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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/09/12 in tutte le aree
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Lavorare nella numismatica non vuol dire fare SOLO questo nella vita...almeno non per tutti...dipende sempre da diversi fattori...da quanto vuoi o puoi dedicarci, sia in termini di tempo, sia intermini economici, sia in termini di studio, poiche' anche in questo settore, se si vuole andare avanti sempre , c'e' da studiare e da aggiornarsi; io non sono piu' un "giovincello"...e un po' di esperienza, anche se non come lavoro principale, me la sono fatta, in diversi settori della numismatica; se la numismatica ti appassiona, e vuoi fare qualche cosa di piu' di "un collezionista"...provaci! qualche piccolo consiglio, scusami se mi permetto, -cerca di spazziare il piu' possibile...che vuol dire impegnarti moooolto... -contrariamente al consiglio di molti..tratta tutte le tipologie di materiale come conservazioni...non e' vero che vanno SOLO le alte conservazioni....anche le medie e basse conservazioni si commerciano...ma al loro giusto prezzo ! ogni cosa ha un suo prezzo, poiche' ci sono dei collezionisti che si accontentano anche delle modeste conservazioni...a fronte di poter spendere poco... -non stancarti MAI di imparare e far tesoro tutto cio ' e da chiunque capiti di un qualcosa che non sapevi... -eppoi....specialmente all'inizio...tanta e poi ancora tanta umilta, senza vergogna di chiedere quando non sai o non sei sicuro... ci sarebbe ancora tanto altro da dire....ma penso che per ora vi ho annoiato abbastanza RR2 punti
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Mi fa piacere che ci sia interesse in questa zecca. Sono soprattutto contento che molti si stiano informando, leggendo i testi che parlano di Messerano, come il Promis e l'Adriani. Questo non può che contribuire alla riuscita della manifestazione, perché da un lato aiuta ad apprezzare meglio ciò che si vedrà, dall'altro permetterà una discussione più approfondita, sia durante la conferenza che su questo stesso forum. Come thetop e andyscudo sanno bene, le giornate di fine settembre non saranno un punto di arrivo sulla conoscenza di questa zecca. Al contrario, segneranno l'inizio di un viaggio, lungo e complicato, nel quale ci sarà necessariamente bisogno della compagnia di altre persone che possono apportare monete, idee, spunti di discussione, domande. L'Adriani che sta leggendo Piergi è un testo molto raro. Se non ricordo male, ne furono stampate appena 100 copie. Grazie alla pazienza di thetop, che si è preso la briga di fotografarne una copia, posso ora mettere una versione elettronica a disposizione di tutti, in modo che tutti abbiano la possibilità di approfondire, se lo vorranno, il discorso su Masserano con questa rara lettura. Trovate il fle (2.5 MB circa) qui: http://www.mydrive.ch username: guest@duboin18 password: lamoneta E' assolutamente ridistribuibile. Dovrebbe essere leggibile dignitosamente, sia a video che in un'eventuale stampa su carta. Buona lettura. E.2 punti
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Ecco il mio ultimo acquisto che ne pensate sulla conservazione e sulla ribattitura che non sono riuscito a catturare al 100 % questa fantastica moneta. Dopo farò nuove immagini. Un saluto e grazie per i commenti, Gabriele NUOVE IMMAGINI Uploaded with ImageShack.us Ho dovuto usare una diversa esposizione e ha catturato tutto e di più di questa belllisima moneta ED ECCO LE SINGOLE : Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us1 punto
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Salve a tutti.... Il mio ragazzo mi ha regalato alcune monete romane,tutte da classificare..... Purtroppo ne io ne lui siamo in grado e qui servirebbe il vostro aiuto.... Il problema che sono una decina... Sarebbe possibile fare un unico file da allegare con le monete numerate? Probabilmente saranno monete molto comuni e voi esperti non avrete sicuro problemi... So che la prassi e di fare una discussione per moneta, ma purtroppo scrivo da una zona dove internet è ancora a 56kb e in più il mio computer è lentissimo... Potessi fare solo due scansioni fronte/retro dell'insieme non sarebbe male.... Fatetemi sapere. Saluti Elisa1 punto
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Grazie a TheTop ed a Eligio per questo bel regalo che ci avete fatto. Lo scarico subito. Grazie, Giò1 punto
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Salve a tutti. Premetto che non è la monetazione di cui mi occupo. Concordo sul fatto che si tratta di Rodi. Ma, secondo me, non è autentica. Il materiale sembra giallognolo (ottone o qualcosa del genere?), mentre l'originale dovrebbe essere d'argento (nessuna lega di oro e rame, come accennato prima dallo stesso Carminezeno, materiale, peraltro, già da lui citato per una presunta fibula romana per cui aveva aperto anche una discussione). Farei, inoltre, notare come i capelli e gli occhi di Helios siano evanescenti e quasi impiastricciati. Poi, ci sono quelle bollicine o puntini sulla guancia sinistra della stessa divinità. Elementi che mi fanno pensare ad un falso (forse ottenuto per fusione?). Manca, poi, del tutto la scritta greca PO :Greek_Delta: ION al rovescio, in alto, al di sopra della rosa. Non può essere finita fuori dal tondello perchè lo spazio per contenerla c'è eccome. Il simbolo a sinistra della rosa è ancora una vola evanescente, come i capelli e gli occhi di Helios, che credo sia un grappolo d'uva. Mancano, ancora, le lettere al rovescio a destra e a sinistra della rosa, nei campi. Penso sia un falso imitante una didracma in argento di Rodi del tipo SNG Helsinki 457.1 punto
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ben venga il Verri e che il suo sia l-esempio da seguire. Cio non toglie che collezioni dell-importanza di quelle di Milano, Roma, Correr (Venezia) , Napoli, etc. per fare gli esempi maggiori, debbano essere opportunamente schedate e rese fruibili. Ben vengano musei della moneta a fini didattici ed educativi ma sono le collezioni maggiori a rappresentare il vero tesoro (perche ancora conosciuto solo in parte) per molti studiosi oltre che per i cultori della materia1 punto
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Ecco le foto nuove Se la contrastassi un pò di più si toglierebbe questo effetto "nebbia" e risalterebbe la spettacolare ribattitura1 punto
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Ringazio Visconte dell'attenzione. Per quanto riguarda IERANTO per IRNI la mia ipotesi si basa solo sul nome e sulla circostanza che gran parte dei ritrovamenti riguardano la penisola sorrentina (bisognerebbe forse localizzarli rispetto alla baia di IERANTO, che è vicinissima a Punta Campanella: Per quanto riguarda VELECHA, allego il resto dell'articolo di cui ho già inviato la prima parte al forum, dove ho sintetizzato la situazione delle emergenze archeologiche pre-romane nella valle del Sabato. Comunque ho molto altro materiale, che è a disposizione. Credo che un testo utilòe per inquadrare il fenomeno dell'urbanesimo antico (VI-V secolo) in Campania sia Cerchiai, I Campani, che posso mettere a disposizione di chiunque in formato digitale. Credo che con Velecha, Caudium, forse Maleventum e altri centri ci troviamo in presenza della cosiddetta Dodecapoli etrusca, sui cui centri sussistono non poche incertezze. Penso che proprio la numismatica potrà essere non poco di aiuto. A proposito, è statamai ipotizzata un'identificazione di MELES con MALES Maleventum Beneventum? Benevento, come Avellino, si trova sulla via naturale (Volturno-SCalore-Sabato-Picentino che collegava i due centri proto-etrusci della Campania (Capua e Pontecagnano) fra di loro. Per il momento, ecco la II parte del mio articolo: Era quindi Velecha il centro sul quale sarebbe poi sorta Abellinum? A questo punto è utile ripercorrere sia pur brevemente, a partire dagli insediamenti preromani, la vicenda storica della valle del Sabato e del suo centro capoluogo, sulla base delle inoppugnabili testimonianze archeologiche, seguendo principalmente gli studi di Gabriella Colucci Pescatori (Sellino, Storia dell’Irpinia). Non vi è accordo tra gli studiosi sul momento della nascita della colonia e sulle rifondazioni della stessa succedutesi nel tempo. Sulla base del Liber coloniarum e della titolatura della colonia attestata nell'iscrizione CIL X 1117 viene ritenuta da alcuni di età graccana (in paricolare Beloch 1926); altri pensano che si tratti di una colonia sillana, nonché augustea (Mommsen e da ultimo Camodeca). Le iscrizioni lapidee provenienti dalla colonia romana di Abellinum e dal suo territorio, ad eccezione delle poche inedite venute alla luce durante i lavori successivi al terremoto del 1980 o nel corso di più recenti scavi , sono state raccolte per la maggior parte nel vol. X del CIL. Il fiume Sabato era una grande via di penetrazione tra il Beneventano e il Salernitano nel periodo sannitico e in età arcaica, non meno che in quello romano e medievale. Il nome del fiume non appare nell’antica letteratura, tuttavia gli abitanti che risiedevano nella valle, come detto, erano chiamati Sabatini. Nel territorio della valle del Sabato in età sannitica l’occupazione del territorio appare diffusa e costituita da piccoli nuclei sparsi, il cui elemento di aggregazione e di collegamento è il fiume Sabato, polo di attrazione delle popolazioni che ne occupavano le due rive. Su di esse è testimoniato di una sorta di movimento pendolare tra insediamenti di collina e insediamenti di pianura, determinato da fattori difensivi e produttivi. Dati utili provengono per l’età arcaica (VI V secolo a.C.) soprattutto da materiali rinvenuti alla località Soprapiano di Capriglia e nell’area dell’ex Ospedale di Avellino, al viale Italia. In particolare Soprapiano poteva costituire uno dei centri fortificati della comunità paganica comprendente la valle. La stessa funzione poteva avere, sulla riva destra del fiume, Castelluccio di Santo Stefano del Sole, insediamento collinare da cui è possibile una vista a lungo raggio e quindi il controllo di tutta la zona sottostante, documentato da materiali ceramici, arcaici e sannitici, mentre tutta l’area posta ai piedi della collina di Santo Stefano era adibita a produzione agricola che poteva essere sfruttata a integrazione di un tipo di economia pastorale . Nel corso del IV secolo si regista un incremento quasi improvviso di testimonianze archeologiche, che documentano una occupazione stabile di alcune aree collinari poste in posizione di controllo di importanti nodi di viabilità naturale e delle pianure sottostanti. I materiali provengono da tombe risalenti ad un periodo che va dal pieno IV secolo agli inizi del secolo successivo, poste lungo la riva destra (Serino, Santo Stefano del Sole, Candida, Manocalzati e Pratola Serra) e la riva sinistra (Cesinali, Avellino, Capriglia e Altavilla Irpina) del fiume Sabato e documentano la presenza di genti di stirpe sannitica. È il segno dell’arrivo dei mamertini reduci dalle guerre di Sicilia ? Nasce Velecha ? Si consolida in questa fase la struttura abitativa paganico vicana con l’organizzazione del paesaggio rurale circostante in insediamenti sparsi, cui rimandano i recuperi di piccole necropoli. Tutta l’area comprendente le colline di Pratola Serra in località Santo Iorio e Serritiello, e Ponte Sabato in posizione di fondovalle, ha restituito un considerevole numero di tombe che testimoniano, tenuto conto anche delle caratteristiche topografiche differenti (Serritiello e Santo Iorio in collina, Ponte Sabato a valle), funzioni diversificate. Alcune tombe rinvenute aPonte Sabato, in prevalenza a cassa e addensate intorno a una a camera, fanno pensare a raggruppamenti familiari e alla presenza di un elemento gerarchicamente superiore in una comunità che dimostra articolazione sociale. Il rituale sembra prevedere la rottura e la bruciatura dei vasi, i cui frammenti sono deposti nella tomba del defunto di sesso maschile in onore del quale si era compiuta una libagione. Le forme ricostruibili dai numerosi frammenti appartengono a coppine, piatti, lekanai. Nelle tombe maschili sono attestate le cuspidi di lancia in ferro. L’insediamento di Ponte Sabato è connesso con la località Cesine di Candida, dove alcuni reperti indicano la presenza di un nucleo abitato di fine IV inizi III secolo a.C., e con Fontanelle di Manocalzati. Questi siti, che rispondono alle esigenze di probabili villaggi aperti verso la pianura, possono essere messi in rapporto ad altri nelle immediate vicinanze, che rispondevano a esigenze difensive, quale San Barbato di Manocalzati ed il moderno centro di Candida. Accanto ai villaggi aperti di pianura (vici), documentati da necropoli, erano situati i santuari, che rappresentavano i principali luoghi di aggregazione. In base alla tipologia e alla cronologia dei materiali rinvenuti, è possibile porre proprio a partire dal IV secolo l’utilizzo dell’area di Civita di Atripalda per questa funzione comunitaria. Il sito non è in posizione molto elevata, ma è tale da favorire i traffici e le relazioni, in quanto posto alla confluenza del rio Fenestrelle-Rigatore con il Sabato, all’incrocio di una importante direttrice viaria. L’area assolveva sia a una funzione sacrale, ovvero era identificabile come spazio di santuari, ove le comunità sannitiche svolgevano attività amministrative, politiche, religiose, ma era anche centro di mercati, costituendo una cerniera rispetto agli insediamenti limitrofi e non un confine tra questi. In base alle indagini archeologiche, a partire proprio dal III secolo a.C. il centro sulla Civita tende a svilupparsi sempre di più, ipotesi confermata dalla costruzione delle mura di difesa del luogo. Un tratto della fortificazione urbana (tre assise), che difendeva l’insediamento, si è rinvenuto sul lato settentrionale. Il muro era costruito in opera quadrata con blocchi di tufo parallelepipedi rettangolari. La tecnica edilizia certamente segna l’influenza dei centri più evoluti della Campania (Pompei) e le mura di difesa evocano momenti difficili, caratterizzati dalle guerre con Roma (IV III secolo a.C.). Cessa di esistere la sannita Velecha, la cui popolazione è deportata o ridotta in schiavitù ? Ne prende il posto la nuova colonia di Abellinum ? La tradizione storiografica attesta la deduzione di una colonia di età graccana, sulla base di un passo del Liber Colonarium: “Abellinum, muro ducta colonia, deducta lege Sempronia” (L. I, 229,16 18). Tale deduzione è ipotizzata dagli studiosi per il titolo di Veneria della colonia e la presenza di praetores duoviri quale magistratura suprema. Le informazioni contenute nel Liber hanno ricevuto parziali conferme dalle acquisizioni conseguite dalla ricerca archeologica. La deduzione della colonia dovette accentuare il processo di urbanizzazione, favorendo la concentrazione di interventi pubblici e privati nell’ambito del centro prescelto. A questo momento si possono far risalire alcune strutture murarie in opus incertum, ed alcuni elementi decorativi da monumenti funerari, pilastri d’anta ornati da capitelli figurati che trovano confronto con l’ambiente pompeiano. Werner Johannowsky in un’area pianeggiante nella zona di Serino ha individuato una divisione agraria (centuriazione) con la misura ricorrente di 13 actus, che potrebbe le assegnazioni graccane post annibaliche. In questo periodo è dimostrato l’utilizzo dell’agro pubblico, con numerose assegnazioni in Irpinia, dai rinvenimenti dei cippi graccani del 129 a.C. nel territorio tra Abellinum, Aeclanum e Compsa. La ricerca archeologica, iniziata nel 1975 nell’area urbana dell’antica città, ha permesso di individuare una doppia cinta muraria. La prima, in opus quadratum (grossi blocchi di tufo giallo), da riferire al III secolo a.C., porta all’identificazione dell’oppidum originario. L’altra, in opus reticulatum, di cui è possibile seguire l’intero circuito, con torri semicircolari allineate alla cinta, è da riportarsi della colonia romana di età tardo repubblicana. Il circuito delle mura delimita l’intera collina della Civita di Atripalda per una lunghezza di circa di 2 km, racchiudendo la città antica che occupa una superficie di circa 25 ettari. L’intervento edilizio del circuito murario attestava espressamente lo scopo difensivo, garantiva sicurezza alla colonia da attacchi esterni e forniva una cinta daziaria all’abitato che, sorto su una via di comunicazione importante, il raccordo tra l’Appia e la Capua Rhegium, doveva essere un centro di sicura rilevanza commerciale. L’impianto originale delle mura presenta una cortina rettilinea, dello spessore costante di circa 3 m alla base e di circa 2 m nella parte più alta, con tufelli di forma piramidale, con andamento abbastanza regolare; internamente sono visibili pilastri rettangolari, che ricordano la fortificazione pompeiana di età sannitica, con testate in tufelli, che si susseguono alla distanza regolare di 3,50 m. Sono riconoscibili lungo il circuito due torri a pianta semicircolare, mentre una, riferibile ad epoca più tarda, impostata su una più antica, è a pianta rettangolare; nell’angolo meridionale, alle spalle della chiesa della Maddalena, si conserva l’emplecton di una torre circolare. Tale disposizione, caratteristica di un tipo di fortificazione frequentemente adottato dagli architetti militari romani, trova riscontro nella cinta muraria di Aeclanum. Il sistema stradale interno è appena individuato con le due arterie principali, il cardo e il decumanus maximi. A nord di questo, nel settore orientale della città, un importante complesso residenziale si affaccia alla sommità delle mura e comprende un intero isolato della città: una domus di tipo pompeiano ad atrio e peristilio che, per il suo impianto definitivo, è riferibile cronologicamente agli inizi del principato. La domus mantenne certamente, almeno sino ad età severiana, il suo aspetto di dimora residenziale unitaria; viceversa, durante il tardo Impero, cadde in abbandono per gran parte della sua estensione, presumibilmente in conseguenza di un terremoto (346 d.C.), continuando a vivere attraverso il riutilizzo di determinati ambienti. Ad ovest della domus è ubicata l’area destinata agli edifici pubblici, con l’impianto termale che veniva a disporsi parallelamente al decumano. Recenti scavi hanno permesso di individuarne diverse fasi costruttive: la prima, costituita da strutture murarie in opus incertum, si riconduce alla cronologia alta della colonia, di età graccana, che precede quella in opus reticulatum di età tardo repubblicana. Non mancano rifacimenti tardo antichi, con presenza di tombe intra muros, obliterate da un’eruzione vesuviana ascrivibile tra il 472 e il 507 d.C., che testimoniano il periodo di abbandono del centro. Il rinvenimento di iscrizioni onorarie, basi di statue, vasti ambienti con mosaici policromi e la presenza dell’edificio termale confermano che il settore nord orientale della città è da identificarsi con il foro. Dell’edificio termale è visibile il sistema di riscaldamento ad ipocausto, con pavimento poggiante su pilastrini di mattoni (suspensurae). L’anfiteatro, ora ricostruito nella sua planimetria, era situato fuori le mura, nel settore meridionale della città, e sfruttava una depressione naturale. Il sistema stradale interno, da mettere in relazione con le porte della città, permette di ipotizzare un accesso nel settore meridionale. Nel 1983 una esplorazione archeologica nella necropoli meridionale (già individuata nel XIX secolo), lungo la direttiva che collegava Abellinum con la regione nocerina, ha restituito tombe tipologicamente differenziate recinti funerari con ipogei, tombe “alla cappuccina”, sia ad inumazione che ad incinerazione, con defunto in anfora, sarcofagi in terracotta e piombo con un arco cronologico dalla fine del I al V secolo d.C. Un altro ingresso alla città era ad est la cosiddetta Porta decumana da cui si dipartiva la via verso oriente (Aeclanum). La necropoli pagana, situata lungo tale arteria, esplorata dal 1986, ha confermato un utilizzo della stessa anche da parte della comunità cristiana. Preziose sono le informazioni su alcuni importanti edifici, le cui rovine, ora interrate e in parte scomparse, potevano osservarsi nel primo ventennio del presente secolo. Francesco Scandone scrive nel 1930: “Appena dieci anni or sono nel centro della Civita si vedevano due grandiose aree con avanzi di muri perimetrali, e con tracce di pavimentazione, il più ampio di questi fabbricati, che ritengo doveva essere la basilica, aveva i muri elevati su forti basamenti calcarei, e rivestiti con marmi alternati a mattoni triangolari o quadrati, la platea aveva traccia di pavimentazione a mosaico (opus settile) e conteneva numerosi avanzi di capitelli corinzi e di trabeazioni con architravi a trave o lisci oppure finemente lavorate a mensole e rosoni”. Lamenta lo storico: “tutto questo è stato asportato e tuttora continua la devastazione, perché è stata aperta una cava di tufo, proprio in mezzo al fabbricato, ed i muri a mattoni sono stati demoliti per liberare i grandi lastroni di marmo nel basamento. L’altro edificio, forse la Curia, è stato distrutto da un’altra cava di tufo, e sono rimasti in piedi alcuni tratti di muri a mattoni o a reticolato. Qui … potei scorgere alcune lastre marmoree, tolte al loro sito primiero. Il colono pretendeva che appartenesse ad una fontana monumentale, anch’essa distrutta”. Per Abellinum si coglie dalla documentazione archeologica una particolare fioritura in età augustea. A tale periodo infatti si riferisce l’impianto complessivo degli edifici pubblici, in opera reticolata, il quale, come abbiamo detto, costituì una tappa fondamentale dello sviluppo sociale ed economico di Abellinum, soprattutto per l’arrivo di genti nuove, connesso ad una febbrile attività edilizia. Investimenti assai remunerativi in imprese produttive, quali le industrie laterizie, sorsero numerose per far fronte alla simultanea e cospicua domanda di materiali da costruzione, secondo un processo destinato ad accentuarsi e a raggiungere il suo culmine tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. La presenza ad Abellinum di una tegola menzionante i magistrati eponimi (duoviri), fa ritenere non improbabile l’esistenza di una officina laterizia pubblica. Se per il periodo augusteo, a cui si riferisce anche la costruzione del grande acquedotto romano Fontis Augustei Aquaeductus posto nel territorio della colonia, si hanno numerose testimonianze, soprattutto per quanto attiene alla produzione di monumenti commemorativi e funerari, per quello successivo, sino alla metà del IV secolo a.C., sono scarse le informazioni. Una dedica all’imperatore Gordiano III del 240 d.C. testimonia una deduzione di coloni voluta da Alessandro Severo, che rientra probabilmente nell’ottica della politica agraria perseguita in Campania. A quest’epoca si riferiscono la costruzione della basilica e, presumibilmente, molti rifacimenti e restauri in opere di edilizia pubblica e privata che gli scavi ci hanno documentato. Nel corso del IV secolo l’opera più importante è il restauro, per volontà dell’imperatore Costantino, dell’acquedotto augusteo, il che dovette costituire un segno di vitalità per la stessa colonia. Le recenti ricerche archeologiche hanno permesso di attestare la sopravvivenza della città non solo all’evento sismico del 346 d.C. ma anche ad un’eruzione del Vesuvio della fine del V inizi del VI secolo d.C. Ma da questo momento si manifestano evidenti i segni, attraverso una radicale trasformazione dello spazio urbano e dei modi di occupazione del territorio, che ben collocano Abellinum, con Cimitile, Napoli e Capua, tra i centri più importanti della Campania antica. Qui inizia la grande storia di Abellinum cristiana e del suo vescovo Sabino. SAluti a tutti e grazie per l'attenzione.1 punto
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Il dritto è stupendo...il rovescio è fotografato non troppo bene...complimentiiiiiiiiiiiiiiii...1 punto
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Visto che come è "logico" chi si iscrive non si legge quasi nulla delle regole del forum figuriamoci delle leggi Italiane, ho voluto aprire questo Post. Sono alcuni giorni che si iscrivono dei "nuovi" e puntualmente leggo : ho trovato questa , ho scavato qui,stavo lavorando alle fondamenta,giravo e in un campo di verdura................. Se non sbaglio la legge dice che qualsiasi cosa (oggetto,monete,ombrelli,auto,persone,cavalli,autoradio,guanti,cravatte,ecc.) si trova non diventa automaticamente nostra. Forse dopo che allo Stato non interessa e nessuno le reclama entro 6 mesi (una volta era questo il tempo) possono diventare nostre. Una volta c'era l'oggetti smarriti,che avevo anche vicino casa,ma mi sembra lo abbiano tolto e di preciso non so dove si deve portare,forse al più vicino commissariato di Polizia ma sicuramente non possiamo "tenercela". Questo punto credo che nessuno lo sappia o faccia finta di non sapere. Un'altro punto da mettere in chiare lettere per i nuovi iscritti. Ditemi se sbaglio? Ciao F. PS: non iniziamo una gasbarra come l'altro mio post,deve essere solo una normale e tranquilla discussione. Che ho sbagliato sezione?1 punto
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Non vorrei fare lo sponsor eccessivo di Biassono e Arslan, ma oggi il Verri si avvicina oltre al Museo Archeologico a un Museo della Moneta reale : il ripostiglio di Biassono di monete romane, il ripostigliodi Brescello di nummi,la collezione fissa di monete di Milano e lombarde, la collezione di monete della Magnia Grecia,alcune egiziane di epoca romana e tanto altro che stanno preparando e hanno in cantiere ; poi fondamentale ritengo sia la parte del centro culturale con conferenze e punto d'incontro e l'aver digitalizzato tutte le monete esposte e i contributi scritti collegati ; il futuro è questo ed essendo possessore il Museo di altre monete la strada che seguiranno è tracciata ed è in continuo divenire e ritengo che altre realtà non debbano fare altro che seguirla e andare a studiare come si mossi e come sono riusciti a strutturare con l'aiuto di volontari tutto questo ; spesso contano le idee, la bravura,l'organizzazione,anche le risorse, ma poi è il lavoro, la costanza, il desiderio che traina e realizza i successi e le realtà virtuose, senza l'impegno totale e la dedizione questo non sarebbe successo.1 punto
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non è una variante, ma un errore/difetto di conio in quanto dovuto alla rottura dei caratteri disposti sull'orlettatrice rettilinea.1 punto
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LA GUARDIA VA TENUTA ALTA SEMPRE. NESSUNO HA PARLATO DI INTOCCABILI.....viva la libertà di dissentire e di criticare tutti e tutto....si accettano però anche le critiche ai propri post!!! ora tartachiara hai ottenuto ciò che volevi dal forum? hai avuto giustizia? spero di si con tutto il cuore. :good: marco1 punto
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Vogliamo parlare di come certe popolazioni hanno trattato i conquistatori romani??? Scusate... sarà il caldo... ma non ho saputo resistere :P .1 punto
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LISTA AGGIORNATA DOPPIE: - 2€ cc MALTA EMU 2009 (1) - 2€ cc MALTA TYE 2012 (2) - 2€ cc LUSSEMBURGO TYE 2012 (1) - 2€ cc LUSSEMBURGO GUILLAUME 2012 (1) - 2€ cc EIRE TYE 2012 (2) - 2€ cc GRECIA TYE 2012 (1) - 2€ cc BELGIO TYE 2012 (2) - 2€ cc SPAGNA TYE 2012 (5) scambio anche - 5€ PORTOGALLO 2010 O JUSTO D. JOAO II chi interessato mi contatti con mp,grazie1 punto
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Oppure, se proprio ti danno così fastidio, ragalale a qualche ragazzino. Il valore commerciale di questo materiale è molto basso, vendendo tutto in blocco ci pagheresti sì e no una pizza (da asporto :P ). Un ragazzino magari ci si appassiona e lo considererebbe un tesoro. Non sempre il valore che qualcuno può dare a un oggetto va di pari passo col valore venale.1 punto
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Ma perchè vuoi darle via? se proprio adesso non ti interessano mettile da qualche parte e dimenticale. Magari tra qualche anno le ritrovi e ti scatta la passione. E se ti dovessi dimenticare anche dove le hai messe, non preoccuparti, le troveranno i tuoi figli o i tuoi nipoti e verranno nel forum a chiedere informazioni :D Noi saremo sempre qui ;) ciao. petronius :)1 punto
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