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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/24/12 in tutte le aree
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Leggo con piacere la discussionre aperta da ghezzi60 sugli incisori. Non voglio entrare nel merito delle singole monete fin qui presentate, ma piuttosto lanciare alcuni spunti di riflessione - e conseguentemente di discussione - a proposito non solo degli incisori quanto delle maestranze. La figura dell'incisore è forse la più evanescente all'interno della poliedrica specializzazione del lavoro in zecca. A ben guardare gli elenchi (sia nelle ricerche di William Day che nel database Eligivs, senza dimenticare ovviamente tutti gli altri repertori più o meno completi diffusamente presenti in letteratura) conosciamo pochissimi dei loro nomi. Molto più dettagliata è la conoscenza dei maestri di zecca (o zecchiere che dir si voglia), perché in quanto tenutari della zecca compaiono spesso e volentieri nelle documentazioni ufficiali, come contratti o registri della produzione. L'incisore, invece, è meno conosciuto. Se prendiamo ad esempio gli elenchi del Bernocchi per le monete di Firenze vediamo come conosciamo praticamente tutti i nomi delle maestranze, semestre dopo semestre, ma quasi nulla degli incisori. Per le altre zecche vale lo stesso. A meno che non si tratti di qualche nome famoso nella storia dell'arte (Gian Marco Cavalli, Benvenuto Cellini, Leone Leoni, Gaspare Moroni, per dire solo i primi che mi vengono in mente), i più restano ignoti. Perché? Difficile dirlo con sicurezza. Resta curioso il fatto come in diversi documenti, specie nel Cinque-Seicento, si trovi citato l'incisore come personaggio esterno alla zecca, ossia come lavoratore di altissimo skill a cui erano commissionati i conii, ma che non si occupava solo di quello. Il lavoro di preparazione dei conii poteva essere dato in outsourcing, dietro pagamento di un compenso (elevato) per ogni conio fornito. C'è poi un problema di fondo molto importante. In letteratura si trova spesso impropriamente identificato il maestro di zecca come l'autore dei conii. In realtà sono due figure ben diversi: uno amministrava la zecca sul piano economico, l'altro predisponeva i conii. Quanto poi all'idea che questi incisori si muovessero da una zecca all'altra, niente di più vero, ma si tratta né più né meno di quello che facevano le altre maestranze specializzate, ossia i maestri di zecca. Rimanendo all'ambito fiorentino, che è quello meglio conosciuto grazie alle ricerche di Willam Day (invito a leggere anche il suo contributo al convegno sull'agontano di qualche anno fa!), abbiamo evidenze precise di maestri di zecca toscani in varie zecche, dalla Savoia fino all'Ungheria. Notizie ci sono anche per gli incisori, ma sono meno certe e dettagliate. Proprio per la difficoltà ad individuare oggettivamente gli incisori nelle varie zecche mi sento di invitare tutti a procedere nelle considerazioni in modo estremamente cauto. Magari smorzerò qualche entusiasmo, ma vorrei ricordare che fino all'introduzione massiccia dei punzoni i conii venivano lavorati a bulino... e i bulini erano uguali in tutte le zecche. Quindi non c'è niente di più facile che trovare campiture uguali a Padova, Firenze o in chissà quante altre zecche! Ciò non toglie che queste affinità debbano essere messe in luce, ma da lì a riconoscere la stessa mano di un incisore in dettagli come questi sarei molto prudente. Ben vengano comunque queste indagini, attenzione però a non divagare troppo, c'è il rischio di cadere in sterili speculazioni. E.2 punti
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meno male che sempre piu` gente sta vedendo la luce! e` ora di finirla di privilegiare la conservazione sulla rarita` della moneta praticamente non sappiamo quasi niente di tutte le varieta pre 1800 , conii , circolazione , tirature , valori e stiam a discutere dei baffi di uno piuttosto che dei capelli dell altro. e` inutile avere gente che ti distingue un BB+ da un qSPL e poi non sappiamo come funzionava il sistema monetario romano del III e IV secolo2 punti
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Scusate, ma finché mettete di mezzo Padova mi tirate sempre dentro :guitarist: , anche se non volessi. Allora, nel caso del carrarese si tratta semplicemente di un conio molto usurato, che è stato come dire ringiovanito attraverso una ripunzonatura sul conio con la tecnica descritta da Ghezzi, in questo caso abbastanza malfatta, del braccio ad ore sei (tutta la croce è un unico punzone, quindi l'intervento evitava di dover rifare il conio, praticamente). Per quanto riguarda i fiorini, invece, io credo si tratti, ma potrei sbagliarmi, soltanto di immagini realizzate con la stessa tecnica, direi sopraffina, soltanto ad un diverso stadio di usura del conio. Infatti se osservate bene la seconda serie dei fiorini, quelli con la meravigliosa rete dei monticelli (che nel punzone sono in rilievo come sulla moneta, ricordatevelo sempre), potete anche notare che presentano nel complesso un'incisione molto più nitida, proprio perché più freschi, mentre negli altri l'incisione è meno netta, perché più usurati. Cosa può essere successo, allora: secondo me lavorando il punzone l'incisore provetto ha inciso quell'area con dei tratti incrociati fino a formare una rete di losanghe (tipo bandiera bavarese o croata per intenderci), poi con il suo bravo bulino ha continuato ad operare fino a trasformare questa scacchiera in una splendida e realistica rete di monticelli perfettamente disposti in diagonale (si capisce perché venivano pagati tanto: con quelle capacità bisognava evitare che andassero a lavorare per i falsari). Un volta che questa immagine positiva era stata trasferita in negativo sul conio, mano a mano che questo si usurava l'allargamento dei particolari conseguente allo smussarsi degli spigoli vivi su conio riportava in vita l'originale scacchiera (o losanghiera? Boh). Questo secondo me appare evidente osservando il primo esemplare della prima serie, che sembra realizzato con le due diverse tecniche, ma semplicemente è più usurato nella parte bassa. Questa non è un fantasia che mi è venuta al momento: l'osservazione dell'usura dei coni è spesso il solo modo per riconoscere l'andamento di una sequenza di coni completa, che già viene fuori una volta su mille tentativi (non penso siano moltissimi i numismatici italiani che hanno avuto la fortuna di individuarne una intera, e quindi di porsi la fatidica domanda: e ora da che parte va? - cioè qual è l'inizio e qual è la fine? - Per loro fortuna tre di questi si incontrano regolarmente nella stessa biblioteca ed hanno avuto la possibilità di scambiarsi tutte le loro esperienze). Infatti questo tipo di osservazioni lo insegno a lezione, ed i ragazzi si divertono anche, perché poi li metto alla prova confrontando vari esemplari e spesso ci beccano. Mi pare perfetto l'intervendo di Eligio, anche se credo che bulino, nella monetazione medievale, non venisse quasi mai utilizzato direttamente sul conio (ma solo sul punzone), se non quando era proprio necessario 'ringiovanire' coni usurati per non interrompere la produzione. Uno dei perché lo racconta Cellini nel suo trattato sull'oreficeria (disponibile in rete, credo). Tuttavia questo non sminuisce per niente le sue cautele (di coniazione se ne deve intendere, con quel soprannome) perché sappiamo che i punzoni di un incisore potevano poi essere utilizzati anche dopo che il suo incarico era terminato, in alcuni casi anche a decenni di distanza (mi ricordo qualcosa del genere a proposito di Piacenza mi pare, ma non sono sicurissimo). Credo che l'impressione di Marinfalier sia normalemente vera un po' dappertutto, però devo dire che proprio a Padova abbiamo il caso di un incisore che ha lavorato per diversi zecchieri, almeno a giudicare dalle monete. Saluti ed ora fate pure fuoco :bash: Andrea :D1 punto
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A fine anno (anche già in dicembre se il programma numismatico è uscito) si manda la richiesta, e via email mandano gli abbonamenti disponibili Mentre qualche anno fa si potevano fare abbonamenti parziali (ad esempio l'abboanemnto per il solo argento-niobio , per il solo ag/oro nordico ), da un paio di anni a questa parte si puo' in pratica fare solo : - abbonamento 50 (completo ) : coin card 2 euro , divisionaleBU, argentoNB, divisionale Benelux , AG oro nordico , divisionale proof ( e poi a seconda degli anni potrebbero esserci altri argenti / argento-titanio /etc) in aggiunta a questo si possono chiedere più rotolini - più coincard - piu seriette , etc gli unici articoli che proabilmente non ne assegnano un secondo dovrebbero essere : divisionale proof - ag niobio - ag oro nordico. Per gli altri , una volta fatto l'abbonamento, non fanno problemi a darne anche molti di più Non sono un esperto dei raporti con la BCL, ma ti posso dire, in attesa di altri utenti che hanno già acquistato l'abbonamento, che la richiesta di ottenerlo in genere si fa a fine anno per l'anno successivo e che gli abbonamenti (almeno quelli con la divisionale FS) vanno esauriti i fretta. Per accedere devi inviare una richiesta tramite modulo compilato alla BCL. Se ho sbagliato qualche cosa correggetemi o precisate pure!1 punto
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DE GREGE EPICURI Le due contromarche a me sembrano uguali, e mi ricordano (ma con molti dubbi) una testa di Mercurio con petaso, o qualcosa di simile. Provo a guardare l'Howgego per vedere se c'è qualcosa. Penso anch'io che la moneta ospite possa essere di Nicea in Bitinia. Le contromatche su queste monete imperiali greche potevano avere diversi significati: modificare il valore della moneta; renderla valida fuori dal territorio di origine, o dopo il regnante per cui è stata coniata (in caso di contrasti o conflitti, non nelle situazioni normali nelle quali la moneta restava comunque valida); confermare la validità di una moneta molto usurata, e non è questo il caso.1 punto
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http://www.forumancientcoins.com/gallery/thumbnails.php?album=546&page=1 prova a dare un occhio a questo link.1 punto
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"Io personalmente sarei anche disposto a pagare per poter accedere qualche ora alla biblioteca del Ministero per consultare alcuni volumi che so essere colà custoditi....." Ciao, anche io ho partecipato oggi alla visita, nel mio "gruppo" eravamo in tre io, mio figlio ed una studentessa; non ho nulla d'aggiungere al commento di Acraf se non l'emozione provata davanti alle cere originali del Pistrucci e davanti alla Gazzetta Ufficiale che pubblicava l'atto di abdigazione di Carlo Alberto in favore di Vittorio Emanuele II. Proprio dalla gentilissima Signora addetta alla biblioteca ho saputo che questa è aperta al pubblico ed è visitabile ( credo ) tutti i giorni su semplice presentazione all'Ufficio Passi. Saluti1 punto
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che patine orribili!! mi fanno accapponare la pelle da come si possa rovinare una moneta!!!1 punto
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io sinceramente non capisco questo atto di salvezza per delle monete che probabilmente hanno degli stati di conservazione mediocri... cosa te ne fai? con 120 euro si possono comprare un 2-3 monetine di tutto rispetto inseribili in collezione1 punto
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Andrea aveva chiesto di oboli qualche post fa e ne ho trovato uno di Temno veramente ben coniato e raro. Qui il contenitore del vino è un cantaro, la coppa con alte anse che si usava nei banchetti. TEMNOS. Obol. 4. Jh. v. Chr. Belorbeerter Apollokopf l. Rs: Kantharos zwischen "T A". SNG COP. -. BMC -. SNG v. A -. Traité 2073. 0,81g. Vs. hohes Relief. RRR ss apollonia1 punto
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Secondo me il venditore è in malafede punto e basta. Io ho messo in vendita una moneta recente (roba da 10 euro...) sugli annunci del forum e ho specificato che è una foto riciclata anche perchè si tratta di monete che non circolano e sono tutte uguali in FDC, cosi come ho recentemente venduto sulla baia un 5 euro 150° unita d'italia con la foto presa da un sito e vale lo stesso discorso sono tutte uguali, stesso astuccio, capsula etc. Ma per una moneta come il 5 Lire cinquantenario dove una differenza minima può valere 100-200 euro di differenza non è ammissibile non mettere la foto reale.1 punto
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Concordo con chi mi ha preceduto, Costanzo II da cesare, mi sembra si legga FLIVLCONSTANTIVSNOBC. Lo stile dello stendardo escluderebbe Roma, sembra proprio Aquileia RIC VII 145, dot AQP. Per quel che vale, il RIC la dà R3.1 punto
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Credo che la prima ipotesi di Fufieno sia quella corretta, mi sembra che la legenda del dritto termini con NOB C; la seconda ipotesi prevederebbe una legenda terminante con NOB CAES non presente sulla moneta postata.1 punto
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Direi che può essere Aquileia o Roma, con un esergo così ristretto. Nel primo caso sarebbe Costanzo II, RIC VII Aquileia 145, con dot AQP in esergo. Altrimenti Roma, Costante, RIC VII Rome 394, con R star P. Saluti, Ff.1 punto
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ecco un insieme di 12 monete con relativi pesi 0,9 0,8 0,9 0,9 0,7 0,8 0,8 0,7 0,9 0,5 0,8 0,81 punto
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Una piccola precisazione. I fiorini ungheresi seguivano lo standard dei ducati/fiorini di mezza Europa, tant'è che nelle tariffe dell'epoca (es. la Carte ou List pubblicata ad Anversa nel 1627, una tra le più complete dell'epoca) compaiono nell'ampio calderone delle pezze d'oro che include anche esemplari italiani di epoca rinascimentale. Non dimentichiamo poi che già nel Trecento la gestione della zecca ungherese di Buda era in mano a maestranze italiane (i fratelli Gallico, di Siena, sono documentati come incisori, ma forse vi operavano anche come conduttori). Sul discorso della tipologia si può riconoscere forse il primato ungherese sull'uso del re stante e della Madonna col Bambino, utilizzato però pressoché immediatamente dalle zecche boeme, polacche, rumene, tedesche, austriache, ... La figura del re stante compare su così tanti esemplari che è difficile individuare che l'appose per primo. La moneta olandese poi ne riprendeva il tipo, ma con sfumature importanti e forse con un leggero calo dell'intrinseco. La mia osserviazione sulla tipologia e sul mix di elementi che si trova sui pezzi d'oro europei era dettata dal fatto che le monete d'oro hanno una tale varietà di tipi che non è facile individuare il prototipo. Anzi, forse nel Seicento questo discorso di prototipo non vale più di tanto. Se pensi alla zecca di Maccagno Inferiore la produzione di monete d'oro avveniva combinando i conii del dritto e del rovescio in maniera quasi fantasiosa e comunque i pezzi prodotti presentavano elementi comuni ad altre monete d'oro dell'epoca. E' stato condotto uno studio specifico proprio sulla combinazione dei conii. Sul fronte poi della denominazione, i documenti sono abbastanza attenti a distinguere tra ongari e ducati, perché le due monete all'inizio del Seicento avevano un valore leggermente diverso, complice quindi un peso/intrinseco differente. Sempre con Maccagno Inferiore ci sono precisi elementi di classificazione: tendenzialmente, nella documentazione d'epoca, con "ongari" si indicavano le monete ungheresi e olandesi (non necessariamente quelle con l'imperatore in piedi), con "ducati" quelle tedesche. Proprio lo studio delle combinazioni dei conii condotto per Maccagno conferma questa cesura netta. Ma non voglio entrare in questo tema, ci sono troppe sfumature. Voglio solo mettere in guardia sul fatto che molte delle denominazioni di ongari, ducati e similari sono di origine moderna, lo studio dei documenti porta a delle rettifiche. Sulle gride d'epoca c'erano un po' tutte le monete, sia le genuine che le contraffatte. Per l'oro le monete circolavano a peso, quindi anche quelle di intrinseco minore rispetto allo standard sono spesso presenti, naturalmente con un corso minore rispetto alle altre. Per le contraffazioni più aggressive c'erano poi magari dei provvedimenti specifici di bando, ma il più delle volte la fame di metallo era tale che si accettava tutto. Questo, lo ribadisco, per la sola monete d'oro. E.1 punto
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Per me si tratta di una moneta falsa. Colori a parte, ci sono diversi dettagli sia sul lato comune che su quello nazionale che non coincidono con quelli di una moneta autentica. Sul lato comune le differenze più evidenti sono sicuramente la "O" di "EURO" notevolmente deformata e l' "angolo" del 2 che sembra prolungarsi in maniera eccessiva sul tondello esterno della moneta. Vi è però anche un altro elemento che tuttavia non si nota subito ma solo dopo un'attenta osservazione: sempre sul lato comune, tutte le stelle sono capovolte. Anche su lato nazionale vi sono delle anomalie: le stelle sono quasi tutte deformi e in alcuni casi sembra che ci siano due stelle sovrapposte l'una sull'altra (come se il conio fosse stato impresso due volte). Ma l'elemento più importante è sicuramente l'asincronia presente tra una stella e l'altra. In una moneta autentica infatti, le stelle poggiano con due vertici su piani paralleli tra loro. Nell'esemplare in foto invece non vi è una sola stella che rispetti queste caratteristiche: in qualunque modo si ruoti la moneta, le stelle non giacciono mai contemporaneamente su due vertici e su piani paralleli come caratteristiche tecniche della BCE vorrebbero. Altri elementi importanti sono la mancanza della lettera "A" e parte della "T" della parola "ATHENS" nonché la mancanza dell'anno di coniazione; mancano cioè tutti quei dettagli che in una moneta autentica si trovano su tondello esterno. Inoltre i margini del discobolo, le parti scritte e il logo delle Olimpiadi appaiono poco chiari e troppo sfumati a differenza di una moneta autentica che solitamente presenta dettagli ben più nitidi. La mia ipotesi quindi è che la moneta in foto sia un falso i cui tondelli sono stati prodotti separatamente (come avviene nelle monete autentiche) e poi assemblati. Chiaramente, per quel che riguarda il tondello esterno, si è badato a riportare solo i dettagli più importanti. La misurazione di peso, diametro e spessore della moneta possono avvalorare o smentire la mia ipotesi. :)1 punto
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Scaricato ed installato MeBnet, ottimo a dir poco!! Donare qualche euro è d'obbligo, è veramente utile e comodissimo :D1 punto
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