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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/05/12 in tutte le aree
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http://www.coinsweekly.com/en/News/4?&id=1180 Roberto Russo (1945-2012) May 3, 2012 – Roberto Russo was born in 1945 at Vico Equense, a pleasant summer resort near Naples. He spent his infancy there until the age of 8, when his father moved to Camogli in Liguria. Later, when he was 16, his family came back to Naples, as his father had received a chair at the University of Naples. His encounter with numismatics was fortuitous when, as a naval engineering student, he came across some gold coins of the Kingdom of Italy which he impulsively bought and later sold with an agreeable profit. Prompted by this pleasant surprise, he decided to have a better look at the numismatic world, starting to frequent local dealers and attending to all major conventions. He soon realized that he could earn a living as a numismatic dealer and decided to throw himself into this job. At first his interests were contemporary coins but, being a man of refined taste and deep liberal education, he was soon charmed by the appeal of ancient coins. Starting from scratch, he did his utmost to forge ahead and in a reasonable lapse of time acquired the experience he needed to face the world of the major sales, like those held by Bank Leu and M & M. His capacities, specially a keen eye for forgeries, immediately attracted the attention of the managers of these firms who, in the years to come, would come to appreciate him as their equal. A broad-minded man of great ambitions and qualities, he soon perceived that Italy offered him scanty opportunities and, having reached the point where his name was pretty well known among those in the field, he decided to face the greatest challenge of his life: to establish in Switzerland an auction house. This he did in 1989. After an increasing success, in 2003 he decided to open a new branch in London. His well known allure, his deep knowledge of Greek and Roman numismatics, combined with his extreme fair-trade practices soon made the Numismatica Ars Classica a landmark for those collectors wishing to sell their collections in the most appropriate way. Today his firm can be considered without doubt a leading name in the field. In the last years Roberto was slowly relinquishing the reins of the company to his elder son Arturo, assisted by his young brother Giuliano, to pursue his studies in the Roman Republican bronze coinages, an Herculean task which only someone fond of challenges like him could face. His achievements, counterbalanced by a great humility and helpfulness, were for some people unexpected, but for those who had the fortune and the pleasure of knowing him, they were more than predictable. His will be a lasting name in the numismatic world.5 punti
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La Repubblia del Leone sente il vento della rivoluzione giacobina, ma ancora non conosce il triste ed inglorioso destino che l’aspetta a Campoformio; terra spartita e lacerata tra Francia ed Austria. Così si spegne anche la Serenissima, dopo che la Superba era capitolata il 4 settembre e con loro l'eccezione delle Repubbliche marinare. Nel 1796 la Serenissima Repubblica ha dominii sulla costa dalmata ed emette moneta per queste terre. Con decreto del 6 febbrajo 1796 si si da luogo ad un’emissione di monete di gazzette da due soldi e, moneta da soldi uno in rame. Sono due emissione molto curate, a discapito di quanto veniva generalmente prodotto per la costa adriatica orientale. Il colore del rame è cuoio, il dettaglio definito ed il tondello assai largo, tutto di buon rilievo per quanto l’impronta fosse semplice, assai ben impresso. Al diritto abbiamo l’immancabile simbolo della Repubblica: il leone di San Marco in soldo, nimbato, di fronte, con la zampa destra a sostenere il Vangelo; in esergo il valore pari a soldi II. Al rovescio le terre di destino dell’emissione: Dalmazia ed Albania. In Dalmazia la gazzetta da II soldi era già stata emessa con decreto del 17 giugno 1684, poi 10 febbrajo 1691, ed infine 20 febbrajo 1710, con una svalutazione del peso da 7,50 grammi a 4,30 grammi. Assistiamo con l’emissione del 1796 ad uno dei pochi casi numismatici e … storici di rivalutazione di una moneta, ma in questo caso dovutamente ad ignoranza. Con il decreto del 6 febbrajo 1796 si conia una moneta cui a Venezia se ne è persa la memoria storica, al punto da non ricordarne peso e titolo, ed è così che le monete hanno peso di 34 e 17 carati (pari a 7,02 teorici) sulla traccia di una tabella atta alle emissioni per la Candia del 1669, mentre le ultime emissioni per la Dalmazia erano di 24 carati (gr. 4,95 teorici). Il Papadopoli, Paolucci e CNI fanno riferimento, per riconoscere l’emissone al peso ed allo stile “moderno” avendo legenda praticamente identica , con l’impronta al diritto. Repubblica Serenissima di Venezia Regnante Ludovico Manin (1789-1797) Doge CXX - Monetazione anonima per la Dalmazia e Albania legge 6.2.1796 Gazzetta da soldi 2 (1796) Venezia Ramegr. 6,838 diametro 31,94mm D/ SAN *MARC*VEN* leone di San Marco in soldo, di stile moderno; in esergo *II* Rv: * / DALMA / E • T / ALBAN / * Taglio liscio ↓ Conservazione: SPL moneta Rara Ex Dorotheum a Vienna 1977 Paolucci 799, Gamberini 2052, CNI 105. Da notare che nel CNI alla tavola XXXIV n.7 è illustrata chiaramente una moneta facente parte dell’emissione del 1796 ma attribuita al 1684.1 punto
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Al tempo di Augusto venne calcolata con maggiore accuratezza la data della fondazione di Roma. Terenzio Varrone stabilì che la città fu fondata da Romolo nel 753 a.C. (successivamente fu proposta il 754 a.C.), utilizzando per nostra comodità gli anni del calendario cristiano. In tempi repubblicani esistevano i ludi saeculares che festeggiavano cicli secolari, il cui computo appare assai complesso e che non interessa in questa sede. Solo al tempo di Claudio I, un imperatore molto erudito e fine etruscologo, si fece strada l'idea di celebrare i centenari della fondazione di Roma. Come si può vedere dalla seguente tabella: il primo anniversario da celebrare al tempo dell'impero romano era l'ottavo (ossia 800 anni dalla fondazione di Roma), che scadeva nel 48 d.C., proprio durante il regno di Claudio. Ci furono grandi feste, credo della durata di 3 giorni e preannunciate da un araldo, che però non ebbero alcun riflesso sulla monetazione di quell'imperatore. La successiva scadenza, per i 900 anni Ab Urbe Condita, scadeva nel 148 d.C. e quindi durante il regno di Antonino Pio. A rigore in quell'anno vigeva i tredicesimo tribunato (con la legenda monetale TR.P.XII, cfr. RIC 854-864), che si estese fino al 149. Analizzando le emissioni di quei due anni non notiamo emissioni chiaramente attribuibili alle celebrazioni, che comunque ebbero luogo. Al massimo è possibile riscontrare la presenza di un elefante, che poteva indicare il suo impiego durante tali celebrazioni, come il seguente asse (RIC 862b): Tuttavia, analizzando la monetazione di Antonino Pio, è facile riscontrare che invece nel periodo del suo terzo consolato (COS III), che durò dal 140 al 144 a.C. ebbero luogo moltissime emissioni che si rifanno alle origini di Roma, come: - Romolo stante (RIC 90, 624, 645, 665, 698); - Enea con Anchise (RIC 91, 615, 627); - Lupa con gemelli (RIC 94-96, 603, 630-634, 648, 650); - ROMA AETERNA (RIC 80, 621-623); - Marte e Rea Silvia (RIC 99, 694). Evidentemente Antonino Pio ha avviato, almeno 7 anni prima della scadenza, i preparativi per il centenario, ma mi ha colpito il "deserto" delle commemorazioni sulle monete in occasione della data prescelta, 148 d.C. Maggiore accuratezza avrà luogo in occasione del millenario, 1000 anni dalla fondazione, nel 248, sotto Filippo II... In altre parole se, seguendo anche il Toynbee, "Some Programme Coin-Types of Antoninus Pius, in: The Classical Review, 35, 1925, p. 170 e segg., scegliendo il 140 d.C. come data di inizio per le celebrazioni del centenario, come si può spiegare tale differenza cronologica, ben 7 anni dalla scadenza? Si potrebbe indagare meglio su questo aspetto.1 punto
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Salute stamani a messa .....dal Vangelo secondo Giovanni:Gesù disse"Io sono il buon pastore.Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.Il mercenario-che non è pastore ,vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge.....perchè è un mercenario e non gli importa delle pecore......" Io ho traslato questa lettura nel pastore=appassionato di Numismaica e nel mercenario=collezionista e investitore/mercenario. Voglio dire che coloro i quali vengono colpiti da vicino e sia psicologicamente(cioè vengono ,comunque,intimoriti) dalle vicende di sequestri di monete e decidono di non continuare più ad acquistare monete ,ebbene ,ritengo siano "mercenari"che decidono di non acquistare più monete o addirittura di abbandonare la Numismatica,e magari,se protagonisti di sequestri monetali decidono anche di lasciare le"pecore"o monete all'autorità giudiziaria,cioè "il lupo" senza neanche cercare di affrontare un'operazione legale di dissequestro. Il "buon pastore"è altra cosa,è l'appassionato di Numismatica che è disposto a donare la propria vita per le monete acquistate regolarmente ed oggetto di propri studi Chi male non fa,paura non deve avere :se si subiscono dei sequestri di monete da parte dell'Autorità Giudiziaria non bisogna farsi intimorire e bisogna ,con validi strumenti legali,cercare di ottenere al più presto il dissequestro,una volta che si è stabilita ,con ricevute e fatture ,la lecita provenienza delle monete sequestrate.Lo so che è più facile a dirsi che a farsi --Salutoni -odjob1 punto
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7 genovini fanno 8 bolognini, 9 bolognini fanno 13 pisani, 9 pisani fanno 8 lucchesi. Questa informazione l'ho dedotta dal manoscritto n.136 della Trivulziana fol. 26r e 26v. che è un libro d'abaco della fine del XIV secolo, l'autore con molta probabilità doveva essere di Lucca. Per più informazioni potete consultare il libro di G.Porro "Catalogo dei codici manoscritti della Trivulziana" 1884 (potete scaricarlo anche gratuitamente sul sito www.archive.org) Spero di esservi stato utile. Ciao1 punto
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Ringrazio ancora. E' un piacere ricevere delle risposte così chiare e che danno spunto per tentare qualche personale approfondimento.1 punto
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ECCOCI QUA!!! come al solito...puntuali....con mirto annesso ! come sempre dal venerdi' alla domenica...... venghino...siori...venghino !!1 punto
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Napoleone II (Napoléon, François, Joseph, Charles) di Francia (Tuileries, 20 marzo 1811 – Schoenbrunn, 22 luglio 1832) , figlio di Napoleone Bonaparte e della seconda moglie Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, ebbe alla nascita i titoli di Principe Imperiale e Re di Roma da parte di Napoleone, mentre il titolo di Duca di Reichstadt gli fu dato durante l’esilio del padre sullo scoglio di Sant’Elena; il 22 luglio 1822 per decisione del nonno materno Francesco I d'Austria. In realtà il titolo gli garantiva rendite di tutto rispetto ed una vaga autonomia di movimento. Per brevissimo tempo fu anche Imperatore dei francesi; tra il 22 giugno 1815 ed il 7 luglio dello stesso anno. Napoleone non poteva pensare di sopravvivere politicamente a se stesso. Si spense a soli 21 anni in seguito ad un accidente preso dopo una promenade a cavallo non curata, non mi ricordo esattamente. Era di costituzione fragile e salute cagionevole, e nel 1832 con il grado di colonnello dovette rinunciare agli incarichi militari. Chiuse gli occhi a Schoenbrunn, nella stessa camera ove il padre, dopo Wagram, detto le condizioni di pace all’Austria. Non ebbe figli … certi e non si sposò anche se correva voce qualche discendenza in giro l’abbia lasciata. La sua morte fu un sollievo per tutti i governi restaurati; nel 1830 i rivoltosi in Francia gridavano il suo nome per le strade al punto che Carlo X dovette abdicare (certo non fu quella la ragione ma … ). In tutta franchezza un problema i meno per un’Europa e per l’Impero Austriaco che erano prossimi agli eventi del 1848. Fu seppellito in Austria nella Cripta dei Capuccini, per non alimentare alcun sentimento nazionalistico in Francia, e solo nel dicembre del 1940 le sue spoglie furono portate agli Invalidi a fianco del padre., esattamente 100 dopo quelle di Napoleone I. Non ebbe che solo un vago ricordo del genitore, gli eventi lo allontanarono ad appena tre anni; si narra che durante l’esilio Napoleone chiese al figlio – attraverso una missiva stranamente non censurata dal suo aguzzino Hudson Lowe – di scrivergli una lettera; e Franz (come lo chiamavano in Austria) per tutto il foglio scrisse : “ Padre vi adoro e vi stimo con tutto me stesso”, la lettera fu recapitata a Napoleone che, la conservò sin in punto di morte in un piccolo scrigno, ed era uso leggerla con gran frequenza. Non penso possa esistere pena maggiore per un padre sapere di non poter mai più rivedere il figlio. Napoleone I è stato dipinto come un macellaio di carni umane, conquistatore di popoli ed usurpatore, figlio della storia che viveva, figlio della rivoluzione più sanguinaria che il genere umano abbia mai generato, dove per quanto grandi fossero le fosse comuni non riuscivano a star dietro alla lama della ghigliottina. Non ci dimentichiamo che fu la prima rivoluzione a comandare a morte chi regnava per diritto divino (DEI GRATIA); cosa ci si poteva aspettare da chi è cresciuto e sposato questa causa. Napoleone uomo era ben altra cosa, innamorato della moglie austriaca, che non lo sopportava in alcuna maniera, e padre di un figlio che il destino gli ha portato via a tre anni. Le monete di Napoleone II non sono “buone” ! In che senso, mi chiederete … che non sono buone … e basta. Non esiste alcun documento storico che ne decreti l’emissione ufficiale, la data 1816 è una fantasia. Le monete furono coniate durante il secondo Impero di Napoleone II privatamente, ed a tutt’oggi non si sa se in Belgio oppure in Francia. L’effige dell'Aiglon (l'aquilotto) è probabilmente come la ricordava il padre. Privatamente sono stati stampati in argento il 5,2,1, demi e quarto di franco. In rame 10,5,3, e un centesimo, più varie prove in rame dei pezzi in argento e piedfort. Come coniazione privata non dovrebbe rientrate nel collezionismo puro, ma è sempre un elemento storico che ben si integra con l’epopea del I impero. Tutte le monete recano la parola ESSAI sotto il valore al rovescio. Porto due saggi (mi pare la parola più idonea per questa produzione) il 2 Franchi in argento ed il 10 centesimi 1816 (?) Notiamo che anche come saggio ci saono alcune incongruenze a partire dalla data 1816 ed il titolo di Imperatore. Luigi XVIII è re di Francia dal 8 luglio 1815 e rimane sul trono sino al 16 settembre del 1824. inutile dire che la Francia dall'8 luglio cessa di essere un Impero ma un Regno. mancano i segni di zecca, cosa inusuale per le emissioni ufficali ed il nome dell'incisore.1 punto
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la plastica è una brutta bestia :D e come ben sai non posso togliere ancora la moneta dalla perizia. Grazie per la risposta e poi posterò la perizia ;)1 punto
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Bella moneta, complimenti. Conservazione direi SPL, un po' meglio il R/ del D/ forse un piccolo colpetto ad ore 15 del D/, comunque ottimo acquisto. saluti TIBERIVS1 punto
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ecco un bel monetone che fa storia del regno leggeri segnettini buon bordo siamo a mio modo di vedere purtroppo non aiuta la plastica della perizia almeno spl+qfdc insomma alta consevazione :hi:1 punto
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Cari amici, mi è stato fatto notare che inserire articoli non "di pubblico dominio" sul forum va contro la normativa del copyright. Per questo motivo ho provveduto a rimuovere le pubblicazioni che avevo inserito; tuttavia se qualche utente è interessato mi contatti liberamente con un MP. Chiedo scusa se ho creato problemi agli editori, ma ho agito in buona fede ritenendo ingenuamente che la divulgazione di informazioni su un argomento poco conosciuto potesse suscitare curiosità e interesse e che da queste due "molle" potessero derivare benefici per tutti, anche per chi, grazie al cielo, pubblica testi di numismatica.1 punto
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Ciao. "A volte ci si poniamo dei problemi nella vita quando ci sbattiamo dentro. Prima non ci avevamo mai fatto caso. Come il povero Antonio che si è visto portar via tutto il un battibaleno, impotente di fronte alle Istituzioni, quanto aveva pazientemente (e costosamente) raccolto in una vita. Solidarizzo con lui perchè è capitato anche a me. Mia figlia di 10 anni pensava che suo padre fosse diventato un criminale. Se lo ricorda ancora adesso. La mia storia si chiude opra dopo 6 anni con un nulla di fatto!! Rabbia, soldi (miei e del contribuente), tempo sprecati. A questi magistrati possibile che nessuno chieda di rendere conto di quanto costano? (vedi perizia da 183.000 euro della procura nel delitto di Perugia!!)." Le ingiustizie di cui parli sono purtroppo molto più frequenti di quello che un normale cittadino, che non vive o lavora quotidianamente a contatto con i nostri Tribunali, si può immaginare. Di tanto in tanto ci arriva attraverso i media qualche notizia “eclatante” che per qualche giorno ci colpisce (il delitto di Perugia, il caso di Via Poma a Roma, la strage di Piazza della Loggia a Brescia) e ci sorprendiamo di sentire che dopo anni (anzi...a volte dopo decenni...) di indagini costose e processi, non si sia arrivati, non dico ad assicurare alla giustizia i responsabili, ma neanche ad accertare la verità dei fatti. In realtà, se si sapesse che circa il 90% (novanta per cento! - questo è il dato che emerge dalle Relazioni che i PP.GG. leggono in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario) dei procedimenti penali pendenti davanti ai Tribunali italiani non si conclude, fisiologicamente, con una condanna definitiva del responsabile, ma finisce senza che sia accertata la verità o per prescrizione, ci si renderà conto che i casi che vengono raccontati qui dai collezionisti numismatici rientrano, né più né meno, nella casistica “ordinaria” della nostra (in)giustizia penale. Perciò, le giuste lamentele che leggiamo qui vanno sommate a quelle di tutti coloro che hanno subìto furti, che sono stati truffati, che hanno riportato atti di violenza, che sono stati rapinati ecc. e che sono in attesa, magari da anni, di sapere se per loro ci sarà giustizia. D'altro canto, ci sono anche soggetti che sopportano da anni “carichi pendenti” (cioè l'esistenza di procedimenti penali a loro carico) per fatti che non hanno commesso e che si trovano nella imbarazzante condizione di essere considerati dei delinquenti potenziali (anche se vi diranno che vi è la presunzione di innocenza fino al passaggio in giudicato di una sentenza di condanna....), quando vengono fermati ad un posto di blocco o devono fornire il certificato dei “carichi pendenti” per partecipare ad una gara, ad un concorso pubblico ecc. Nei casi più gravi, qualcuno di questi soggetti è finito “dentro” e poi, magari, ha compiuto anche un atto disperato. Questo, purtroppo, è il quadro realistico della situazione ed è per ciò che in precedenza esortavo Antonio, così come tutti gli altri che si sono ritrovati in queste situazioni, a vivere questi tristi momenti con il maggior distacco possibile e a non farne una malattia. Rivolgere “appelli” o inviare lamentele al Governo per segnalargli la nostra specifica anomalia (mi riferisco ai sequestri di monete ai collezionisti.....non certamente agli sprechi ed alle inefficienze complessive della nostra giustizia) è, scusate, un'iniziativa ingenua, sia per il numero relativamente esiguo delle nostre casistiche rispetto ad altri contesti e sia perchè il nostro settore non è certamente trattato più ingiustamente degli altri (in questo, il nostro sistema è davvero un esempio di vera democrazia!). D'altro canto, abbiamo più volte rilevato che i motivi per i quali si avviano questi procedimenti penali sono, almeno in teoria, giustificati da una normativa sulla presunzione di proprietà pubblica dei ritrovamenti archeologici, sull'interpretazioni della giurisprudenza maggioritaria sul possesso dei beni numismatici e sull'atteggiamento diffuso di chi è preposto ad esprimere pareri tecnici su tali beni, ragioni tutte che prestano costantemente il fianco ad iniziative giudiziarie che ripeto, almeno teoricamente, possono trovare una giustificazione di plausibilità. "Non so quanti di voi siano mai stati al British Museum. Ad un certo punto del percorso della visita trovate un cartellone con una richiesta di raccolta fondi, che recita, in breve, la necessità di "comprare" quanto ritrovato da un tizio con un metal detector (qualcosa come 52.000 monete romane, oltre ad altri oggetti), prima che il tutto finisca all'asta per corrispondere comunque al "cercatore" il valore "del tesoro" stimato da esperti. Il tizio non era un tombarolo, ma un appassionato. Non gli era venuto in mente di vendere al mercato nero quanto aveva scoperto. Gli era bastato dichiarare allo Stato quanto aveva scovato e dove, per lasciar spazio e dar modo agli archeologi di studiare il luogo ed estrarre quanto altro avrebbero poi, in effetti, trovato, nella CERTEZZA che i suoi diritti sarebbero stati rispettati." In teoria anche al ritrovatore italiano di beni culturali la legge accorda un “premio”. Ma da noi una cosa è la teoria e un'altra è la pratica. Però Ti chiedo: se nei nostri Musei fossero esposti cartelloni come quello esposto al B.M., quanti italiani sarebbero disposti a sborsare i loro soldi per acquistare il ritrovamento? Si fa un gran parlare, anche qui sul forum, della necessità della divulgazione della cultura......che, sia chiaro, è sicuramente un aspetto importante per la crescita e per lo scambio della conscenze......ma ci si è interrogati su quale sia lla propensione dei cittadini italiani ad usufruire di questa divulgazione culturale? Ci si è chiesti quale sia la sensibilità del cittadino medio italiano (non di piccole élite di appassionati) al rispetto dell'ambiente, del patrimonio culturale e, all'occorrenza, alla sua disponibilità a finanziare il restauro di bb.cc. o le campagne di scavo o altre iniziative legate alla tutela e fruizione dei bb.cc.nazionali? "In definitiva se lo Stato non fosse stato in grado di rilevare quanto trovato, ci avrebbero pensato i privati con un'asta pubblica. Altro paese... altra civiltà. Ma i nostri politicanti, magistrati e giudici dove vivono?" Guarda, da circa un secolo la legislazione sui BB.CC. nel nostro Paese è pressochè la stessa. Personalmente penso che la civiltà che esprimiamo, non solo nella normativa dedicata alla numismatica ma nella politica, nella magistratura, nella scuola, nella sanità ecc.,rappresenti fedelmente il grado di civiltà raggiunto dalla maggioranza dei cittadini italiani in un dato momento storico. Quindi, in definitiva, dovremmo prendercela con noi stessi per queste disfunzioni...... Ti faccio ancora notare che, senza andare molto lontano, basta leggere alcuni interventi anche qui sul forum per cogliere tutte le diversità, i distinguo e le divisioni che, pur nel nostro minuscolo contesto, lo caratterizzano come un ambiente per nulla unito. Vuoi degli esempi: posti una sentenza in cui un collezionista, accusato per impossessamento illecito di bb.cc. è stato assolto? Troverai sempre almeno qualcuno che, pur in perfetta buona fede, si dirà “preoccupato” per una decisione che rischia di creare precedenti pericolosi a scapito della tutela dei bb.cc. Poi ci sono quelli che definiscono “mercenari”, coloro che, raggiunti da una denuncia e colpiti da un sequestro della collezione, si demoralizzano e magari non hanno la forza (anche economica) di esporsi e di “combattere”. Come vedi, molte delle situazioni scoraggianti che lamentiamo altro non sono che il prodotto della “civiltà” che siamo in grado di esprimere. Saluti. Michele1 punto
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Chiedo scusa ma ho fatto una fatica pazzesca a capire a chi stavi rispondendo. Sareste così gentili (mi riferisco a tutti) da quotare il messaggio a cui rispondete ? Sapete com'è... I malati di Alzheimer hanno un po' di difficoltà più degli altri a orientarsi in questi casi... Grazie.1 punto
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Sono stato un pò assente, mi dispiace non aver potuto seguire il tutto dall'anizio, ho letto un pò saltellando i post. Ma una cosa mi sorge spontanea dire, che centra una medaglia (bella e con il triscele) con la numismatica? Mancassero belle monete Sicule, lo capirei.1 punto
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.... Grazie :blush: Nel 1808 si batte anche il 2 Gulden 2 mezzo, che data l'esiguità dell'emissione è quasi certamente una prova di monetazione, anche se per essere una prova ne furono battute alcune decine di esemplari. I conii utilizzati sono due, il primo con la firma di ... GEORGE ... sempre lui, non ci si può sbagliare... questo conio riporta sempre graffi o strappi di conio sull'effige di Luigi Napoleone, pertanto se vedete gli strappi sapete che è il conio firmato ed è anche quello leggermente più raro. Fu poi prodotto un secondo conio, questa volta non firmato, cui sono rese delle monete senza strappi. Negli ultimi anni, direi dal 2007 ho contato otto esemplari comparsi sul mercato, non ripetuti. Per tutti e dui i conii al bordo la legenda: DE NAAM DES HEEREN ZY GELOOFD che dovrebbe essere traducibile, in "Crediamo nel nome del Signore" L'esemplare sopra illustrato è senza strappi quindi .... La provenienza è un'asta di Raffaele Negrini ed è uno dei pochi esemplari battuti in Italia nel dopo guerra. Aggiungo qua; sempre con il ritratto di Luigi Napoleone ci sono altre due monete rare, la prima è il Rijksdaalder con la testa di LN ed al rovescio lo stemma coronato; il valore espresso con le sigle R - Dr, si tratta di un R2 con una certa tendenza ad essere sovrastimato dal mercato - Negli ultimi anni anni almeno una decina di esemplari, ne ricordo un che fece in Germania nel 2009 14.000 euro ed un altro nel 2007 in Svizzera 10.000 franchi. Un secondo tipo con testa di Luigi Napoleone ed al rovescio il cavaliere stante in armatura come lo abbiamo già incontrato sul ducato. Ecco questo invece è un bell'errequattro pieno. Nel 2009 in USA fece la tombola di 40.000 $ che è una follia, ma in 30 anni l'ho vista solo tre volte.1 punto
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Taglio: 2€cc Paese: Francia Anno: 2010 Condizioni: SPL Tiratura: 10.060.000 Città: Palermo1 punto
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Buonasera fra crasellame, non lo volevo dire esplicitamente, ma speravo si capisse dai miei post: personalmente non credo che la moneta sia armena. Naturalmente posso sbagliarmi (e sarei ben contento di ammetterlo perché vorrebbe dire che il pezzo è stato finalmente identificato), ma le tipologie monetali di questa Regione mi sembrano completamente differenti rispetto a quella che stiamo cercando. Inoltre quella da me vista sembrava, come tipo di tondello, affine alle emissioni "occidentali" (occidentali in senso lato, comprendendo con questo termine anche le monete emesse negli Stati Crociati e in quelli della cd.Grecia Franca). Detto questo, non so comunque dove e cosa guardare. Mentre scrivo queste righe, mi viene in mente la seguente domanda: e se fosse un'emissione "crociata" inedita, con al dritto quella che potrebbe forse essere la rappresentazione stilizzata dei monti biblici Sion, Sinai e Golgota? Cosa ne dite? A risentirci, Teofrasto1 punto
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Con lo stesso decreto è emessa anche la moneta un soldo, e vale quanto sopra; di grammi 3,45 contro i 2,30 grammi dell'emissione con decreto 1691.1 punto
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Ripeto non posso andare nel dettaglio ma caro Luigi78 la questione è molto più complessa e dipende da una profonda ignoranza e purtroppo anche a livello di normative in vigore da parte di chi persegue, ma sono convinto che a tutti i livelli, e per ogni tipo di competenza e responsabilità investita che dipenda dal ministero dei Beni culturali, o dal Ministero degli Interni e perchè no anche dal Ministero della Difesa chi di spada ferisce di spada..... Con la situazione attuale nessuno si deve permettere nella maniera più assoluta, solo perchè tutelato da un posto "fisso" di fare illazioni e in tal senso di violare i diritti fondamentali della Persona in termini di fasulle segnalazioni e quindi diffamazione, abuso di potere e quindi andare oltre i confini definiti dall'autorità giudiziaria preposta (il Magistrato), attuare le disposizioni di natura giuridica in modalità non riservate laddove si risontrano queste gravissime violazioni è necessario segnalarlo ad Autorità preposte al rispetto della legge che deve essere uguale per tutti al fine di valutare la correttezza (non solo processuale) dei comportamenti di quanti avrebbero potuto raggiungere i medesimi risultati adottando metodi leggermente più consoni ad un’indagine di un Paese civile. Antonio :bash:1 punto
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REGIONE: friuli venezia giulia LUOGO: Trieste UBICAZIONE: Piazza unità (nei pressi del municipio) COSA SI TROVA: italiane regno mondiali argenti qualche romana QUANTO SI SPENDE: MONDIALI DA 0,50 A 4/5 € ITALIANE DA 1 A 5 €, REGNO DA 0,50 A 200€ ARGENTI DA 4 A 20€ DATA: III domenica del mese1 punto
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Entrando tecnicamente nel vivo di questa discussione che si sta sviluppando in modo interessante grazie all'aiuto dei validissimi amici, ho deciso di postare le seguenti foto. Le prime riguardano una medaglia di Clemente VII, Giulio dè Medici, Pontefice dal 1523 al 1534, battuta con dei coni originali, non ritoccati, incisi da un maestro: Giovanni Bernardi di Castelbolognese. Siamo agli inzi del 1500. Un periodo artisticamente suggestivo, di pochissimo posteriore a quello rinascimentale ed ancora pregno di quella somma esperienza. E' interessante notare le tracce di fratture di conio, dovute all'usura per il ripetersi della produzione, a seguito delle richieste che pervenivano da parte di un'ampia gamma di fruitori, laici e religiosi. Il tondello è ormai deformato, convesso...gonfio, ma ancora leggibile...in q.che modo ancora godibile. In questi casi la riconiazione è facilmente riconoscibile, perchè le fratture sono appunto evidenti. Ma già le prime sbavature o piccole fratture, che possono essere notate su una medaglia, indicano l'uso ripetuto dei coni. E' però il caso di precisare che, per riconio nella medaglistica papale, non si intende solamente il tondello usurato di una medaglia. Ci sono dei riconi, che pur essendo tali, non evidenziano ancora alcun problema estetico. Per riconio si intende piuttosto la coniazione di medaglie al di fuori della tiratura ufficiale, pervenuta per documento vidimato da parte della Curia all'incisore camerale. Veniva cioè indetta la coniazione di una serie. Quella serie presenta, per chirografo (documento) il numero della tiratura dei pezzi che venivano battuti in ossequio al cmando della Curia. Ciò che veniva prodotto oltre quell'ordine...dovrebbe essere considerato arbitrario. Ovviamente, le prime riconiazioni, fatte successivamente all'ordine curiale, ma battute dalla stessa bottega artigiana camerale, saranno irriconoscibili. Con il passare del tempo, mutava in parte la tecnica, per cui anche dopo qualche anno le riconiazioni potevano non presentare più alcune caratteristiche della originale battitura camerale, mutavano: il peso, lo spessore del tondello, la percentuale del metallo, il colore della patina ecc. Da queste caratteristiche, con un pochino di occhio e di studio non è difficile venire a capo anche dei primi riconi. Posto le foto del su nominato riconio con coni originali del maestro: Osservazioni: La medaglia originale è stata battuta tra il 1531 e il 1532, siamo artisticamente in un periodo chiamato primo manierismo, subito dopo il terdo rinascimento, dal che potete valutare da soli il valore dell'arte racchiuso in tali coni. Il ricono si evidenzia per essere diritto è convesso, un po' impastato, ma non presenta ancora fratture di conio. Il rovescio è invece convesso..gonfio e presenta al h. 12, in alto, i tipici segni delle fratture. Poichè il tema biblico di questa medaglia, Giuseppe seduto sulla destra che svela la propria identità ai fratelli, era molto richiesto e la medaglia è molto bella, quando i coni non furono più in uso, si pensò di continuare a produrre la tipologia di tale medaglia. Quindi si passò a delle nuove incisioni con lo stesso tema: E' evidente che il tema e l'iconografia sono rimaste immutate, ma cambia lo stile e la mano dell'icisore. Le immagini sono meno plastiche, meno "potenti", le figure più sottili: diminuisce la massa plastica ed aumenta di contro il valore della linea, cioè del disegno. Il tempo passa la sensibilità muta. Ovviamente per apprezzare in pieno le dfferenze sarebbe necessaio postare delle immagini ingrandibili, ma con i limiti di carico in bytes posti dal Forum, di meglio non riesco a fare. Al riguardo chiedo collaborazione a Voi ed all'ottimo Renzo1940 Osservate che in questo esemplare la T di PONT è in asse con la scritta, mentre nei coni originali (di cui sopra) la T non è in asse. Ecco un particolare che distingue le due medaglie ed aiuta a valutare il periodo ancora successivo alle prime riconiazioni. Di questa medaglia, comunque bella e suggestiva, possiamo dire che presenta caratteristiche stilistiche ascrivibili al 1600, in tal senso mi permetto di essere in sommesso disaccordo con il Modesti ,che dedica più pagine alla brillante descrizione di queste due medaglie nel suo II volume del CNORP e che classifica il pezzo come tipico del 1700. Sinceramente, mi sembra palese il periodo da me indicato, per la plastica ancora pulita, suggestiva e realistica, priva degli orpelli e dei modernismi enfatizzati, tipici del pieno periodo barocco. Se invece vogliamo ascrivere la battitura di questa medagli al sec. XVII ad pera della bottega Hamerani che ne possedeva i coni, possiamo anche presentare tale potesi, ma gli hamerani, per solito, non usavano patine così rossicce tendenti al color vinaccia. Più probabile che tale medaglia rapresenti un conio di bottega della metà del 1600, cui coni furono acquisiti dagli Hamerani. Quanto sopra descritto ci informa sempre più sulla opportunità di non disprezzare la medaglistica attinente ai Romani Potefici ove non sia inseribile nella coniazione originale, decretata e camerale. Con le riconiazioni siamo comunque in presenza di opere, spesso d'arte e comunue di ottima fattura, che ci parlano a piena voce del periodo in cui furono, di volta in volta, incise....e, comunque, tali riconi, ci permettono di fruire ancora con una certa facilità di reperimento, di quelle significative opere storiche ed estetiche.1 punto
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Ritorniamo al titolo della discussione su originali e riconi e in particolare alla interessante medaglia di piakos riferita alla costruzione della Rocca Giulia nel porto di Civitavecchia. I libri consultati, utili al riguardo, sono il Corpus del Modesti - Volume I, nonchè il bell'opuscolo "Civitavecchia nella medaglia Pontificia 1508-1857 sempre di Modesti e altri. Per l'evento risultano coniate tra il 1508 e il 1509 tre medaglie con diametri 30/35 mm. con il ritratto del Papa al diritto e il prospetto della Rocca al rovescio. La prima medaglia è anepigrafe nel rovescio, la seconda porta la scritta CIVITAVECHIA, la terza di mm. 35 la scritta CENTUMCELLE. Le prime due sono medaglie di fondazione attribuite a Pier Maria Serbaldi detto il Tagliacarne, la terza è la medaglia diffusa attribuita a Giancristoforo Romano. Nessuna di queste tre medaglie corrisponde a quella di Piakos, che è ritenuta una medaglia di restituzione di autore ignoto, probabilmente emessa nelle prime decadi del 1600. Diritto e rovescio sono molto simili alla analoga medaglia di restituzione di Girolamo Paladino (circa 1660) di maggiore diametro (mm. 41); ma il Modesti parla di coni (da lui esaminati) di tipologia leggermente più antica. Sulla medaglia in esame poche notizie sono state trovate dal Modesti; si sa solo con certezza che i coni sono appartenuti alla famiglia Barberini (è noto l'inetresse dei Barberini all'epoca per raccolta d'arte sui papi) e da essa ceduti al Mazio intorno al 1820 e quindi sostanzialmente in contemporaneità con la compravendita dei coni degli Hamerani. Modesti scrive che i coni originali sono rimasti sostanzialmente integri. In genere i coni di provenienza Barberini sono sempre quelli originali e in buone condizioni (per l'uso limitato che evidentemente ne fu fatto), mentre quelli di provenienza Hamerani, adeguatamente sfruttati, erano usurati o rifatti, con bisogni di ulteriori interventi. La medaglia in esame può pertanto essere il conio seicentesco di una emissione di restituzione o uno splendido riconio ottocentesco del Mazio. Onestamente è difficile esprimersi da una foto (e forse anche de visu). La sensazione è che una minima lenticolarità con cedimenti dei coni lateralmente vi sia e che la medaglia di Clemente XI postata da rcamil sia più antica; ma se, come dice piakos, che ha in mano il pezzo, diritto e rovescio sono piatti, può ben essere un conio seicentesco. Comunque è medaglia di grande interesse storico, artistico, con gradevole patina chiara e di grande conservazione!1 punto
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A me le medaglie papali generalmente piacciono, anche se non ho un grande interesse nel collezionarle. Al più, saltuariamente, ne prendo qualcuna che ricorda avvenimenti o monumenti delle mie parti (Umbria). Ad ogni modo, non condivido le critiche a Gianfranco per il suo intervento. Credo che abbia espresso semplicemente un parere, condivisibile o meno, ma rimane un parere e basta. E devo rimarcare che mi è sembrato pacato, assolutamente non offensivo e rispettoso delle idee altrui. Inviterei sommessamente tutti a esprimere liberamente le proprie opinioni e ad avere nei confronti di quelle altrui lo stesso rispetto che, giustamente, ci si aspetta per le proprie. ;)1 punto
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