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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/09/12 in tutte le aree
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La maggioranza mi scuserà, ma sono fermamente contrario a una discussione del genere. Passi che ogni tanto qualcuno chieda a che prezzo debba acquistare una moneta, ma da qui a farlo diventare un post istituzionale mi pare ci passi molta strada. Non credo sia il compito di questo forum informare sui prezzi minimi di mercato ai quali si debba acquistare... anche perchè mica è detto che una moneta sia così semplice da trovare a prezzi inferiori a quelli delle aste, ammesso che la cosa sia possibile. Abbiamo un catalogo con realizzi di asta, quindi dati oggettivi ed inconfutabili, se una moneta in asta si compra a 100 io posso dirti che si trova a 30, qualcun altro a 60 qualcun altro ancora a 150, e possiamo avere tutti ragione e tutti torto, perchè il prezzo dipende da mille fattori. E poi, se io l'ho trovata a 30 facendo l'affare della vita, dove sta scritto che tu debba prendere per forza il mio prezzo come riferimento?3 punti
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Credo al contrario che le varianti infuiscano sulle rarità ma non sul valore commericale. Ad esempio per la piastra da 12 carlini : 1 - D/ (d) REPUBBLICA - NAPOLITANA (caratteri grandi ) la Libertà, stante di fronte e volta a destra con asta e pileo lontano dalla leggenda. Rv: (s) ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA’ nel campo CAR / LINI / DODI / CI in corona di rami di quercia. Leggenda spaziata Taglio ad ornatini in rilievo Argento grammi 27,423 diametro mm 39,42 Pagani manca CNI 1 Pannuti-Riccio 1 Davenport 1410 Al diritto pileo lontano e caratteri grandi 2 - D/ (d)REPUBBLICA - NAPOLITANA (caratteri piccoli) la Libertà, stante di fronte e volta a destra con asta e pileo abbastanza vicino alla leggenda. Rv: (s) ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA’ nel campo CAR / LINI / DODI / CI entro corona di rami di quercia. Argento grammi 27,417 diametro mm 40,28 Pagani 1a CNI 1 Pannuti-Riccio 1 Davenport 1410 variante di conio con caratteri piccoli 3 - D/ (d) REPUBBLICA NAPOLITANA, stante a dx con asta, frigio e fascio, contromarca con testa di Napoleone a sinistra Rv: (s) ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA, nel campo tra due rami di quercia incrociati CAR / LINI / DODI / CI Taglio ad ornatini in rilievo ↓ Argento grammi 27,474 diametro mm 39,89. Pagani 1 CNI 1 (non citato) Pannuti-Riccio 1 (non citato) Davenport 1410 (non citato). Variante di conio nei rami, dai tipi precedenti. Contromarca apparentemente originale, periodo 1805-1821 4 - D/ (d) REPUBBLICA - NAPOLITANA (caratteri grandi) la Libertà, stante di fronte e volta a destra con asta e pileo lontani dalla leggenda, sotto la veste di sinistra mancano i lacci Rv: (s) ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA’ nel campo CAR / LINI / DODI / CI entro corona di rami di quercia. Taglio ad ornatini in rilievo ↓ Argento grammi 27,314 diametro mm 39,73. Pagani 1a CNI 1 Pannuti-Riccio 1 Davenport 1410 Variante di conio sia al diritto sia al rovescio 5 - D/ (d) REPUBBLICA – NAPOLITANA (legenda stretta), la Libertà stante a sinistra con asta sormontata da berretto frigio nella mano destra e la sinistra poggiata su fascio littorio con scure posta all'esterno e legatura a X. R v: (s) ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA, nel campo tra due rami di quercia incrociati CAR / LINI / DODI / CI Taglio ad ornatini in rilievo ↓ Argento grammi 27,426 diametro 39,75 Pagani 1 var CNI 1var Pannuti-Riccio 1 Davenport 1410 leggeri strappi di conio ad inizio leggenda al rovescio, variante di conio nell’impronta. 6 - D/ (d) REPUBBLICA - NAPOLITANA la Repubblica stante a destra poggia la sinistra su fascio e con la destra un'asta sormontata da pileo che quasi tocca il termine della leggenda Rv: (s)ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA, nel campo tra due rami di quercia incrociati CAR / LINI / DODI / CI Taglio ornatini in rilievo ↓ Argento grammi 27,584 diametro mm 39,29. Pagani 1 CNI 1 Pannuti-Riccio 1 Davenport 1410 variante di conio con accoppiamenti conosciuti ma non editi, grandissima qualità per il tipo di moneta. 7 - D/ (d) REPUBBLICA - NAPOLITANA la Repubblica velata, volta a destra poggia la sinistra su fascio con scure, e con la destra si appoggia ad un'asta sormontata da pileo. Il piede destro schiaccia la corona di Borbone. R: (s) ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA tra due rami di quercia variati incrociati CAR / LINI / DODI / CI Taglio ornatini in rilievo ↓ Argento grammi 27,551 diametro mm 39,80 Pagani 1 CNI 1 Pannuti-Riccio 1 Davenport 1410 CH Piccole variante di conio, molto simile al tipo con cifre lettere grandi e spaziate. 8 - D/ (d) REPUBBLICA - NAPOLITAN la Repubblica velata, volta a destra poggia la sinistra su fascio con scure, e con la destra si appoggia ad un'asta sormontata da pileo. Il piede destro schiaccia la corona di Borbone. Rv: (s) ANNO SETTIMO DELLA LIBERTA, nel campo tra due rami di quercia incrociati CAR / LINI / DODI / CI Taglio ad ornatini in rilievo ↓ Argento grammi 27,510 diametro mm 39,06 Pagani 1b CNI 2 Pannuti-Riccio 1 a Davenport 1410 Non presenta tracce sospette a fine legenda al Dr; notevole conservazione per il tipo di moneta, solitamente di qualità inferione al BB.3 punti
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In effetti concordo con Eligio sul fatto che non sia banale la classificazione in quanto non risulterebbe censita su nessun catalogo se non in parte...mi spiego: La moneta base e' la contraffazione di Messerano del quarto di grosso di Savoia battuto sotto Emanuele Filiberto per cui come dice Eligio giustamente la vediamo nel Corpus vol. II pag. 322 ...Messerano,Filiberto Ferrero Fieschi,Quarto di grosso (con FERR gotico al posto di FERT , dove FERR sta per Ferrero...Fieschi). Senonche' verrebbe qui citata con al diritto la legenda MAR MESSERANI mentre in questo esemplare si puo' vedere molto bene che la legenda del diritto inizia con SED NOM che continuerebbe giustamente il motto dei Ferrero Fieschi iniziato al rovescio ( NON NOBIS DOMINE - SED NOMINI TVO DA GLORIA). A questo punto resterebbe solo da chiarire se la moneta descritta in tutti i cataloghi sarebbe esatta (visto che la classificazione parte dal Promis per essere poi copiata in toto da tutti quelli che lo hanno seguito) e quindi si tratterebbe di una variante inedita, oppure se veramente si tratta della moneta "base" che sarebbe stata mal descritta o interpretata sin dall'inizio. Per la cronaca mancava anche nella importante collezione Calleri :search: Teniamo presente che i riscontri per alcune monete di questa zecca sono veramente difficili da fare visto l'esiguo numero di esemplari conosciuti e descritti. Io personalmente ne possiedo un esemplare che pero' e' ancora diverso da questo e non risulta in nessun catalogo (penso sia un inedito di Besso). Dando quindi per esatta la classificazione dei vari cataloghi saremmo in presenza di 3 esemplari tutti differenti fra loro di cui 2 apparentemente inedite ..... questo da un'idea di cosa deve ancora essere scoperto e studiato riguardo alle zecche minori Saluti Andrea3 punti
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Bene, vedo che la discussione si è avviata. Ambidestro dovrebbe essere soddisfatto. Andyscudo ha colto nel segno il motivo per cui ho definito questa moneta "non banale". Non solo, dimostra di aver compreso pienamente la farraginosità del terreno su cui ci stiamo muovendo. Il mio riferimento al CNI, II, p. 322 su una moneta non perfettamente corrispondente a quella illustrate era voluto, come voluto era il mio suggerimento di partire dalla lettura delle legende. Per quello che posso aver visto io, la moneta di ambidestro costituisce una variante sconosciuta. Non censisco sistematicamente i passaggi d'asta e i listini, ma non ricordo di averne mai vista una. La ritengo una contraffazione di quarto di grosso del tipo introdotto da Carlo II. La moneta è anonima, mentre la tipologia del CNI è di Filiberto Ferrero Fieschi (1532-1559). Anche questa variante dovrebbe essere ricondotta a questo principe. Inedita (con le stesse limitazioni di cui sopra) sarebbe anche la moneta di Piergi e l'altro quarto di Andyscudo, che mi ha fatto visionare in privato. Resta quanche incertezza sulla lettura della legenda, ma può darsi che un esame dal vivo con microscopio non possa in futuro portare altri elementi. E chissà a questo punto quante altre ce ne saranno in giro... La questione più complicata è il raffronto con l'esemplare segnalato dal Promis. Di esso disponiamo solo di un disegno, che per quanto ben fatto non offre la necessaria obiettività. Anche per l'esemplare del CNI, a voler essere precisi, potremmo sollevare dei dubbi, perché se guardate la tavola non si vedono assolutamente le legende. Insomma, una moneta tutt'altro che banale e sulla quale riusciamo ancora a dire ben poco. Ben venga quindi il progetto di andyscudo e thetop di studiare a dovere questa zecca. Un'operazione che non potrà essere conclusa domani né dopodomani, perché richiede una raccolta di materiali molto ampia e la ridiscussione di tutte le (poche) certezze. Ma da qualche parte bisogna pure iniziare. E.2 punti
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Scusate mi era partito il messaggio per sbaglio. Questo spiega anche gli errori di battitura. E poi ho dovuto dedicarmi ad altro. Comunque lo invio completo e corretto adesso. Sapevo che la risposta sarebbe arrivata subito, vista la zecca coinvolta :D . La cosa più importante non si è detta, però, ed è che quelle monete si datano al 1331, come proprio Teofrasto potrebbe spiegarvi molto meglio. E questo significa che il primo ritratto fisionomico, nella monetazione italiana, è proprio questo (assieme a quelli dello stesso Giovanni presenti sui denari sempre di Parma e su quelli di Cremona), e precede di quasi 130 anni gli esemplari considerati le prime monete-ritratto del nostro Rinascimento, nonché di oltre 50 anni il minuscolo ma leggibilissimo ritratto del doge veneziano Antonio Venier su alcuni dei suoi grossi, rilevato da Alan Stahl. Perché nessun dubbio a mio avviso può esistere sul fatto che si tratti di un vero e proprio ritratto dal vero: sono troppi gli elementi che non si potrebbero giustificare in un ritratto ideale: il collo troppo lungo, la testa sporgente, la barba quasi incolta, il prognatismo (prima che questo diventasse segno di nobiltà, con gli Asburgo) gli occhi spiritati etc. Naturalmente potrebbe essere il ritratto di chiunque, ad esempio del cognato dell'incisore cui era stata messa una corona in testa. La cosa tuttavia sembra improbabile, visto che chiaramente la stessa faccia, anche se di stile diverso, è presente anche a Cremona. Quindi la mia non era una vera e propria sfida, volevo sempicemente, giocando un po', porre sotto i riflettori queste monete cui non è stato mai dedicato, chissà perché, lo spazio che avrebbero mertitato nella discussione sulla ritrattistica monetale italiana (cui ho partecipato anch'io, non è una critica). Però lo sfide mi piacciono :clapping: , come ha ben intuito Dizzeta, per cui cercherò di rispondere a loro volta ai loro quiz. Allo stesso Dizzeta posso solo dre che so che il ritratto di Carlo d'Angiò sui reali è stato considerato vicino alla statua del re da parte di Arnolfo, indubbiamete fisionomica, ed in effetti la particolare capigliatura sicuramente vuole rendere riconoscibile il personaggio. Il trattamento del volto, però, nonché le notevoli differenze presenti nei vari coni, fanno pensare che in realtà non ci fosse grande interesse per i tratti di Carlo. Più complessa la risposta alle domande di Teofrasto, per alcune delle quali ritengo lui abbia già la risposta. Ad esempio per il volto della bella moneta boema, che chiaramente non è un ritratto, visto che riprende abbastanza pedissequamente le immagini sbarbate e stereotipate dei re Inglesi sulle monete, trattandosi di una delle tante imitazioni degli sterlini. Per quanto riguarda la sanguigna da Les mémorieaux di Antoine de Succa, si tratta di un disegno dei primi del '600, tratto da un'opera sconosciuta, ma che la critica su base stilistica ritiene essere una tavola degli inizi del XV secolo, quindi abbastanza distante dalla morte del personaggio. E poi non sappiamo eventualmente a che età del personaggio sabbe stato realizzato il prototipo di quel ritratto sbarbato. La statua, che sinceramente non conoscevo e quindi così su due piedi non riesco a capire quando sia stata fatta, mi sembra invece assolutamente compatibile con la moneta. Sia la barba che i capelli, ancorché più lunghi, ma soprattutto il prognatismo e la testa sporgente (postura tipica di un ipovedente quale fu Giovanni, detto il cieco?) sembrano confermare la versomiglianza del ritratto sulla moneta. Inoltre lo sguardo privo di pupille, quindi "cieco", della statua potrebbe anche trovare un parallelo nell'enfasi che è stata posta sugli occhi del re nelle monete, tropo grandi e troppo sporgenti. Chissa? Va be' credo, che possa bastare. Saluti a tutti soprattutto a Dizzeta e Teofrasto. Andreas2 punti
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Riguardo l'antico sito di Herdonia, da una breve ricerca tra i miei libri ed ebooks, ho appreso quanto segue: L’antica città di Herdonia occupa una serie di colline situate a sud della pianura foggiana, lungo la riva destra del Carapelle, nei pressi dell’odierna cittadina di Ordona e precisamente ad ovest di questa, là dove va a finire dolcemente l’altopiano di Ascoli, lungi 7 miglia da questo. Il nome della città si riscontra in diverse fonti antiche greche e latine. Esso presenta diverse varianti: le più correnti sono Herdonia e Herdoniae. Le fonti greche riportano la forma cEp~ttW61 e Ksp8wv62 Le fonti latine riportano la forma Herdonea63 (però troviamo in Livio pure l’espressione « ad Ardaneas »64 in relazione con gli avvenimenti del 214 a. C., comunemente interpretata come Herdonea) oppure Herdonia65 ; gli abitanti sono chiamati Herdonienses66; il « Liber Coloniarum » riporta due forme Herdona e Ardona; gli itinerari: Tabula Peutingeriana, itin. antonino e il gerosolimitano rispettivamente hanno Herdonia, Erdonias, Serdonis. Alcuni autori attribuiscono alla città le monete con la leggenda L~EP, come pure l’emissione con la leggenda~APAQ databile al IV sec. a. C. e quelle contemporanee con la leggenda EP~ANQN (oppure APz~ANQN); altre monete, datate al III sec. a. C. e presentanti nel campo la lettera H, sono, qualche volta, attribuite a Ordona67. L’origine del nome è stata variamente interpretata: secondo alcuni è nome osco-sabellico; recentemente invece, si è parlato di una consonanza illyrico - iapygio – messapica68. Un’ipotesi interessante è quella del Calderone il quale identifica i ~p~to~ menzionati in una iscrizione del VI sec. a. C. trovata ad Olimpia con gli abitanti di Herdonia69. Se questa ipotesi si dimostrerà esatta si potrà in avvenire dire qualche cosa in più sulla città dauna, in un periodo anteriore alla seconda guerra punica. (tratto da: "Tre centri dell'antica Daunia. Salapia – Herdonea – Ausculum" di Meluta D. Marin, in La Capitanata - Quadrimestrale della Biblioteca Provinciale di Foggia Anno VII (1969) - Parte prima) Ora, voglio esporvi alcune idee. Sottolineo che le mie sono solo ipotesi, alquanto fantasiose, e non hanno alcuna pretesa di scientificità. Leggendo due testi di Stazio, in particolare "Storia monetaria dell'Italia preromana" (1978) e "Modelli di gestione del territorio delle poleis italiote e siceliote nella documentazione numismatica" (1995), emerge che la teoria dei dioboli Athena/Herakles come "emissione federale" va rivista. Infatti questi tipi furono coniati in numerosi centri italici in aree lontane ed isolate dalla Lega Italiota, come i centri Peuceti di: Kailia (Ceglie del Campo) e Rubi (Ruvo di Puglia), e quelli Dauni di: Teate (Chieti) e, appunto, i dioboli già visti di Arpi (Arpinova) ed Herdonia (Ordona). Accanto a questi sono da considerare degli oboli, attribuiti al misterioso centro di Pitanatan, probabilmente un centro sannitico sotto l'influenza di Taranto, una sorta di avamposto di frontiera con la funzione di controllare l'avanzata dei romani verso sud. Questi oboli mostrano al R/ proprio il tipo di cui ci stiamo occupando: Come dicevo, i tipi Athena/Herakles ricorrono in coniazioni lontane ed estranee alla Lega Italiota. Dunque i nostri dioboli, piuttosto che moneta federale, andrebbero considerati come monete strumento di penetrazione economica di traffici e di rapporti con i popoli italici della antica Apulia. Citando Stazio: "Visto in questa luce, il problema dei dioboli non va più limitato all'ambito ristretto della monetazione di Taranto o di Heraklea o a quello più ampio, ma anch'esso circoscritto, di un esperimento di emissioni federali di città italiote, ma deve essere considerato nel quadro, ben più complesso e articolato, dei rapporti tra l'ambiente greco e quello indigeno, che proprio in quest'epoca (tra IV e III sec. a.C.) appaiono particolarmente stretti e vivaci". Tornando a Herdonia, ho fatto uno screen da google heart, che mette in luce come il centro antico fosse situato in una posizione strategica... sulla riva destra del fiume Carapelle, punto di passaggio verso sud per chi, come i romani, provenisse da ovest dopo aver attraversato gli appennini. Questa carta tratta dall'articolo "Tra Ausculum e Herdonia: i paesaggi di età daunia e romana della Valle del Carapelle" (Goffredo-Ficco 2009), rende ancora meglio l'idea: L'importanza strategica del fiume Carapelle (è il caso di ricordare che proprio nei pressi del fiume si svolgerà la decisiva battaglia di Ascoli Satriano tra romani e Pirro.) è attestata dal ponte che i romani vi costruiranno in seguito, proprio a Herdonia, dove passerà la via Traiana (che ricalcava nel suo decorso nel nord della puglia precedenti tracciati percorsi dai Dauni). Questa immagine (tratta dall'articolo di Meluta D. Marin del 1969), in cui ho evidenziato con due pallini rossi Arpi ed Herdonia, e con una freccia il fiume Carapele che arriva dall'appennino, mostra gli antichi tracciati stradali della Daunia Antica, prima della conquista romana: Considerato ciò, non possiamo immaginare che Taranto abbia fatto uso di milizie mercenarie dai suddetti centri per arginare l'avanzata dei romani prima che questi fondassero Venusia e dilagassero nel nord della Puglia? Mi sembra interessante a questo proposito quanto scrive Alberto D'Andrea nel volumetto "Le monete della Daunia", a proposito dei dioboli attribuiti a Herdonia: "(la moneta) tipologicamente è ascrivibile alle emissioni tarantine e, soprattutto, ai centri ad essa federati o assoldati come mercenariato, per cui, come per emissioni analoghe, potrebbe benissimo essere stata battuta a Taranto o in qualche accampamento militare e destinate alle milizie di Herdonia". La tesi del D'andrea, per quanto ardita, mi pare piuttosto affascinante. Egli in pratica propone l'ipotesi che i dioboli di Herdonia, così come quelli di Arpi, di Kailia, ecc., siano stati coniati a Taranto e destinati a truppe mercenarie italiche provenienti dai centri a cui gli etnici si riferiscono, come "monete personalizzate per le varie brigate". Che fossero questi i "rapporti particolarmente stretti e vivaci" a cui accenna Stazio senza sbilanciarsi oltre? Chiudo con una ulteriore suggestione a sostegno di questa spericolata ipotesi "mercenariale", che mi rendo conto essere ai limiti dell'improponibile, ma mi intriga molto. Che io sappia, ma potrei anche sbagliarmi, i tipi Athena/Herakles sui dioboli appaiono, come abbiamo visto, su centri indigeni di Daunia e Peucezia, ma non appaiono su alcuna moneta coniata in Messapia. Ettore De Julis nel suo bel libro "Magna Grecia - L'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana", cita a pag 219 un passo di Strabone che riferisce come, presumibilmente alla fine del IV a.C., "i Tarantini combatterono per Heraclea contro i Messapi, avendo come alleati il re dei Dauni e quello dei Peuceti".1 punto
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Libro arrivato anche a me, ringrazio autori ed editore della fiducia accordatami in quanto ho effettuato il pagamento solo stamani ed oggi mi è già arrivato, segno che l'avevano già spedito. Grazie, saluti Marfir :hi:1 punto
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Impero Romano. Alessandro Severo (222-235). Sesterzio. D/ IMP SEV ALEXANDER AVG. Busto laureato a destra, con drappeggio sulla spalla sinistra. R/ IVSTITIA AVGVSTI SC. Iustitia seduta a sinistra tiene patera e scettro. RIC 563. AE. g. 17.18 mm. 29.00 R.1 punto
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Ora, non prendermi per ignorante, ma non credo di aver afferrato... Top leggi questo articolo..troverai tutto su AEQUITI http://www.forumancientcoins.com/numiswiki/view.asp?key=aeqviti1 punto
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Sicuramente. In ogni caso, riguardo alla moneta in questione, non si può sapere. Con Monaco non puoi. Fino a due giorni fa si trovava a 180 €, ora è quasi raddoppiata. Domani? Magari torna a 200 €, magari va a 400 €. E' una lotteria.1 punto
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Buongiorno a tutti libro appena ricevuto,per cui ringrazio l'Editore e gli Autori,in particolar modo Simone per il coordinamento dell'ordine!1 punto
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Per essere in carattere col sito posto solo la medaglia di un ESPOSTO senza fare la storia della ruota.1 punto
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Facendo cosi' si rischia di avere un elenco sterminato dove alla fine diverrebbe difficile trovare l' informazione voluta Sarebbe meglio man mano renderlo indicizzato1 punto
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deve essere un double tournois di Gaston, mi sembra di vedere la G iniziale del nome.... la data è 165? non capisco però l'ultimo numero...1 punto
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Zecca di Messina,due piccioli battuti sotto Filippo II (1556-1598),Spahr,127,sul D/ Nel campo c'è la corona fogliata,si vede male perchè la moneta è ribattuta!Ciao Borgho.1 punto
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Un FURTO in piena regola! E dico di più : E' inaccettabile che sfruttino così tanto l'ignoranza dei turisti di tutto il mondo. Quando andai a Roma i prezzi per le coincard erano quelli.1 punto
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Aribuona sera al Forum ed a te, permettimi il tu, p.o.p. e consentimi ...obbiettivo da raggiungere; mi trova concorde ...sperare che una collezione non si riesca mai a completare; no ...sapere che una collezione quando è terminata è più una sconfitta che una vittoria; meno che mai ...che è un gioco divertente; può essere; ma più serio ed impegnativo di quanto a prima vista possa sembrare, un gioco comunque che implica la conoscenza di moltissimi campi del sapere ed aggiungerei: a buon livello Scusami il diniego; ma perchè così pessimista nei confronti di questa scienza? Se tu pensi un attimo al binomio " Dal generale al particolare e dal particolare al generale" dovrebbe essere matematico che: fissato un obbiettivo lo si debba raggiungere e dev'essere motivo di gaudio aver terminato il percorso frefissato, poi " Se più immense cime, innansi, intoro, sovrastammi ancora..." è un altro discorso; si riparte con rinnovato slancio, non ti pare? Dai un pò più d'ottimismo: la numismatica non è bella è meravigliosa e come certi rotoloni... non finisce mai Un saluto da cesare augusto1 punto
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Sì, l'ultimo è un 1, adesso si vede abbastanza bene, aveva ragione Savoiardo. la penultima potrebeb essere uno zero ma anche un 9. E' con buona probabilità 1591 o 1601.1 punto
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direi 1611... anche se la seconda cifra subito mi è parsa un 5... ma le ultime due paiono due 1...1 punto
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VINCENZO I° GONZAGA - non si legge la data...... ?? http://catalogo-mant...oneta/MN-VI1/111 punto
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Numismatica Varesi Clelio & C – Asta nr.5 10 e 11 aprile 1986 - Pavia Vendita con numerose prove del regno d’Italia mancanti nel Pagani Prove e Progetti1 punto
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A me piacciono i 2 euro finlandesi del 2004 e la commemorativa italiana del 2008 penso sia le più bella... almeno a vederne i disegni1 punto
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