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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/22/12 in tutte le aree
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Il povero Piero sta abbattendo un albero a Bogliasco, in un terreno a picco sul mare, quando gli cade l'ascia che finisce in acqua. Si mette a piangere disperato e gli appare Nettuno che gli chiede: “Perché piangi?” Il Povero Piero gli spiega che la sua ascia è caduta in mare e che non potrà più lavorare e mantenere la sua famiglia. Allora Nettuno si tuffa e riappare dopo un po' con un'ascia d'oro. “ E' questa?” - chiede. “ No.” risponde il povero Piero. Allora Nettuno si tuffa di nuovo nel mare e riappare dopo un po' con un'ascia d'argento. “ E' questa?” chiede. “ No.” risponde ancora povero Piero. Infine Nettuno si rituffa e riemerge con un'ascia di ferro. “E' questa?” chiede. “Sì.” Nettuno lo ammira per la sua onestà e gli dona tutte e tre le asce. L'uomo torna a casa tutto felice. Giorni dopo, il povero Piero riponendo le sue cose sempre nel suo terreno, gli fuoriesce dal sacchetto un quartaro (di quelli col grifo) e rotola in mare. Si mette a piangere disperato e gli appare Nettuno che gli chiede: “Perché piangi?” Il povero Piero gli spiega che la sua monetina è caduta in mare e che non potrà più comprare un tozzo di pane da portare a casa per cena. Allora Nettuno si tuffa e riappare dopo un po' con genovino d'oro. “ E' questa?” chiede. “ No.” risponde il povero Piero. Allora Nettuno si tuffa di nuovo nel mare e riappare dopo un po' con un grosso d'argento. “ E' questa?” chiede. “ No.” risponde ancora il povero Piero. Infine Nettuno si rituffa e riemerge con un quartaro col grifo. “ E' questa?” chiede. - Sì. Nettuno lo ammira per la sua onestà e gli dona tutte e tre le monete. L'uomo torna a casa tutto felice. Giorni dopo, il povero Piero sta passeggiando nel suo terreno con la moglie. La donna all'improvviso cade nel mare. L'uomo si mette a piangere disperato e gli appare Nettuno che gli chiede: “Perché piangi?” Il povero Piero gli spiega che sua moglie è caduta nel mare, allora Nettuno si tuffa e riappare dopo un po' con Monica Bellucci. “ E' questa tua moglie?” - chiede Nettuno. “ Sì!!!” risponde prontamente il povero Piero. Nettuno ribatte: “ Sei un falso impostore!!!” “ No, no cerca di capire, se io avessi detto di no, tu saresti ancora sceso negli abissi e saresti tornato con Kate Middleton, se avessi detto no anche a lei, ti saresti tuffato nuovamente e saresti tornato con mia moglie, io ti avrei detto che era lei e tu mi avresti dato tutte e tre le donne. Però io sono un pover’uomo e non posso prendermi cura e rendere felici tre donne in una volta!” Morale: ogni volta che un uomo dice una bugia è per una ragione nobile, onorevole .5 punti
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Mi dispiace un pò interrompere la bella serie dei Piero di Dizzeta, questa è sempre una storia, una storia vera, che è capitata, che capiterà ancora. Qui c'è tutto, c'è il collezionista, la passione,l'amore per le monete, l'anziano, il giovane,la vita, la morte, una fine, un inizio, è la nostra vita, la vita di alcuni di noi, anche nella numismatica abbiamo tutto questo. Era tutto deciso da tempo, queste sono decisioni meditate, pensate, sofferte ; l'uomo lo sapeva ma non poteva fare altro che quello che stava facendo ; buon collezionista, anziano, senza figli, non voleva lasciare l'incombenza complicata alla moglie di vendere una collezione importante. Da mesi si preparava a questa giornata, rivedeva tutte le monete una per una come per salutarle per l'ultima volta, se qualcuna non era catalogata bene provvedeva con cura e precisione, doveva essere pronto, tutto doveva essere perfetto. Ogni moneta che prendeva in mano gli ricordava un qualcosa, dove e quando l'aveva comprata, le aste avvincenti e combattute, le persone che gliele avevano vendute, la fatica e la dedizione per arrivare ad averle. Preso da tutti questi pensieri, con i vassoi pronti sul tavolo aspettava il titolare dell'asta per la consegna , il commerciante capisce, è un momento che ha già vissuto, vedrà che bel catalogo d'asta farò, sarà per lei uno splendido ricordo. L'uomo aveva ben altro per la testa, aveva vissuto una vita per questa collezione e ora non l'avrebbe più rivista ; il commerciante prende i vassoi e fa per andare, un momento dice l'uomo, questo testone di Galeazzo Maria Sforza lo tengo io, mi resta ancora una cosa da fare per completare l'opera. Uscirono insieme, l'uomo si diresse col testone in tasca verso il centro, entra in un bar, un ragazzo gli si avvicina, si salutano cordialmente, parlottano, si sono conosciuti al Circolo, il ragazzo ha iniziato a collezionare monete di Milano, ovviamente le più comuni, però è preparato, studia, legge, vuole apprendere. Alla fine nel salutarsi l'uomo mette nelle mani del ragazzo il testone, il ragazzo non vuole, lui insiste, prendilo, per me è importantissimo tutto questo. Gli spiega la mia collezione ormai non c'è più, però formerà altre nuove collezioni, nasceranno nuovi collezionisti, anche la numismatica è come la vita, c'è un inizio e una fine, ma come ricordava il bravo Terzani, la fine è il mio inizio e questo testone che ti regalo è il testimone, il testimone della vita che ora continua in te. I due si abbracciarono, un lungo abbraccio, mai un abbraccio fu così intenso e ricco di significati.4 punti
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Il povero Piero, dopo essere stato abbandonato dalla moglie, scappata con il principe Giöxe Tornatorius, ed essere stato spogliato da tutti i beni, rimasto senza fissa dimora, sta cercando lavoro come uomo delle pulizie al Banco San Giorgio (a quel tempo “Casa delle Compere e dei Banchi di San Giorgio”, siamo nel 1407). L'addetto del personale gli fa fare un test per spazzare il pavimento, poi lo intervista e alla fine gli dice: "Sei assunto, dammi il tuo indirizzo, così ti mando un modulo da riempire insieme al luogo e la data in cui ti dovrai presentare per iniziare." Il povero Piero, sbigottito, risponde che non ha un “indirizzo”, ne' tanto meno un posto dove ricevere la posta. Il tipo gli risponde che se non ha una dimora abituale significa che anagraficamente non esiste (beh, nei registri del censimento di allora) e quindi non gli possono dare il lavoro. Il povero Piero esce, disperato, senza sapere cosa fare e con solo e 1 petachina in tasca. Decide allora di andare al mercato e comprare una cassa di 10 chili di patate. Vendendo porta a porta le patate in meno di due ore riesce a raddoppiare il capitale, e ripetendo l'operazione altre 3 volte si ritrova con 1 grosso e 2 petachine. A quel punto realizza che può sopravvivere in quella maniera, parte ogni mattina più presto e finisce sempre più tardi la sera, e ogni giorno raddoppia o triplica il capitale. In poco tempo si compra un cavallo, poi un carretto, poi una galea e in un batter d'occhio si ritrova con una piccola flotta per i suoi traffici. Nel giro di 5 anni l’ex-povero Piero è il proprietario di una delle più grandi compagnie navali per i traffici con la Corsica e l’Oriente. Allora pensa al futuro e decide di stipulare una polizza sulla vita e sui suoi beni per lui e la sua nuova famiglia. Contatta un assicuratore (la mitica “ Luxardo”), sceglie un piano e quando alla fine della discussione l'assicuratore gli chiede l'indirizzo per mandargli la proposta, lui risponde che non ce l’ha un indirizzo, lui abita nelle sue navi. "Curioso - osserva l'assicuratore - avete costruito un impero e non avete una casa, immaginate cosa sareste se aveste avuto una vera abitazione!". L'uomo riflette e risponde: "Sarei l'uomo delle pulizie del Banco San Giorgio". Morale: Se hai una dimora abituale vuol dire che hai più possibilità di diventare uomo delle pulizie che miliardario. PS. Vi prego, non datemi “mi piace”, mi ritrovo un sacco di punti e poi la gente crede che sono un grande numismatico…. Riservateli per gli interventi di "spessore". Grazie per l'attenzione.2 punti
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Segnalo per chi fosse interessato: http://sardegna.notizie.it/la-zecca-di-cagliari-tra-storia-e-cultura/ M.1 punto
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Buongiorno a tutti!! Come acconsentito dallo Staff del forum apro questa razzia con le seguenti monete disponibili: - 15 x 1 € Monaco 2007 - tiratura 100.000 (costo di ogni moneta € 6,8 + spedizione) - 8 x 20 cent Monaco 2002 - tiratura 336.000 (costo di ogni moneta € 5,5 + spedizione) ogni utente può richiedere al massimo di 2 monete per tipo che verranno assegnate in ordine di richiesta fino al termine delle stesse I costi di imballaggio/ spedizione sono i seguenti: - Busta imbottita a bolle d'aria € 0,20 - Spedizione con posta prioritaria € 0,60 (0-20 gr), 1,40 (20-50 gr), e raccomandata € 3,30 (0-20 gr), € 4,40 (20-50 gr) I costi totali perciò saranno i seguenti: - 1 x 1€ : 7,6 € prioritaria - 10,3 € raccomandata - 2 x 1€ : 15,2 € prioritaria - 18,2 € raccomandata - 1 x 1€ + 1 x 20c : 13,9 € prioritaria - 16,9 € raccomandata - 2 x 1€ + 2 x 20c : 26,2 € prioritaria - 29,2 € raccomandata - 1 x 1€ + 2 x 20c: 19,4 € prioritaria - 22,4 € raccomandata - 1 x 20c: 6,3 € prioritatia - 9 € raccomandata - 2 x 20c: 12,6 € prioritaria - 15,6 € raccomandata - 2 x 1€ + 1 x 20c : 20,7 € prioritaria - 23,7 raccomandata I pagamenti possono essere fatti tramite paypal o ricarica postepay contattatemi qui o in privato buona razzia a tutti !!1 punto
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Sembra quasi uno slogan, in realtà è l'evoluzione di un processo economico in atto nell'età comunale, è una discussione che riguarderà diverse città, ma Genova sicuramente in Italia sarà almeno inizialmente protagonista. L'argomento è trattato da diversi, è caro a Spufford, Menant, non è prerogativa di qualcuno in particolare, ma iniziamo .... Nel 1150 viene concesso il monopolio " dei banchi del comune di Genova " per 29 anni a un consorzio di ricchi cittadini che si impegnano a tenerlo per almeno otto ; si tratta di banchi di cambiatori, ma il registro di Giovanni Scriba dice che le operazioni comprendevano già dei prestiti e forse anche dei depositi. Tranne in qualche registro di notai genovesi il vuoto come documentazione è enorme, in particolare per il periodo tra il 1150 e il 1250. Il primo libro di conti è di un fiorentino,un banchiere attivo nel 1211, del 1260 di un banchiere di Imola,poi quelli della compagnia fiorentina dei Borghesi e il libro delle fiere della Champagne degli Ugolini. Il cambio manuale è l'attività originaria, viene praticato nelle strade commerciali e sulle piazze principali, lì i cambiatori tengono le loro tavole o banchi : a Venezia a Rialto e a San Marco, a Firenze al Mercato Vecchio, a Bologna al mercato di Porta Ravegnana, a Pistoia nella piazza principale. Dal termine di " banco " avrà origine quello di banca , mentre " tavola "designerà le più importanti compagnie tipo "la Tavola dei Bonsignori " di Siena. I cambiatori esercitano un ruolo pubblico, non cambiano soltanto, controllano la qualità delle monete, ecco uno dei motivi del monopolio di Genova. In età comunale molti cittadini in possesso di ricchezza monetaria diventano prestatori, il denaro diventa mestiere ; la banca nasce nell'Italia di quel tempo ed è alla metà del XII secolo a Genova che si hanno le prime notizie di banche e banchieri. Dall'unione delle due attività, il deposito e il prestito,nasce la forma iniziale di deposito bancario. La formalizzazione del contratto di cambio alla metà del XII secolo diventa il passo fondamentale dell'evoluzione della tecnica bancaria. Una somma versata a Genova per esempio in moneta genovese può essere rimborsata nella Champagne in moneta locale, denari provisini,entro un termine stabilito e un tasso pattuito. E' sempre Genova che ci fornisce informazioni : i banchi vengono affittati spesso " a Stranieri "e questi stranieri sono gli astigiani e i piacentini. L'attività bancaria si sviluppa inizialmente nel nord ovest, parte da Genova con protagonisti prima gli astigiani poi i piacentini ,ma poi la storia cambierà e nella prima metà del XIII secolo i protagonisti del campo bancario saranno altri, dovremo guardare in Toscana, a Firenze ovviamente ,ma non solo, anche Lucca, Siena e altre città saranno artefici dello sviluppo bancario. Ma di Firenze, della Champagne, ma anche di Venezia parlerò in un prossimo post.....1 punto
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Me chiamo Piera e anca se abito in paese a rente la provincia de Venesia, son modernissima e anca romantica. O conossiuto il povero Piero che iera in prixione a Palasso Ducale, me ricordo anca el giorno: iera el 22 de giugno 1380 tra i prixionieri de la guera de Chioggia, elo era tra i naveganti genovesi. El me ga dito che la prexion era trista e scura, nel piano tera ghe iera 18 celle che se ciamava “i pozzi”, elo era in un posto che se ciamava “i piombi” perché ghe iera delle lastre de piombo che bruxava d’estate e gelava into l’enverno ma, almeno, iera con compagni altolocatti che spussava de meno. Quando el xe uscìo, dopo un ano, l’ho conossiuo, elo era un omo molto ricco coi sghei del so pare, li o detto ca ero onoratta dela sua conossensa e o acettatto di vedere la sua colessione di monete nela sua vila a Genova. Durante el viagio mi a recitatto un saco di poesie belissime e o pianto come una fontana per l'emossione. Mi a domandatto se conosso Dante Alicchieri, Petrarca, e Anonnimo Genovese e io li o deto che dove abitavo no conossevo nissuni de queli lì. Nela sua vila me gha fato veder le sue monete, tutte d’oro, una meraveggia! E el me ga dito che iera uno secchiere e che le fazeva lù. Alora a voluto che io fazessi la modela per una medaggia, lù iera un artista di valore internassionale. Mi sono spolliata tuta nudda e el me ga dito che paro la Venere de Milo ma go dito che no ierimo parenti, poi me ga preso tutte le misure. Ben, per farla breve, io no capisso un casso de arte, ma ala fine go visto sulla medaggia solo la testa e non me pareva manco me someggiasse. Morale: Ecco a cosa serve avere una bella collezione.1 punto
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Io non avrei sposato nessuna delle tre in quanto è chiaro l'attaccamento al vile denaro da parte delle signore! Sposando una donna dal seno prosperoso a scelto una persona generosa pronta a condividere con lui la sua vita non per soldi ma per vero amore! :rolleyes: ;)1 punto
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Ocio che mi son stà a Venezia per un mese intero e gho capio solo ala fine cosa i me voleva dir: "torna a 'n boto" (ritorna all'una). Ostrega, arivavo sempre più tardi!1 punto
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.....arrivo ai mercatini del Cordusio molto prima delle 08,00 con zavorrina al seguito e un amico curiosone che non poteva fare a meno di starsene a casa......non era ancora tutto in movimento.....cerco il punto di incontro di "quelli del Cordusio" eeeeeeops che becco Eros, le presentazioni veloci e attacca la musica con domande a raffica.....e a raffica le risposte,mollo la zavorrina che comincia a schiaffeggiare il suo portafalio tra i banchetti specializzati in euro commemorativi.....l'amico curiosone intanto che prendo respiro incalza Eros che con grande competenza e altruismo risponde pacatamente anche alle sue domande...... .....arriva Luciano e con la coda dell'occhio vedo Eros che tira un sospiro di sollievo...pensando e sperando che ci saremmo sfogati su Luciano....e così e' stato,presentazioni veloci caffettino e una valanga di domande quelle che da una settimana mi frullavano nella testolina.....con pacatezza e competenza la sua valanga di risposte...... .....quando incalzava l'amico i miei occhi non sapevano dove guardare dato il numero considerevole di bancarelle e la mole di monete che riempivano viuzze e angoli.... ...al rientro da Eros...conosco Matteo...che dire.... altra persona di pregio che non e' certo uscito indenne anche lui da domande....e da furbetto ogni tanto buttava lui l'amo e come un exocide sulla preda zac che arrivavo con i miei "come,come,cioè,cioè perché' così'......e girando le bancarelle a guardar monete,e far domande.....si aggiunge anche Giancarlone,milanese DOC.....l'amico curiosone non perde tempo e le domande virano sulle medaglie.... E io che speravo che qualcuno mi prendesse per mano in questo ambiente.....ben quattro e di che calibro.....non solo passione gli leggi negli occhi anche perché' la passione non basta se non e' accompagnata dalla capacita' dallo studio.....masticano la materia(passatemi il termine) con estrema facilita' e questa la dice lunga..... Le quattro ore passate con quelli del Cordusio sono volate.....sono rientrato certamente con dei FDC ma quelli possono andare e venire.....i Fior Di Persone che ho conosciuto quelli restano Grazie ragazzi anche da parte della mia dolce meta' e dal curiosone ! A domenica prossima naturalmente beppe611 punto
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La Grecia ha pubblicato il suo programma numismatico per il 2012 http://www.bankofgre...program2012.pdf Nel programma viene ufficializzata l'emissione della Divisionale Proof 2012 che conterrà anche il 2€ commemorativo. Tiratura 2500 esemplari1 punto
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Questa è una gran bella rigatura , che mi piacerebbe vedere in mano. Ottima spaziatura e nitidezza oltre che ottima moneta. Complimenti. Gian1 punto
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Per i prossimi mesi non ho a disposizione una macchina fotografica, l'unica cosa che posso fare e' usare lo scanner acquisendo l'immagine con diverse angolazioni, questo e' il risultato: e di seguito una mia personale elaborazione in base a quanto mi pare di vedere, spero che non vi tragga in inganno: Morale, non leggo piu' quanto riportato in un precedente post, ma vedo una lettera "di troppo"...1 punto
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Buona Domenica Dalle pagine de: Marin Sanudo – Pagine scelte edito dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, vi riporto una storia ''esemplare''; di come fu vissuta la crisi del Banco Garzoni, avvenuta a Venezia. A di' 29 zener (1499) in collegio. In questa matina el principe (era Doge Agostino Barbarigo) non vene in collegio, ma in la sua camera chiamoe li cai dil consejo di X (i Capi del Consiglio dei Dieci), li consejeri et li savj, e niun altri lassati intrar, et 7 volte intrassemo dentro noi ai ordeni (noi Savi agli Ordini) et li cai di 40 (e i Capi della Quarantia) et poi eramo mandati fuora, et fono in consulto come poi se intese per il banco di Garzoni che tumultuava voler falir, dimandando ajuto a la Signoria nostra.... Da questi primi passi possiamo notare un modo inusitato ed irrituale di gestire i problemi pubblici; non si concerta una riunione di governo, dove i vari responsabili di dicastero dicono la loro, ma ogni magistratura viene interpellata per quelle che potrebbero essere le proprie competenze, senza che ci possa essere una commistione con le altre; i Savi agli Ordini ed i Capi della Quarantia, sono stati fatti entrare ed uscire dalla camera del Doge, ben 7 volte; e' evidente che alcune cose potevano sentirle e conoscerle ed altre no....sempre presente il ''tremebondo'' Consiglio dei Dieci. I Garzoni erano una famiglia tra le piu' cospicue a Venezia, commercianti di origini lucchesi, si erano insediati a Venezia ed avevano avuto la cittadinanza fin dal 1335 ed a seguito dei molti denari elargiti al governo al tempo della guerra di Chioggia, ottennero il patriziato entrando di diritto nel Maggior Consiglio, organo sovrano della Repubblica. Il Banco Garzoni era ''pericolante'', poca liquidita' e molti impieghi poco o nulla esigibili...la stessa Repubblica gli doveva qualche migliaia di ducati; ovvio che si rivolgessero in primis ai maggiorenti dello Stato per recuperare i crediti e pregarli di aiutarli. Et con gran streteze fo consultato l'honor di questa terra esser in mantegnir ditto banco in piedi, et terminato sine strepitu servirlo di qualche denari, et perche' non ne era di la Signoria nostra per esser su gran spexa e guerre da do bande, fo ordine tuor in prestedo da le procuratie e altri banchi, et quelli procuratori erano in collegio, zoe' sier Ferigo Corner (Federico Corner) et sier Nicolo' Mozenigo (Nicolo' Mocenigo) fono contenti, et cussi' sier Lunardo Loredan (Leonardo Loredan), et fo mandado per sier Nicolo' Lion e sier Alvise Bragadin procurator, et datoli solenne sacramento, esortoe el principe a prestar denari etiam per sier Carlo Trun facea l'oficio in loco di sier Filippo suo cuxino, quelli tutti fono contenti di prestar.. Cosa sta succedendo? Inquadriamo il periodo. Venezia e' in guerra su due fronti distinti; il primo, al fianco del re di Francia, contro il Ducato di Milano e Ludovico Sforza; il secondo contro gli Ottomani per il controllo del Mediterraneo orientale. Come di consueto in questi casi, Venezia emette delle cartelle di debito di stato per autofinanziarsi, obbligando i possidenti nobili e/o non veneziani, a comperare queste cartelle in numero e valore proporzionale al loro reddito imponibile accertato. Per queste persone voleva dire vendere beni o monetizzare cartelle acquistate precedentemente ad un valore infimo rispetto a quello di acquisto, oppure ritirare denari contanti dalle banche per poter acquistare forzosamente le cartelle del nuovo debito ed assolvere l'obbligazione nei confronti dello stato; quasi sempre queste manovre generavano perdite cospicue e tanti ci smenarono una fortuna....i beni di tante famiglie possidenti, furono annichiliti e queste famiglie furono letteralmente ridotte in poverta'. Continua.... Luciano1 punto
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ATTENZIONE: Ribadisco che l'argomento della presente discussione è "metodi per datare le monete antiche". Eventuali discussioni su cronologie alternative potranno essere aperte nella sezione "Storia e Archeologia" o meglio in "Agorà", purché ci si astenga da attacchi personali ("di pseudo c'è solo la tua educazione") e polemiche gratuite ("persone di formazione umanistica non possiedono nemmeno gli strumenti culturali necessari per affrontare il problema"). Ultimo avviso, dopo di che i contributi non attinenti verranno rimossi.1 punto
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:lol: saluti 3dmax......penso era inserito ne un bottone...tipo genere porta fortuna,o porta chiave???!! quelli numeri devono sicuramente aver significazioene....mah???!!! buonadomenica...!!1 punto
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Se si inserissero questi posti negli itinerari turistici ci sarebbero molti visitatori. Purtroppo non si sa vendere e le conseguenze sono quelle che sono,in campo industriale,artistico ecc. Lo spot che in questi giorni pubblicizza le olimpiadi londinesi dice che "stiamo andando a Londra";a me pare,invece, che stiamo andato a meretrici. --odjob1 punto
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Meno male che non hanno fatto passare decenni dalla scoperta del tesoro per mostrarlo al pubblico. Piuttosto chiedo se è previsto un accurato catalogo con buone fotografie. Un quantitativo così cospicuo e concentrato in pochi anni (credo di capire che vi figurano solo due imperatori) rende il tesoro molto importante e interessante, anche per la ricostruzione dei conii usati.1 punto
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Eppoi la crisi ha fatto smettere il gusto del sorriso........... Sai che l' ho notato pure io, ovviamente parlo nella vita normale e Non sul Forum, le preoccupazioni, il futuro incerto, la paura di perdere il posto di lavoro ecc..ecc.. Diminuiscono la voglia di scherzare e si è più Nervosi e preoccupati, e questo NUOCE gravemente alla salute, Speriamo in meglio.1 punto
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Grazie Acraf per la precisazione , si conosco anch-io l-articolo , la questione e dibattuta ma volevo fare un esempio conosciuto di un possibile evento astronomico riportato su una moneta ed e stato il primo che mi e venuto in mente. Sicuramente si puo trovarne uno piu ''esperito'' :) Certamente invece vi sono diversi esempio di attribuzione ad un prciso anno delle monete antiche per Degrisy vuoi dire che ti sembrano poche le '"tipologie"" di monete che sappiamo aver circolato a milano in 6 secoli ? Mah direi che un affermazione cosi da sola sia difficile da sostenere o confutare. Occorre sempre considerare il contesto di riferimento per valutare se un ipotesi possa essere suffragata o meno. e se consideriamo le altre circolazioni medioevali notiamo che milano ha emesso molte tipologie di monete rispetto , ad esempio, ad una Pavia, Bergamo , Brescia, Cremona, solo per restare in Lombardia. Il che e perfettamente coerente con l-importanza della citta e il suo peso economico del tempo. Se invece la considerazione si riferisce al perche cosi poche emissioni occorre pensare che l-economia aveva ben altro peso, portata e manifestazione monetaria rispetto ad un economia moderna quale la conosciamo. Infine se e il 'numero' di monete che ci sono pervenute (numero emissioni x monete emesse per ciascuna emissione - monete perdute o che non ci sono pervenute), anche qui direi che ci dobbiamo rapportare a quanto successo per le altre zecche italiane del periodo o anche europee, e anche qui Milano non si differenzia granche dagli altri luoghi essendo la circolazione monetaria cioerente con la sua influenza/dimensione economica. Piuttosto sono le altre zecche (crema ad esempio) che paiono aver avuto una circolazione molto ristretta ma questo dipende probabilmente dal fatto che utilizzasse monetazione di paesi limitrofi.1 punto
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Ciao, anche se non si tratta di Elio ma di Marco Aurelio, rimane comunque una moneta non molto comune. L'identificazione corretta dovrebbe essere questa: ANTONINUS PIUS, with MARCUS AURELIUS. RIC 1223: Antoninus Pius & Marcus Aurelius AE As. 140-144 AD. ANTONINVS AVG PI-S P P TR P COS III, laureate head of Antoninus right / AVRELIVS CAESAR AVG PII F COS, S C in exergue, bare-headed & draped bust of Marcus right. Cohen 35. Alcuni esempi presi da ww e ac search: http://www.wildwinds...us/RIC_1223.jpg http://www.wildwinds.../RIC_1223.1.jpg http://www.acsearch.....html?id=413045 Saluti Enrico1 punto
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Ho letto la vasta monografia del Brunetti sul RIN del 1960. Ci sono spunti interessanti e innovativi, ma anche seri errori metodologici. Il concetto che era alla base degli studi del Brunetti era, fondamentalmente, che la monetazione della Magna Grecia seguiva ritmi propri della filosofia pitagorica e quindi ritmi sacrali che, nel caso di Taranto, erano improntati al culto di Apollo Hyakinthos, che veniva festeggiato in modo particolare ogni sette anni, con chiare allusioni figurative nelle monete in tali ricorrenze. Le ricorrenze settennali in onore di Apollo, per Brunetti, erano conseguenza dell'oracolo di Delfi che nel 709 a.C. aveva indicato la futura meta ai coloni. Il culto di Apollo Hyakinthos era comparso molto presto, già nella monetazione incusa, dopo la prima serie con Phalantos a cavallo del delfino. Apollo qui tiene un giacinto nella destra e una lira nella sinistra. La stessa presenza del delfino nel parasemon costituiva un continuo richiamo al culto delfico. Non sto qui a dilungarmi sui complessi rapporti numerici nella filosofia pitagorica, già trattati dal Brunetti in precedenti studi. C'era ad esempio l'avversione del mondo greco verso i numeri 2, 4, 8 (attributi del mondo sublunare), tale che le feste che seguivano ogni 2 anni (ad es. le istmie, le nemee) erano considerate come succedentesi ogni terzo anno (conteggio congiunto) ed erano definite come trieteriche, mentre quelle che subentravano ogni 4 anni (come le olimpie, le pithie) erano considerate come verificantesi ogni quinto anno e per questo qualificate come penteteriche. Poiché la maggior parte delle città magnogreche ospitava una importante comunità (eteria) di pitagorici, non doveva soprendere per Brunetti l'influenza pitagorica con rappresentazioni figurative sulle monete, seguendo numeri non sublunari ma divini e quindi escluisivamente dispari (o loro multipli). Ovviamente esistono anche stretti nessi tra storia e figurazione monetale, che permettono di ordinare meglio numerose emissioni. Il discorso brunettiano è ovviamente complesso e attualmente non molto condivisibile. Per lui esistevano punti fermi nella crinologia tarentina che però non trovano ampio riscontro e soprattutto delle prove oggettive. Ad esempio lui era fermamente convinto che la data della comparsa dei primi cavalieri tarentini doveva per forza essere il 433 a.C. (inizio della lunga guerra nella Siritide). Per lui la produzione monetale doveva seguire un ritmo settennale, con poche eccezioni e a partire dal 433 a.C. sarebbe iniziata un'alternanza pendolare tra emissioni di tipo democratico (con cavalieri) e quelle di tipo aristicratico (con oikistes), che sarebbe terminata nel 390 a.C., quando a causa del rivolgimento politico ordito dal partito democratico venne istituito stabilmente il tipo del cavaliere. Nel caso specifico dello statere postato all'inizio nella presente discussione, per Brunetti apparteneva al suo periodo XXV (301-281 a.C.), detto di "Intervallo" perchè compreso tra Cleonimo (302 a.C.) e l'arrivo di Pirro (280 a.C.. Questo periodo era della durata di 21 anni e quindi pari a tre settennati). Il Brunetti era convinto di trovare all'interno 21 parasema, uno per ogni anno, in base alla firma dei magistrati o efori. La moneta in questione era attribuita all'esatto anno 282 a.C. e quindi al penultimo anno di tale periodo, prima del nuovo eforo Lykianos che sarebbe stato attivo nel 281 a.C., prima dell'arrivo di Pirro. Ovviamente rimando al Brunetti per tutte le sue elucubrazioni e tabelle (e mi auguro che la Società Italiana di Numismatica possa rendere disponibile il suo lavoro, essendo passati più di 50 anni dalla pubblicazione), Ma il Brunetti aveva ragione ? Non pare. Lo studio molto accurato e aggiornato di Fischer-Brossert (purtroppo non facilmente comprensibile essendo scritto in tedesco), con sequenza di conii noti, fornisce in realtà un quandro molto più complesso e composito. Colgo l'occasione per evidenziare che una grave lacuna dell'ottimo studio di Fischer.Brossert è che manca una tabella di comparazione tra il suo lavoro e Vlasto, che resta ancora un testo molto usato per le classificazioni. Osservando il Fischer-Brossert troviamo che il periodo 301-281 a.C. è "riempito" dai suoi gruppi 76-82, che non coincidono con quelli del Brunetti. Lo statere postato all'inizio, con Nikon come eforo, appartiene in realtà al successivo periodo pirrico (non analizzato nel Corpus pubblicato da Fischer-Brossert, che si ferma appunto al 281 a.C.). Anche la teoria brunettina dei ritmi settennali va a farsi benedire....... Però resta ancora tanto da studiare sulle monete di Taranto e sono anche molto importanti i suoi riflessi sulle altre monete magnogreche.1 punto
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Vorrei aggiungere alcune considerazioni generali al problema delle prime emissioni coloniali romane. Cosa fu una colonia di diritto latino fondata nel 273 a.C. Diversamente dalle colonie di diritto romano, per cui i cittadini erano a tutti gli effetti cittadini romani e soggetti alle leggi romane, gli abitanti delle colonie latine non erano Cives Romani Optimo Jure, ossia non avevano piena cittadinanza romana (che era una prerogativa molto ristretta e ambita e che due secoli dopo determinerà una grave crisi sociale fino a sfociare nella famosa Guerra Sociale, che finirà con la concessione molto più ampia della cittadinanza romana). Tuttavia i coloni latini avevano non pochi diritti e privilegi, fra cui lo ius connubi, ossia libertà di matrimonio tra diverse classi sociali e lo ius commercii, cioè potevano ricorrere al magistrato per la tutela dei propri atti negoziali. Appare evidente che i coloni che erano andati a popolare la nuova città Cosa, presso l’attuale Ansedonia, a spese dei territori già etruschi di Vulci e Volsinii, non dovevano subire una degradazione, ossia essere romani diventati solo latini (salvo forse rari casi di cittadini romani degradati a causa ad esempio di forti debiti non onorati). Non dimentichiamo che Roma aveva già ampliato le sue conquiste, grazie anche al fondamentale aiuto di alleati, per lo più Latini e altre popolazioni vicine. Molti di questi però erano poveri contadini o braccianti e artigiani senza negozi. Ad essi si devono aggiungere anche vecchi soldati che avevano combattuto a fianco dei Romani e andavano in qualche modo compensati, dopo anni di sacrifici. Quindi erano specie di emigranti che erano disponibili ad essere inviati verso nuove terre fertili e di interesse strategico e commerciale, mantenendo o acquisendo i diritti latini, ovviamente a scapito di indigeni che non avevano voluto seguire una politica filoromana. Avendo tutto l’interesse a rendere produttiva una nuova colonia latina filoromana, gli stessi Romani hanno probabilmente aiutato questi nuovi coloni a dotarsi di alcuni mezzi, come strumenti agricoli e i primi capi di bestiame da allevare poi. E’ anche possibile che abbiano concesso a loro un certo quantitativo di metallo (bronzo) per essere coniato al nome della nuova colonia, seguendo chiaramente alcune caratteristiche generali che dovevano ricondursi a un orientamento comunque filoromano. E’ evidente che la coniazione dei bronzi di Cosa con Protome equina non può essere avvenuta contestualmente alla sua fondazione, col rito del pomerio. Bisognava prima costruire almeno le prime infrastutture come case e strade e poi in fondo bastava poco per avviare una propria zecca. Bastava una piccola fonderia, per fondere il bronzo per ricavare tondelli e allestire i conii e i punzoni per stampare i tondelli, utilizzando il conio fisso di incudine (diritto, che ospita generalmente la testa della divinità) e il conio mobile di martello (rovescio, con la rappresentazione di significato politico). Ovviamente servivano operai e artisti specializzati, ma la squadra era composta da poche persone (forse non più di 3 – 4 persone per una piccola zecca) che magari hanno fornito i loro servizi in più colonie, sotto il controllo romano. Quindi mi sembra logico che i primi bronzi di Cosa non siano stati battuti prima di pochi anni dopo la fondazione, a partire dal 270 a.C. circa. Manca ancora un vero ed esaustivo Corpus dei bronzi di Cosa, ma resta fondamentale lo studio di T. Buttrey “The Cosa. The Coins”, MAAR 34, 1980, p. 11-153, che ha analizzato anche le numerose monete varie trovate durante gli scavi archeologici di Cosa, che hanno appunto evidenziato una certa durata dell’emissione, anche se non in grande quantità, andando a finire in piena prima guerra punica (e non dimentichiamo che gli alleati latini, avevano tra i loro obblighi, anche quello di fornire aiuti militari ai legionari romani). Non ho da aggiungere a quanto puntualmente esposto dal bravo Rapax, che ha evidenziato un notevole parallelismo tra le serie cosane e quelle romane con gli stessi tipi (appare evidente che i bronzi con ROMANO erano destinati originariamente ai cittadini romani, che hanno poi liberamente scambiato e alla pari con simili bronzi a nome delle colonie, rispettando la libertà di commercio che esisteva appunto tra i Romani e i Latini). La testa di Minerva si ritrova in maniera molto simile anche sui bronzi con il Gallo e astro, che formano chiaramente una monetazione federale. Tuttavia ci sono alcuni dubbi che pure essi debbano risalire fino alla guerra pirrica. Quello che emerge chiaramente è che i bronzi con Minerva-Atena/Gallo e astro hanno circolato contemporaneamente con i bronzi di tipo neapolitano con Apollo/Toro androprosopo e Nike della III fase (270-250 a.C.). Allego una cartina che mostra chiaramente come nella Campania e nel Sannio nella prima metà del III secolo a.C. ambedue i tipi di bronzo abbiano circolato insieme e quindi sono stati trovati insieme nei ripostigli dell’epoca (la cartina è tratta dalla pagina 155 del bel volume di R. Cantilena, “Monete della Campania antica”, Banco di Napoli 1988, quindi un volume fuori commercio e non di facile reperimento): Già la Taliercio, nella sua ampia trattazione sul bronzo di Neapolis (Atti dei Convegni del Centro Internazionale di Studi Numismatici, VII, 1980, Napoli 1986), a pagine 242-243 accenna che i comuni bronzi con Toro androprosopo a nome di Cales, Suessa e Teanum sono stati utilizzati come tondelli per la riconiatura di bronzi di Neapolis con gli stessi tipi, della III fase ma anche di bronzi romani con Protome di cavallo e ROMANO (Cr. 17/1, come ad esempio sul Garrucci p. 60, tav. LXXVII, n. 22). Al British Museum esiste un esemplare di Aquinum con Minerva-Atena/Gallo e astro che è risultato essere riconiato sopra un bronzo di Neapolis con Apollo/Toro androprosopo e Nike della terza fase….. Per tutte queste ragioni e grazie anche al grande ripostiglio di Pietrabbondante 1900, sepolto intorno al 260 e conservato al Museo Archeologico di Napoli, resta assai probabile una datazione ai primi anni della prima guerra punica, che ha visto anche una forte mobilitazione di forze militari ed economiche degli alleati a fianco di Roma. Appare evidente che la sovrapposizione di due tipi di monete, con Minerva-Atena/Gallo e astro e con Apollo/Toro androprosopo e Nike della III fase, non ha senso se parliamo di un unico vero centro produttore di monete, come Neapolis. I bronzi con Toro androprosopo erano di competenza neapolitana, fedele alleata di Roma e con importante porto, mentre invece i coevi bronzi con il Gallo (prevalentemente verso la Campania) e con la Protome equina (verso l’Etruria) erano emissioni di coloni latini e quindi con diversa autonomia e comunque sempre in senso filo-romano. Non ha alcuna ragione di ritenere le emissioni col Gallo e astro come una monetazione federata in funzione antiromana (forse comprensibile solo retrocedendo di almeno mezzo secolo, una ipotesi che appare difficile da sostenere alla luce dei ripostig1 punto
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Salve, ho visitato la mostra domenica....appena inaugurata... eccellente...veramente interessante, ben curata e approfondita; una accurata selezione di monete stupende, con tante rarita'; un raro evento per la Sardegna, che gli organizzatori, a cui vanno i miei sinceri complimenti, propongono agli appassionati...studiosi...collezionisti...o semplici curiosi... un evento da non perdere....per chi ne ha le possibilita' .... sperando che sia la prima...di una lunga serie Riccardo Rossi1 punto
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Grazie mille marmo!!!!!! Se non sbaglio quello nella foto del tuo nickname è il castello di Las Plassas, vero? a settembre cerco di andare a visitare il sito mi interessa moltissimo! ;) Si vivo da quelle parti ;) Effettivamente è da diversi anni che non salgo, l'ultima volta non c'erano ancora stati i lavori di restauro.. Sarei curioso anch'io di vedere com'è ora. Non vedo l'ora di visitare la mostra. Ancora tanti complimenti per la bellissima iniziativa..1 punto
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