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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/25/12 in tutte le aree

  1. Sinceramente non è bello sentire una risposta del genere, specie quando c'è un rapporto già consolidato, e quando l'acquirente ha spesso acquistato, dimostrando di essere un cliente che ritorna... Il fatto che poi i segnetti fossero riportati nella perizia cosa significa? quanti sono? leggeri, profondi, lunghi, corti, invasivi, periferici, deturpanti o no... io da casa come faccio a saperlo? Vedo la foto.. e allora? Le monete vanno visionate in mano... SEMPRE... con luce adatta e con tutta la calma necessaria... La foto non basta assolutamente per stabilire l'entità dei difetti della moneta, in questo caso dei segnetti... Tutto questo (che credo sia un atto dovuto per chi opera a distanza in favore di un cliente) dovrebbe essere dato per scontato da un commerciante che ha quanto vedo è anche un venditore qualificato... tanto più... se l'importo poi non è esorbitante... Tutto ovviamente, sempre IMHO :) Cordialmente, F.
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  2. caro DragoDormiente, credimi, questo Tuo ringraziamento MI FA UN PIACERE IMMENSO, talmente grande da farmi dimenticare per un momento tutte le "sfighe lavorative" che io come molti altri in Italia e all'estero, ci troviamo a fronteggiare in questo momento. l'economia è la MIA PASSIONE oltre che una parte importante del mio lavoro, ed é, a mio parere, uno dei FONDAMENTi della NOSTRA SOCIETA'. Io NON HO LE RISPOSTE CORRETTE(e non voglio nemmeno pretendere di averle...) ma voglio cercare di far aprire gli occhi a più gente possibile dando una possibile chiave di lettura a dei fenomeni sotto gli occhi di tutto! il problema é, che spesso le Nozioni Economico-Finanziarie NON SONO alla portata di tutti (perché vengono volutamente rese complicate - proprio per estromettere dal sistema una importante fetta della società!). Ritengo che semplificare un SISTEMA e rendere fruibili a TUTTI dei concetti altrimenti ASTRUSI, sia la BASE della DEMOCRAZIA! così da permettere alla società di evolvere, migliorarsi e ripartire al galoppo! Eliminando quella sorte di BARONIE (soprattutto culturali...) che fanno più male che bene, e che, di fatto, PROSTRANO il Nostro BELPaese. Concludo gettando un'amo e cercando di farmi un pò di pubblicità (che non si sa mai...) ma io mi chiedo: é un forum di monete questo, no??? il più importante d'Italia tra l'altro ed uno dei più SERI d'EUROPA!...POSSIBILE che non ci legga un SELEZIONATORE del PERSONALE di qualsiasi Banca della penisola??? anche della "CASSA DI RISPARMIO dell'Isola di Mal di Ventre"... magari potrei interessargli per un posticino da cassiere che, PER TORNARE IN ITALIA...accetterei VOLENTIERISSIMO!!! =)) =)) =)) (alla fine ho 30 anni...a Ginevra ci son stato abbastanza! non voglio mica marcire per sempre all'estero?!?!...=) qualcosa di buono ce l'avrò, da dare al MIO Paese....spero...=) :blum: :pleasantry: :blum: S.B.
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  3. Guarire da un debito pubblico cosi' alto imboccando la strada del default controllato non e' una soluzione secondo me, ma un voler tirare dietro anche gli altri partners europei. L'italia non potra' fallire secondo me, questo perche' ha poco meno di 2.000 miliardi di euro di debito pubblico. Dovessimo avvalerci di un default controllato il debito ricadrebbe sotto forma di perdita netta su banche e societa' sia italiane che estere, facendo cosi' fallire l'intera europa. Non credo che possa succedere. Quello che succede e che succedera' e' che dovremo ripagare soldo dopo soldo, negli anni, le cavolate che la nostra politica ha fatto ed ha ''mangiato a sbafo'' sotto ai nostri occhi (politica tutta eh, destra, sinistra, centro, avanti e dietro, tutta, nessuno escluso) Quello che deve cambiare in italia secondo me sono le persone, prima di tutto chi ci rappresenta e poi anche noi, nel nostro piccolo. Tanti ragazzi della mia eta' manco sanno la situazione che c'e' in giro, tanti stanno a cercare il famigerato ''lavoro sicuro'' dove fai finta di lavorare mentre sei su facebok e hai ferie, permessi, malattie pagate, 13esima e 14esima sepre pronta e uno stipendio che, nel bene o nel male ti arriva. Io ho 27 anni e lavoro (lavoro autonomo) 12 ore al giorno minimo, compreso sabato e domenica (spesso la domenica, non sempre) e molto spesso ho in tasca molti meno soldi di chi fa' il dipendente. Serve che la gente e sopratutto i giovani si sveglino, che abbiamo voglia di produrre e di creare lavoro, di creare azienda, di fiondarsi su nuove imprese, entusiasmo. Invece quando apri una azienda la prima cosa che ricevi sono 2 o 3 bollettini da pagare allo stato per un totale di un paio di migliaia di euro... Quello che deve cambiare e' la testa delle persone, di chi ci governa e nostra. Siamo stati troppo tempo accasciati sui troppi diritti e sui pochi doveri. Continuando su questa strada si fara' solo peggio. Con questa crisi, un mio grande amico non piu' giovanissimo mi ha detto; ''... ho passato la guerra e la situazione era molto simile ad ora. C'era gente che non aveva nulla, che non aveva lavoro e molta gente che aveva fame. Gente che non aveva casa. La situazione era brutta, la guerra ti porta via tanto ma ti da' tanto. Appena passata la guerra c'era frenesia e voglia di rifarsi, voglia di costruire, i giovani si fiondavano in nuove opportunita' di lavoro e non stavano tanto a guardare cosa c'era da fare o no, ma lo facevano e basta. Adesso mi sembra che i giovani siano piu' scarichi dei ''vecchi''. Si guardano in torno cecando un lavoro che gli fa' fare meno possibile, che non abbia responsabilita', che gli paghi malattie, ferie e tutto il resto. Ai miei tempi si andava a lavoro anche con la febbre, perche' c'era voglia di farlo, c'era spirito di sacrificio. Chi non trovava lavoro provava a crearselo. Oggigiorno i giovani non creano lavoro, non si buttano in nuove imprese. Penso che finche' agli italiani non torni la voglia di osare e di creare qualcosa, di mettere davanti i doveri ai diritti con un pelo di ottimismo, l'Italia resti dove e', nella cacca. All'epoca e' toccato a me e quelli della mia eta' rifare l'Italia. Ora ''ragazzo'' rimboccati le maniche perche' tocca a te '' l'inizio del discorso di questo signore e' stato anche molto simpatico, mi ha detto; ''Da giovane sono andato via dal mio paese per andare a creare un lavoro in citta'. ho scelto la citta' sulla base della strada'' e io: ''Ma scusa, che vuol dire?'' Lui: ''si, ho scelto la prima citta' in discesa, perche' quando sono partito a piedi avevo cosi' fame che a camminare in salita non ce la facevo'' haahahahhaahha Mai parole mi hanno dato tanto coraggio e ancora piu' voglia di proseguire avanti. Scusatemi per l'off topic ma mi sembrava una considerazione giusta da scrivere qui'. R.E
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  4. 'Bboni....state 'bboni. Ahò...pensate solo a magnà! E che è? Ce vorrebbe el Savonarola! Altrochè... Io invece che nutro solo lo spirito...vengo a beve er mirto e ad assaggaire le ciambelle da R.R. Ma prima delle 12/ 12,15 non je la fazzo. Naturalmente immagino che non solo non troverò più nessuno...ma anche le buste delle ciambelle vuote ed il mirto a secco. Poi...mentre ve' scofanate i piatti...io approfondirò la numismatica nelle trincee del convegno...che non tengo tempo necessario. P.S. @@Heineken Ciao Andrea...mentre scrivevo in maccheronico m'è venuta già fame! Vedi di portare un cabarettino di paste...altrimenti morirò di fame. Preferenza come sempre alla crema. Ciao.
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  5. Buona Sera, Provo a intervenire, anche se in effetti non posso aggiungere nulla a quanto esposto da coloro che hanno illustrato con chiarezza le varie possibilità riscontrabili analizzando le monete, con qualche appunto. Considerando, come è giusto, diversamente, il caso di quelle tipologie per le quali era previsto un orientamento delle facce specificato dalla autorità emittente, negli altri casi, dove l’orientamento sembra/è casuale, penso sia importante e chiarificatrice l’analisi delle metodiche di coniazione impiegate. La postazione di lavoro dell’addetto al conio aveva alcune caratteristiche standard, dei due ferri/coni uno era in posizione fissa (il diritto, il conio di incudine) se presumiamo fissa la posizione dell’operatore rispetto al conio di incudine (è una supposizione legata alla necessità di razionalizzare il lavoro di tutti gli addetti che si muovevano nell’officina, potrebbe non essere così) l’orientamento di una delle facce era costante(rispetto all’esecutore), l’altra faccia figlia del conio di martello era quella per la quale era possibile la variazione. In assenza di direttive riguardanti l’orientamento sono fondamentali la forma del conio (ai fini della impugnatura) e il modo di impugnarlo/reggerlo. Chiaramente l’operatore impugnava l’attrezzo nel modo più comodo per il suo lavoro, da questo dovrebbe derivare una distribuzione degli orientamenti abbastanza stretta. La mia osservazione potrebbe sembrare assurda in considerazione dell’enorme varietà e casualità degli orientamenti reciproci che l’esperienza di chiunque studia le monete medievali conosce. Torniamo all’analisi di partenza, ogni variante di moneta intesa come accoppiamento di coni specifici è da considerare un caso a parte, l’orientamento di ciascuno dei coni era determinato da molteplici casualità (la difficoltà di ancorare il conio di incudine, che privilegiava probabilmente la facilità e la stabilità del fissaggio all’orientamento mancando direttive in tal senso, e la “comodità” di impugnare il secondo nella esecuzione del lavoro) a ogni cambio di uno o entrambe i coni tutto si azzerava e veniva generato una nuova geometria di accoppiamento. Per le monete di mio interesse ho potuto analizzare solo in un caso cinque monete figlie della stessa coppia di coni, la distribuzione degli orientamenti potrebbe essere compatibile con quanto ipotizzo. Mancando indicazioni spefiche per gli operatori ogni vezzo o mania degli stessi nel modo pratico di eseguire il lavoro porta(dovrebbe portare) a distribuzioni statistiche significative. Non è detto che tutte le monete prodotte da una coppia di coni fossero “battute” dallo stesso operatore e ogni operatore poteva avere caratteristiche diverse dagli altri. Ogni accoppiata di coni merita una valutazione specifica. Forse si può enunciare una teoria della non determinabilità degli orientamenti degli assi di conio per certe categorie di monete. Per riassumere: le variabili in gioco sono diverse e imponderabili, da questo deriva una estrema variabilità dei risultati, forse non è strettamente corretto parlare di casualità ma certamente gli effetti sembrano gli stessi. Non dimentichiamo che il numero di monete prodotte da una coppia di coni era con ogni probabilità molto elevato, a meno di situazioni particolari, che è difficile al di fuori di ritrovamenti di ripostigli confrontare tra loro monete con caratteristiche di parentela, che trarre una regola generale non avrebbe maggiore significato che prevedere i numeri del lotto guardando alle precedenti estrazioni… Eventuali regole sarebbero valide, nel caso fosse possibile ricavarle, solo per situazioni particolari o per periodi ristretti e zecche specifiche. cordialità
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  6. La Compagnia britannica delle Indie orientali (British East India Company) nacque il 31 dicembre 1600 durante il regno di Elisabetta I d'Inghilterra. Nata per conquistare "le Indie" e dominare i flussi commerciali con l'Asia, trovò il suo posto accanto alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la celebre VOC. Fu l'impresa commerciale più potente della sua epoca, fino ad acquisire funzioni militari e amministrative. Colpita in pieno dall'evoluzione economica del XIX secolo, declinò progressivamente e scomparve nel 1874. Giusto per capire la sua potenza: Dal suo quartier generale di Londra la sua straordinaria influenza si estese a tutti i continenti. La Compagnia presiedette alla creazione dell'India britannica, fondò Hong Kong e Singapore, ingaggiò Capitan Kidd per combattere la pirateria, impiantò la coltura del tè in India, tenne Napoleone prigioniero a Sant'Elena, e si trovò direttamente implicata nel celebre Boston Tea Party che funse da detonatore per la guerra d'indipendenza degli Stati Uniti.... non proprio noccioline! :o (mia solita monetina da ciotola) East India Company 1 Cent 1845
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  7. A ridosso prima o dopo? Non che cambiasse molto, a dire il vero. Il crollo è stato repentino, ma per un paese di poche centinaia di migliaia di abitanti è stato sufficiente non pagare i debiti ed una bella iniezione di denaro russo e norvegese. Con 60 milioni di abitanti sarebbe un po' diverso... Sul fatto che fosse ordinata e pulita, non mi stupirei... sono islandesi...
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  8. Ciao Peter, ecco la foto originale. Come vedi i segni si intuiscono dalla foto ma non si apprezzano... in mano sono decisamente più evidenti. L'altro lato (il dritto) non presenza righe o segni, ma una striscia di patina nerastra antiestetica (che non ne incide sulla conservazione, ma sul prezzo si); mancava la foto del dritto nell'asta.
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  9. Leggendo qui e là ho graggranellato qualcosa. Si pensa che Nicolò e Antonio Zeno (navigatori veneziani del XIV sec.) raggiunsero quest'isola 150 anni prima della scoperta dell'america, ma sono stati rinvenuti resti di un insediamento vikingo risalenti addirittura al XII sec. La scoperta ufficiale spetta ai fratelli Caboto nel 1497 che le diedero il nome "Terra Nuova". Nel 1583 divenne la più antica colonia inglese, L'isola aveva un proprio governo autonomo sin dal 1855, ma dopo la crisi del 1929 ritornò allo stato di "colonia" dell'impero britannico. In base al referendum del 1949, l'isola fu unita al Canada diventandone così la decima provincia. (rottame da ciotolina...) Newfoundland (Terranova) Giorgio VI - 1 Cent 1942
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  10. ciao, sono appena tornato. vista e piaciuta Verona è ancora Verona tanti espositori e tanti compratori molta gente col trolley oo) ho rivisto con piacere Giovanna e conosciuto nuovi iscritti che però dovranno ridirmi il nome... :blum: buona fiera a tutti, io ho finito il budget
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  11. Medaglia Anno XV con al retro il Trono di San Pietro. Per la profondità dell'incisione me ne sono innamorato.
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  12. Allora sarà ora di cambiare conio. :D
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  13. NOOOO....NON FARLO! =) non dollari Ti prego...Prendi Altro, ma NON DOLLARI! :girl_devil: Per rispondere comunque alla Tua domanda: Non credo si tratti della Situazione Greca, il fatto che non sia prenotabile la valuta Estera in Posta. Piuttosto dipende se Tu l'abbia prenotata in CONTANTI (allora credo sia causa delle limitazioni antiriciclaggio sull'uso del contante previste in Italia ) piuttosto che in Transazione DEMATERIALIZZATA. Ovviamente se vai in banca e chiedi 2500 $ da prelevare sul Tuo conto corrente: NON LO PUOI FARE, perché andresti a sviare le leggi sui pagamenti in contanti che sono state firmate lo scorso novembre. Se invece desideri acquistare VALUTA ESTERA, molte banche fanno tranquillamente questo servizio senza necessità di aprire conti titoli. l'unica cosa: Trattasi di operazioni DEMATERIALIZZATE, quindi non avrai MAI i VERDONI IN MANO (ammesso sia questo che desideri) da mettere sotto il materasso. comunque mi permetto di ribadire il concetto: L'EURO (se dovesse crollare)...NON LO FAREBBE PER I PROSSIMI ANNI...prima di un'uscita dell'Italia dall'Eurozona ci vorrebbero almeno (se dovesse avverarsi questa triste previsione) 4 anni AL MINIMO minimo. quindi: consiglio a Tutti: NON ANDATE A PRELEVARE I SOLDI IN BANCA, che non serve a niente!!! ed anzi, farete ancora più male all'Italia! piuttosto se volete spostarli, fatelo CUM GRANO SALIS...sapendo prima di tutto cosa desiderate dai Vostri risparmi! Io consiglierei di spostarli (contabilmente) da un paese all'altro dell'Eurozona - ma mantenendo una parte in TITOLI PUBBLICI ITALIANI (che sono iperappetibili al momento) magari a 2 anni...(il problema è che bisogna avere un conto titoli! che adesso é abbastanza caro per i piccoli risparmiatori) Oppure spostateli in Francia ed Aprite un LIVRET "A" - si tratta di un libretto di risparmio garantito dal tesoro francese, con un plafond massimo di 15.300 € ...in cui i soldi sono SEMPRE DISPONIBILI, ma remunerati ( e garantiti dallo Stato Francese) ad un tasso del 2,25 % NETTO - SENZA SPESE. Oppure Li spostate in AUSTRIA (Zona Euro - Paese Contabilmente Solido AA+ di rating - segreto bancario Iscritto in Costituzione) ed avete la possibilità di Aprire anche Conti Correnti (o di Risparmio ) a tassi del 2 % - con pagamento Liberatorio già Assolto del 20 % Sugli Interessi e versato direttamente all'Italia (quindi nemmeno da mettere in dichiarazione, perché le "tasse" le avrete già pagate...) insomma: le opportunità ci sono, e ce ne sono tante...l'importante é non avere PAURA! la PAURA é la peggiore delle BESTIE in Economia...quindi MAI FARSI PRENDERE DAL PANICO. Guardati un bellissimo Film (il mio Preferito in Assoluto) di Oliver Stone - con Michael Douglas (premio Oscar) del 1987 ...si chiama "Wall Street" ...Ti farà capire facilmente, come la PAURA sia la CAUSA di tutti I mali economici! S.B. P.S. è guardando quel film che mi sono APPASSIONATO DA MORIRE ALL'ECONOMIA!!! =)
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  15. :offtopic: Per quanto io non possa condividerne lo spirito di fondo, gli interventi di SB sono da incorniciare. Mi permetto, perciò, di ringraziarlo a nome del forum, una volta di più anche per l'apporto da lui offerto in sezione €uro e sul tema della moneta unica. :clapping: :clapping: :clapping:
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  16. Medaglietta ricordo del Santuario Nuestra Senora de Pastoriza (Spagna - vicino al più famoso Santuario di Santiago de Compostela) http://santamariadep...-pastoriza.html : "Molto grande è la devozione di La Coruña dal Pastoriza ha scritto la contessa di Pardo Bazán centinaio di anni fa, al quale ha aggiunto: "La gente artigianali professa un affetto speciale e, soprattutto, gli operai della Manifattura Tabacchi". Montserrat è la Galizia, che presiede, a cinque chilometri da A Coruña, l'antica cappella di Rechiario, il re della Galizia e il primo monarca cattolica nel mondo. I pellegrini si riuniscono ancora ad essa tutto l'anno, ma soprattutto il giorno di Gabriele. Secondo Pardo Bazán, nel suo libro The Legend of Pastoriza, pubblicato nel 1887, la cappella aveva una quindicina di secoli antichi, come datate dal tempo di Svevi, il cui re, detto Rechiario, era stato convertito dal vescovo di Braga al cattolicesimo. La cappella subì numerosi attacchi, compreso l'anno 968, quando il fuoco Norman Gunderedo, o 997, per mano dei Saraceni di Almanzor. L'immagine, però, è sopravvissuto, come alcuni cristiani si nascose in una nicchia aperta nella roccia, che non è altro che la famosa "culla della Vergine". Sottolinea la leggenda che una luce sul Castro trovato una ragazza che pascolava il bestiame su un Pastoriza, che passa da una cappella della chiesa romanica. Si stima che questo secolo XI trasformazione. Miracolo Ricordate il miracolo che Pardo Bazán, secondo la leggenda, venne nel 1589 quando l'invasione inglese di Drake. Soldati rimosso dalla chiesa alla Vergine e gettato nei pressi della fonte di divisione, in due. Ma l'immagine ha ricongiunto, spingendo lo shock e la fuga dai soldati, senza causare più danni fino a A Coruña. Tra i benefattori del santuario è il capitano Juan del Rio, che ha ricostruito nel tardo Seicento, a cui si aggiungono i miglioramenti apportati dal parroco di Victor Cartiella Pastoriza. Nel vergine prima era solo un pezzo di legno nel telaio. Per quanto riguarda il granito vergine, è stata finanziata da Alvaro Torres Taboada e responsabile nel 1887, un muratore di nome Joseph Couto, che era nativo di Ponteareas e aveva vissuto in Portogallo e Vigo.Scrivi sul Bazán Pardo: "Solo un uomo del popolo, senza educazione artistica senza disegnare concetti insegnati nelle accademie, senza leggere, senza tracce di classicità nel suo sangue, senza la conoscenza di modelli e dottrine, potrebbe ritagliarsi una Madonna a comparire esproprio del Medioevo, un ricordo di epoche passate e con i suoi lineamenti robusti e semplici parlare il linguaggio della fede ". Santos e cruceiros Sulla facciata del Santuario esistente includere le immagini di San Pietro, St. Paul e l'Assunzione della Madonna, opera di Pereira Blas sulla porta. Più in alto sono le immagini di Santa Barbara, San Jose e San Juan Bautista. La Vergine di Pastoriza si trova nel centro della pala d'altare, conservato in un piccolo museo alcuni dei suoi vestiti e una lapide del IX secolo. Accanto al santuario sono due croci di pietra: quella di fronte, il lavoro di Blas Pereira, e dietro l'abside della Noicela Perez. Un altro Cruzeiro terzo è a pochi metri sopra il tempio."
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  17. per l'ottimismo le porte devono essere sempre aperte...............gli scenari catastrofici non aiutano nessuno e a che servono????..................gli italiani hanno dentro di sè le capacità per uscire dalla crisi più forti di prima ma lo stato deve lasciarli lavorare, non osteggiarli e spremerli di tasse............
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  18. Nei quattrini medicei il santo a figura intera è in genere rappresentato seduto. Se non sbaglio il santo è rappresentato in piedi, come sembrerebbe per la moneta in questione, solo in due emissioni di Cosimo I (Galeotti XXXI e LVII, ma in questi casi la croce è alla destra del santo) ed in una di Ferdinando II (Galeotti XXXVIII). In quest’ultimo caso la croce è alla sinistra del santo. Le legende riportate dal Galeotti per questo quattrino di Ferdinando II, riprese anche dal MIR, sono: Dritto: F • II • M D • ETR Rovescio: S • IOANNES BAPTIS Il Pucci nel suo volume su Ferdinando II riporta un quattrino (rif. 21/a) con il santo in piedi e la croce alla sua sinistra che tuttavia (nota 3 a pag. 42) ritiene diverso dall’esemplare descritto dal Galeotti. Per questo quattrino riporta le legende: Dritto: FER• II • [MAG • DVX] ETR Rovescio: • IOANN [bA]PTIS[T] Il diametro riportato dal MIR è 16 mm, il peso 0.7-0.8 g. I dati riportati dal Pucci sono diametro 18 mm e peso 0.653 g.
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  19. Situazione sempre difficile per chi in Emilia ha avuto la casa inagibile a causa del terremoto e si vede costretto ad usufrire dei centri di accoglienza o delle tendopoli, arrivano però buone notizie dalla Protezione civile, verranno stanziati 100 €uro el mese per ogni terremotato, fino ad un massimo di 600 per nucleo famigliare. Non vorrei dire ma a questo punto qualcuno potrebbe pensare che sia più conveniente prendere un barcone e sbarcare a Lampedusa, visto che chi lo ha fatto lo scorso anno percepiva 1200 €uro mensili, sempre con vitto e alloggio a carico dello stato, dimenticavo, per i fumatori c'erano anche le sigarette.............
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  20. Gentili Utenti, Come promesso, passo a fare la mia disamina su alcuni punti concernenti gli argomenti ieri esposti in velocità. (Tutti pareri personali, ovviamente – supportati però da un’analisi ed un approccio - tecnici - della materia) Cercherò di usare parole semplici, NON TECNICHE e soprattutto esempi pratici (forse a volte poco calzanti) per dare la possibilità a tutti – anche coloro che sono a DIGIUNO di Macroeconomica Internazionale – di poter capire di cosa io stia parlando. CRISI DELL’EUROZONA. L’Eurozona è un sistema economico particolarmente ATIPICO: Paesi che, di fatto si comportano un po’ COME VOGLIONO, e che in comune hanno solo UNA BANCA CENTRALE (che non ha diritto di stampare moneta per modificarne l’inflazione) e la moneta stessa. Il problema è che la stessa moneta, è governata da 17 politiche Economiche (e non solo economiche… ma sociali, strutturali, ecc.) DIVERSISSIME. Già questo è in sé il grosso del problema…ma andiamo per ordine. Se tutti rispettassero i PATTI, non staremmo qui a piangere per la Crisi della Moneta Unica (che attenzione, per chi vive a stretto contatto quotidiano con l’Euro è crisi, ma per altri (speculatori sui mercati delle valute o su quelli dei credit default swap, per esempio - é una MANNA CADUTA DAL CIELO – che deve durare più a lungo possibile!) L’Euro è nato POLITICAMENTE, poiché Paesi che NON NE AVEVANO i CRITERI DI AMMISSIONE, sono stati “politicamente” ammessi a far parte del “Club” (è un dato di fatto…non un’ipotesi…) nel ’95 la Germania ACCETTO’ un’Italia con i Conti Pubblici disastrati, perché altrimenti la Francia non avrebbe dato l’accordo per entrare nell’Eurozona, e di conseguenza – sempre per ragioni Politiche, furono IMMESSE nel rooster anche economie periferiche come la GRECIA (unico Baluardo “EUROPEO e NATO” nel SUD EST dell’Europa o grandi economie “di facciata” come la SPAGNA). Perché? presto detto: Se economie GROSSE fossero rimaste fuori dall’Euro, avrebbero potuto continuare a svalutare la propria moneta, quindi aumentare o mantenere costanti le esportazioni, e continuare con la c.d. “Finanza Allegra” – (mantenendo appetibili le esportazioni – che sarebbero state in Valuta Forte… - per le industrie dei propri Paesi!) Una Francia nell’Euro, non avrebbe accettato un’Italia Fuori (l’Italia avrebbe annientato l’industria Francese nelle esportazioni grazie alla svalutazione della propria moneta…stessa cosa una GERMANIA, non avrebbe potuto accettare una Francia fuori Euro, e così via, a cascata per le stesse ragioni!) Assodato quindi che l’Euro si sia creato TROPPO RAPIDAMENTE e per ragioni MACRO-POLITICHE, andiamo a vedere nello specifico quali casistiche probabili potremmo avere, nel caso dell’Uscita di un Paese dalla Moneta Unica, e di conseguenza la disgregazione della stessa nel medio periodo. LA GRECIA ESCE DALL’EURO: Scenario non proprio apocalittico (molto probabile allo stato attuale delle cose) – nei precedenti post se n’è già parlato tanto, e qui riassumerò soltanto in linee generali alcuni aspetti Assalto alle banche (le gente preferirà mantenere valuta forte a casa – da cambiare magari al NERO per guadagnarci di più) Eventuale Crisi Sociale all’Interno del paese Nel medio Periodo – Problemi alla Libera Circolazione dei Greci nell’UE (uscirebbero, e sarebbero considerati come i Kosovari o i Serbi) I grossi capitali del paese sarebbero comunque già usciti dalle banche greche, quindi sarebbe solo la POVERA GENTE che andrebbe a perderci Lo Stato si dichiarerebbe INSOLVENTE, quindi verrebbe espulso dai mercati internazionali, e si dovrebbe rifinanziare DA SOLO sul mercato Interno per le partite correnti (cosa difficile ma non impossibil) ma di fatto NON AVREBBE PIU’ DEBITO PUBBLICO con L’ESETRO, perché di Fatto NON LO RIPAGHEREBBE – e STOP! (alcuni dicono che avrebbe parte del proprio debito in Euro da ripagare – stampando dracma, ma NON E’ VERO…se fallisci, hai dalla tua il fatto che Sì rimarrai SOLO, ma nessuno potrà chiederti NULLA in Cambio – per il fatto che Tu non hai niente da dare!…) Dopo 2 anni, il sistema ricomincerebbe a muoversi, La Grecia sarebbe NON COME SI E’ DETTO AL PARI DELL’ARGENTINA – (perché l’argentina NON ERA PARTE DI NESSUNA UNIONE ECONOMICA E MONETARIA) bensì più simile alla SLOVENIA del DOPOGUERRA 1991…un Paese che DISPONE DI TUTTE LE TECNOLOGIE PIU’ AVANZATE, SENZA DEBITO PUBBLICO, PICCOLO, con una Forte attrattività Turistica e infrastrutture NON TROPPO VETUSTE. Tempo 10 anni, la Grecia (svalutando la Dracma, e “prostituendosi” al miglior offerente (per quanto riguarda la gestione dei Porti, o di Altre Infrastrutture…ricreerebbe un sistema Paese abbastanza Coeso (e potrebbe – usandolo poco e bene- rilanciare un Debito Pubblico Interno, per sviluppare la propria Industria ed i propri servizi) A questo punto, i Grandi GigantI Asiatici (Cina e India su tutti), farebbero quello che gli USA fecero nel dopoguerra con i Paesi NON-PATTO DI VARSAVIA: Investirebbero in Grecia chiedendo in Cambio “qualcosina”… Tempo 15 ANNI, la Grecia starebbe BENISSIMO: Economia florida, Buon Turismo, e Bassissimo debito Pubblico. – E GLI ALTRI PAESI DELL’EURO? Bhe, il Colpo sarebbe MOLTO DURO, è un po’ come se una banca fa credito a 2 coniugi per comprare casa. Ed uno, dopo un po’ se ne scappa con l’amante, lasciando il resto del debito da pagare all’altro coniuge che, a meno che non abbia un buon lavoro, farà difficoltà a saldarlo. Certo, l’Euro rimarrebbe (La Grecia è parte INFIMA dell’Economia Europea) ma il problema sarebbe il COLPO D’IMMAGINE. Rivediamo l’esempio dei due coniugi, la moglie scappa con l’amante, e lascia il Marito a ripagarsi il mutuo di casa. Questi ha un buon lavoro, e diciamo che ce la fa a ripagarlo, anche se dovrà spendere più soldi, perché dovrà farsi carico anche della parte di mutuo della moglie fedifraga. ma... Ma se il marito dovesse decidere di accendere un altro mutuo, magari dopo essersi risposato con un’altra donna, per comprarsi che ne so, la macchina, farebbe più difficoltà a trovare una banca disposta a concederglielo, perché la sua immagine di solvibilità ne sarebbe ormai inficiata, oltre al fatto che le banche probabilmente gli direbbero: “ok, il mutuo te lo faccio, ma chi mi garantisce che anche stavolta Tua moglie non ti lascerà, e quindi dovrai ripagarmi da solo anche il Secondo Mutuo?...la banca così facendo, alla fine glielo concederà, ma ad un tasso più alto, e quindi lo farebbe divenire PIU’ POVERO nel medio/lungo periodo! STESSA COSA se la Grecia dovesse uscire dall’Euro, per gli altri Paesi dell’Eurozona. Il rifinanziamento del debito, sarebbe più costoso…perché i mercati internazionali direbbero “ se è uscita la Grecia, potranno uscire anche altri, quindi dell’ UE non c’è da fidarsi!” E questo genera un CROLLO A CATENA, un po’ come quando un’impresa fallisce e, non pagando più i suoi fornitori, ne fa fallire a cascata altre 5 che magari hanno una struttura FLORIDA! L’EURO CROLLEREBBE SUBITO DOPO L’USCITA DELLA GRECIA? NO! NO e poi NO! Ma crollerebbe dopo un po’… Vediamo nello specifico. La Grecia Esce! - quindi Le Banche Francesi e Tedesche (che detengono gran parte del Debito greco, dovranno far fronte a questo problema e ricapitalizzarsi a causa di queste forti perdite). E noi diciamo: ecchissenefrega, mica sono le banche Italiane?...SBAGLIATO! i sistemi economici Europei, sono molto, moltissimo interconnessi tra loro oggi… Le banche Francesi ad esempio, DETENGONO una GRANDISSIMA PERCENTUALE non SOLO del DEBITO ITALIANO e SPAGNOLO, ma hanno anche Grandi percentuali di Partecipazioni nelle Industrie Italiane e Spagnole, questo significa che se dovessero perdere soldi con la grecia che non rimborsa i propri debiti, e dovessero ricapitalizzarsi, per farlo dovrebbero cedere parti del debito Italiano e le partecipazioni nell’industria Italiana (ognuno deve guardare prima a casa propria, e POI eventualmente in casa altrui)…questo farebbe sì che L’ITALIA non avrebbe più parte dei propri finanziatori, non solo del debito, ma anche dell’Industria, ovviamente genererebbe TASSI d’Interesse ancora più alti per cercare finanziamenti e di conseguenza anche ALTRE chiusure d’Impresa! E questo è valido in maniera più o meno diversa per tutti i paesi che oggi vedono i propri SPREAD salire indiscriminatamente. Ogni giorno (più o meno) ascolto le tribune politiche Italiane su RAI INTERNATIONAL, e mi "sbellico dalle risate", a sentire come i politici parlino di CRESCITA, quando allo stato attuale di COSE SIA MATERIALMENTE IMPOSSIBILE! (sì, proprio così, le leggi economiche NON LO PERMETTONO PROPRIO!) E’ come se un Padre di famiglia, che in Casa è PIENO di DEBITI e con un lavoro Precario e sempre PEGGIO PAGATO, promettesse alla moglie ed ai figli di traslocare dal piccolo appartamento, e comprare un castello fiabesco: con quali soldi? Con quale banca disposta a farti un mutuo? !!! – forse con una vincita al Superenalotto?, bhe, peccato che per gli STATI non esista una sorta di superenalotto in cui tentare la fortuna… A questo punto, essendo interconnesse le varie economie, gli stati (a meno che la BCE non inizi a stampare massicciamente Moneta stile FEDERAL RESEVE – aumentando massicciamente i tassi d’Inflazione, ma di fatto SALVANDO l’UE…) non potrebbero continuare a pagare all’Infinito INTERESSI SU INTERESSI (in valuta troppo Forte – l’Euro…) ed avere anche in avanzo i soldi per far crescere il Paese…ed a questo punto, Pian Piano inizierebbero ad Uscire dall’Euro, per riprendere la propria sovranità monetaria – e quindi DECIDERE da SOLI – le proprie “PARTITE COMMERCIALI” ed i propri TASSI DI CAMBIO. Ovviamente se la Spagna, dopo la grecia dovesse uscire dall’Euro, l’Italia non potrebbe accettarlo (le industrie spagnole avrebbero troppi vantaggi rispetto a quelle Italiane…) quindi anch’essa ne uscirebbe, ed a catena la Francia farebbe lo stesso ragionamento e così Via…finché: come successe per l’Unione Monetaria Latina, uno ad Uno i Paesi se ne uscirebbero fino a far sparire la moneta unica! MA QUANDO “SPARIRA’” L’EURO? Servono almeno 2 anni perché le cose inizino a muoversi…a spanne diciamo che tra due anni inizierà una sorta di grosso vortice e, tra 4/5 forse 6 anni l’Euro potrebbe non esserci più… Ed ora, dopo questo lunghissimo “ARTICOLO” (se qualche giornalista fosse interessato a ripotarlo su qualche testata – anche modificato – è pregato SOLO di CHIEDERMI IL PERMESSO e riportare il mio nome…) – così magari riuscirò a trovare un lavoro più interessante del fare “l’Analista” come mi tocca allo stato attuale di cose!...=) =) =) – alla fine non si sa mai…=) Passo ad esplicitare le TRE provocazioni che ho lanciato ieri: “1) COME NON SIA IMMORALE Esportare i capitali in un secondo paese (dal punto di vista finanziario)” L’Euro è una Monenta Sovranazionale (non ce l’ha solo l’Italia…ce l’hanno 17 Paesi..) se un Paese CROLLA, perché non posso spostare altrove i miei soldi?...é come se io avessi i Miei soldi, che ne so, al BANCO DI SICILIA (esempio! Sia chiaro…solo un esempio!) e vedendo la Sicilia alla Frutta, spostassi i miei risparmi al Monte Dei PASCHI! Spostare i propri capitali da un PAESE all’Altro del’Eurozona, NON E’ IMMORALE, Alla fine ognuno cerca di salvaguardare sé stesso…quindi non fa nulla di male a trasferire i propri capitali”all’Interno della PROPRIA zona Economica e MONETARIA” Un esempio? APRITE UN CONTO CORRENTE in GERMANIA, e trasferitevi i propri risparmi! – sempre euro saranno – e nessuno potrà dirVi che sia qualcosa di illegale. (magari comprate anche BUND tedeschi…) Nel momento in cui l’Euro non dovesse esserci più, avrete un CONTO in NUOVI MARCHI TEDESCHI, che risulteranno una delle Valute più FORTI AL MONDO! A questo punto pian piano iniziate a cambiare i Vostri Nuovi marchi in Nuove Lire (ipersvalutate e superinflazionate) – e – nella totale legalità (allo stato attuale delle leggi) avrete guadagnato UNA BARCA DI SOLDI! Senza far niente! (attenzione comunque, le leggi potranno cambiare!...) convengo con ciò detto da rick2 in qualche post precedente, sul fatto che, forse, si potrebbe (per salvaguardare i propri risparmi ed anche guadagnarci qualcosa), tradurli in valuta estera. VERO che il CHF (Franco svizzero - sia sopravvalutato - infatti non é assolutamente il caso di acquistarlo...ma nemmeno il Dollaro mi piace (troppo volatile) e men che meno (me ne vorrà rick2...=)) la STERLINA (poiché ha un debito pubblico troppo grande alle spalle)...io piuttosto investirei in Moneta Brasiliana o Australiana, o addirittura in RUBLI (piccole cifre, ma ricordo che la STABILITA' Politica della Russia é un fatto importantissimo per vedere apprezzare una valuta) - ma attenzione, qui parliamo di INVESTIMENTI sui mercati VALUTARI, che nulla hanno a che vedere con il fatto di spostare i capitali all'Interno delle banche dell'Eurozona. “2) almeno 2 anni prima di un eventuale crollo della Moneta Unica (che poi crollo non sarebbe, piuttosto frazionamento dei Paesi aderenti alla stessa, finquando la convenienza di rimanerci dentro degli stati più grossi, sarebbe inferiore alla convenienza di essere fuori!)” Ho già risposto sopra a questa provocazione… “3) come forse, alla lunga, per l'Italia, forse la migliore opportunità sarebbe quella di fallire.” L’Italia avrebbe solo da guadagnare ad uscire dall’Euro, ma solo FALLENDO! Perché ? presto detto: l’italia ha un Buon tessuto sociale, buon infrastrutture, un’ottima Industria per il proprio mercato interno!, manifattura di qualità, l’unica cosa che manca, è l’energia! – ma oggi si può sopperire, implementando al massimo le fonti rinnovabili! (l’Italia volendo, potrebbe vivere anche senza petrolio…) – offerta turistica e culturale IMPORTANTISSIMA – insomma: è un PAESE che vivrebbe tranquillamente anche “da solo” (poiché uscendo dall'Euro, di fatto si cadrebbe nella totale AUTARCHIA) il problema del BELPAESE è il proprio DEBITO PUBBLICO che GENERA BUROCRAZIA…ed il Sistema POLITICO-Burocratico-Legale MASTODONTICO (insomma: in Italia non si può fare nulla, perché si ha le mani legate da TUTTO: Leggi farraginose e pesanti in Primis // oltre ad un clienterismo troppo Palese e Marcato! – ed anche gli investimenti stranieri sono ormai ridotti all’Osso, propri per questo motivo!)…come cambiare?...bhe, per vie “legali” è impensabile…proprio per questo un FALLIMENTO del Paese, farebbe crollare all’inizio il sistema nel Caos, ma alla lunga permetterebbe di “dare un colpo di spugna” in maniera RAPIDA e più o meno “INDOLORE” alle LENTEZZE ITALIANE. Rendendo il sistema politico-economico-sociale più SNELLO, e - FALLENDO - quindi NON PAGANDO PIu’ IL PROPRIO DEBITO (che è il vero BLOCCO alla crescita Italiana!), l’Italia si ritroverebbe NON come la GRECIA, ma In una situazione MOLTO MA MOLTO MIGLIRE! perché con maggior infrastrutture ed un sistema PIU’ sviluppato…a questo punto, si potrebbe vivere un NUOVO BOOM ECONOMICO stile anni ’50…ma passando per rivolte sociali e purtroppo (tristemente) gocce di sangue. Da Sapere però che, a livello Internazionale l’Italia (che già è bistrattata da tutti…) VARREBBE COME LA REPUBLICA CENTRAFRICANA e NULLA PIU’ – e anche questo va detto…il problema è a questo punto morale: meglio avere uno stato che (anche se poco…) qualcosa internazionalmente conta (e ripeto…anche se poco…molto poco…- e non me ne vogliano gli Italiani, ma è così…se solo immaginaste come il belpaese viene descritto dalla Stampa degli altri Partners Europei…) ma dove il Popolo è quasi alla fame…oppure che conti ZERO o poco più…ma dove la gente VIVE e LAVORA Normalmente? Non vuole la mia essere un’analisi APOCALITTICA, bensì piuttosto legata alla realtà (anche se con alcune forzature e con molto “colore”…) Mi occupo di economia, e soprattutto in un Paese in cui Le banche si Fondono con il tessuto sociale (Ginevra, la Svizzera e le banche sono un po’ un tutt’uno) e vivo e lavoro in una delle maggiori piazze finanziarie del vecchio Continente – quindi se parlo (anzi, scrivo) lo faccio per cognizione di causa. Non voglio quindi creare Paura, ma i fatti sono sotto gli occhi di TUTTI (o quasi)…il problema è, che non si vuole vedere la realtà – e si pensa di fare un po’ gli “SCHETTINO” della Situazione, chiamando tutti alla calma, quando ormai (è un dato di fatto) la nave (l’Europa) sta affondando…il sistema VA RIFONDATO, il problema è che si sta cercando di RIFONDARE IL SISTEMA con piccoli interventi NON STRUTTURALI. È come se, per rimettere in piedi una casa crollata, si chiamasse un solo operaio (e non un’impresa) e gli si chiedesse di RISTRUTTURARLA piuttosto che rifondarla. Si potrebbe, certo fare qualcosa, ma strutturalmente la casa rimarrebbe debole e poco solida…rischiando al primo colpo di vento o temporale di soccombere nuovamente. Rifondare il sistema invece, implica coraggio, e dolore…rimboccarsi le maniche e rinunciare ai privilegi precedentemente acquisiti che, ora NON HANNO PIU’ DIRITTO DI ESISTERE. E forse, FALLIRE per RICOSTRUIRE un SISTEMA MIGLIORE, sarebbe il male minore! S.B.
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  21. A marzo dell'anno scorso, durante la simpatica presentazione del libro nei pressi di Cagliari, Domenico mi omaggiò una copia "di pre-stampa" e le impressioni ricevute furono già buone. La versione definitiva é stata migliorata, sostituendo diverse foto ed aggiornando, mi pare, l'elenco dei prezzi di realizzo con i passaggi delle aste più recenti. L'opera si presenta davvero bene sia come grafica, con tutte le monete illustrate e nella quasi totalità con foto a colori di buona/ottima qualità, sia come impostazione, pratica ed immediata. E' riportato il sistema del "grading", ovvero delle valutazioni qualitative, seguito dall'editore (Montenegro): una cosa "inutile", vista la tipologia trattata e dato che non si tratta di un catalogo di vendita. Ovviamente é una considerazione personale. Errori macroscopici non ne ho notati; solo qualche piccolo refuso tipografico (l'asta della Coll. D'Incerti é la XXXII della serie, non la XXXVII), mentre continuo a non concordare con alcune prese di posizione dell'autore in merito ad esemplari da lui ritenuti "artefatti" perché aventi i fondi speculari..... Diamo a Cesare quel che é di Cesare: non é un volume del quale si può fare a meno, se interessano le prove..... ;)
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  22. Comunque pare che qualcuno abbia una curiosa (e anacronistica) idea di democrazia, chiamiamola "alla greca" o "originaria"; si vorrebbe un'Europa divisa in grandi stati nazionali che si comportassero come le città-stato dell'antica Grecia: tutte allegramente autonome e tutte allegramente in guerra l'una contro l'altra. Tralasciando la contingenza la verità del progetto politico europeo è stata espressa due o tre pagine fa: grazie all'unione politica europea si sono avuti cinquantanni di pace e prosperità per la prima volta da che gli indoeuropei valicarono il Volga. Questo dato è innegabile. Se per farlo s'è dovuto rinunciare ad un pezzo di sovranità, mi pare che sia poca cosa. La sovranità si esercita su un popolo, è inutile se il popolo si fa ammazzare in guerra. Quanto ai Carabinieri, anche in Italia c'è chi pensa che Carabinieri e PS necessitano di una seria riforma, visto che fanno lo stesso lavoro. Non è escluso che questo governo realizzi una riforma a prescindere dagli accordi internazionali.
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  23. Rieccoci con una discussione a carattere numismatico-mitologico che questa volta ha per oggetto Liber, una figura sicuramente popolare ed intrigante ma sulla cui identità le informazioni generalmente reperibili , in ambito repubblicano soprattutto, risultano piuttosto sommarie e quindi insufficienti per comprendere in concreto ciò che questa divinità rappresentò e ciò che intorno a questa figura si sviluppò in termini di fenomenologie religiose e, soprattutto, sociali. Tenendo in considerazione il periodo repubblicano tutto, partirei fin da subito con lo sfatare un'opinione piuttosto diffusa che, complice una certa ambiguità iconografica, tende ad identificare con una certa superficialità Liber con Dioniso. Indubbiamente tale processo di assimilazione c'è stato ma ciò non deve distogliere l'attenzione dal contesto storico di nostro interesse ove, come vedremo, saranno proprio le sostanziali differenze tra queste due figure divine ad illuminarci sul corretto inquadramento di Liber, accadimenti ad esso connessi inclusi. Al fine di non rendere il tutto eccessivamente impegnativo procederemo, come sempre, un passo alla volta, utilizzando la fonte numismatica, in questo caso molto generosa, quale fulcro di ciascun avanzamento. Venendo al sodo e riallacciandoci alla premessa fatta poco sopra, prenderei ora in esame un'emissione di grande fascino ed in grado di fornirci un primo spunto di approfondimento che reputo molto importante: L. Cassius Longinus (78 a.C.) RRC 386/1 http://www.acsearch.....html?id=120025 I ritratti di Libero e di Libera occupano dritto e rovescio di questo denario estremamente ricco di significati, che in questa fase introduttiva andremo tuttavia ad analizzare solo in merito ad un aspetto ben preciso, caratterizzante l'unicità del tipo. Siamo infatti di fronte all'esclusiva rappresentazione monetale di Libera, figura divina paredra associata a Liber ed anche, nel culto aventiniano, a Ceres. Una superficiale riflessione circa questa figura ci suggerisce di inquadrare questa divinità femminile quale compagna di Liber, ma partendo proprio da questa banale conclusione ecco apparire una sostanziale differenza tra l'italico dio ed il greco Dioniso: Liber ha una corrispondente femminile. A livello funzionale la triade dell'Aventino ci suggerisce poi un evidente legame con la sfera agreste e, in relazione a questo aspetto, è di estremo interesse quanto trasmessoci da Agostino che, nel De civitate Dei, ci informa circa l'identificazione di Liber quale divinità presiedente la fuoriuscita del seme di sesso maschile e Libera di quello di sesso femminile (De civitate Dei - IV, 11; VII, 2; VII, 3; VII, 16; per i puntuali riscontri: http://www.augustinu.../cdd/index2.htm). Non solo, dalla medesima fonte emerge anche una definizione di Liber per noi estremamente chiarificatrice: "Preposero Liber ai semi liquidi e per questo non solo alle parti acquose dei frutti, fra cui, in un certo senso, il vino detiene il primato, ma anche ai semi degli animali..." (De civitate Dei - VII, 21) La giurisdizione funzionale di Liber è quindi, in quest'ottica, relazionata al vino ed ai succhi della frutta, ai semi prodotti dagli animali e, conseguentemente, da quelli maschili dell'essere umano. Questa stupefacente teologia è in grado fornire un comune referente religioso sia al vino che all'effusione del seme maschile, Liber presiede ai semi liquidi, non andando tra l'altro ad invadere la sfera di Ceres, presiedente i frumenti e le biade, dal seme secco. Vino e fecondità fanno indubbiamente parte anche della religiosità dionisiaca ma la sostanziale differenza tra le due figure divine sta proprio nella differente teologia che le ha prodotte. Nella sfera di Dioniso il vino è strumento utile alla liberazione dei sensi, stato che ricongiunge l'uomo con la natura ed il cosmo, sciogliendo vincoli ed inibizioni. Il culto di Dioniso è finalizzato all'ottenimento di uno stato di similitudine col dio, il culto di Liber è finalizzato invece alla tutela dei semi liquidi, che portano al vino quale stadio finale di un processo e nondimeno alla procreazione. Tale differenza è al tempo stesso evidente ed enormemente importante, soprattutto per un cittadino della Roma repubblicana... e più avanti vedremo in dettaglio il perchè. La sessualità che ruota intorno a Dioniso è ambigua, la divisione tra uomo e donna non è contemplata, il dio stesso è con una certa usualità androgino e la sua natura supera la concezione stessa di maschile e femminile. Liber invece è Pater, al pari di Giove, Giano, Marte e Quirino, la sua sessualità non è minimamente in discussione ed anzi, la virilità è sua prerogativa essenziale. Tornando in ambito numismatico tale prerogativa emerge con forza anche nel denario di Cassio Longino ed ora, conseguentemente, siamo in grado di apprezzare maggiormente la valenza "romana" di tale iconografia (...che più avanti ci riserverà comunque altre sorprese ;) ). Un eventuale Liber androgino infatti non ammetterebbe l'esistenza di Libera e di questo abbiamo trovato riscontro nei prima citati passi di Agostino d'Ippona. Libera è complementare a Liber in quanto presiede al seme femminile ed è solo dall'unione dei due semi che può attuarsi la generazione di un nuovo essere. Potremmo sicuramente contestare certe terminologie non certo appropriate, ma una tale elaborazione, proiettata nel mondo antico, assume un grande valore. L'esistenza del numen di Libera equivale al rifiuto della concezione aristotelica che vedeva il principio costitutivo dell'essere proprio ed esclusivo dell'uomo, che equiparava quindi la donna ad un semplice supporto materiale. In Aristotele l'uomo è il solo a generare attivamente, la donna è al contrario esclusivamente passiva, non avendo in sé alcun principio generativo. Libera invece presiede proprio al seme femminile che, esistendo, dona alla donna ed alla femmina in generale un ruolo attivo nella costituzione di un nuovo essere vivente, come sostenuto da Epicuro e Democrito ed anche da Ippocrate e Galeno (Micol Perfigli - Indigitamenta, pp. 73-78) E' quindi emerso, grazie anche al contributo di una bellissima iconografia monetale, uno degli aspetti fondamentali che rendono il nostro Liber ben diverso da Dioniso. Questo è un primo passo e nel corso della discussione, che preannuncio sarà piuttosto corposa ma al tempo stesso spero molto interessante, affioreranno altre caratteristiche di questa divinità che, sempre grazie alla fonte numismatica, ci consentiranno, senza alcuna forzatura, di toccare numerose tematiche religiose, politiche e sociali della Roma repubblicana.
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  24. Il testo riportato nel precedente intervento si riferisce "all'affare dei bacchanalia" del 186 a.C. che, come noto, bloccò e stroncò con tremenda efficacia l'espansione del culto misterico ed orgiastico di una ben precisa divinità. Pur essendo in abito propriamente romano, sia nella fonte epigrafica del Senatoconsulto de Bacchanalibus che in Livio (Ad Urbe condita - XXXIX, 18) è fondamentale notare la totale assenza di un qualsiasi riferimento a Libero; com'è evidente la repressione puntava infatti ad estirpare il culto di Bacco. Lo stesso nome Bacchus è sinonimo di grida e di rumore (oggi conservatosi ad esempio in baccano) ed è quindi strettamente connesso ad una componente teologica puramente dionisiaca (Dionysos bacchos) legata alla possessione, condizione estatica di totale e primordiale disinibizione, indotta dal licenzioso dio anche attraverso il vino. Il Liber romano, a differenza di Dioniso e di Bacco, governa sul vino in quanto prodotto liquido di un seme ma non ha competenza sul suo potere e sui suoi effetti (E. Montanari - Fumosae Imagines, p.124). L'interpretatio romana di Dioniso, filtrata e mitigata dal mos maiorum, ha in Liber una figura teologicamente e cultualmente ben inquadrata. In ambito pubblico la licentia dionisiaca è totalmente bloccata già a livello concettuale ma la situazione è ben diversa in ambito privato, ove il conservatorismo degli ottimati fatica a penetrare e ad imporre i suoi principi di morigeratezza. E' in questa non trascurabile realtà che avviene l'effettiva permeazione del dionisismo, che non limita il suo manifestarsi ai soli culti bacchici, ma penetra e si palesa anche in altri contesti. L'incontro-scontro religioso tra Liber in Giove e Bacco-Dioniso tende ad assumere i tratti di un conflitto politico e sociale, Libero è la divinità ufficiale e pubblica che, in chiave popolare, funge da maschera per un'entità simbolo di libertà sociale, che può rompere quei vincoli che rendono gli appartenenti ai ceti più bassi dei cittadini praticamente privi di diritti ma sui quali gravano inesorabilmente imposizioni, soprusi e doveri. Non si prospetta uno scontro tra l'istituzione repubblicana ed una setta di iniziati numericamente limitata: Multitudinem ingentem, alterum iam prope populum esse (Tito Livio - Ad Urbe condita - XXXIX, 13) Stiamo entrando nel vivo... l'aspetto numismatico è passato in secondo piano... ma solo momentaneamente.
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  25. La festa dei Liberalia rientra nel novero di quelle celebrazioni di carattere iniziatico (alla strgua dei Lupercalia, celebrati il 15 febbraio) che nel sistema calendariale romano venivano connesse ai grandi cicli biotici del cittadino romano e, in particolare, al passaggio dallo stato di puer a quello di vir e pertanto “civis”. La celebrazione avveniva al compimento del 16° anno di età del fanciullo e si teneva il 17 marzo. Il programma rituale si articolava in varie fasi, delle quali la prima, di natura privata, si svolgeva nell’abitazione del giovane, davanti all’edicola votiva consacrata al culto dei numi tutelari della casa (Larii). La cerimonia prevedeva la deposizione sull’altare della bulla - una sorta di pendente in metallo prezioso o vile indossata come collana e in cui erano contenuti oggetti adibiti a proteggere il fanciullo - e della barba ottenuta dalla prima rasatura, per poi procedere alla sostituzione della toga praetexta (decorata con una striscia di porpora) con la toga virilis, il cui apparato decorativo identificava lo status sociale del giovane attraverso la tipologia della striscia di porpora. Una striscia oblunga (laticlavia) designava l’appartenenza al rango senatorio; una riga più stretta (angusticlavia) connotava invece il cetus equestre; negli altri casi si adoperava una toga monocromatica. La fase successiva del rituale era di natura pubblica e investiva l’intera sfera cittadina. Il giovane insieme alla famiglia procedeva attraverso le strade della città, dove acquistava dalle sacerdotesse di Libero dolci a base di olio e miele sacro (libae) per poi offrirli al dio. Aveva dunque luogo una processione pubblica nella quale altri ragazzi trainavano per le vie cittadine un carro sormontato da un fallo-fascinus (un fallo posto alla sommità di un bastone), accompagnando il giovane al tempio di Giove sul Campidoglio per essere iscritto nelle liste per il tirocinium militiae. Al termine della cerimonia una matrona copriva il fallo con un piccolo covone di grano. Lo stesso giorno le Vestali si recavano in un luogo in cui c'erano ventisette (secondo altre fonti ventiquattro) piccoli edifici sacri dal tetto di giunchi chiamati Argei, mentrei Salii compivano dei giochi chiamati Agonalia, in onore di Marte. Come sottolinea A. Dosi (Eros: l’amore in Roma antica, Roma 2008, p. 27 s.), il culto del fallo aveva una funzione simbolica di estrema importanza, dal momento che assicurava la prosperità delle sementi e le proteggeva dalla cattiva sorte operando una sorta di fascinatio sugli spiriti maligni. In quest’ottica è particolarmente significativo che i Liberalia venissero celebrati sul finire dell’inverno, nei giorni che preludono all’arrivo della primavera. E’ il momento in cui l’adolescente, rivestendola toga virile, diviene protagonista della cerimonia destinata alla sua iniziazione sessuale, affinché manifesti la sua capacità di procreare invocando il dio della fertilità. E non è casuale che, nel corso della cerimonia pubblica (il traino del carro), venissero pronunciate parole oscene in quanto esse rivestivano lo stesso significato simbolico dell’esposizione del fallo. L’intero rituale di queste feste era infatti un ludibrium fondato sulla derisione e sul sarcasmo, un gioco scherzoso che drammatizza il rito. Offrendo all’uomo lo specchio di se stesso, il ludibrium lo libera dall’angoscia e apre una breccia nel rigore delle convenzioni sociali lasciando libero sfogo alla spontaneità. L’oscenità rituale di queste celebrazioni si rivela di particolare importanza, in quanto conferisce all’adolescente la forza virile che deve caratterizzare il cittadino romano. A giudizio di M. Torelli (Riti di passaggio maschili di Roma arcaica, "Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité", CII/1 (1990), p. 93 ss.), infatti, le iniziazioni giovanili, a Roma come altrove, sacralizzano la verifica che la società richiede alla propria componente giovanile per ammetterla nel suo seno a pieno titolo e dunque certificano che i giovani uomini e le giovani donne sottoposti alle prove sono pronti a svolgere i ruoli fondamentali che la società assegna sia agli uni che alle altre. Ora, se il destino attribuito alle donne romane è quello della riproduzione biologica (senza apparente interesse per una particolare pedagogia sociale), il cittadino di Roma arcaica ha invece un compito sociale precipuo, quello della guerra, e i riti di passaggio assegnati ai giovani maschi coerentemente enfatizzano appunto la pedagogia guerriera che culmina nella religione saliare. Tale enfasi è decisamente costante nella storia religiosa dell’urbs tra la protostoria e il IV secolo a.C. Quest'ultima data risulta senz'altro epocale per la trasformazione dell'economia, della politica, della cultura e della mentalità, in una parola la fine della società arcaica: non è un caso perciò che il sacerdozio saliare, in quanto relitto culturale privo di ogni importanza politica, venga dalla lex Ogulnia del 300 a.C. lasciato ai patrizi, e tutto ciò nello stesso momento in cui la documentazione archeologica mostra come i segni dei riti iniziatici- la tonsura prima di ogni altra cosa, ma anche l'antico matrimonio per usus (o per ratto) - tendano progressivamente a scomparire, privi come sono di un'autentica funzione coerente con i comportamenti collettivi e perciò sempre meno compresi da una cultura ormai radicata nelle metropoli dell'area tirrenica.
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  26. Eccoci alla seconda puntata. Come riportato da molteplici calendari, il 17 marzo si svolgevano in Roma i Liberalia, ovvero delle celebrazioni che avevano per protagonisti sia le sacerdotesse di Libero che, soprattutto, i maschi appena entrati nell’età adulta. In tale data i giovani aventi 16 anni compiuti abbandonavano la veste infantile e l’apotropaica bulla per indossare la toga virile. Come riportato da Varrone (De lingua Latina – VI,14), tale festività era chiamata Liberalia in quanto, in quel giorno, per tutta la città siedevano delle vecchie che, in funzione di sacerdotesse di Libero, incoronate d’edera, effettuavano per i clienti sacrifici con focacce ed un focherello (cum libis et foculo pro emptore sacrificantes). Come acutamente sottolineato dal Sabbatucci (La religione di Roma antica - p.127) un dettaglio fondamentale emerge osservando la fattezza stessa della toga abbandonata dai giovani. Questa infatti era chiamata praetexta ed era identica, non solo nel nome ma anche nella fattura, a quella bordata di rosso riservata ai supremi magistrati. L’interpretazione corrente associa proprio al rosso una valenza protettiva, utile sia ai magistrati, che operavano “fuori dallo stato per esserne al di sopra”, che agli infanti, non ancora protetti dagli iura in quanto non ancora cittadini. L’importantissimo passaggio costituito dall’acquisizione della toga libera e quindi dello status di cittadino romano è posto, come abbiamo visto, proprio sotto la tutela di Liber, per tramite delle sacerdotesse a lui preposte. Cosa accomuna quindi questa divinità con l’importantissimo passaggio di status messo in evidenza? Per assonanza Liber richiama alla libertà, concetto di immensa valenza ed inquadrabile secondo differenti prospettive. Parlare di quella libertà che si contrappone alla prigionia o alla schiavitù ha poco senso in questo contesto, parlare invece di quella conquista sociale che fa del cittadino un individuo avente dei diritti nei confronti dell’autorità cui egli stesso ha conferito il potere ci consente di inquadrare correttamente il concetto. Liber è l’istituto romano della libertà civica, il cui cardine è l’uomo quale cittadino, che dal giorno dei Liberalia potrà divenire capofamiglia e quindi, anch’egli, pater. Tale concezione di libertà, originariamente patrizia ed antimonarchica, ben si sposa però con la causa plebea ed è proprio tale contrapposizione, fonte prima di quegli scontri sociali caratterizzanti buona parte del periodo repubblicano, che portò il dittatore Aulo Postummio a votare, prima della Battaglia del Lago Regillo al fine di incentivare i plebei a partecipare allo scontro, un santuario a Cerere, Libero e Libera, la triade aventiniana che in molti vedono contrapposta a quella capitolina costituita da Giove, Giunone e Minerva. Tale tempio, poi dedicato da Spurio Cassio Vecellino, ufficializzò in un certo senso l’appropriamento plebeo di Libero ed è Ovidio a fornirci un’indicazione per noi piuttosto interessante: “la gente dei campi veniva nell’Urbe per assistere ai giochi –ma non era per divertimento, bensì per onorare gli dei, e nel suo giorno per il dio scopritore dell’uva si celebravano giochi che ora egli ha in comune con la dea portatrice di torcia” (I Fasti – III, 783-785) L’autore sta parlando dei Liberalia, che un tempo prevedevano quindi dei ludi, poi trasferiti ai festeggiamenti dei Cerialia (la dea portatrice di torcia è naturalmente Cerere). M. Volteius M.f. (78 a.C.) http://www.acsearch....d.html?id=83290 Il senso di questa iconografia non è un mistero per nessuno (vedi gli altri "tipi ludici" di M. Volteius) e altro non fa che fornire un bel riscontro monetale al passo di Ovidio. Tuttavia con questo intervento ho tentato di proporre una convincente spiegazione circa l’origine della forte valenza plebea di Liber che, in contesto numismatico, deve essere tenuta bene in considerazione. Sottolineo che sui Liberalia ho volutamente omesso una parte molto importante della celebrazione, che rappresenterà un elemento centrale dei successi interventi. Se qualcuno vuole integrare questa mia omissione ne sarei naturalmente felice ;).
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  27. Da ieri che sono disponibili in formato digitale i Volumi XIX e XX del CNI – Italia Meridionale Continentale “Napoli” parte I e parte II spero di trovare tante risposte ai miei dubbi su alcune monete di questo Regno. Ho fatto questa premessa proprio in questa discussione da me iniziata, ma senza alcuna risposta, in quanto mi sono subito precipitato alla ricerca di queste misteriose sigle. Davide (fedafa) mi aveva già dato l’indicazione del nome per la sigla P (Grano di Filippo IV - P.R. 55c; MIR 258/4 sigla MC/P), in effetti consulto il volume XX e a pagina 278 trovo indicato come maestro di prova, Pacifico Filippo, lo stesso nome datomi da fedafa.….(nome nuovo per me) ed ecco risolto il 3° punto del mio quesito. Per quanto riguarda il 2° punto…beh, qui la moneta, (Repubblica Napoletana 15 Grana – P.R. 2; MIR 281/1 sigla GAC/S) risulta mancare nel Corpus, così come indicato anche dal Pannuti e Riccio; in esso la moneta porta come riferimento Bovi BCNN 1965-66, n° 5 che non è in mio possesso e nemmeno risulta essere presente sul portaledelsud, a cura di Francesco, per una consultazione e scovare il maestro di prova con l’iniziale S se presente. Se qualcuno lo avesse potrebbe darci una sbirciatina ? Il 1° punto ……Filippo III - Grano (CLARITAS VNIVERSA) - P.R. 37; MIR 219 sigla GC …..qui si possono fare solo delle supposizioni, in quanto, sotto Filippo III i maestri di zecca sono stati Giovanni Antonio Fasulo fino al 1611 (sigle GF o IAF) e Giovanni Francesco Citarella 1611-1619 (sigle IC o CF o FC) con corrispettivi maestri di prova Gaspare Giuno 1609-1619 (sigla G) e Michele Cavo 1619-1621 (sigla MC o C). Secondo voi GC per cosa verrebbe identificato ? Un grazie, Pietro.
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  28. Ragazzi ho capito.....qui se non c'è Peter che posta la vedo dura è...... :lazy: :lazy: Allora ok :clapping: appena arrivato......e guardate che ritratto. Ditemi qualcosa in più.
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  29. Saranno le vacanze ma da qualche giorno in questa sezione si posta poco, aspettiamo tempi migliori, intanto io continuo la mia opera di portare alla vostra visione le mie monete. :) Ehi...ma Peter1 prima o poi le finisce :( Ma veniamo all'argomento di questa sera. Carissimi amici quella che vi mostro quest’oggi è una moneta da un Grano, regnante Filippo IV e come avete ben potuto leggere dal titolo di questa discussione, non mi sembra vero, ma capitano tutte a me. Premetto che proprio in queste fase mentre continuavo il mio lavoro sui Nominali del Regno di Napoli ecco ……..l’intoppo. Spero di non annoiarvi, il discorso è un po’ lungo e complicato, ma confido sulla vostra eccellente esperienza affinché diventi facile e comprensivo. Moneta alla mano, data 1638 ben visibile al rovescio, apro il Pannuti Riccio e classifico la moneta al N° 70. Primo dubbio: PR 66 (1636) e 67 (1637) chiaramente indica al dritto la data sotto il busto del sovrano, mentre PR 68 (1636) 69 (1637) e 70 (1638) forma diversa dello scudo, la data non è indicata. Apro il MIR – Grano 1638 indicazione data anche al dritto e noto PR manca; dai disegni riportati evinco che lo stemma al rovescio dovrebbe essere come la tipologia PR 66 – 67 (a lati dritti ma arrotondato nella parte inferiore) anche se l’autore fa un chiaro accenno a numerosi varianti riguardanti proprio tale forma). Tutto questo mi fa presupporre fino a questo momento che la moneta classificata dal PR al n° 70 per la data 1683 e quindi di conseguenza la 68 e 69 non abbiano la data al dritto. Ma sempre il MIR (261/2) riporta la stessa moneta con la stessa data (1638) senza l’indicazione della data al dritto e con lo scudo a lati curvi (? ?) e con Rif. al PR 70; Consulto D’Andrea/Andreani/Perfetto ed ecco che continuo a scoprire novità: unica tipologia con data 1638 come il PR 70 e al n° 97 (Rif. PR 70) leggo data al dritto (così come PR 68 e 69) Ragazzi devo ammettere che qui sono andato un po’ in confusione…..non so Voi. Provo a riassumere quanto sopra esposto: Grano 1638 PR 70 (credo) senza data al dritto; D’Andrea/Andreani/Perfetto data al dritto; MIR 206/4 data al dritto con stemma a lati dritti; MIR 261/2 senza data al dritto con stemma a lati curvi ed ornati; come se non bastasse nel nostro catalogo è presente una foto della moneta datata 1638 con una forma diversa dello scudo dalla mia. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIV/14 Ditemi adesso se questo non è un Rebus. Veramente qui avrei bisogno di portare avanti questa discussione per capire giustamente la classificazione, tra data 1638 e forma dello scudo, di questo tipo monetale. Vi ringrazio di cuore e speriamo che riusciamo a venirne a capo. Se qualcosa non è risultato chiaro sono a vostra completa disposizione per ogni altro ulteriore chiarimento.
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  30. tiro su la discussione per capire se il peso e' corretto.
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