Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/13/12 in tutte le aree
-
Questi sono i prezzi finali della razzia: Austria 2,17 ACCOMPLISHED Estonia 2.32 euro ACCOMPLISHED Finlandia 2.24 euro ACCOMPLISHED Grecia 2.40 euro ACCOMPLISHED Slovenia 2.20 euro ACCOMPLISHED Slovacchia 2.24 euro ACCOMPLISHED Spagna 2.28 euro ACCOMPLISHED Belgio 2,24 euro ACCOMPLISHED Spagna non comune 2,28 euro ACCOMPLISHED Francia 2.13 euro ACCOMPLISHED Lussemburgo TYE 2.43 euro ACCOMPLISHED Lussemburgo 2.43 euro ACCOMPLISHED Irlanda 2.24 euro ACCOMPLISHED Italia 2 euro ACCOMPLISHED Olanda 3.67 euro in arrivo domattina Portogallo 3.67 euro in arrivo domattina Cipro 2.37 euro arriverà a b27 e mi verrà spedita appena possibile Malta 3.38 euro in attesa dalla banca maltese Germania TYE 2.24 euro da ritirare Germania non comune 2.24 euro da ritirare Austria 25 euro Niobio 46 euro ACCOMPLISHED4 punti
-
Intervista pubblicata il 20 aprile 2006 nella rivista Panorama (www.panorama.it): SEGRETI DEI SOLDI - PARLA ROBERTO RUSSO, RE DELLA NUMISMATICA L’altra faccia della moneta. Dal valore dell’aureo a quello del sesterzio, dalle marchette ai denari col ritratto di Bruto. Gli spiccioli antichi sono una passione e un business da capogiro. Parola di un grande collezionista. di Luigi Vaccari Una premessa: «Per capire le monete antiche dobbiamo dimenticare gli spiccioli che abbiamo in tasca» dice Roberto Russo. E spiega: «Gli spiccioli che abbiamo in tasca servono soltanto per i pagamenti minuti. Non hanno niente a che vedere con il motivo per cui le monete sono nate e con le funzioni che hanno svolto almeno fino a 200 anni fa». Cioè? Erano l'unico modo per effettuare i pagamenti, grandi e piccoli. Poi, mancando i mezzi di diffusione di massa, il potere non aveva altra possibilità di comunicazione. Le monete erano gli spot dell'epoca. I più valenti incisori erano chiamati a riprodurre il profilo dell'imperatore romano o del signore medioevale affinché la loro immagine fosse nota in ogni angolo della Terra. Esistono monete romane con scene, e relative legende, che lo ricordano. Qual è la più popolare? Il rovescio di un denario che ha, al diritto, il ritratto di Bruto, che Bruto fece coniare prima della battaglia di Filippi, e, al rovescio, fra due pugnali, il pileo (o copricapo) dei dioscuri con la legenda Eid Mar per ricordare l'uccisione di Giulio Cesare. Il messaggio rimane vivo nei secoli, tant'è vero che il pileo viene adottato durante la Rivoluzione francese come simbolo di libertà. Aggiungo che tutte le grandi opere architettoniche romane sono riprodotte su una o più monete e, a volte, sono l'unica testimonianza che ci è pervenuta. Russo è nato a Vico Equense, in Campania, ha 60 anni; vive fra Zurigo e Londra; commercia e studia le monete greche, della Repubblica romana e del Primo impero; dirige la Numismatica Ars classica Ag: la casa d'asta svizzera (con sede a Zurigo e a Londra) protagonista di eventi prestigiosi nella storia della numismatica mondiale. Esiste un'epoca in cui il rapporto fra potere e monete è stato meno evidente? Negli anni che vanno dall'Ottocento al Millecento. Ma in epoca romana è stato fortissimo: non c'è, ripeto, imperatore o usurpatore (i generali che si facevano proclamare imperatori), non c'è monumento, non c'è vittoria importante che non siano stati immortalati in una moneta. Chi sono stati i disegnatori e gli incisori più prestigiosi? I nomi conosciuti dal grande pubblico appartengono al Rinascimento e al post Rinascimento, specialmente italiano. Disegna monete Antonio Pisano detto il Pisanello; Benvenuto Cellini prepara i coni per quelle dei papi e dei Medici; Leone Leoni è incisore della zecca pontificia e della zecca imperiale di Milano... Si sono cimentati i più grandi artisti. La moneta ha l'handicap di essere piccola e il piacere che procura si fruisce individualmente. Ma la quantità di arte che può esprimere è spesso superiore a quella di opere eccelse. In altri evi? In epoca greca si trovano artisti importantissimi: incisori fra i più autorevoli, come Cimone, il più grande, Eukleidas ed Eveneto, suoi contemporanei, attivi a Siracusa nell'ultimo decennio del V secolo avanti Cristo, che addirittura le firmano. Che cosa si può imparare dalla loro osservazione? La testa di un personaggio vivente ci dice che sono state battute sotto una dittatura. La testa di una divinità testimonia una stagione di democrazia. Possiamo anche capire se sono state impresse in tempo di pace o di guerra. La battitura eseguita con tecniche raffinate palesa che non c'era un bisogno impellente di circolante. La battitura affrettata rivela il contrario; e siccome una delle spese più rilevanti era la paga dei soldati, ne possiamo dedurre che fosse un tempo di guerra. Dalla loro lettura emergono anche il grado di cultura della popolazione, il livello dell'arte, la situazione economica. Dove e in quale secolo vengono coniate le prime? In Asia Minore, nel Sesto secolo avanti Cristo. I baratti in precedenza avvenivano con il metallo, in particolare prezioso: oro e argento. L'arrivo delle monete, garantite da un governo, permette la diffusione di commerci incredibili. Infatti: mentre il peso era un elemento facilmente riscontrabile, il titolo era di difficile determinazione. Avere quindi a disposizione una moneta con peso e titolo garantiti dallo stato è la molla che fa esplodere i traffici commerciali. Pochi anni dopo la prima coniazione, tutte le popolazioni greche del Mediterraneo non solo hanno le proprie, ma gareggiano tra loro per avere le più belle. Quando nasce il suo interesse per la numismatica? Fra il 1966 e il 1967. Mio padre era professore universitario di ingegneria navale e io, dopo la maturità, a 17 anni, mi sono iscritto a ingegneria con lo stesso indirizzo, per un «obbligo», diciamo, familiare. Ma i risultati scolastici erano alterni: nemmeno un esame per un anno e mezzo; 20 esami nei successivi tre anni; niente per un altro anno... Nel frattempo mi capita nelle mani una moneta d'oro: una sterlina della regina Vittoria, di nessun valore numismatico. Resto affascinato dal metallo e comincio ad acquistare qualche monetina d'oro. Non volevo fare una collezione: cercavo quelle che avessero un valore intrinseco. Frequentavo un piccolo commerciante, a Napoli, e vedevo che comprava anche le monete di Vittorio Emanuele III. Gli chiedo: «Se ve ne porto alcune, mi date monete d'oro?». Mi risponde di sì. E sono andato da amici, da conoscenti, da parenti, a cercare le monete dimenticate nei cassetti. Da allora è stata una escalation. Ricorda il primo acquisto? Una moneta decimale italiana, seguita da altre, di Vittorio Emanuele III. Si è rivelato un affare? Indubbiamente. Si sono molto rivalutate. La conserva? Le ho vendute tutte, immediatamente. Il mio interesse era per le monete d'oro. Oggi quante ne ha? Uno stock cospicuo, perché un buon commerciante deve cercare di poter soddisfare un buon cliente. Anche se è impossibile esaudire tutti i desideri dei collezionisti che, a volte, sono costretti ad aspettare anni e anni prima di avere l'occasione di acquistare una delle monete desiderate. È un limite della numismatica? Esattamente. O la merce è troppa, quella di scarso interesse, o manca quasi del tutto. Il commerciante più importante è quello che fa le aste più belle. Quanti sono? La Numismatica Ars classica. E il reparto numismatico di una grande banca svizzera . (NOTA: All'epoca era la LEU BANK). Tecnicamente, dove si è nutrito? Ho avuto la fortuna di conoscere subito, a Napoli, Giuseppe De Falco, che probabilmente è stato il più grande numismatico in assoluto. Ho passato con lui giornate intere, per anni. È qualcosa che si trasmette, più che imparare, si «ruba». Occorre una sensibilità particolare, con le monete. È un feeling: o c'è o non c'è. In Italia, la numismatica è materia del corso di laurea in lettere in una decina di università: Milano, Bologna, Roma, Napoli, Salerno, Catania... Quanti studenti la inseriscono nel piano di studi? Un discreto numero, penso. Chi sono i docenti? In passato abbiamo avuto Laura Breglia, Franco Panvini Rosati, Ernesto Bernareggi, Enrica Pozzi, Attilio Stazio: figure molto, molto importanti e molto valide. Oggi posso citare Emanuele Cochi Ercolani, che insegna a Bologna; Marina Taliericio, a Napoli; Lucia Traviani, a Milano. Quest'ultima non la conosco personalmente, ma ne ho una grande stima per l'importanza delle sue pubblicazioni. Mio figlio mi dice che fra i giovani ve ne sono alcuni assai promettenti. Io conosco Anna Rita Parente, autrice dell'ultimo volume della Silloge delle monete greche della Bibliothèque nationale de France:un'opera monumentale che prevede la pubblicazione di tutte le monete greche della Biblioteca nazionale, di cui siamo coeditori con la Bnl. Come si insegna una materia così vasta? Non può esaurirsi in un esame o in un corso di laurea. Per formare un numismatico, specializzato in un settore (monete greche o romane, medioevali italiane o francesi, americane o moderne) ci vogliono 10- 15 anni. La scuola migliore resta la pratica quotidiana? Senz'alcun dubbio. Non vedo altre possibilità. Quali sono, anche nel settore delle monete medioevali e moderne, gli studiosi più autorevoli? Per le monete di Sicilia il professor Christof Boehringer in Germania, il più bravo di tutti. Poi, sempre in Germania, Fischer-Bossert. Andrew Barnet e Michael Crawford in Inghilterra. Michael Amandry a Parigi. Ute Wattemberg negli Stati Uniti. E molti altri. Come si misura l'autorevolezza? Dalla validità dei lavori pubblicati. E dal prestigio personale. Lei ha pubblicato molto o poco? Un paio di articoli per alcune riviste e per un libro in onore di un numismatico americano, Charles Herch, edito dal British museum. Sto lavorando, da un decennio, a uno studio globale sul bronzo coniato dalla Repubblica romana e per concluderlo ho bisogno ancora di quattro o cinque anni. Sono fondamentalmente un mercante: seguire una casa d'asta come la Numismatica Ars classica mi assorbe quasi del tutto. Ho fatto una cinquantina di aste: la serie dedicata alle monete greche e romane è sicuramente fra le più belle mai realizzate. Sono possibili relazioni amichevoli con i collezionisti o i rapporti d'affari le precludono, comunque le ostacolano? Sono la base. La Numismatica Ars classica ha 3 mila clienti. Personalmente non ne ho mai avuto più di uno per ogni settore. Gli altri li segue la ditta. Direi di averne tre. Uno, ed è l'eccezione che conferma la regola, ha interessi vastissimi: monete greche, romane, italiane medioevali di alta epoca. Non è un collezionista, ma un raccoglitore. Uno è un americano che colleziona solo monete della Repubblica romana. Uno è un amico che divide le sue passioni fra le barche a vela d'epoca e la collezione di monete della Magna Grecia. Qual è la differenza tra un raccoglitore e un collezionista? Il collezionista vuole completare idealmente una serie, qualunque essa sia. Il raccoglitore compra semplicemente cose belle che gli piacciono. Ha mai vissuto momenti di incomprensione o di sospetto con i suoi clienti? In epoca recente. Punti di vista diversi: una moneta può essere importante per me, non per loro; o viceversa. In passato sono stato fortunatissimo. Ho cominciato con il più grande collezionista mondiale di monete greche, Athos Moretti, uno svizzero: per 18 anni, ogni mese sono stato ospite una settimana a casa sua per riordinargli la collezione. Mi ha fatto conoscere altri clienti, grossi finanzieri, che seguivo in maniera meno intensa... Sono più i collezionisti di quanto non siano i numismatici di livello. Ma poi chi diventa mio cliente è un amico. Comunque non si può prescindere dalla stima reciproca, che è ancora più importante. Chi sono i più grandi commercianti e i più grandi collezionisti? In passato tutte le più belle monete del mondo, greche, romane, medioevali italiane, venivano in Italia. Marco e Mario Ratto, i più grandi mercanti al mondo, hanno avuto clienti incredibili. Oggi la situazione è cambiata: il numero dei collezionisti è maggiore, ma non raggiunge il livello di quelli degli anni Sessanta e Settanta. I collezionisti devono possedere qualità particolari. È facile innamorarsi di un bel quadro, anche perché gli amici che vengono a casa lusingano la nostra vanità. La moneta è l'hobby dei re: da Luigi XIV a Faruk, da quasi tutti i regnanti di Spagna a Vittorio Emanuele III che, oltre a essere un collezionista, era anche un grandissimo studioso. Per oltre 50 anni, qualunque cosa accadesse, dedicava ogni giorno due ore alle monete. A lui si deve il Corpus Nummorum Italicorum, una poderosa opera sulla monetazione medioevale italiana in 20 volumi: il primo è stato pubblicato nel 1900, l'ultimo nel 1944. Russo racconta un aneddoto. Un eminente chirurgo torinese impone alla caposala del suo reparto di avvertirlo nel caso lo cerchi Mario Ratto: «Anche se sto operando» le intima. Inseguiva da anni un aureo con il ritratto di Bruto. «Un giorno Ratto riesce ad acquistarne uno. Prima di tornare a Milano, dove vive, raggiunge Torino per farlo vedere al professore. In ospedale lo accompagnano nell'anticamera della sala operatoria. La caposala lo riconosce, va dal chirurgo che sta operando, gli bisbiglia all'orecchio: «Fuori c'è il signor Ratto». «Gli chieda che cosa ha portato». La caposala esce, domanda: «Che cosa ha portato al professore?». «L'aureo di Bruto». La caposala rientra in sala operatoria. Un istante dopo il chirurgo esce con le mani insanguinate: «Dov'è l'aureo di Bruto?» ride, divertito, Russo. Quando un collezionista può dirsi illuminato? Ci sono due modi di collezionare le monete: raccoglierle e metterle a disposizione di tutti, collezionisti e studiosi, non acquistandone mai una doppia per toglierla a un concorrente; ed è un comportamento bello e illuminato. Non mi piace chi invece le compra doppie o triple, per evitare che un altro collezionista le possa possedere, e le nasconde. Occorrono ingenti disponibilità economiche per diventare un collezionista? No. Una moneta romana può costare 2 dollari o 2 euro. È più complicato se si vogliono raccogliere monete di bronzo: lo spicciolo. Ma si può fare una collezione scientificamente validissima, e per un museo è importante, anche spendendo pochissimi soldi. Quanto pesa la moneta più grande in circolazione? Ne esiste una italiana, il 100 zecchini di Venezia, che pesa oltre 300 grammi. La più piccola? Ci sono monete d'argento greche di Sicilia di 0,01 grammi. Le dimensioni possono influenzare il prezzo? Notevolmente. La moneta più grande, a parità di tutto, ha sempre un valore maggiore della più piccola. Che significa «a parità di tutto»? Di rarità. Di metallo. Di interesse artistico e storico. Qual è la moneta più cara in assoluto e a chi appartiene? Fra le romane, questa di Costantino il grande (che mi mostra, ndr), un multiplo unico ritrovato nel 1920 ad Arras, al confine fra Belgio e Francia, è stata venduta per 800 mila franchi svizzeri, all'asta numero 24 della Numismatica Ars classica. È una moneta che ha attraversato tutte le più importanti collezioni e adesso è di proprietà di un collezionista italiano. Le più care in assoluto sono le monete americane: un 20 dollari del 1933 è stato venduto, un paio d'anni fa, per 8 milioni di dollari. A quanto ammonta il giro d'affari nel mondo? Dobbiamo distinguere tra monete antiche e moderne. Il mercato di quelle greche e romane si aggira fra i 40 e i 50 milioni di euro l'anno, il mercato delle moderne è elevatissimo, ma non ne so nulla. In Italia? È bassissimo per quelle greche e romane. E non si può quantificare. La burocrazia complica l'importazione e l'esportazione delle monete di pregio. L'anno scorso è stata approvata una legge più liberale. Le pratiche doganali restano tuttavia complicate. È a conoscenza di furti di collezioni o di pezzi rari? Sì. Recentemente anche noi ne abbiamo subito uno: abbiamo spedito alcune monete e sono state rubate. Ma, avendo la fotografia e conoscendone il peso, si recuperano. Questione di anni: due, cinque,dieci, ma sono sicuro che le ritroviamo. Esiste un mercato degli scambi? Fiorentissimo su internet: anche piccoli baratti. Bisogna fare molta attenzione. È vero che vi sono collezionisti di monete dei casini romani: quelle che in gergo, e anche successivamente, si chiamavano «marchette»? Ah, sì, come no. Si chiamano spintrie. Sul dritto è raffigurata una scena erotica. Sul rovescio un numero: secondo alcuni potrebbe indicare quello della stanza della prostituta; secondo altri il valore in assi della spintria. Sono ricercatissime e collezionate in tutto il mondo. Quanto costano? Anche 20 mila euro. Il mercato delle «patacche» è diffuso? Sì. Ma c'è sempre una tacita complicità fra truffato e truffatore. Se il truffato vuole comprare a un quinto, un decimo del valore, la «patacca», è più colpevole del truffatore. Le grandi case d'asta (Christie's, Numismatica Ars classica, Sotheby's...) garantiscono l'autenticità delle monete? Noi garantiamo l'autenticità di tutto quello che vendiamo. Senza limiti di tempo? Senza limiti di tempo. I numismatici seri non ne pongono. È più facile scoprire il falso inventato o il falso di monete esistenti? Il falso inventato è facilissimo da smascherare. È più difficile scoprire la copia di una moneta originale. Ma, prima o dopo, ci si riesce. Le è accaduto di cadere nella rete dei falsari? Sì, sì, come no: ho sbagliato, senz'altro. Poi me ne sono accorto sempre. Ha sbagliato per troppa sicurezza? Eh, sì, la presunzione è sempre un peccato. Una volta ho fatto un errore più grave: ho creduto false delle monete autentiche (ride, ndr). A proposito di «patacche», Russo, che è un collezionista di bronzi coniati dalla Repubblica romana, ricorda come sia venuto a conoscenza del grande bluff dello scudo stellare, un'idea dello scomparso presidente americano Ronald Reagan. Due o tre volte l'anno, racconta, andava a trovarlo a Napoli ed era suo ospite, un fisico americano (di cui indica soltanto le iniziali: R.S.), esperto di ottica, che insegnava in un'università del Nuovo Messico e lavorava al progetto spaziale. «Era anche un collezionista di monete. E con lui non riuscivo a parlare d'altro. Almeno a colazione, dopo quattro o cinque ore dedicate alle monete, cercavo un argomento diverso. L'unico possibile era il progetto dello scudo stellare, per il quale era stato assunto dalla Nasa. Mi diceva che ipotizzarlo a breve termine era una sciocchezza, una «patacca», perché servivano dei calcolatori molto più grandi di quelli disponibili e non si sarebbero potuti avere prima di 20-25 anni». Gli scavi clandestini proseguono? Nel mondo, purtroppo, sì. Io sono assolutamente contrario. In Italia non si trova quasi più niente, fortunatamente: così stanno scomparendo tanti squallidi personaggi. Le monete ritrovate clandestinamente turbano il mercato, che ha necessità di prezzi certi e stabili. Se di una moneta, di cui si sapeva che esistevano solo cinque pezzi, ne vengono scoperti 1.000, il prezzo crolla. Non è interesse di un commerciante serio che accada. Rintraccia un'occasione mancata nella sua avventura? L'occasione mancata è una collezione mancata. No, non è accaduto. E faccio il mercante da 35 anni. Ha degli allievi? È un'attività artigianale... Lavorano con me mio figlio, che è molto bravo, e un giovane laureato in numismatica a Bologna. A me piacerebbe molto... Insegnare? Se me ne dessero l'opportunità, lo farei gratuitamente con grande piacere. Chi ha qualcosa da dare non deve tenerla per sé. Ha una malinconia? Mi piacerebbe lavorare in Italia e non dovermi dividere fra Zurigo e Londra. Gli italiani sono culturalmente più portati di altri a collezionare oggetti come le monete. E l'Italia, per vivere, è il più bel paese del mondo. Che cosa glielo impedisce? La burocrazia che, come ho detto, rende complicate le esportazioni e le importazioni. In Gran Bretagna per avere un permesso di esportazione impiego due giorni. In Svizzera non devo neppure chiederlo. In Italia le cose sono migliorate moltissimo, ma non ci sono certezze e tutto può saltare. Le aste hanno tempi di preparazione e, soprattutto, scadenze inderogabili. Non sono un gioco. ........3 punti
-
Perchè parli di questo Renzino il "fungiatt", cosa c'entra con la numismatica ? C'entra, c'entra anche lui, povera anima sua! Chi era Renzino ? Quando ero ragazzo da varesotto di origine passavo tempo delle mie vacanze estive in quel della Valcuvia che al tempo era il regno dei funghi e anche delle castagne ( le castagne ci sono ancora, i funghi ormai no ). Ma al tempo ce n'erano tanti, ma tanti e quelli bravi li prendevano. Renzino che in paese chiamavano in dialetto il "fungiatt" era nettamente il più bravo, era il più grande cercatore di funghi della Valcuvia ; magro com'era, agile,al mattino partiva molto presto, nessuno sapeva dove andava, aveva ovviamente i suoi posti e tornava sempre pieno di porcini e altro. Tutti cercavano di capire dove fossero i suoi posti, appostamenti, pedinamenti, nulla, lui era scaltro, si muoveva bene nei boschi, non lasciava traccia e a domanda diceva non rispondo su questo, mai risponderò. Un giorno Renzino si aggravò di salute, lo portarono in ospedale, mia zia mi portò al suo capezzale e gli chiese senza troppi giri di parole se voleva, visto che non sarebbe andato più per funghi rivelare, divulgare i suoi posti a suo nipote, che ero io, per lasciare una traccia storica e di conoscenza di tutte le sue esperienze. Con un segno della testa disse no, sono cose che anche in punto di morte non si rivelano e fu così. Renzino si portò via i suoi posti e tutto il suo sapere sui funghi ; Renzino era un bravo uomo, onesto lavoratore, ma non era un divulgatore. Ma chi è un divulgatore ? E' colui che promuove e fornisce scambio di informazioni, che possono essere scientifiche, culturali, abbiamo visto dall'esempio anche un fungiatt, se vuole, può essere un divulgatore. Anche nella numismatica c'è la divulgazione ? Certo ci può essere, ci può anche non essere, è legato a vari fattori, dalle persone, dal loro DNA, dal carattere, le attitudini, la propensione, " divulgare è anche un pò donare agli altri ". Il nostro Forum ha nello Statuto il principio della divulgazione, promuove la divulgazione della Numismatica a tutti i livelli e incentiva i suoi iscritti a contribuire a questo. Molti Circoli Italiani, alcuni anche nel nostro Forum, hanno come obiettivo primario questo, la divulgazione. In una recente discussione un utente sosteneva " a qualcuno da fastidio che si parli di numismatica, al di fuori del gruppo degli eletti ". Io sarei meno pessimista, voglio esserlo almeno, tanti sono gli esempi virtuosi di divulgazione numismatica da imitare e seguire : il noto Professore che digitalizza subito tutti i suoi contributi, i cataloghi stessi di Lamoneta sono esempi divulgativi, il rispondere a una domanda specifica e tecnica fatta sul forum è divulgazione, anche l'esporre come il Museo di Ozieri ( Sassari ) ogni anno 365 monete ( una moneta catalogata al giorno ) e poi ogni anno cambiarle con altre 365 tutte diverse del proprio territorio è divulgazione per i loro concittadini, anche il 31 marzo a Milano, se vogliamo, nella Giornata del Grosso si è fatta divulgazione, è stata data la possibilità a tutti di vedere, chiedere, conoscere monete, belle monete di tanti collezionisti del forum. Divulgatore è sicuramente il Signor C, che diventato anziano ha voluto lasciare ad altri i suoi appunti, dati, informazioni anche su ripostigli di una specifica monetazione raccolti in una vita di ricerca, non ha voluto disperdere questo suo patrimonio di conoscenze, ha voluto passarlo. Il Signor C è il vero " testimone " della divulgazione. Quindi volendo si può fare tanto ancora per la divulgazione numismatica, dare la possibilità a più persone, studiosi, giovani di apprendere, conoscere, vedere ; tutto questo non può che essere positivo e virtuoso affichè molti sempre di più possano apprezzare e appassionarsi a questa nostra meravigliosa scienza, ma il partito dei divulgatori deve crescere, crescere ancora. Forse se anche Renzino il " fungiatt " avesse divulgato i suoi segreti oggi avremmo tanti appassionati e cercatori di funghi e magari qualche fungo nostrano in più. P.S. Questo post è un pò un inno alla divulgazione. Mi piace però sempre ricordare che la Numismatica è una scienza, si, è vero, ma dietro dobbiamo sempre ricordarci che ci sono degli uomini, e l'uomo è sempre l'artefice di tutto ; se poi sono o saranno " uomini giusti " è meglio ancora......., d'altronde le monete sono state concepite e fatte da uomini.2 punti
-
Il carlino di Federico tosato non ce l'ho materialmente, ma credo di avere delle foto. Anche lui ha subito lo stesso trattamento :(. Stesso trattamento che ho visto riservare ad un suo grossone ed ad un carlino di Luigi XII. Sarebbe interessante scoprire come circolavano queste monete all'epoca... se come nominale più basso (tipo 1/2 carlino) oppure semplicemente a peso. I pesi oscillanti tra i vari esemplari mi lasciano pensare ad una circolazione in base al peso, cosa che oggi può sembrare complicata, ma che all'epoca non lo era ed i commercianti (e non solo) avevano la loro bella bilancina a disposizione. Si tratta di monete che comunque si incontrano spesso e questo fa pensare ad un uso massiccio all'epoca (o anche successivamente???), magari proprio per sopperire allo scarsa presenza nella circolazione di nominali più bassi ed intermedi (armellini e cinquine forse erano meno presenti nella circolazione rispetto a carlini e coronati) e questo porterebbe all'ipotesi di cui sopra della tosatura estrema di monete già irrimediabilmente compromesse. Di necessità virtù? Siamo naturalmente nel campo delle ipotesi dove tutto è possibile, anzi benvenga qualche altra supposizione in merito. L'unica cosa che mi lascia perplesso è perchè i coronati dell'Angelo così drasticamente tosati siano solo quelli di zecca aquilana... o almeno a me è capitato di vedere solo quelli... Comunque argomento che trovo veramente interessante e ringrazio Iachille per aver aperto questa discussione.2 punti
-
sai che non sono convinto che si tratta di Eirene ed Homonoia..... ( che sono queste) http://www.vcoins.com/ancient/monetanumismaticservice/store/viewItem.asp?idProduct=100091 punto
-
Ho seguito l'altra discussione. Alla fine sei stato premiato trovando la corrispondenza e giungendo alla giusta catalogazione! Complimenti per la tenacia.1 punto
-
Salve......discussione molto...molto interessante :) , desidero qundi lasciare qualcosa che ho trovato nei documenti, magari potrebbe aiutare a scoprire qualche dubbio in relazione agli interessanti quesiti proposti da Fedafa; Tutti conosciamo come la lotta contro i Baroni ribelli del Regno, che sostenevano l'elezione del pretendente al trono di Napoli "duca Giovanni" figlio di Renato d'Angiò, aveva ridotto in miseria l'ormai esausto bilancio del governo e quello delle popolozioni ormai povere; non era esente da questo stato di cose la svalutazione monetaria e le continue frodi dei tosatori. Moltissime città del Regno si videro costrette a fare ripetute dimostranze al Sovrano contro la mala moneta che producva immenso disagio al commercio e alle contrattazioni, accusando ancora, che molta moneta falsa ed alterata di lega era emessa finochè da alcune zecche minori del Regno. In tale contesto Ferrante nel 1472 dava ordine di coniare una nuova moneta d'argento del valore di un Carlino (della stessa lega e valore delle precedenti emesse, come i coronati dell'Incoronazione), parliamo dei coronati alla Croce di Calabria, tra cui oltre ad altri e svariati motivi vi era quello di sostituire tutte le monete scarse, rifiutate ed alterate che circolavano. Questa moneta si continuò a battere fino al 1487 sia a Napoli che all'Aquila; ma nonostante ciò le condizioni monetarie all'epoca andarono peggiorando a causa del perdurare delle lotte contro i Baroni e al deprezzamento della moneta, si aggiunse, oltre alla svalutazione dell'intrinseco fatta dalle stesse autorità quella "grave e "continua" fatta dai tosatori; ragioni queste tanto gravi da far richiedere nuove rimostranze al Sovrano da parte della popolazione; tra queste anche l'Università dell'Aquila nel 1488 accusava e denunciava il danno causato ai cittadini, con il rifiuto che si faceva dei Coronati falsi e scarsi di peso, dichiarando che detta moneta non si falsificava nella città dell'Aquila, (?) ma altrove e non si sapeva di conseguenza come effettuare i pagamenti; ......e quanto affermato andrebbe verificato, perchè giustamente, da verifiche sul campo, giunte ad oggi e da quanto esposto da Davide ve ne sono molti della zecca Aquilana (ma qui siamo nel campo dei coronati alla Croce). Il mio stupore e le mie perplessità derivano da quanto segue: In questi anni (1488) Ferrante, dopo la seconda congiura dei Baroni (1485-1486) con "Bando e Comandamento" ordinava una completa riforma della moneta argentea, per porre un definitivo argine al continuo dilagare della falsa e tosata moneta e venire incontro alle popolazioni che tanto avevano sofferto per i passati eventi militari, ebbe inizio così la coniazione dei coronati dell'Angelo; in detto bando si ordinava e comandava anche che la nuova moneta da emettersi doveva essere di buona lega e peso come le precedenti e chi adulterava o tosava la moneta incorreva nella pena di morte. Da quanto detto quindi appare logico dedurre che dovremmo trovare molto meno coronati dell'Angelo tosati rispetto alle precedenti coniazioni. Un saluto.1 punto
-
Riprendo questo mio vecchio post, certamente portavo avanti una tesi abbastanza ardita condivisa mi sembra solo da Matzke. Ma nella recente assemblea di SNI, a un certo punto uno studioso di Bolzano Rizzolli Helmut,la riprende uguale ,uguale, avevo seduto a fianco il nostro caro vice amministratore e subito gli dico adesso siamo almeno in tre a pensarlo. Rizzolli fa due considerazioni che approvo e condivido,la prima di carattere generale , la moneta è spesso studiata tecnicamente, da sola, ma la moneta deve essere sempre vista in un quadro complessivo, che comprende gli aspetti storici,importantissimi, economici altrettanto, politici del tempo,archeologici, va vista sempre in un insieme di ampio respiro, solo così si capisce di cosa stiamo parlando. L'altra considerazione è riportata nel mio post sopra, perchè una moneta diventa vincente all'improvviso,non è mai un caso, certo ci possono essere concause ma le grandi famiglie, i grandi gruppi mercantili-finanziari in questo caso della Renania potevano condizionare tutto. Leggevo in questi giorni di Gino Luzzatto " Breve storia economica d'Italia ",in cui viene decantata la bravura e l'abilità dei mercanti lucchesi, la definisce potenza economica addirittura, la prima per la tessitura serica per più di un secolo . E racconta di come si muovessero questi bravi mercanti lucchesi in tutta Europa e di quanto fossero influenti e conosciuti. Pubbliche relazioni,accordi commerciali telecomandati si direbbe oggi, ma quando crolla una moneta e parte subito un'altra ci sono senz'altro più motivi ; d'altronde la storia si ripete e tuttora è così, non ci vuole molto a saperlo.1 punto
-
Antony....ho problemi di vista....continuo a vedere tutto in bianco - nero e dall'altooooooo!!! :) solo ciorta ma bravo Alex1 punto
-
Sono quasi certo che sia un bronzo di Filippi (Macedonia) con al rovescio le statue di Cesare e Augusto. Con quella legenda al rovescio potrebbe essere di Augusto, come questa: http://www.acsearch.....html?id=5310981 punto
-
Roma città nulla...se continua così nei prossimi mesi, a fine anno lo faccio presente a Ganganelli. D'accordo il rodaggio, le feste pasquali, gli inevitabili intoppi iniziali, le poste che fanno le banche,... ma a mio avviso è impensabile che la rivista arrivi prima in edicola che all'abbonato. E con notevole spread di giorni :dirol: La pazienza e la voglia di sostenere questo valido progetto (dando i soldi in anticipo) è ancora tanta, ma prima o poi finisce.1 punto
-
Questa invece è comunissima ma davvero di ottima conservazione, di quattrini Olympos ne ho 8 in collezione tutti diversi, ma nessuno così bello. Questa se la vuoi vendere può anche interessarmi, ma solo se c'è il prezzo basso :blum:1 punto
-
tutte le monete svolgono il compito degli 8 reales , che e` quello tipico della moneta ,mezzo di scambio , unita di conto e riserva di valore le ultime son monete d oro simili agli 8 escudos spagnoli o dobloni solo che son emesse dal portogallo ma comunque ebbero una grande diffusione. peccato che non abbia coinvolto piu` persone...... perche` e` una discussione interessante , si vede che c e` troppo interesse per la conservazione e poi aspetti come questi diventano secondari...1 punto
-
1 punto
-
Magari fosse finita l'operazione, ora arriva il difficile, la gestione delle monete e delle spedizioni, solitamente sono queste le cose che fanno preoccupare il razziatore1 punto
-
http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FDMM/1 Anche questo è un bel quattrini di Mantova - >Federico II°1 punto
-
Ora comincerò ad inviare i file a tutti per il pagamento, vi prego di comunicarmi nel più breve tempo possibile se la lista delle monete che vi ho inviato è esatta in modo da poter fare le dovute correzzioni in caso di errori. NON chiedetemi monete in più di quelle già richieste Ogni altra richiesta riguardante le monete in surplus verrà valutata solo dopo il 1° di maggio ed in ordine cronologico di richiesta. Ringrazio tutti per i complimenti, fanno sempre piacere, li condivido volentieri con gli amici che mi hanno aiutato a raccogliere le monete, Antony, b27, Giangi_75, ibk, Rossano, superbubu in rigoroso ordine alfabetico, ringrazio tutti coloro che con il loro anticipo di soldi hanno creduto in me e mi hanno aiutato a portare a termine l'operazione.1 punto
-
Ma ti riferisci a questo sito? http://www.numismatica2009.com/cataloghi-eurobanconote-dal-2002/tabelle-20-euro/ è chiaramente scritto che si tratta di un foglio e non una singola banconota! :-) un foglio per quella combinazione è un 9x5 e cioè composto da 45 banconote, dividi 1700 che è il valore, per 45 abbiamo un prezzo unitario di 37 euro circa, ed ecco che i conti tornano, mettici anche che la tua e circolate e que soldi non li vale.... Dormi sonni tranquilli :).1 punto
-
Ho trovato lo stemma con il leone rampante a sinistra e l'aquila sulla destra. E' quello della Casa d'Asburgo; lo conoscevo, ma lo avevo dimenticato. Questo è grave perchè era lo stemma del Regno delle due Sicilie!. Le origini dello stemma delle Due Sicilie In conseguenza lo stemma moltiplica i suoi scudi e si complica di elementi ornamentali riferibili alla carica imperiale e all'acquisita grande potenza spagnola. Nello stemma imperiale sono presenti: gli scudi già descritti di Castiglia, Leon, Aragona-Sicilia, Granada, Aragona, Gerusalemme e Ungheria; inoltre lo stemma d'Austria, quello di Borgogna, quello della seconda linea borgognona, quello di Brabante, quello di Limburgo e quello del Tirolo. Dalle raffigurazioni del tempo rileviamo che lo scudo viene sorretto dall'Aquila bicipite sormontata dalla corona imperiale. Alla base due colonne sormontate, la prima a destra dalla corona imperiale, la seconda a sinistra da quella regia. Entrambe le colonne sono ravvolte in un'unica lista recante il motto PLUS ULTRA (=Più in là). Le colonne sono allusive di quelle che Ercole avrebbe poste ai due lati dello stretto di Gibilterra per ammonire i naviganti a non spingersi oltre. Dunque il motto fin allora era stato NON PLUS ULTRA (=Non più in là); Carlo V lo adottò sopprimendo il NON e capovolgendone il significato. Ciò "gli fu suggerito dal medico di corte, il milanese Luigi Merliano: l'imperatore così orgogliosamente ricordava come il proprio regno fosse tanto esteso da superare perfino i limiti tradizionali della terra". file:///C:/Users/AMEDEO/AppData/Local/Temp/msohtml1/01/clip_image001.jpgLo Stemma di Carlo V Per la prima volta lo scudo è cinto alla base da un collare, quello del Toson d'Oro. Il relativo Ordine, istituito nel 1429 dal duca di Borgogna Filippo il Buono di Valois, è stato ereditato da Carlo V tramite l'imperatore Massimiliano per il suo matrimonio con l'ultima erede dei Valois, Maria. Il Collare rappresenta degli "acciarini o focili concatenati tra loro ed intercalati da pietre focaie azzurre sprizzanti rosse fiamme", inusitato omaggio cavalleresco alle armi da fuoco, alla cui base pende il "Vello d'Oro, la leggendaria pelle di montone d'oro della quale il mito di Giasone ci narra". Il motto riferibile al collare è ANTE FERIT QUAM FLAMMA MICET (Ferisce prima che la fiamma splenda), mentre quello riferibile al pendente è AULTRE N'AURAY (Non ne avrò un'altra). Filippo II Nel 1556 Carlo d'Asburgo, al culmine della sua potenza, compì un atto solenne di abdicazione, rinunciando ai suoi vastissimi domini, e si ritirò nel monastero di San Jerónimo de Yuste in Estremadura. Ripartì la successione tra il figlio Filippo e il fratello Ferdinando, assegnando al primo la Spagna, i possedimenti transoceanici, i domini italiani e i Paesi Bassi, al secondo i paesi tedeschi ereditari della casa d'Asburgo. Ma l'investitura di Filippo (Secondo in quanto nipote di Filippo il Bello, arciduca d'Austria) era stata già preparata da Carlo nel corso dei tre lustri precedenti alla rinuncia. Infatti Filippo aveva già avuta la reggenza della Spagna, il giuramento di fedeltà dei paesi fiamminghi e della Navarra, l'investitura del ducato di Milano e, nel 1554, il governo del Regno di Napoli. Lo stemma di Filippo II segue le sorti della divisione dei domini di Carlo. Scompaiono l'Aquila bicipite e la Corona imperiale. Restano il Toson d'Oro e gli scudi rappresentativi dei suoi domini. Questo stemma, nella versione della Collezione Borgia, è il più sobrio ed elegante tra quelli che si sono succeduti nella storia delle Spagne e pertanto anche delle Due Sicilie. Nei primi due quarti sono conservati gli scudi di Ferdinando il Cattolico e cioè: • le Torri di Castiglia d'oro su fondo di rosso inquartato con i Leoni di Leon di rosso su fondo d'argento; • i Pali di rosso e d'oro d'Aragona e quelli campati in Croce di Sant'Andrea con le due Aquile nere su fondo d'argento rappresentanti la Sicilia; • con in punta ai due quarti la Mela granata su fondo d'argento. Sul tutto dei due quarti lo scudo del Portogallo, eredità di Filippo dalla madre Isabella regina di quel regno, che è d'argento con cinque Scudetti d'azzurro posti in croce caricati ciascuno d'un bisante d'argento in Croce di Sant'Andrea, con la bordura di rosso caricata di sette Castelli di oro, posti tre nel capo, due ai lati e due inclinati a destra e a sinistra della punta. Lo Stemma di Filippo II file:///C:/Users/AMEDEO/AppData/Local/Temp/msohtml1/01/clip_image003.jpg Nei due quarti sottostanti figurano da destra a sinistra: • casa d'Asburgo di rosso alla Fascia d'argento; • Borgogna antica, Bande d'oro e d'azzurro, bordate di rosso; • Borgogna moderna, Gigli d'oro in campo azzurro bordato d'argento e di rosso; • Brabante, Leone d'oro in campo nero. Sul tutto dei secondi due quarti: uno scudo spartito tra Fiandra, Leone di nero in campo d'oro e Anversa, Aquila di rosso in campo d'argento. Lo stemma or ora descritto non subì variazioni eccetto che per lo scudo del Portogallo che ne fu rimosso a seguito della lunga lotta e dell'indipendenza conseguita dai portoghesi con la pace di Lisbona del 1668. Ma, come vedremo, lo scudo del Portogallo è destinato a tornarvi per altra via. http://www.realcasad...e-sicilie-3.php _____________________________________________________________________________________ Ritornando alla moneta spagnola, ne ho trovata una simile: FELIPE IV - Sevilla S - 2 ESCUDOS 168 1623 D - Escudo entre S/D y ·II·. Cal. 08 - Tipo 39 - nº 186b 1.000 Base Datos 2 Este mismo ejemplar, en MBC+ Adjudicado en 2009 en 1.100 http://onzasmacuquin...Au1623ASev1.jpg Però riguardando meglio la moneta oggetto di questa discussione, noto che nella parte superiore dello stemma sembra che sia impressa la lettera A o parte di un simbolo. Nelle immagini delle monete di Filippo II, III e IV non vi sono segni simili, a meno che non si tratti della parte inferiore della corona che le sovrasta tutte. Ti saluto1 punto
-
1 punto
-
Immagino che Villa66 si riferisca a questo thread? http://www.lamoneta.it/topic/46229-trade-dollar-1877-s/page__hl__%2Btrade+%2Bdollar__fromsearch__11 punto
-
Bene bene, ho finalmente definito tutto. Domani oppure questa notte dopo le 23 elencherò tutti i prezzi di tutte le monete che sono presenti in razzia, di conseguenza invierò a tutti i partecipanti un file riepilogativo con le indicazioni del pagamento. Sicuramente l'operazione non terminerà prima della fine del mese di aprile dato che devono ancora arrivare le monete di Malta e di Cipro inoltre ho acquistato le monete tedesche e prima del 24 aprile non riesco ad averle in mano. Il pagamento sono costretto a chiedervelo ora perchè ho già messo fuori i soldi di Malta, Portogallo e Olanda e i fondi che mi sono stati stanziati dall'amico b27 superbubu, Giangi_75 e da tutti voi con l'anticipo delle quote non sono stati sufficienti a coprire completamente i soldi spesi per gli acquisti. Ancora un pò di suspence quindi ma questa volta manca davvero poco. A presto N.B. Ricordo all'utente Teamfish che già da domani gli invierò il resoconto del suo acquisto, non ricevendo risposta entro il prossimo mercoledì sarò costretto a farlo uscire dalla razzia e dare le monete a chi le richiederà. Rimarranno sicuramente delle monete, invito chiunque sia interessato alle monete rimanenti di farsi vivo non prima della data del 1° maggio, prenderò in considerazione solo coloro che mandano le proprie richieste dopo tale data. L'elenco delle monete rimanenti lo metterò fuori l'ultima settimana del mese di aprile.1 punto
-
Ciao Amedeo :) riporto in evidenza questa discussione perchè mi interesserebbe conoscere qualcosa di più sulla tua moneta. Purtroppo però non posso aiutarti.. Matteo1 punto
-
Riprendo questa bella discussione con uno dei primi risultati della mia nuova "mania" (o malattia? :D ) Da tempo volevo farmi i cartellini da me, e quando ho visto gli stemmi dei dogi veneti di sonia ed i capimastri di picchio... wow! Quindi coniugando una vecchia mania per le miniature e la calligrafia medievali... un primo inizio: Il nero è inchiostro alla noce di galla, il rosso delle lettere è al carminio di cocciniglia per il resto ahimé sono ancora prodotti moderni ma non dispero di poter usare altri pigmenti all'uso antico :) Non sono ancora soddisfatto ma intanto ho la scusa per riportare in auge la discussione :P1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.