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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/30/12 in tutte le aree

  1. Ieri sono stato ad un convegno di numismatica. Erano due settimane che lo attendevo con trepidazione, me lo pregustavo, non vedevo l'ora di lustrarmi gli occhi con monete belle e impossibili. Arriva il grande giorno, mi alzo prima della sveglia, e tutto elettrizzato vado in fiera. Al mio arrivo 35 macchine...penso: "mah, sarà il maltempo, sarà che non è stato molto pubblicizzato...". Posteggio, entro e mi si para innanzi una scena tristissima: 20 banchetti in mezzo al padiglione, di cui solo 6 di monete, gli altri di cartoline e di francobolli. Vabbè dai, dico, pochi ma buoni... Comincio a vagare per le misere corsie in cerca di monete antiche e mi cade l'occhio su un banco con scudi, zecchini e chi più ne ha più ne metta. Chiedo qualche prezzo e quasi mi viene un colpo... o.O Non che non sia abituato alle quotazioni, però erano decisamente POMPATISSIME! Allora vedo se ha qualcosa del regno di Napoli...mi fa vedere...tre monete. Ovviamente anche quelle inaccessibili. Poi mi dice con aria spocchiosa: "Eh, vuoi che ti dica una cosa? Il regno di Napoli o lo collezioni almeno SPL o fai a meno di farlo." Io ci parlo un pò, poi lo ringrazio, me ne vado a mani vuote e con la cosa fra le gambe. Mi dirigo poi come al solito al mercatino di fine mese dove ci sono i soliti 3/4 banchetti che vendono monete. Il commerciante mi tira fuori anche le mutande a momenti, tutto quel poco che aveva (e non certo SPL!) lo cullava con la stessa dolcezza di un papà che tiene in braccio le sue figlie. Ora sì che mi sento a casa. Il sole comincia a risplendere di nuovo. Premetto, io ho 30 anni, ho da diverso tempo la passione per le monete. L'ho sempre alimentata con carezze a base di storia e di stupore per ogni singola moneta che ho collezionato. Quando vedo a un mercatino una moneta bruttina penso: chissà quante mani ti hanno tenuta, a che cosa sei servita a comperare...e anzi!Se è usurata le sono anche più affezionato perchè per quanto mi riguarda è anche lei che ha "fatto" la storia, non certo le monete che non sono mai circolate. Ovviamente è un parere personale e come tale discutibile. Tuttavia sono rimasto schifato da chi come il primo venditore le considera di poco conto solo perchè hanno ammaccature o non sono "di valore". Io capisco che in una collezione tutti aspirano ad avere begli elementi, ma da lì a snobbare quelle brutte ce ne passa. Purtroppo è un malcostume che ho riscontrato in molti collezionisti, fortunatamente non in tutti. A volte è dura avere a che fare con certa gente, ti fa passare tutto l'entusiasmo. Forse perchè oramai loro ne sono privi, forse l'avidità gli ha consumato il luccichio negli occhi...forse dovrebbero ricordare meglio da dove sono partiti, dai sacrifici fatti per prendere le prime monete, e rimettere nel loro lavoro quella stessa passione che da ragazzi mettevano in ciò che facevano. Allora i clienti saranno diversi, magari gli stessi, magari anche qualche persona in più, che quella scintilla ancora ce l'ha e la custodisce ancora più gelosamente dell'oro. ONORE ALLE MONETE BRUTTINE! Scusate lo sfogo, ma mi sembrava giusto.
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  2. La carestia del 1816 fu causata dall'eruzione del vulcano Tambora (Aprile 1815) L'eruzione del 1815 nell'arcipelago indonesiano è stata, a detta dei vulcanologi, una delle più potenti, almeno dalla fine dell'ultima Era glaciale. La formidabile eruzione del Krakatoa del 1883 a confronto fu un mortaretto. Complessivamente, vennero proiettati in aria circa 150 miliardi di metri cubi di roccia, cenere e altri materiali. L'eruzione, o meglio l'esplosione, creò disastri di proporzioni bibliche, con una stima di 60.000 morti dovuti sia direttamente all'esplosione che alle pesanti carestie che seguirono il disastro. La polvere restò per molti anni nell'atmosfera diminuendo la quantità di radiazione solare che abitualmente colpisce il suolo della terra. Il pianeta conobbe un'epoca di estati mancate ed inverni freddissimi, che ebbero come conseguenza scarsissimi raccolti e un impoverimento importante di vaste aree del pianeta. Il 1816 in Europa e negli USA fu “l'anno senza estate”, con neve a giugno, gelate in luglio e agosto, inverno rigidissimo e carestie. Questo clima particolarmente rigido viene portato come fattore che ha favorito la diffusione su larga scala di epidemie di tifo in Europa tra il 1816 ed il 1819. La Gran Bretagna e l'Irlanda vennero colpite da temperature rigide e violente piogge che distrussero parte dei raccolti, costringendo alla fame Irlanda e Galles e provocando rivolte per il cibo. Centinaia di migliaia di persone morirono di fame, molti si videro costretti a mangiare radici e ratti. Città di Wuppertal-Elberfeld - Impero Germanico Moneta di necessità carestia 1816/1817 - 1 Brod Ho ricavato grossomodo, tramite traduttore, le diciture: Elberfelder Associazione Grano - I Brod - comprato nell'anno 1816 - - in modo di avere il necessario nel 1817 - Qualche anno fa avevo preso per pochissimo da una ciotolina questa moneta, mi ha incuriosito molto il fatto che aveva 2 diverse date. Da un minimo di ricerca ho notato che non avevo preso una semplice monetina di quasi 200 anni, portava con sè stenti, sofferenze, lacrime e fame.
    3 punti
  3. Salve a tutti! E' apparso oggi qua in America sul New York Time un articolo sulla cotraffazione in Italia. Ho ritenuto opportuno di portarlo alla vostra attenzione per informazione e commenti. Nell'articolo potrete leggere come il Colonnello Gentili, capo del gruppo anti-contraffazione, dice che... " la contraffazione in Italia continua una tradizione che come l'attivita' vinicola, la ceramica, le stoffe e le altre arti di qualita' rende giustamente famosa l'Italia, un arte spesso passata da padre in figlio...." Chiaramente leggendo si ha l'impressione che il senso del lecito e dell'illecito sia a dir poco confuso e che l'azione legale nel ristabilire la demarcazione fra proprio ed impropio inesistente. Certamente possiamo vantarci di dire che il prodotto contraffatto italiano e' artisticamente superiore a quello prodotto in altri paesi! A presto! Lamberto Ecco l'articolo: In Italy, Fake Euros That Even the Authorities Admire GIUGLIANO IN CAMPANIA, Italy — While Europe’s financial overlords debate the wisdom of spurring growth by letting the European Central Bank print more money, some enterprising sorts in this semi-urban sprawl northwest of Naples are taking matters into their own hands and printing reams of counterfeit euros. The Campania region of southern Italy is known for its sunny skies, fresh mozzarella and organized crime, but it has a different kind of cottage industry that accounts for more than half of the 550,000 to 800,000 fake euro notes pulled from circulation annually by European central banks. Italy appears to have a particular artisanal flair for the printing arts, even though the authorities have also found illicit euro operations in France, Spain, Eastern Europe and South America. Its most accomplished practitioners can be found in and around Giugliano, where concrete-block apartments abut orchards and car dealerships, and young African prostitutes stand amid the rushes on unkempt roads. “In Italy, there’s a great, ancient and august tradition: Here, they make fake money, done well,” said Col. Alessandro Gentili, the head of the Italian Carabinieri’s Currency Anti-Counterfeiting Unit in Rome. “Giugliano is still the capital. It has the best professionals.” Quite a number of them, as it turns out. When the police rolled up some of the counterfeiting operations around Giugliano as well as in the Calabria region farther south in January 2009, they raided 162 locations and arrested 109 people, seizing a mountain of illicit materials. Despite that raid, the biggest in years, Colonel Gentili says the counterfeiting continues, a tradition that — like winemaking, pottery, fabrics and other fine arts for which Italy is justly famous — is often passed from father to son. This month, the police in the southern Apulia region, also known as Puglia, arrested two men on charges of counterfeiting and said that organized crime groups around the city of Foggia had teamed up with those from the Campania region to produce a swarm of fake euros. While Campania is dominated by the Camorra, the notoriously violent organized crime network, the authorities here say counterfeiting is actually a peripheral line for the gangsters, who prefer to focus on more lucrative businesses like toxic waste dumping, drug trafficking and illegal garment workshops. “Organized crime certainly obtains a cut from this activity, and it can intervene to regulate its use in the market because it has economic interests in the area,” said Raffaele Cantone, a Supreme Court justice who as a magistrate earlier in his career conducted wide-reaching investigations into the Camorra. Colonel Gentili, who displays a clear respect for the wily counterfeiters he spends his days chasing, said proudly that his unit, founded in 1992, was the first anti-counterfeiting unit in Europe, owing to Italy’s gift for fakery. Before the euro, Italian presses, especially in the Naples area, specialized in fake lire, dollars and French and Swiss francs, he said. On his office wall, he displayed a counterfeit “A.M. lira,” a currency circulated after the Allied landing in Italy, which was printed in Leonforte, Sicily, in 1946. To the untrained eye, the counterfeit euros made by groups active in this area are reasonably convincing. But they look slightly off: They are printed on paper without a watermark, and their silver holograms catch the light differently from those on real euros. Authorities found the first fake euros within days of the currency’s introduction in January 2002, and they made their first big counterfeiting raids six months later. Since then, the euro has become a global currency, and counterfeit euros have followed the currents of international drug trafficking and immigration. In recent years, the authorities have found fake euros in Bulgaria, Colombia, Russia, Turkey, Iran and Iraq, countries with large cash economies, where it is often easier to spend fake euros because bank and shop clerks are not so familiar with the real thing. Sometimes immigrants from Africa and Latin America knowingly buy fake euros in Europe and try to use them back home to buy property, Colonel Gentili said. The euro — particularly the 500-euro note, worth about $660 — has become the currency of choice for drug dealers worldwide, and fake euros have become part of their operations. Last month, the authorities in Bogotá, Colombia, dismantled a counterfeit press and seized half a million counterfeit euro notes. The European Central Bank, which tracks counterfeiting, says that most of the hundreds of thousands of counterfeit euro bills it pulls from circulation every year are 20s and 50s. That may not be much, compared with an average of 14 billion real euro bank notes in circulation at any given time, but it provides enough of an infusion to keep the authorities alert. Allister McCallum, the head of the bank’s Anti-Counterfeiting Section, said the counterfeiters tended to fall into one of three categories: amateurs with nothing more than an ink-jet printer; rogue states; and skilled professionals, like those operating around Giugliano. On the surface, Giugliano would not appear to be a hotbed of counterfeiting. Its main street is lined with nondescript buildings, midrange clothing shops, a modern city hall, a church and a seemingly disproportionate number of funeral homes. But its outskirts stretching west to the coast are marked by chaotic zoning and semi-abandoned buildings that hint at darker goings-on. In one case near Giugliano in 2009, counterfeiters tipped off to an imminent raid tried to dispose of their stock by throwing fake 100-euro bills into a nearby stream. In past centuries, the counterfeiting of coins with images of monarchs was a serious crime, carrying punishments as severe as death. Today, the European Commission is working to help create a “minimum maximum” sentence for fabricating euros because punishments vary across the 27 countries in the European Union. Italy has relatively high sentences of 3 to 12 years, but application remains a challenge. Because the wheels of Italian justice turn ever so slowly, and judges often reduce counterfeiters’ sentences on appeal, recidivism remains high. Some of the people arrested in the 2009 sweep have already been released, though they are being monitored by the police. The authorities point to a particularly vexing case in which a man from the Campania region was arrested in 2007 when the police say they found him printing counterfeit euros. After spending a month in jail, he was placed under house arrest pending the outcome of his trial, which is still in progress. In 2009, he was arrested again on similar charges and repeated the same detention cycle as before, then was arrested yet again this year on a charge of counterfeiting. “We often find ourselves following the same people,” Colonel Gentili said with a knowing and slightly resigned smile. “They steal, they escape, they forge ahead, we follow,” he said. “It’s like a game of cat and mouse.”
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  4. Andrea...... di sei salvato in corner a cambiando il messaggio....... prima di scrivere pensare...... saluti TIBERIVS Cioè :pleasantry: Dovresti chiederlo ad Andrea Imperatore, se ha voglia di riscrivere quello che ha scritto, anche in modo poco elegante nei confronti di Veridio, che invece è una persona corretta ed educata. saluti TIBERIVS Dritto: Chiavi decussate, tiara radiante, con due rami di lauro in basso Rovescio: Chiesa tra le nubi e sotto il braccio A (se non ho visto male), ecc.. Gigante 2012 - R3 - MB 3.000 :good:
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  5. anche questa 1g ed 16 mm ma che patina ...di un'altro mondo
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  6. giramo e guardiamo il suo roverscio..!! :) ....monete fascinante...costruita di tanto storia....unica ne la sua concepzione.....!! :) :)
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  7. buonaserra a tutti.... :) ....e portante anno circolato e avuto privileggio di aver valore monetario ne la loro epoqua...!! :) il fascino di essere passato tante volte su i cogni diversi....li dano veramente una surevaluazione......!!! :lol: come questa che pesa 1 grammo giusto.....con 16mm di diametro.....!! :o
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  8. Ho preso la difesa di Mr Malbrunot senza conoscerlo...;questa persona produce delle monete su lequelle porto interesse..questo argomento che è il mio, "Bonifacio PER IL PIACERE", niente che per il piacere della scoperta...mi sembra Andréa.. che voi vi siete iscritto su questo foro ,niente che per questo argomento....parlateci di monete ve ne prego il rapporti umani no niente ha vedere in numismatica.....avete tante monete ha farci scoprire, grazie di farceli vedere e..abbiate la cortesia di descriverceli...rigrazzi in anticipo paul
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  9. Ciao a tutti, ho notato su questa medaglia di Pio IX del 1854 il motto "Providentia Optimi Principis" come noto presente sul bordo di molte monete del Regno delle due Sicilie, volevo sapere se si tratta di un caso e più in generale avere notizie sull'origine della presenza di tale motto sulle monete napoletane.
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  10. scudo per Ancona per Pio VI?????? :m249: :bash: :aug: saluti TIBERIVS
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  11. MB per me.Io l' appiccagnolo lo toglierei!
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  12. 4) 1 Florin 1927, KM#31
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  13. Come ci ricorda il buon Dabbene muoversi nella monetazione medievale vuol dire scoprire continue eccezioni alle regole, varianti ai tipo "nominali", segni di zecca e di zecchiere che mutano in un mondo ampio ma finito. Il tutto evolve con continuita', in una confusione solo apparente da imputarsi alla nostra ignoranza. Porto alla vostra attenzione una variante scoperta da poco. Il riferimento e' quello dei denari scodellati attribuiti ad Enrico II, per Milano. Murari 10. Allego riferimento web http://www.deamoneta.com/de/auctions/view/82/2543 La variante risiede nella dizione di " H/ RIC / N". Le forme piu' comuni presentano "H" oppure "HE", con le due lettere in nesso e la seconda barra verticale dell'H che si erge a supporto dei baffi della E. Diversamente, nell'esemplare sopra postato, troviamo una curiosa rappresentazione per "HE" con la E che si inserisce tra le barre verticali della H andando a costruire una "scaletta". Trovo semplicemente geniale la realizzazione. Avete mai visto realizzazioni simili per i nostri "Enrico" (al di la' della zecca di Milano)?
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  14. quindi le banconote avevano corso forzoso o fiduciario , la ragione per cui non erano esportabili era che non le avrebbe accettate nessuno , per quello si e` dovuto dichiararle mezzo di pagamento obbligatorio , altrimenti avrebbero iniziato a circolare a sconto tipo uno zero coupon bond per far un esempio odierno, la stessa cosa successe con gli assignat francesi
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  15. Invito gentilmente i partecipanti a questa discussione a non farsi prendere la mano, ma a conservare la flemma che ci è consueta nel discutere di monete. Grazie per la collaborazione.
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  16. ASTE MEDAGLIE PAPALI APRILE 2012 Le aste in questo mese sono state abbondanti; poche invece le medaglie papali proposte. Il mercato sembra andare benissimo in Germania. In asta HEIDRUN HOHN erano proposte circa dieci medaglie antiche (prevalentemente riconi in bronzo). Le aggiudicazioni hanno riguardato il 60% del materiale, ma a prezzi stellari. Restituzioni del Paladino per Martino V, Eugenio IV, Niccolò V, Sisto IV e Alesssandro VI e due riconi di Giulio III sono stati aggiudicati a prezzi oscillanti tra € 230/340,00 + diritti. In asta Busso Peus c'erano un paio di medaglie papali; la medaglia di Giulio III per l'anno Santo 1550 (porta santa) è stata aggiudicata per € 925,00+diritti. In Italia si sono svolte due aste di Artemide, una battuta e l'altra on-line. Avevo scritto, in presentazione, che erano complessivamente proposte circa 40 medaglie papali, abbastanza interessanti e spesso non comuni, con prezzi base sostenuti. Le aggiudicazioni sono risultate in misura del 60% con prezzi per lo più allineati alla base o di poco superiori. Cito qualche aggiudicazione: - la medaglia di Leone X (Giuliano dei Medici) per l'attribuzione ai parenti del patriziato Romano in AE, circa mm. 34, conservazione mediocre - € 550,00+diritti; - la medaglia di Sisto V in AE - Pons FELIX - € 950,00+diritti; - la bella fusione di Paolo V per San Pietro - opus Sanquirico - BB - € 650,00+diritti; - la medaglia premio Accademia Clementina 1758, che utilizza l'annuale anno XX di Clemente XI con ampia cerchiatura, in argento dorato, q.SPL - € 1.000,00 + diritti; - i massimi moduli di Pio IX in AE per San Paolo e per il Ponte di Ariccia, come ha già ricordato Eldorado, € 550,00+diritti cadauna; - la rara e bella fusione di Pio XII per la guardia scizzera - opus Mistruzzi - Ae - grande modulo, € 1.700,00+diritti. Non sono stati aggiudicati un massimo modulo di Pio XI - anno VIII in argento (dichiarato q.F.D.C., ma probabilmente di conservazione leggermente inferiore per i campi con diffusi lievi segni) proposto a € 1.550,00 e diverse belle medaglie di Pio XII non comuni (un raffinatissimo grande modulo di De Jaeger per l'elezione, due fusioni di grande modulo del Mistruzzi e qualche altra, nonchè un paio di medaglie in argento settecentesche. Mi sembra che il mercato italiano delle medaglie papali, dinanzi a proposte di esemplari belli a prezzi sostenuti, sia selettivo e razionale: c'è l'impegno a incrementare la collezione, ma con misura.La riflessione prevale sul desiderio. Eldorado mi chiede un pensiero sui massimi moduli. Da sempre, questa è una articolazione della medaglistica papale molto seguita. Bartolotti fece una specifica pubblicazione, che è ancora valida. La medaglia di Pio IX per l'incendio di San Paolo è abbastanza comune; ma è una medaglia affasciante e anche recentemente è stata commentata nel foro. Mi sembra che abbia raggiunto in Artemide il prezzo più alto che io ricordi, anche se è sempre stata ben venduta. La medaglia del ponte di Ariccia è anche essa molto bella e decisamente più rara. Penso che in asta Artemide sia stata penalizzata da un graffio nei campi del diritto. Ritengo i massimi moduli delle medaglie papali una bellissima collezione. Noi medaglisti papali abbiamo ancora la fortuna di poter comprare oggetti splendidi e anche pezzi antichi originali a prezzi non insignificanti, ma contenuti. Possiamo divertirci e godere del bello, spendendo poco (comparativamente). E' così da sempre. Poichè ancora ho la passione della ricerca, spero che continui.......
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  17. Bisogna vederle le monete . Vi è un concetto di SPL generale ,ma poi l'esperienza e l'obiettività non sono da trascurare --Salutoni -odjob
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  18. io invece sono dell'idea che una collezione o la fai come ti pare o fai anche a meno di farla...
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  19. ma non gli hai detto di andarsene aff.... io li odio queste persone che si danno cosi tanta aria di saccente ! ma dirgli che il suo SPL se lo metta..... il regno di napoli lo fai come ti capita , molte monete in spl non esistono neanche , come tantissime monete
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  20. Ah no, quello no :D
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  21. salve, a mio modesto parere è una bozza "monetale" e non "medaglistica". Il principale indizio è il metallo nichelio, poi il contorno rigato, infine il diametro e le raffigurazioni la collocano in un determinato periodo (anni 20) per una probabile funzione (gettone buono da 1 lira). Si tratta comunque di deduzioni. Proprio in questi giorni sto classificando una raccolta comprendente anche decine di prove e progetti e vi era anche questo esemplare addirittura sigillato dal grande Angelo Bazzoni nel 2000, ecco la foto sperando possa essere di aiuto alla discussione. saluti al forum
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  22. Sono daccordo con cuore-antico, questa moneta quando supera il BB va quasi sempre intorno ai 150 € e ben oltre. Un piccolo esempio http://www.ebay.it/itm/DUCATO-DI-PARMA-MARIA-LUIGIA-1-lira-1815-BB-PERIZIATA-DA-INASTA-/170826147620?pt=Monete_Antiche&hash=item27c6082724 ed è, a fronte del difetto penalizzante, (a mio parere) addirittura in consevazione inferiore rispetto a quella postata dall'amico Argentino. Saluti, Luca
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  23. Con tutto il rispetto, confermo parzialmente il giudizio, pienamente d'accordo sul graffio penalizzante, ma altrettanto in disaccordo sul valore commerciale e sullo stato di conservazione; a mio parere, (collezionista completo delle "Luigie") nonostante sia un azzardo definire le sue sorti semplicemente perizioando una foto, la giudico qSPL (se presenta 70/80 % lustro). 170 euro si ricavano tranquillamente. Vero che bisogna essere severi su giudizi e valutazioni, ma è altrettanto vero che nel suo complesso dopo 200 anni c.a., ci vuole un minimo di generosità. :dirol: Concordo con Lei che dare una valutazione visualizzando una fotografia (per giunta non ottima) sia sempre difficoltoso. Considero invece eccessivi 170€. Vi sono monete qSPL/SPL prive di evidenti difetti invenduti a 200€. Generosità e andamento del mercato non vanno mai d'accordo..purtroppo. Beh, l'andamento del mercato viene condotto da noi collezionisti, deprezzare la moneta in questione (a mio parere) è sbagliato. Se 1 lira M.L. in condizioni SPL ha valore da catalogo di 300 €, non è ammissibile che il suo valore venga volgarmente "spezzato" a metà. Capisco che oggi si ha la necessità di acquistare dell'ottima merce ad un costo più basso, ma questo succede al supermercato, non certo tra le mura dei collezionisti. Quindi, è cura del possessore/venditore preservarne il valore senza scendere a compromessi. Mala tempora currunt! Roma traditoribus non premia. I "rovinatori" sono coloro che svendono. SENZA OFFESE PER NESSUNO. :crazy:
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  24. Sì, FORTUNA REDVX. L' esergo sembra essere di un solo carattere, direi o P o Q. Propendo per la seconda opzione, ma è solo una mia ipotesi. In tal caso (ma anche se fosse una P il RIC sarebbe lo stesso) sarebbe RIC V-1, 128 Milan. Saluti, Ff.
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  25. Chiedo scusa in anticipo, ma non riesco a controllarmi quando leggo certe cose... Si sa che non sono molto diplomatico in queste circostanze, ma trovo estremamente ingiusto quanto scritto e da me messo in grassetto, perché non è vero. Per quanto riguarda il "rateau" io ho visto monete in cui lo scudo si vede eccome... e la definizione su "accozzaglia di punti di vista personali" nonché "o si scrive qualcosa confortata da fatti attendibili confrontandosi con altri e studiando parecchio" la si può benissimo ribaltare a lei caro Signor Andrea. Lei può benissimo postare l'esito delle sue ricerche personali, ma la invito ad avere rispetto delle ricerche altrui (soprattutto quando non concordano con le sue) o quantomeno evitare di scrivere cose come quelle di cui sopra. A maggior ragione quando la persona citata non può controbattere. Con questo chiudo in pubblico ma resto disponibile ad un confronto in privato.
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  26. Tuttavia la (prevedibile) richiesta di molte persone di convertire le banconote in argento erose le limitate riserve di metallo della ancora nascente banca. Inoltre i dispendiosi armamenti durante la guerra dei sette anni (1756-1763), che non videro la diretta partecipazione del Regno di Danimarca, ma che lo sorpresero al centro di questa prima vera guerra a livello mondiale, condussero ad una eccessiva produzione di banconote da parte della Kurantbank. Una delle conseguenze fu che queste banconote furono dichiarate non convertibili già nel 1757 dal momento che le riserve in argento ammontavano ormai a solo il 4% del valore delle banconote circolanti! Banconota da 50 rix-dolar courant della Kurantbank (privata) del 1740 (dim. 11.3 x 17 cm)
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  27. Non è questo l’unico caso di ispirazione ad un passato al servizio dei Borbone da parte di Luigi Arnaud, infatti nella medaglia per Santa Pulcheria leggiamo il titolo PROVVIDENTISSIMA, appellativo ricorrente nelle creazioni dell’artista ed attribuito al compianto sovrano Ferdinando II (PROVVIDENTISSIMO), morto tre anni prima – 1859 ............. Ma Provvidenza e Provvidentissimo sono costanti associate al regno borbonico. Esse fanno parte del linguaggio ufficiale e ricorrono in numerosissimi testi e discorsi, di cui desideriamo riportare solo alcuni esempi: a p. 9 di “Iscrizioni ed Orazione nei Solenni Funerali di S.M. Ferdinando I. Re del Regno delle Due Sicilie” del dì 27 Gennaio 1825, composte dal sacerdote Girolamo Pirozzi, si può leggere: «L’amarissima perdita del Re sempre a noi caro, insiem coll’affanno ci porti la grand’ìdea della Provvidenza, che gli estimabili giorni del Principe estinto segnò. Poiché nel vero, ornatissimi Ascoltanti, la Provvidenza esaltò Ferdinando; e Ferdinando corrispose colla sua religiosa condotta al Trionfo della Provvidenza. Piace nell’estemporale mio funerale Elogio questa sì bella Gara esposta tralla Provvidenza, e Ferdinando. […] La Provvidenza, che esaltò il Re Nostro, ci ammaestri a temperar la tristezza. Il Nostro defunto Re, che alla Provvidenza corrispose, c’impari a viver da santi, a trionfar della morte». A p. 7 della “Storia di Ferdinando II. Re del Regno delle Due Sicilie dal 1830 al 1850 - Libro Primo: Il Progresso”, Napoli, 1853, di Giovanni Pagano, si legge nel proclama di Ferdinando II per la successione al padre Francesco I: «Avendoci chiamato Iddio ad occupare il Trono dei Nostri Augusti Antenati […]; nell’atto che il Nostro Cuore è vivamente penetrato dalla gravissima perdita che abbiamo fatta, sentiamo ancora l’enorme peso, che il Supremo Dispensatore dei Regni ha voluto imporre sulle nostre spalle nell’affidarci il governo di questo Regno. […]Vuole, che il Nostro Regno sia un Regno di giustizia, di vigilanza e di saviezza, e che adempiamo verso i nostri sudditi alle cure paterne della sua Provvidenza». Ancora nello stesso volume leggiamo a p. 90: «[…]e già nel Settembre del 1836 l’asiatica pestilenza invadeva il Regno! […] Grave, universale fu lo spavento; grande, generosa, vigile la provvidenza del Re». Invece a p. 90 della “Storia Civile e Militare del Regno delle Due Sicilie sotto il Governo di Ferdinando II. dal 1830 al 1849”, Napoli, 1855, di Mauro Musci, si legge «[…]un Re provvidentissimo e promotore della vera civiltà de’suoi sudditi […]». Ancora a p. 413 dell’opera “Cenno Storico di Ferdinando II Re del Regno delle Due Sicilie”, Napoli, 1859, di Francesco Durelli, notiamo: «[…]Siccome re Ferdinando volle e seppe reggere i popoli con giustizia e sapienza, siccome si addice a Re grande e provvidentissimo […]», inoltre a p. 7 del testo “Nelle Solenni Esequie di Ferdinando II. Re del Regno delle Due Sicilie” celebrate nel Duomo di Napoli il dì 3 Giugno 1859 dal Cardinale D. Sisto Riario Sforza e con Orazione di Mons. Frungillo ed Epigrafi dal Can. Barbati, è scritto: «Così è l’immortal FERDINANDO, non governato da mondana sapienza; ma nelle sublimi massime del Vangelo ispiratosi, fu non che il padre provvidentissimo e tenero del suo popolo, ne fu anzi il difensor generoso: Provisor et defensor gentis suæ. Fu non il suddito soltanto divotissimo di Sua Divina Maestà, e ne zelò l’onore e la Legge; ma sì fu eziando il valido presidio della Religione e della Chiesa, e l’argine potente contro l’empietà inondante: Æmulator Legis Dei». Ivi a p. 44 si legge: «[…]l’Augusto l’immortal FERDINANDO, l’eroico Padre e Protettor di sua gente, il Zelatore del divino Onore, il Presidio della Fede Cattolica e della Chiesa de’Santi […]». Importante è poi il seguente passo tratto ancora dalla precedente fonte, a p. 38: «Udite, o Signori, e stupite innanzi alla virtù e alla tenerissima pietà del prode FERDINANDO, il quale non è il zelatore soltanto dell’onor santo di Dio ma sì pure di Colei che meritò di esser la degna abitazione di Dio. Dilexi decorem domus tuæ. La mia gran mercé colassù in Cielo; da voi, Padre Santo, altro io non bramo su le più infocate ali del mio desiderio, se non che reduce gloriosamente alla Sede di Pietro, vi degniate affettar quell’aspettatissimo Oracolo, onde Dio vi fece infallibile insegnando la Chiesa nelle cose di Fede, e vogliate proclamar Maria, la Madre di Dio, la Reina degli Angeli, Colei, cui tutto me, la mia Real Famiglia e il Regno tutto consecrai, Colei che dopo Dio è il mio sommo amore, vogliate proclamarla immune dalla colpa di origine». Quest’ultima citazione è semplicemente stupefacente ai fini del nostro studio e contiene una buona parte dei concetti che cerchiamo di esporre. In effetti, volendo generalizzare quanto riportato dalle fonti dell’epoca, i sovrani della dinastia borbonica di Napoli, erano considerati sacri e santi come tutto ciò che concerne la fede, in quanto il loro potere sul Regno napoletano derivava direttamente per intercessione nelle “cose umane” da parte della Provvidenza. Quindi, per questo motivo, i re borbonici erano considerati divini e provvidentissimi. Provvidentissimi sia perché frutto di un governo ispirato e voluto dalla Provvidenza, ma anche perché provvidenti verso le proprie genti, i propri popoli, descritti precisamente come amati e guidati verso una condotta religiosa e santa secondo tutti i dettami della “Chiesa dei Santi”. Ecco allora che vien fuori un nuovo concetto, ossia il regno borbonico che funge da capisaldo, “presidio”, difesa della religione cattolica e della Chiesa, e ciò si concretizza proprio per mezzo del sovrano provvidentissimo. Tale ruolo la dinastia borbonica lo riserva per sé fino all’Unità d’Italia, quando si descrisse la guerra di conquista operata dai Savoia come uno scontro di “civiltà”, di società e di moralità, da un lato gli occupanti che offendono la religione e la condotta virtuosa che essa insegna, dall’altro i difensori dello Stato meridionale propugnatori della “Libertà nella Religione” ed osservanti ortodossi. Il Re delle Due Sicilie è quindi “fidei defensor” e custode della fede (a tal proposito esiste anche una medaglia, D’Auria nn. 217, in cui appaiono accollati i busti del Papa Pio IX e del Re Ferdinando II, Figg. 14) proprio come Santa Pulcheria, allo stesso modo sovrana e conservatrice della religione. Utile al fine del nostro studio è che Pulcheria venga anche direttamente accostata alla famiglia reale borbonica (come altri sovrani religiosamente illuminati del passato: Santa Elena, Santa Cunegonda ed il marito Sant’Enrico imperatori, Teodosio fratello di Pulcheria), e ciò lo si può ritrovare ancora in “Iscrizioni ed Orazione nei Solenni Funerali di S.M. Ferdinando I. Re del Regno delle Due Sicilie” (op. già cit.) a p. 12: «[…] E che più ? … Il merito di Elena, di Pulcheria, di Gunegonda in Carolina d’Austria, come un bel raggio congiunto a quello di Teodosio, di Errico, che in Ferdinando risplendeva, formano al Regno delle due Sicilie l’età dell’oro […]». Si evince allora lo stretto legame tra Pulcheria ed i Borbone, il quale proponiamo di intravedere nella medaglia. Codesto legame è poi confermato anche dalla presenza del nome di battesimo Pulcheria tra membri della dinastia borbonica napoletana: i.e. Donna Maria Clotilda (Teresa Amelia Antonietta Giovanna Battista Anna Gaetana Pulcheria) di Borbone-Due Sicilie (1786-1792) figlia di Ferdinando I (come IV di Napoli e III di Sicilia) e defunta esattamente settanta anni prima dell’esecuzione dell’opera di Arnaud in esame. .......... Fonte: http://www.ilportaledelsud.org/s_pulcheria.htm Il ben noto appellativo riferito alla provvidenza borbonica venne provocatoriamente inserito in una medaglia napoletana del 1862, quindi durante l'epoca sabauda, dall'incisore Luigi Arnaud ....... il popolo napoletano passò suo malgrado sotto i nuovi padroni per colpa di poche centinaia di traditori ma era ancora molto legato ai Borbone e non poteva certo dimenticare il benessere che c'era quando il Sud era indipendente.
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  28. ...buongiorno vwgolf.....e un spetaccolo speriamo che protra essere visto da i nostri figli.....e loro figli...... qui in corsica chi e una razza di tartaruga aquatica.....a soltanto una tacca rossa viccino l'occio....e e di coloro verde scuro....... una volta,per costruire una strada,avevano asseccato un stagnio di piccola dimenzione......in fatti avevano separato il fiume del stagno.....allora sulla strada veloce ci era una di quelle tartarugga aquatica che traversava la strada,come poteva,sul catrame bruciente,per rigiurnere il fiume vicino......le veture che passavano,gioccavano con ella come un ballone......le ruote la sfrigiavano,e la spostavano.....di una parte a l'altra..........mi so fermato come ho possuto(non prendere esempio su me!!)e lo raccolta........con l'idea di remeterla nel suo imbiente.......l'o riportata ne un altro pozzo di acqua......quando lo aviccinata per portarla in acqua...le sue zampette si sono agitate....sembravano ale.....e lo rimessa nel suo imbiente......in una frazione di seconda...a scapato ne l'acqua nera,facendo onde......e vi dicco....tutte le rane si ne sono sfugite...come se era un batello in perdizione........ma non mi sono fatto pinsiere per elle...sono abastanza veloce per scapare.....!! :lol:
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  29. Questi hanno la decorazione molto simile a quella che hai trovato tu, sono conservati al museo Stibbert di Firenze :
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  30. Ciao a tutti E' la tipica decorazione a conchiglia di un paloscio ( una via di mezzo tra uno spadino e un coltellaccio ) da caccia del XVIII sec. . Allego un paio di foto esemplificative prese dalla rete :
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  31. "vera verità" (non dimentichimo, però, che... dipende dove) democrazia in numismatica genovino: il primo a "nascere" ducato: il primo a "durare" fiorino: il primo a "vincere" :-)
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  32. Ciao Mario, sempre impegnata e suggestiva la tua prosa. C'è una dimensione dell'animo umano che si chiama dignità. Sarebbe un aspetto fondamentale della personalità. Poi c'è un insegnamento degli antichi che così recita: est modus in rebus cioè: c'è un giusto (o migliore) modo per fare tutte le cose. Dall'unione delle due (ossequio e modo) ...nasce il collezionista serio e capace. Pronto ad ossequiare la normativa in vigore...sino a quando le controparti lo rendano possibile. Altrimenti si farà alla romana. Piangerci sopra non serve al gioco. Certo che: acquisire monete sospette o di cui non si sa nulla in assenza di documentazione e mettersi in vista sulla baia ed altri luoghi non acconci...non serve nè la prima nè la seconda strategia. Occhio e prudenza stellare.
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  33. Per quanto riguarda la dimensione dei caratteri Reficul ha sistemato ora. Per quanto riguarda invece i problemi sul quota, multicitazione ed emoticons, non riusciamo a riproporli in quanto a noi risulta tutto ok. Giovanna, prova a controllare bene dopo aver effettuato un hard refresh (CTRL+F5). Lo stesso vale per il problema segnalato da Tiberius, chiedo cortesemente di verificare bene. Su questo stiamo controllando, farò personalmente delle prove e ti saprò dire a breve. Questo è stranissimo, davvero stranissimo. Cembruno, ma stai utilizzando la versione 2013 ("Cambia Tema" in basso a sinistra - 2013) ? ho la versione 2013 ma il problema sussiste. In parole povere, se si risponde ad una discussione non viene messa come ultima fatta, proprio non si sà dove và Ragazzi nello spulciare sono riuscito a risolvere il problema::::andate alle nuove discussioni e a destra andate a"Periodo di tempo"e'cliccate 24h....il problema si risolve,almeno a me.Fa visualizzare tutto com'e'!!!!!!!Vi saluto
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  34. Riprendo questo argomento pescando alcuni dati interessanti da un libro che ho appena terminato di leggere, e che consiglio a tutti di inserire nella propria biblioteca storica: Ian Mortimer The time traveller's guide to medieval England Vintage Books, London, 2009 ISBN 9781845950996 Alcuni esempi di reato punibile con ammenda di 6s.8d, sec. XIV (mia la libera traduzione in italiano): - Il sabato ed i giorni di mercato i panettieri non devono ricevere forniture di grano presso le loro case prima delle ore 11 di campana. - Nessun uomo potrà vendere birra nella sua casa senza appendere un'insegna sulla porta. - Nessun uomo potrà tenere un albergo a meno che non appenda un'insegna sulla porta. - Nessun sellaio, macellaio, panettiere, pellettiere o altra persona potrà gettare nel fiume interiora, sterco di animali o polvere nel fiume dal ponte. - Se un uomo inizia una rissa, o estrae la sua spada all'interno della città, egli perderà l'arma. Se farà scorrere sangue sarà multato, e se non potrà pagare sarà imprigionato. Quanto sopra non ha alcun effetto sul diritto di un mastro di correggere un servitore o un apprendista entro i limiti della legge. Il valore di 6s.8d è appunto di un noble: si trattava quindi di una moneta di autentico utilizzo pratico. Per quantificare il peso di un'ammenda del genere (notare che i reati sopra elencati non sono particolarmente gravi), ecco il salario giornaliero di alcuni mestieri nell'anno 1400 in Inghilterra: Carpentiere: 4.1/2 d (1 angel = quasi 18 giorni di lavoro) Operaio: 3.1/4 d (1 angel = quasi 23 giorni di lavoro) Muratore: 6 d (1 angel = 13,3 giorni di lavoro) Del resto per un mercante benestante che guadagnava 100 £ per anno si trattava solo di 1,2 giorni di lavoro; per un cavaliere con una rendita annua di 250 £ una multa del genere valeva appena mezza giornata. Appare evidente che le disparità sociali influenzavano enormemente quanto ci si poteva o meno permettere di rispettare la legge... Tornando all'aspetto numismatico della cosa, è evidente il noble era una moneta di una certa utilità ed era pure un valore di riferimento di una certa importanza.
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  35. buonaserra amici...convidio giani per l'imbiente,li animali selvaticci anno il loro instinto,e naturale vita in liberta.......ma anche raggione saldi saldi,perche sono animali molti vulnerabili.......oggi con i fuocci,con cani in liberta che si le mangieno,con tratori e arratori .....il fatto di tenerla con se,sara anche il modo di alongarli la vita....e perche no,protergela dal extinzione...???
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  36. Il tondello originario potrebbe essere sì di Eraclio mentre la ribattitura definitiva mi pare di Costanzo II, qualcosa del tipo Sear 1000-1003 (lo si può intuire dall'inzio legenda al dritto, per un confronto: http://wildwinds.com/coins/byz/constans_II/sb1000.jpg ).
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  37. Uploaded with ImageShack.us il movimento, la forza, l'eleganza.... renato
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  38. Oltre alla particolarità del tipo di perizia (quella fotografica) è sicuramente un metodo per salvaguardare la moneta... Quoto Bruno e Dani... per monete di una certa importanza, la perizia fotografica è decisamente più appropriata della solita perizia nei sigilli...
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  39. Non posso che condividere le considerazioni sia di Dabbene che di Numa, come anche di Numi 62. Il forum. proprio per la sua natura e cioè per essere formato da utenti di diversa esperienza, sensibilità e cultura, presenta inevitabilmente differenti livelli di approfondimento. Il seminario o conferenza parte invece da presupposti diversi e fin dall'inizio da un livello culturale più elevato (almeno lo dovrebbe essere!). Per gettare un ponte tra questi due "mondi" sicuramente i cosiddetti "comunicatori" (con una felice espressione di Dabbene) hanno un ruolo molto importante. Spesso questi personaggi hanno una buona esperienza, almeno nei settori di loro competenza, e talvolta frequentano anche conferenze e seminari nonché leggono numerosi testi più o meno specializzati e non sempre facilmente disponibili. Quindi essi rivestono un importante ruolo non solo di semplice divulgazione, ma anche di crescita culturale, e quindi devono avere una chiara percezione della loro attività. Devono avere un grande spirito di disponibilità, ma anche di senso della misura e non abusare della loro preminenza culturale ("sapere è potere"....). Grazie alla possibilità di esercitare controlli incrociati, gli stessi utenti possono avere talvolta la percezione della qualità di questi "comunicatori", arrivando anche alla possibilità di stringere rapporti più personali, con conseguente arricchimento di ulteriori esperienze. Concordo che negli ultimi tempi si assiste a un maggior sforzo di approfondimento, che è un chiaro segno di maggiore maturità del pubblico. Non mancano chiaramente anche spunti di polemica o di diversa opininione, ma pure questi possono aiutare a sviluppare un maggiore spirito critico. Ho notato che adesso non pochi utenti, anche grazie agli scambi di informazioni e di idee, sono approdati a sbocchi editoriali, con libri di sicura utilità, gettando nuova luce sui tanti piccoli misteri della numismatica. Questo è sicuro motivo di soddisfazione per tutti e quindi dovremo sempre sorvegliare che il progresso registrato dal forum possa continuare.....
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  40. In passato ho assistito a un paio di seminari svolti al British School di Roma e non ho visto limitazioni di accesso al pubblico. La sala è relativamente piccola, credo con circa 100 posti, ma chiaramente sono "incontri" piuttosto elitari e quindi normalmente poco frequentati. Mi sembra doveroso allargare l'informazione a un pubblico più ampio e ugualmente interessato e non limitato a soliti 4 gatti accademici....
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  41. Questa é una foto fatta in manuale e con luce naturale (e qualche accorgimento per controllare i riflessi sull'oro) e nessun ritocco. Che ve ne pare ? <img src=>
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  42. Salve, volevo fare solo una breve annotazione. La sorta di "evoluzione" dei segni dello zecchiere/ emissione tracciata da DZ per la monetazione genovese (probabilmente quartari a parte ... ;)) in realtà è condivisa anche da altre zecche dell'Italia centro-settentrionale. Io posso portarvi gli esempi delle altre monetazioni tirreniche e toscane che conosco meglio, tenendo ben presente che la monetazione piccola ha una sua tempistica e "curva evolutiva" che non corrisponde sempre puntualmente a quella della monetazione grossa in argento e poi in oro. Inoltre come sappiamo bene, ed è stato ripetuto in più discussioni, gli stessi segni possono riapparire a distanza di tempo, e nel tardo medioevo almeno nello stesso periodo di emissione uno zecchiere era responsabile per le emissioni auree ed un'altro per l'argento e le misture, adottando per ciò segni diversi per i rispettivi "gruppi" (si vedano le indicazioni, sppure di diverso tenore, riportate dai libri della zecca di Firenze ed anche di Genova per quanto è sopravvissuto del tardo Trecento ed inizi Quattrocento). In linea generale per le zecche che conosco, di cui sopra, si potrebbe dire: - XII secolo = emissioni segnalate solo dalle diverse interpunzioni in legenda o nel campo, o da variazioni "stilistico-tipologiche" - dalla fine del XII secolo fino agli anni '30/'40 del XII secolo = comparsa di segni di zecchiere o emissione aggiuntivi, dati da punti, anelletti, cunei o triangoli, spine ed infine da stellette semplici, nella legenda o nel campo - dalla metà circa del XIII secolo = comparsa di segni di tipo iconografico variati, nella legenda o nel campo - dal pieno/tardo XIV secolo = i segni di zecca spesso sono costituiti da lettere gotiche o goticizzanti, nella legenda o nel campo; si hanno anche monogrammi o "armette" araldiche, da soli, o associati tra loro. Una curiosità: fenomeni simili più o meno nel medesimo ambito cronologico si ravvisano anche su materiali e rispetto a segni di altro tipo, come nel caso dei segni di "riconoscimento" (previsti durante la manifattura o realizzati dopo "a cotto") sulle ceramiche medievali, forse con l'unico attardamento delle iniziali o monogrammi, che in tal caso sono presenti soprattutto dal XV secolo. Un caro saluto a tutt* MB
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  43. Salute io non ci vengo perchè ho sentito parlare male di Giulietta ed essendo,per me,importante l'immagine storica della città ,capirete che sono costretto a rinunciare alla rassegna numismatica. --Salutoni -odjob
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  44. Sinceramente non è possibile considerare 2 tipi di monete differenti. A livello chimico, correggetemi se sbaglio (riporto le % scaricate dal testo di chimica 1) la differenza è la seguente: ORO GIALLO: 75% d'oro, 12-7% d'argento e 13-18% da rame. ORO ROSSO: 75% d'oro, 4,5% d'argento e 20,5% di rame ...è in grado lei di valutare tale differenza a livello prettamente visivo?? A mio parere, semplifico il tutto considerando solo una tipologia di moneta, ovvero 40 lire 1815 Maria Luigia.
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  45. Seguiamo adesso la comparsa dell'aes grave nelle altre città italiane, seguendo nell'ordine cronologico usualmente accettato. Le prime serie fuse di Luceria sono fatte risalire, a seconda degli autori, al 314-268, al 269-225 o al 225-217. La città era già una stretta alleata di Roma nel 321 (quando l'esercito romano, nel tentativo di prestarle soccorso contro i Sanniti, subì la sconfitta delle forche caudine) e divenne colonia iuris Latini nel 312. Il popolo dei Vestini emise, nella città di Pinna o in quella di Aternum, una serie di aes grave con etnico ves, imitando i tipi dell'Umbria e del Picenum, datata al periodo compreso fra il 301 e il 268, ossia dopo aver stretto alleanza con Roma. Tarquinia, potente centro etrusco, concluse un trattato di pace con Roma dopo la sconfitta di Veio (396), rinnovato nel 308 e trasformatosi, in data imprecisata, in foedus. Le sono attribuiti un lingotto di aes signatum recante una A arcaica barrata (oppure è un monogramma?) e due serie anepigrafi di aes grave, tutti datati agli inizi del III secolo. Per quanto riguarda Ariminum, la situazione è un po' più complessa. Il sito fu abitato, nell'ordine, da Etruschi, Umbri, Greci, Piceni, Sanniti e Galli Senoni; dopo la battaglia di Sentino del 295 passò sotto il controllo di Roma che, nel 268, vi dedusse la colonia iuris Latini di Ariminum. La serie fusa di Ariminum, molto grezza, viene datata da Lenormant al periodo del governo dei Galli Senoni, dal Mommsen al periodo in cui Roma controllava la città ma non vi aveva ancora dedotto la colonia, del Rutter al periodo successivo alla deduzione della colonia (268-225). Venusia, città apula al confine con la Lucania, fu conquistata e colonizzata da Roma nel 292. Emise due serie di aes grave, analoghe e forse contemporanee a quelle dell'altro grosso centro apulo, Luceria:. La Val di Chiana (in origine, l'alveo dello scomparso fiume Clanis) ospitava tre potenti lucumonie etrusche: Clusium, entrata nell'orbita di Roma prima del 391 (quando invocò l'aiuto dei Romani contro l'invasione gallica) e definitivamente sottomessa nel 351; Corito o Cortona, assoggettata da Roma attorno al 310; una città di nome ormai ignoto, sconfitta da Roma nel 311 e nuovamente nel 295 (battaglia di Roselle) e quindi costituita in colonia con il nome di Arretium Vetus. A queste città viene attribuita una monetazione, in parte fusa e in parte coniata, convenzionalmente definita "della Val di Chiana" (sebbene abbiano avuto, in effetti, una circolazione più ampia). L'aes grave in particolare comprende la serie "dell'augure", datata al 289-216, ed la serie "della ruota", datata al 240-225. A Chamars inoltre, toponimo tradizionalmente identificato con Clusium (ma forse si riferisce a un centro dell'attuale interland fiorentino, forse Prato), è attribuita la serie ruota/ancora con etnico cha (un'analoga emissione, con etnico vetluna, è invece attribuita a Vetulonia). Hatria, antica città illirico-sicula poi abitata da Umbri, Piceni ed Etruschi, si alleò con Roma e, nel 289, divenne colonia iuris Latini. Le è attribuita una serie di aes grave molto pesante (un asse di 10 once con standard ponderale di oltre 370 g, addirittura 401 g secondo alcuni autori) datata da alcuni autori al 280, da altri al 275-225. A Reate, città sabina assoggettata nel 290 dal console Mario Curio Dentato (che ne bonificò il lago), viene attribuito un rarissimo asse datato al 280-260. A Cales, antico centro degli Ausoni conquistato da Roma nel 335 e costituito nel 334 in colonia iuris Latini (la prima in Campania), Haeberlin attribuisce una serie completa di aes grave priva di etnico, caratterizzata dalla presenza costante del kantharos al R/ (forse un'allusione all'industria cittadina del commercio del vino o della produzione della ceramica) e datata al 275-268. L'attribuzione non è tuttavia sicura. Venusia fu strappata dai Romani ai Sanniti nel 291 e costituita in colonia. Le sue prime emissioni di aes grave sono datate al 275-225. Tuder fu conquistata da Roma nel IV secolo. La sua monetazione si afferma con l’affermarsi dell’influenza romana, nel rispetto di una autonomia urbana giustificato per una città alleata (Bergamini). I fusi, in particolare, comprendono un'oncia datata da H. al 268, da Sydenham al 275-268, da Rutter al 280-240; una serie librale, che per Haeberlin e Sydenham è contemporanea alla precedente ma Rutter la data al 220-200; una serie ridotta che Haeberlin e Sydenham datano a dopo il 268, Rutter al 220-200 e Campana al 217-215, quando la libbra osco-latina venne svalutata a livello trientale-quadrantale. Iguvium si alleò con Roma nel 295. Il suo aes grave (due serie più un semisse "spurio") è datato da alcuni autori a prima del 268, da altri al 220. A Firmum, città picena conquistata da Roma alla fine della Prima Guerra Punica nel 264, è dubitativamente attribuita una serie di aes grave (quadrante e sestante) con etnico fir, che dovrebbe essere stata emessa proprio a partire da quell'anno. A una zecca denominata Ausculum si fa risalire una serie di aes grave recante al D/ la lettera A, datata al 217-212. In passato Head identificava la zecca in Ascoli Piceno; oggi si ritiene che sia invece Ascoli Satriano (Rutter), assoggettato da Roma prima del 218.
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  46. Ormai vado avanti da solo....! :blum: Ultima new entry....questa particolare perchè aiuta a mettere un po' di ordine nella sequenza temporale. Da notare la raffigurazione del Galletto al R/ ed il civico 26 al D/: Considerando che il primo gettone in assoluto della Pathé era in altro materiale (acciaio?) con raffigurazione del Galletto al R/, la sequenza temporale dovrebbe essere (per quelli che possiedo): Civico 26 + Galletto Civico 26 + Discobolo Civico 30 + Discobolo e, da allora in avanti, la raffigurazione al R/ è sempre rimasta il discobolo (per Parigi, Milano e per tutte le altre città).
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