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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/26/12 in tutte le aree
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Il warning che lancia Paleologo è sacrosanto. Troppe denominazioni attualmente utilizzate sono di derivazione moderna (ottocentesca, per lo più), che poco hanno a che vedere con l'effettivo nome della moneta riportato nei documenti ma il cui è duro a morire anche nelle pubblicazioni più recenti. Nel caso della moneta di cui stiamo parlando, si tratta di un pezzo da 1/20 di grosso tornese di Carlo II d'Angiò. L'attributo è fondamentale, per distinguerlo dal grosso sabaudo presente anche in quella regione del Piemonte e che aveva un valore nettamente inferiore. In questo caso abbiamo dei documenti piuttosto chiari. Con atto datato 31 marzo 1307 Rainaldo di Letto, senescallo per Carlo II d'Angiò del Contado di Piemonte, a nome di quel sovrano stipulava in Cuneo con Tomaso Ribba, Ardizzone Merlo e Rinaldino di Sommariva i patti per la fabbricazione di grossi tornesi, quinti e ventesimi di tornese da coniarsi "ad regiam siclam" in uno o più luoghi del regio distretto di Piemonte per due anni a partire dalla successiva Pentecoste (14 maggio 1307). L'atto è riportato proprio nel testo del Promis del 1852 ricordato nel post di Pogo. Io più che il Promis (datato) e il MIR (di taglio collezionistico) consiglierei la lettura del saggio del bravo Giorgio Fea (cuneese) La zecca angioina di Cuneo, in Gli Angiò nell'Italia nord-occidentale, a cura di Rinaldo Comba, Milano 2006, pp. 363-376, dove viene proposta un più aggiornato inquadramento della produzione monetaria di questa zecca. Oppure, la scheda Cuneo nel volume Le zecche italiane fino all'Unità, sempre redatta da Giorgio Fea. Per chi vuole cavarsela con un testo facilmente accessibile on-line, rimando infine alla Rivista Italiana di Numismatica del 1910, con un saggio di Orazio Roggiero dal titolo Moneta inedita del re Roberto emessa dalla Zecca Angioina di Cuneo. E.2 punti
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buongiorno a tutti...!! oo) :lol: ....sembre che tutto rientre ne l'ordine....!!! :lol: allora,ecco una moneta napoleonica.....!!!!!1 punto
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Ciao, suggerirei ai signori di proporre atto di denuncia/querela esponendo i fatti e suggerendo all'Auorità giudiziaria di perseguire il violento in questione per percosse, minacce e probaili ingiurie; Vorrà l'Autorità giudiziaria preseguire il colpevole per i reati ipotizzati o per tutti quelli che ravviserà nelle condotte esposte. Opporsi alla definizione del procedimento con decreto penale. Sarebbe opportuno un testimone terzo rispetto ai soggetti coinvolti. Alla prima udienza - se non prima - costituirsi parte civile per il risarcimento del danno L'incesuratezza evita la contestazione della recidiva; certo sarà il beneficio della sospensione ma il tutto non evita la condanna ove il Giudice dovesse ritenere l'imputato colpevole. Circa la quantificazione monetaria del danno le cifre sono assai limitate; la reclusione del condannato non è una forma di risarcimento del danno per la persona/e offesa/e ( i 300,00 euro di cui sopra sono una multa ossia pena pecuniaria congiuta a quella detentiva). Circa la gravità della minaccia occore fare riferimento sia al male prospettato che al turbamento psichico che la minaccia causa alla persona offesa. saluti1 punto
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Visto che l'argomento sembra interessare, mi faccio nuovamente vivo per portarvi le deduzioni di qualche analisi degli ultimi giorni. Non so dire molto sulle monete di Parma e Mantova, né sul falso postato da rick2, ma mi sento di poter ipotizzare che le monete di Modena con lo stemma dei Medici non siano altro che il frutto di una speculazione sui mercati esteri operata dalla casa d'Este e dai suoi zecchieri. Le varie monete in questione mi sembrano tutte imitazioni del giulio fiorentino, da esso differenti ma non troppo (soprattutto per chi non sapeva leggere e/o non conosceva i significati delle legende). La dinamica dell'operazione speculativa operata su quelle modenesi (ma forse anche sulle altre) potrebbe essere quindi questa: - la moneta di imitazione viene prodotta con dimensioni e peso simili alla moneta imitata, per l'appunto il giulio fiorentino dei Medici (non so che utilizzo potesse avere questa moneta fuori della Toscana, vale a dire in Italia, nel nord Europa o nel Levante, ma probabilmente trovava una qualche diffusione almeno nei commerci a breve-medio raggio di area europea, anche grazie al prestigio della casata) - il sovrano riceve una contropartita per la licenza a battere la moneta di imitazione, ma impone (generalmente accadeva così) di non utilizzarla sui propri dominii. - lo zecchiere guadagna sulla differenza tra valore intrinseco e valore di cessione della moneta a commercianti attivi sull'estero (all'epoca esistevano fitte reti di relazioni tra banchieri, zecchieri e commercianti, in buona parte ebrei), comunque inferiore al valore della moneta imitata. - il commerciante guadagna infine sulla differenza tra valore di collocazione della moneta, simile alla moneta imitata, e valore di acquisto dallo zecchiere. Gli zecchieri e i loro referenti commerciali evidentemente sfruttavano la casata di appartenzenza della moglie del duca Cesare d'Este, Virginia de' Medici, per poter usare il suo stemma di famiglia sulla moneta, associato a quello degli Este sull'altro lato onde non esporsi al reato di spaccio di moneta falsa (che all'epoca prevedeva spesso la forca). Per scoraggiare poi il ritorno della moneta sul territorio di emissione, gli veniva riportato sopra un valore nominale in moneta estense significativamente più basso di quello della moneta imitata (ad es. 8 bolognini e poi 6 bolognini o anche 6 soldi), tuttavia privo di significato sui mercati esteri e quindi difficile da confrontare con il valore della suddetta moneta imitata. A tal scopo, è curioso notare come fino a Francesco III d'Este, regnante dal 1737 in poi, soldo e bolognino siano sinomini e, quindi, non si capisca la distinzione nell'indicazione del valore (6 bolognini o 6 soldi) se non per ingenerare confusione; inoltre, nel ducato estense circolavano regolarmente monete con modulo similare (lire da 20 bolognini) ma valore molto superiore, oppure monete con modulo e peso significativamente inferiori (giorgini da 5 bolognini) ma valore simile. Un paio di note conclusive: - della moneta da 6 bolognini con lo stemma dei Medici esiste una variante, di cui detengo un esemplare (bucato, come si fa a postare le immagini su lamoneta.it?) su cui il nome di Virginia non è riportato da nessuna parte. Tale moneta forse suscitò qualche rimostranza in quel di Firenze, perché il CNI ne riporta pochissime sottovarianti, mentre le sottovarianti censite dei tipi con esplicitato il nome di Virginia, o addirittura solo quello e non il nome del marito Cesare d'Este, sono decine. - il vezzo di far coniare monete calanti per il commercio con l'estero, con guadagno del duca e dello zecchiere, riguarda probabilmente anche l'ultima moneta della zecca di Modena, il Tallero di Ercole III: emesso nel 1795-1796 a imitazione del Tallero di convenzione, il cui valore intrinseco era di poco inferiore a 15 lire modenesi, e dichiaratamente finalizzata all'esportazione, aveva un contenuto di argento significativamente calante; ne fu in qualche modo consentito l'utilizzo sul territorio estense, ma con attribuito un valore di 10 lire modenesi e, probabilmente, scarso successo, essendo in circolazione anche un triplo scudo fatto coniare da Ercole III nel 1782-1783 con disegno, dimensioni e peso estremamente simili, ma valore intrinseco addirittura superiore al tallero di convenzione. Infatti, le successive tariffe di conversione in lire decimali pubblicate nei territori degli Este citano, della monentazione di Ercole III, sempre il triplo scudo e quasi mai il tallero, moneta oggi assai più comune ma, evidentemente, solo fuori dei confini del ducato. Sperando di aver dato un qualche contributo, ma senza pretendere di possedere la verità (che forse non si saprà mai), vi saluto tutti cordialmente1 punto
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Buona serata scusate se riprendo il mio argomento da dove l'ho lasciato, ma mi sono reso conto che, affermando l'importanza della presenza degli ebrei a Venezia, senza offrire alcun esempio al riguardo, poteva essere immaginata come una affermazione fine a se stessa e poco pertinente agli interessi commerciali del periodo in parola. Vi porto quindi l'esempio di Giuseppe Nasi alias Joao Miquez (…..- 1579) portoghese di Lisbona, marrano (ebrei che per forza o convenienza, abiurarono la fede giudea per abbracciare formalmente quella cattolica, ma che, nella stragrande maggioranza dei casi, continuarono segretamente nella loro professione di fede originaria, mantenendo anche tutti i contatti con le varie comunità sparse per l'Europa); probabilmente sefardita e nipote della ricchissima Donna Grazia Nasi. Durante la gioventù visse in Spagna, assumendo il cognome Mendez (o Mendes), stringendo amicizia con l'allora giovane Massimiliano Asburgo, nipote di re Carlo I di Spagna, che gli aprì le porte della corte spagnola e dei benefici che ciò comportava, compresi ricchissimi emolumenti ed interessi pecuniari. (piove sempre sul bagnato) Quando i Mendez caddero in disgrazia, Joao tornò in Portogallo e constatato che la loro presenza si faceva "pericolosa" a causa dell'inquisizione, scappò ad Anversa, nelle Fiandre, con la zia Donna Grazia. Qui ebbe ripetuti contatti con Guglielmo I d'Orange e determinante fu il suo ruolo nel provocare la guerra degli ottant'anni tra ribelli olandesi e la Spagna, conflitto, questo, che favorì indirettamente i turchi. Dopo gli studi nell'università di Lovanio, nel 1457, altra fuga a causa dell'inquisizione, prima in Francia e poi a Venezia. A causa di uno degli ultimi pogrom operati da Venezia, il nostro Giuseppe Nasi abbandona la città e giunge alla corte di Solimano I e grazie ai suoi molteplici contatti in Europa, diventa un diplomatico d'alto rango e come ricompensa dei suoi servigi, il nuovo sultano Selim II lo nomina Duca di Nasso. In questa invidiabile posizione, l'acredine nei confronti di Venezia, ebbe buon gioco e facendo leva sugli ebrei ciprioti, riuscì ad interferire negativamente nella contesa che aveva oggetto l'isola, tra Venezia e Istambul, provocando l'occupazione della stessa da parte di quest'ultima. Non solo, riuscì – tanto per complicare ed incattivire la situazione – a provocare la cacciata degli ebrei da Famagosta nel 1568. Nel 1570 un tal Righetto, arrestato a Venezia per aver tentato di incendiare l'Arsenale, era un parente del Nasi. Giuseppe Nasi lo ritroviamo anche in Terra Santa, nell'impresa di ripopolamento ebreo di Tiberiade e Safad; qui fece ricostruire le mura cittadine e avviò la produzione e la lavorazione della seta; incentivò anche l'immigrazione degli artigiani ebrei per sviluppare l'industria; non riuscì invece nell'impresa di trasferire gli ebrei provenienti dallo Stato Pontificio, a causa della guerra di Cipro. Alla morte di Selim II la sua influenza a corte svanì, ma fino alla sua morte riuscì a mantenere i suoi titoli e la pensione. Scusate l'OT, ma ci tenevo ad evidenziare la figura di un personaggio ebreo che, col denaro e con le amicizie, riuscì a cambiare in parte il corso della storia, dei conseguenti traffici mercantili ed a modificare le politiche commerciali pur non essendo tra i nomi cospicui della storiografia, anzi, forse è tra quelli in parte trascurati. Se è vero che tante iniziative sono state rese possibili dal denaro e dai banchieri (leggasi Fugger), tante altre sono avvenute in maniera più sommessa, ma non meno importante ad opera dei finanziatori ebrei. Saluti Luciano1 punto
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A mio parere, la valutazione di Tevere, quanto allo stato di conservazione, è ineccepibile. Il qSpl ci sta tutto. Il R, direi, è persino superiore al qSPL ed è senz'altro migliore del D (insomma, è "in linea" con i marenghi di Carlo Felice, in cui il D risulta spesso più consumato del R). Quanto poi ai segnetti, io direi che dovrebbero essere valutati innanzitutto a occhio nudo. Non bisogna infatti lasciarsi ingannare dalle mega-fotografie: se tu ingrandisci, specie se di molto, un 20 lire, i segnetti, anche se minuscoli, sembrano grandi quanto il Grand Canyon! Secondo me le monete vanno analizzate a grandezza naturale. Poi si possono usare tutte le lenti ed i macro che si vogliono...ma non bisogna farsi fuorviare. Molto, comunque, dipende dal prezzo pagato e dalle aspettative. Tanto per capirci, un qSPL può presentare segnetti, un qFDC praticamente no o quasi, un FDC assolutamente no.1 punto
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In quei tempi l'importante era il valore intrinseco della moneta e no il tipo o il Paese emittente. Argento 800/900 = peso dai 28 ai 26 grammi. Avevo un vecchio libro che si stava rovinando cosi l' ho regalato ad un utente-amico di questo forum che ha saputo rimetterlo a posto. Era un trattato di Commercio del XVII/XVIII secolo dove riportava tutte le monete in Argento e in Oro , Paese per Paese, e per ogni moneta era riportato il millesimo del metallo puro cosi da regolarsi per i vari scambi. Quindi contava il metallo "puro" e questo fino all'inizio del XIX secolo,anche se già da un bel pò "le banche" usavano la carta...... :pleasantry:1 punto
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Penso che chiederei al venditore di mandarmi qualche altra foto. Il prezzo potrebbe anche andare, ma devi essere sicuro che sul bordo, ad h.12 o a h.13 del R, per esempio, non ci siano colpetti rilevanti o che il graffietto dopo la seconda A di Italia sia insignificante. Lo stesso dicasi per l'ipotetico graffio dietro la nuca. C'é? Non c'é? E se c'è, quanto si vede a luce naturale? Inoltre, il D sembrerebbe avere una superficie leggermente porosa; ma è per via della foto o è proprio così? Insomma, se puoi, fatti inviare altre immagini.1 punto
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Dimenticavo : si tratta di medaglie standard, acquistabili nei negozi di coppe, targhe, ecc. Una facciata è standard, dedicata ad un singolo sport, l'altro lato viene utilizzato per incidervi il riferimento alla gara per la quale la medaglia è stata acquista e - a volte - anche il nome del premiato.1 punto
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Queste medaglie venivano coniate in vari metalli : oro, argento, vermeil, leghe varie. Erano acquistabili dai visitatori per ricordo alla manifestazione stessa, oppure donate ad espositori e ospiti illustri. In alcune mostre venivano coniate anche vere e proprie decorazioni, simili a quelle equestri, con le quali venivano premiati alcuni espositori d'eccellenza nel loro settore . Sia i relativi brevetti che queste medaglie - almeno per il mio gusto - spesso erano ridondanti e bellissimi !1 punto
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Ciao a tutti :) esistono cataloghi di facile consultazione e reperibilità di monete europee del 1600? Nello specifico mi interesserebbero cataloghi di riferimento per i ducatoni di Belgio e Olanda e per tutte le monete europee che abbiano avuto un ruolo centrale nei traffici commerciali dell'epoca. Anticipatamente ringrazio, Matteo1 punto
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Complimenti Jagd :D ;) questo tipo di monetazione è uno dei miei preferiti dopo quella genovese1 punto
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Ho trovato in rete questo bel dipinto di Gaspare Diziani, pittore veneto del '700, venduto ad un'asta milanese di un paio di anni fa. Peccato che le dimensioni dell'immagine siano ridotte.1 punto
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Medaglia interessante nello stile floreale dell'Epoca che commemora l'Expo Universale che ebbe luogo a Torino nel 1922. Al recto una raffigurazione allegorica : l'aeroplano in alto a sinistra allude alla modernità e al progresso. Al verso (ma la foto è poco leggibile) in un cartiglio figura il nome di chi l'ha ricevuta : un espositore o un visitatore di rango. Attorno la scritta "Esposizione Universale 1922 - Stadium Torino. Il metallo impiegato dovrebbe essere argento, oppure la med. è solo argentata : dalla foto non riesco a determinarlo. Un valore commerciale sicuramente ce l'ha, credo contenuto. Ma non azzardo una cifra : al riguardo puoi mostrarla ad un commerciante o ad una Fiera/Convegno di Numismatica. Saluti.1 punto
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Buongiorno a voi, se può interessare, per quanto riguarda la monetazione angioina in Italia, segnalo il seguente volume: Colucci G. (a cura di), Le monete della Messapia; La monetazione angioina nel Regno di Napoli, Atti del 3° Congresso Nazionale di Numismatica, Bari, 12-13 novembre 2010, (Eos, Collana di Studi Numismatici, III), Società di Storia patria per la Puglia, Bari 2011. La parte sulla monetazione medievale è sostanzialmente incentrata sulle emissioni meridionali, ma alcuni saggi riguardano anche le monete emesse nel Centro-Nord. Il testo di Bazzini M., Parma, Arezzo, Cittaducale: zecche angioine? è scaricabile in versione PDF sul sito di Academia.edu Buona lettura, Teofrasto1 punto
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Ho consultato il Krause e questo è quanto risulta (tieni conto che non sono esperto di monete brasiliane, ma riporto solo i dati del catalogo): - 20 Reis 1869 e 1870 KM 474 1869: F 1,50 $ - VF 2,50 $ - XF 4,00 $ - Unc. 7,00 $. 1870: F 1,75 $ - VF 3,50 $ - XF 7,50 $ - Unc. 20,00 $. - 10 Reis 1869 KM 473 1869: F 0,50 $ - VF 2,00 $ - XF 4,00 $ - Unc. 7,00 $. - 2000 Reis 1892/1992 - ??? - Serve foto - 200 Reis 1889 KM 484 1889: F 1,50 $ - VF 3,00 $ - XF 16,00 $ - Unc. 75,00 $. - 400 Reis 1901 KM 505 1901: F 1,50 $ - VF 3,00 $ - XF 8,00 $ - Unc. 30,00 $. - 200 Reis 1901 KM 504 1901: F 0,35 $ - VF 1,00 $ - XF 2,50 $ - Unc. 15,00 $. - 500 Reis 1927 e 1928 KM 524 F 0,30 $ - VF 0,75 $ - XF 1,50 $ - Unc. 7,00 $. - 2000 Reis 1839/1939 - ??? - Serve foto Per una stima più veritiera del valore di mercato delle tue monete, ti consiglio di leggere la seguente pagina: http://www.lopezcoins.altervista.org/valore_commerciale_moneta.pdf1 punto
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Capisco, comunque mi accorgo riguardando la foto senza flash del dritto che il bordo dal 1 del 1901 alla I di Italia sembra assente per un effetto di luce ma in realtà il bordo è presente. se più di una persona ha detto che è falsa, è falsa! -_- posta anche una foto del fert se vuoi levarti ogni dubbio!e se poi hai ancora dei dubbi porta la moneta da un numismatico e falla valutare :D1 punto
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Come ho già scritto recentemente in coda ad altra discussione di questa Sezione...ci stiamo muovendo al riguardo. O, per essere più precisi, stiamo sondando/contattando le "controparti" ed approfondendo la materia. Per anni ci siamo limitati solo a discutere...un po' di tempo per fare qualcosa di più (almeno addivenire ad un punto fermo sulla normativa in vigore) si rende opportuno. Speriamo in bene...1 punto
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Di Carlo II d'Angiò esistono diversi grossi tornesi con legenda COES PED MOTIS. Se guardi il secondo volume del Corpus Nummorum Italicorum ne trovi illustrato uno nelle tavole.1 punto
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E' proprio così. La spedizione l'ha fatta un mio caro amico, italiano, ex utente del forum, si chiama Rossano, i più anziani del forum lo conoscono sicuramente. Ti ringrazio comunque per l'aiuto.1 punto
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Ero sicuro che, aprendo la discussione sulla monetazione romana di Luceria, ossia sulle monete coi tipi romani emesse a Luceria e distinte dalle emissioni di tipo autonomo (che ha invece propri tipi, come quelli postati da Apollonia), sarebbero emersi i soliti contrasti tra "middleniani" di scuola inglese e i "tradizionalisti" che ancora resistono, soprattutto in Italia. Innanzi tutto debbo rilevare che il buon Andrew, di cui ammiro la tipica flemma britannica (britsh phlegm), ancora attende una precisa risposta a una sua richiesta più volte rinnovata e cioè quella di poter acquistare il volume di Vincenzo. Mi stupisce che la sua semplice richiesta non sia ancora soddisfatta. Sarebbe sufficiente che Vincenzo lo contatti privatamente via MP e mi auguro che l'abbia fatto, anche nel suo stesso interesse e cioè diffondere anche oltralpe le sue varie osservazioni, che sono spesso in contrasto con la predominante teoria "middleniana". Sicuramente un sano confronto, senza preconcetti, appare utile, prendendo in considerazione fatti concreti e non preconcette ricostruzioni, che rispondono più ad esigenze ideologiche. Premetto, a scanso di equivoci, che sono ancora un sequace della teoria "middleniana" e quindi tendenzialmente più vicino alle posizioni di Andrew, anche se riconosco che alla base di questa predominante teoria ci sono soprattutto indizi (per la verità molto numerosi) non prove inoppugnabili. Esistono alcuni punti critici e anche poco chiari nella complessa ed esaustiva ricostruzione effettuata dal Crawford, specialmente alla luce di vari contesti storici e anche archeologici. Ci sono in realtà pochi punti veramente incontrovertibili. Uno è che SICURAMENTE il denario romano anonimo (quindi all'inizio della riforma denariale) già circolava al tempo della seconda guerra punica, grazie soprattutto ai fondamentali scavi archeologici di Morgantina, che fu distrutta dai Romani nel 211 a.C. e furono trivati denari (e pure quinari) sotto gli strati sigillati dalla distruzione di quella data. L'errore fondamentale di Crawford è stato quello di proporre la data di nascita del denario troppo a ridosso di quella data, al 212/211 a.C., forse fuorviato dal fatto che gli esemplari ivi rinvenuti erano tutti di ottima conservazione (e quindi in circolazione da poco tempo). Il vero problema è appunto quello di stabilire esattamente QUANTO TEMPO PRIMA nacque il denario. Attualmente la scuola "middleniana", specialmente sulla scia delle ricerche effettuate dal Marchetti, è orientata ad anticipare di pochi anni rispetto alla data del Crawford, ipotizzando che il denario nacque intorno al 215/214 a.C., quindi grosso modo oltre un anno dopo dopo la disfatta di Canne (2 agosto 216 a.C.) e soprattutto in concomitanza con la morte del ricco e potente Ierone di Siracusa (che era l'alleato più munifico per Roma). In realtà il quadro generale cambia poco rispetto a quello delineato dal Crawford. Gli indizi raccolti dalla scuola "middleniana" sono molto numerosi e riguardano non solo la zona siciliana, ma anche campana, apula e spagnola e quindi bisogna conoscere molto bene la situazione non solo in Daunia, ma anche in altre regioni più o meno coinvolte nella lunga guerra tra Roma e Cartagine, compresa la prima (264-241 a.C.). Per chi non è ancora bene a conoscenza della complessa questione della monetazione romana repubblicana, c'è da rilevare che la cosiddetta scuola "tradizionalista" si basa principalmente sulle fonti letterarie, in primo luogo la famosa testimonianza di Plinio (H.N. XXXIII, 42-47), secondo la quale il denario nacque nel 269 a.C., e anche su varie ricostruzioni storiche. Nessuna delle due teorie possiede prove inoppugnabili, ma solo appunto una serie di indizi, che allo stato attuale appaiono essere più orientati a favore della teoria "middleniana". Sicuramente l'opera di Catalli, "La monetazione romana repubblicana", Roma 2001, costituisce finora la migliore opera di critica nei confronti della teoria "middleniana", evidenziando i vari punti ancora critici e derubricando (spesso giustamente) varie "prove" a semplici "indizi", senza però nel contempo fornire elementi ancora più solidi a favore della vecchia teoria "tradizionalista". Oviamente un corollario della teoria "tradizionalista" è che la monetazione del quadrigato e del denario si svolse in un arco di tempo molto più lungo e anticipato rispetto al quadro offerto dal Thomsen e dal Crawford. In particolare si presuppone che la monetazione di piede sestantale e anche degli stessi denari ebbe luogo anche durante la prima guerra punica, il cui teatro militare si sovrappose solo in parte con quello della seconda guerra punica (specialmente in Sicilia). Classico problema è il ritrovamento del denario anonimo a Monte Adranone, in uno strato che gli archeologi hanno definito risalente alla prima guerra punica. Infatti sembra che questo centro, un avamposto di notevole importanza strategica sulla strada verso Agrigentum, fosse distrutto in quella guerra (una sorta di Morgantina, ma della prima guerra punica), confortato anche dal rinvenimento di monete apparentemente solo della seconda metà IV-prima metà III secolo a.C. Purtroppo la qualità degli scavi archeologici al Monte Adranone non può essere paragonata a quella degli scavi a Morgantina (e dispiace dirlo in quanto i primi furono condotti solo dalla locale Soprintendenza, mentre i secondi furono seguiti da teams internazionali, specialmente americani). Mancano accurati resoconti e molti materiali, come le varie monete ivi rinvenute, non sono mai stati pubblicati, con le schede del relativo contesto. Quindi quello che sembrava una valida prova a favore della teoria rialzista diventa solo un semplice anche se importante indizio e nulla vieta di pensare che il luogo, Monte Adranone, proprio in virtù della sua importante funzione strategica, possa avere visto qualche guarnigione militare romana anche durante la seconda guerra punica, tanto più che la vicina Agrigentum era allora ancora in mani puniche. Anche la stessa osservazione di Vincenzo: Esempio di contraddizione in quello che i Thomseniani definiscono prova inconfutabile. Andrew scrive: "The presence of quadrigati in hoards containing datable issues of Hiero, Heironymous and the Syracusan Democracy is also evidence these coins circulated until the second Punic war." No! Al contrario, essendo un hoard (tesoretto) una selezione preordinata, essa non indica il circolante effettivo esistente (quindi che il quadrigato circolava ancora), ma una scelta precisa, personale, probabilmente di monete uscite fuori corso e tesaurizzate(e quindi che il quadrigato non esisteva più). E risparmio di riscrivere tutta la problematica relativa agli ambiti di circolazione del quadrigato e del suo rapporto con altre monete. Sulla effettiva cronologia del quadrigato, soggetta anch'essa a profonda revisione critica. pur concettualmente corretta, si presta ad alcune perplessità. E' difficile immaginare che i ripostigli con quadrigati debbano essere PER FORZA frutti di raccolta "differenziata", in pratica in quanto solo di monete "fuori corso", e non anche di effettivo materiale circolante. Un soldato o cavaliere romano, come anche un semplice cittadino più o meno benestante, può avere avuto in mano (o meglio nel suo borsello di cuoio) monete che avevano ancora corso legale e parte del suo "stipendium" e avere avuto diverse circostanze per perdere il suo gruzzolo..... Come al solito un indizio può essere valutato diversamente a seconda dei differenti punti di vista. Allo stato attuale l'insieme più completo ed accurato degli indizi resta ancora quello del Crawford e quindi, come giustamente dice Andrew, quello costituisce il vero punto di partenza per ulteriori e differenti contributi. Ovviamente sono sempre benvenute le osservazioni di chi pensa diversamente, purchè appunto corrobate da un altrettanto insieme di indizi a suo favore. Vincenzo ha offerto alcune osservazioni molto interessanti (come ad esempio quella riguardante la distinzione solo apparente tra la scala duodecimale romana e quella decimale in vigore in Apulia), anche se ovviamente deve tenere conto di indizi non limitati solo alla sua Daunia, ma anche a tutto il mondo romano di allora, per le ovvie implicazioni. Quindi spero vivamente che possa essere fruttuoso il suo confronto con un valido esperto come Andrew, ponendo a sua disposizione anche il suo interessante volume.1 punto
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Per tutti gli amici che vorrebbero provare l'emozione di entrare dentro al pozzo, vi regalo questo: un'anteprima fresca fresca. Spero vi piaccia. A tutto schermo rende peggio, meglio la visuale piccola o quella standard YouTube. Un salutone Mirko1 punto
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Anno 2011 Settembre 2011 è finalmente arrivato, la tanto estenuante attesa è giunta al termine e si può iniziare a "darci dentro". Nelle settimane precedenti, insieme ai miei collaboratori, ne abbiamo già parlato, inizieremo subito. Durante l'anno sono venute fuori numerose ipotesi e l'idea che si tratti di un pozzo votivo è sempre più giustificata. Una cisterna sarebbe troppo piccola, un pozzo sarebbe troppo in alto (40m sopra la prima falla). Io, coadiuvato da altre due persone fisse fuori (sicurezza in primis), rientro nel pozzo, finalmente ci riuniamo, dopo 11 mesi di attesa e questa volta ho tutte le intenzioni di vincere. Durante l'estate avevo sognato un possibile esito, ma su questo torneremo dopo. Sì parte! Come l'anno precedente uno scavo attento, cercare di desumere ogni qualsiasi situazione e azione umana; stratigrafia al limite! Purtroppo quest'anno il titolare della cooperativa, nonché mio insegnante di "corda" e grande amico, ha da lavorare, pagato, e dunque sarà poco presente e senza di lui non entro! La sorpresa arriva però dopo il quarto giorno di scavo, davanti a me, c'è una situazione che sarà da li in avanti la più complicata possibile. Finalmente un qualcosa, una testimonianza, niente di che all'apparenza, ma importante ai fini della soluzione dell'enigma: un piano di tegole. Piano di tegole non ancora del tutto scoperto A ben 9 metri di profondità, un piano di tegole perfettamente ricostruibili in superficie (scopriremo poi), si presenta sotto i miei piedi e inizia una carrellata di fotografie al limite, appesi a metà pozzo per creare delle mappe di distribuzione e per definire le varie unità stratigrafiche. L'emozione non tarda ad arrivare, sopratutto al momento nel quale le operazioni di estrazione iniziano. Ogni "cazzuolata" mi aspettavo di trovare un qualcosa, un qualcosa di importante...tolte tutte le tegole, sotto di me, una situazione ancora più paradossale. Mi trovavo a camminare e sopratutto, circondato, da enormi pezzi di dolium, un orcio che abbiamo stimato in seguito essere alto 1,80m e largo al centro 1,10m. La situazione era paradossale, quell'orcio sembrava come se fosse stato inserito intero, stavo trovando tutto l'orlo, e l'inizio della pancia. Come lo avevano inserito li dentro? Intero? Avevano dunque costruito il pozzo in concomitanza della deposizione di un qualcosa? C'era da impazzire, finalmente stavo scavando qualcosa di reale, qualcosa che apparteneva realmente a quel pozzo. Frammenti di orcio che mi circondavano e mi facevano da pavimento Le giornate andavano ora a rilento, adesso si richiedeva la massima attenzione e io già pensavo a come raccontarvi il tutto (in quei giorni lo spunto di questo Topic). Iniziamo a togliere l'orcio, pezzo dopo pezzo, cercando di verificare che i pezzi a parete non fossero realmente rimasti a quella maniera perché in principio, intero. Una mattina, come tutti i giorni, entro nel pozzo, inizio a scavare e intorno alle 10, mentre congetturavo fra me e me, in fondo al mio pozzo, la trowel passa su qualcosa di "morbido", di tenero. Si scopre davanti a me un osso. Durante i metri precedenti, frammenti di ossa animali erano stati trovati e per il momento decido di non dargli peso. Pochi minuti dopo ci ripenso, le ossa, avevo già visto essere in condizioni critiche e dunque prima di rovinarle decido di vedere cosa può essere. In silenzio, senza dire a nessuno cosa stavo facendo procedo con lo scoprire molto attentamente questo osso. Era un femore, ancora attaccato al bacino, spuntato pochi centimetri sotto. Il mio battito cardiaco sale alle stelle, un mix di "paura" e gioia e stupore. Chiamo i miei compagni: "Ragazzi, mi sa che ho trovato un po' di ossa", "Che genere di ossa?" mi rispondono, "E' un femore attaccato al bacino e a meno che gli etruschi non commerciassero gorilla mi sembra proprio di uomo!"....da sopra, il silenzio... La troupe si mobilita, in pochi minuti sono tutti sopra di me a fare domande e soprattutto, mi dicono, stai fermo. Ebbene sì, io durante l'estate avevo pensato, sognato, al ritrovamento di un morto all'interno del pozzo. Io, per quanto possa dire che me la cavi piuttosto bene in quanto a stratigrafia e metodologia di scavo, un morto non l'ho mai scavato e dunque, pensai sin da subito di passare il testimone ad un altro mio grande amico della cooperativa, che di morti ne ha scavati a centinaia. Pochi minuti dopo, arriva, lui soffre negli spazi chiusi e non vuole entrare ma è l'unico in grado di fare una cosa del genere. Entra e in pochi secondi ci conferma che le ossa sono umane, adesso dobbiamo vedere di scoprirle. Io, felice all'inverosimile, mi faccio da parte più che volentieri e assisto il compagno di squadra in tutto e per tutto. Lui è un pignolo (sì lo siamo tutti in quella squadra :D) e munito di bisturi e cucchiaino si mette a scavare millimetro per millimetro queste ossa.....la sorpresa, con l'avanzare dei giorni è sempre più grande. Dopo una settimana di esaurimenti nervosi (non oso pensare cosa significhi scavare un morto a 10 metri di profondità in uno spazio di diametro 1,20m) la perfezione del suo lavoro si nota, eccome se si nota. Io entravo ogni giorno a fine giornata, a vedere il lavoro come procedeva...e come stava il mio "nuovo amico". E' un maschio, di età adulta, in posizione fetale ma con il busto rivolto verso il "pavimento". Come potete vedere dalla foto, il braccio sinistro è a parete in una posizione non troppo "naturale". Nessuna veste "importante", nessuno spillone, nessuna fibula, niente di niente. Era legato? Era vivo o morto al momento della deposizione? Sacrificio? Tomba monumentale? Queste domande avranno una risposta probabilmente a fine pozzo... "Il Fondatore" per intero. Dettaglio della testa. Il nostro amico, chiamato simpaticamente "Il fondatore" era privo di corredo, di vero corredo, ma stava insieme ad alcune forme di rituale, prime fra tutti, una serie di ceramiche, di vasi, ricostruibili per intero, con all'interno uno spesso strato di resina... :o Ora, la resina era molto utilizzata, come impermeabilizzante, sopratutto per contenitori del vino e molti "fondi" dei vasi ritrovati erano in piano su tegole... Il mio carissimo amico, scavatore del morto, una volta estratto tutto lo scheletro, mi cede il passo, dicendomi che adesso potevo divertirmi...lui aveva già visto cosa mi aspettava sotto il morto... Estrazione del cranio del mio "nuovo amico"...l'emozione di fargli rivedere dove aveva abitato è stata inspiegabile... Insomma, dicevo, rientro nel pozzo e quello che mi trovo davanti mi fa lacrimare gli occhi...una distesa di ceramica che ricopriva tutto il fondo del pozzo. Un lavoro maniacale mi stava aspettando...ogni singolo pezzo DOVEVA essere messo in pianta e quotato e mandato su in sacchetti singoli. Piano di ceramica iniziale Inizio a togliere i vari pezzi e in alto, intanto, si cercava di dare un senso a tutto...i vasi erano ricostruibili! Avevo una sensazione addosso incommensurabile, era bellissimo...pian piano arrivarono il sindaco, l'assessore e la sopraintendente... Un'altra settimana di lavoro e tutta la ceramica era fuori... Sotto il piano di ceramica altre pietre, un altro tappo di pietre alto almeno 40 centimetri, che ci fa fermare, sicuri del fatto di non lasciare nient'altro a vista...purtroppo i cari amici della cooperativa, non essendo pagati, giustamente dissero che se si voleva continuare, qualcuno doveva pagare, perché di tempo ce ne sarà da perdere, sopratutto se incontrassimo un altro morto... Il pozzo non è sicuramente finito, ho scavato fra le pietre per centimetri e ho trovato altra ceramica al di sotto e dunque, ancora, c'è da fare ;) Le ceramiche ricostruite sono queste che potete vedere sotto...bellissime...ripeto, tutte rivestite di resina per vino...probabilmente un'offerta per il morto, un segno di rispetto, visto che dopo la sua deposizione è stato subito ricoperto... Contenitori in ceramica. Insomma, anche per quest'anno, in attesa dei fondi necessari, dovremmo attendere, ma alle spalle abbiamo un grosso incarico, quello di scoprire chi fosse quell'uomo e perché era li e sopratutto, qual era il suo ruolo a Montereggi? Lo scheletro è al momento sotto studio a Firenze e la resina della ceramica sarà studiata, probabilmente, a Barcellona, sempre che i fondi arrivino... :( Più di 5000 fotografie hanno fatto sì che nulla si sia perso e questa bellissima esperienza, per ora ferma alla prima parte, rimanga con noi per sempre... Perdonatemi se vi ho annoiato con questo racconto, che però, volevo condividere con voi...essendo comunque ritrovamenti unici nel mondo dell'etruria ed estremamente importanti per il nostro territorio. Finisco dicendovi che entro Giugno l'area di Montereggi sarà completamente visitabile e in estate, l'attinente Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino, conterrà i nuovi ritrovamenti. Per informazioni, contattatemi pure, anche per visite... :) merita davvero... :) Io, dalla mia, mi ritengo soddisfattissimo...la chimica con il mio pozzo non è affatto peggiorata, anzi, adesso sono legato a lui da quell'"amico" che abbiamo in comune... Vi ricordate i miei sogni a Luglio? Ebbene, la foto sottostante è un disegno che feci proprio in estate, 4 mesi prima l'inizio della campagna di scavo! Lasciando perdere i tesori :lol: disegnati in fondo, avevo intuito l'allargamento del pozzo e la presenza di un vaso enorme... :lol: nell'altro disegno, c'era anche il morto, strappato per scaramanzia... :P Disegno Un grosso saluto, in attesa di comunicarvi la fine di questo mistero, lasciando per scaramanzia, un messaggio vuoto sotto di questo... :D Mirko e il Fondatore... :)1 punto
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Grande Romanus!! Gli hai talmente rotto i cosiddetti con le tue dichiarazioni che li hai spinti a farti una dichiarazione per fermare il flusso cartaceo! :lol: :lol: Gli devi aver ingolfato gli uffici o semplicemente qualche burocrate ha giudicato ormai maggiore il fastidio della gestione delle tue dichiarazioni rispetto alla fatica di scriverti e protocollare una risposta ufficiale.... :D :D Comunque come sempre questo e' il parere della Soprintendenza di Torino che potrebbe anche non coincidere con quello delle altre Soprintendenze, figuriamoci con il parere di PM, giudici o avvocati.....siamo sempre in Italia... :(1 punto
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