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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/18/12 in tutte le aree

  1. vorrei avvisare gli utenti di diffidare dall'utente in questione, le monete in oggetto non sono sue e non le ha mai acquistate (o meglio dire pagate) pertanto le foto sono state "rubate" dal mio sito e le monete non sono mai state in suo possesso. dopo i 5 giorni canonici il gestore delle controversie ebay ha aperto in automatico la contestazione nei suoi confronti per oggetto non pagato, fortunatamente solo oggi sono riuscito a recuperare le cospicue commissioni ebay relative alle monete (circa 300 euro). chissa che gusto fingersi proprietario di due monete che non sono tue per farsi fare i complimenti... ha avuto i suoi 5 minuti di celebrità... saluti al forum
    4 punti
  2. Salve, l'altro giorno, rovistando in un vecchio scatolone che contiene ricordi della mia giovinezza, è saltata fuori una cosa che ormai temevo di aver perduto nei vari traslochi. Nel 1974, Francis Ford Coppola era a Trieste per girare un paio di scene del Padrino parte II, le scene dello sbarco a Ellis Island, con i controlli sanitari degli immigrati, sono state girate nella Vecchia Pescheria Centrale, ora adibita ad ospitare mostre e manifestazioni, si chiama "Il salone degli incanti". Com'è oggi La pescheria centrale / Ellis Island A quel tempo andavo alle medie, e saputo che cercavano comparse, mi sono fiondato al casting assieme ad un mio compagno di classe... presi! Il giorno dopo ci presentiamo raggianti sul set, dove abbiamo avuto modo di conoscere Oreste Baldini, mio coetaneo, che interpretava Vito Corleone da piccolo, non lo abbiamo più mollato, nella speranza di guadagnarci una, se pur fugace, inquadratura. In realtà ho provato a riguardare la scena con il fermo immagine, e forse in un paio di fotogrammi mi si intravede, ma non sono sicuro al 100% di essere io... va beh... Se non altro, ho avuto modo di verificare di persona la cura maniacale di Coppola per i particolari. Ha dell'incredibile. Pensate che ad ognuna delle comparse è stato assegnato un nome, e scritto sul cartellino che portavamo sul petto, quello della Red Star Lines che si vede in questa foto sul giovane Corleone, a seconda della nazionalità di provenienza, il numero era diverso. questo è il mio, "interpretavo" tale Hans Baash, un giovane immigrante nato ad Amburgo... pazzesco. Tramite Baldini, durante una pausa, riuscimmo ad avvicinare il regista, ricordo ancora la soggezione che mi dava questo omone barbuto, ma che alla fine si rivelò una persona estremamente cordiale e disponibile, Frank Coppola e Oreste Baldini il giorno della firma dell'autografo. scambiammo qualche parola e ricordo che si informò sul nostro compenso, quando gli dissi che prendevamo 16.000 lire al giorno (siamo nel 1974) disse qualcosa che non capii esattamente, ma liberamente traducibile con "perbacco!, non male per dei ragazzini", gli strinsi la mano e non potei fare a meno di chiedergli un autografo, non avevo però un pezzo di carta, allora prese uno dei cartellini (i certificati medici) che si trovavano sul banco degli addetti all'immigrazione e vi appose la sua firma con un paio di rapidi tratti della sua stilo... indimenticabile. Dritto e verso :) Ero al settimo cielo! Un autografo di Francis (Frank) Ford Coppola su un pezzo della scenografia originale del film! Non mancai di chiedere l'autografo anche a Baldini, ora lui è un doppiatore, è una voce famosa, tra le altre, lui è Re Julien, il lemure di Madagascar. Non ho idea se possa avere un valore commerciale, immagino che sia possibile, ma sicuramente ora che l'ho ritrovato, non me ne separerò.
    3 punti
  3. se l italia esce dall euro avrete il PIL che crolla del 20 - 30% vi beccherette il corralito come in argentina e quindi non vi faranno ritirare i soldi perche` se no van tutti a finire all estero una volta che si ritorna alla lira (mettiamo al cambio teorico di 2000 lire per euro) il cambio crollerebbe tra le 4 e le 5.000 lire per euro. l inflazione esploderebbe e si mangerebbe tutto il vantaggio competitivo dato dalla svalutazione nel giro di 6 mesi perche` non e` che sia rimasto molto del tessuto produttivo industriale. avreste la benzina a 6-7000 lire al litro , le pensioni che non tengono il passo con l inflazione e le aziende farmaceutiche che si rifiuteranno di mandare medicinali (cosa che e` gia successa in grecia) andrebbe bene solo a chi ha i mutui ed e` pieno di debiti
    3 punti
  4. con le quali, mettendone insieme una decina, ci si potrebbe prendere un caffè al bar... :rofl:
    2 punti
  5. Le polizze per rimborso spese legali esistono in tanti settori, ed esistono proprio PER LE COSE CHE UNO NON HA FATTO. Per il banale motivo che se una certa cosa uno l'ha fatta, quella persona viene condannata e, in caso di condanna, le spese non gli vengono rimborsate (per un principio generale del codice civile: è vietato assicurare il dolo). Credevo che cercassimo delle idee fra di noi, e non che scrivessimo per polemizzare contro lo "Stato" che - chiunque egli sia - non legge questo blog. Siccome sono una persona limitata, sono abituato a sentirmi dire che le mie idee sono sbagliate. Però non sono disposto ad accettare che, mentre provo a offrire alla discussione contributi concreti, si faccia polemica su di me. Scusate il disturbo, torno nel silenzio Buon pomeriggio la polizza certamente c'è, la offrono quasi tutte le compagnie e copri tutti quei rischi che attendono ai fatti illeciti del privato; si va dalle cause condominiali con l'amministratore, oppure alle liti tra condomini, oppure ancora alle pretese di qualche terzo che ti chiede danni perché si sente offeso da un tuo comportamento, od anche contro certi abusi che può compiere il padrone di casa. Costi e massimali garantiti bisogna chiederli alle compagnie. Aggiungo anche che nell'affermazione di rick2 non vedo nessuna polemica; un conto è stipulare una copertura assicurativa del genere di cui sopra, che possa tutelarci nei mille casi che nella nostra vita di persone fisiche, possono accadere e farci trovare "impegolati" in vicende giudiziarie; un'altro è stipulare un contratto specifico che ci tuteli contro uno Stato "occhiuto", ma incapace; uno Stato che vuole far man bassa di monete, ma poi se le dimentica negli scantinati (quando non se le fa fregare); forte con i "deboli" e pavido con i "forti". Questo si che è assurdo. Saluti Luciano
    2 punti
  6. io mi auguro che ci sia un fiorire di movimenti d'acquisto online invece. vado in controtendenza. un fiorire ovviamente lecito, perchè, me lo auguro, il collezionista onesto deve riappropiarsi di quegli spazi che gli stanno sottraendo in cui legittimamente può e deve muoversi. ed ebay e il web in generale è uno di questi. certo, bisogna sapersi muovere e dove andare e cosa fare e con chi avere a che fare. però è deleterio astenersi dal fare acquisti via web... equivalrebbe ad ammettere di essere dei trafficanti! siamo nell'era monti, nell'era agenzia delle entrate, nell'era della trasparenza, della cosiddetta moneta di plastica e della tracciabilità del denaro... si parla di abbassare sempre più la soglia per il pagamento in contanti... e allora, che c'è di più trasparente di una transazione online? il collezionista che si muove online lo fa in piena luce del sole, alla bella vista di tutti. certo, una in piena luce del sole può anche sfrecciare ai 200km/h in centro abitato e allora è giusto che venga fermato e punito. ci dev'essere vigilanza nel web, ma ci deve essere anche libertà di movimento per chi è nel giusto. boicottare ebay non serve, boicottare chi non si conosce in ebay o chi non ha le credenziali per vendere ciò che possiede sì.
    2 punti
  7. Anche te mi continui a confondere i concetti di "beni culturali" e di "beni archeologici"? Allora stiamo inguaiati forte... Antonio è stato indagato perché sospettato di essersi impossessato di possibili beni archeologici, anche se questi oggetti non hanno alcuna caratteristica tale per cui dovrebbero essere dichiarati beni culturali. Questa distinzione, ripeto, spiega perfettamente la frase apparentemente incomprensibile sulle autorizzazioni riportata diversi post sopra (leggete o rileggete, per favore, il mio post #614 dell'11 maggio). Secondo la legge in vigore i beni archeologici, intesi come oggetti provenienti dal sottosuolo e venuti alla luce successivamente alla data della prima legge sulla tutela del patrimonio culturale (1909) non sono mai commercializzabili, perché appartengono al patrimonio indisponibile dello stato. Non credo che alla catena sovrintendenze-magistrati-forze dell'ordine (salvo forse qualche talebano) importi un fico secco di mettere le mani sulle collezioni private, fintanto che queste sono acquisite legalmente. Quello che a loro interessa è intercettare il materiale di provenienza illecita e commerciato illegalmente, quindi ciò che è "bene archeologico", non "bene culturale". Il problema è nel metodo, non nel merito; il problema è nel modo in cui sono condotte le indagini, nell'assunzione che tutto ciò che passa su eBay è di provenienza illecita (ma non dimentichiamo che molto di ciò che passa su eBay è di provenienza illecita), nel fatto che le stesse risorse potrebbero essere impiegate meglio per stroncare i grandi traffici (ma siamo sicuri che sia veramente così?). Se vogliamo rompere il circolo vizioso che ha messo nei guai Antonio, molti prima di lui e sicuramente molti anche dopo, cerchiamo di convincere la catena sovrintendenze-magistrati-forze dell'ordine che tra collezionisti e tombaroli professionali e/o metallari della domenica non c'è nessuna prossimità, nessuna collusione, nessuna zona grigia. Forse allora si potrà sostituire la collaborazione al sospetto. I discorsi sul valore culturale del collezionismo, per quanto condivisibili, in questo contesto servono a poco o nulla. Sulla base della legislazione che vige ora, alla magistratura importa un tubo del valore culturale di ciò che facciamo o non facciamo: importa che non ci mettiamo in tasca monetine sporche di terra. Legge giusta o sbagliata? Parliamone, ma in un contesto diverso, perché per ora una modifica alla legislazione è fuori discussione, e forse non sarebbe neanche una buona idea. Vediamo se questa volta sono riuscito a farmi capire...
    2 punti
  8. Con la scusa dei prossimi festeggiamenti (17 marzo 1861/2011) per i 150 anni dell' Unita' Nazionale mi sono regalato il primo 100 Lire del Regno D'Italia :rolleyes: 100 Lire 1864 Torino (T e BN in corsivo) Vittorio Emanuele II Re D'Italia (1861-1878) D/ VITTORIO EMANUELE II - testa a sinistra in basso FERRARIS e la data 1864 R/ REGNO D'ITALIA - stemma semplice di Savoia coronato , con il collare dall' Annunziata attorno , tra due rami d' alloro , nell' esergo il valore tra le sigle di zecca T/ rigato Oro 900/.. , diametro 34 mm. , esemplari 579 , incisore : Giuseppe Ferraris peso 32.258.00 (grammi) tolleranza +/- 32.26 (milligrammi) Gigante 1 , Mir Savoia 1076a – R.D. del 2 maggio 1861, n. 161 (n. 16 Racc. Regno) (G.U. 17 maggio 1861) (Celerif., 1861, p. 1219 s.), che richiama le leggi in materia del 17 marzo 1861 e 21 aprile 1861 e determina le nuove leggende delle monete d’oro e d’argento da coniarsi: (omissis) Art. 1. A partire dal giorno della promulgazione del presente Decreto le monete d’oro e d’argento che si conieranno, continuando per ora a portare l’impronta ed il contorno attualmente in uso, avranno sul diritto, attorno l’effigie del Re, la leggenda “Vittorio Emanuele II”, e sotto, l’indicazione dell’anno; e sul rovescio, attorno allo stemma, la leggenda “Regno d’Italia”, e sotto l’indicazione del valore della moneta. Art. 2. Le varie leggende sinora usate sono abolite. (omissis) Le monete per Torino del 1864 furono coniate solo in pochissimi pezzi in quell' anno secondo il Carboneri, mentre ne vennero battuti 472 pezzi nel 1865 e 105 nel 1867 G.Carboneri osserva inoltre che le monete di questa specie non sono state molto comuni nella circolazione dell' epoca
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  9. Ciao a tutti, Ho pensato che per ravvivare un po la sezione sarebbe bello parlare della moneta che ha acceso la nostra passione per la zecca di Napoli, la "numero uno" per così dire... quella che abbiamo avuto per prima, e che ci ha incuriosito, affascinato, stregato a tal punto da buttarci con tutte le scarpe nel fascino della storia della zecca partenopea... La mia numero uno è stata una piastra di Ferdinando II. Da tempo ne cercavo una collezionando prevalentemente monete sul taglio degli "scudi", e volevo averne uno di Napoli. Ricordo ancora di averne osservato uno in un'asta, che poi venne ritirato perchè falso, e individuato prontamente da Francesco su questo forum. Anche se ero rimasto a bocca asciutta, non mi sono dato per vinto nella ricerca di trovarne una bella, anzi... il fatto di capire meglio la conservazione tra tutti quei difetti di conio, il saper capire e riconoscere eventuali difetti, mi affascinava sempre di più, anche se ancora non ne avevo una. Poi venne l'asta della collezione De Micheli, Varesi 55, e li ne vidi una. Piastra da 120 Grana 1838, Ferdinando II... Aveva una mancanza al bordo, ma già dalla foto un lustro molto bello... la presi e rimasi decisamente ammaliato dalla bellezza del ritratto, dal fascino che evocava il blasone borbonico e la storia che si celava dietro... Non c'era paragone con gli scudi di VEII che fino ad allora erano la mia passione. Belli erano belli, ma ormai il fascino per questa monetazione era decisamente sbocciato dopo essere stato coltivato per qualche mese. Ecco la mia numero uno... e per me è sempre bella, come la prima volta che l'ho avuta tra le mani. Se l'idea vi piace, sarebbe una cosa bella conoscere le "numero uno" degli altri utenti del forum, specialmente di "guru" che col loro sapere rendono questa sezione del forum sempre molto interessante. Sperando di aver fatto cosa gradita e simpatica, saluto tutti, Fabrizio
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  10. Scrive numizmo (post nr. 739): "Quindi, la prova della liceità del possesso è sempre a carico dell'indagato e non dell'accusa...con buona pace del principio della presunzione di innocenza... Per cui, la "regola" ,ci dice che , fino a prova contraria, gli oggetti ( e uso il temine volontariamente) di ipotizzabile natura archeologica e/ o interesse storico culturale, in nostro possesso, si presumono di proprietà dello stato....tout court...se rinvenuti dopo il 1909........ma dato che il limite temporale del 1909, non è desumibile in maniera univoca e certa per quasi nessun oggetto, allora tutti gli oggetti, documentati o no, da qualunque luogo arrivino, si presumono di proprietà dello stato, perché , escluso qualche sparuto esempio protocollato, praticamente nulla ha una documentazione che risalga a prima del 1970, ovvero all'avvento dell UNIDROIT, quindi, teoricamente , TUTTO può essere definito come rinvenuto dopo il 1909.....è questo che vorrebbe dire l'indirizzo giuridico corrente?" Scrive L. Licinio Lucullo (post nr. 745): "Parliamo di reati: e quindi le presunzioni devono essere tassativamente e rpeventivamente fissate con legge (come nel caso, in verità l'unico che io conosca, della conoscenza dell'età della vittima in caso di sesso con infraquattordicenni). Sinceramente, non conosco approfonditamente il codice dei beni culturali, ma io questa presunzione non l'ho trovata scritta!" Cerchiamo di tenere ben distinte le conseguenze civilistiche (cioè quelle che attengono alla titolarità dei beni archeologici intesi in senso lato) da quelle penalistiche (cioè quelle che possono scaturire da ipotesi criminali legate al possesso dei suddetti beni). Il link che vi ho postato nel mio messaggio nr. 724, relativo ad un illuminante articolo scritto nel 2005 dal Prof. Fabrizio Lemme, docente di diritto penale ed avvocato esperto di diritto dei bb.cc. (quindi non proprio l'ultimo arrivato...), illustra con estrema chiarezza quali siano, ancora oggi, gli orientamenti della magistratura civile e penale sull'argomento, evidenziando altresì gli aspetti connessi al regime dell'onere della prova in sede civile e penale. Se permettete, Vi rimetto il link (l'articolo è a pag. 2 e 3) e Vi inviterei però a leggerlo attentamente. http://www.anca-aste.it/pdf/numero_1.pdf Non facciamo sopratutto confusione fra ciò che avviene davanti ad un Giudice civile, che dovrà stabilire unicamente la proprietà dei beni in argomento e la conseguente attribuzione degli stessi "a chi spetti", con ciò che invece è l'oggetto del processo penale, che si incentra invece sull'accertamento di evenuali reati concernenti i suddetti beni. Vorrei ancora ricordare che il dominio dello Stato sui beni "archeologici" è esclusivamente quello riferito a quei beni che successivamente al 1909 sono stati rinvenuti nel sottosuolo nazionale e nei fondali marini territoriali (oltre ovviamente, ai beni già acquisiti dal demanio dello Stato e presenti da sempre o a seguito di acquisizioni nelle pubbliche collezioni, musei ecc.). Se è vero che questa presunzione a favore della demanialità del bene "archeologico" deve essere vinta dal privato, è anche vero che pure il privato, sprovvisto di documentazione ante 1909, potrà dimostrare la sua proprietà utilizzando a sua volta altre presunzioni "di segno contrario" a quella proposta dallo Stato (si potrà. ad esempio, opporre che la moneta non reca segni di pregressa giacitura e dunque non proviene dal sottosuolo, che la moneta potrebbe non provenire dal sottosuolo italiano, che la moneta proviene da una collezione familiare risalente a prima del 1909, attestata da qualche documento che dimostra come il proprio avo fosse un collezionista, che la moneta è stata regolarmente acquistata da un commerciante ecc.). Sul versante penale, per rispondere a L.L. Lucullo, le presunzioni a cui ci si riferisce sono quelle che attengono alle condizioni in cui gli inquirenti ritrovano le monete (sporche di terra, occultate con modalità tali da escludere che chi le ha nascoste possa essere un collezionista) ovvero altre circostanze che inducono a ritenere che l'indagato possa averle raccolte di recente dal sottosuolo (presenza di un MD e di attrezzi atti allo scavo in casa dell'indagato). Sono queste le "presunzioni" che concorrono a formare nel giudice penale il convincimento che l'imputato possa essere un ricettatore, un "tombarolo" (ovvero uno che si è impossessato illecitamente di beni culturali appartenenti allo Stato). Va però anche detto che dinanzi a questi "orientamenti" indicativi della magistratura, si registrano tuttavia degli indirizzi che "mitigano" le durezze della, ormai secolare, legislazione in materia; e questo direi che è maggiormente vero in ambito penale...meno vero in quello civile. Per quanto attiene ai procedimenti analoghi a quello in cui è incappato il nostro Antonio, abbiamo infatti dimostrazioni frequenti di archiviazioni e restituzioni al collezionista delle proprie monete anche quando non tutta la documentazione sia presente. E ciò è indicativo, mi pare, di una diffusa consapevolezza (che però non trapela dalle sentenze di assoluzione o dalle motivazioni delle archiviazioni) della magistratura inquirente e giudicante in ordine al fenomeno sociale del "collezionismo di monete antiche" che, lungi dal costituire un vulnus alla tutela statale dei beni archeologici (o supposti tali) è considerato, se non un momento di valorizzazione degli stessi, quanto meno una lecita espressione culturale e sociale dell'individuo. Certo. Purtroppo non sempre è così. Però, se ciò non accade sempre (come dovrebbe invece essere la regola...) laddove i soggetti coinvolti siano semplici collezionisti onesti, ho il terribile sentore che il "piano inclinato" che conduce ad un epilogo sfavorevole sia spesso costruito dalle valutazione peritali "abnormi", che prospettano al magistrato scenari non aderenti alla effettiva realtà. Non dimentichiamoci mai che, sebbene il Giudice - peritus peritorum - potrà anche disattendere la valutazione tecnica del suo perito/consulente, ciò non avverrà che in casi di macroscopico errore, (sempre che il magistrato sia in grado di avvedersene) e, sopratutto, quando egli possa motivare adeguatamente di aver disatteso ciò che gli suggerisce il proprio ausiliare. Talvolta basterebbe prospettare al P.M. che le monete sequestrate sono comuni e che non hanno alcun interesse archeologico, che le stesse appaiono raccolte (e custodite) con modalità che fanno ritenere che l'indagato coltivi una normale, ordinaria, passione per il collezionismo numismatico...., basterebbe magari scrivere tutto ciò, per agevolare la spedita risoluzione positiva di un procedimento penale che spesso, come nel caso di Antonio, è scaturito per l'acquisto o la (tentata) vendita di qualche moneta antica online e senza che vi sia alcuna implicazione con reali ipotesi di reato. A questa conclusione però non si può pretendere che ci arrivi da solo il magistrato, quando gli vengono messe sul tavolo rappresentazioni del tutto opposte a quelle che indicavo sopra. Quindi, per concludere, se è vero che la legge è severa ed è strutturata per una tutela fin troppo rigida dei beni "archeologici" di proprietà statale, è anche vero che si dovrebbe oggi cominciare a riflettere su un dato obbiettivo ovvero sul numero sempre crescente di indagati prosciolti o imputati assolti con contestuale restituzione delle monete (vedi, ad esempio, la sentenza di Oristano del 2001), che evidentemente sta lì a testimoniare che qualcosa, nel dispositivo legislativo e processuale apprestato, non funziona come dovrebbe. Saluti. Michele
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  11. Da un punto di vista limitato agli aspetti tecnici della moneta e cartamoneta come oggetti di consumo sono perplesso; da un lato, un'uscita veloce e traumatica dall'€uro potrebbe non dare la possibilità alla nostra zecca di stampare e coniare moneta in Lire, sempre ammesso e non concesso che la successiva moneta dell'Italia repubblicana si chiami Lira; questo potrebbe condurre a pratiche transitorie che però non saprei identificare; dall'altro lato, la progettazione delle Lire pone qualche dubbio: la nascita di una nuova moneta, anche se in questo caso si tratterebbe di una risurrezione, imporrebbe disegni nuovi, ma il tempo ridotto potrebbe consigliare due strade: o stampare e coniare Lire con i vecchi disegni, oppure prendere tempo, emettendo intanto una moneta, diciamo transeunte, dal disegno particolarmente semplificato, del tipo AM-Lire o miniassegno...
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  12. direi di si dato che si può vedere uno scivolamento di conio anche nell'apice destro del castello per la classificazione direi per tutti e tre il gruppo IV ( 1240-1260/70 ca.) (ulteriore conferma del fatto che circolassero negli stessi anni) in particalare quest'ultimo IV d mentre quello prima IV c
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  13. Buonasera, io lavoro presso una software house, che fornisce programmi gestionali alle compagnie di assicurazione e, da oltre 10 anni, sono dislocato presso i clienti stessi, in diverse compagnie e città d'Italia. Le polizze di tutela legale sono, di solito, legate all'aspetto professionale. Esistono, invece, singole coperture legali, che concorrono a formare altri contratti di copertura globale su persona, casa, etc. Non ho mai sentito di coperture ad hoc, generiche, ma non avrei problemi a chiedere in giro. Le difficoItà, però, sono due. Prima di tutto non credo sarebbe un rischio "gradito", quindi i premi sarebbero piuttosto alti e le provvigioni basse; difficile, quindi, trovare intermediari interessati a proporle. In secondo luogo, una convenzione richiederebbe un notevole numero di possibili "acquirenti", possibilmente legati ad un "dealer" (come i concessionari per le auto, per intenderci, che fungono da raccoglitori di premi). Data la dispersione geografica dei potenziali contraenti, la vedo molto, ma molto dura. Ultima opzione (a mio parere impraticabile) la creazione di un prodotto, ad hoc. Questo comporterebbe discreti costi informatici (principalmente per l'implementazione dei programmi di stampa). Senza un notevole volume d'affari, credo che nessuno sarebbe interessato. Resta l'utlima possibilità: chiedere ad un mio ex-collega (ho anche lavorato tre anni in un'agenzia) affinchè contatti direttamente la direzion,e con una proposta di coperture ad hoc a singoli clienti. Premetto che gradirei poco la cosa perchè è mio cugino e qualcuno mi accuserebbe sicuramente di volerci lucrare... D'altra parte, credo che non servirebbe a nulla; come già detto non penso sarebbero interessati e pretenderebbero il pagamento diretto in agenzia (questo verrebbe bene a me perchè ognuno si rivolgerebbe ad agenzie diverse e i dubbi su un mio eventuale interesse personale svanirebbero da soli). Ultimo e determinante aspetto: di che numeri stiamo parlando?
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  14. DE GREGE EPICURI E' considerata coniata in Sicilia, nel settore controllato da Cartagine in quel periodo, quindi grosso modo in tutta la parte occidentale dell'isola; le zecche però non sono note, l'ipotesi è che fossero più di una. Si può pensare a Ziz o Sis (una parte dell'attuale Palermo), ma anche a molti altri luoghi. Alcuni autori però (Mueller, n.62) pensano sia stata coniata a Cartagine. Questa moneta è stata prodotta, secondo l'ipotesi più accreditata, fra la fine del IV e la prima parte del III secolo a.C. , ma è sempre difficile datare con precisione le monete anepigrafi e prive dell'effigie di un sovrano. Il peso varia da 2 g. circa a 3,8 g. circa. Classificata da Acquaro al n. 193 e da Jenkins-Lewis a p. 132, n.1.
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  15. se è chi penso io c'entra col titolo di una canzone di eros ramazzotti Yes...
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  16. Scusate l'OT, ma giusto per comunicarvi una "chicca" (datata) letta l'altro giorno su una vecchia rivista: "La Numismatica - marzo 1996" che riguarda uno di quei casi emblematici - pur molto frequenti - che stigmatizzano la cura delle monete che hanno talune amministrazioni (fortunatamente non tutte). Il fatto: a Lugano un noto commerciante acquista da due privati un importante lotto costituito da 142 monete della zecca di Bergamo. Lo stesso commerciante, formalizzato l'acquisto, contatta un professionista, noto collezionista di Bergamo, per sapere se ha interesse a visionarle e questi si precipita a Lugano. Il collezionista, più le guarda ammirato e più gli sembra, per molte, di averle già viste......."certo che le ho viste, ricorda, ero nella Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, quando le osservavo". Ma come mai stanno qui? Breve indagine al ritorno a casa; i responsabili della Biblioteca, contattati, si ricordano che dovrebbero esserci delle monete bergamasche in giro...dove sono? Nel caveau della Biblioteca? Nella cassaforte a muro del direttore? Nella cassetta di sicurezza della Banca Popolare o nella cassaforte del Museo del Risorgimento sito nella Rocca? :pardon: :pardon: Mah.......... Non pago il collezionista va dal Sindaco e questi chiede di poter vedere le monete al direttore del Museo; il meschino non può che confermare che non ha idea di dove possano essere. Capite? Il direttore del Museo di Bergamo, che ha la fortuna di avere tanti pezzi coniati nella zecca della stessa città; monete rare e ricercate e dal valore tutt'altro che modesto, sa di averle ma non dove....ovvio che "sapeva" di averle, visto che ormai avevano passato la frontiera. :cray: :cray: :cray: C'è proprio da piangere! Ovvio che della vicenda se ne occupò la magistratura, ma sfortunatamente non conosco l'epilogo (se c'è già stato) Scusate e buon pomeriggio Luciano
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  17. Bentornato, Lò. Sentivamo la tua mancanza :) Ciao
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  18. Cliccando sulle immagini l'ingrandimento è notevole, ma non so se è un mio problema, vedo solo il lato della moneta con l'aquila. Comunque l'indicazione delle sigle MC sopra lo stemma potrebbero bastare a dare una corretta identificazione del denaro. Si dovrebbe trattare di un denaro aragonese coniato a Messina a nome di Giovanni d'Aragona (1458-1479). Al D/ IOANNES DEI G; Aquila coronata R/ REX SICILIAE A; Stemma aragonese sormontato da croce. Negli quarti inferiori della croce le sigle MC. Moneta comune. Riferimenti Spahr 133/135 - MIR 233/4 - Maugeri 49 Qui il link di riferimento al catalogo Lamoneta http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GC/1
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  19. Dunque la mia numero uno del Regno di Napoli e delle Due Sicilie fu un 10 Tornesi 1848 ereditato da mio nonno;purtroppo la conservazione non è eccellente ed a mala pena si legge la data. Da ragazzino,appena entrai in possesso di questa grande e pesante moneta,oltretutto con ben più di 150 anni di vita,pensai di avere una piccola fortuna economica per le mani,poi nel 1990 a Milano acquistai il mio primo catalogo/prezziario ,l'Alfa,pensando di trovarvi anche le quotazioni dei Tornesi ,ma niente;consultai un'antiquario della mia città e dalla sua quotazione (corrispondente alla realtà)rimasi dispiaciuto ma conservai comunque la moneta per ricordo affettivo e perchè già da bambino avevo iniziato a collezionare monete della Repubblica italiana che riuscivo ad avere gratis. La prima moneta che del Regno di Napoli che acquistai fu un bel Ducato di Carlo II del 1684 ,quello ,per intenderci con i due emisferi e lo scettro al centro e con la dicitura"VNVS NON SVFFICIT",l'ammiravo su un noto sito di numismatica ed alla fine l'acquistai.Trattasi di una moneta che per l'iconografia e le scritte mi risultava imponente e poi...e poi....sono diventato un "drogato di Numismatica"(questa definizione mi si addice di più ,fra le tante che ho pensato)scrivo,leggo,compro,vendo Numismatica. Chi colleziona in maniera seria fa parte di un'elite,ha una certa sensibilità nell'apprezzare l'arte,nello studiare la storia,nella ricerca del particolare,nel saper acquistare,scambiare e vendere.Non frequentate le persone che vi deridono in quanto collezionisti,non ci perdete tempo.Io mi reputo una persona fortunata perchè nelle mie vene scorre la passione Numismatica. Foto delle due monete citate sopra?Il Ducato dovrebbe essere presente nella discussione da me aperta nel 2006 sulle monete napoletane,per le foto del 10 Tornesi pochi,forse,avranno l'onore di vederlo --Salutoni -odjob
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  20. Salve a tutti, molto particolare questo denaro! Sono d' accordo con voi che la legenda, in entrambe le facce, non abbia senso. Ho provato, come DIZZETA, a mettere in evidenza alcune lettere.... per quel che può servire! Avevamo già incontrato denari di questo tipo, con la legenda senza senso http://www.lamoneta..../page__st__1035 http://www.lamoneta..../page__st__1095 e confrontandoli si notano alcuni punti di contatto nonostante vengano da coni diversi. Una cosa che ho notato e che hanno in comune è la lettera S al contrario. Chissà, forse chi ha prodotto il conio, essendo poco avvezzo al mestiere, avrà avuto qualche difficoltà a farla risultare nel verso giusto. Ci sono poi alcune considerazioni da fare per il monogramma che nel I e nel III esemplare si presentano piuttosto simili, con il potenziamento nella parte inferiore delle aste ottenuto alla stessa maniera. Nel II esemplare, invece, la parte inferiore delle aste è svasata . Un' altra annotazione per il denaro di Dareios, non credo troppo importante: se quella che ho segnato come lettera P lo fosse realmente ,allora mi sembra molto simile alle P dei denari di Enrico V.
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  21. scelgo la telefonata a casa!!ahahah, a questo punto come non darti ragione!!!!1927!
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  22. Proposta per i curatori: apriamo e conserviamo una discussione "in evidenza", in cui postare solamente dati di fatto, tipo questa sentenza http://www.lamoneta.it/topic/77667-buone-notizie-dalla-sardegna/,
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  23. E' proprio questo l'aspetto che mi è più piaciuto e che intendevo sottolineare quando parlavo di asta "vera". Ho avuto la sensazione di un'asta finalmente decisa da noi collezionisti e che meglio delle altre fotografa la situazione attuale del collezionismo di medaglie papali. Alcune medaglie erano un pò sofferte, ma erano belle perchè parlavano di collezionismo e non di investimento. Speriamo di vederne altre così, perchè se posso esprimere il mio parere che non è di esperto ma di semplice appassionato ed innamorato, è molto meglio partire da basi moderate, stimolando così la competizione (tanto i bei pezzi arrivano sempre dove devono arrivare...), che partire da basi che sanno già di prezzi finali e stare lì per settimane ad arrovellarsi se comprare o meno.
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  24. Sono perfettamente in linea con Te - è un grande affare trovare una raccolta del genere - è una grande spesa per i tempi che corrono
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  25. Potrebbe essere un peso di 3 once. Mancano circa 6 grammi, ma l'oggetto non è in perfetto stato e quindi potremmo esserci. Saluti gzav
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  26. Ciao, avrei alcune considerazioni personali da porre al vaglio degli altri utenti. 1 ) le monete fuse (48 pezzi) possono indicare un'attività commerciale con ambienti a nord delle regioni alpine? Se è vero che queste erano "monete di necessità" e frequentemente utilizzate in ambienti dove il flusso monetale era ridotto (es. regioni di confine come quello renano), allora potrebbero venire da scambi mediati con queste aree? Dico ciò in attesa di conferme/smentite in tale senso, in quanto non sono a conoscenza di quante monete con queste caratteristiche siano circolate nell'area italica, anche se son portato a ritenere che qui il flusso monetale non fosse ridotto... L'assenza di monete di Viminacium potrebbe essere viceversa indicativa di mancanza di commerci con quest'area. La zecca di Viminacium fu la prima ad essere aperta nell'area della Moesia Superiore probabilmente per ovviare a scarsità monetale in questa zona specie per il soldo delle truppe ed infatti ricalcava la monetazione latina con "tagli" costituiti da sesterzi, dupondi e assi e legende latine, probabilmente perchè più familiari alle soldatesche, anzichè seguire il sistema provinciale già presente nelle altre regioni del Basso Danubio (basato sull'assarion con legende greche). In caso di scarsità monetale probabilmente si sarà ricorsi a "succedanei" come le "fuse" e i denari limes ma tenderei ad escludere quest'areale come zona di provenienza di quelli rinvenuti nel ripostiglio in quanto, appunto, mancano altre monete di origine danubiana. D'altra parte in base alla collocazione geografica mi pare più verosimile un collegamento commerciale transalpino che non con la zona balcanica. E uno scambio commerciale con l'area germanica avrebbe portato sicuramente con sè l'eco delle invasioni di Alemanni e Franchi del 256 (anno del sesterzio di Valeriano per Mariniana) in un ambiente già duramente scosso dalla perdita dell'imperatore Traiano Decio in battaglia (251) (intendendo con questa affermazione il vacillare del senso di invincibilità delle truppe di Roma e quindi apportando un clima di insicurezza) e da varie invasioni barbariche che tra poco copliranno anche il territorio italico. 2 ) scorrendo la pubblicazione E.A.ARSLAN, Il ripostiglio di Biassono (MI), in Ripostigli Monetali Italiani. Documentazione dei Complessi (RMIDoc), voll.I-III, Milano 1995 e nel dettaglio scorrendo rapidamente le tavole ho notato un aspetto trascurato finora (perchè normalmente colpisce l'attenzione la vista di monete in buona conservazione) ovvero il fatto che la maggior parte dei sesterzi sono consumati, usurati ovvero estremamente circolati. Ergo proporrei le seguenti considerazioni: a ) se facciamo attenzione notiamo che i sesterzi più vecchi sono quelli più usurati. Normale? No, se l'accantonamento fosse avvenuto in un ampio arco di tempo progressivo allora sarebbero stati accantonati quelli migliori. Se dovreste accantonare monete, salvaguardereste quelle di maggior pregio e migliore stato di conservazione e lasciareste in circolazione quelle più consunte, non trovate? Questo avvalora a mio parere l'affermazione letta in un post sull'ipotesi che pur coprendo un ampio spettro temporale in realtà l'accantonamento sia stato limitato nel tempo. b ) il fatto che siano stati raccolti seppure spesso in condizioni di conservazione basso potrebbe avere varie possibili spiegazioni: - il sesterzio aveva comunque, agli albori dell'antoniano di bronzo, un buon valore probabilmente superiore a quello di quest'ultimo (praticamente quanto proposto da Rick)? - il valore non stava tanto nel sesterzio in quanto tale quanto nel peso ponderale in bronzo dello stesso? Il peso di un sesterzio è di molte volte multiplo di un AE antoniano del III secolo... - forse erano stati accantonati sesterzi perchè più appetibili in termine di peso, familiari ed "attraenti" ad un cittadino romano rispetto agli AE antoniani imposti? - oppure semplicemente nella metà del III secolo nel flusso monetale circolante vi erano ancora molti sesterzi circolanti attribuibili ad imperatori precedenti. Quello che mi pare strano è la scarsa incidenza degli AR antoniniani. Che però forse erano tesaurizzati in nella vera "cassaforte" contenente il "tesoro" familiare del ricco proprietario, assieme a monete di maggior pregio. Spero di avervi fornito qualche altro spunto di discussione e di riflessione. Ciao Illyricum :)
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  27. A me in questi giorni dovrebbero arrivarmi la 2007 e la 2008... Il mio rivenditore è un pò lento... :lazy:
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  28. Ben fatto dizzeta: soprattutto per la voglia di provare a confrontarsi con cose strane o un poco nuove e di lanciarsi per imparare ... eppoi leggere questi denari io lo trovo comunque sempre divertente (e utile), ma si sa che per queste cose sono appassionata e forse anche un poco "malata" :D. Ne hai azzeccate di sicuro 3 e forse anche un'altra... ma riguarda un poco la disposizione delle lettere pensando al fatto che la legenda potrebbe/dovrebbe essere EHRICVS... ;) che ne dici? E poi se ne hai/avete voglia c'è da dire qualcosa anche sulla legenda del dritto, no? Un carissimo saluto MB P.S. Grazie a dareios per averci sottoposto questo "intrigante" esemplare... ...wow!!! non credevo! ....e allora continuo ad intromettermi perchè mi sempbra di vedere che le lettere sono state un po' mescolate... e se il dritto fosse così?
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  29. SPETTACOLO!! Sicuramente questa è una tra le più belle collezioni di tutte le monete in Euro.
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  30. ...quando c'è qualche "mistero" mi intrometto anch'io e provo a leggere ... non è che per caso ne ho azzeccata almeno una?
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  31. La cosiddetta copia del Senatus consultum de Bacchanalibus Riproduzione della tavola di Tiriolo (CZ) Testo latino [Q]. Marcius L..f. S. Postumius L. f. cos. senatum consoluerunt n(onis) octob(ribus) apud aedem Duelonai . sc(ibundo) arf(uere) M. Claudi. M. f. L. Valeri. P. f. Q. Minuci. C. f. de Bacanalibus , quei foideratei esent, ita exdeicendum censuere : «Neiquis eorum sacanal (errore materiale perbacanal) habuise uelet . sei ques esent quei sibei deicerent necessus ese bacanal habere, eeis utei ad pr urbanum Romam uenirent, deque eeis rebus, ubei eorum utra (errore materiale peruerba) audita esent, utei senatus noster decerneret, dum ne minus senatorbus C adesent [quom (e]a res consoleretur. Bacas uir nequis adiese uelet ceiuis Romanus neue nominus Latini neue socium quisquam nisei pr urbanum adiesent , isque [d]e senatuos sententiad dum ne minus senatoribus C adesent quom ea res cosoleretur iousisent. censuere. Sacerdos nequis uir eset. Magister neque uir neque mulier quisquam eset. Neue pecuniam quisquam eorum comoine[m ha]buise ue[l]et neque magistratum neue pro magistratuo neue uirum [neque mul]ierem quiquam fecise uelet. Neue post hac inter sed conioura[se neu]e comuouise neue conspondise neue conpromesise uelet, neue quisquam fidem inter sed dedise uelet. Sacra in dquoltod (errore materiale per oquoltod) ne quisquam fecise uelet. Neue in poplicod neue in preiuatod neue extrad urbem sacra quisquam fecise uelet, nisei pr urbanum adieset, isque de senatuos sententiad, dum ne minus senatoribus C adesent quom ea res consoleretur, iousisent. Censuere. Homines plous V oinuorsei uirei atque mulieres sacra ne quisquam fecise uelet, neue inter ibei uirei plous duobus, mulieribus plous tribus arfuise uelent, nisei de pr urbani senatuosque sententiad, utei suprad scriptum est. » Haice utei in conventionid exdeicatis ne minus trinum noundinum, senatuosque sententiam utei scientes esetis, eorum sententia ita fuit : « sei ques esent, quei aruorsum ead fecisent, quam suprad scriptum est, eeis rem caputalem faciendam censuere ». atque utei hoce in tabolam aheneam inceideretis, ita senatus aiquom censuit, uteique eam figier ioubeatis ubei facilumed gnoscier potisit, atque utei Bacanalia sei qua sunt, axstrad quam sei quid ibei sacri est ita utei suprad scriptum est, in diebus X quibus uobeis tabelai datai erunt faciatis utei dismota sient. In agro teurano. Traduzione I consoli Q. Marcio figlio di Lucio e S. Postumio figlio di Lucio hanno consultato il senato alle none di Ottobre (7 ottobre) nel tempio di Bellona. Hanno svolto le funzioni di segretari M. Claudio figlio di Marco, L. Valerio figlio di Publio, Q. Minucio figlio di Gaio. Sui Baccanali hanno deciso che bisognasse promulgare agli associati (lett. "a coloro che fossero associati") queste disposizioni (lett. "così"): Nessuno di essi volesse tenere un Baccanale; nel caso vi fossero alcuni che affermassero che fosse necessario tenere un Baccanale, (hanno deciso) che essi venissero a Roma dal pretore urbano e su tali questioni decidesse il senato, dopo aver ascoltato le loro parole, purché fossero presenti non meno di cento senatori, quando tale questione venisse discussa. Nessun uomo volesse partecipare alle riunioni delle baccanti, né un cittadino romano, né uno di nome latino né un alleato, se non si fosse presentato dal pretore urbano ed egli avesse dato l'autorizzazione, conforme al parere del senato, purché fossero presenti non meno di cento senatori, quando tale questione venisse discussa. Nessun uomo fosse sacerdote. Nessun uomo o donna fosse direttore. Nessuno di loro fosse tesoriere di denaro comune né volesse nominare uomo o donna magistrato o vice magistrato. Nessuno da ora in poi volesse vincolarsi con giuramenti, con voti, con promesse, con obblighi, né volesse stabilire rapporti reciproci di fiducia. Nessuno volesse celebrare riti sacri in segreto. Nessuno volesse celebrare riti sacri né in pubblico né in privato né fuori città, se non si fosse presentato dal pretore urbano ed egli avesse dato l'autorizzazione conforme al parere del senato, purché fossero presenti non meno di cento senatori, quando tale questione venisse discussa. Hanno deciso. Nessuno volesse celebrare riti sacri se fossero presenti più di cinque persone, uomini e donne, e tra di essi non volessero essere presenti più di due uomini e più di tre donne, qualora non vi fosse l'autorizzazione del pretore urbano e del senato, come sopra è stato scritto. La loro decisione è stata così che conosceste il parere del senato e rendiate pubbliche in assemblea queste decisioni durante non meno di uno spazio di tre mercati consecutivi: "Se vi fosse qualcuno che agisse in modo contrario a quanto è stato scritto sopra, hanno deciso che bisogna intentare loro un processo capitale". Il senato ha giustamente deciso così che incideste questo decreto su una tavola di bronzo, e che la facciate affiggere dove con molta facilità possa essere conosciuta e che, come sopra è stato scritto, facciate rimuovere, entro dieci giorni dalla consegna della tavola, i Baccanali, se ve ne è qualcuno, tranne quelli in cui c'è qualcosa di venerabile. Nel territorio dei Teurani Fonte: http://www.basiliope...e-italiana.html Per approfondimenti sull'argomento: http://www.basiliope...entiupdate.html In particolare: Errori macroscopici Il cosiddetto Senatus consultum de Bacchanalibus del 186 a.C.
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  32. dopo una vita e mezza...mi rimetto a scrivere...=) In effetti Andorra Ha siglato la convenzione, che però sarà "ATTIVA" solo da quando il co-principato avrà ratificato anche alcune convenzioni Bancarie (si parla di tempi tecnici) quindi in linea TEORICA si parla di 2013 (addirittura si parlerebbe del mese di LUGLIO o AGOSTO e non il 1° gennaio (visto che poi non cambierebbe nulla...poiché Andorra già usa normalmente l'Euro quindi...)...ma in Pratica, finché gli accordi antiriciclaggio e credo un altro paio di convenzioni bancarie non saranno stipulate, ANDORRA NON AVRA' DIRITTO LEGALE di "mettere in circolazione" il proprio Euro. S.B.
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  33. Mirko mi dispiace doverti corregere. Secondo la normativa puoi scrivere sulla tua carta d'identità "archeologo" alla voce professione solo in 3 casi: - hai conseguito un dottorato di ricerca in archeologia - hai conseguito una scuola di specializzazione in archeologia - sei professore universitario di materie attinenti - sei inquadrato come archeologo dalla P.A. La normativa in questo caso c'è, tant'è vero che solo queste 3 figure possono dirigere uno scavo o possono firmare documenti per l'archeologia preventiva. Se fosse come dici tu anche un triennalista potrebbe fare assistenza su scavi di emergenza oppure archeologia preventiva, ma se ti informi bene vedrai che non potrà firmare nulla di sua mano. Che poi la normativa non venga applicata alla lettera, soprattutto dalle sopritendenze che chiudono un occhio su chi lavora nei cantieri... allora quello è un altro discorso. Poi che anche i comuni scrivono archeologo sulla carta d'identità senza fare controlli... ancora peggio :) Ho letto del convegno a Montelupo Fiorentino, davvero una buona iniziativa che si inserisce alle tante altre sul territorio italiano. Personalmente contesto la divisione delle associazioni di categoria, iniziarono anni fa l'ANA e la CIA, che nel momento in cui stavano per fondersi si sono ulteriormente spaccate e a queste si sono aggiunte la CNAP e la FAP. Ben 4 associazioni che propongono e operano in modo diverso di sicuro non aiutano a risolvere il problema come lo farebbe una sola entità più forte e più decisa.
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  34. In ogni caso mi auguro per il popolo greco che non si ripeta la situazione che ha portato ad emettere monete come questa: 2 Drachmai (1971-1973) comm. colpo di stato del 21/04/67 diametro 27 mm. peso: 7,6 gr. (Collezione personale)
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  35. Amaro sfogo, quello di Marcus Didius, a mio parere spinto da una immotivata paura. "Non mi va giù che - dopo aver pagato una fattura e l’IVA dovuta - mi vedo sequestrare il tutto perché “forse” ho scavato o usato il metal detector in zone vietate e non (senza poterlo dimostrare)" Ma se uno ha comperato regolarmente, con tanto di fattura, perché mai dovrebbe temere di essere denunciato come "scavatore" ? E perché mai non potrebbe provare il contrario, qualora ciò avvenisse ? Ribadisco che qui ci stiamo facendo trasportare dall'emotività......
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