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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/10/12 in tutte le aree
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Scenario storico-politico. Salve a tutti. Apro questa breve discussione, correlata, ovviamente, anche di un discreto apparato numismatico, con l'intento di presentarvi le notizie che riguardano altri due personaggi poco noti che calcarono la scena politica del loro tempo. Questa volta ci muoveremo nel cosiddetto Tardo Impero Romano della prima metà del V secolo d.C., quando a reggere le sorti di un Impero sempre più scosso dai barbari, all'esterno, e da un ceto dirigente irrequieto e inetto, all'interno, vi erano Onorio, in Occidente con capitale Ravenna, e Arcadio in Oriente con capitale Costantinopoli. In uno scenario politico come quello dell'epoca, dove le popolazioni germaniche tendevano a conquistare posti e cariche sempre più alte e prestigiose, gli usurpatori spuntavano molto facilmente. Ma di rado si assistè all'ascesa politica di due fratelli che, alleati e non avversari, minacciarono il potere centrale per quasi più di due anni di fila. I loro nomi sono Giovino e Sebastiano. Poche sono le notizie che si hanno su questi due consanguinei prima che si trasformassero in un pericolo per Ravenna e la corte di Onorio. Si sa che Giovino era il nipote di Flavio Valente Giovino, nominato Magister Armorum per Gallias sotto l'Imperatore Giuliano, circa un secolo prima. Giovino fu sicuramente il più forte dei due fratelli e quello dotato di un briciolo di determinazione in più. Sembra che la sua scalata alla porpora fu spalleggiata e apertamente favorita dalla nobiltà e dai maggiorenti della Gallia che, all'epoca, si mostravano spesso insoddisfatti del governo ufficiale ed erano alla continua ricerca, se non di un proprio sovrano eletto da un'assemblea di nobili gallici, almeno di un leader che riuscisse a rendere il loro territorio libero dal giogo dell'Impero centrale, sempre più opprimente. La Gallia, infatti, era, in questo periodo, una vera e propria polveriera: i principali usurpatori provenivano da questa Provincia e, grazie all'avvento più pressante delle popolazioni germaniche, potevano contare su un buon numero di uomini armati per far valere i propri diritti, oltre a godere dell'appoggio, ormai quasi scontato, della nobiltà locale. Anche i barbari, dal canto loro, vedevano il lato positivo della situazione, sperando di introdursi nell'Impero e guadagnarsi, al seguito dell'occupante illecito, un posto nella società, fornendo un contributo in armi e vettovaglie agli ambiziosi usurpatori. Fu, questo, il caso di Giovino: egli, infatti, fu nominato Imperatore nella città di Mogontiacum (l'odierna Magonza) nel 411 d.C. dopo la morte di un altro usurpatore, Costantino III, da un'assemblea di nobili gallici coadiuvati da due re stranieri che fornirono anche i mezzi a Giovino per attestare la propria autorità. Questi furono Gundahar, capo dei Burgundi, e Goar, signore degli Alani. Sia il primo che il secondo si servirono di Giovino per cercare di insediarsi con le rispettive popolazioni entro il limes, rivendicando una porzione di territorio romano abbastanza grande da ospitare le due tribù e da garantirne la sopravvivenza. Per assicurarsi l'appoggio dei due importanti elettori, Giovino concesse a Gundahar e al suo collaboratore il possesso della Germania Prima. Gundahar vi fondò un vero e proprio regno, circoscrivibile tra i fiumi Lauter e Nahe, trasformando la città di Borbetomagus (l'odierna Worms) nella capitale del nuovo Stato germanico. Successivamente, il regno dei Burgundi fu riconosciuto a Gundahar anche dall'Imperatore Flavio Costanzo e dallo stesso Onorio, stando alla testimonianza dello storico Olimpiodoro di Tebe.1 Il ceto dirigente gallico, dal lato suo, era scontento della politica condotta da Ravenna e spinte sempre più indipendentiste caratterizzavano l'ambiente sociale che portò alla porpora Giovino e suo fratello Sebastiano. A questo punto entrò in scena un certo Saro, uno dei più validi aiutanti di Giovino. Di origini gotiche, era, probabilmente, di stanza a Ravenna e faceva parte di una guarnigione quando, nel corso di una faida contro i Balti, la famiglia di Ataulfo, re dei Visigoti, con cui era in pessimi rapporti da tempo, assalì con i suoi seguaci il campo visigoto al di fuori della città e uccise la maggior parte degli uomini che vi si erano fermati. Ataulfo, non contemplando l'agguato, radunò circa 10.000 Visigoti e sorprese in una battaglia disperata Saro, che si era dichiarato alleato e collaboratore di Giovino, e i suoi fedeli che ammontavano a circa una ventina. Furono tutti massacrati, e l'ultimo a morire per mano del nemico fu proprio Saro. Giovino, a capo delle sue truppe, si spostò in fretta dal Reno al Rodano e rifiutò di allersi con Ataulfo, che, ricordiamo, portava con sè come ostaggi sia Prisco Attalo, un Imperatore burattino decaduto, e Galla Placidia, sorellastra di Onorio. Una possibile alleanza tra i due cadde nel vuoto soprattutto per la fine che aveva fatto Saro, e, per vendetta, Giovino nominò al suo posto, come Augusto e co-reggente, suo fratello Sebastiano proprio l'anno successivo, nel 412 d.C. Tutte le trattative diplomatiche che intercorsero allora tra Ataulfo e gli usurpatori non andarono a buon fine, sia per la mancanza di tatto e diplomazia degli ambasciatori visigoti, sia per la petulanza di Giovino che vedeva, ormai, in Ataulfo un traditore. E non aveva tutti i torti: Ataulfo cercava, in realtà, una concessione territoriale entro cui far insediare i suoi Visigoti, come Giovino aveva concesso ai Burgundi di Gundahar nel nord della Provincia germanica. Visto che l'usurpatore gallico non volle concedere alcun territorio dei suoi possedimenti al capo dei Visigoti, Ataulfo si rivolse a Onorio stipulando una sorta di accordo nel quale, possiamo credere, tra le clausole annoverate vi fossero la cattura e la morte degli usurpatori. In questo modo Giovino, che pure aveva avuto il suo ruolo nel rovinare i rapporti con il potente re visigoto, spinto dal sentimento di rivalsa per la triste sorte dell'amico Saro, si era fatto un nuovo nemico: Ataulfo fece sapere a Onorio che i suoi uomini si erano resi disponibili ad accettare un ingaggio nella conseguente lotta contro Giovino e Sebastiano promettendo le loro teste in cambio dell'odierna città di Bordeaux e dello stanziamento dei Visigoti nell'Aquitania Secunda (Gallia sud-occidentale). I due usurpatori si scontrarono inevitabilmente, quindi, con Ataulfo che sconfisse entrambi. Si era nel pieno dell'anno 413 d.C. e la breve parabola politica dei due fratelli, in cui i nobili gallici riponevano le loro speranze d'indipendenza, stava calando verso la fine. Sebastiano e Giovino si rifugiarono con i superstiti all'interno delle mura di Valence, nel sud della Gallia, che fu messa immediatamente sotto assedio dalle truppe visigote di Ataulfo. Questi, però, s'aspettava che i Burgundi o gli Alani sarebbero accorsi in aiuto del loro benefattore, ma nè gli uni, nè tantomeno gli altri si recarono nella città gallica per aiutare Giovino e rompere l'assedio. Ataulfo, sicuro delle proprie forze e sapendo che la questione degli usurpatori fratelli era solo questione di tempo, riuscì, infine, ad entrare facilmente in città, senza incontrare particolare resistenza. I due nemici furono subito catturati e, rispettando il patto con Onorio, il capo dei Visigoti li consegnò al rappresentante del potere ufficiale della Provincia, Claudio Postumo Dardano2, che risiedeva a Narbona. Gli usurpatori furono, naturalmente, condannati a morte e decapitati nella stessa città. Le teste di Giovino e Sebastiano furono consegnate alla corte di Onorio, a Ravenna, che le fece appendere come monito sulle mura della capitale. La reazione dei nobili gallici, soprattutto Arverni, che avevano appoggiato al causa di Giovino e di suo fratello fu violenta e preoccupante, tanto che l'Imperatore d'Occidente incaricò il già menzionato Dardano di porre fine alle rivolte e ai malcontenti che i maggiorenti gallici stavano fomentando in tutta la Provincia per dimostrare la loro lealtà verso il defunto usurpatore e la loro insofferenza nei confronti del governo centrale. La repressione fu dura e spietata: Dardano firmò centinaia di condanne a morte, la maggior parte delle quali riguardava nobili arverni filo-gioviniani. Così, i due fratelli usurpatori, passati alla storia come sovrani fantoccio nelle mani dei barbari, furono ben presto dimenticati e solo coloro che riuscirono a sfuggire alla persecuzione di Dardano poterono, in un Occidente sempre più influenzato dai Germani, raccontare quel poco che vissero e che appresero delle gesta di Giovino e Sebastiano. ___________________________________________________ 1 Olimpiodoro di Tebe, Discorsi Storici. 2 Olimpiodoro di Tebe, Ibidem, fr. 19.2 punti
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Buongiorno a tutti !! Fino a qualche giorno fa avevo provato a digitalizzare monete usando un buon scanner, con risultati che naturalmente non mi soddisfacevano. Facendo tesoro delle informazioni utilissime trovate nel forum (complimenti a tutti) ho provato ad utilizzare la mia piccola compatta Kodak, niente di che, una macchinetta con autofocus, pochissime selezioni possibili e ottica ridicola. Un vero delirio la messa a fuoco, e anche per questo occorre trovare una buona illuminazione altrimenti gli scarsi automatismi della macchinetta vanno a ramengo. Considerate che non disponendo di uno stativo (non si ricava con le scatole da tagliatelle) faccio tutto a mano, fermo come un cane da punta, gomiti rigidi e osso sacro proteso.... :D Un giorno investirò in attrezzatura più consona, se lo riterrò opportuno. Ma intanto mi son divertito moltissimo, con risultati che mi sono piaciuti molto. Rispetto alle scansioni l'argento, se fotografato, da molta soddisfazione. Questa era la scansione di un 2 lire 1863 Napoli che postai qualche giorno fa Uploaded at ImageFra.me L'ho fotografata di mattina, vicino ad una finestra rivolta a nord, all'interno di una scatola bianca (conteneva tagliatelle .... abbiate pazienza :) ) foderata sul bordo in favore di luce con un foglio di alluminio Uploaded at ImageFra.me Molto piacevoli anche gli Scudi, qui ve ne mostro un paio fra i diversi che ho fotografato e "schedato" Uploaded at ImageFra.me Uploaded at ImageFra.me Molto più complicata la questione per quanto riguarda il rame, lo scanner lo rende davvero piuttosto bene a causa della sua scarsa lucentezza, mentre per fotografarlo bene serve una migliore gestione delle fonti di luce. Non so quale preferire fra la versione da scanner (che fra l'altro facilita lo sfondo bianco) Uploaded at ImageFra.me e la versione fotografata Uploaded at ImageFra.me Insomma, ho in mente diverse migliorie da apportare al mio sistema, ma mi sto divertendo un sacco :) Perdonate la pochezza degli esemplari postati, rispetto a ciò che state mostrando voi paiono rondelle....1 punto
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Ecco il mio ultimo acquisto che ne pensate sulla conservazione e sulla ribattitura che non sono riuscito a catturare al 100 % questa fantastica moneta. Dopo farò nuove immagini. Un saluto e grazie per i commenti, Gabriele NUOVE IMMAGINI Uploaded with ImageShack.us Ho dovuto usare una diversa esposizione e ha catturato tutto e di più di questa belllisima moneta ED ECCO LE SINGOLE : Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us1 punto
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Bravissimo! Sinceri complimenti davvero per il risultato ottenuto senza neanche lo stativo... Buon divertimento allora, credo farai ancora notevoli progressi con le foto. Ciao :-)1 punto
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Oggi sono stato al British anche qui si espongono solo poche monete, purtroppo lo spazio e' quello che e', non si puo fare altrimenti. Il British ti mostra le monete solo su appuntamento come del resto fa il Gabinetto Numismatico e Medagliere di Milano invece, da quello che so, il museo di Palazzo Massimo alle Terme di Roma non prende appuntamenti, puoi vedere solo la parte esposta......che e' veramente una minima parte! Le monete esposte a Palazzo Massimo sono senz'altro una minima parte dell'intera Collezione Reale e non solo di quella, ma esposte nelle sale ce ne sono tantissime, non ricordo precisamente quante, mi sembra qualche migliaio di pezzi, direi che è abbastanza nutrita come esposizione... D'altronde mi sembrerebbe difficoltoso esporre tutte le monete custodite a Palazzo Massimo, quello che sarebbe possibile fare, e non è detto che in futuro non si farà, sarebbe dare vita a delle Mostre, esponendo una tipologia monetale alla volta ad esempio oppure seguendo altri criteri. In questo modo si "sveglierebbe" un interesse maggiore per il Museo da parte dei Collezionisti e non solo, dando la possibilità a tutti di vedere monete che sono riposte nei magazzini da anni. Sarebbe un bel lavoro, ne sono consapevole, ma potrebbe anche essere una buona possibilità per catalogare e riordinare per bene le monete, fotografandole e riportandone i dati. Vi posto un'immagine che ho ripreso all'interno del Monetiere ed un link dove se ne parla. Ciao, Giò P.S.-Bacheche come queste ce ne sono un'infinità contenenti tutti i tipi monetali http://archeoroma.be...simo/medagliere1 punto
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Ciao a tutti vi chiedo aiuto per questa monetina con poche parti e indizi leggibili. Pesa 0,9 grammi, 16mm di crconferenza e 0,5 mm di spessore. In una faccia si legge in circolo R. E. C oppure G e più avanti una I attorno ad un volto o uno scudo nell'altra N C attorno ad una figura, sò che l'impresa è ardua e per questo vi ringrazio1 punto
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Per quanto riguarda Roma ne parlavo pure con il dottor Martini, che mi diceva che c'è tutta la collezione del Gnecchi,sulla repubblica romana,non esposta. Ci sono dei pezzi formidabili. Lui li aveva tutti fotografati e sarebbe disposto anche a rifarlo per creare un catalogo degno di nota, che rispetti la grandiosità della collezione. Ma non riesce ad avere i permessi per farlo! Assurdo uno farebbe un lavoro gratis ma.... . :clapping:1 punto
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Onde tener viva questa discussione nell' attesa di settembre mi permetto di regalare agli utenti interessati qualche materiale cartaceo sulle monete di questa Zecca Primo estratto M1.pdf1 punto
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interessante dimostra che al tempo si era ritornati per necessità ad una circolazione di oro e argento , dopo tanti anni di monete fiduciarie il rame non è stato battuto da loro , il che dimostra che l autorità si basava sulla capacità di emettere monete di buon metallo1 punto
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Che ti dicevo? Con foto singole si apprezzano di più i dettagli. :clapping: Complimenti ottima monetina. Saluti Marfir1 punto
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La monetazione. Le monete dei due usurpatori non sono molto distanti, stilisticamente parlando, dalle emissioni ufficiali di Onorio nella Pars Occidentalis dell'Impero e da quelle dell'usurpatore che li aveva preceduti, Costantino III. Le zecche attive per Giovino sono tutte situate in Gallia, ovviamente: sono Treviri (riconoscibile dalla sigla TR), Arelate (con sigla AR) e Lione (con sigla LD). Allo stesso modo, alcune delle già menzionate zecche galliche batterono moneta per suo fratello Sebastiano: Arelate (che assume la sigla KON. oppure KONT. come abbreviazione di Konstan) e Treviri (che mantiene quasi lo stesso segno di zecca, TR o TRPS, sciolto in TR, Treviri, e P S, Argentum Postulatum, ovvero "richiesta, domanda di argento monetato"). I ritratti dei due usurpatori sono eseguiti da maestranze che possedevano comunque una certa abilità: ormai privo di ogni pretesa di rappresentazione del reale, il volto di Giovino, così come quello di suo fratello Sebastiano, è inciso nella sua ferma ieraticità, con l'occhio enorme e le labbra socchiuse, quasi come se volesse emettere un suono. Dopotutto, le monete sono testimonianze parlanti della storia che hanno vissuto. Le monete battute dai due usurpatori non sono molte e forse furono utilizzate, per la maggior parte, come stipendium per le truppe fedeli alla loro autorità. I nominali fino ad ora conosciuti sono: 1) Solido in oro (solamente per Giovino); 2) Siliqua in argento (tipologia battuta sia per Giovino che per Sebastiano); 3) Mezza Siliqua in argento (solamente per Giovino). Le tipologie di rovescio sono, come sempre, a scopo propagandistico: si incontrano legende che inneggiano a Giovino come Restitutor Reipublicae, cioè come "Salvatore o Restauratore dello Stato" o che riguardano entrambi i fratelli come la più frequente VICTORIA AVGG., sicuramente un augurio o una speranza di Vittoria, sia militare che politica, per il prossimo futuro. Si riscontra anche una particolarità in questa tipologia di legenda in cui AVGG. è scitto con tre G. Una per Giovino, un'altra per Sebastiano, e la terza? Non certo per Ataulfo od Onorio, visto che si erano alleati contro di loro. Forse fu aggiunta per ricordare un terzo fratello di cui si conosce solamente il nome: un certo Sallustio. Non mancano, poi, i rovesci a carattere religioso e patriottico: una mezza siliqua emessa a nome di Giovino porta il rovescio senza iscrizioni nel giro e raffigura una croce, chiara allusione alla religione cristiana, adottata, a scopi politici o meno, dalla gran parte degli Imperatori romani del IV e V secolo d.C. Il rovescio di una siliqua di Sebastiano, invece, è gustosamente di stampo patriottico e decisamente più tradizionale: troviamo, infatti, oltre la raffiguazione della Personificazione di Roma, acclarata anche in alcune emissioni di suo fratello, esplicata in chiare lettere la legenda VRBS ROMA o anche RESTITVTOR ROM. Si noti che Sebastiano è molto più legato all'idea di restaurare Roma come antica capitale (ideologica) dell'Impero, o almeno dell'Occidente, mentre le restaurazioni di Giovino, auspicate in tondello, sono più generiche e si estendono a tutto lo Stato romano (Restitutor Reipublicae). Inutile affermare che la rarità di questi esemplari è, ad oggi, piuttosto elevata e che le monete di Sebastiano, affiancato al trono del fratello per un solo anno, dal 412 al 413 d.C., lo sono certamente un po' di più. Proseguiamo, quindi, con l'illustrare le tipologie sopra elencate, prima per Giovino (Gruppo 1) e poi per Sebastiano (Gruppo 2).1 punto
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Lavorare nella numismatica non vuol dire fare SOLO questo nella vita...almeno non per tutti...dipende sempre da diversi fattori...da quanto vuoi o puoi dedicarci, sia in termini di tempo, sia intermini economici, sia in termini di studio, poiche' anche in questo settore, se si vuole andare avanti sempre , c'e' da studiare e da aggiornarsi; io non sono piu' un "giovincello"...e un po' di esperienza, anche se non come lavoro principale, me la sono fatta, in diversi settori della numismatica; se la numismatica ti appassiona, e vuoi fare qualche cosa di piu' di "un collezionista"...provaci! qualche piccolo consiglio, scusami se mi permetto, -cerca di spazziare il piu' possibile...che vuol dire impegnarti moooolto... -contrariamente al consiglio di molti..tratta tutte le tipologie di materiale come conservazioni...non e' vero che vanno SOLO le alte conservazioni....anche le medie e basse conservazioni si commerciano...ma al loro giusto prezzo ! ogni cosa ha un suo prezzo, poiche' ci sono dei collezionisti che si accontentano anche delle modeste conservazioni...a fronte di poter spendere poco... -non stancarti MAI di imparare e far tesoro tutto cio ' e da chiunque capiti di un qualcosa che non sapevi... -eppoi....specialmente all'inizio...tanta e poi ancora tanta umilta, senza vergogna di chiedere quando non sai o non sei sicuro... ci sarebbe ancora tanto altro da dire....ma penso che per ora vi ho annoiato abbastanza RR1 punto
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Secondo me è una fortuna, vorrà dire che avrai modo di divertirti a cercare e collezionare ancora molte monete in vita tua, chi invece si specializza su di una zecca o poco più, può rimanere a bocca asciutta anche per molto tempo prima di aggiungere qualcosa.1 punto
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