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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/18/12 in tutte le aree
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Penso che poche monete possano rendere l’idea della tragedia della guerra come sa fare questa. Si tratta del tallero noto come “Pfaffenfeindtaler” o “Gottesfreundtaler”, terribile testimone degli inizi della guerra dei trent’anni. A coniarla fu il duca Cristiano di Braunschweig e Luneburg, che pur essendo protestante amministrava il vescovado di Halberstadt. Assieme a Ernst Mansfeld e al margravio Georg Friedrich Baden-Durlach, fu colui che, nella fase palatina della guerra dei trent’anni e tra atrocità di ogni genere, tenne viva la fiamma di una resistenza protestante contro la “normalizzazione” imperiale guidata dalle truppe di Spinola e Tilly, che già aveva sradicato con estrema violenza ogni traccia di riforma dalla Stiria e dalla Boemia. “Quel pazzo di Halberstadt”, come era definito dai contemporanei, morì nel 1626, a soli 27 anni. Un mio conterraneo, il conte Rodolfo Thun, che al tempo era al servizio dell’armata spagnola di Ambrogio Spinola, scriveva all’inizio del 1622 a proposito di Cristian: “il vescovo di Alberstadt calvenista fratello del duca di Praunsveigh ha preso due città di poca importanza in questi paesi, l’una chiamata Lipstat et l’altra Sost et continuamente va facendo gran dani in questi contorni con brugiamenti di ville e di monasteri, in summa cose tiranesche che sarebe da siniare un libro alto di quatro dita della furfanteria che giornalmente va facendo”. Proprio a Soest, nel 1622, Cristian ricavò l’argento per questa “Spottmünze”, fondendo il tesoro del duomo di Paderborn e in particolare lo scrigno di epoca medievale che custodiva le reliquie di San Liborio. La moneta mostra al diritto la scritta che l’ha resa tragicamente famosa: “GOTTES FREVNDT DER PFAFFEN FEINDT”, ovvero “È amico di Dio chi è nemico dei preti”; sul giro quindi si trovano i titoli di Christian, duca di Braunschweig e di Luneburg. Al rovescio su vede un braccio corazzato armato di una spada che esce da una nuvola: si tratta del braccio armato di Dio, pronto a colpire i nemici della Riforma e, sul giro, oltre alla data 1622, si legge la scritta in francese “TOVT AVEC DIEV”, ovvero, “Tutto con Dio”. Di questa moneta esistono varianti che mostrano, infilzati sulla punta della spada, un cappello gesuitico o una corona. Ecco le immagini: http://img515.imageshack.us/img515/1552/go...ndtaler1wl9.jpg http://img515.imageshack.us/img515/3082/go...ndtaler2qb8.jpg3 punti
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Permettetemi, permettetemi di tradurre un po' quello che ho letto e visto nella sequenza qua sopra: Passeggiando sui bordi di un fiumicello che corre lontano, in fondo una valle perso tra precipizi profondi, un mulino digerito dalla vegetazione lussureggiante di quei posti umidi e freschi, tradito dagli occhi delle sue finestre è morto; fermato, come abbandonato subitamente dentro la sola luce della finestra. Le macine fermate, condannate dal loro peso a testimoniare, quasi che, con il sussurro del rio, si distingue il rumore della pietra su pietra, e quel lamento è morte, e noi perdiamo le nostre radici. ( se scrivessi che è una poesia inedita, magari ritrovata tra gli appunti di "Le fleurs du mal" ...ci crederebbero tutti) ........ Andatelo a rileggere con questo spirito! Incredibile! Stupendo!2 punti
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Caro Incuso, mi hai fatto venire un'ideona, sotto casa stanno facendo dei lavori di scavo (gas) che mi disturbano alquanto visto che sono in ferie, ora scendo e butto nello scavo una mezza dozzina di esagoni e api comunissime in MB, magari per una decina di giorni si bloccano, giusto il tempo necessario! :lol:2 punti
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Da tempo ero alla ricerca di questa moneta, cui ne ho da sempre subito il fascino e la "ragalità". Alla semplicità e leggerezza dello stemma gigliato al diritto, si contrappone Sant'Ambrogio, severo e fustigatore. Nell'immagine ho portato a sinistra il rovescio (ma sempre del rovescio si tratta), da milanese ne ho più simpatia. Luigi XII in Italia a Milano ci arriva nel 1499-1500 con l'appoggio delle truppe mercenarie svizzere. Nipote di Valentina Visconti all'estinguersi della linea diretta di sangue dei Visconti a Milano volle far valere il suo diritto di successione sul ducato, segnado la fine definitiva dell'indipendenza italiana dalle occupazioni territoriali estere, Da Luigi XII in poi l'indipendenza del Ducato di Milano fu per brevissimi periodi; si susseguirono gli Asburgo - Spagnoli con Carlo V e la sua discendenza, poi gli austriaci nel '700, i francesi di Napoleone e la restaurazione asburgica sino all'unità del Ducato al Regno di Sardegna. L'Orleans rimase a Milano dal 1500 al 1513 sin quando gli svizzeri suoi ex alleati non trovaro più conveniente che si togliesse di mano, mentre lo stemma di Francia sparisce dalle monete milanesi ... Sant'Ambrogio accompagna con la sue immagine le emissioni a venire per anni ed anni. D/ (testina di Sant'Ambrogio) ‘LVDOVICVS ‘ D ‘ G ‘ FRANCOR' ‘ REX ‘ scudo di Francia con i tre gigli, coronato; ai lati, due gigli Rv: ‘MEDIOLANI – DVX’ET ‘ C' Sant'Ambrogio seduto di fronte,con staffile e pastorale. Argento grammi 3,931. Peso superiore alla media per questo esemplare. Conservazione: quasi Splendida. Rarità: non comune. CNI V 83; Crippa 6; Duplessy 726; Ciani 1010 Del grosso reale da sei soldi per Milano ne furono battute due tipologie e questo è il tipo più comune, e del tipo più comune ne è anche la variante solita con la testina di Sant'Ambrogio ad inizio legenda invece della croce.1 punto
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Non c'è alcuna P in orizzontale... c'è solo il normalissimo ovale con dentro la P in incuso, e a sinistra un esubero di conio che crea l'illusione di una P sdraiata... non andiamo ad inventarci cose che non esistono...1 punto
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davvero ti mancava? non ci posso credere ,qui da noi vicino al confine neanche non ci faccio caso a tutti quelli che mi passano sottomano!1 punto
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In versione Proof qualsiasi moneta è bella. Se però già di base si parte bene è spettacolo.1 punto
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....continua.......... già i Mezzi Ducati del 1609 e 1610..........a sostegno della mia tesi che oramai credo sia realtà dei fatti sulla sigla IAF/G apposta dal 1609, un dato certificatorio: Il Bovi nel BCNN Ann. LII "Le monete Napoletane di Filippo III" a pag. 14 scrive: Prendiamo in esame il Mezzo Ducato d'argento del 1607 segnato nel Corpus a pag. 183 n.56 appartenente alla collezione Dell'Erba .....non ho mai visto un Mezzo Ducato con tale data, ho visto invece vari Mezzi Ducati del 1609 con la cifra 9 difettosa e mancante di un pezzetto tanto da simulare un 7; questo è riportato anche dal Pannuti e Riccio. Come potete ben notare la data del 1607 con sigla IAF/G sarebbe stata ardua da giustificare dopo tutto quanto ho scritto in precedenza.........nulla nasce per caso e se il Bovi e il PR avessero pensato anche alle sigle l' avrebbero di certo segnalato come prova in più.1 punto
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veramente fantastiche, uno spettacolo, così però mi farai venire voglia di iniziare a collezionare anche le proof :-)1 punto
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Ti assicuro che il '23 non è stato lavato, dipende dalle foto che sono state scattate di corsa nella pausa pranzo... Personalmente e non mi riferisco ai tuoi esemplari , ho molti dubbi sulla gran parte delle monete in rame rosso apparse negli ultimi anni....1 punto
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per gli amanti dei 2€ cc Proof .... alcune immagini in alta risoluzione di alcune monete Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us1 punto
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su ebay i prezzi si aggirano sui 30€.... Sicuro? Io vedo 4-5 euro a moneta.1 punto
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Naturalmente è un punto di vista assolutamente rispettabile, la "collezionabilità" è un parametro personale, che dipende anche dal peso che quella tipologia di moneta ha per i proprio settori collezionistici. Ad esempio, se questa fosse una monetina mondiale trovata in un lotto per qualche Euro la metterei nell'album senza alcun problema senza nemmeno pensare a sostituirla. Ovviamente parlo di collezionabilità perchè Umberto, pur non essendo il mio settore principale, è cmq una collezione per la quale mi sono posto obiettivi minimi, obiettivi tutt'altro che elevati (almeno MB) ma dai quali cerco di non sgarrare. Cmq sia, rimane intatto il concetto che si tratta di un pezzo in conservazione troppo bassa per valere più di qualche Euro, e naturalmente lontano anni luce dai 120 Euro a cui pensava l'amico che ha aperto la discussione.1 punto
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Ciao Dizzeta, sono lieta di poter affermare che faccio parte della tua famiglia... Le tue monete sono bellissime e sono felice che siano finalmente a casa, perchè casa tua è anche la loro, so che saranno felici con te, coccolate ed amate e soprattutto rispettate. Congratulazioni per queste due monete che arricchiranno la tua collezione ed anche la nostra, perchè ogni moneta postata sul sito diventa proprietà collettiva di conoscenza e divulgazione numismatica. Ciao e grazie, Giò :)1 punto
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Casualmente una rupia falsa (era un '14) l'ho avuta in mano proprio ieri sera, ci ho messo un secondo per individuare la pataccosità dal gran che era evidente. Questa è sicuramente buona e direi che concordo su un giudizio attorno allo SPLendidino, è un pò penalizzata da debolezze sulla corona che però a mio avviso sono in parte congenite.1 punto
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...e infine ...noblesse oblige .... colei che ha accompagnato in questo travagliato viaggio Sua Celsitudine il Genovino. Era una monetina Rara finchè è stato fattu un ritrovamento di un migliaio di pezzi per cui è diventata subito NC... Sapete perché l'ho sceta? Perché Carlo VI era soprannominato il folle .... e quindi siamo in famiglia...1 punto
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... non sono daccordo.... è sempre una moneta ... mal conservata ok... ma sempre una moneta! oltretutto è completamente classificabile leggendo sia la data e la zecca.... il valore però per la conservazione è basso, questo è vero.... ma per qualche euro (o gratis) io in collezione la metterei, visto che per ora mi manca, poi è sempre sostituibile..... ... :angel: ....1 punto
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Per quel che mi riguarda è piuttosto comune, ne ho trovati un sacco di esemplari. Una moneta ostica da trovare (almeno per me) è stata 1 Euro 2005, ho trovato il primo esemplare in circolazione una decina di giorni fa dopo anni di nulla. Incredibile a dirsi, a 8 anni dall'emissione (questa monete furono immesse in circolazione solo dal 2004) posso "vantarmi" di non aver mai trovato ne 1 cent 2003 ne tantomeno il famigerato 5 cent 2003, così come non ho mai trovato il 50 cent 2007. Il 10 cent 2004 ha una fama di rarità immotivata, ogni tanto uno si trova. Per il resto anche di monete che nei primi tempi sembravano di difficile reperimento, tipo il 2 Euro 2007, sono poi riuscito a trovarne in circolazione più di 1 pezzo. Più rarefatti i 2 Euro 2008 e 2009 (trovato solo un pezzo), mai visti i 2 Euro 2010 (se non nella serietta FDC presa a Verona) ma qui andiamo su monete ancora abbastanza recenti, così come il 2011 anno del quali mi risultano ancora invisibili parecchi tagli. Magari se ne è già parlato, ma di Italia 2012 qualcosa si è visto in giro?1 punto
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Mah ... identificare la figura in quella dell'arcadico dio Pan mi sembra azzardato, visto che è piuttosto distante dalle consuete rappresentazioni, ... non suona la siringa, il suo stumento consueto, da lui ideato, ... è all'ombra di un albero che sembrerebbe un alloro ma sicuramente non un pino, il "suo" albero, e comunque il volto "da fantaccione" non è quello con cui normalmente veniva raffigurato. Credo si tratti dell'immagine bucolica di un fauno (non l'italico dio Fauno) o di un satiro, ingentilito nell'aspetto secondo una consuetudine di fine 800, inizi 900. Una bella immagine bucolica ..... Certo che l'artista non sapeva proprio come si suona un flauto .......1 punto
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Ciao Pier. Una presentazione ufficiale in realtà non era prevista.......ma se qualcuno di Voi (del Circolo di Beinasco) ci facesse l'onore di una recensione sul prossimo numero del Bollettino, ne saremo tutti molto contenti. Ne approfitto anche per invitare tutti coloro che hanno acquistato il libro a porre domande e a svolgere considerazioni sul suo contenuto o su parti del testo che dovessro risultare poco chiare. Nel volume non si riportano soltanto i provvedimenti monetari, ma si esprimono anche opinioni che potrebbero non risultare sempre condivisibili. Lo scopo del libro è anche quello di invitare i lettori al confronto, nella consapevolezza che non si finisce mai di studiare e di imparare, anche grazie alle osservazioni critiche di chi legge. Per questo motivo, gli autori sono a disposizione di chiunque vorrà porre domande e osservazioni. Saluti. Michele .1 punto
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Santuario della Madonna del Pozzo - San Salvatore Monferrato (Alessandria) D/ B. V. DE PUTEO ORA PRO NOBIS - Madonna con Bambino che aiuta un soldato a uscire dal pozzo R/ B. V. DEL POZZO VEN. IN S. SALVATORE MONFERRATO - Al centro pozzo, sotto 1617, data della conferma del miracolo. Nel 1616 periodo delle battaglie FRANCO-SPAGNOLE, Un soldato spagnolo di nome Martino, molto devoto alla Madonna mentre cercava acqua per la sua truppa, venne aggredito da un nemico proprio vicino ad un pozzo profondo una decina di metri. Ingaggia una violenta colluttazione, ha la peggio e cade svenuto. L'aggressore per nascondere il delitto getta Martino nel pozzo che al contatto con l'acqua fresca rinviene, si aggrappa ud una radice. Guarda il cielo vede una bellissima Signora con un bambino in braccio, poi l'acqua del pozzo sale lentamente fino a terra, il suo corpo non ha peso. La sua Benefattrice lo aiuta ad uscire dal pozzo e sorreggendolo, lo aiuta ad andare verso il bivacco dei soldati. il Capitano e alcuni ufficiali udito il fatto dallo stesso Martino ordina di dare due doppie spagnole alla Signora, ma quando il soldato si avvicina scompare agli sguardi degli Spagnoli. Appena Martino è in grado di camminare con il suo Capitano vanno dall'Arciprete di S. Salvatore a raccontare il fatto miracoloso. Il fatto prodigioso viene divulgato per tutto il paese e dalla gente viene chiamato LA MADONNA DEL POZZO. Nel 1617 pervenuta la notizia al Vescovo del fatto prodigioso, fa convocare Martino e tutti i testimoni che sotto giuramento espongono quanto capitato. Confermata l'attendibilità riconosce il fatto prodigioso e autorizza sul posto l'erezione di una Cappella ad onore della Gloriosissima Madre di Dio. Nel 1700 la Cappella viene sostituita da un nuova costruzione. Ottone argentato, mm. 20x24 - seconda metà 18001 punto
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Mi pongo questa domanda tutti i rotolini sono misti o solo alcuni? In pratica andando in una banca olandese e chiedendo un rotolino si è sicuri di averlo misto ? I rotolini misti finiscono ai negozi.1 punto
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... non nella zecca ufficiale, ma trasmettere notizie provenienti dalla zecca ufficiale da utilizzare, a tempo perso, nella zecca clandestina ... e nelle zone dei Fieschi ce n'erano ..... (siamo un centinaio d'anni dopo la congiura e quindi un mucchi di conti in sospeso, risarcimenti, danni, pretese e polemiche con i sopravvissuti ancora in corso .... Ah ...quant'è bello sognare ....1 punto
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Al di là di tutto, ora, questa moneta a chi piace? Esteticamente intendo.1 punto
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Permettetemi un piccolo passo indietro. La prima volta che vidi un denaro lucchese fui colpito dalla forma del suo tondello, tanto "brutta" rispetto ad altri denari. E mi chiesi il motivo di questa scelta che di certo rendeva la moneta meno "elegante" al cospetto delle sue simili. Visto che stiamo parlando dell'ABC di questa moneta, mi permetto (probabilmente annoiando gli esperti del settore :P) e con l'aiuto di qualche disegno di spiegare le fasi lavorative che portavano alla forma particolare di questo tondello e i motivi di questa scelta. La prima fase era quella di ottenere dalla lega in mistura una lastra da cui venivano ritagliate delle strisce delle dimensioni appena inferiori a quelle dimensione della moneta da ottenere (fig. 1) Fig. 1 Successivamente questa striscia veniva tagliata con delle cesoie per ottenere dei tondelli di forma quadrata (fig. 2). Fig. 2 (in rosso i segni della cesoia :rolleyes: ) Si ottenevano così dei tondelli di forma quadrata (fig.3). Fig. 3 Dal tondello "quadrato" ci cesoiavano i quattro spigoli (fig. 4) Fig. 4 (in rosso sempre i segni della cesoia... :) ) ottenendo un tondello di questa forma (fig. 5) Fig. 5 A questo punto il tondello veniva martellato con un martello a testa tonda per cercare di renderlo il più possibile circolare (fig. 6) Fig. 6 (in rosso i segni del martello a testa tonda ed in verde tratteggiato il lato del tondello prima della martellatura) Come si può vedere dal disegno i segni in rosso della martello, sarebbero dovuti "sparire" nella fase di coniatura, ma come si può osservare su questi denari, essi sono spesso ancora ben visibili. Chiaramente con un processo del genere non sempre si ottenevano tondelli perfettamente circolari (in realtà quasi mai), ma di certo si riuscivano a produrre un quantitativo di tondelli superiore rispetto a a quello che si sarebbe ottenuto cercando di realizzare tondelli perfettamente tondi. Insomma visto il successo del denaro lucchese, la richiesta di moneta era sicuramente molto alta e probabilmente si è optato per questa soluzione penalizzando forse l'aspetto della moneta ma di sicuro ottimizzando il lavoro e la quantità prodotta. Chiedo venia se ho descritto l'ovvio, ma mi auguro che un neofita possa apprezzare la cosa... sperando magari che un esperto possa invece correggere qualche mio strafalcione.1 punto
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Il consiglio che posso dare a te, come a tutti i neofiti è di avere molta pazienza e di ragionare con la propria testa.......l'avere pazienza consiste nell'aspettare le buone occasioni prima di acquistare e quindi girare per negozi, convegni e mercatini, valutando i vari prezzi e comprare solo dopo aver ben ponderato (anche se capisco bene l'entusiasmo iniziale......); il ragionare con la propria testa invece, consiste nello scegliere autonomamente la tipologia di monete da collezionare, dopo aver sfogliato più volte il Gigante o altri cataloghi, oppure anche su internet.......troverai sicuramente qualcosa che ti trasmette delle sensazioni particolari o per la bellezza delle incisioni o per la storia che c'è dietro determinate monete......ebbene quella è la tua strada, ma non collezionare seguendo le idee di qualcun altro perchè ti stancheresti presto......è la passione che fa la differenza.......... ;)1 punto
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Oggi Vi posto questa moneta che in altra discussione ha suscitato interesse per il diverso stile di alcune raffigurazioni. Coronato dell'angelo:FERDINANDO I D'ARAGONA(1458-1494) Zecca di Napoli ,Argento gr.3,90 diam.mm.27 D/FERRANDVS:D:G:R:SICILIE:I:;testa del Re coronata volta a destra,dietro la nuca lettera T(Maestro di Zecca Giancarlo Tramontano) R/IVSTA.TV-ENDA;l'Arcangelo Michele trafigge il drago(Satana)con una lancia Riferimenti:PANNUTI E RICCIO 17b;MIR 69/2;MEC 14,1006-7;CRUSAFONT 658b;CNI 595;D'ANDREA-ANDREANI 41 tipo La moneta appartiene a collezione privata La Congiura dei Baroni, sviluppatasi tra il 1485 ed il 1486, consistette fondamentalmente nella resistenza opposta dai Baroni all'opera di modernizzazione dello Stato perseguita dagli Aragonesi a Napoli. Re Ferdinando I di Napoli (o Ferrante) aveva mirato a dissolvere il particolarismo feudale e fare del potere regio la sola leva della vita del paese. In questo quadro, lo scontro con i Baroni era sorto inevitabilmente attorno al grosso problema di una riforma organica dello Stato, i cui punti salienti erano la riduzione del potere baronale, lo sviluppo della vita economica e la promozione a classe dirigente dei nuovi imprenditori e mercanti napoletani. Strumento di questa politica, fu la riforma fiscale, che affidava nuovi compiti alle amministrazioni comunali , incoraggiandole a sottrarsi, per quanto possibile, al peso feudale. Ed in verità è stato calcolato che allora nel Regno di Napoli, su 1550 centri abitati, solo poco più di cento erano assegnati al regio demanio, cioè alle dirette dipendenze del Re e della Corte, mentre tutti gli altri erano controllati dai Baroni. Il che significava che il potere feudale nel suo complesso era titolare delle risorse e delle finanze del Regno e che la Corte Aragonese nei fatti era resa subalterna all'organizzazione baronale. Era quindi naturale che il Re favorisse in ogni modo l'estensione numerica delle città demaniali, sottraendole al peso feudale ed incorporandole alla propria diretta amministrazione. Ma l'impresa non era di poco conto. I Baroni erano organizzati in grandi dinastie abbastanza ramificate, ognuna delle quali controllava da sola più terre del Re. Gli Orsini Del Balzo, ad esempio, si vantavano di poter viaggiare da Taranto a Napoli senza mai uscire dai loro possedimenti; i Sanseverino, ora osteggiati ed ora protetti, erano titolari di feudi che dalla Calabria, attraverso quasi tutta la Basilicata, raggiungevano Salerno e lambivano Napoli; i Caracciolo, i Guevara, gli Acquaviva, i Senerchia completavano questa ristretta élite al potere. Questa ristretta classe dirigente si avvaleva dell'alleanza e del favore del Papa,il quale,ai tempi angioini, aveva costretto il Regno a considerarsi territorio a lui infeudato, e nessuno poteva aspirare al trono di Napoli senza l'assenso esplicito e l'investitura formale del Pontefice. Oltre a ciò, il Papa vantava antiche pretese ed antichi privilegi su parecchie terre e città meridionali, come L'Aquila, Tagliacozzo e, più recentemente, Altamura; ed inoltre governava direttamente, attraverso vescovi ed abati, tutta la Chiesa del Regno, fornita di propria ed autonoma giurisdizione, di propri tribunali distinti da quelli regi e da quelli feudali, e di proprie finanze rivenienti dalla fittissima rete di proprietà ecclesiastiche. Baroni e Chiesa si coalizzarono contro il Re, ostacolando in ogni modo lo sviluppo della società meridionale verso forme più moderne di organizzazione politica e di dinamismo economico ed imprenditoriale. Gli Angioini avevano concesso a molti avventurieri i feudi meridionali, in ricompensa dell'opera loro prestata per impadronirsi del Regno e per mantenerlo contro questo o quel pretendente. I Sanseverino erano nati così, organizzando in Basilicata ed in Calabria bande armate filo-angioine contro la Casa Sveva; i Del Balzo anche nel nome tradivano la loro origine francese; i Caracciolo erano stati potenti capitani alla corte della regina Giovanna. L'origine guerresca di tutti costoro aveva ossificato un predominio che poco aveva a che fare con il dinamismo imprenditoriale o con le capacità organizzative necessarie a mantenere o estendere le proprie ricchezze. Erano stati al massimo grandi commercianti di grano, come il già ricordato principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini Del Balzo. Ma intorno alla metà del XV secolo, cioè proprio al tempo degli Aragonesi, erano emerse nuove figure di imprenditori meridionali: si trattava di ricchi mercanti, di armatori, di concessionari delle miniere, impegnati nelle industrie estrattive del sottosuolo e del mare. Costoro diedero vita, anche grazie alla politica aragonese, ad un'organizzazione mercantile e produttiva assai vasta: i porti adriatici, soprattutto pugliesi, si aprivano come non mai ai traffici con Venezia e con l'Oriente; la costa tirrenica si popolava di navi mercantili private; furono posti a frutto i giacimenti di piombo ed argento a Longobucco e quelli di allume ad Ischia; si raccolse e si lavorò finemente il corallo del golfo di Napoli. Il Re stesso, come abbiamo detto, incoraggiava queste attività, entrava in società diretta con i privati, aprendo loro nuove piazze e promuovendo, con misure protezionistiche forse troppo parziali, lo sviluppo del commercio nel Regno, che assunse perciò caratteri spiccatamente oligarchici. E spesso, come si sa, il Re stesso attingeva ai capitali privati per le necessità dello Stato e della Corte. Fu allora che iniziò il noto flusso migratorio di popolazioni greco-albanesi nell'Italia meridionale, che si insediarono in moltissimi centri delle nostre regioni, ripopolandoli o fondandoli ex novo. Era perciò inevitabile che questo nuovo ceto imprenditoriale facesse prima o poi sentire tutto il suo peso sul complesso della società meridionale, minacciando molto da vicino le vecchie prerogative baronali e soprattutto entrando in concorrenza con le vecchie famiglie. Questo ceto chiedeva a gran voce per se l'accesso ai fasti ed al prestigio del feudo. Nacque così una nuova forma di baronaggio, nota agli storici come borghesia loricata: si trattava appunto dei nuovi borghesi, che lentamente si integravano nel vecchio ceto baronale di origini prevalentemente militari. In Basilicata, il più noto esponente di questi borghesi-conti fu Giovan Carlo Tramontano conte di Matera; ma ancor più di lui Napoli annoverò tra i rappresentanti più cospicui di questa nuova nobiltà imprenditoriale uomini come Antonello Petrucci e Francesco Coppola. Il primo giunse ad essere Segretario del Re Ferrante, ed i suoi figli meritarono il titolo di conte, rispettivamente di Carinola e di Policastro; il secondo, creato conte di Sarno e socio d'affari col medesimo Re, possedeva una flotta personale ed una truppa armata; sfruttava le miniere di allume di Ischia, e quelle di piombo ed argento di Longobucco; commerciava in stoffe ed in derrate alimentari; era titolare di un saponificio a Napoli, e non si esclude che fosse persino proprietario di un'isola corallifera sulle coste della Tunisia. Un primo scontro tra i Baroni ed il Re Ferrante vi fu tra il 1459 ed il 1462 e fu una vera e propria guerra che si risolse con una chiara vittoria del Re. Il grande sconfitto di questa guerra fu Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, ultimo principe di Taranto, morto ad Altamura nel 1463, forse fatto soffocare dallo stesso Re tramite l'Arciprete di quella Chiesa.I Del Balzo Orsini persero allora il vastissimo territorio del principato di Taranto, che fu incamerato dalla corte Il secondo scontro fra i Baroni ed il Re che consistè nella vera e propria congiura fu ordito nel 1485 dal principe di Salerno Antonello II dei Sanseverino. Questi, consigliato da Antonello Petrucci, Francesco Coppola, Luigi dei Gesualdo da Caggiano riunì intorno a sé molte famiglie feudatarie di signori e baroni del regno della fazione guelfa favorevoli agli angioini, tra cui oltre i Sanseverino si ricordano i Caracciolo principi di Melfi, i Gesualdo marchesi di Caggiano, i del Balzo-Orsini principi di Altamura e di Venosa, i Guevara principi di Teramo, i Senerchia (Sinerchia) conti di S.Andrea e Rapone. I Baroni convenuti a Melfi, pur condividendo le preoccupazioni loro espresse dal Guevara, non se la sentirono di impiegarsi subito ed irrevocabilmente contro Alfonso: non credevano possibile in quel momento sollecitare l'intervento del Papa o dei nuovi pretendenti. E bruciava ancora, oltre tutto, il ricordo dell'amara sconfitta subita nel 1462. Ma non vollero neppure che la proposta cadesse del tutto nel vuoto, ed affidarono a Girolamo Sanseverino, Principe di Bisignano e conte di Tricarico e Miglionico, un compito esplorativo, per verificare almeno le possibili alleanze, ricercare il consenso degli altri Baroni assenti dal convivio di Melfi, ed eventualmente tentare le vie di una trattativa con il Re. Girolamo Sanseverino, per assolvere a questo incarico esplorativo, si incontrò a Napoli con il Petrucci e con il Coppola, con lo scopo di saggiare le intenzioni degli ambienti di Corte e di misurare su di esse gli eventuali successivi passi. Ottenuta da essi una risposta interlocutoria ma non negativa, si tenne subito un vero e proprio summit dei Sanseverino a Diano, cioè nel cuore stesso dei loro possedimenti feudali, tra Calabria, Basilicata e Salerno. Vi presero parte i cinque più importanti esponenti di questa famiglia, e cioè, oltre al principe Girolamo, Antonello Sanseverino principe di Salerno, Giovanna Sanseverino vedova del conte di Sanseverino. Su un altro versante si muoveva intanto il Coppola. Egli si era recato personalmente da Re Ferrante per informarlo del crescente malumore che aveva riscontrato tra i Baroni e si dichiarò disposto a far da tramite tra costoro e la Corte, per vigilare dall'interno della macchinazione in atto e per volgerla a favore della monarchia. Egli così entrò con convinzione nel meccanismo della congiura, trascinando in essa anche il titubante Regio Segretario Antonello Petrucci ed i figli di costui. Nelle intenzioni del Coppola, la scelta di questa sua posizione ambivalente avrebbe dovuto consentirgli di muoversi più agevolmente e con maggiore vantaggio personale: da una parte, nella veste di inviato del Re, avrebbe potuto incontrare i Baroni senza insospettire il Sovrano, e dall'altra si sarebbe meritata la fiducia dei Baroni sempre diffidenti, ipotecando così un posto di rilievo accanto a loro nell'eventualità che, resasi impraticabile la via dell'accordo col sovrano, si fosse deciso di detronizzare davvero la dinastia aragonese. Ma le cose, come sappiamo, andarono molto diversamente e le precauzioni e le intenzioni del Coppola e del Petrucci furono del tutto vanificate. Re Ferrante avrebbe sconfitto tutti in abilità e cinismo. Egli cominciò con l'acconsentire volentieri alla proposta del Coppola; prese a trattarlo da allora come un vero e proprio agente al suo servizio infiltratosi per suo conto nella Congiura. Utilizzandolo a questo fine, non cessò mai di gratificarlo con incarichi ed onori di grandissimo prestigio. Ma non per questo affidava al Coppola tutti i destini della dinastia o rinunciava ad una sua propria iniziativa, che elaborò e perseguì con determinazione, aiutato dal figlio Alfonso. In questa intricata vicenda, insomma, il Coppola insieme al Petrucci agì certamente con grande spregiudicatezza, e finì, insieme al Petrucci ed ai due figli di costui, per restare vittima della trappola mortale che egli stesso aveva contribuito ad ordire ed a far scattare. Ma occorre anche precisare che un po' tutti i personaggi, compreso il re, affrontarono i rischi di questa partita giocandosela ognuno su più di un tavolo. Il piano previsto dai congiurati era il seguente: i Baroni dei territori più vicini alla capitale avrebbero impedito al Re di attraversarli, interrompendo cosi le comunicazioni di Napoli con il resto del paese. Una volta isolata la capitale, si sarebbe consentito al Papa ed agli altri rinforzi di penetrare nel territorio del Regno al confine tra lo Stato della Chiesa e gli Abruzzi. In ciò, il Papa si sarebbe avvalso dell'aiuto del Lorena, in nome delle vecchie aspirazioni angioine su Napoli, e di Roberto di San Severino, primo capitano d'Italia, che avrebbe agito per conto della Repubblica Veneta, ma anche per conto dei suoi familiari napoletani. Ma il Lorena non si fece mai vedere e fu aspettato invano, mentre Re Ferrante, anticipando i Baroni, spedì le sue truppe a L'Aquila, dove Alfonso imprigionò quel conte con tutta la sua famiglia e, ritornando, insolentì in Terra di Lavoro contro i Baroni di Nola e di Ascoli, offendendo altresì in essi la memoria del valoroso Orso Orsini, suo vecchio compagno d'armi, e l'onore della loro madre, Paola, definita dal Porzio donna di basso affare ma di alta virtù. Il Re, scoperta la congiura, dopo un'alleanza con Firenze e Milano, punì pesantemente i suoi avversari dando loro la caccia uno ad uno. La determinazione e la tempestività di questa iniziativa del re e di Alfonso scompaginarono non poco le file dei Baroni, che ne subirono pesantemente il contraccolpo negativo. Antonello Sanseverino, il Principe di Salerno, apparve ancor meno di prima disposto a mediazioni ed a soluzioni diplomatiche, e diffidò ancora di più del re e del Coppola. Impedì che il Coppola fosse inviato dal Papa in rappresentanza dei Baroni, come costui aveva non senza motivo richiesto, e soprattutto disertò un incontro che il Coppola medesimo gli aveva preparato con il Re in persona. Isolatosi a Salerno, Antonello Sanseverino, la direzione della Congiura tornò così nelle mani del prudente Principe di Bisignano, che riprese a tessere la tela di un possibile accordo con il Re, con il quale giunse ad incontrarsi riportando un certo successo. Incoraggiati dagli esiti distensivi di tale mediazione, i Baroni ,nel settembre del 1485, , si ebbe l'incontro decisivo a Miglionico, nel Castello del Malconsiglio, al quale partecipò anche il Re. Egli infatti, secondo il dettagliato racconto del Porzio, posposto ogni riguardo della dignità e della persona, si andò confidentemente a cacciare nelle mani di costoro.Egli a Miglionico,fu ricevuto con ogni generazione di onore e,d'altro canto concesse ai Baroni ciò che gli chiedevano, gravezze ed obblighi personali; ma anche li riprese amichevolmente, lamentandosi con loro che per ottenere quelle cose avrebbero potuto fare a meno di ricorrere alle armi, e li convinse a sottoscrivere la pace. I Baroni sembrarono soddisfatti di ciò che al re era piaciuto concedere loro; e, per renderlo più sicuro, lo vollero accompagnare fino a Terra di Lavoro. Avrebbero poi proseguito verso Salerno, per smuovere il recalcitrante Antonello Sanseverino e, come avevano promesso, fargli accettare le convinzioni. Successivamente il Re, contravvenendo i patti, fece imprigionare e giustiziare i baroni più esposti nella congiura. La definitiva conclusione di questo movimento si ebbe nel 1487 al Castel Nuovo di Napoli. Nella sala dei Baroni furono infatti arrestati ed ammazzati gli ultimi esponenti della congiura contro la corte aragonese. Fu lo stesso Ferrante I d'Aragona che invitò nella sala i baroni, con la scusa di celebrare le nozze della nipote. In realtà questa era una trappola: i baroni furono arrestati e messi a morte. da wikipedia --Salutoni -odjob1 punto
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:good: Beh! Cosa vuoi di più? Un "carabiniere" (ops la tua dolce metà) che si interessa alle monete seguendo il proprio uomo, è da miracolati :rofl: :rofl: :rofl: La vita ti sorride!! A presto Luciano1 punto
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Ti allego un elenco delle monete in euro (Argento), la moneta " Francia 0,25 Euro - Robert Schumann (2006)" non è relativa al musicista ma al politico francese Robert Schuman. Austria 2003 - 5€ Impianto idroelettrico (in folder grande) (Scienza) Austria 2005 - 20€ Spedizione Polare Tegetthoff FS (Scienza) Austria 2006 - 5€ Wolfgang Amadeus Mozart (in folder grande ) (Musica) Austria 2008 - 1 1/2€ Filarmonica di Vienna (1 oncia) (Musica) Austria 2008 - 5€ H. Von Karajan (in folder grande) (Musica) Austria 2008 - 25€ Il fascino della luce (Scienza) Austria 2009 - 1 1/2€ Filarmonica di Vienna (1 oncia) (Musica) Austria 2009 - 5€ Joseph Haydn (in folder grande) (Musica) Austria 2009 - 25€ Anno Astronomia (Astronomia) Austria 2010 - 1 1/2€ Filarmonica di Vienna (1 oncia) (Musica) Austria 2010 - 25€ Energia rinnovabile (Scienza) Austria 2011 - 1 1/2€ Filarmonica di Vienna (1 oncia) (Musica) Austria 2011 - 25€ Robotica (Astronomia) Austria 2012 - 1 1/2€ Filarmonica di Vienna (1 oncia) (Musica) Austria 2012 - 5€ Società Amici della Musica a Vienna in blister (Musica) Belgio 2007 - 10€ Anno Polare Internazionale FS (Scienza) Belgio 2010 - 10€ Django Reinhardt FS (Musica) Belgio 2011 - 10€ Esplorazione oceani FS (Scienza) Belgio 2011 - 10€ Amundsen FS (Scienza) Finlandia 2008 - 5€ Scienze e Ricerca - bimetallico FS (Scienza) Finlandia 2009 - 10€ Fredrik Pacius FS (Musica) Finlandia 2010 - 10€ Konsta Jylha FS (Musica) Finlandia 2010 - 20€ Bambini e creatività (Lapset ja luovuus) FS (Astronomia) Francia 2002 - 1 1/2€ 1° Volo Atlantico in solitario FS (Scienza) Francia 2005 - 1/4€ Jules Verne (Rame) (Scienza) Francia 2005 - 1 1/2€ Jules Verne - Il giro del mondo in 80 giorni FS (Scienza) Francia 2005 - 1 1/2€ Jules Verne - 20.000 leghe sotto i mari FS (Scienza) Francia 2005 - 1 1/2€ Jules Verne - Dalla Terra alla Luna FS (Scienza) Francia 2005 - 1 1/2€ Frederic Chopin FS (Musica) Francia 2005 - 20€ Jules Verne - Il giro del mondo in 80 giorni FS (Scienza) Francia 2005 - 20€ Jules Verne - 20.000 leghe sotto i mari FS (Scienza) Francia 2005 - 20€ Jules Verne - Dalla Terra alla Luna FS (Scienza) Francia 2006 - 1/4€ Wolfgang Amadeus Mozart (Musica) Francia 2006 - 1 1/2€ Jules Verne - Michel Strogoff FS (Scienza) Francia 2006 - 1 1/2€ Jules Verne - Cinque settimane in mongolfiera FS (Scienza) Francia 2006 - 1 1/2€ Jules Verne - Viaggio al centro della Terra FS (Scienza) Francia 2006 - 20€ Marie Curie FS (Scienza) Francia 2006 - 20€ Mozart FS (Musica) Francia 2006 - 20€ Jules Verne - Michel Strogoff FS (Scienza) Francia 2006 - 20€ Jules Verne - Cinque settimane in mongolfiera FS (Scienza) Francia 2006 - 20€ Jules Verne - Viaggio al centro della Terra FS (Scienza) Francia 2007 - 1 1/2€ Paul Emile Victor FS (Scienza) Francia 2008 - 1 1/2€ Anno Polare Internazionale FS (Scienza) Francia 2008 - 1 1/2€ Grand Canyon FS (Scienza) Francia 2009 - 10€ Astronomia FS (Scienza) Francia 2009 - 10€ Concorde FS (Scienza) Francia 2009 - 10€ 100° Istituto Curie FS (Scienza) Francia 2009 - 20€ 100° Istituto Curie FS (Scienza) Francia 2009 - 50€ 100° Istituto Curie FS (Scienza) Francia 2009 - 50€ Astronomia FS (Scienza) Francia 2009 - 50€ Concorde FS (Scienza) Francia 2011 - 10€ Festa della musica - Europa FS (Musica) Francia 2011 - 10€ WWF - Gabbiano d'Audouin FS (Scienza) Germania 2003 - 10€ 200° Justus Von Liebig FS (Scienza) Germania 2004 - 10€ Parco Nazionale FS (Scienza) Germania 2004 - 10€ Stazione Spaziale FS (Scienza) Germania 2005 - 10€ Parco Nazionale foresta bavarese FS (Scienza) Germania 2005 - 10€ Formula della Relatività FS (Scienza) Germania 2006 - 10€ Wolfgang Amadeus Mozart FS (Scienza) Germania 2008 - 10€ 150° Nascita di Max Planck FS (Scienza) Germania 2008 - 10€ Disco di Nebra FS (Scienza) Germania 2009 - 10€ 400° Leggi di Kepler FS (Scienza) Germania 2009 - 10€ 100° Esp. Aereospaziale FS (scienza) Germania 2010 - 10€ 200° nascita di Robert Schumann FS (Musica) Germania 2010 - 10€ 100° nascita di Konrad Zuse FS (Scienza) Germania 2011 - 10€ Franz Liszt FS (Musica) Germania 2011 - 10€ Uccello preistorico FS (Scienza) Grecia 2006 - 10€ Olympus National Park - "Dion" FS (Scienza) Grecia 2006 - 10€ Olympus National Park - "Zeus" FS (scienza) Grecia 2007 - 10€ Mount Pindos - "Pini " FS (Scienza) Grecia 2007 - 10€ Mount Pindos - "Fiori" FS (Scienza) Grecia 2007 - 10€ Maria Callas (da Conf. Zecca) (Musica) Grecia 2009 - 10€ Astronomia(da conf. Zecca) (Scienza) Grecia 2010 - 10€ Sofia Vembo (da conf. Zecca) (Musica) Grecia 2010 - 10€ Biodiversità (da conf. zecca) (Scienza) Irlanda 2005 - 10€ William Hamilton FS (Scienza) Irlanda 2008 - 5€ Esploratori Antartici FS (Scienza) Italia 2004 - 5€+10€ Giacomo Puccini - Dittico FS (Musica) Italia 2006 - 10€ Leonardo Da Vinci FS (Scienza) Italia 2007 - 5€ Arturo Toscanini FDC (Musica) Italia 2008 - 5€ Antonio Meucci FS (Scienza) ITalia 2009 - 10€ Astronomia FS (Scienza) Italia 2009 - 10€ Marconi FS (Scienza) Lussemburgo 2009 - 5€ Falco (Scienza) Lussemburgo 2010 - 5€ Arnica Montana (Scienza) Lussemburgo 2011 - 5€ Lontra (Scienza) Olanda 2011 - 5€ 50° WWF in blister FS (in folder) (Scienza) Portogallo 2007 - 5€ UNESCO - Foresta Laurissilva FS (Scienza) Portogallo 2008 - 2,5€ UNESCO - Alto Dauro FS (Scienza) Portogallo 2008 - 2,5€ Fado - Patrimonio Culturale FS (Musica) Portogallo 2011 - 2,5€ UNESCO - Isola di Pico Azzorre FS (Scienza) San Marino 2007 - 5€ Arturo Toscanini FS (Musica) San Marino 2008 - 5€ Pianeta Terra (da conf. Zecca) (Scienza) San Marino 2009 - 5€ Astronomia - Pianeti (da conf. Zecca) (Scienza) San Marino 2009 - 5€ Astronomia - Keplero FS (Scienza) San Marino 2010 - 10€ Robert Schumann FS (Musica) San Marino 2011 - 5€ Uomini nello spazio (da confezione Zecca) (Scienza) Slovacchia 2009 - 10€ Aurel Stodola FS (Scienza) Slovacchia 2009 - 20€ Parco nazionale di Fatra FS (Scienza) Slovacchia 2010 - 20€ Poloniny National Park FS (SCienza) Slovacchia 2011 - 10€ Jan Cikker FS (compositore) (Musica) Spagna 2007 - 10€ Anno Internazionale Polare FS (Scienza) Spagna 2008 - 12€ Pianeta Terra - in folder (Scienza) Spagna 2011 - 10€ Marie Curie - FS (Scienza)1 punto
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vorrei far notare che "l'imputato" o l'utente (dipende dai punti di vista) è registrato da un mese, ha postato in un paio di discussioni e adesso dopo un mese dalla sua iscrizione chiede informazioni sul valore di alcune monete in suo possesso. il limite di un anno vale per le razzie non per le valutazioni e per iniziare una collezione, o anche una semplice raccolta o un passatempo di 3 mesi è lecito informarsi su quello che si ha in mano, sopratutto se si trovano valutazioni "strane". detto questo è vero che domande del genere non alzano il livello del forum, ma la stessa cosa va detta per alcune delle risposte. P.S. Domandare è lecito, rispondere è cortesia.1 punto
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Ormai il Regno di Spagna era in preda all'anarchia monetaria: il circolante era ridotto a veri rottami pieni di contromarche, per nulla difficili da imitare. Fiorirono infatti falsificazioni e contromarche al limite della legalità: vista la facilità di moltiplicare il valore di una moneta con una semplice marcatura ne uscirono addirittura da conventi ed istituti religiosi! La situazione era chiaramente intollerabile, e lo Stato impose misure draconiane, arrivando alla pena di morte per gli imitatori delle contromarche ufficiali. Erano misure che evidentemente però non agivano sulla radice del problema, e nel 1660 fu decisa la definitiva eliminazione del circolante della martoriata moneta esistente, e l'emissione di una nuova serie di moneta in argento al taglio di 20 grani per marco. Le prime emissioni da 2, 4, 8 e 16 maravedis furono coniate al martello (tranne come sappiamo a Segovia), ma già dal 1661 si dispose che tutte le zecche si attrezzassero di pressa idraulica come quella di Segovia, per limitare al massimo la possibilità di falsificazione. I falsi però proliferarono ugualmente, al punto che nel 1664 i nuovi conii furono svalutati alla metà del loro valore facciale; nel 1680 il Re Carlo II dispose che il valore fosse nuovamente abbassato ad un ottavo del nominale. Una nota interessante. Alle monete soggette a contromarca fu dato il nome popolare di calderilla, vale a dire più o meno "rottame" o metallo adatto al lavoro del calderaio. Questo nomignolo rimase nel lessico spagnolo tanto che oggi significa "spiccioli" o "moneta". Consiglio la lettura del volume "The big problem of small change", di Thomas J. Sargen e François R. Velde (Oxford University Press, 2002): da' una base teorica al processo storico che dal medioevo all'era moderna portò alla creazione di monetazione fiduciaria, con molti incidenti di percorso fra cui il secolo di superinflazione spagnola. L'inflazione non fu causata dall'eccesso di argento in arrivo dalle colonie sudamericane, ma dalla mancanza di disciplina e di basi teoriche per la corretta gestione di questo esperimento di moneta fiduciaria in rame. La situazione infatti sfuggì completamente di mano ai governi spagnoli, che inizialmente ricorsero a coniazioni eccessive nell'illusione di risolvere i problemi di debito e liquidità delle casse statali, e poi furono incoerenti nella gestione del valore della moneta, che si agganciò al valore di mercato dell'argento (in quel momento al ribasso) con conseguenze disastrose.1 punto
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