co-reggente, suo fratello Sebastiano proprio l'anno successivo, nel 412 d.C. Tutte le trattative diplomatiche che intercorsero allora tra Ataulfo e gli usurpatori non andarono a buon fine, sia per la mancanza di tatto e diplomazia degli ambasciatori visigoti, sia per la petulanza di Giovino che vedeva, ormai, in Ataulfo un traditore. E non aveva tutti i torti: Ataulfo cercava, in realtà, una concessione territoriale entro cui far insediare i suoi Visigoti, come Giovino aveva concesso ai Burgundi di Gundahar nel nord della Provincia germanica. Visto che l'usurpatore gallico non volle concedere alcun territorio dei suoi possedimenti al capo dei Visigoti, Ataulfo si rivolse a Onorio stipulando una sorta di accordo nel quale, possiamo credere, tra le clausole annoverate vi fossero la cattura e la morte degli usurpatori. In questo modo Giovino, che pure aveva avuto il suo ruolo nel rovinare i rapporti con il potente re visigoto, spinto dal sentimento di rivalsa per la triste sorte dell'amico Saro, si era fatto un nuovo nemico: Ataulfo fece sapere a Onorio che i suoi uomini si erano resi disponibili ad accettare un ingaggio nella conseguente lotta contro Giovino e Sebastiano promettendo le loro teste in cambio dell'odierna città di Bordeaux e dello stanziamento dei Visigoti nell'Aquitania Secunda (Gallia sud-occidentale). I due usurpatori si scontrarono inevitabilmente, quindi, con Ataulfo che sconfisse entrambi. Si era nel pieno dell'anno 413 d.C. e la breve parabola politica dei due fratelli, in cui i nobili gallici riponevano le loro speranze d'indipendenza, stava calando verso la fine. Sebastiano e Giovino si rifugiarono con i superstiti all'interno delle mura di Valence, nel sud della Gallia, che fu messa immediatamente sotto assedio dalle truppe visigote di Ataulfo. Questi, però, s'aspettava che i Burgundi o gli Alani sarebbero accorsi in aiuto del loro benefattore, ma nè gli uni, nè tantomeno gli altri si recarono nella città gallica per aiutare Giovino e rompere l'assedio. Ataulfo, sicuro delle proprie forze e sapendo che la questione degli usurpatori fratelli era solo questione di tempo, riuscì, infine, ad entrare facilmente in città, senza incontrare particolare resistenza. I due nemici furono subito catturati e, rispettando il patto con Onorio, il capo dei Visigoti li consegnò al rappresentante del potere ufficiale della Provincia, Claudio Postumo Dardano2, che risiedeva a Narbona. Gli usurpatori furono, naturalmente, condannati a morte e decapitati nella stessa città. Le teste di Giovino e Sebastiano furono consegnate alla corte di Onorio, a Ravenna, che le fece appendere come monito sulle mura della capitale. La reazione dei nobili gallici, soprattutto Arverni, che avevano appoggiato al causa di Giovino e di suo fratello fu violenta e preoccupante, tanto che l'Imperatore d'Occidente incaricò il già menzionato Dardano di porre fine alle rivolte e ai malcontenti che i maggiorenti gallici stavano fomentando in tutta la Provincia per dimostrare la loro lealtà verso il defunto usurpatore e la loro insofferenza nei confronti del governo centrale. La repressione fu dura e spietata: Dardano firmò centinaia di condanne a morte, la maggior parte delle quali riguardava nobili arverni filo-gioviniani. Così, i due fratelli usurpatori, passati alla storia come sovrani fantoccio nelle mani dei barbari, furono ben presto dimenticati e solo coloro che riuscirono a sfuggire alla persecuzione di Dardano poterono, in un Occidente sempre più influenzato dai Germani, raccontare quel poco che vissero e che appresero delle gesta di Giovino e Sebastiano. ___________________________________________________ 1 Olimpiodoro di Tebe, Discorsi Storici. 2 Olimpiodoro di Tebe, Ibidem, fr. 19.
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  7. Salve. Forse è questa: Autorità emittente: Arcadio, figlio di Teodosio il Grande e Imperatore dell'Impero Romano d'Oriente. Dritto: DN ARCADIVS P F AVG, busto diademato, drappeggiato e corazzato a destra. Rovescio: GLORIA ROMANORVM, l'Imperatore avanza a destra, con la testa rivolta indietro, reggendo un labaro con il Chi - Rho (il monogramma che ho io come firma :D) e tenendo un prigioniero inginocchiato per la testa. In esergo, il segno di zecca BSISC dot. Riferimenti bibliografici: RIC 38c4. Zecca: Siscia, in Illiria, seconda officina. Data: 384-387 d.C. Nominale: AE3. Materiale: Bronzo.
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  8. Salve. Forse questo bronzetto lo identifichiamo prima; dovrebbe essere questo: Autorità: Crispo Cesare, figlio di Costantino I il Grande. Dritto: FL IVL CRISPVS NOB CAES, busto di Crispo laureato, drappeggiato e corazzato volto a sinistra. Rovescio: CAESARVM NOSTRORVM, intorno ad una corona d'alloro con sopra una stella nella quale è scritto su due righe con punto in mezzo VOT / V. In esergo il segno di zecca: TS :Greek_Delta: VI. Riferimenti bibliografici: RIC 118 Zecca: Tessalonica, in Macedonia, quarta officina. Data: 320 - 321 d.C. Materiale: Bronzo. Nominale: AE3. Al seguente link un'immagine tratta dal web come esempio: http://www.wildwinds...a_RIC_118.1.jpg
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  9. Dimenticavo, questa è databile intorno al 364-367 d.C. E in entrabi i casi è zecca di Siscia, in Illiria, prima officina.
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  10. buongiorno, potrebbe aver a che fare con Cocconato / Passerano vedi link http://www.lamoneta....asti-cocconato/
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  11. LE FRASI RICORRENTI NEL FORUM Catalogo arrivato a Torino il 14 Catalogo arrivato a Bologna il 15 Catalogo arrivato a Caserta il 16 Credo che il postino, ovviamente appassionato di numismatica, si sia preso il mio catalogo Aggiudicate zero monete su 30, mi ritengo abbastanza soddisfatto Aggiudicate 29 monete su 30, sono veramente molto arrabbiato Io quoto Io straquoto Io quoto lo straquoto del quoto Credo di aver fatto un grande affare, forse è la moneta della vita. Ma a volte arriva il corvo con l'inesorabile smentita : scusa ma mi sembra un bel falsone.....,però si usa sempre in questi casi dare conforto all'utente aggiungendo, guarda è un gran bel falso da studio, potrebbe valere anche più dell'originale, vorrei tanto averlo io....... Le monete vanno sempre viste dal vivo, quindi non voglio commentare Il che sarebbe anche giusto, ragionevole, però un tentativo si può sempre fare ogni tanto.....! Per me è SPL+ Per me invece un BB+ Io direi a stento un BB Voglio essere buono per me è tra BB+ e SPL- Io dico se ti piace, se ti gratifica prendila.....( questo è il saggio, il filosofo del gruppo ) LO STESSO UTENTE NEL TEMPO Ci sono al 100%, questo evento non posso perderlo per nessuna ragione al mondo Non sono sicuro di poter venire Ho dei seri dubbi di poter partecipare Ragioni improrogabili di famiglia non mi permettono di essere presente, vi auguro a tutti comunque una buona giornata ! Mentre facevo l'orto in giardino ho trovato delle monete....,vorrei sapere quanto possono valere ? Ho trovato nel cassettone della nonna di un mio amico delle monete.....,vorrei sapere quanto possono valere ? ( versione che mi piace di più ) Ma è dal noto sito la baia che esce il meglio, gioie e dolori : La compro o non la compro ? Mi posso fidare o è meglio non fidarmi ? E' un affare o mi sta tirando il pacco ? Arriveranno queste monete o non arriveranno, sono molto, molto preoccupato ! E per finire c'è sempre quello che non si rassegna.....mai ! Dopo due mesi di attesa, catalogo non ancora arrivato, sto ancora aspettando....( ma ormai l'asta si è conclusa invenduti compresi ). Buona estate ! Mario
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  12. aprezzo apprezzo caro Picchio il ritratto del Della Rovere, di eccezionale espressivita'appunto si puo dire che esprima al meglio questa fisionomica, anzi qui direi fisiognomica (anche se con un ritratto simile non si e- stati forse lusinghieri con il papa :D ) che caratterizza l-epoca rinascimentale. Pochi sono i papi con ritratti dell-epoca rinascimentale: Sisto IV, Giulio II, Leone X, Adriano VI, Clemente VII, Paolo III (anche se qui vale quanto detto per Carlo V). I papi si affacciano tardi su questa prospettiva eppure che incisioni, che espressioni.. Vorrei sottolineare , eppoi mi taccio, ancora solo il particolare del rovescio. Tutti siamo attratti dal profilo nobile del diritto, ma guardate che finezza ed espressivita le due figure sul rovescio sono due ritratti perfetti anche loro pur nel medio minuscolo (quindi da apprezzare ancor piu la maestria dell-incisore). I papi ci avevano regalato gia dei profili simili prima che comparisse il primo vero ritratto sul doppio giulio di Sisto IV. A chiosa confermo in toto quanto sostenuto dall-amico Piccho, la ricerca della proveninenza, la storia numismatica di una moneta e- assolutamente interessante e fondamentale, essa passa ''ánche' per il cartellino che puo aggiungere notazioni preziose da parte dei recedenti proprietari, ma soprattutto sono le sue provenienze passate a costruire un qualcosa in piu che distingue la moneta e che giustamente il mercato ha cominciato a valorizzare sempre piu. Complimenti!
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  13. Non ho il cartellino del Conte Magnaguti, credo che siano stati requisiti da Santamaria ai tempi e messi nel dimenticatoio, ma è solo una mia supposizione. Il giulio, per quanto inverosimile è stato pagato una cifra ben al di sotto del suo valore, ogni tanto capita. Ho il cartellino di chi ha acquistato la moneta in seconda mano, in francese negli anni'70 (ed è questa la ragione del buon affare) con i riferimenti alla vendita ENH. Ho la fortuna di viaggiare parecchio per lavoro, mi prendo sempre mezza giornata per i "comodi miei" se sono in zone numismatiche; la moneta era presso un commerciante che da poco ne ha rilevato l'attività e stock, e non aveva dato particolare importanza alla moneta. I cartellini solitamente non accompagnano la vendita delle monete nelle aste; gelosie, riservatezza e probabilmente altre ragioni che ignoro fanno si che restino per un po' di tempo presso la casa d'aste prima di esssere buttati. Terminata l'asta, a seconda di quel che mi sono aggiudicato faccio richiesta. Se il cartellino è disponibile solitamente me lo danno. Non sempre il collezionista da moneta e cartellino, ma quando questo accade, ad oggi non ho mai avuto problemi ad averli, soprattutto se sono collezioni dismesse.
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  14. E domani è già qua … Spesso ci si domanda quali monete colpissero l’attenzione dei grandi numismatici del passato, Magnaguti, Gavazzi, Zoppola, Signorelli, Beraud, Fassio, Dosi, Dolivo, Sanromè, Ruggero, Martinori … solo per citare poche ma da tutti conosciute collezioni. Queste collezioni si sono disperse frammentate e polverizzate in una miriade di nuove avventure, sia per vendita pubblica e sia per trattativa privata, costituendo l’eccellenza di nuove raccolte. Personalmente quando mi imbatto in queste provenienze “abbocco all’amo” e mi faccio intortare sonoramente, acquistando le “reliquie” a prezzi d’amatore e non più di mercato. Poi, tutto contento del danno arrecato al portafogli, vado a prendermi il catalogo originale della vendita e ci metto un segnalibro; così ben mi ricordo di essere riuscito a recuperare una moneta della vendita. In tanti sono convinti che una moneta valga per quel che è, ricordo una frase scritta sul forum di chi si riconosceva come collezionista di monete e non certo di cartellini, e che mai avrebbe pagato un centesimo in più del valore di mercato, la moneta, per averne il cartellino. Io credo proprio di essere all’opposto, a mio giudizio le provenienze, i cartellini, i cataloghi e qualsiasi aneddoto sulla moneta la rendono più pregiata. Non mi sono sbagliato, provate a vendere in USA una moneta senza “storia”, oggi si tratta di monete classiche, un domani … chissà. Ho tenuto quanta più documentazione possibile per reperire i passaggi delle monete che man mano, fortunatamente acquisto. Alberto Varesi … mi teme, sa che per ogni moneta sarà per lui uno stress procurarmi i cartellini originali del collezionista, eventuali passaggi in asta, ho il sospetto che preferirebbe dedicassi le mie attenzioni a qualche suo concorrente; anzi già che sei a Pavia, ed hai completato il catalogo della vendita 61, e ci leggerai sei avvisato per la magnifica collezione del “Cavaliere”, conservali !. Dopo tutto questo pistolotto, l’ottimo Numa Numa si domanderà se manterrò fede alla mia promessa e … non lo faccio J, o meglio non lo faccio con Clemente VII, lo sostituisco con una moneta che probabilmente apprezza di più, ed anche in questo caso presenta un ritratto vivo, per nulla idealizzato, credo ci sia poco da aggiungere sulla personalità espressa nell’incisione; e per l’appunto ci arriva da una delle grandi collezioni, disperse, del passato. Stato Pontificio Giulio II (Giuliano Della Rovere di Albissola Savona) 1503-1513 Giulio sd Roma Argento grammi 3,803 diametro o 27,30 milllimetri D/ (fronda) IVLIVS ° II ° PONTIFEX ° MAXIMVS ° busto a destra con piviale e grande fibbia, in cerchio lineare. Rv: LVMINARIA ° VERAE ° FIDEI (tridente) San Pietro e San Paolo abbracciati. Taglio liscio ↑ Muntoni 24 var, CNI 47 Ex Collezione Conte Alessandro Magnaguti ENH XI; P & P Santamaria Roma 1956, n. 89 per £. 25.000 .... dimenticavo ... bello come un testone
    1 punto
  15. Complimenti a tutti per il mantenere viva la discussione, e' veramente un piacere vedere che ci sono parecchie persone interessate Ringrazio Giovanna per i complimenti che mi ha fatto relativamente al lavoro che sto svolgendo, ma mi sento di fare a mia volta i complimenti agli amici con cui sto collaborando per il prezioso lavoro di ricerca e studio che stanno facendo. La parte numismatica in fondo e' quella che mi e' piu' congeniale, visto che riesco ad incrociare piu' facilmente i dati conoscendo un poco anche la monetazione dei Savoia e visto che comunque non avrei tempo a sufficienza da dedicare agli archivi. Andrea
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  16. Dello stesso articolo di Adrien Arles trovate qui una versione in inglese http://a.arles.free....g processes.pdf, che spiega non solo il processo di bianchitura (o bianchimento), ma anche come ad esempio le analisi XRF siano utili per capire le tecniche usate per la produzione in base ai dati qualitativi raccolti. Mostra inoltre come i tondelli bianchiti (o imbiancati, o "biancati" come ho letto ieri in un registro della zecca genovese del 1427) da questi studiosi sperimentalmente abbiano rivelato un arricchimento superficiale dell'argento tra 10 e 20 micron mentre i tondelli da scavo analizzati hanno mostrato un arricchimento superficiale dell'argento più corrosione fino a 100 micron (...!). Vi allego in successione le tre immagini a colori tratte dal contributo in oggetto : a) processo di bianchitura (guardate cosa succede alla struttura metallica); b) arricchimento superficiale in argento nel campione sperimentale; c) arricchimento superficiale in argento nel campione da scavo archeologico. Di nuovo un saluto MB
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  17. Questo insegna (almeno a me) che non si è mai informati abbastanza, anche se sono anni e anni ormai che si collezionano €uro qualcosa sfugge sempre, tra l'altro quella variante era gia inserita sul catalogo interno, non ho mai avuto bisogno di consultarlo, ora so che un'occhiata gliela possono dare anche quelli che pensano di sapere (quasi) tutto sull'€uro.
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  18. Di argomenti da trattare o da ampliare nella monetazione medievale a voler guardare ce ne sarebbero tanti : ho cercato di offrire degli spunti, ovviamente chi interessato,dovrebbe poi approfondire le varie tematiche. Tra le caratterististiche peculiari della monetazione medievale c'è sicuramente l'immobilizzazzione dei tipi, il non voler cambiare la tipologia era una scelta voluta e ben pensata ; la stessa tipologia, pur con qualche cambiamento piccolo, garantiva la qualità e la fiducia verso l'utilizzatore. Quando c'era un cambiamento di modello probabilmente c'era stato anche una svolta di indirizzo politico o di potere, si voleva in quel caso far rimarcare le novità. Strategie quindi, ma non solo, spesso nelle leggende è difficile riconoscere dietro al nome impresso,la vera autorità emittente,re, imperatore ; quando vediamo impressi Ottone o Enrico nei denari è anche difficile risalire a quale di questi ci si deve riferire. Anche la svalutazione è uno dei fenomeni del medioevo, della sua economia e della sua monetazione ; l'intrinseco che cala nel tempo è un fenomeno ricorrente ed è influenzato da vari aspetti, politici, finanziari e sociali ; i dati sul titolo e leghe presenti , le loro percentuali, in una moneta medievale possono essere importanti da avere perchè utili per le cronologie, le classificazioni e analisi più accurate. Come detto in altro post è utile fare l'analisi spettografica ai raggi, tecnicamente raggi XRF,perchè con una percentuale minima di errore possiamo analizzare velocemente un campione ampio di denari e arrivare a delle conclusioni più accurate . Oltre ai dati che ci possono venire dal terreno, dagli scavi, dai ritrovamenti, ripostigli, i documenti scritti possono fornirci molte notizie e riferimenti sulle monete. C'è anche da ricordare che spesso questi più di monete effettive spesso citano le monete di conto, monete che rappresentano una unità di misura e di riferimento virtuale e non reale. Quindi spesso sono utili da consultare atti notarili, contratti, testi ma bisogna sempre vedere quali monete vengono citate ; molto interessanti sono da leggere i trattati sulle varie riforme monetarie anche se poi non è facile trovare i riscontri pratici sulle monete. Ecco perchè è importante si il documento scritto,ma quello che si può definire documento moneta è sempre basilare e non si può prescindere mai in una analisi attenta dallo studio dirette delle monete e da un riscontro effettivo e pratico sulle stesse di quanto trovato e letto sulle fonti scritte.
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  19. Lavorare nella numismatica non vuol dire fare SOLO questo nella vita...almeno non per tutti...dipende sempre da diversi fattori...da quanto vuoi o puoi dedicarci, sia in termini di tempo, sia intermini economici, sia in termini di studio, poiche' anche in questo settore, se si vuole andare avanti sempre , c'e' da studiare e da aggiornarsi; io non sono piu' un "giovincello"...e un po' di esperienza, anche se non come lavoro principale, me la sono fatta, in diversi settori della numismatica; se la numismatica ti appassiona, e vuoi fare qualche cosa di piu' di "un collezionista"...provaci! qualche piccolo consiglio, scusami se mi permetto, -cerca di spazziare il piu' possibile...che vuol dire impegnarti moooolto... -contrariamente al consiglio di molti..tratta tutte le tipologie di materiale come conservazioni...non e' vero che vanno SOLO le alte conservazioni....anche le medie e basse conservazioni si commerciano...ma al loro giusto prezzo ! ogni cosa ha un suo prezzo, poiche' ci sono dei collezionisti che si accontentano anche delle modeste conservazioni...a fronte di poter spendere poco... -non stancarti MAI di imparare e far tesoro tutto cio ' e da chiunque capiti di un qualcosa che non sapevi... -eppoi....specialmente all'inizio...tanta e poi ancora tanta umilta, senza vergogna di chiedere quando non sai o non sei sicuro... ci sarebbe ancora tanto altro da dire....ma penso che per ora vi ho annoiato abbastanza RR
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  20. Ti capisco Cancun, d'altronde la tua meticolosita' e' fortemente consigliata a chi colleziona monete antiche in Italia. Anch'io conservo tutte le ricevute ma non le archivio e non le tengo costantemente collegate alle monete. Forse dovrei essere piu' ordinato e meticoloso, ma e' anche per questo che alla fine sono emigrato all'estero, dove quando chiedi una ricevuta in un convegno ti chiedono se sei della finanza.... ;)
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  21. Bellissima moneta, complimenti.....concordo con chi la valuta SPL......a me poi la patina piace molto così com'è.....;)
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  22. Tempo d’estate… dieci indizi di come si può riconoscere un numismatico in vacanza: 1) Si getta sul primo tappo arrugginito di gazzosa che vede a terra: potrebbe essere un EID MAR che aspetta solo lui da 2000 anni. 2) Smarrisce al mercatino della domenica la figlioletta di quattro anni perché sta affannosamente rovistando nella ciotola delle occasioni imperdibili (rondelle, chiodi, tappi, medagliette della prima comunione, cinque e dieci lire repubblica, pin Fate l’amore non fate la guerra del 1968). 3) Si porta sotto l’ombrellone, oltre alla Gazzetta, i tre volumi, 1500 pagine e 10000 monete, del Corpus Nummorum Siculorum di Calciati, che finalmente può consultare in santa pace. 4) La sera, anziché partecipare alla movida, va a vedere alla locale scuola elementare la mostra sulle riproduzioni date in omaggio con le merendine: anche questo fa cultura numismatica. 5) Non degna di uno sguardo il più bel fondoschiena abbronzato e tangato della spiaggia perché immerso nello studio del 50 centesimi slovacco che gli ha dato di resto il venditore di bomboloni. 6) Ha un inaspettato risveglio dei sensi, che lo costringe a stare sdraiato nella sabbia a pancia in giù, a sentire il vicino, un distinto cumenda milanese, che parla dei bei tempi di quando c’erano la lira, il franco, il marco, la peseta… 7) Non riesce a dare alla moglie una spiegazione convincente sul perché abbia abbordato una coppia di strabordanti matrone moldave in costume leopardato (te lo giuro, cara, volevo solo scambiare qualche monetina…). 8) Coinvolge la famiglia in una gitarella di 300 km sotto il sole di agosto per assistere al convegno di Roccacannuccia “Le emissioni barbariche della Inducezia Inferiore.” 9) Ogni sera accende un cero a Sant’Eustorgio alle Monetine perché il prossimo governo vari una legge di stampo europeo sul collezionismo numismatico. 10) Passa le nottate a cazzeggiare su un forum di romantici, illusi (vedi al punto 9) sognatori sottraendosi ai doveri coniugali. Naevius
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