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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/18/12 in tutte le aree
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Ho scansionato circa un terzo del volumetto del Lopez... le altre puntate prossimamente :) Per il momento buona lettura3 punti
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Non voglio entrare nel merito della questione, decisamente tropo complessa, volevo solo suggeririvi alcuni piccoli punti utili secondo me ad inquadrare la stessa discussione. L'enorme appeal dell'oro, e poi anche un titolo indovinatissimo quale quello di Lopez 'il ritorno all'oro', hanno fatto nascere e poi crescere un dibattito vivacissimo, con anche divertenti venature campanilistiche del tipo "prima io, no tu no!", oppure, 'parché no' ghemo scominsia prima nialtri de Venessia...sigh? ", (mi riferisco alla letteratura, non prendo in giro nessuno, mi raccomando, come toscano cresciuto in Veneto ed operante in Friuli mi considero apolide :D ) ma non rendono conto di una realtà di fatto (per altro ben descritta nei saggi di Lopez): - non c'è stato nessun ritorno all'oro nel XIII secolo, perché negli scambi internazionali da sempre si utilizzava l'oro, sia in lingotti, giolelli, monete (bizantine e poi arabe). Ben prima del '200 le rendite complessive della chiesa, ad esempio, erano calcolate in moneta aurea, fossero questi solidi, mancusi, bisanti, marabottini etc.). - le monete d'oro venivano comunque pesate a prescindere, per cui la differenza di valore tra una moneta ed un lingotto era minima e poteva non esserci alcuna convenienza a batter moneta aurea se, ad esempio, il mercato era sufficientemente rifornito da monete straniere che svolgevano egregiamente il loro compito (ad esempio avrebbe rappresentato una perdita fondere fiorini per realizzare ducati, se poi questi dovevano essere smerciati allo stesso valore dei concorrenti) - Cosa avviene nel XIII secolo, allora? Semplicemente capita che anche alcune città italiane cominciano a battere moneta aurea per usarla al posto dei lingotti e delle monete straniere, ed io direi per una ragione semplicissima, perché era divenuto conveniente farlo. Lopez ha dato un 'ottima e convincente spiegazione di questo perché, ma ce ne possono esser altre, ma io direi che tutte dovrebbero partire da un dato di fatto: nel mercato era disponibile metallo a peso che era apprezzato meno di quanto erano apprezzate le monete coniate. Ed allora perché non approfittarne? - Ovviamente questa situazione poteva verificarsi in tempi diversi nei vari mercati, per mille motivi (compreso il fatto che se il metallo arrivava non più in polvere o lingotti ma nelle monete di chi era partito per primo la convenienza andava a farsi benedire, non trovate?) - La moneta aurea aveva una vocazione essenzialmente internazionale e svolgeva un ruolo minimo nel sistema monetario interno, anche se era stata quasi sempre introdotta con un valore tondo nella valuta locale. Tale valore però si era alterato subito, e se fiorini e ducati d'oro erano sopravvissuti come uno dei valori nominali fissi di un sistema, si trattava sempre di pure unità di conto senza più alcun rapporto con la corrispondente moneta effettiva. Quindi è al mercato inernazionale che dobbiamo guardare Secondo me questi punti molto pratici dovrebbero essere sempre considerati in una discussione sulla moneta aurea, prima di passare a motivazioni di orgoglio o prestigio politico (avete notato che riguardo alla moneta nelle fonti sono sempre a posteriori: vi ricordate per caso di un'autore che affermi "quanto disgraziati siamo, che non riusciamo a battere neanche una monetuccia d'oro"), o di natura unicamente 'ideologica'. Saluti, :lazy:.. anche a chi giustamente non ce l'ha fatta a sopportare tutta 'sta pappardella Andreas3 punti
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GALARIA Grazie all’ottimo e utilissimo indice predisposto dalla grande Medusa diventa possibile effettuare comode ricerche mirate. Nel caso specifico di Galaria ci sono alcuni riferimenti, che hanno già evidenziato alcuni aspetti iconografici e i noti problemi della sua ubicazione, attualmente ancora incerta e molto discussa. http://www.lamoneta.it/topic/85844-indice-di-sezione/page__st__15 Vorrei un poco soffermarmi su questa zecca e colgo l’occasione della prossima asta Artemide n. 35, che mette in vendita la seguente litra (della seconda serie): http://www.deamoneta.com/auctions/view/81/43 Per comodità posto qui in evidenza sia la foto (in formato 1:1) che la relativa scheda: Artemide asta XXXV/2012 43 Mondo Greco. Sicilia. Galaria. Litra, ca. 450-420 a.C. D/ Dionysos stante di fronte con il capo volto a destra, tiene cantaro e tirso. A sinistra, pianta d'edera. R/ Tralcio di vite con grappolo e due foglie. Sotto, CΑΛΑΡΙΝ / ΟΝ (retrograde e soprastanti). SNG ANS -. Jenkins, p. 87, IIb. Cfr. Rizzo, tav. LIX, 20. AG. g. 0.74 mm. 13.00 RRR. qSPL/SPL. L'ubicazione dell'antico centro di Galaria appare oggi realmente oscura. Le scarse fonti a cui si può fare riferimento non ci forniscono risposte univoche. Diodoro, nella sua “Bibliotheca Historica”, fa riferimento al massacro, ad opera dei Cartaginesi, di una colonna di mille opliti provenienti da Galaria in soccorso di Entella investita dall’esercito di Annone nel 345-4 a.C. Anche nella “Vita di Timoleonte”, Plutarco menziona una spedizione guidata proprio dal condottiero corinzio contro la città di Galaria. Né l’una né l’altra notizia ci è comunque utile al fine dell’esatta localizzazione geografica della città; ma senz’altro entrambe hanno fornito appigli per i più disparati tentativi di storici e geografi. Testimonianza di ciò è l’estrema variabilità che nel corso della storia ha caratterizzato la collocazione di Galaria nel territorio siciliano. Philippus Cluverius (1580-1622) nella sua “Sicilia Antiqua cum minoribus insulis ei adjacentibus item Sardinia et Corsica” sostiene l’identificazione di Galaria con Gagliano Castelferrato, probabilmente solo sulla base di una presunta continuità toponomastica. Ettore Pais (1856-1939) propone l’anonimo centro di Monte San Mauro di Caltagirone. Le stesse emissioni monetali (due serie di litre d’argento della seconda metà del V sec.) con legenda ΓΑΛΑ o ΓΑΛΑΡΙΝΟΝ non ci assicurano che il nome della città non potesse essere la forma Γαλάρινα documentata da Stefano di Bisanzio nel suo dizionario geografico “Ethnica”, che ne fa una fondazione di Morgete, eponimo dei Morgeti migrati dall’Italia in Sicilia. Questo esemplare di litra argentea appartiene alla seconda emissione, posteriore di circa una generazione rispetto alla prima (databile intorno al 460 a.C.). Jenkins e Manganaro hanno evidenziato analogie stilistiche e tipologiche con le monete di Naxos risalenti allo stesso periodo. L’iconografia della moneta è chiaramente riferita al mito dionisiaco. Edera (magnificamente resa con foglie a cuore al D/) e vite (al R/) sono le piante legate a Dioniso. “Kissos” (edera) è l’appellativo di Dioniso in Attica e l’appellativo poetico dell’edera stessa è “oinops” o “oinopos” (“oinos” è la parola greca -derivata dalla lingua cretese- che indica il vino) il che la lega, evidentemente, proprio alla vite e dunque a Dioniso. La corrispondenza e la complementarità delle due piante è brillantemente illustrata da Walter F. Otto nel suo “Dionysos”: «La vite e l’edera sono sorelle, che pur essendosi sviluppate in direzioni opposte non possono celare la loro parentela. Entrambe portano a termine una meravigliosa metamorfosi. Nella stagione fredda la vite giace come morta […] fino a quando sotto il rinnovato calore del sole sprigiona un rigoglioso verdeggiare e un incomparabile succo infuocato. Non meno sorprendente è quanto accade all’edera: la sua crescita mostra un dualismo correlabile con la doppia natura di Dioniso. Dapprima essa produce i cosiddetti germogli ombrosi […]Più tardi però appaiono i germogli luminosi […]e a questo punto la pianta produce anche fiori e frutti. Si potrebbe definirla al pari di Dioniso la “nata due volte”. Il suo fiorire e il suo ricoprirsi di frutti stanno per altro in un singolare rapporto di corrispondenza e di opposizione rispetto alla vite. L’edera fiorisce infatti in autunno, quando per la vite è tempo di vendemmia, e produce frutti in primavera. Tra i suoi fiori e i suoi frutti sta il tempo dell’epifania dionisiaca dei mesi invernali». Dunque da Oriente, assieme ai greci, era giunta in Sicilia anche la vite selvatica che era diventata da tempo “hemeris”(l’addomesticata), e l’edera nella sua forma dionisiaca e menadica, e insieme a loro la potente apparizione del divino Dioniso. Estremamente rara e di qualità eccellente per il tipo. Starting price: € 1'500 Number of bids: -. Minimum bid: € 1'500 Sinceramente ho alcune perplessità sull’effettiva autenticità della litra di Artemide. I rilievi sono troppo “pastosi” e la lettera “rho” nell’etnico di Galaria ha SEMPRE il braccino per cui è scritta R e non P (nel caso specifico in posizione rovesciata). Si tratta ovviamente di una forma arcaica o arcaicizzante. Basta fare confronti con altre litre della stessa coppia di conii, anche consunte, per avere conferma dei dubbi sull’autenticità. Allego un esemplare dell’asta NAC 25 per confronto: E un altro dell’asta elettronica CNG n. 139 Per capire meglio l’esatta e corretta forma dell’etnico, e in particolare della “Rho” sul rovescio, basta osservare questo altro esemplare, dell’asta NAC 46 (stesso conio R/, ma diverso conio D/): (continua)1 punto
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Credo sia uno stile di drappeggio tipico di Treviri, effettivamente può dare l'impressione di uno scudo. Ecco altri due esempi:1 punto
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si puo` dire quando e` stata emessa ? si vede l eta` oppure il COS ? che mi dite di questa? mi interessa anche il contesto storico e per quale motivo non c e` una assegnazione definitiva e si parla di cesarea o bosra1 punto
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Ciao. "L'Italia ( sssssssssssssssssst..........meglio non sfruculiare, che prima o poi ....................)" Per noi l'aliquota è attualmente al 21%......quindi.....anche se sfruculiamo...siamo già il Paese della U.E. con l'aliquota più alta in assoluto. Certo....si potrebbe fare anche di peggio....questo non lo metto in dubbio......e forse già da quest'anno l'aliquota potrebbe passare al 23%..... Salvo poi lamentare che si è ridotto l'imponibile e che il settore "non tira"..... Mah. Saluti. Michele1 punto
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Ciao e benvenuto nel Forum. Ti linko una discussione nemmeno troppo vecchia sull'argomento: Come fotografare le monete Abbiamo poi anche queste due che riguardano la fotografia, ma con metodi alternativi: Microscopio USB per fotografare monete e Stativo con faro a LED Un saluto Mirko1 punto
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Senza parole... Occorre serenamente ricapitolare le basi della numismatica intesa come collezionismo...1 punto
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l ho postata anche sul FAC e dovrebbe essere il COS VI 112-117 praticamente nel 106 viene conquistato il regno di nabatea e annesso all impero , dopodiche si provvede alla coniazione di monete per la circolazione locale simili a quelle romani (difatti questa ha lo stesso peso di un denario) fino a qualche anno fa queste monete venivano attribuite a cesarea in cappadocia oppure si attribuivano a roma e si pensava che fossero state spedite in loco. solo che e` stato scoperto un ripostiglio con alcune monete ribattute su monete nabatee e quindi e` caduta l ipotesi di roma e si son attribuite a bosra in arabia. la moneta raffigura l arabia in piedi con palma e rametti di cannella e un cammello dietro. e` un po che questa moneta girava , alla fine mi son deciso e l ho presa l ho pagata ben 25 sterline (30 euri)1 punto
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Buona Domenica Credo che ci sia l'imbarazzo della scelta nell'elencare chi, tra vari stati, ha imitato e contraffatto moneta veneziana. Come dici giustamente, talvolta erano dei malfattori in cerca di facile guadagno (pur rischiandoci la vita o qualche pezzo del loro corpo), ma talvolta questi malfattori agivano su commissione di qualche governo o - quanto meno - della loro silente complicità Ora non posso, ma più tardi mi riprendo in mano alcuni articoli circa i falsari, scritti da Marin Sanudo. Saluti Luciano1 punto
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dallo stile si potrebbe identificare in "Crawford 272/1" http://numismatica-c.../moneta/R-B63/1 http://www.sixbid.com/nav.php?p=viewlot&sid=445&lot=10861 punto
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Ciao a tutti, da tanto non mi collego al forum e vedendo tutto il lavoro che sta facendo b27 e alcuni partecipanti alla razzia, mi sento in dovere di esprimere a tutti loro un sincero ringraziamento. Un cordiale saluto, Giuseppe1 punto
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Ciao rick credo che fabry faccia riferimento a "il castello di Toppo" Dovresti trovarlo in internet, è del prof. Saccocci, molto interessante e fa capire che il fenomeno falsificazione non era affatto limitato. saluti luciano1 punto
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hai capito lo spirito. mi sa che dovremmo aprire una nuova discussione su tutte le contraffazioni e magari fissarla hai piu` notizie di questo ritrovamento o articoli ?1 punto
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Mi sono permesso di aggiornare i bozzetti alla prima pagina, date un'occhiata e ditemi se vi piace... :good:1 punto
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Volevo chiedere se si è conoscenza del fatto che in alcuni Mezzi Tornesi si riscontrano frequentemente molti caratteri delle lettere disallineati e quale potrebbe essere il motivo di questa loro particolarità. (sinceramente anche brutta a vedersi). Grazie1 punto
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