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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/12/12 in tutte le aree
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Riprendo questa stimolante discussione, iniziata da Rick2 in quanto ho finalmente rintracciato una pubblicazione di Panorama Numismatico del maggio 1999 (N° 130) dove uno studio di Lorenzo Bellesia metterva un concreto dubbio sull'attribuzione del soldo in oggetto, finora assegnato alla monetazione di Francesco Marchese e poi principe di Castiglione dal 1593 al 1616- Riporto alcune considerazioni: " .....diciamo subito che il nominale pare corretto, infatti una moneta di puro rame di peso medio intorno al grammo e mezzo puo' essere di tal valore, però, e qui sta il problema se la si colloca ben oltre la morte del principe Francesco , il 1616. Sembrerà una osservazione banale ma la moneta che si presenta è anonima , o quasi. Nella legenda del dritto compare soltanto il titolo di Principe di Castiglione mentre l'unico legame con Francesco è il monogramma FG . E' pacifico che G stia per Gonzaga, ma davvero F sta per Francesco? Credo di no perchè chi fece uso della zecca di Castiglione dopo Francesco, fu il Principe Ferdinando che governo' dal 1635 al 1675 sfornando un sacco di contraffazioni!. Quindi FG puo' indicare , come già fece l'Agostini , anche Ferdinando Gonzaga e non solo Francesco. Per provare la proposta di fanno due considerazioni. La prima è di carattere stilistico, la moneta è abbastanza grossolana , carattere tipico delle emissioni attorno alla metà del secolo, mentre all'inizio, nonostante il continuo peggioramento delle leghe e la sovrapproduzione, lo stile è sempre piuttosto curato. La seconda e credo decisiva considerazione, è un confronto con la monetazione del successore di Ferdinando , il cugino Carlo, che, già Marchese di Solferino , nel 1678 ereditò anche Castiglione , essendo Morto Ferdinando senza eredi. Carlo fece coniare una moneta analoga a quella in questione (CNI 17-18) D. (stella) PRINC (stella) CASTILLIONIS (stella) EC Lettere CG in cartella coronata, la C è speculare R/ (stella) FIDES (stella) INCORRVPTA Cane rampante a sinistra tra due staffe, una in basso a sinistra ed una in alto a destra - CU gr 1,10 - e 1,07 per i due esemplari citati dal CNI E innegabile che le due monete siano stilisticamente identiche e condividano persino la punteggiatura a stelle anzichè a punti. Ciò considerato , deve esserci un collegamento diretto tra la moneta di Carlo e quella preserntata che allora non puo' essere fatta risalire ad almeno 60 anni prima. In conclusione, l'assegnazione a Ferdinando , in un periodo intorno agli anni 60/70 del Seicento sembra assai piu' congruo che non quella di Francesco.2 punti
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ANDIAMO FINALMENTE AL CONCRETO? Ragazzi, non ci siamo...e mi scuso con tutti per l'estrema franchezza. Probabilmente anche io ho le mie colpe: per una serie di ragioni non ho la capacità di farmi capire...e me ne scuso. In linea di principio siete tutti d'accordo. I passaggi logici sopra emersi da circa una quindicina di post colgono nel segno. Ma rischiate di ritornare alle parole...eppoi qualcuno ci snobba. ;) In realtà: non farete niente, non scenderete in piazza, non tirerete i pomodori sotto alle Sedi del MiBAC, non farete campagna stampa. Niente di niente. Ricordatevi anche il noto adagio: armiamoci e partite. Gli Operatori professionali, d'altro canto, non fanno nulla nemmeno loro e sono schierati comunque su altre posizioni...cioè contro la burocrazia. Nessun dialogo costruttivo, solo rappoti diplomatici con gli uffici. Molti Operatori vedono necessaria una revisione della normativa. Quando riusciranno in tale impresa...avranno avuto ragione. I Lamonetiani intanto strillano in questa sede. Passeremo per tromboni sfiatati...presunti amici di discutibili personaggi e trafficanti, che vogliono possedere e rimirare i tesori Nazionali..sottratti ai contesti archeo. Poichè tale attività è sicuramente meglio di niente ma fondamentalmente sterile, si torna a zero. E così avrà ancora ragione il Ministero: ciò che è archeologico è dello Stato...cioè del MiBAC...ed è tutto archeologico, quindi sottratto ab origine dallo scrigno della madre terra o di sorella acqua. Il Petrarca collezionava?...Bene! Le monete della sua collezione avranno una valenza culturale doppia! Quindi le antiche collezioni verranno notificate due volte: in quanto bivalenti culturalmente. Il percorso credo di averlo tratteggiato. Qualcuno l'ha intuito. Non c'è alternativa ad una disamina tecnica e ad un approccio tecnico con la controparte. Non si deve andare a Riccione od a Verona. Si devono anticipare i P.M. digiuni di numismatica pura, correlata e comparata...ma soggetti all'indirizzo dello Stato. Si debbono avere le idee chiare, conoscenza del diritto amministrativo e della legislazione di riferimento...più che del Codice Penale (pur riconosciuto il massimo ossequio a chi tanto contribuisce a chiarire molte problematiche in questo Sito). Conoscenza tecnica delle monete antiche e dei relativi contesti. Conoscenza del movimento dei nummi da collezione sul mercato italiano ed internazionale. Inoltre qualcosa di concreto da offrire alle Egrege Controparti che fanno il loro dovere per come il MiBAC insegna loro a fare. Disponibilità alla massima collaborazione...specificamente, lo ripeto ma nessuno ne ha preso nota (?), per contrastare le falsificazioni. Il target lo ripeto: tutti i collezionisti in buona fede ed in regola con le leggi dello stato dovrebbero rendersi disponibili a far emergere, con progressione e gradualità, le loro Collezioni ed a renderle in qualche modo fruibili al controllo, allo studio (schede, foto, cataloghi) ed alla fruizione occasionale. Resta inteso che ciò deve avvenire senza sacrifici rispetto: - alla proprietà dei beni numismatici posseduti legittimamente; - ed alla commerciabilità dei beni. Salve per lo Stato le monete rubate e quelle veramente e non pretestuosamente eccezionali. Cioè non con la solita storiella che è tutto archeologico (dogma non veritiero, peraltro improprio tecnicamente). Quindi nel rispetto della reciproca verità tecnica: ecco le mie monete e la relativa documentazione nel rispetto della Sezione Commercio del "Codice Urbani", ma non eccedere nel tuo potere. Con proposte del genere...tecnicamente illustrate e validamente esplicitate, anche con simpatica e garbata vivacità, si può tentare di far breccia all'interno degli Organigrammi Ministeriali. Non dovrebbero mancare interlocutori sensibili. Insomma occorre porre qualche mina sotto gli spalti...con competenza specifica. All'uopo serve uno studio ad hoc ed una sorta di Commissione molto ristretta ed affiatata di Collezionisti e di Professionisti sufficientemente esperti (sia di problematiche che di metalli), da contrapporre alle Commissioni specializzate interne del Ministero. Quindi tavoli di lavoro ed incontri. Qualcosa uscirà fuori...altrimenti tutti nei sommergibili. E che cavoli! Per quanto precede non c'è bisogno di Professori universitari...è sufficiente intendersene, essere bravini, diligenti e dedicare il tempo necessario in sinergia. Se vogliamo continuare a parlare tra di noi...per individuare un Eccesso di Potere Permanente, sono il primo a riconoscere che l'esercizio dialettico è comunque produttivo e contiene valenze socioculturali...ed è meglio strillare che stare zitti. Ma nel caso che ci occupa...purtroppo è e resterà solamente uno sfogo ripetuto, perchè - per somma beffa - non è nemmeno possibile tassarci per citare in giudizio la P.A. sul tema in discussione. Quindi, perdonate qualche presunzione, Vi ho detto cosa dovete fare e come potete farlo. Per anticipare le voci di qualche dissidente, bastian contrario o simpatizzante della controparte, le suddette cose non ce le siamo sognate la notte scorsa, ma sono il portato di un lavoro che già era stato iniziato. Possiamo continuare, ma non laddove fosse palese che la cosa non è ampiamente condivisa, perchè un conto è parlare ed altro conto lavorare ad un progetto tecnico. Costa fatica, tempo, studio e...anche il rischio di restare invisi a più di qualcuno. Come sempre ringrazio tutti per la paziente attenzione.2 punti
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Auguri a tutte le mamme per cui i figli sono sempre nella loro mente e la luce per i loro occhi..... Auguri anche a quelle che già sono in cielo perchè illuminino le menti dei loro figli e siano luce nel loro cammino... Ciao M.1 punto
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Forse intendi l'dentificazione e la classificazione..... Si, voglio dire l'identificazione e la classificazione. Grazie, Rick, di venire soccorrere mi. Non ho mai appreso l'italiano, ma faccio uno sforzo per scrivere in la vostra bella lingua, cio che possa causare equivoci.Ciao.1 punto
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Ma che discorsi sono???? e allora dalla Divina Commedia che ci si aspetta??? sono due pezzi di cartone e diverse centinaia di fogli di carta!!!! Cerchiamo solo di non essere [EDIT] e speriamo sempre che legata alle nuove uscite ci sia qualcosa di storico...di letterario... non so se mi spiego.... Se n'è già discusso.... Per me è semplicemente una commemorazione non da San Marino... E' senz'anima a mio avviso.... mi trovi perfettamente d'accordo..... mi pare proprio un'emissione cosi, buttata la..... e che S.Marino ha coniato dei 2€ cc tra i miei preferiti....2005,2008,2010..... (per non parlare poi delle emissioni con la lira che erano molto piu belle e ricercate a mio avviso)1 punto
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Sulla rivista Cronaca Numismatica n° 214 del Gennaio 2009 - a nome Antonino Crisà c'è un interessante articolo di 10 pagine con illustrazioni intitolato "Tyndaris: la saetta e la cetra "1 punto
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il secondo è un bel falso d'epoca di una piastra del 1750 di Carlo di Borbone,il metallo sembrerebbe bronzo:1 punto
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simpatico il folder sanmarinesee non capisco le critiche che vi aspettate da questi folder, è pur sempre comunque un cartoncino con all'interno una moneta da 2 euro...1 punto
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Della monetazione di Tyndaris si è occupato A. Campana nel terzo volume del suo Corpus Nummorum Antiquae Italiae (zecche minori), pubblicato in progresso di tempo nella nota rivista Panorama Numismatico. Di seguito ti elenco alcuni contributi di carattere numismatico sulla zecca con la bibliografia precedente: A. Campana, Corpus Nummorum Antiquae Italiae, III. Sicilia: Tyndaris (ca 354-21 a.C.), in “Panorama Numismatico”, 150 (2001), 63-86 A. Crisà, La monetazione di Tindari romana con segni di valore e legende in lingua latina, in "Rivista Italiana di Numismatica", 109 (2008), 235-268. http://leicester.aca...ISSN_1126-8700_ Id., Tyndaris: storia, studi numismatici e iconografia monetale dei Dioscuri, in “Cronaca Numismatica” 18, n.186 (2006), 36-46 Saluti :D1 punto
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Antonio...Lei ha la comprensione e la solidarietà di molti, anzi direi di tutti. Non è solo un fatto consolatorio. Le sue cose torneranno sicuramente a casa. Molti di noi avrebbero reagito allo stesso modo, cioè con il profondo scoramento ed il disagio che attanagliano le persone per bene che ritengono di essere coartati e sminuiti...anche nei propri valori e nei propri principi. Ma è ora di reagire, peraltro ad un Soldato il coraggio e la convinzione sicuramente non mancheranno. Mi consideri a disposizione anche in Mp per qualunque eventuale approfondimento.1 punto
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Allora, dove eravamo rimasti? A si alla pizzetta , anzi, alle pizzette .....uhmm ottime..... :P Bene, tutto ebbe inizio quando approfondivo la questione del corso legale delle monete auree del regno di V.E.III, allo scopo di comprendere un'altra affermazione “di principio” secondo cui alcune di queste monete non avrebbero avuto corso legale. Anche su questo argomento ci sarà da scrivere qualcosa, anche se, prima di farlo, sarei curioso di conoscere come l'assunto viene motivato da chi lo sostiene e lo riporta nei cataloghi.....! Da un testo del 1866 (appartenente ad una collana giuridica intitolata “Il Filangeri”, noto filosofo e giurista del '700), salta fuori il testo, in francese, della Convenzione stipulata a Parigi il 23.12.1865 istitutiva dell'Unione Monetaria Latina e che, come è noto, riuniva dal principio il Belgio, la Francia, l'Italia e la Svizzera all'interno di un unico sistema monetario regolato da norme comuni. Non so se il testo di essa, in Italiano, sia già disponibile sul sito; se non lo fosse, farò in modo di postarlo a richiesta. Ebbene, l'articolo 10 della suddetta Convenzione, che è opportuno precisare, venne ratificata dal Parlamento del Regno d'Italia con Legge 21.7.1866 nr. 3087, divenendo pertanto legge dello Stato. all'art. 10 cosi stabilisce: La Convenzione istitutiva dell'Unione subì nel tempo dei rinnovi e revisioni, il cui testo ho recuperato da altri manuali. In particolare, sempre a Parigi, si stipulò in data 5.11.1878 un ulteriore accordo correttivo (nel quale compare anche la Grecia, che era entrata nell'U.M.L. fin dal 26.9.1868), che venne ratificato dal Parlamento del Regno d'Italia con Legge 1°.8.1879 nr. 5061. Nel testo ratificato della nuova convenzione (che, ricordo, è legge dello Stato), all'art. 11 si stabilisce ancora: Tale Convenzione si mantenne fino alla successiva revisione, che ebbe luogo sempre a Parigi il 6.11.1885. Anche se abbiamo superato la data che ci interessa (1882), le cui emissione sono pertanto regolate dalle norme convenzionali appena ricordate, mi pare opportuno riportare anche questo successivo accordo, che venne recepito nell'Ordinamento del Regno d'Italia con la Legge 30.12.1885 nr. 3590 e che, sempre con riferimento all'art. 10, stabilisce ancora una volta: Come vedete, la Convenzione istitutiva dell'U.M.L. nonchè i testi normativi dei successivi rinnovi, riportavano sempre l'obbligo per gli Stati aderenti di riprodurre sulle monete il millesimo di coniazione. Va rilevato come la Convenzione vigente durante la battitura delle 20 lire del 1882, sia stata particolarmente rigorosa sul punto, stabilendo la "conformità rigorosa con la data della monetazione". Non deve inoltre sorprendere che il 1882 sia risultato l'anno più prolifico dal punto di vista della coniazione aurea. Il motivo per cui nel 1882 si batterono monete d'oro per complessive £. 139.523.000 (1.129 esemplari da 100 lire ed il resto in "marenghi") era dovuto alla trasformazione di verghe d'oro e di monete auree non decimali, frutto del prestito di 644 milioni di lire richiesto ed ottenuto dal Governo Italiano all'estero, per fronteggiare la conversione in moneta metallica della carta moneta, all'indomani della Legge (7.4.1881 nr. 133) che aboliva il "corso forzoso". Una circostanza certamente inusuale (e che non si ripeterà più nella storia del paese....) che giustifica l'imponente coniazione di monete auree da lire 20 con quello specifico millesimo, scrupolosamente riportato in ossequio all'art. 11 della Convenzione monetaria Latina. Le mie carte sono in tavola; ora attendo i pareri contrari che, mi auguro, saranno sostenuti da elementi di fatto. Saluti. Michele1 punto
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