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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/17/12 in tutte le aree

  1. Quanti personaggi, quante storie da raccontare del mondo numismatico,basta guardare e osservare e poi raccontare ! Un giorno un utente molto bravo di Lamoneta, spero non fosse una minaccia, mi ha detto scherzando un giorno parlo di te in piazzetta, sono sicuro che saresti bravissimo gli rispondo, l'importante è che però non sia un "coccodrillo " ;) ! Amo il mattino presto uscire col mio cane ,in quelle ore posso vedere il mondo di quelle ore, ci sono i netturbini che passano e caricano i sacchi dai bidoni ; Charlie, il mio cane, che è forse anche più sveglio del sottoscritto, avvistava quasi tutte le mattine uno strano tizio che passava con un carrello della spesa a rotelle bello grande, apre tutti i contenitori della spazzatura, guarda,rovista, qualche volta prende, spesso richiude ; lo riguardiamo meglio, apre essenzialmente quelli della carta e gira tutti i palazzi, credo faccia un giro abituale tutti i giorni dei carichi della spazzatura. Rimango con le mie perplessità, una domenica mattina andando al Cordusio, me lo ritrovo a fianco seduto sul metrò col suo carrello enorme, inizia a parlare, ascolto, mi dice che tutte le domeniche andava al Cordusio a vendere ; vendere che gli dico ? Quello che trovo,riviste,vecchi libri, cartoline,libri di numismatica e storia,oggettini di antiquariato, il posto giusto è quello. E come li trova gli chiedo ? Lei non sa cosa si trova ( ovviamente non parla dei bidoni della spazzatura), quando ci sono traslochi, sgomberi soffitte, cantine, quando muore qualcuno e sono disposti gli eredi a buttare via; quante cose ho salvato e riciclato ; lo rivedo poi al Cordusio altre volte, ci salutiamo, vende la sua merce, in realtà lo conoscono tutti. Buona fortuna cercacultura, ma aggiungerei anche salvacultura ! Il Maestro era un personaggio del quartiere lo conoscevano credo tutti, intanto non era un Maestro ma tutti lo chiamavano così, fu nella vita un dipendente,ora in pensione, un piccolo-medio borghese, una volta si diceva così, oggi forse un nuovo povero; girava vestito tutto dimesso, trascurato, dimesso,certo il look non era il problema della sua vita,ma quando apriva bocca allora si capiva perchè lo chiamavano il Maestro, storia,cultura,scienza ma soprattutto numismatica,affabulava e dissertava con padronanza di tutto ; il Maestro viveva per la Numismatica sapeva tutto, studiava, leggeva, non era certo laureato,aveva fatto tutto da solo. Ma il suo quasi unico pensiero erano le monete, collezionava e che monete collezionava ! C'era però un piccolo problema il Maestro aveva pochi soldi e tutti quelli che aveva li spendeva per queste splendide monete. Sacrificava tutto per questo, la moglie credo che ormai fosse rassegnata, nessun lusso, niente macchine, niente vestiti firmati, poche vacanze, nessuna concessione, lui risparmiava e poi comprava. Mi ricordo quando si mise in testa di comprare un ducato d'oro di Milano di Galezza Maria Sforza, gli dissi lascia stare,vai qualche giorno via, fatti un viaggio, parole ovviamente al vento ; un giorno mi disse che era riuscito, l'aveva comprato. Il Maestro era un personaggio,aveva deciso di vivere a torto o a ragione per la numismatica, per le sue monete che amava e coccolava come dei figli,era fatto così ; mi risulta però che ci sia comunque anche qualche altro integralista o talebano del collezionismo, forse non a questi livelli, ma c'è. Ripensandoci al momento lo ritenevo onestamente insensato, oggi però qualche riflessione diversa potrebbe esser fatta , valgono di più le sue monete d'oro belle,certificate, comprate tanti anni fa o degli euro depositati in banca ? Forse ci aveva visto giusto lui, magari inconsapevolmente, la moglie credo che oggi possa rispondere al quesito. Due personaggi, due storie numismatiche, tristi, forse sì, forse neanche troppo,indubbiamente particolari, da essere raccontate, due storie vere, da riflessione. Anche il cercacultura o salvacultura e il Maestro, personaggi incredibili, hanno diritto di essere ricordati e raccontati, anche loro fanno parte di questo mondo, personaggi dei nostri tempi, dell'anno 2012, della crisi, dell'euro, di un mondo in totale cambiamento.
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  2. UN MOTIVO MICENEO SU TETRADRAMMI DI KATANA Da tempo mi aveva colpito un particolare dettaglio presente su un gruppo dei primi tetradrammi di Katana, emessi intorno al 470-460 a.C., caratterizzati da un toro androprosopo (ossia con testa umana) al passo lento oppure di corsa concitata al diritto e da Nike vestita da peplo, per lo più in atto di incedere a sinistra o a destra. Sopra il toro, in diversi conii, è possibile cogliere una particolare figura, che vagamente richiama la solita Nike alata in volo, ma che in questo caso è rappresentato dal satiro Sileno, che con una lunga coda equina accenna a un concitato movimento, con le braccia protese e le mani accennanti. Tra le zampe del toro si nota generalmente una pistrix. Mentre rovistavo tra le mie centinaia di fotocopie di studi sulla monetazione siceliota, ho trovato casualmente uno studio di Aldina Cutroni Tusa, “Sopravvivenza di un motivo miceneo su monete siceliote”, Atti e Memorie del I Congresso Internazionale di Micenologia (Roma, 27 settembre – 3 ottobre 1967), Roma 1968, p. 266-274 + 2 tavole, che esamina proprio tale dettaglio. Per l’autrice il motivo del Sileno sopra il toro sembra rifarsi alla corrida incruente o tauromachia, nota istituzione di antica civiltà minoica, presente soprattutto a Creta. (continua)
    2 punti
  3. Ma ...!!!! ho ghjua mi voli imparzzirmi ...ecco 100 g e piu di queste .;incu i culori genuvesi .. :rofl:
    2 punti
  4. Anche a me dispiace avere i buchi in collezione per quanto riguarda le monete di Monaco, però a certi prezzi di vendita e di emissione non posso fare altrimenti. Nella vita ci sono molte spese che si devono affrontare, anche più importanti delle monete. Non serve a nulla che la BCE imponga a Monaco di emettere del circolante o meno, anzi questo serve ancora di più a fare spculazione e cassa perchè è come autorizzarla in pieno a comportarsi come vediamo, le monete non escono dalle banche e dal principato, la BCE con questa mossa ha peggiorato solo la situazione. Finchè la BCE a Monaco non interviene regolando la tiratura e la POLITICA DI DISTRIBUZIONE, NON SE NE ESCE. E' la politica di distribuzione che è sbagliata. Bisogna intervenire regolando le vendite ai collezionisti privati tramite modulo, come avviene per San Marino e Vaticano, e imponendo che una certa parte di monete in rotolino esca dal principato, VERIFICANDO CHE ESCA DAVVERO. Io però penso che alla BCE convenga in qualche modo lasciare fare Monaco, perchè la BCE con Monaco non è mai intervenuta pesantemente a gamba tesa, è sempre stato uno specchio per le allodole, basta guarda che succede nel principato. Il circuito di F1 di Monaco si trova in strade cittadine. E' altamente fuori regola e pericoloso, in nessun altro stato si potrebbe fare, immaginatevi se nelle vostre città dove abitate darebbero il permesso per farlo, eppure a Monaco, la F1 si corre e nessuno dice niente. D'ALTRA PARTE, DOVE CI SONO I SOLDI, TUTTI INTASCANO E CHIUDONO ENTRAMBI GLI OCCHI. Questo per spiegarvi che qualcosa di simile accade anche per le monete.
    1 punto
  5. Per quanto riguarda la risoluzione faccio un esempio pratico: Consideriamo il quadrato che contiene (circoscrive) il cerchio ovvero la moneta Ovvio che diametro della moneta e lato del quadrato sono uguali, quindi ragioniamo sul quadrato, (poi volendo puoi ritagliare solo la moneta) Il diametro reale della moneta è 38 mm supponiamo che vuoi stampare con una stampante domestica con una buona risoluzione una buona risoluzione per una stampante domestica è 300 pixel per pollice; un pollice corrisponde a 2,5 cm quindi possiamo dire 120 pixel per cm. Visto che la moneta è 3,8 cm hai bisogno di 3,8x120= 456 pixel per lato, quindi hai bisogno di un immagine di 456x456 pixel, ovvero guarda caso proprio l'immagine che ho postato ;) Se dovessi stampare in modo professionale magari a 600 pixel per pollice che equivalgono a 240 pixel per cm avresti bisogno di un'immagine di dimensione 3,8x240= 912 pixel per lato, un calcolo superfluo visto che se vuoi il doppio di pixel per cm basta raddoppiare il lato.... Che risoluzione deve avere la fotocamera? per ottenere un'immagine di 900x900 basterebbe anche una 2megapixel che ti da immagini 1600x1200 ma dovresti usare un ottimo macro, visto che dovresti usare l'intero campo... L'ideale sarebbe come detto da Tiberivs una buona reflex, con un buon macro, almeno da 5 megapixel che ti dia un quadrato utile superiore alla risoluzione che calcolerai in base al diametro della moneta. L'importante è che la risoluzione ottenuta non sia inferiore a quella calcolata in modo da non perdere in qualità quando la riduci alla dimensione esatta calcolata. Per inciso a ridurre la risoluzione di una foto con un programma di foto ritocco non si perde in qualità, ingrandendola si. Spero di essere riuscito a spiegarmi Come disse il paracadute: "Non so se mi spiego..."
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  6. ma per piacere...... è come dire boicottiamo gli europei di calcio perchè hanno sterminato migliaia di cani. io coi cani ci sono cresciuto. ho tre dobermann in casa e potrei andare in galera se per strada vedo uno cvhe tortura una cane....ma di qui a chiedermi di perdermi il piacere di godermi una manifestazione sportiva del genere ne passa.... Le battaglie vanno combattute diversamente. Iniziamo a raccogliere centomila firme e le mandiamo a chi di dovere?? sono sicuro che nemmeno per una cosa del genere così semplice risuciamo ad essere più di un migliaio... Quel che voglio dire è che la sofferenza del singolo che si priva della moneta per obiezione di coscienza alla speculazione è RISPETTABILE IN PIENO... ma di qui a pensare che serva a qualcosa ne passa.... Se poi non si considera eticamente giusto spendere così tanto per un 2 euro è un altro paio di maniche ma allora ci si pone degli obiettivi ovvero non colleziono le 2 euro commemorative ma le 2 euro commemorative sotto i 40 euro....30 euro....10 euro... quello che pare e piace...tutto qui... Fare i masochisti e sbandierarlo a gran voce non serve proprio a nulla...se non a far sapere che si ha una collezione incompleta...salvo essersi posti obiettivi personalissimi per la propria collezione come gli esempi fatti poco fa... ciao a tutti!!!
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  7. Davvero interessante! Oltre a S. Angelo Muxaro è esistito un altro insediamento che rivela stretti rapporti con il mondo miceneo. Si tratta della cultura di Thapsos, fiorita tra il 1500/1400 e il 1200 a.C sulla penisola di Magnisi. Sono state ritrovate tombe a pianta circolare scavate (a tholos) nella roccia con corredi consistenti in ceramica e armi di origine micenea, nonchè un'imponente cinta muraria che rimanderebbe alle grandi fortifizazioni di Micene. Oltretutto, a un'originaria fase insediativa caratterizzata da capanne circolari, segue uno sviluppo proto-urbano, segno di una chiara influenza esterna. Tenendo conto che Thapsos si trovava sulla costa orientale dell'isola ed è a stretto contatto con il mare, mi piace tantissimo questa interpretazione! :)
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  8. Visto che stiamo parlando di te, cara Giovanna, da " filosofo "nominato ormai sul campo, devo dire che tu incarni completamente cosa vuol dire essere in un forum,viverlo,conoscere le sue dinamiche e i suoi partecipanti,il forum è una comunità, una grande famiglia,almeno così dovrebbe essere e in effetti direi che Lamoneta lo è ; come in tutte le famiglie si condividono gioie,felicità, risultati raggiunti,tristezze,malinconie, anche qualche diverbio come nelle famiglie normali, ma poi ritorna sempre il sereno. Credo che tu più di ogni altro qui sul forum incarni tutto questo, tu sei il forum,il forum è anche la tua famiglia, tu l'hai capito e te ne siamo grati tutti ! Però adesso non montarti la testa dopo queste parole ! :good: Un abbraccio, Mario
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  9. Per il momento mi accontento di questa monetina, poi chi lo sa... :) Bhe credo che in ogni moneta valga di più se in alta conservazione, ma poi ogni scarrafone è bello a mamma sua! :D
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  10. Ok, allora provo a buttarmi anche sui gradi di conservazione: 1881 S siamo intorno all'MS 60- corrispondente al nostro qFDC 1886 conservazione AU, il rovescio meglio del diritto comunque.... 1887 Conservazione MS 65 per me, quindi corrispondente al nostro FDC pieno, davvero una bellissima moneta, ma a mio avviso non è un vero Fondo a Specchio, ma probabilmente uno dei primi esemplari usciti dal conio, in modo da dare solo l'apparenza del Fondo a Specchio, come succede anche per alcune delle nostre Caravelle..... 1896 La meno bella del lotto, tuttavia sempre molto gradevole......diciamo che si avvicina all'AU, ma non lo raggiunge. Per quanto concerne il valore, ti dico quello che le pagherei io, secondo gli attuali prezzi di mercato: 1881 S 45/50 euro; 1886 40 euro; 1887 80/90 euro; 1896 35 euro.........spero di essere stato di aiuto...... ;)
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  11. Ti hanno fregato!!! :aggressive: ieri mi sono recato in un negozio di numismatica e vedendo la stessa moneta a 5€ certificata bolaffi ho deciso di comprarla ma il negoziante vedendo la mia giovane età si è intenerito e me la ha regalata... :pardon: e, pensa che era conservata anche meglio... il che conta, nonostante che sia una moneta comunissima... :good: :hi: Nik Hai verificato che non sia di cioccolata? :) scherzi a parte, ti consiglierei, prima di arrivare a certe conclusioni così affrettate, di fare un pò di esperienza :), la moneta di tonycamp1978 è in alta conservazione e a mio parere vale circa un centinaio di euro, percui è stato sicuramente un ottimo acquisto e di certo non una fregatura. Prova a postare le foto della moneta che ti è stata regalata. Saluti, Luca
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  12. Salve. Forse un'imitativa balcanica che voleva riprodurre questo dupondio: http://www.acsearch.....html?id=116938
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  13. mi sembrerebbe bizantina sopra credo si intraveda la figura di cristo piu` che dell imperatore magari un emissione tarda tra il 700 e il 1000 significativa la patina del deserto , che ti restringe il campo alle zecche orientali bizantine i think , i believe the portrait could be christ rather than the emperor, so i d suggest an issue between 700 and 1000 ad the desert patina is also significant , and it restricts your field of action to the eastern mints
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  14. Ciao Marmo87, anzitutto complimenti per le belle foto, personalmente le monete mi sembrano tutte autentiche (ed il peso conferma questa idea) ed in ottimo stato di conservazione. Si tratta di date e segni di zecca comuni, e non è difficile trovare questi Morgan in alta conservazione, dato che molti non circolarono affatto ma erano stipati nei caveau della banche, pertanto non ti aspettare dei grandi valori, tuttavia si tratta di ottimi esemplari ed in particolare il 1887 è spettacolare. Dopo pranzo cercherò di darti anche la mia idea sullo stato di conservazione con la scala di valutazione USA.....adesso però scappo al mare.......:D
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  15. saluti gg....contento sentirti....... :lol: ....di quelli castagni chi ne sono tanti piedi come quelli........20 o 25 ne quel posto dove o preso le foto........anno cacciato la fame a famiglie intere....con la sua farina......le castagne si metevano a seccare su una data,ne un casello.....il fuocco si meteva dal rdc,senza fiare,fatto di pezzi di castagno secco,ributi delle pulizzie e intretienne degli alberi.......su quel fuocco,si meteva l'alambico,per produre la grappa di resti di uva......dopo vendemie,castagne........era tutto una succezione........di fatti al greo delle stagione.... :lol: ...doppo aver seccatto......si battivanno a mano su un troppu,coperto di una pelle de cinghiale. ;) .le castagne seccate erano messe pocco a pocco ne una calza di 60 cm,fatta di tissutto grossolano,abbastanza resistente...certe volte strappava,e quelle castagne,voltolavanno in aria.. :lol: .giornate sane,risonavanno i colpi come tamburi ne tutta la vale...alla fine,quella pele di cinghiale,spellatta,era dinventata cuoio.. :lol: .le done,aspettavanno per pulirle con un staccio particolare.. :D ..le piu mole(mulonni)eranno riservate per l'animali.....e exclude per portarle dal mulinaio,perche incrassavanno la rota del mulino...le altre,erranno passatte al forno a legno,e portate dopo al mulinaio.......ne so qualcosa,chi o provatto parrecci anni.......battere,con bevendo grappa fresca......al suono dei tamburi.......e qualcosa di unico....malorosamente,sparito oggi..!! :( ...i battitori rimpiazzatti da machine piu performante....bracci,non ci ne piu...!!!!.. :angry: ..ma mi sono lasciato prendere la mano dalla nostalgia....!!!!! :huh: riveniamo a l'eucaliptus.......qui,era piantato per allontanare le zinzare.....nel 1830....dicevanno che era neccessario per combaterre il paludismo...!! :mellow:
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  16. Sinceramente non vedo dove stia il distinguo tra monete da pulire e monete da lasciar patinare... Ognuno in collezione può mettere quello ch gli pare anche le once patinate..non è che pulita brillante vale di più (anzi!aggiungerei)... De gustibus, ma ogni cosa va fatta con criterio, non certo con il sidol o con il dentifricio o i bagni in acqua bollente e sale grosso/bicarbonato/aceto
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  17. i soldi son fatti per spendere , non per investire tanto nessuno ha mai fatto le casse da morto con le tasche
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  18. Sì, delle lettere al R/ non ne vedo traccia, se non di quei scarabocchi a ore 10. Per me è imitativa.
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  19. E' politica non c'entra nulla con la Numismatica!!!!
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  20. Ecco, questo è proprio quello che genera la proliferazione di tanti termini: confusione.
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  21. Caro Massimo, è senz'altro apprezzabile la tua trasparenza e voglia di metterti in gioco, ma non credi che sarebbe meglio, per un commerciante, evitare di avere "proprie motivazioni tecniche" (specie se a volte possono essere soggettive come in questo caso), per attenersi invece a delle definizioni già consolidate e navigate da tempo? Così evitiamo confusione di termini, e maggiore semplicità... Poi, come è stato giustamente detto, la perizia va via e quello che c'era scritto si dimentica, però mettere in campo altri termini nella già vasta giungla di definizioni che ci sono (molte delle quali ridondanti) credo generi solo confusione, specie a chi si si affaccia da poco in questo settore. Una definizione del tipo "moneta in perfetto stato zecca, dagli ottimi rilievi e dal lustro intatto", non rendeva comunque l'idea? Cordiali saluti Fabrizio
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  22. "Quoto" sia la considerazione che l'auspicio
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  23. Ciao, purtroppo il tuo 10 tornesi ha oramai l'effigie e le leggende parzialmente illeggibili. Penso che non arrivi a B. Resta la soddisfazione di avere un importante pezzo di storia numismatica tra le mani.
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  24. Taglio: 1 cent Paese: italia Anno: 2011 Città: sanremo (IM) data: giugno 2012 Note: x15
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  25. Katane (Zecca di emissione di età arcaica e classica) * * * * * Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Katane 1. Siti esterni a LaMoneta.it: Monete di Katane in Wildwinds.com Monete di Katane - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink Monete di Katane – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible Le monete di Katane con relativi passaggi in asta: in acsearch.info in coinarchives.com * * * * * 2. Discussioni monografiche su Katane nella Sezione Monete greche: Sicilia Copia dell’articolo di Christof Boehringer “Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr.” – in tedesco Viene qui postata, divisa in otto parti, copia dell’interessante articolo pubblicato dal prof. Christof Boehringer sulla Rivista Numismatica Svizzera, dal titolo: Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr. L’articolo che permette di definire meglio la sequenza e la cronologia delle bellissime emissioni di Katana nel V secolo a.C. è in tedesco. Traduzione in italiano dell’articolo di Christof Boehringer “Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr.” Qui viene proposta la traduzione in italiano della parte inerente le monete catanesi, gli aspetti storici della polis e le fonti letterarie, del pregevole articolo del Prof. Christof Boheringer “Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr. (p. 5-18 e 2 tavole)”, fondamentale per avere migliori conoscenze sulle emissioni catanesi coniate nell’ultimo decennio del V secolo a.C.. LITRE E SOTTOMULTIPLI DI KATANA NEL V SEC. a.C. Questa discussione risulta incentrata specificatamente sulle litre emesse da Katana nel corso del V secolo a.C., con i relativi sottomultipli, iniziando con il primo tentativo della loro sistemazione effettuato dal prof. C. Boehringer, in un articolo intitolato “Kataneische Probleme: Silberne Kleinstmünzen”, pubblicato sugli Atti del 9° Congresso Internazionale di Numismatica, Berna, Settembre 1979 (a pagine 71-83 e tavole 6-8). La discussione prosegue illustrando in maniera più schematica e in ordine cronologico tali frazionali, corredando con immagini tratte dalle sue tavole. Infine, si analizzano i nuovi esemplari comparsi nelle varie aste dopo la pubblicazione del lavoro sugli Atti (nel 1982). Provate ora a testare le vostre conoscenze e a classificare questa litra di Katane, 0,75 g. A quale periodo appartiene secondo la classificazione proposta dal prof. Christof Boehringer? KATANA tetradramma con testa frontale tipo Gulbenkian 192. Le vicende del dr. Weiss che hanno portato al sequestro di due lotti della sua eccezionale collezione nell'asta Triton XV del 4 gennaio 2012, hanno altresì permesso di mettere in evidenza una delle monete più belle in assoluto prodotte dai Greci della Sicilia: il decadramma coniato ad Akragas (Agrigento) intorno al 410 a.C. (Vedi in Akragas, qui). Assieme al decadramma fu sequestrato anche un tetradramma di Katane, lotto n. 1009, probabilmente con le stesse motivazioni del decadramma e cioè sospettate di essere ambedue monete di recente ritrovamento clandestino in Sicilia (con conseguente accusa di ricettazione e importazione clandestina in USA). La discussione si apre su alcuni dubbi espressi da Acraf e condivisi dal prof. Boehringer (massimo studioso sulla monetazione di Katane e che conosce tutti gli esemplari noti di questa particolare coppia di conii), pur ovviamente rimandando a un esame diretto per una corretta valutazione della moneta. Si postano per un agevole confronto le immagini dell’esemplare della collezione Weiss, e poi alcuni esemplari di sicura autenticità e alcuni con antico e valido pedigree. * * * * * 3. Post all’interno della “storica” discussione Obolichepassione Tra fondazioni, sinecismi e rifondazioni… si ripropone anche qui, nell’Indice, il fitto intreccio di rimandi/confronti tra la storia e la monetazione delle zecche di Katane e Aitna… Un esemplare di Litra di Aitna con Silenocoronato d’edera/ fulmen alato, AI TN. Il celeberrimo tetra di Aitna viene attribuito da Boheringer (Boehringer, C. 1968 Hieron’s Aitna und das Hieroneion. Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte 18: 67–98) all'incirca al quinquennio 465-460 aC., compreso tra la morte di Hierone e la rifondazione della città ad Inessa. Il primo tetradramma di Naxos risale all'incirca al 461 aC (anno in cui i Nassii, trasferiti da Hierone a Leontini, riprendono possesso della loro citta' natale, occasione per la quale si ipotizza il famoso tetradramma venne coniato) e presenta delle similitudini stilistiche e artistiche evidenti con il tetra di Aitna. Stilisticamente le figure di Sileno e di Dioniso, ambedue con la testa cinta da tralci di vite la resa dei ritratti e il particolare della barba che fuoriesce dal tondello (quasi un segno distintivo del "maestro di Aitna", richiamano l'idea di una resa particolarmente simile per le due monete. In passato Rizzo e de Callatay hanno sostenuto tale ipotesi. (….) Le immagini dei due tetradrammi di Naxos e Aitna a confronto. Link alla discussione della sezione Monete greche di Sicilia, che indaga l’ipotesi del Rizzo sulle similitudini stilistiche e artistiche evidenti con il tetra di Aitna del primo tetradramma di Naxos risale all'incirca al 461 a.C. Litra di Aitna con Sileno coronato d’edera/ fulmen alato, AI TN: un ulteriore esemplare, di miglior conservazione. Alcune riflessioni sulla figura del Sileno effigiato sulle frazioni di Aitna e Katane. Perché sulla litra di Aitna (e sul tetra ...) viene ripreso il Sileno coronato d'edera che rimanda più ad una atmosfera tipicamente dionisiaca propria di Naxos???? La simbologia del fulmen alato - quale attributo principale di Zeus - non richiama solo al culto di Zeus tanto caro ai Dinomenidi ma, in maniera certo più insolita per l'epoca, anche al suo artefice: il fabbro Efesto e le sue fucine sull'Etna... Richiamo all’atmosfera dionisiaca..., come una scena di un dramma satiresco, effigiata sul cratere attico a figure rosse del 480-470 a.C. di Sabucina, visibile al Museo di Caltanissetta: Satiri coronati d'edera associati in maniera del tutto insolita con un Efesto dal Pileo incoronato d'edera e intento a forgiare una coppa per Dioniso nella sua fucina ... (tutto risulterà infatti più consueto in seguito, con Euripide e il suo dramma satiresco "Il Ciclope" ambientato proprio alle falde dell'Etna con Sileno servitore di Polifemo...) Cenni agli avvenimenti politici e culturali ieroniani, tesi ad incentivare tradizioni e miti connessi al vulcano Etna, devono dunque aver avuto grande risonanza in tutta l'isola... Il celeberrimo tetra di Aitna viene attribuito da Boheringer (Boehringer, C. 1968 Hieron’s Aitna und das Hieroneion. Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte 18: 67–98) all'incirca al quinquennio 465-460 aC., compreso tra la morte di Hierone e la rifondazione della citta' ad Inessa. Perché questo stupefacente conio viene datato da Boheringer proprio DOPO la morte del tiranno Hierone… (avvenuta appunto nel 467 a.C.)??? Che è successo in quel quinquennio 465-460 aC. a Katane-Aitna e dintorni …??? Uno sguardo alle tormentate vicende del periodo. Post 149 e 150: La manifestazione taurina di Dionysos sembra riverberarsi anche sul suo esercito: la “falange cornuta” (come la definisce Nonno - Dionisiache) di esseri ibridi al seguito del dio, quali appunto Satiri e Sileni. Riflessioni sulle differenze tra satiri e sileni non è facilmente determinabili tanto che nella letteratura i due tipi sono spesso confusi. In allegato in questo post e nel seguente, un interessante excursus tra le varie fonti letterarie nelle note 36-37 relative alla Pag 174 del testo : Silens in Attic black-figure vase-painting: myth and performance - Guy Michael Hedreen (in Google Books) Il culto di Dioniso e di Sileno da Naxos (egea…) a Naxos (sicula) Tetradramma di Aitna: due ipotesi a confronto:Boheringer ritiene che il famoso tetradramma di Aitna sia stato coniato dopo la morte di Gerone. Il Rizzo sostiene invece l’ipotesi contraria e cioè che la splendida moneta sia stata coniata da Gerone quando, ripopolata la città con genti doriche, introdusse ad Aitna il nuovo culto di Zeus al posto di quello di Apollo, fondando il tempio di Zeus Aitnos ( Pind. Olymp., VI 162). Rilanciando l'ipotesi del Rizzo…, ritorno all’ Aitna Hieroniana: Hierone e l’enfasi sull’elemento dorico Aitna: la logica del nome Aitna / Aitnaion …Aietòs : una riflessione para-etimologica… Hierone e Zeus Aitnaios : tra Mito e Propaganda politica Aitna: la Città ... e il Vulcano : testimonianze nel Marmor Parium (FGrHist 239 A 52), una cronaca del 264/3 a.C che accenna ad una eruzione all’Etna nel 479-478 a-C; mentre secondo Tucidide (III 116) l’eruzione ebbe luogo nel 476-75, dunque all’epoca della fondazione di Aitna. Litra di Katane (415-404) con uno splendido ritratto di Sileno firmato Prokles / Fulmine alato con due scudi…, a conclusione di un excursus sulla figura di Sileno sulle coeve monete di Naxos: due didrammi firmati dall’incisore Prokles che ha lavorato sia a Naxos (di cui si crede fosse nativo), sia a Katane…, dell'ultimo periodo di Naxos dove al D/ Apollo Arkeghetes, il dio colonizzatore, sostituisce l’immagine di Dioniso Nell’ambito di una lunga discussione sul ritratto frontale ad Abakainon, si posta la tavola con alcuni prototipi e copie dell'Arethousa di Kimon da Motya, Katane Himera e Kamarina proviene da: "Syracusan Medallions and Their Engravers in the Light of Recent Finds" - Arthur John Evans. Katane - Dracma firmata Choirios che rappresenta Amenanos Il sublime ritratto frontale dell’Apollo di Choiron sul tetradramma di Katane... 410-404 aC .... Katane – Tetradramma 410 a.C. a firma di Herakleidas. Leu 81 Post 241-242: Confronto stilistico tra ilTetradramma a firma di Herakleidas e il ritratto frontale su una litra di Abakainon. Il secondo conio di Herakleidas (Tkalec) per confronto:in Herakleidas prevale una figura di enorme sensualità, un giovane di una bellezza terribile e sfrontata, ma attenzione non un ragazzo, bensi sempre un dio con tutta la potenza , la forza e la sicurezza che gli deriva dal lignaggio. Al suo cospetto l'uomo è ben poca cosa, fragile e caduco, tenera foglia in balia dell'imperioso vento dell'olimpo greco… Prosegue con l’immagine frontale di Arethousa sul tetradramma di Siracusa - CNG Triton XI. Litra di Aitna. Già vista nella discussione, ma non questo esemplare, particolarmente ben conservato. Focus sulle labbra imbronciate (e così sexi ... ) dell'Apollo sulla litra di Abakainon e sul tetra di Kimon… Una piacevole litra di Katane con una testa di ninfa al dritto e torocornupete sul rovescio. KATANA – LE ORIGINI: Katana fu fondata da una colonia calcidese guidata da Evarco nell'VIII secolo a.C. (….). Catana venne conquistata da Gerone nel 476aC, il primo anno dell'Olimpiade, che ne deportò l'intera popolazione nella vicina Lentini e la sostituì con 10.000 cittadini, di origine dorica provenienti da Siracusa e dal Peloponneso (questi ultimi in gran parte mercenari in cerca di un a terra ospitale). Dopo aver operato la deportazione e l'insediamento Gerone le cambio nome in AETNA. (…) SISTEMA DI MONETAZIONE: Katana esordisce con una propria monetazione non prima della conquista di Gerone, cominciando quindi a battere moneta come AETNA. La città sceglie il sistema metrologico euboico-attico, piuttosto che quello eginetico privilegiato dalle colonie calcidesi quali Naxos, Zankle, Himera, etc. (…) (….) La litra d'argento corrispondeva ad 1/10 dello statere euboico-attico, o corinzio, mentre dallo storico Polluce sappiamo che la litra veniva eguagliata all'obolo eginetico del peso di 0.90 gr. I multipli più utilizzati erano il pentalitron che equivaleva alla dracma del peso di 4.35gr., e il dekalitron , che equivaleva a dieci oboli, ed era assimilato allo statere corinzio, del peso di 8.7gr. KATANA - MONETAZIONE - PRIMA FASE 476-461aC: (…) Aitna cominciò ad emettere moneta e una delle prime emissione è il celeberrimo tetradramma con al diritto il Sileno calvo e barbuto e al rovescio lo Zeus in trono con il fulmine alato. Di questa fase si ricordano anche le numerose litre con il medesimo tipo del sileno al diritto e il fulmine alato al rovescio realizzate nello stesso stile del grande tetra. KATANA - MONETAZIONE SECONDA FASE -Periodo di transizione 461-430aC. Dopo l'abbattimento della tirannia Dinomenide, Ducezio si rivolse alla conquista di AETNA , facendola capitolare e cacciandone gli abitanti a Inessa. Liberata la loro città originaria, i Catanesi vi poterono far ritorno, lasciando Lentini dove erano stati deportati. Sulle monete emesse in questa fase compare , per la prima volta, l'originario nome della città, KATANE, e si hanno litre , oboli e frazioni ancora con i tipi del sileno/fulmine alato, proprie della fase precedente (Mirone 21-28). Vengono anche emessi tetradrammi (Mirone 12-19) con il toro androcefalo (rappresentazione del fiume Amenanos) al diritto e la nike prospiciente al rovescio. In una seconda , successiva, serie di tetradrammi compare al diritto la testa di Apollo (di profilo) con al rovescio una biga guidata da un'auriga(Mirone 30-51). KATANA - MONETAZIONE - PARTE TERZA - Periodo dell'arte finissima 430-403aC: dopo la rivincita di Siracusa sul re dei siculi Ducezio, nel 451, si aprì per la città dorica un periodo di forte espansione, culminato nella guerra con le colonie calcidesi del 431aC . Messana, Mile, Himera e Gela erano schierate a fianco della potente siracusa contro le colonie calcidesi (Katana, Naxos, Leontini, cui si era alleata anche Kamarina). Gli Ateniesi furono chiamati ben presto a dare man forte alle colonie calcidesi contro Siracusa, il cui tiranno Dionigi il vecchio però riusci a prendere, con l'inganno di Archesilao che apri le porte della città, Katana, che venne distrutta (403aC) e non si risollevò più finendo poi successivamente sotto il dominio romano. E' proprio in questo travagliato periodo che le emissioni di Katana raggiungono l'apice artistico. (…)Gli incisori che operano a Katana in questo periodo sono : Herakleidas, Khoirion, Prokles ed Eveneto. (…). Il tipo rappresentato nei grandi nominali è sempre Apollo, ritratto però di fronte, mentre per i nominali più piccoli (dracma) abbiamo il fiume Amenanos rappresentato come un giovinetto con due piccole corna (personificazione del fiume); infine per le frazioni continuiamo ad avere il tipo del sileno/fulmine alato. KATANA - MONETAZIONE - gli Incisori: HERAKLEIDAS, KHOIRION, EVENETO, PROKLES. Le tre dracme, battute a Katana, con la raffigurazione del dio fluviale Amenanos: dracma di Euainetos Le tre dracme, battute a Katana, con la raffigurazione del dio fluviale Amenanos: dracma di Herakleidas Le tre dracme, battute a Katana,con la raffigurazione del dio fluviale Amenanos: dracma di Choirion. AITNA, il D:/ della litra del noto maestro di Bruxelles:es. NAC n.18, marzo 2000, lot 73 fr.sv. 4.000. Questa moneta era valutata R5, dopo alcune apparizioni in asta degli ultimi 15 anni si potrebbe declassarla ad R4. Nota: Secondo la letteratura prevalente non ad Aitna-Katane ma ad Aitna-Inessa appartiene il tetradramma del Sileno che nel rovescio riporta la figura di Zeus Aitnaios, divinità venerata dagli etnei...quello del maestro di Bruxelles, per intenderci. Necessariamente ne consegue che la datazione di questa litra, secondo tale prevalente indirizzo, dovrebbe essere intorno al 467. a.C. …. AITNA, il R:/ con fulmine alato ed etnico AITNAI,della litra del noto maestro di Bruxelles: es. NAC n.18, marzo 2000, lot 73 fr.sv. 4.000. Prosegue la tipologia delle litre con il fulmine alato...che troveremo ancora...nei rovesci delle litre argentee di KATANA...sino alla fine del V secolo …(…) AITNA: D/ dell'emilitra 0,48g. (questa potrebbe ancora essere un R5) della su postata litra di g. 0,87 circa. Confronto con il tetra di Bruxelles: lo stile del maestro di Bruxelles è ancora leggibile. AITNA: R/ dell'emilitra 0,48g. L'etnico è leggibile: AITNAI. La litra di KATANE calcidese...in una tipologia: la prima nota (o una delle prime) per stile iconografico, coniata dalla colonia Calcidica. Qui sorge una interessante disputa tra: - l’ipotesi espressa in precedenza dall’utente Numa numa che daterebbe questa moneta intorno al 460 a.C. atteso che, per il medesimo, non sarebbe stata coniata moneta dai Calcidesi prima del rientro in città dopo il ritiro dei Siracusani. - l’ipotesi espressa dall’utente Piakos che ribadisce che, secondo altra versione, più o meno prevalente in letteratura, questa litra sarebbe l'unica coniazione calcidese del 476 a.C....cioè prima della conquista della colonia dorica. Al riguardo è concorde la descrizione della NAC...asta marzo 2000 - lotto n. 77 - che data la moneta...ante 476 a.C. Litra Katane gr 0.86, ante 476 a.C. Asta NAC marzo 2000 lotto 77 (2500 fr.sv). Rovescio della litra di Katane del post precedente. KATANE – AITNA – INESSA: Conquiste, distruzioni, deportazioni.... Diodoro Siculo e Strabone scrivono che Gerone conquistò Katane e deportò i sui abitanti a Leontini ripopolandola con greci di stirpe dorica e mutandole il nome in Aitna. Di questo evento fa eco un epinicio di Pindaro … (…) Nel 467 a.C., alla morte di Gerone, gli originari abitanti di Katane ritornarono nella loro città, cacciarono gli aitnaioi e diedero alla loro città l'originario nome. Gli aitnaioi si rifugiarono in una contrada dell'Etna chiamata Inessa mutandole il nome in Aitna. Al periodo di Aitna-Katane apparterrebbe il tetradramma con quadriga nel dritto e Zeus di profilo seduto in trono nel rovescio. Ad Aitna-Inessa appartiene invece il tetradramma del Sileno che nel rovescio riporta la figura di Zeus Aitnaios, divinità venerata dagli etnei... Ipotesi di localizzazione di Aitna/Inessa. Le fonti storiche. La fondazione di Adranon ad opera di Dionisio, nel 400 a.C. .. (…) Litra di Aitna(ANS 1239) gr. 0.69, D/: si potrà ammirare la finezza di esecuzione e comprarla al medesimo modello ripreso, più tardi, da Catana e compararne utilmente differenze stilistiche e sensibilità di interpretazione. Qui pure un secondo esemplare (ANS 1239, gr. 0.69), di artista diverso per offrire un secondo modello interpretativo. L'opinione più aggiornata in merito alla datazione del tetra del Maestro del Sileno, o meglio ancora Maestro di Aitna lo fa risalire al periodo 465-46OaC ovvero al periodo posteriore alla morte di Gerone e alla rifondazione di AITNA ad Inessa. C.Boehringer, in “1968 - Hieron’s Aitna und das Hieroneion. Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte 18: 67–98”, per la determinazione della fase di datazione si basa essenzialmente su rilievi stilistici ed ipotizza una datazione leggermente posteriore sulla base delle differenze di maturità di stile con il confronto con il tipo di tetradracma precedente (Atena che guida una quadriga/Zeus Aitnaios) che appartiene alla primissima fase di produzione di Aitna (480-475aC). Il tetra del Sileno, caratterizzato da uno stile più classico e maturo apparterrebbe, conseguentemente, ad una produzione posteriore. La seconda considerazione fatta dall'autore è la forte similitudine del tetra del Sileno con il primo tetra di produzione Nassia, per il quale conosciamo la data di emissione al 461 a.C. Il post continua con l’esposizione della tesi di Boehringer e l’analisi dei motivi che hanno portato alla sua formulazione C. Boehringer (1968) attribuisce il tetradramma con quadriga nel dritto e Zeus di profilo seduto in trono nel rovescio, dallo stile più "arcaico" e meno innovativo, alla fase iniziale di Aitna-Katane (475-470 a.C.), corrispondente alla sua fondazione. Questo tetra è anch'esso un unicum e risulterebbe ribattuto su una emissione precedente di tipologia non riconoscibile… A questo periodo appartengono anche rare dracme e litrae: qui alcuni esemplari per un confronto stilistico con il magnificente tetra e le litrae Sileno/Fulmine di Aitna-Inessa. Aitna - Litra, 0,77 g. con gambero e globetto/ruota a quattro raggi (Mont. Manca). Aitna - Tetradramma del I tipo presenta al D/ Athena con elmo di foggia arcaica e alla guida di una quadriga, incoronata da Nike. La rappresentazione potrebbe senz'altro suggerire un parallelo con le famose quadrighe effigiate sui tetradrammi di Siracusa e Leontini emessi intorno al 480 a.C , se non fosse che in questa isolata emissione di Hierone, Aitna per prima pone alla guida della quadriga cittadina un soggetto femminile, anzi una Dea: Athena. Viene riportata l’analisi operata da M.Caccamo Caltabiano (La moneta e la rappresentazione gerarchica del potere) che così ne spiega la presenza: "Ancora diversa appare la situazione nella vicina città di Aitna, fondata da Hiaron, il secondo dei Dinomenidi. Il re designato era Dinomene, figlio del tiranno siracusano, che portava il nome del nonno ed era ancora un bambino. Si spiega così come a guida della quadriga di Aitna non ci sia lo stesso auriga della quadriga di Siracusa e di Leontinoi ma Athena, la dea che tradizionalmente interviene a soccorrere nei pericoli e nella battaglia gli eroi evocati dalla poesia omerica. Il piccolo Dinomene, re bambino, viene rappresentato solo sul nominale inferiore, la dracma : la sua regalità e la legittimità del suo comando derivano direttamente da Zeus, rappresentato sul rovescio sia dei tetradrammi che delle dracme”. Aitna: dracma Il Manganaro sottolinea la comune derivazione dello Zeus Aitnaios di Aitna e dello Zeus Soter di Galaria (sulle litre argentee della I serie, 460 a. C. circa) dallo Zeus Lykaios e dallo Zeus Olympios di emissioni arcadiche ed elee… Galaria – litra della I serie AITNA INESSA MONETAZIONE del I PERIODO (463-452 a.C.): durante l'occupazione da parte dei profughi dorici (risparmiati dalla cavalleria di Ducezio per non irritare ulteriormente Siracusa…) provenienti da Katane-Aitna tornata calcidese. I greci di Aitna-Inessa continuarono a considerare Ierone come ecista (Strabone, VI, 2, 3, C268) e suo figlio Dinomene rimase loro sovrano (Diodoro XI, 91, 1). Le diverse attribuzioni del tetradramma Sileno/Zeus Aitnaios (ipotesi Boehringer/Rizzo) sono tuttora oggetto di dibattito. Si riassumono le tesi già esposte nei post precedenti al fine di maturare una più consapevole opinione personale ... Il Tetradramma del Maestro di Aitna: AR (17.23g) – 463-452.: un unicum rinvenuto nei pressi di Montagna di Marzo (Herbessos), nel territorio di Gela. A.Campana colloca durante il I Periodo di Aitna-Inessa (463-452) oltre al Tetra del Maestro di Aitna, anche le litrae con simile testa di Sileno coronata d'edera/fulmine alato, caratterizzate da diverse disposizioni dell'etnico. Queste litrae sono caratterizzate da : (n. 2) - testa di Sileno volta a sinistra : etnico AI TN, peso 1,04-0,75; (n. 3) - testa di Sileno volta a destra : sono più leggere e con diverse disposizioni dell'etnico. Immagini da A.Campana "Aitna-Inessa" Corpus Nummorum Antiquae Italiae (Sicilia). Litra di Aitna AR 0.54 g., Campana 3 var. C., proveniente dalla A.D.M. Collection, vendita NAC AG 13.05.2004. INESSA – Cenni storici Dell'antica città di Inessa abbiamo numerose testimonianze antiche ma non è stato ancora rinvenuto un sito archeologico identificabile con certezza alla città. Inessa pare essere stata fondata dai Sicani in epoca preistorica. I Sicani erano il gruppo omogeneo più antico che, provenendo dall'Italia, abbia abitato in origine la Sicilia, stabilendosi prevalentemente nella fascia costiera orientale. (…….). Diodoro Siculo ci conferma che nel 476aC Gerone, siracusano, invade Katane e la rinomina Aitna, deportandone gli abitanti verso l'interno, e amò a tal putno la rifondata città da volersi far chiamare Gerone Etneo , trasferendovisi e financo morendo colà. Ma dove furono portati i Catanesi sconfitti ? Alcuni dicono in un posto denominato Lentini, altri in una seconda città chiamata Aitna, lungo il Simeto. E sarebbe proprio da questo centro che Gerone avrebbe preso il nome imponendolo alla conquistata Katane. E Inessa ? Inessa sarebbe stato un centro molto vicino all'Aitna dell'interno. Nel 461 Ducezio, capo dei Siculi, marciò alla testa dei catanesi deportati guidandoli al recupero dei territori perduti. Avendo avuto la meglio i catanesi ribattezzarono la loro città riconquistata Katane. (……..) Catania rientrata sotto il controllo di megaresi e calcidesi, originariamente provenienti da Naxos fu sconfitta , attorno al 415 da Dionigi il Grande, tiranno di Siracusa, che assegna diversi centri etnei e nella piana del Simeto ai mercenari Campani, detti Mamertini (perche seguaci del dio Ares = Mamers in latino). Inessa ed Aitna finiscono anch'esse in mano ai Mamertini. (….) KATANE – AITNA – INESSA - Le città antiche e le relative ubicazioni. - I flussi commerciali e geo-politici. - Datazione delle prime emissioni delle litre argentee di Katane. Correlazioni con le stesse monete coniate da Katane-Aitna e da Aitna-Inessa. Kατάvη…(La tetrapoli). Nel sito dell’odierna Catania sussisteva – probabilmente - un insediamento d’origine sicano, in seguito occupato da popolazioni sicule. La città di Katane (in greco Kατάvη) fu fondata, secondo il racconto di Tucidide nel suo resoconto della Guerra del Peloponneso, dai greci Calcidesi guidati da Tucle e salpati da Naxos, nel quinto anno dopo la fondazione di Siracusa. Avendo vinto con le armi i siculi, fondarono le città di Lentini e di Katane. I nuovi abitanti di quest'ultima elessero come loro ecista Evarco. Dalle fonti storiografiche, quindi,Katane fu fondata tra il 729 e il 728 a.C. da coloni greci provenienti dalla città Calcide, nell'Eubea. L'abitato arcaico di Kατάvη doveva occupare una collina ben difendibile, immediatamente a ovest del centro della città moderna, in coincidenza dell’antico rione Montevergine, di piazza Dante e dell’ex-convento dei Benedettini (scavi del 1978). (……) Per la Katane dei secoli VII e VI: le fonti letterarie sono avare di notizie, a parte quelle sul sapiente Caronda e la sua attività legislativa afferente leggi scritte che ponevano limite ad una tradizione orale (che era quindi incerta e spesso parziale e mutabile per ogni singola fattispecie, a favore delle classi dominanti). Infatti alla fine Caronda fu – non a caso - esiliato e si trasferì a Reggio. (…..) L'indagine archeologica permette di seguire durante questo periodo la progressiva espansione della colonia Calcidese nel suo prossimo retroterra; una stipe votiva di eccezionale interesse (rinvenuta in città nel 1959 nell'area di piazza S. Francesco, ancora inedita), attraverso i suoi materiali ceramici di VI secolo provenienti non solo dalle officine di Atene e Corinto, ma anche di Sparta, Chio e altri centri greci, lascia poi intravedere una Katane che risulta a pieno titolo inserita nel mondoellenico e quindi titolare di attività commerciali ramificate e vivaci. Al riguardo dobbiamo evidenziare che le evidenze ceramiche sono l’unico dato che permette con sicurezza di datare i reperti e di valutare i rapporti dei siti antichi. Le origini del nome: per Plutarco, il suo nome deriverebbe da katane (cioè grattugia), per riferimento alle asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche dal protolatino katina (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città. L'etimologia resta comunque oscura: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall'apposizione del prefisso greco katà- al nome del vulcano Etna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti "nei pressi di" o "appoggiata" all'Etna). KATANE/AITNA Diodoro Siculo e Strabone scrivono che Gerone conquistò Katane nel 476 a.C. (occhio a questa ricorrente data) e deportò i sui abitanti a Leontini ripopolandola con greci di stirpe dorica e mutandole il nome in Aitna. Di questo evento fa eco un epinicio di Pindaro, la Pitica I, intitolata a Gerone di Aitna vincitore nella corsa dei carri, nel 470 a.C., e a questo evento dovette ispirarsi l'opera teatrale Aitna, di cui oggi abbiamo solo il titolo, fatta comporre dallo stesso tiranno aretusino. AITNA/INESSA Nel 467 a.C., alla morte di Gerone, gli originari abitanti di Katane ritornarono nella loro città, cacciarono gli aitnaioi e diedero alla loro città l'originario nome. Gli Aitnaioi si sarebbero rifugiati in una contrada dell'Etna chiamata Inessa mutandole il nome in Aitna. Tucidide, durante la guerra del Peloponneso, nel 427 a.C., la descrive come una cittadella (polisma), con acropoli (acropolis) munita di cinta muraria (teichisma), di origine sicula ma occupata dai Siracusani, alleati degli spartani, che gli ateniesi, tentano inutilmente di espugnare. Durante la guerra tra i Siracusani ed i Cartaginesi i cavalieri di Aitna forniscono un grande aiuto a Dionisio il Vecchio. Successivamente, quando Dionisio comincia a intraprendere una politica di egemonia nei confronti delle polis siceliote, gli aitnaioi si ribellano e la cittadella viene assiedata, distrutta e rasa al suolo. Accanto ad essa o sulle sue rovine, nel 400 a.C., Dionisio fondò Ádranon che prese il nome del tempio del dio Ádranos ivi presente, adorato anche dagli abitanti delle città limitrofe. Lo stesso Tucidide localizza Inessa tra Kentoripa, l'odierna Centuripe e Hybla, Mayor o Galeatis, forse Paternò, probabilmente nella valle del Simeto, nel versante etneo. (……) VICENDE FINALI DI KATANE come Polis Siceliota Durante la guerra tra Siracusa e Atene, Catania, inizialmente neutrale, prese poi posizione a favore di Atene, dopo un celebre discorso che Alcibiade avrebbe pronunciato davanti all'assemblea riunita nel teatro della città. Sottoposta per questo a un'offensiva di Siracusa, dopo la sconfitta degli Ateniesi fu salvata dall'invasione cartaginese della Sicilia del 409 a.C. Ma poco dopo il 403 a.C. Dionisio I di Siracusa riuscì a conquistarla, e ne vendette in parte come schiavi gli abitanti. I superstiti si rifugiarono in un primo tempo a Milazzo, ma da qui poi furono espulsi, e si dispersero in varie località della Sicilia. Dionigi ripopolò la città con i suoi mercenari campani. Nel 345 a.C. fu tiranno di Catania il sabellico Mamerco, che in un primo tempo si alleò con Timoleonte, ma successivamente passò ai Cartaginesi. Sconfitto da Timoleonte nel 338 a.C., egli si rifugiò a Messina ove, caduto nelle mani dei siracusani, sarebbe stato crocifisso, dopo aver subito un processo nel teatro di Siracusa. La città fu poi conquistata dai Romani nel 263 a.C. La piana di Katane ante 476 a.c. – Nuove idee ed ipotesi sui rapporti politici ed i flussi commerciali. Parte I Kατάvη nel prefato periodo è ancora una polis con preponderante etnia Calcidese in ossequio all’etnia fondatrice…malgrado la città fosse stata oggetto - dagli inizi del V sec. a.C. - delle mire espansionistiche dei Dinomenidi di origine Geloa e dominanti a Siracusa dal 485 a.C. con il tiranno Gelone. (……) Per altro verso si è ipotizzato in questa stessa discussione, che nessuna monetazione sia stata coniata dai Katanaioi Calcidesi prima della prefata data del 476 a.C. Si ipotizza che ciò sia dovuto all’uso, da parte di questi, della monetazione ateniese per regolare gli scambi della città e che solamente dopo l’avvento dei Sirakusaioi nasce la litra siceliota. Trattasi di un’ipotesi. Ma non sembra sufficiente a negare tout court una coniazione specifica della Katane Calcidese prima della suddetta data del: 476 a.C. ove si valuti che la litra argentea fu introdotta - quale mezzo di pagamento – anche per favorire gli scambi con le genti sicule. Abbiamo già osservato che la città sorgeva poco lontano dalla foce del Simeto posta a sud e controllava un vasto, pianeggiante territorio che era (ed è ancora) il più ubertoso dell’Isola. E’certa -in linea anche logica -la presenza di uno scalo marittimo o di un porto che- come oggi - arricchiva le potenzialità di scambio e la capacità della città di gestire lucrosi e importanti commerci. (………) Peraltro Katane fu, dalla fine del VI secolo al 476 a.C., l’unica città calcidese libera posta sulla rotta Cartagine/Corinto attraverso la quale si trasportavano (da una parte e dall’altra) le merci d’Africa e quelle d’Asia e di Grecia, lungo una rotta di cabotaggio che si dipanava lungo la costa meridionale dell’isola (Selinunte, Akragas, Gela) quindi, doppiato il capo Passero, toccava Siracusa, Katane e Messana/Reggio e poi, doppiato il capo Spartivento sulla costa ionica dell'odierna Calabria, la rotta proseguiva per Locri, Caulonia, Sibari, Taranto, Brindisi, Corcira ecc. fino a Corinto. E negli scali più importanti di tale itinerario le merci potevano essere caricate e scaricate repentinamente e continuamente...dando luogo ad una serie di spedizioni di mezzo, sull’asse marino Cartagine/Corinto. Nei porti più importanti di questo itinerario marino si rappresentava ogni giorno (da aprile a settembre) la prassi tramandataci da Eraclito di Efeso e osservata nel grande porto Efesino: oro merci – merci oro…merci oro – oro merci, in quanto le une si trasformavano nell’altro e viceversa nello scambio e nella negoziazione. Per compensare il valore di ogni transazione era necessario ricorrere anche al mikron kerma cioè alle frazioni della moneta d’argento. Per poche litre di differenza sulla somma in trattativa un carico di grano di Leontini o di Katane poteva cambiare compratore. Ed ancora, per due litre,il vino siculo di Morgantina o altre derrate potevano prendere la direzione di Cartagine invece che quella di Corinto..in ambedue le metropoli risiedevano estimatori dei prodotti agricoli della Sikelia mediati anche da Katane, che aveva rapporti pacifici e non indirizzati alla sopraffazione con le genti Sicule come nel prosieguo analizzeremo. La rotta su indicata era già un’ autostrada del mare ed i navarchi greci e punici la percorrevano assiduamente nella buona stagione. Ma chi incideva nel controllo delle merci che si appoggiavano a tale rotta per essere veicolate? Vi invito a porre attenzione su un dato eccentrico: lo scalo di Katane è stato l’ultimo scalo libero Calcidese lungo questo percorso dalla fine del VI secolo, atteso che Zankle cede prima a Gelone, quindi alla parentesi Samia ed infine ad Anaxilas di Rhegion - 500 a.C. ca. – 476 a.C., che fu tiranno di Reghion e dello Stretto. Anaxilas non si considerava calcidese era figlio della discendenza messenica (che si aggregò ai fondatori calcidesi) ed aveva sovvertito l’oligarchia di questi ultimi nella città, favorendo l’ascesa politica della parte Messenica della Polis reggina. Nel 494 a.C. il condottiero messeno occupa l'acropoli reggina e, rovesciando l'oligarchia che dominava la città, sale al potere dando inizio alla sua tirannide. Molto probabilmente Anassila approfitta della crisi interna del governo che, incapace di contenere l'espansionismo di Ippocrate tiranno di Zancle e Gela, individua nel messeno l'unico in grado di controllare la minacciosa situazione. Morto Ippocrate nel 491 a.C., Anassila passa lo stretto con un consistente esercito di messeni, scaccia i Samii e i Cadmi e conquista Zancle, che ribattezza Messana in onore della patria d'origine da cui provenivano i suoi antenati, la Messenia. (…….) La piana di Katane ante 476 a.c. – Nuove idee ed ipotesi sui rapporti politici ed i flussi commerciali. Parte II Alle spalle di Katane la valle dei fiumi Simeto ed Alcantara consentiva delle agevoli vie commerciali con l’interno della Sicilia…per la negoziazione ed il trasporto delle produzioni agricole offerte dalle colline retrostanti la piana e dagli altopiani posti ai piedi di Enna (già non a caso occupata dai Sirakusaioi nella seconda metà del VI sec.). Peraltro in quei percorsi è rinvenibile l’itinerario più facile per arrivare ad Agrigento (passando per l’interno anziché per la costa dove le doriche Gela e Siracusa dominavano)…ed anche ad Himera (altro insediamento Calcidese fino alla fine del VI sec. ed in buoni rapporti con i vicini cartaginesi)...fino a Panormos. Ad ovest passavano gli itinerari (terrestre e marittimo) che, attraverso Naxos, giungevano a Zankle (pure Calcidese fino alla finde del VI sec.). Facile era anche il passaggio dai Peloritani, all'altezza di Abakainon...e giù sino alla costa occidentale, sino a Mylai. Ben Vicina a Katane era anche Leontinoi, sempre Calcidese, con i suoi campi coltivati a cereali...che fruttavano ottimi raccolti. Questa rete di centri produttivi prosperava perché incentrata sulla pacifica relazione degli insediamenti greci calcidesi con i Siculi dell’interno. (……) (…..) Per quanto narrato Si può evidenziare: – su Katane si imperniava la rete dei siti Calcidesi per uno sbocco commerciale che poteva appoggiarsi alle strutture portuali ed alla foce del Simeto (il più ricco di acque dell’Isola, in parte navigabile) e consentire quindi il trasporto e lo scambio delle derrate e delle merci; - questo scalo, a differenza di Zankle/Messana non doveva temere il diretto controllo di Reggio che le era dirimpettaia e, specificamente, di Anaxilas (suo ambizioso tiranno) all’inizio del V secolo; - tale scalo era anche sufficientemente fuori dal diretto controllo dorico (Siracusa e le sue colonie) in quanto consentiva di prendere con agio il mare (anche aperto) verso est e verso sud…nonché con rotta protetta di cabotaggio (che rasentava la costa a controllo calcidese…) verso nord. - A Katane e nel suo porto, affluivano copiosamente non solo le merci delle città Calcidesi e le derrate cerealicole della Calcidese Leontinoi ma anche quelle dell’interno, quindi le merci e i prodotti agricoli delle genti sicule provenienti dai numerosi centri disseminati nel triangolo posto tra Katane, Enna ed Himera. (……….) La piana di Katane ante 476 a.c. – Nuove idee ed ipotesi sui rapporti politici ed i flussi commerciali. Parte IIIa :Correlazioni e contrasti tra le Polis calcidesi e quelle doriche per il predominio. (……….) Parte IIIb - (Correlazioni e contrasti tra le Polis calcidesi e quelle doriche per il predominio). (…….) - Gelone per celebrare l'evento decisivo fece coniare il Demareteion, anche in frazioni d'argento, per celebrare la sua vittoria…inizia l’ascesa inarrestabile di Siracusa verso il ruolo di Polis egemone in Sicilia. Foto di un demareteion frazionale: obolo e non litra. Ex coll. Trampitsch CONTINUA con la II PARTE
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  26. Panormos – Panormus – Palermo – SYS (Centro punico di emissione di età arcaica e classica) * * * * * Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Panormos 1. Siti esterni a LaMoneta.it: Monete di Panormos in Wildwinds.com Monete di Panormos - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink Monete di Panormos – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible Le monete di Panormos con relativi passaggi in asta: Panormos in acsearch.info Panormos in Coinarchives.com * * * * * 2. Post all’interno della discussione Obolichepassione Tetras a legenda ΠΑΝ con lettere tra tre globetti (segni di valore) attribuito a Panormos. Confronto con altri frazionali a legenda ΠΑΝ attribuiti invece a: 1) Himera, 2) a zecca incerta in connessione all’ineffabile litra HERMAS. Riflessioni sull’importanza delle contromarche. Richiesta di classificazione di un tetras a legenda ΠΑΝ con lettere tra tre globetti (segni di valore). Classificazione del tetras precedente (a legenda ΠΑΝ con lettere tra tre globetti (segni di valore) attribuito a Panormos dal Manganaro: “D’altra parte la legenda greca ΠΑΝΟΡΜΟ appare abbreviata ΠΑΝ e persino Π. Richiamo un esemplare di g 0,16, con Testa cornuta al D/ e le lettere greche ΠΑΝ tra tre globetti al R/ (tav. CXLIII, 4), …… (…) Io avevo identificato la testina cornuta come quella del dio Pan, allusivo al nome di Panormos: ripensandoci, vi ritroverei il simbolo di un fiume …..”. (Vedi il PDF: IL PAESAGGIO DI PANORMOS RIFLESSO NEI DODICI TIPI DELLE SERIE FRAZIONARIE A LEGENDA PUNICA SYS). Confronto con un tetras di Panormos dalla ex Collezione A.Moretti (Cortesia Coinarchive.com), circa 400 aC., AR, 0.11 g.; referenza: vedi anche in Manganaro, Mikrà Kermata 29 e pl. V, 68. Il tetras di Panormos dalla ex Collezione A.Moretti, 0.16 g., citato da G. Manganaro in Mikrà Kermata 29 e pl. V, 68. Confronto con il tetras con la testina giovanile e imberbe che è stato ipotizzato essere una frazione della litra con HEPMAΣ. Riflettendo sui mikrà sicelioti ancora inediti della portentosa collezione del cav. Moretti, che era in deposito, dopo la sua morte, presso la NAC di Zurigo. L'esame dei mikrà sicelioti non cessa di fornire sorprese, se si vuole studiarli a fondo…. Una buona parte dei mikrà sicelioti della ex collezione Moretti è stata dispersa attraverso aste di NAC, ma anche di CNG, Triton, New York Sale (Baldwin e co.), ecc., senza contare però che alcuni esemplari sono stati acquistati direttamente per trattativa privata e quindi manca ancora la relativa documentazione fotografica. Non pochi di questi mikrà sono stati riportati in vari lavori di Manganaro, docente di epigrafia greca all'Università di Messina, ma anche appassionato collezionista di queste monetine. Purtroppo alcuni anni fa la sua collezione fu sequestrata e adesso giace in qualche deposito della Soprintendenza siciliana. Chissà quanto dovremo attendere la disponibilità di un catalogo di questa importante collezione. Le foto riportate sui lavori di Manganaro, che comprendevano sia monete allora di sua proprietà sia quelle appartenenti a Moretti, sono però di qualità piuttosto modesta, con scarsa definizione. Il tetras con al R/ legenda ΠAN tra tre globetti e al D/ testina barbuta, noto in unico esemplare e citato dal Manganaro, Mikrà ecc., p. 29, tav. 6, n. 68, fu acquistato da Moretti al listino M.u.M n. 443, lotto n. 17, del peso di 0.16 g. A differenza dell'altro tetras con ΠAN postato in precedenza, questo dovrebbe invece essere sicuramente di Panormos. Infatti ΠAN è sistemato assieme ai segni di valore e in questo caso designa l'autorità emittente e non il nome identificativo della divinità (in genere apposto vicino alla sua raffigurazione). Lo stile è molto diverso, compatibile con l'ambiente punico e manca la foglia di edera. Quindi le tre lettere indicano l'inizio del nome della città, ΠANOPMOΣ. Pertanto questo tetras appartiene a una emissione distinta, di sicuro ambiente punico, e non va confuso con il tetras con la testina giovanile e imberbe che è stato ipotizzato essere una frazione della litra con HEPMAΣ. Il corno sulla fronte, un elemento che permette di avvicinare ulteriormente alle belle testine di Piakos..., richiama Pan (e non una semplice divinità fluviale) quale divinità espressione della totalità della natura e quindi molto apprezzata da genti indigene. Tetras a legenda ΠAN con foglia di edera e testina cornuta del dio Pan: un nuovo interessante tassello al noto problema dell'emissione con HEPMAΣ. Riflessioni sull’importanza delle contromarche. Nell'asta New Sale XIV/2007 è apparso un tetras, attribuito a Panormos, n. 56, g. 0,18 (poi aggiudicato a ben 1100 dollari). Esso è un pezzo unico, già appartenuto alla nota collezione Moretti e lo stesso pezzo era noto anche al Manganaro sul Mikrà (tav. V, n. 69). La leggenda ΠAN non sta a indicare una abbreviazione di Panormos, ma il dio Pan. Inoltre la foglia di edera presente al rovescio è perfettamente identica a quella del nominale superiore con Hermes: molto probabilmente questo tetras (= 3 onkiai) costituiva proprio una frazione della moneta con Hermes e quindi deve appartenere alla stessa emissione, dedicata appunto sia ad Hermes sia al figlio Pan … Segue una esaustiva disamina di carattere ponderale. Post 642 – 645: riflessione sulle contromarche con il simbolo croce e sulla leggenda di diritto (HERMAS/PAN/ΣҮΡΑΣΩΣIΑ) non propriamente legata al nome di una polis Il simbolo croce richiamerebbe come tipo le contromarche presenti su alcune siciliane in bronzo, in particolare atene ippocampi o su dracme dionigiane (vedi Campana, corpus antiquae o Calciati Corpus Nummorum Siculorum). La leggenda di diritto non sarebbe poi propriamente legata al nome di una polis. M. Caltabiano in La Sicilia dei due Dionisi, "La monetazione di Dionisio I fra economia e propaganda" punto 3, appunto parla della leggenda ΣҮΡΑΚOΣΙΩΝ sui bronzi Dionigiani Atene/ippocampo ed in particolare su quelli con leggenda ΣҮΡΑΣΩΣIΑ (recentemente ripreso da un importantissimo lavoro di Calciati sulla rivista Monete Antiche) e propone una lettura di ΣҮΡΑΣΩΣIΑ come un nome composto da ΣҮΡΑ e ΣΩΣIΑ; ΣΩΣIΑesprime un concetto di salvezza, quindi ΣҮΡΑ (dea) la salvatrice.... Sarebbe interessante, trovare la connessione temporale (sempre che ci sia) su quel simbolo a croce e le contromarche ..... Segue nei post successivi 643-644-645: Post 643: Riflessione sulle contromarche con croce in realtà rappresentata da raggi di una ruota (talvolta appunto senza il contorno circolare della ruota). Bibliografia relativa (due articoli di Santelli G. e Campana A.: Le contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Siracusa, Monete Antiche 41 (settembre/ottobre) 2008, p. 3-14; Contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Kainon, Kephaloidion ed Enna, Monete Antiche 43 (gennaio/febbraio) 2009, p. 13-16). Secondo gli autori tali contromarche sono state apposte nei turbinosi anni di guerra civile tra Dione e Timoleonte, quindi intorno alla metà del IV secolo a.C. e perciò circa almeno mezzo secolo dopo il tetras in argento con Pan. Quindi, al di là di una vaga somiglianza, si tratta di due fenomeni distinti. Richiamo all'interessante ipotesi della Caltabiano, ripresa in un suo recente articolo (Moneta docet. ΣYPA o dell’Astro. In: Valori e disvalori simbolici delle monete. I trenta denari di Giuda (a cura di L. Travaini), Roma 2009, p. 79-104, incl. 3 tavole): non deve pertanto sorprendere, anche se poco comune, l'uso del nome di una divinità al posto del nome di una città, che al limite può essere riportato sull'altro lato della moneta. Basti pensare ad esempio ad AΠOΛΛΩN sotto la testa appunto di Apollo in grandi bronzi di Adranon oppure, in tempi più recenti, VOLCANOM su bronzi di Aesernia (nel Samnium). Post 644: Si ribadisce come sul fenomeno contromarche ci siano ancora molti dubbi e poche certezze, come sulle riconiazioni, pertanto potrebbero anche essere anche successive al periodo Timoleonteo (344), come precedenti a Dione (357), considerando il fatto che l'emissione con ippocampo e dracma sono attribuite a periodo dionigiano....(<400) Post 645: Si concorda come l'unica vera certezza sia che gli Ippocampi abbiano visto la luce negli ultimi anni del V secolo a.C., all'inizio del regno di Dionisio I o poco prima e quindi circolarono durante l'impero dionigiano. Segue disamina degli indizi e cenno allo studio sistematico intrapreso di recente da alcuni studiosi, come Santelli e Campana, che hanno recepito l'importanza delle contromarche siceliote, grazie anche ai pionieristici studi di Rodolfo Martini, curatore dei Musei Civici di Milano nonchè massimo esperto delle contromarche romane, che aveva sollecitato studi anche nel settore siceliota, ancora ricco di sorprese. * * * * * Due frazioni argentee da identificare, tra Panormos e Himera. Riflessioni sul mikron kerma a Panormos. Una nota etimologica e una… mitologica Quiz: due frazioni argentee da identificare, tra Panormos e Himera… Proposta di classificazione della prima monetina del post precedente, un tetras a legenda ΠΑΝ al D/: con protome di mostro con volto umano, barba, orecchie ferine e lungo corno ricurvo fino al collo... attribuito NON A PANORMOS …. Bensì ad HIMERA! Confronto con un esemplare simile proveniente dalla Ex collezione Dr. A. Moretti attribuito a HIMERA! Tetras (Trionkion / 1/4 litra), circa 425-410 a.C. AR 0.17 g. D/ Protome di mostro con volto umano, barba, orecchie ferine e lungo corno ricurvo fino al collo; R/ Tre Onkiai... Da: Baldwin's Auctions Ltd, Dmitry Markov Coins & Medals, M&M Numismatics Ltd The New York Sale XIV (10.01.2007) – 4. Confronto con la litra di Himera con protome alata di mostro marino. Classificazione della seconda monetina: Panormos, Litra c. 410-405 a.C., AR 0.59 g. Testa di Ninfa/Poseidone seduto su una roccia. Un secondo esemplare della litra con Poseidone seduta ma con Ninfa dalla diversa acconciatura. Il mikron kerma a Panormos. Sulla serie di kerma a legenda punica Sys di Panormos. Proposta di classificazione della seconda monetina: Panormos, Litra c. 410-405 a.C., AR 0.59 g. : Testa di Ninfa / Poseidone seduto su una roccia. Jenkins, Punic Sicily I, pl. 24, 3. Il mikron kerma a Panormos: Panormo Mozia e Solunto coniarono monete autonome a leggenda punica o punico-greca fin dal V sec. a.C., ponendosi come le più antiche testimonianze della monetazione punica in Occidente. Queste prime esperienze si mossero nell’ambito della monetazione greca in Sicilia con la quale si confrontarono alla pari, dimostrando subito di essere altamente integrate nel sistema monetario ed economico greco dell'isola. Eloquente indizio in tal senso l'assunzione anche per Panormos di tipologie ispirate a quelle coeve delle più importanti città greche: si pensa infatti che, a differenza dei tetradrammi d'argento Quadriga/Testa di Persephone -tesaurizzati lungo tutto il IV secolo nell'intero territorio siciliano-, il mikron kerma (litre/oboli) servisse per un uso interno, probabilmente limitato agli scambi locali (sicuramente favoriti dalla presenza di tipologie comuni). Si pensi ad esempio all'Aquila agrigentina assunta pure su kerma di Panormos, oltre che di Motya, Erice.... Sulla serie di kerma a legenda punica Sys di Panormos: G. Manganaro - citando gli scritti sulla monetazione punica in Sicilia di Lorenza Ilia Manfredi- scrive: "La identificazione di Sys con Panormos mi sembra indubbia. Decisiva la litra argentea a doppia legenda, la quale presenta al D/ le tre lettere puniche sys al di sotto della figura di Poseidon seduto, a destra un grande delfino e al R/ la legenda greca Panormos in senso antiorario al di sotto di un toro androprosopo (se non caprone) cavalcato da un giovane nudo, volto a destra (il modello si ritrova in una litra argentea di Himera). Tuttavia, il termine punico SYS non è traduzione del greco Panormos, né viceversa. Lorenza Manfredi però ha ribadito che Panormos possa indicare una divinità o ninfa eponima." Il toponimo greco Panormos -che in greco significa tutto porto - corrisponderebbe pertanto a quello fenicio-punico SYS, da tradurre "la splendente / fiorita": pur non essendo sinonimi, entrambi i toponimi rivestirebbero un significato esornativo "paesaggistico"./ Appunto, sul mikron kerma con legenda punica SYS prevalgono figurazioni che - sebbene ispirate a prototipi di città greche, come Zankle, Akragas, Himera, Gela, Kamarina e Syrakousai... - evocherebbero (alla maniera greca - e greca in fondo, anche se mescolata con elementi punici, è ormai Panormos...-) aspetti del paesaggio palermitano: al porto (Poseidon e il delfino), alle tante fontane di cui doveva essere ricco allora, come lo è ancora, il territorio palermitano (Testa di Ninfa), ai due fiumi, alla palude lungo la costa (Cigno ma anche le protomi taurine); alla montagna (aquila marinara, predatrice); ecc..... Confronto, un'altra litra di Panormos del 410a.C., dove al D/: la Ninfa sfoggia una diversa pettinatura ... raccolta ..... Al R/: Poseidon seduto sulla roccia. Una nota mitologica ... sul tema: la "Nascita dalla Pietra": il Poseidone Pontomedon - sovrano del mare ...-mollemente seduto su una roccia..., pare ricordare il Poseidon Petraios ("delle rocce"): “Si narra che il dio, mentre giaceva addormentato sulle rocce..., ebbe una eiaculazione e il suo seme ingravidò la terra che generò così il primo cavallo: Skyphios! (Scholia a Pindaro IV Pitica). * * * * * Il Keraton o Keratinos bomos, l'altare dagli angoli ornati da corna, su bronzi di Panormos della serie Demetra velata/Altare e, per confronto, su mikrà in argento di Stiela e Kimissa. Il Keraton o Keratinos bomos: l'altare dagli angoli ornati da corna sul R/ di un bronzo (18mm, 5.83 g) di Panormos del 44-36 aC., ex Tony Hardy Collection. CNG Auction 2004, lotto 321. Confronto con l'altare di corna su due mikrà di Kimissa con legenda HOMONOIA, di epoca timoleontea circa 320 aC.: una litra (0.79 g., ex A. Moretti coll. - NAC sale 21 -2001, 84) e una emidramma (2.72 g, CNG Triton VI 2003). Altare di corna sul R/ di un bronzo di Panormus romana con al D/ Demetra velata e legenda HOMONOIA e su un mikron kerma argenteo di Kimissa: Tavola IX del saggio di A. Evans sulle cosiddette monete di alleanza: "On an Alliace-coin of western Sicily, with the altar of the Krimissos" - THE NUMISMATIC CHRONICLE, AND JOURNAL OF THE NUMISMATIC SOCIETY. Un altro esemplare di Panormos della stessa serie Demetra velata/Altare, da C. Mangano: "LA MONETAZIONE DI PANORMOS IN ETÀ ROMANA. NUOVE PROPOSTE DI CRONOLOGIA E DI ESEGESI DEI TIPI, Tav CXLVI. Richiamo alle corna taurine fittili probabilmente utilizzate come talismani e che potrebbero rappresentare pure un retaggio delle Corna di Consacrazione della cultura minoico-micenea. Cenni dal saggio di Luciana Aigner Foresti "Antichità classica". HOMONOIA a Panormos: richiamo alla serie bronzea della Panormus romana con al D/ Demetra velata e la scritta ΟΜΟΝΟΙΑ e al R/ un altare di corna. Kimissa e Panormos, come la stessa Metaponto, amplificarono dunque sugli spazi monetali alcuni momenti di rappacificazione probabilmente conseguenti a dissidi interni non altrimenti identificabili. Spetterà poi all'Impero Romano un più duraturo e continuativo rimando a Homonoia in ambito monetale… Statere di Metapontion, 360-340 a.C. circa: Testa femminile, HOMONOIA (Homonoia era anche uno degli epiteti di Demetra) / Spiga di grano, MET-A. Altare di corna sulle litrae di Stiela Altare di corna sul quale sta compiendo il sacrificio l’Offerente sulle litrae di Stiela della prima serie: nel primo conio (D1: esemplare STIELAION Busso-401-2010 0,65 D) ci sono due corni, nel secondo conio (D2: esemplare STIELAION GM-2010 46 0,56 D), di stile più elaborato, sull'altare c'è un solo corno di forma però più tozza e non appuntita. Con due corna (di forma più simile al conio D2), è presente su monetine in argento di Kimissa. Osservazione finale: le rappresentazioni dell'altare con corna su monete siciliane sembrerebbero dunque aver interessato soprattutto l'area interna (Stiela, Kimissa) e palermitana (Panormos), dove probabilmente furono eretti altari simili in epoca molto antica, forse una reminiscenza dell'influenza dei cosiddetti "Popoli del Mare", fra i quali risaltarono i Sardi. I Siculi erano di origini molto antiche e incerte. Il corno è inoltre pregno di valenze salvifiche e a stampo iniziatico: come testimoniano le fonti letterarie a riguardo dell'origine del Keraton e del Geranos che si svolgeva attorno ad esso … Per una più completa disamina dell’altare di corna e delle mikrà che lo riportano in effige vedi anche le zecche di Kimissa e Stiela e le emissioni a legenda SICHAS, nell’ Indice di Sezione. * * * * * Il Tipo selinuntino dell’Offerente che sacrifica davanti ad altare ripreso su un tetradramma di Panormos Tetradramma di Panormos (due soli gli esemplari noti) con al D/ Offerente avvolto in una veste trasparente che richiama il leggero e aderente chitone drappeggiato del “Giovane di Motya”. La tipologia riprende la figura dell’Offerente selinuntino come appare, non più nudo ma ricoperto da una sottile veste, sui tetradrammi di Selinunte del secondo gruppo di Schwabacher (vedi anche post 692. ) Secondo V. Tusa un riferimento al mondo punico che può aiutare a comprendere il Giovane di Moziaviene offerto proprio dalle monete di Selinunte del V secolo, su cui si assiste ad alcune variazioni del tipo originario dell'Efebo che appare non più nudo ma ricoperto da una sottile veste trasparente nonchè al passaggio del tipo stesso su una emissione monetale di Panormos. Anche sul tetradramma di Panormos (due soli gli esemplari noti) l'Offerente appare avvolto in una veste stretta ai fianchi e con un lembo riportato sul braccio sinistro che gli lascia scoperto il petto. Interessante come accanto all'Offerente, al posto della statua del toro, della foglia di appio e del ramo d'alloro, compaiano invece una palma e un ariete, simboli consoni alla cultura religiosa fenicio-punica. Confronto tra l’ammaliante àgalma selinuntina in marmo pario del cosiddetto “Giovane di Motya” e la figura dell’Offerente sui tetradrammi di Panormos e Selinunte. Per una più completa disamina di: - la statua selinuntina ma rinvenuta a Motya del cosiddetto “Giovane di Motya” - la figura dell’ “Offerente che sacrifica di fronte all’altare” sia maschile che femminile … si rimanda alle voci relative alle zecche di Entella, Himera, Leontini, Motya, Kimissa, Selinunte, Stiela, nonché alle emissioni a legenda SICHAS, nell’ Indice di Sezione. * * * * * Il tipo del Cane segestano sulle monete di Panormos Il cane come tipo monetale è originario di Segesta da dove si diffonde sulle emissioni di Erice, la seconda polis elima per importanza, ma anche delle puniche Mozia e Panormos. Confronto tra due didrammi con al D/ il tipo del cane segestano... e sul R/ testina di "Ninfa": Didramma di Panormos. Circa 425-410 a.C. AR - 8.44 g. Cane con sopra una testina di Afrodite/Ninfa dal collo lungo, capelli arricciati, tre delfini intorno e legenda punica "SYS" Didramma di Motya. Circa 415-397. AR - 8,37 g . Cane su una testa di cervo con enormi palchi, sopra una testina di Afrodite/Ninfa dal collo lungo, capelli arricciati, nel campo foglia di edera. Richiamo all'Afrodite/Astarte sulla litra di Erice con Afrodite che trattiene Adone /cane segestano. Tra il 410 ed il 368 a. C. avviene il netto inserimento di Segesta, di Erice e degli altri centri elimi nell’area cartaginese, agevolato probabilmente anche dal comune culto di Afrodite, ben radicato – com’è noto– nel popolo fenicio-punico. Sulla figura e sui diversi significati del Cane segestano sulle monete di Panormos, Motya ed Eryx caratterizzate da analoga tipologia di Segesta, si rimanda alle voci relative alle singole zecche citate nell’ Indice di sezione .... * * * * * Un’inedita emissione di Panormos/ZIZ (?) Emilitra proveniente dall’asta 138 Lanz, lotto 157, attribuita a Siracusa ma più verosimilmente potrebbe essere invece di Panormos: la testina del diritto richiama molto da vicino certe litre di Panormos e al rovescio pare di poter leggere parte della legenda ZIZ. Potrebbe quindi essere una inedita emissione di Panormos/ZIZ. Si riconferma l’utilità di: poter affiancare alla rilettura e interpretazione di frazionali greci anche la possibilità di poter autenticare o meno o almeno di confrontare immagini di esemplari già passati in varie aste; creare una sorta di "banca dati" dove archiviare i frazionali sui quali esistono pochi e sparsi studi e che spesso hanno ricevuto poca attenzione sia parte degli studiosi sia degli stessi commercianti, anche per le difficoltà di poter comparare i vari conii usati. Per confronto con l’emilitra del post precedente, un'altra emilitra, apparentemente inedita e autentica, apparsa su un'asta online di CNG (2006 16 0,35) e venduta per circa 1000 dollari (!), dove esiste un simile rovescio con ruota e con lettere molto chiare in punico per indicare ZIZ di Panormo, anche se abbinata a una diversa testa maschile, barbuta. Si ribadisce la necessità di avere dati su questa categoria di monete ancora poco nota. * * * * * Panormos romana, c.120 a.C. Æ As (4.90 g.). -Man. Acilius, Quaestor: emissioni dei questori in Sicilia dove sul D/ compare il bifronte per indicare il valore di Asse. Esemplare ex David Freedman Collection - 11,83g. L’asse di Panormos è richiamato del Manganaro in "La monetazione di Katane dal V al I sec. a.C." (Catania antica. Atti Convegno della SISAC, a cura di Br. Gentili, Catania 1992) per giustificare la classificazione su base tipologica come asse del chalkous Serapis bifronte/Demetra dell’ultima monetazione bronzea di Katane: lo pone infatti al n. 11 del III gruppo, e in analogia alle emissioni dei questori in Sicilia dove sul D/ compare il bifronte per indicare il valore di Asse. Definizione di chalkous di M.Caccamo Caltabiano: "… nel sistema ponderale greco indicava l'ottava parte dell'obolo e in quello siciliano corrisponde all'oncia, dodicesima parte della litra. Ben lontana ormai da quella di g. 108 del V sec. a.C., nel III sec. a.C. la litra ha subito numerose riduzioni analoghe a quelle dell'asse romano." Interessanti spunti di carattere metrologico dagli articoli di Alberto Campana: - "Il Chalkous a Rhegium" (PN n. 120), dove si sottolinea come la crisi monetaria innestata dalla guerra annibalica abbia determinato diversi aggiustamenti metrologici, attraverso frequenti svalutazioni, sia nella moneta greco-siceliota, sia in quella romana. Una conseguenza fu che anche il chalkous finì con l'identificarsi con l'uncia romana in ambiente greco. - "Il Chalkous a Katane" (Panorama Numismatico n. 129, 1999) dove lo studioso ribadisce come Katane sia stata assoggettata al dominio romano e solo indirettamente coinvolta in vicende belliche contro Annibale. In particolare riporta una testimonianza poco nota di Livio (27,8,19) secondo cui nel 209 a.C. tutto il frumento che i Romani riuscivano a requisire in Sicilia veniva inviato a Roma oppure trasportato a Katane per rifornire gli eserciti che si apprestavano ad operare a Taranto. Da questa testimonianza si potrebbe dedurre che in quegli anni Katane doveva avere raggiunto una notevole importanza strategica nello smistamento di vettovaglie presso le truppe di occupazione romana. * * * * * “Carthago in Sicilia”: frazione in argento molto rara (IV sec. a.C., testina di Ninfa e chicco accompagnato da 4 globetti) che richiama i tipi di Motya, ma da attribuire più probabilmente a Panormos “Carthago in Sicilia”: tetras Carthago in Sicilia: classificazione del tetras precedente che pare noto in soli due esemplari. Il tetras "ninfa/chicco" può essere stato coniato ovunque tra le zone di maggiore influenza punica in Sicilia, nel IV secolo. Per cui Mozia non è da escludere..., anche se pare più probabile Panormos. In quel periodo, infatti, Carthago si è espansa sulla direttrice Selinunte, Agrigento, Gela, Siracusa, affacciandosi sui granai..., dalla costa sino all'interno dell'isola. * * * * * 3. Altre discussioni nella Sezione Sicilia greca o in Altre Sezioni Litra di Panormos - Occupazione punica 409 - 380 a.C. AG 0,59 g. Jenkins I pl. 24, 12 ; SNG ANS 548; Mont. 4604. Diritto: Testa giovanile di dio fluviale a sinistra, a destra una svastica o un delfino; Rovescio: Toro stante a sinistra, in alto legenda punica "shabalaziz". Panormos 336 – 330 a.C..: Protome di cavallo / delfino. Montenegro 4613. Litra AG di Panormos che il Montenegro illustra al n° 4601. Altra litra di Panormos (Montenegro n°4606). Bronzetto di Panormos (Sicilia) coniato dopo il 259 a.C. Al dritto un ariete con sotto la testa di Giano bifronte. Al rovescio un'aquila. SNG ANS 569; Calciati I pg. 333, 1
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  27. Solous – Solus – Solunto (Centro punico) * * * * * Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Solous 1. Siti esterni a LaMoneta.it: Monete di Solous in Wildwinds.com Monete di Solous - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink Monete di Solous – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible Le monete di Solous con relativi passaggi in asta: parole chiave Solous, Solus Solous in acsearch.info Solous in Coinarchives.com * * * * * 2. Post all’interno della discussione Obolichepassione Emissione Litra AR inedita a legenda HERMAS attribuita inizialmente all’area di Solunto, in seguito all'area dorica etnea. Dal post 623 fino al post 637. Come contributo alla serie di esemplari di archi, faretre, "Bogentasche" (custodia per l'arco) postati in precedenza… viene proposto il rovescio di una piccola moneta argentea (litra???) ad oggi considerata molto rara e attribuita all’area di Solous in virtù proprio dell’iconografia presente sul rovescio stesso: le armi di Herakles: clava, faretra ed arco accompagnate da due globetti… Per una visione completa, sia del diritto che del rovescio, si rimanda a un esemplare venduto da Waddell nel 2007. Segue ampia disanima dell’enigmatica frazione… che presenta un notevole interesse, specialmente per i seguenti motivi: La leggenda al D/: HEPMAΣ, che denuncia l'appartenenza al dialetto dorico, rendendo così inverosimile l'attribuzione a Solus, che era una città punica ed ha usato l'etnico in punico (Kaphra). Si pone inoltre l’accento sull'accoppiamento delle prime lettere HE… La questione ponderale sollevata dalla presenza dei due globetti al rovescio: litra dai pesi però piuttosto alti per una normale litra siciliana (da 0,87 a 0,90 g.) o dilitron (2 litre) di una litra ridotta, intorno a 0,45 g. come attestato anche ad Herbessos? La tipologia: se il diritto si riferisce al dio Hermes (come conferma il caduceo dietro la testa), le armi sul rovescio (arco, clava, faretra con coperchio alato) possono riferirsi sia a Herakles ma anche al dio Pan "cacciatore", figlio appunto di Hermes e di una ninfa e generalmente raffigurato come un giovane efebico. Il mito di Pan cacciatore è raffigurato su monete di Solus, ma anche di Messana, quindi anche nella Sicilia orientale. Non si può escludere infine che la foglia di edera sia la firma del Maestro della foglia, attivo nella zona etnea tra il 415 e il 405 a.C., mentre il pesce sembra indicare la vicinanza al mare o a un fiume pescoso. Attribuzione: nel complesso tale emissione, di zecca che resta incerta, ma che potrebbe essere meglio ubicata in zona etnea (vicino a Katana ?) può essere stata coniata verso la fine del V secolo a.C., nel caotico periodo immediatamente successivo alla tragica spedizione ateniese in Sicilia. Ancora sulla misteriosa HERMAS: risposta al post precedente. Si riporta l’esemplare Waddell – 2007. Nel considerare molto interessante l'ipotesi ubicativa in area etnea della zecca dell'HERMAS, si ribadisce come invece l'attribuzione di HERMAS a Solus sia data ormai per scontata, mentre invece nulla c'è di scontato (o quasi...) in questo mondo, tantomeno l'identificazione di zecca afferente monete coniate 2.500 anni or sono, specificamente ove i segni o simboli di zecca o l'etnico non siano certi. Sui mikrà la problematica si amplia a dismisura, dato che furono coniate anche da centri ancor oggi non individuati sul terreno e dalla storia quanto meno incerta. Si ricorre quindi alla lettura iconografica (simboli, miti, rappresentazioni, segni di vario valore e natura...), ma il bello o il brutto è che, in verità, quasi mai è possibile chiudere ogni relativo argomento con qualche certezza. Si mettono in luce i limiti della ricerca numismatica su basi strettamente sistematiche, che invece risulterebbe spesso facilitata se affiancata dalla comparazione stilistica ed artistica, ovviamente unita o supportata da approfondimenti epigrafici e storici. Ma pochi sono disponibili o motivati per seguire in tale più impegnativo ambiente... che presuppone una preparazione o una predisposizione che travalica il campo propriamente numismatico. Si ricordano poi: 1. le molte variabili e i molteplici componenti che si sovrappongono nella Sicilia antica: coniazioni effettuate dai fuoriusciti a seguito della conquista di un dato sito (Kephaloidion, Himera, Kronia, Thermai e non solo…) o dagli adepti di un determinato ambiente sorto su ambizioni irridentiste (ad esempio gli Eracleioti...) o dalle componenti di certa stirpe greca che hanno comunque frequentato o convissuto in zone franche o miste quali quelle prossime o interne all'ambiente fenicio-punico; 2. la problematica relativa alle (ri)coniazioni effettuate da parte di bande mercenarie (i campani....) od a seguito delle campagne timoleontee, senza contare le deportazioni, i rientri e poi ulteriori fuoriuscite... Sulle variazioni di peso nelle litre argentee (che sono molteplici e non sempre hanno un significato certo) si avanza l’ipotesi che più che un significato di valore, almeno in alcuni casi, debbano essere ricondotte alla quantità (più o meno congrua) di metallo nobile presente nelle scorte di zecca. Si offrono riflessioni sull’importanza del coniare moneta per un dato sito storico: ne valeva dell'identità politica e dell'ambizione di identificarsi come polis, oltre che dell'appartenza comunque ad una data stirpe. Spesso, però, le coniazioni subivano una forzatura in quanto alcuni siti, con tutta probabilità, non sarebbero stati in grado di permettersele in buon numero ed in buon peso. Nelle piccole monete, da sempre dedicate al commercio anche minuto oltre che alla corretta sistemazione di più grandi partite commerciali, entrano in gioco anche considerazioni di ordine politico ed anche strettamente economiche in quanto consentivano pressocchè all'intera popolazione dei vari centri di essere attiva sul mercato o se vogliamo nell'agorà, o negli spazi dedicati allo scambio ed al commercio. Ancora sulla misteriosa HERMAS: risposta al post precedente. Si ribadisce che molti frazionali in argento (mikrà) furono emessi non solo da importanti poleis, ma anche da piccoli centri indigeni. In ogni caso l'emissione HERMAS sembra comunque circoscritta a un ambiente dove genti doriche e attiche hanno avuto una adeguata influenza. Si ricorda come la rara combinazione di HE su monete si riscontri solo a Henna (un centro interno e con forte componente indigena), con litre con leggenda HENNAION, anche se dovrebbero essere state coniate prima di quelle con Ermes (intorno al 450 a.C.). Il primo problema da risolvere sarebbe quello di scoprire il luogo di provenienza del ritrovamento di queste monetine, considerando che generalmente l'area di circolazione è piuttosto circoscritta: nel caso di queste monetine con Ermes non si sa nulla e quindi non è possibile stabilire con sufficiente approssimazione la loro area di circolazione.. Le litre che più si avvicinano sul piano tipologico sono quelle di Solus, come si può evincere dall’ esemplare postato come esempio: SOLUS NAC-25-2003, 100, 0,61g. Tuttavia, Solus è ben lontana dalla zona di influenza appunto dorica e attica. Si concorda sul non dare troppa importanza ai pesi delle litre, che presentano in generale una variabilità abbastanza ampia. Solo i nominali maggiori in argento, come i tetradrammi, avevano un peso abbastanza costante. Le monete d'oro poi hanno un peso ancora più uniforme (e vicino allo standard teorico). Per cui, se escludiamo che i due globetti non siano segni di valore, possiamo solo formulare ipotesi alternative, più o meno speculative, quale ad esempio l’ipotesi che i due globetti possano indicare una alleanza tra due comunità: si spiegherebbe da un lato l'assenza dei nomi di città (o comunità) e dall'altro il ricorso ad Ermes, che come è noto aveva tra i suoi requisiti anche quello di presiedere ad accordi, oltre che essere oggetto di sacrifici da parte delle truppe ateniesi, prima di effettuare una spedizione o incursione militare. E' quindi possibile che tale usanza sia stata recepita da una (o due) comunità indigene, che quindi ancora usavano una forma non molto corretta del greco. Anche questo aspetto dovrebbe fare orientare verso un momento subito successivo alla tragica spedizione ateniese del 415-413 a.C. Ultima osservazione, si richiama la somiglianza tra la testina efebica di Ermes e la bella testa dei bronzi di Piakos ad opera del cosiddetto Maestro della Foglia. Magari, se si tratta di un accordo fra due comunità sotto la benedizione di Ermes, esso può riguardare proprio Piakos ed eventualmente Katana: entrambe erano state alleate di Atene e dopo il 413 a.C. subirono violente scorrerie da parte delle truppe siracusane al comando di Ermocrate. * * * * * Disamina sulla leggenda al diritto, HEPMAΣ La desinenza -AΣ al posto di -EΣ punta immediatamente al dialetto dorico. La H del gruppo iniziale HE- va considerata per il suo valore arcaico di suono di aspirazione. Segue dettagliata citazione sul il fonema /h/ (reso dalla lettera eta “H”, da cui deriva l'H latina) da Wikipedia. Si conclude con la possibilità che anche in dorico lo spirito aspro fosse reso inizialmente con la lettera H: questo rinforzerebbe l'attribuzione a una polis di origine dorica, oltre che fornire forse un elemento in più per la datazione. Si rimanda ad una discussione esterna al forum sulla scienza (o sapienza) pitagorica dei numeri, dove dal testo greco risulta come “Invece dell'odierno ΕΡΜΗΣ gli Ioni avrebbero detto '' ΧΕΡΜΕΣ'=950-ΗΕΡΜΕΣ', i Dori invece ''ΧΕΡΜΑΣ''=946 -ΗΕΡΜΑΣ (sostituendo l'H con l'A)”. Cenno bibliografico sulla forma HERMAS riportata in “Hainsworth, J.B., Tituli ad dialectos graecas illustrandas selecti. II. Tituli dorici et ionici, Leiden 1972. p. 33 (in copia, All.1)”. Chiarimento sulla sostituzione “''ΧΕΡΜΑΣ''= -ΗΕΡΜΑΣ (sostituendo l'H con l'A)”. Nella desinenza: ΕΡΜΗΣ -> ΕΡΜΑΣ con lo spirito aspro davanti (che nell'indicazione di pronuncia è reso con il "chi": ΧΕΡΜΑΣ prn. "khermas" perché in greco moderno non esiste il suono aspirato debole "h" come in inglese "home") Un ulteriore riflessione sulla combinazione HE dalla monografia "Il dialetto dorico di Sicilia" (in "Pan" 22, 2004, pp. 81-122) in cui l'autore, Salvatore Maurizio Garofalo, analizza l'origine e l'evoluzione del dialetto della koinè dorica di Sicilia. Si allega uno stralcio inerente alla fonetica delle consonanti, in particolare la parte relativa all'uso della lettera h- come spirante di debolissima pronuncia più che come aspirazione vera e propria (pag 14 del saggio citato): "Probabilmente i Sicelioti pronunciavano con una naturale aspirazione i suoni, così come in seguito su loro imitazione fecero i Romani. La h- segnava non aspirazione vera e propria, ma una debolissima spirante, di cui i Sicelioti fecero largo uso ad es. nella toponomastica, ripresa dai Romani: Henna, Hadranum, Halaesa, Haluntium, Helorus, Herbita, Herbessus, Hegesta …. (…), laddove i Greci non segnavano spirito aspro, ma dolce." Nella sua dettagliata analisi del dialetto della koinè dorica di Sicilia, l'autore sottolinea come le "differenze che esistevano in inizio tra i vari dialetti molto presto cominciarono a diminuire” per il mescolarsi continuo di dialetti e lingue. Prosegue con un elenco delle fonti sulle raccolte delle iscrizioni doriche di Sicilia: sulle monete ("G.F. Hill, Coins of Ancient Sicily, 1915" e "B.V. Head, Historia Nummorum, Oxford 1911"), e sulla Grammatica (U. Sicca, Grammatica delle iscrizioni della Sicilia, Arpino 1924."). http://www.lamoneta....post__p__690450 Si conclude considerando - alla luce anche degli ultimi interventi di carattere linguistico - almeno plausibile una particolare leggenda come HEPMAΣ, riconducibile appunto a un ambiente dorico e compatibile con la pronuncia attestata per i Sicelioti. Si identifica infine un dionkion (o hexantes) ancora inedito postato in precedenza, ipotizzando dal fulmine tra i due globetti l'appartenenza a Katana. * * * * * Tetras a legenda ΠAN con foglia di edera e testina cornuta del dio Pan: un nuovo interessante tassello al noto problema dell'emissione con HEPMAΣ. Riflessioni sull’importanza delle contromarche. Nuovo interessante tassello al noto problema dell'emissione con HEPMAΣ: il tetras lotto n. 56 (g. 0,18, aggiudicato a ben 1100 dollari) nell'asta New Sale XIV/2007, attribuito erroneamente a Panormos,.. Si tratta di un unicum della ex collezione Moretti noto anche al Manganaro sul Mikrà (tav. V, n. 69). La leggenda ΠAN non indicherebbe una abbreviazione di Panormos, ma il nome della testa della divinità riportata al diritto: il dio Pan. Inoltre la foglia d’edera presente al rovescio è perfettamente identica a quella del nominale superiore con Hermes: molto probabilmente questo tetras (= 3 onkiai) costituiva proprio una frazione della moneta con Hermes e quindi deve appartenere alla stessa emissione, dedicata appunto sia ad Hermes sia al figlio Pan. Riflessione metrologica ampia e articolata a partire dalla considerazione che il tetras corrispondeva a 1/4 di litra (da cui il nome in greco) per cui in realtà il cosiddetto dilitron dovrebbe essere invece una vera litra e non una doppia litra. Si ribadisce infine come le mikrà valessero per la quantità di argento che avevano e non come monete fiduciarie (come invece le monete in bronzo che appunto godevano della "fiducia" di essere convertibili in monete d'argento). Due tetras a legenda ΠAN a confronto…, tra Panormos e HERMAS Il tetras di Panormos (dalla ex Collezione A.Moretti, 0.16 g., citato da G. Manganaro in Mikrà Kermata 29 e pl. V, 68.) con al R/ legenda ΠAN tra tre globetti e al D/ testina barbuta appartiene a una emissione distinta, di sicuro ambiente punico, e non va confuso con il tetras con la testina giovanile e imberbe che è stato ipotizzato essere una frazione della litra con HEPMAΣ (vedi post precedente). Riflessione sui mikrà sicelioti ancora inediti della portentosa collezione del cav. Moretti, che era in deposito, dopo la sua morte, presso la NAC di Zurigo, dispersa in seguito attraverso aste di NAC, ma anche di CNG, Triton, New York Sale (Baldwin e co.), ecc., senza contare però che alcuni esemplari sono stati acquistati direttamente per trattativa privata e quindi manca ancora la relativa documentazione fotografica. Non pochi di questi mikrà sono stati riportati in vari lavori di Manganaro, docente di epigrafia greca all'Università di Messina, ma anche appassionato collezionista di queste monetine. Purtroppo alcuni anni fa la sua collezione fu sequestrata e adesso giace in qualche deposito della Soprintendenza siciliana… A quando il catalogo? Nell'asta New Sale XIV/2007 è apparso un tetras, attribuito erroneamente a Panormos, n. 56, g. 0,18 (poi aggiudicato a ben 1100 dollari): si tratta di un pezzo unico, già appartenuto alla nota collezione Moretti e noto anche al Manganaro sul Mikrà (tav. V, n. 69). La leggenda ΠAN non sta a indicare una abbreviazione di Panormos, ma il dio Pan. Inoltre la foglia di edera presente al rovescio è perfettamente identica a quella del nominale superiore con Hermes: molto probabilmente questo tetras (= 3 onkiai) costituiva proprio una frazione della moneta con Hermes e quindi deve appartenere alla stessa emissione, dedicata appunto sia ad Hermes sia al figlio Pan … Segue una esaustiva disamina di carattere ponderale. Post 642 – 645: riflessione sulle contromarche con il simbolo croce e sulla leggenda di diritto (HERMAS/PAN/ΣҮΡΑΣΩΣIΑ) non propriamente legata al nome di una polis Il simbolo croce richiamerebbe come tipo le contromarche presenti su alcune siciliane in bronzo, in particolare atene ippocampi o su dracme dionigiane (vedi Campana, corpus antiquae o Calciati Corpus Nummorum Siculorum). La leggenda di diritto non sarebbe poi propriamente legata al nome di una polis. M. Caltabiano in La Sicilia dei due Dionisi, "La monetazione di Dionisio I fra economia e propaganda" punto 3, appunto parla della leggenda ΣҮΡΑΚOΣΙΩΝ sui bronzi Dionigiani Atene/ippocampo ed in particolare su quelli con leggenda ΣҮΡΑΣΩΣIΑ (recentemente ripreso da un importantissimo lavoro di Calciati sulla rivista Monete Antiche) e propone una lettura di ΣҮΡΑΣΩΣIΑ come un nome composto da ΣҮΡΑ e ΣΩΣIΑ; ΣΩΣIΑesprime un concetto di salvezza, quindi ΣҮΡΑ (dea) la salvatrice.... Sarebbe interessante, trovare la connessione temporale (sempre che ci sia) su quel simbolo a croce e le contromarche ..... Segue nei post successivi 643-644-645: Post 643: Riflessione sulle contromarche con croce in realtà rappresentata da raggi di una ruota (talvolta appunto senza il contorno circolare della ruota). Bibliografia relativa (due articoli di Santelli G. e Campana A.: Le contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Siracusa, Monete Antiche 41 (settembre/ottobre) 2008, p. 3-14; Contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Kainon, Kephaloidion ed Enna, Monete Antiche 43 (gennaio/febbraio) 2009, p. 13-16). Secondo gli autori tali contromarche sono state apposte nei turbinosi anni di guerra civile tra Dione e Timoleonte, quindi intorno alla metà del IV secolo a.C. e perciò circa almeno mezzo secolo dopo il tetras in argento con Pan. Quindi, al di là di una vaga somiglianza, si tratta di due fenomeni distinti. Richiamo all'interessante ipotesi della Caltabiano, ripresa in un suo recente articolo (Moneta docet. ΣYPA o dell’Astro. In: Valori e disvalori simbolici delle monete. I trenta denari di Giuda (a cura di L. Travaini), Roma 2009, p. 79-104, incl. 3 tavole): non deve pertanto sorprendere, anche se poco comune, l'uso del nome di una divinità al posto del nome di una città, che al limite può essere riportato sull'altro lato della moneta. Basti pensare ad esempio ad AΠOΛΛΩN sotto la testa appunto di Apollo in grandi bronzi di Adranon oppure, in tempi più recenti, VOLCANOM su bronzi di Aesernia (nel Samnium). Post 644: Si ribadisce come sul fenomeno contromarche ci siano ancora molti dubbi e poche certezze, come sulle riconiazioni, pertanto potrebbero anche essere anche successive al periodo Timoleonteo (344), come precedenti a Dione (357), considerando il fatto che l'emissione con ippocampo e dracma sono attribuite a periodo dionigiano....(<400) Post 645: Si concorda come l'unica vera certezza sia che gli Ippocampi abbiano visto la luce negli ultimi anni del V secolo a.C., all'inizio del regno di Dionisio I o poco prima e quindi circolarono durante l'impero dionigiano. Segue disamina degli indizi e cenno allo studio sistematico intrapreso di recente da alcuni studiosi, come Santelli e Campana, che hanno recepito l'importanza delle contromarche siceliote, grazie anche ai pionieristici studi di Rodolfo Martini, curatore dei Musei Civici di Milano nonchè massimo esperto delle contromarche romane, che aveva sollecitato studi anche nel settore siceliota, ancora ricco di sorprese. * * * * * 3. Altre discussioni nella Sezione Sicilia greca o in Altre Sezioni Litra di Solus in AG raffigurante Eracle seduto su una roccia a sx sul dritto, e sul rovescioun arco, una faretra e una mazza. Legenda punica KPR', relativa a Solunto. SOLUS Litra AG NAC-25-2003 100 0,61.jpg SOLUS AE Calc 5 MuMD-17-2005 294 2,39.jpg Solous - Onkia ca. 330-260 a.C. AE g. 1,68 Diritto: Testa imberbe di Eracle a destra; bordo di puntini. Rovescio: Tonno a destra; anepigrafo; bordo di puntino. Calciati I, pag. 311, 11-12OS; Minì 11; Jenkins I, tav. 23, 23; Campana 17 R La moneta appartiene al V periodo (ca. 330-260 a.C.) della monetazione di Solunto. Si tratta di una serie di emissioni puniche, con stile generalmente molto affine alle numerose onkiai del territorio di Erix. In queste onkiai non è semplice stabilire l'esatta posizione del tonno, se a destra o a sinistra, anche a causa dell'equivoca posizione delle pinne dorsali e ventrali. Cenno al tonno sui bronzi di Lampedusa. Bella monetina in bronzo con due tonni sul rovescio (1/4 de calco de Gadir, colonia fenicia del sur de España ) Cenno a colonie fenicie in Spagna e Italia. Certamente, a parte una intensa frequentazione e scambi commerciali furono fondate alcune colonie, ricordiamo in Sardegna Tharroso e Karalis (Cagliari) , in Sicilia Motya, Solunto e Zyz (Palermo). Emilitra bronzea (su un piede teorico di 18 g.) della città siciliana di Solus, emessa nel periodo 330-317 a.C. Artemide asta del 7 settembre 2006. Conio di dritto : Testa giovanile maschile a sin., con elmo attico e pennacchi; ai lati nel campo, lettere puniche K A (iniziale e finale di “kfra”, ossia Kafara, nome punico di Solus; contorno perlinato. Conio di rovescio : Cavallo corrente a d.; sullo sfondo, caduceo (o più correttamente un Kerykéion). Ampi riferimenti bibliografici: Romolo Calciati, Corpus Nummorum Siculorum (CNS) vol. I, pag. 311, n°9. Alberto Campana, Corpus Nummorum Antiquae Italiae (CNAI), vol. II, pag. 142, n°15. Virzì Collection, plate 7, n°2171. Adolfo Minì, Monete di bronzo della Sicilia antica, pag. 405, n°10. Ettore Gabrici, La monetazione del bronzo nella Sicilia antica, pag.169, n°38. British Museum Collection (BMC), 1, pag. 254. Di questa rara emissione si conoscono “ufficialmente” ad oggi solo cinque esemplari, e cioè : quello del British Museum (gr.7,17); quello del Museo Salinas di Palermo (gr.6,35); quello della Collezione Tom Virzì (gr.8,05). Questo ultimo esemplare risulta nel catalogo generale della Collezione Virzì, ma non fu inserito invece nel catalogo d’asta della famosa vendita di tale collezione, tenutasi nel Novembre del 1973 a cura della nota della casa d’asta Bank LEU di Zurigo (asta n°6); quello venduto in asta NAC di Zurigo 1/1989, lotto n°94. (gr.7,24); quello presente in una collezione privata e riportato per la prima volta dal Campana nel CNAI, il più pesante noto ad oggi (gr.9,089), di cui esiste anche la foto ivi pubblicata. Quello della vendita Artemide si può quindi oggi aggiungere alla lista degli esemplari noti, ma con buona probabilità ne dovrebbero esistere almeno un altro paio di esemplari, transitati negli anni passati nel mercato antiquario e finiti in piccole collezioni private. E’ in definitiva una emissione certamente molto rara, ma non così come potrebbe sembrare leggendo il catalogo di Artemide o anche il Calciati stesso. Solo nel CNAI di Campana è possibile reperire qualche notizia in più e di maggior rilievo scientifico. Fotografie esistono solo dell’esemplare Virzì (pubblicato nel catalogo generale della collezione, e ripreso dal Calciati e dal Campana nelle loro opere, dell’esemplare del British Musem, cui si può richiedere al Museo la foto a pagamento e dell’esemplare passato in asta NAC nel relativo catalogo.
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  28. Ciao, posto un mio contributo a questa interessante discussione. Testone Sede Vacante 1559. Numitoria
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  29. Il suo rovescio :NON VOS RELINQUAM ORPHANOS (non vi lascero' orfani), motto ripreso piu' volte,da ultimo nel 1846.
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  30. Questa e' una moneta molto rara,coniata a Roma nel 1721,nel periodo della Sede Vacante tra i Papi Clemente XI ed Innocenzo XIII (19 marzo-8 maggio 1721).Fu una Sede Vacante molto breve rispetto ai canoni dell'epoca,il Camerlengo fu il Cardinal Annibale Albani,dello stesso casato del defunto Pontefice,che rivedremo anche nei decenni successivi fino al 1740(resse 4 sedi vacanti per oltre un anno,complessivamente,quasi un Papa!).Fu l'unico pezzo in argento coniato dalla zecca di Roma in questa occasione,quelli in oro sono rarissimi.La moneta in esame ,purtroppo,e' stata forata e riparata(credo che tante monete papali si siano salvate dalla fusione proprio per questo!)
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