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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/07/12 in tutte le aree
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Signori, il Ministero sta serrando i ranghi...per troppe monete "che girano" e/o che escono dai confini nazionali, l'attuale esperienza non ci consente di valutare quante coniazioni possano essere ritenute, oggi, sensibili. Il giro di vite è recente. Ad oggi sono state menzionate tutte le classiche. Stanno fermando anche monete del mondo greco, altre a quelle italiote e siceliote. Si sta cercando di avviare un discorso, che può variare dal dialogo alla contrapposizione in opportune sedi. C'è disponibilità, da parte di dirigenti del MiBAC per tavoli di lavoro. Se del caso si lancerà un appello a tutti nel settore. L'auspicio è che la dialettica serena e costruttiva, sia l'unico modo per risolvere qualunque problema. La letterature tecnica di riferimento, per un approfondimento specialistico serio, è vasta per non dire sterminata. Oltre le solite e importanti cose che qui si sono evidenziate, c'è il Codice Civile, il Diritto Amministrativo, l'oraganizzazione el'organigramma del MiBAC e la valutazione dell'operato, i Nuclei di tutela, il diritto penale, la giurisprudenza delle varie giurisdizioni. Il T.A.R. non è un terreno facile: ci vuole cultura specifica, tecnica e buon uso del fioretto. Forse a molti sfugge che il problema prevalente - che interessa tutti gli appassionati e gli Operatori - non sono i sequestri, relativi a una notizia di reato la quale non dovrebbe riguardare chi acquisisce "alla luce del sole" e si muove con prudenza, ma la trasferibilità e commerciabilità delle monete. Anche fare non un manualetto (che non servirebbe a nulla), ma una sintesi seria di quanto precede, è un lavoro monografico che richiede capacità tecniche e di tempo. Nonchè esplicitazioni chiare da parte del MiBAC. Quindi, non è possibile risolvere il tutto in qualche settimana. Riteniamoci appagati se ci riusciremo in qualche mese. Postare foto e dialogare in questo Sito non equivale ad autodenuncia. Non travisiamo quello che Vi viene detto, peraltro con qualche fatica e disponibilità. Altrimenti potrebbe aver ragione chi sa tante cose...ma qui non le scrive. ;) La caccia alle streghe non è stata ancora decretata e non potrà esserlo anche per motivi tecnici e giuridici. Io personalmente ho discusso ed ho postato foto di varie coniazioni, anche "delicate" per alcuni...e non per questo ho avuto un solo problema. Anzi...è un evidente segno di Buona Fede che vale come imprimatur e che concede lustro ed autorevolezza a chi scrive con competenza. Naturalmente vale per chi acquisisce oggetti legalmente, come sappiamo o presumiamo essere per la massima parte dell'utenza. Smettere di scrivere e di postare equivale, per andare al massimo del concreto: - ad una sorta di autodenuncia che qualcosa non va.... - a dare meno spessore alle nostre iniziative, - tanto varrebbe iniziare a raccogliere scatole di cerini. Per converso, il massimo del dialogo in questo spazio, segnatamente nelle Sezioni classiche, è un segnale di forza e di legalità ed equivale a dire: siamo qui in buona fede, dispensiamo una merce rara: la cultura, dateci una mano. Grazie a tutti.5 punti
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La collezione del Regno d'Italia di Casa Savoia e non solo Vittorio Emanuele III è fattore fortemente speculativo e di grande semplicità; direi quasi all'americana, ci sono le monete, gli album e con la manco lista di settimana in settimana si porta avanti la ricerca. Se ne trovano in ogni dove, una grandissima offerta ed è l'offerta a fare il mercato. Inoltre essendo un periodo storico prossimo alla vita di oggi giorno il coinvolgimento emotivo è maggiore. Questo si somma ad una leva economico-speculativo che permette una rapida conversione da collezione a denaro contante piuttosto rapidamente. Quindi, come detto, collezionare il Regno è facile e semplice, non c'è asta che non offra materiale e non c' è commerciante che non abbia in stock un 5 lire 1914. Se non tutto, il 99% su questa monetazione è conosciuto, dagli annali della zecca alle valutazioni commerciali e questo facilita molto il collezionista. Passare ad altre monetazioni richiede un maggior approfondimento della materia, su cui la letteratura investigativa non ha ancora compiuto il suo corso e che molto deve essere ancora scritto. Rimanendo nell'800 Ferdinando II è una costante miniera di conii e di varianti, ma a differenza del Regno è una monetazione locale e quindi non riscuote lo stesso successo, eppure non c'è la minima differenza con Umberto I o V.E. II, anzi maggior numero di varianti e di nominali eppure non cala a nessuno. Fortunatamente i prezziari trattano la materia ed è una delle ragioni per cui sono ancora seguite a livello storico. Chi fa Napoleone, chi le decimali, chi le repubbliche, chi gli scudi o l'oro, oppure gli austriaci o i Borbone, ma sempre o quasi a settore. Come entriamo nel '700 tutto cambia, e si va per zecca, ed a questo punto lo studio e la ricerca diventa locale e l'interesse ancor di più. Sul forum la cosa è evidente, rarissimamente ci sono commenti (non che bella moneta ... ) nei topic da parte di non collezionisti della zecca. Sulla zecca di Venezia, ad esempio intervengono sempre o quasi le stesse persone, come su Genova, o le zecche toscane, e via discorrendo, non c'è collezionismo ed interesse trasversale; e ciò si ripercuote sulle discussioni. Sono zecche che richiedono anni di studio, di attenzione, ed è un collezionismo molto intimo e poco ostentativo. Le monete di una zecca importante come Como o Bergamo o Pavia o Monza hanno un seguito, al 90% locale; Lombardo. Pochi sono gli eclettici che collezionano tutto, ci vanno i soldi e non mi pare siano questi i tempi. A tutte le regole ci sono le eccezioni e la discussione sui grossi, la migliore cui abbia assistito ha coinvolto un gran numero di lettori e di collezionisti, ma anche in questo caso il traino alla discussione sono solo poche utenze, che hanno saputo appassionare con i loro interventi. Infine Lei ha notato che mancano le discussioni, io noto che se togliamo i commenti alle monete ... quasi non ci sono discussioni, e questo non facilita molto lo sviluppo della materia. Vede per potere fare degli interventi mirati o far partire delle discussioni è necessario per lo meno avere una infarinatura della materia e questa la si ottiene dai libri, ma se non si comprano i libri (e si leggono) poi diventa impervio il compito di stimolare l'attenzione altrui; e molte volte anche a fronte di ottimi spunti gli interventi sono rari. Il Regno va per la sua strada ed il resto porta ... pazienza.3 punti
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Ecco una moneta scoperta in Corsica ..la pongo mi sembre pocca communa ....volrebbe conosciere suo valore e la Rarita ..Peso 2,64g diam 25 mm.....a prestu2 punti
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Immaginavo non fosse stato veloce il processo di perizia su una moneta del genere. Non mi piace in tutta sincerità l'ipotesi che ha espresso nell'ultima frase. Se fosse stata 'costruita volontariamente' (e da chi poi?) non sarebbe nemmeno più da considerarsi una moneta vera e propria, secondo il mio modesto parere. Poi tra l'altro marchet ha detto di averne già visti altri esemplari venduti su ebay, quindi evidentemente non è un pezzo unico.2 punti
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la storia d'amicizia tra un scalpelinaggio e il suo cane.....!! :mellow: quello li aveva sparito.....lasciando solo il suo proprietario...che per consolarssi...la immortalizzato qui.....!!! :mellow: ...prova leggendare d'amore,del piu antico amico del l'uomo....!! :)2 punti
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Venerdì mattina mi è stata sequestrata tutta la mia collezione di monete: 300 romane e 300 tra veneziane e genovesi. I carabinieri mi hanno consegnato un avviso di garanzia compreso il mandato di perquisizione. Sono indagato per ricettazione di materiale archeologico di illecita provenienza. Riferimento 29 monete romane in vendita sul sito subito.it. Le mie monete sono tutte coperte da ricevute e scontrini fiscali. Le 29 monete in oggetto le ho acquistate presso la casa d'asta Artemide. Mi hanno trattato come un delinquente, pur avendo consegnato spontaneamente tutte le mie monete. Hanno operato davanti ai miei colleghi, non trovavano mia moglie a casa hanno scomodato tutto il vicinato. Risultato rabbia e vergogna..... Per una passione, studio, e voglia di collaborare alla ricerca per fini istituzionali (chiedere alla Prof Monica Baldassarre della mia disponibilità a mettere a disposizione delle monete per la schedatura....a proposito se legge non ne sono più in possesso). Comunque adesso è tutto fresco e quindi dentro di me c'è un misto tra rabbia e delusione, e poi vedere quelle persone che lavorano per la tutela patrimonio culturale e vi posso assicurare che non sapevano assolutamente nulla di quello che stavano vedendo. Alla fine per compilare il verbale di sequestro si sono dovuti appoggiare alla mia competenza sulla mia collezione...ecco i soldi dei contribuenti per chi sono messi a disposizione signori è triste ma è così una vera messa in scena. Comunque sarò seguito da due legali per prima di tutto dimostrare la mia totale estraneità ai fatti perchè non conosco nè tombaroli nè ladri poi il recupero totale della mia collezioe e poi non finirà qui perchè i diritti della persona devono sempre essere rispettati. Nei prossimi giorni vi allegherò la mia memoria difensiva e poi non escludo un coinvolgimento della stampa su questo evento (prima ne voglio parlare con i miei legali) perchè bisogna smetterla!!!!!!!!!!!!!!1 punto
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Rieccoci con una discussione a carattere numismatico-mitologico che questa volta ha per oggetto Liber, una figura sicuramente popolare ed intrigante ma sulla cui identità le informazioni generalmente reperibili , in ambito repubblicano soprattutto, risultano piuttosto sommarie e quindi insufficienti per comprendere in concreto ciò che questa divinità rappresentò e ciò che intorno a questa figura si sviluppò in termini di fenomenologie religiose e, soprattutto, sociali. Tenendo in considerazione il periodo repubblicano tutto, partirei fin da subito con lo sfatare un'opinione piuttosto diffusa che, complice una certa ambiguità iconografica, tende ad identificare con una certa superficialità Liber con Dioniso. Indubbiamente tale processo di assimilazione c'è stato ma ciò non deve distogliere l'attenzione dal contesto storico di nostro interesse ove, come vedremo, saranno proprio le sostanziali differenze tra queste due figure divine ad illuminarci sul corretto inquadramento di Liber, accadimenti ad esso connessi inclusi. Al fine di non rendere il tutto eccessivamente impegnativo procederemo, come sempre, un passo alla volta, utilizzando la fonte numismatica, in questo caso molto generosa, quale fulcro di ciascun avanzamento. Venendo al sodo e riallacciandoci alla premessa fatta poco sopra, prenderei ora in esame un'emissione di grande fascino ed in grado di fornirci un primo spunto di approfondimento che reputo molto importante: L. Cassius Longinus (78 a.C.) RRC 386/1 http://www.acsearch.....html?id=120025 I ritratti di Libero e di Libera occupano dritto e rovescio di questo denario estremamente ricco di significati, che in questa fase introduttiva andremo tuttavia ad analizzare solo in merito ad un aspetto ben preciso, caratterizzante l'unicità del tipo. Siamo infatti di fronte all'esclusiva rappresentazione monetale di Libera, figura divina paredra associata a Liber ed anche, nel culto aventiniano, a Ceres. Una superficiale riflessione circa questa figura ci suggerisce di inquadrare questa divinità femminile quale compagna di Liber, ma partendo proprio da questa banale conclusione ecco apparire una sostanziale differenza tra l'italico dio ed il greco Dioniso: Liber ha una corrispondente femminile. A livello funzionale la triade dell'Aventino ci suggerisce poi un evidente legame con la sfera agreste e, in relazione a questo aspetto, è di estremo interesse quanto trasmessoci da Agostino che, nel De civitate Dei, ci informa circa l'identificazione di Liber quale divinità presiedente la fuoriuscita del seme di sesso maschile e Libera di quello di sesso femminile (De civitate Dei - IV, 11; VII, 2; VII, 3; VII, 16; per i puntuali riscontri: http://www.augustinu.../cdd/index2.htm). Non solo, dalla medesima fonte emerge anche una definizione di Liber per noi estremamente chiarificatrice: "Preposero Liber ai semi liquidi e per questo non solo alle parti acquose dei frutti, fra cui, in un certo senso, il vino detiene il primato, ma anche ai semi degli animali..." (De civitate Dei - VII, 21) La giurisdizione funzionale di Liber è quindi, in quest'ottica, relazionata al vino ed ai succhi della frutta, ai semi prodotti dagli animali e, conseguentemente, da quelli maschili dell'essere umano. Questa stupefacente teologia è in grado fornire un comune referente religioso sia al vino che all'effusione del seme maschile, Liber presiede ai semi liquidi, non andando tra l'altro ad invadere la sfera di Ceres, presiedente i frumenti e le biade, dal seme secco. Vino e fecondità fanno indubbiamente parte anche della religiosità dionisiaca ma la sostanziale differenza tra le due figure divine sta proprio nella differente teologia che le ha prodotte. Nella sfera di Dioniso il vino è strumento utile alla liberazione dei sensi, stato che ricongiunge l'uomo con la natura ed il cosmo, sciogliendo vincoli ed inibizioni. Il culto di Dioniso è finalizzato all'ottenimento di uno stato di similitudine col dio, il culto di Liber è finalizzato invece alla tutela dei semi liquidi, che portano al vino quale stadio finale di un processo e nondimeno alla procreazione. Tale differenza è al tempo stesso evidente ed enormemente importante, soprattutto per un cittadino della Roma repubblicana... e più avanti vedremo in dettaglio il perchè. La sessualità che ruota intorno a Dioniso è ambigua, la divisione tra uomo e donna non è contemplata, il dio stesso è con una certa usualità androgino e la sua natura supera la concezione stessa di maschile e femminile. Liber invece è Pater, al pari di Giove, Giano, Marte e Quirino, la sua sessualità non è minimamente in discussione ed anzi, la virilità è sua prerogativa essenziale. Tornando in ambito numismatico tale prerogativa emerge con forza anche nel denario di Cassio Longino ed ora, conseguentemente, siamo in grado di apprezzare maggiormente la valenza "romana" di tale iconografia (...che più avanti ci riserverà comunque altre sorprese ;) ). Un eventuale Liber androgino infatti non ammetterebbe l'esistenza di Libera e di questo abbiamo trovato riscontro nei prima citati passi di Agostino d'Ippona. Libera è complementare a Liber in quanto presiede al seme femminile ed è solo dall'unione dei due semi che può attuarsi la generazione di un nuovo essere. Potremmo sicuramente contestare certe terminologie non certo appropriate, ma una tale elaborazione, proiettata nel mondo antico, assume un grande valore. L'esistenza del numen di Libera equivale al rifiuto della concezione aristotelica che vedeva il principio costitutivo dell'essere proprio ed esclusivo dell'uomo, che equiparava quindi la donna ad un semplice supporto materiale. In Aristotele l'uomo è il solo a generare attivamente, la donna è al contrario esclusivamente passiva, non avendo in sé alcun principio generativo. Libera invece presiede proprio al seme femminile che, esistendo, dona alla donna ed alla femmina in generale un ruolo attivo nella costituzione di un nuovo essere vivente, come sostenuto da Epicuro e Democrito ed anche da Ippocrate e Galeno (Micol Perfigli - Indigitamenta, pp. 73-78) E' quindi emerso, grazie anche al contributo di una bellissima iconografia monetale, uno degli aspetti fondamentali che rendono il nostro Liber ben diverso da Dioniso. Questo è un primo passo e nel corso della discussione, che preannuncio sarà piuttosto corposa ma al tempo stesso spero molto interessante, affioreranno altre caratteristiche di questa divinità che, sempre grazie alla fonte numismatica, ci consentiranno, senza alcuna forzatura, di toccare numerose tematiche religiose, politiche e sociali della Roma repubblicana.1 punto
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Spesso i grandi moduli cinque-sei-settecenteschi offrono l’occasione per ammirare ritratti maestosi, corazzati e drappeggiati, oltre a particolari ben resi artisticamente proprio per il generoso spazio offerto dai tondelli. E allora propongo di iniziare una sorta di rassegna di sovrani raffigurati sulle nostre moderne straniere. Comincio io con un ritratto cui sono particolarmente affezionato, quello dell’imperatore Ferdinando II (1578-1637), immortalato su questo tallero per Graz ancora nella veste di arciduca, rappresentante del ramo cadetto degli Asburgo che a Graz aveva la propria residenza. Nel 1619, il morente imperatore Mattia lo designerà alla sua successione. La sua formazione gesuitica, che lo aveva istruito all’odio contro gli eretici, portò Ferdinando ad una radicale politica di ricattolicizzazione dei territori ereditari volta alla restaurazione dell'unità cattolica dell'Impero, che fu una delle cause scatenanti la guerra dei trent’anni. Ma era anche un uomo bonario e affabile, ottimo marito e padre. La moneta, coniata nel 1614, si differenzia dalle coniazioni degli altri anni del medesimo tipo (dal 1590 al 1617) per uno stile molto più fine. Si notano alcune spaccatura di conio, non infrequenti in questa tipologia, ma che comunque, a mio avviso, poco tolgono ad una conservazione davvero notevole. Ecco quindi l’arciduca Ferdinando e alcuni particolari, uno su tutti, un Toson d’oro davvero lanoso… Ferdinando II, come arciduca (1590-1619), tallero, 1614. Herinek 53, Davenport 3311.1 punto
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bene cosi non rimani deluso,ottima moneta meglio severità che abbondanza si paga la moneta non la perizia OK ciao Gabriele una di meno da collezionare :hi: infatti e sono contentissimo anche perchè come si sa è molto ma molto stretto :D. per me è spl/spl + . Ma la parola del perito è "legge" quindi legge sia :D1 punto
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bene cosi non rimani deluso,ottima moneta meglio severità che abbondanza si paga la moneta non la perizia OK ciao Gabriele una di meno da collezionare :hi:1 punto
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Sì, è un peccato perchè sicuramente avrà delle cose interessanti da dire ed anche qualche chicca da mostrare. Nel frattempo ringrazio lui e tutti gli altri utenti del forum, vicini e lontani, che conoscevo e non (nell'occasione ho avuto modo di conoscere finalmente bavastro) che sono riusciti a venire alla conferenza. Davvero per me è stato molto bello che si fossero aggiunti ai soci del Circolo Astengo, tra i quali ormai pochi si occupano di monetazione medievale genovese (donde il contributo in anni recenti di una "pisana" ;)) e ad un caro collega archeologo sensibile alla causa della numismatica. Spero di aver dato loro qualche informazione utile, o nuovo spunto di riflessione. Anzi, se in futuro avessero suggerimenti, osservazioni ulteriori o trovassero altre immagini sul tema e me le segnalassero, privatamente o sul forum, sarei loro molto grata. Ovviamente il forum è stato più volte ricordato, anche perchè è stata la prima palestra di discussione di certi argomenti sviluppati ieri, oltre che il mezzo per conoscersi. Per quanto riguarda le ali del grifo che si intravedono nella foto...beh secondo me sono assai probabili, anche perchè nell'araldica moderna - udite, udite - il grifo è una figura "femminile". Cito per rapidità dalla voce wikipedia: "l grifone si blasona come l'aquila per le ali e come il leone per il resto, salvo per quanto riguarda il sesso, perché il grifone è una figura araldica «femminile» (per cui l'assenza del pene è normale e non si blasona, diversamente da quanto accade per il leone che, in tal caso, si dice «evirato» (qualche autore dice «castrato»). L'araldica inglese conosce un grifone maschio, senza ali, dotato di sesso, con il dorso e le ginocchia irti di aculei. Secondo alcuni araldisti, invece, il grifone maschio si differenzia dalla femmina solo per la presenza di un paio di corna al posto delle orecchie." Un caro saluto a tutt* e ...alla prossima MB1 punto
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grazie ha tutti..purtroppo..... non è mia..e ciò mi rende malato...il mio amico è un grande fortunato......1 punto
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Ho trovato questi contributi sull'argomento, sperando possano essere utili. Murari, O., I presunti mezzi denari veronesi dell' imperatore Ottone I, in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1958, pp. 37-44. Bertelli, G., Due mezzi denari inediti di Federico II, in «Cronaca Numismatica», 54. 1994, pp. 20-23. Vicenzi, C., Note su un ripostiglio di monete medievali rinvenuto a Cisano (Bergamo), in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1922, fasc. 2-3, pp. 157-170. (tra gli altri un mezzo denaro con le tre torri di Bergamo) Murari, O., Il cosiddetto mezzo-denaro veneziano o bianco del doge Vitale Michiel II (1156-1172), in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1967, pp. 115-121. Di Virgilio, S., Il mezzo denaro inedito di Rimbaldo Cadurcense vescovo di Imola (1317-1341), in «Panorama Numismatico», 148. 2001, pp. 25-40. Prota, C., Il mezzo denaro di Atenolfo I e Landolfo, principi di Capua e Benevento. Napoli 1914. Barbieri, G., Un inedito mezzo denaro di Carlo I d’Angiò. (Brindisi o Messina?), in «Cronaca Numismatica», 204. 2008, pp. 42-44. Guglielmi, M., Inedito mezzo denaro di Corrado I di Svevia (1250-1254). Centro di Documentazione Storica di Manfredonia. Manfredonia 1987.1 punto
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Ciao a tutti ho ricevuto le monete della razzia ieri tramite Alex e segoraftg e non vi riesco a dire che gioia poterle ammirare ieri sera in tutta la loro bellezza!!! Ringrazio di vero cuore skater ed Antonio per l'organizzazione e il quasi completamento di questa mega-razzia. Credo che senza di loro non sarei mai riuscito ad avere tutte queste monete. Spero un giorno di ricambiare il lavoro che queste meravigliose persone fanno per noi. Buona giornata e ancora GRAZIEEEEEE!!!!!1 punto
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Trovo i consigli e l'approccio di numizmo e le osservazioni di dabbene siano, i punti da analizzare bene. 1) In primo luogo credo che il forum debba come prima operazione aiutare i propri adepti, scusatemi il termine, in quanto proprio in virtù delle problematiche postate sopra e cioè per la paura di mostrare monete sul forum, sembra di essere in una setta. Sempre riguardo la tutela bisogna che si dica a tutti coloro che hanno voglia di entrare in questo mondo che non si deve assolutamente parlare di monete antiche, archeologia varia perchè siamo tutti controllati, non si deve parlare di monete che provengono da eredità senza relativa documentazione, perchè se è vero che la legge è presente da 100 anni, è sempre il detentore a dover dimostrare la provenienza. 2) Io penso che cose impossibili in certi periodi siano praticabili in altri, se poi, le ragioni sono sacrosante, durano anche per i posteri, 100 anni fa le donne non potevano votare, 120 anni fa nemmeno tutti gli uomini. 3) Chi ha parlato della situazione Americana, in seguito alla legge di Clinton, e la risposta delle associazioni, non ha specificato che i maggiori contestatori erano proprio i commercianti. Perchè, e questo lo penso io, e credo che scatenerà le ire funeste, sono gli unici a beneficiare della situazione, insieme a qualche magistrato in cerca di gloria mediatica e molti avvocati che hanno lavoro assicurato per diverso tempo.1 punto
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Scusate, ma mi permetto di ricordare di fare sempre attenzione alla cronologia e alle serie di nominali delle quali via via si parla, altrimenti si rischia di fare un poco "confusione"...i rapporti che vi ho citato tra monete genovesi e pisano-lucchesi (queste le chiamo così perchè corrono praticamente quasi sempre "alla pari" dal 1181 fino al terzo quarto del Trecento) sono tra libbre di denari e quindi denari fino alla fine del XIII-primi decenni del XIV secolo. Di conseguenza vi possono essere relazioni analoghe tra i primi tipi di grossi, ma ben presto la situazione si diversifica. Il libro d'abaco riportato in stralcio da gaff (grazie delle indicazioni :)) è della fine del Trecento, quando ad esempio le cose tra Lucca e Pisa, in conseguenza alla libertà riacquistata da Lucca, cambiano leggermente (e lì si vede). In base a questo bisogna pensare a quali genovini grossi eventualmente ci si riferisce, ma vista la cronologia e la relazione con i bolognini dubito fortemente che si trattasse di quelli da 6. E' ovvio però che se continuiamo a parlare di queste ultime cose, andiamo un poco OT... e allora non so se sia il caso di continuare a parlarne qui, o se meglio in altre discussioni sui grossi, vecchie o nuove.... Un saluto a tutt* MB1 punto
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Ecco finalmente riesco a far vedere qualcosa io a Giancarlone! E' un crocefisso come il suo del post 17 (la prima foto, sembra proprio lo stesso "conio") ... ma il mio vale 100 volte di più! Ovviamente è un plusvalore affettivo perchè mi ricorda un amico, il forum, la Corsica e non lo scambierei con nessuno di questi postati in questa discussione. .... e così invidio un po' meno Giancarlone!1 punto
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Questa è una moneta che mi piacerebbe anlizzare con attenzione! Mi piacerebbe confrontarla con altre fotografate o pubblicate in passato. Alessandro1 punto
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certamente non da fare un caso , però allo stesso tempo sarebbe utile fare un pò di chiarezza sula diffusione in rete di articoli, saggi pubblicazioni etc. Si richia altrimenti di disorientare il lettore. Se c'è una disciplina che regola la materia occorrerebbe seguirla o uniformarvisi (al pari di quanto, lodevolmente il Forum fa ad esempio per quanto rigirada la disciplina che regolamenta i ritrovamenti monetali sul territorio nazionale) . Credo però che il problema sorga proprio perche non vi è ancora una chiara disciplina che regolamenti la diffusione in rete di tale materiale. Allora forse varrebbe la pena adottare un codice deontologico. Una delle attrattive del Forum è proprio lo scambio di dati , informazioni, riferimenti, bibliografia , articoli etc. Sul web migliaia (anzi decine di ) sono disponibili scaricandole da vari siti (e non siti pirata si badi bene ma siti accademici ove la ricerca di autori viene messa a disposizione da parte degli autori stessi per la libera circolazione di idee , pareri, posizioni, ipoetsi etc. che permette agli altri di informarsi e a sua volta magari elaborare risposte o progressi nel tema trattato. Chiaramente se un articolo è proprietà di una rivista che fa pagare un abbonamento , probabilmente la proprietà sarà della rivista stessa (ancorche non so cosa succeda se l'autore stesso magari decidesse di renderlo pubblico sul web - ma credo che l'ultima parola spetti comunque all'editore. Sul Forum molti di noi postano scanner di articoli, o riportano foto di monete da cataloghi per metterli a disposizioni degli altri, aiutando e facilitando la diffusione di dati e informazioni preziose che altriment obbligherebbero tediose e lunghe richieste a biblioteche, università, case editrici etc. Tutto questo non avvien esolo su questo Forum ma direi che sia una pratica abbastanza diffusa nei vari siti che trattino una qualsiasi disciplina di studio. In fondo non dimentichiamoci (è storia recente e quindi siamo scusati se non la conosciamo. :)) che il world wide web è nato proprio ad opera della comunità scientifica (il CERN di Ginevra=) èer lo scambio di informazioni, dati, etc. Riconosco però che i diritti devono essere tutelati e salvaguardati. Quelli, in questo caso della società inglese che pubblica il Numismatic Cicular, la più longeva rivista commerciale, in esistenza fina dal 1892) è più che comprensibile che vengano tutelati (a meno che loro stesi diano il permesso di diffondere tali articoli sul web). Diverso magari il caso di riviste che oggi sono estinte , e dove non vi sia più un diritto di tutela (se non forse quello del solo autore). Insomma la materia è complessa, ma vista la rilevanza che tale pratica riveste per il Forum sarebbe utile per tutti gli utenti se , come fatto già per altre tematiche - magari piu semplici - l'Amministrazione del Forum fornisse delle linee guida o almeno dei suggerimenti (in assenza di norme specifiche) cui gli utenti potrebbero conformarsi evitando situazioni ambigue e perseguendo una chiarezza d'uso per la pratiche di diffusione dell'altrui proprietà intellettuale sul web.1 punto
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Presa su Ebay? un venditore su Ebay ne ha vendute 4, tutte del 26, descrivendo coniate su tondelli da 2 bese o da 4 bese non ricordo. personalmente, ho dei fortissimi dubbi...1 punto
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ECCOCI QUA!!! come al solito...puntuali....con mirto annesso ! come sempre dal venerdi' alla domenica...... venghino...siori...venghino !!1 punto
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Un'idea per gli acquisti: http://nomisma.bidinside.com/it/lot/25920/giovanni-xxiii-antipapa-1410-1419-avignone/ sarebbe una bella accoppiata...... saluti TIBERIVS1 punto
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Concludendooooooooooooooooo!!!!!!!! Corsodinazione eeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!! Tutti noi che abbiamo partecipato a questa discussione,................. avanziamo una lauta .........................BEVUTA!!!!!! :beerchug: :beerchug: :beerchug:1 punto
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non so. non vedo un piano premeditato e preordinato dietro tutto questo. vedo semplicemente una "facilità" nel far su numero di provvedimenti, incheste, indagini... tutto materiale buono per fare dei bei bilanci di fine anno: tot sequestri, tot indagini, tot ecc ecc ecc ma non parlerei di un piano ai danni del collezionismo e del collezionista. in fin dei conti si tratta davvero di una fetta minima della società. minimissima se si sta a vedere chi colleziona davvero monete di pregio e di rarità. se dovessimo censire i collezionisti di lamoneta, credo che i più si dedichino a collezioni modeste dal punto di vista economico... quindi, non vedo interessi di natura economica o tentativi di colpire qualcuno di preciso... semplicemente è più "semplice" fare queste operazioni che fermare le organizzazioni criminali che stanno facendo di Pestum o di altri siti archeologici dei veri e propri supermercati clandestini di opere d'arte che dovrebbero essere salvate e tutelate. con questo non voglio denigrare il lavoro delle forze dell'ordine, della magistratura e di chi è incaricato di vigilare e tutelare il nostro patrimonio storico e culturale, credo facciano in prevalenza un gran lavoro e spesso sono costretti a delle vere e proprie lotte contro i mulini a vento. il problema è in realtà molto più semplice e al tempo stesso complesso. ci deve entrare in testa che il mondo numismatico e del collezionismo in italia ha delle regole. alcune di queste sono chiare e limpide. altre invece, come molte leggi italiche, hanno delle zone d'ombra che si prestano a diverse sfumature interpretative. ci sono delle regole basilari a cui ci si deve attenere, delle cose da evitare e da non fare perchè, molto semplicemente, non sono permesse. poi, ci sono tante altre cose sbagliate e che andrebbero riformate, ma riguardano la giustizia in senso generale, non necessariamente legate al collezionismo. metto in vendita un sesterzio di nerone. mi dimentico di dire l'ho preso dal signor varesi e questo è il certificato di lecita provenienza. l'inquirente ha tutti i diritti di venire a casa mia a prendermelo e a dirmi ora dimostrami che è lecito il tuo disporre di questo sesterzio. fin qui non ci piove. cos'è sbagliato? è sbagliato che io, una volta dimostrata la mia estraneità alle accuse non abbia il rimborso delle spese sostenute per farlo. qui ci si deve impuntare. io sono costretto a rivolgermi a degli avvocati (perchè non è detto che il legale d'ufficio sia addentro al mondo del collezionismo) e questi giustamente chiedono un compenso. lo stato mi deve risarcire di quanto sono stato costretto a spendere per dimostrare le mie ragioni. punto. qui è la questione. ma vale per il collezionismo e per molti altri campi in cui lo stato accusa il privato e poi questa accusa cade.1 punto
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Ciao a tutti, di seguito presento i dati da me raccolti relativamente a CONSECRATIO, DIVINIZZAZIONE e DAMNATIO MEMORIAE relativa agli imperatori romani. Mi pare sia già così una comunicazione corposa, per la parte numismatica, avendo raccolto molti esemplari... vi prego di pazientare! ;) APOTHEO′SIS, (ἀποθεώσις), l' ascesa di un mortale fra gli dei. Il termine apotheosis, fra i Romani, significava propriamente l' elevazione di un imperatore defunto agli onori divini. Questa pratica, che era comune in occasione della morte di quasi tutti gli imperatori, sembra che fosse originata dall' opinione, generalmente diffusa tra i Romani, che le anime o Mani dei loro antenati diventassero divinità; e come era comune per i fanciulli adorare i Mani dei loro padri, così era naturale che gli onori divini fossero pubblicamente conferiti ad un imperatore defunto, che era considerato come il genitore della patria. Quest' apoteosi dell' imperatore era solitamente chiamata CONSECRATIO; e dell' imperatore che riceveva l' onore dell' apoteosi si diceva in deorum numerum referri, o che era stato consacrato consecrari. Si racconta che, nei tempi più antichi, Romolo sia stato ammesso tra le divinità sotto il nome di Quirino (Plut., Rom. 27, 28; Liv., I, 16; Cic., de Rep., II, 10); ma nessun altro re di Roma sembra aver ricevuto questo privilegio e anche nel periodo repubblicano non leggiamo di alcun esempio di apoteosi. Giulio Cesare fu deificato dopo la sua morte e giochi furono istituiti in suo onore da Augusto (Svet., Iul. Caes., 88); e questo esempio fu seguito nel caso di altri imperatori. L'apoteosi di un imperatore era essenzialmente un atto politico attuato dal successore dell'imperatore. La cerimonia viene descritta dettagliatamente da Erodiano (V, 2) nel seguente passo:— "È costume dei Romani deificare gli imperatori che muoiono lasciando successori; e chiamano questo rito apoteosi. In questa occasione si vedono per la città forme di lutto unite a celebrazioni e riti religiosi. Onorano il corpo del morto secondo il rito degli uomini, con un sontuoso funerale; e dopo aver modellato un' immagine di cera il più possibile somigliante, la espongono nel vestibolo del palazzo, su un alto letto d' avorio di grandi dimensioni, ricoperto da un lenzuolo d' oro. La figura è pallida, come quella di un uomo malato. Durante buona parte della giornata i senatori siedono attorno al letto sul lato sinistro vestiti di nero; e le donne nobili siedono sulla destra, vestite con semplici abiti bianchi, come prefiche, senza ori o collane. Questo cerimoniale continua per sette giorni; e i medici si avvicinano uno ad uno spesso al letto, e guardando l' uomo malato, dicono che peggiora sempre di più. E quando ritengono che sia morto, i più nobili tra i cavalieri e giovani scelti dell' ordine senatoriale tirano su il letto, e lo trasportano lungo la Via Sacra, e lo espongono nel Foro antico. Palchi come gradini vengono costruiti su ogni lato; su uno sta un coro di giovani nobili, e su quello opposto un coro di donne di alto rango, che cantano inni e canzoni di encomio del defunto, modulate in una solenne e dolente melodia. In seguito portano il letto attraverso la città fino al Campus Martius, nella parte più larga del quale viene costruita una catasta quadrata di legname della misura più grande, a forma di camera, riempita di fascine e all' esterno ornata con tende intrecciate con immagini d' oro e d' avorio. Sopra questa una camera simile ma più piccola, con porte e finestre aperte, e sopra ancora, una terza e una quarta, sempre più piccole, così che si può compararla ai Phari. Al primo piano mettono un letto, e raccolgono incenso e ogni sorta di aromi, frutta, erba, succhi; perché tutte le città e le persone eminenti gareggiano nel contribuire con questi ultimi doni ad onorare l' imperatore. E quando è stato radunato un grande cumulo di aromi, c' è una processione di cavalieri e carri attorno alla catasta, con gli aurighi che indossano maschere per assomigliare ai generali e imperatori romani più insigni. Quando è stato fatto tutto questo, gli altri appiccano ad ogni lato il fuoco, che prende facilmente grazie alle fascine e agli aromi; e dal piano più alto e più piccolo, come da un pinnacolo, un' aquila viene lasciata libera di volare in cielo mentre il fuoco sale, aquila che i romani credono porti l' anima dell' imperatore dalla terra ai cieli; e da quel momento viene adorato con gli altri dei." In conformità con questo racconto, è frequente vedere sulle medaglie coniate in occasione di un' apoteosi un altare con del fuoco su di esso, e un' aquila, l' uccello di Giove, prendere il volo nell' aria. Le medaglie con questa raffigurazione sono numerose. Solo da queste medaglie possiamo ricostruire un' apoteosi, dal tempo di Giulio Cesare a quello di Costantino il Grande. Nella maggior parte di esse appare la parola Consecratio e su alcune monete greche la parola ΑΦΙΕΡΩϹΙΣ. Allego foto di un' agata, che si pensa rappresenti l' apoteosi di Germanico (Montfaucon, Ant. Expl. Suppl., vol. V, p137). Nella mano sinistra tiene la cornucopia, e la Vittoria sta posando una corona d' alloro su di lui. L' apoteosi dell' imperatore (o piuttosto del suo busto) si trova in un medaglione sul soffito dell' arco di Tito. Sul rilievo del basamento della Colonna di Antonina è rappresentata l'apoteosi di Antonino Pio e di sua moglie Faustina mentre ascendono verso gli dei sorretti da un genio alato, Aion, simbolo dell'eternità. Il genio regge in mano i simboli del globo celeste e del serpente ed è affiancato da due aquile, che alludono all'apoteosi. Ai due lati, in basso, assistono alla scena la dea Roma, in abito amazzonico e seduta presso una catasta di armi, e la personificazione del Campo Marzio, rappresentato come un giovane che sorregge l'obelisco importato da Augusto da Eliopoli ed utilizzato per la grandiosa meridiana del Campo Marzio. Su un altro lato sono raffigurati i membri del rango equestre intenti a celebrare il decursio o decursius, ovvero la giostra a cavallo durante la cerimonia funebre, coi relativi vessilliferi, all'esterno, e un gruppo di pretoriani all'interno.Questo rito, che doveva aver avuto luogo attorno all'ustrinum dove si era svolta la cerimonia di cremazione, si era svolta in due tempi (prima la processione a piedi, poi la giostra a cavallo), ma nella raffigurazione è usato l'espediente della contemporaneità, collocando una parata dentro l'altra. (segue)1 punto
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