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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/13/12 in tutte le aree
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Approvo. Come è già stato detto più volte, la dietrologia è appannaggio unico dei moderatori, che sanno cosa devono fare quando incontrano determinati utenti. In questo caso invece si è scelto, da parte di alcuni, di mortificare una persona solo sulla base di una domanda posta. Non è il modo di fare. Perché tutti noi sappiamo che si comincia valutando l'aspetto economico e poi ci si appassiona, è una costante che ricorre spesso nei collezionisti di primo pelo. Se dobbiamo iniziare ad insultare gli utenti, a farli sentire fuori posto sin dalla prima loro domanda, non concludiamo proprio niente. Il nostro forum non è e mai diventerà elitario, perlomeno finche ci siamo io e gli altri moderatori in giro. Le caste non piacciono a nessuno. La partecipazione è volontaria, ognuno ci mette l'impegno che vuole, e gli altri utenti si adeguano, o si adeguino, come preferite. Non siamo qui per cacciare nessuno, fino a che non venga violato il regolamento di base del forum, lo stesso regolamento che spesso si invita ad applicare. O forse dovremmo abbandonare la carota e passare al bastone? Ricordo che il regolamento reprime gli atteggiamenti aggressivi e polemici, nei confronti degli utenti e dello Staff. L'incidente è chiuso, porgo il mio benvenuto a Pino e lo invito a leggere e a farsi leggere qui sulla nostra piattaforma senza paura di porre domande.3 punti
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momento....... controlla il bordo e` facile che siano 2 monete piallate e poi unite assieme usala per giocare a testa o croce........ cosi vinci sempre.........3 punti
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Sì, ti ripeto che nell'insieme è godibile... una lieve consunzione dei rilievi indica che è circolata prima della sua deposizione o smarrimento. Se lieve a me personalmente non dà fastidio, indica che la moneta ha "vissuto"... ;) Rispondo per Cliff, che conosco e non si arrabbierà per questo... :D La patina da deserto è in realtà una "non patina", nel senso che è un deposito di terriccio sulla superficie monetale. Di solito di origina in terreni per l'appunto desertici (medio oriente, Siria...). Il colore varia dal terreno di deposizione (es. ocra, giallo pallido, rossiccio...) e quindi dalle zone e dai minerali presenti. Ti allego alcuni esemplari. Le monete proveniente dalla Spagna talvolta presentano depositi simili a quelli sopradescritti. Personalmente posso dirti di averli riscontrati episodicamente anche su alcune monete di provenienza balcanica, con una patina giallo-beige chiara. Ciao Illyricum :)2 punti
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Quasi mai mi capita di parlare a nome dello staff. Sarebbe buona cosa concordare le affermazioni, che sto per fare, con gli altri "colleghi", ma questa volta mi permetto di intervenire direttamente, per rassicurarti sul fatto che le cose non stanno così. Uno dei punti di forza de Lamoneta è sempre stata la cortesia con cui i neofiti vengono accolti ed il fatto che, pur essendoci persone molto competenti, la spocchia nei confronti dei meno esperti non alberga da queste parti. Uno degli scopi preminenti del forum è propagandare lo studio numismatico, in tutte le sue forme e per tutte le monetazioni. Non si tratta di un'accademia o di una torre d'avorio; qui c'è posto per chiunque sia interessato a questa passione comune. Ti prego, quindi, di accettare le scuse che ti porgo, a nome dello staff e del forum tutto e ti ribadisco il benvenuto su Lamoneta :). Luca2 punti
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In veste di moderatore chiedo che vengano poste delle scuse all'utente .Pino. Sono sicuro di parlare a nome di tutto lo Staff quando dico che non si permette che un nuovo utente venga aggredito a questa maniera. Non è giusto né educato. Come fate a sapere chi è il nuovo utente? E se questo trattamento fosse stato riservato a voi? Io mi sono presentato chiedendo il valore di 3 monete trovate nelle merendine dai miei genitori e meno male che mi fu detto con gentilezza che avevo in mano patacche di valore nullo, perché altrimenti avrei abbandonato questo Forum per soli "esperti". Detto questo, invito l'utente Pino a continuare a frequentare il nostro Forum che lo faccia per un motivo o per un altro a noi non importa, non è nostro dovere giudicare se il comportamento non infrange nessuna regola, siamo in uno spazio pubblico ed è giusto che tutti ne usufruiscano alla solita maniera. Non ci sono utenti "In" e "Out" ma solamente utenti e fino a che nessuno infrange le regole siamo tutti uguali. Mirko2 punti
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Terzo esemplare: Grosso aquilino (generalmente) attribuito a Mainardo II - gruppo II Questo di difficile attribuzione tra Mainardo II e i suoi figli Dritto: Aquila volta a sinistra con testa e becco più pronunciati + COMES TIROL Rovescio: ME IN AR DUS Diametro: 21.00 Peso: 1.51 Il segno di zecca, in questo caso, sono i quattro fiori. Il Rizzolli la classifica come M1512 punti
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Volendo iniziare a questo punto una semplice, divulgativa,e riepilogativa discussione sui primi grossi coniati in Italia, lo Staff mi ha chiesto di aprirne una nuova, lasciando aperta quella in " segnalazioni "che rimane per raccogliere le adesioni di massima all'evento cliccando nell'apposito link creato da Rapax ; mi raccomando, se avete intenzioni di venire, anche solo l'intenzione, cliccate perchè è importante sapere quanti lamonetiani potrebbero potenzialmente partecipare. Questa discussione non vuole avere una valenza da lezione universitaria, vuole essere solo un primo approccio, dare un'idea anche a chi medievalista non è o non conosce i grossi, di come si siano svolte nel tempo e dove con le principali caratteristiche i primi esempi di questa monetazione. Servirà da incentivo per chi la leggesse a venire all'evento e per prepararsi a vedere poi anche materialmente alcuni di questi pezzi. La relazione dell'evento verterà sulla nascita del grosso, e quindi su questo aspetto sorvolerei facendo solo un veloce accenno, al Prof. Saccocci toccherà il 31 marzo illustrarci questa tematica. Io imposterei il lavoro e la discussione in un modo informale come sarà informale l'incontro che si terrà al pomeriggio in Biblioteca,inizierei a dire qualcosa su Venezia, perchè da lì bisogna partire e poi inviterei ,esaurita qualche riflessione sul grosso veneziano, senza problemi chi vuole subentrare con un'altra città, si potrebbe procedere con le zecche toscane, Genova, Milano, Pavia ecc. Ovviamente se si potesse oltre a elencare qualche dato e qualche caratteristica del grosso della città scelta , postare anche una moneta di riferimento sarebbe splendido, sarebbe opportuno visto il tema che fosse possibilmente un grosso del primo tipo,visto il tema dibattuto. Seguirà nel prossimo post una breve presentazione sul grosso veneziano, mi auguro che seguano a ruota Arka, Luciano e gli appassionati di Venezia , lo faccio ovviamente solo ,perdonatemi, per avviare e incanalare la discussione. A dopo....1 punto
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Abbiamo parlato spesso in varie discussioni dei mercatini sparsi in tutta Italia e la loro difficile permanenza, Ieri andando a Palermo in piazza Marina dove ogni domenica c'e un mercatino dove puoi trovare un po di tutto comprese monete, in una bancarella di libri usati ho trovato una copia del Nummarium islamico normanno della biblioteca di Palermo (1975) che mancava nella mia biblioteca numismatica e che no riuscivo a trovare. naturalemnte subito acquistato! Cercando cercando qualcosa si trova sempre! Viva i mercatini!1 punto
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Come discussione che può essere collegata o rimanere parallela a quella della nascita del grosso ,si può inserire quella sulla coniazione in alcuni centri italiani verso la metà del XIII secolo di monete in oro. Dopo il grosso,abbiamo le monete in oro,in questo quadro complesso che si trasforma e in questo periodo storico dove nel bacino mediterraneo venivano usate coniazioni auree che nel contempo si interrompono e diminuiscono e nel centro nord invece iniziano e prendono vigore velocemente quelle aureee. Due situazioni geografiche che cambiano e quasi si ribaltono, questa è la prima considerazione. I primi a coniare furono i genovesi agli inizi del 1252 con i genovini,una moneta di oro puro, subito dopo seguita da Firenze coi suoi fiorini con un intrinseco uguale ai genovini. Venezia arriverà dopo, fu la prima per il grosso,sulla moneta aurea arriverà dopo ,perchè? Probabilmente forse legati a motivi di opportunità, preservando il proprio oro o motivi di bilanci nei pagamenti con l'oriente ? Di certo l'oro non mancava,c'era l'oro africano, in Europa grosse disponibilità in Ungheria, sembra esserci la tendenza di avere oro in Occidente e invece quella di esportare argento in Oriente dove era ben accetto. Di certo influirono vari fattori,per le necessità dei grandi commerci anche internazionali, per le rimesse su altre piazze di moneta,per versamenti fatti ai sovrani. In Lombardia arriverà più tardi, verrà utilizzato molto il fiorino,l'oro risulta col tempo moneta più dello Stato , delle Curie, dei Signori,delle tasse, dei pagamenti degli alti ufficiali per le guerre, l'argento viene utilizzato più per i commerci minori, per i pagamenti della manodopera. Di certo un problema fu mantenere in equilibrio i rapporti di concambio tra monete aureee e d'argento ,il mercato ovviamente costringeva a continui cambiamenti tra i due nominali , rendendo difficile il sistema monetario. Di certo la moneta aurea si impose anche come moneta di prestigio per i Signori, ma anche per il suo semplice valore in sè, simbolo di ricchezza, ma anche di potere ; le fluttuazioni del suo valore che venivano utilizzate già ai tempi e la possibilità di approvvigionamento più facile di uno dei due metalli produssero conseguenze anche reali sul successo di una moneta e anche di una intera area monetaria. Tante riflessioni, alcuni problemi aperti, tante considerazioni, il tutto a partire dalla meta del XIII secolo, quindi subito dopo la nascita del grosso e del suo successivo successo in tutte le città italiane.1 punto
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Pio VI (1775-1799) Roma, Testone. Munt 31a, CNI 176 D/: Stemma ovale in cornice con fogliami, chiavi con impugnatura a cuspide con doppi cordoni. PIVS . SEXTVS _ PON . M . A . XII R/: Figure di S. Pietro a sinistra e S. Andrea a destra, in alto: raggi spioventi. SANCTVS . PET _ RVS . SANCTVS . _ ANDREAS Es. 17 _ 90 ai lati dell'armetta di Monsignor Antonio Lante, presidente di zecca T/: a fogliette Da notare l'anacronismo dell'anno di pontificato rispetto alla data. Commenti e pareri sono come sempre graditi Ciao Michele1 punto
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La patina deserto è quella che si forma in seguito alla deposizione della moneta o di qualsiasi altro oggetto, appunto, in zone con terreni più o meno sabbiosi. Questo dovrebbe far supporre che tutte le monete con reale patina deserto (perché c'è anche chi tenta di riprodurla) debbano provenire da zone desertiche; questo è in parte vero, diciamo per statistica, ma la realtà è che anche in zone con terreni più sabbiosi, ma non in zone desertiche, si possa formare questa patina. Inoltre, non è detto che venga trovata così come ci viene mostrata, per esempio, la tua, ha subito una pulitura, vuoi per cercare di identificare la moneta, vuoi per scoprire la patina verde, ma ci sono anche monete che mantengono inviolata la sabbiolina gradevole che le ricopre.1 punto
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"se Montenegro era presente, anche gli altri commercianti dovevano esserci: é pertanto evidente che la colpa del flop sia di questi assenti" Chi crede in questo Postulato é pregato di studiarlo a memoria; nel viaggio verso il prossimo convegno di Verona verrà allestito un pullman di flagellanti che lo ripeteranno fino all'esaurimento delle forze....1 punto
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Esatto. E' assolutamente lecito. E cosa c'è di male in questo? Il forum serve anche ai nuovi utenti, per informarsi. All'inizio, inoltre, non è facilissimo orientarsi fra le varie sezioni. Lamoneta è stato il primo forum internet, cui mi sono iscritto. Non sapevo nulla delle dinamiche del forum stesso, delle abitudini, della storia pregressa e dell''etichetta'. Mi sono presentato direttamente nella prima disucssione aperta, in cui chidevo informazioni su alcune monete, su cui nutrivo qualche dubbio. I fora successivi hanno beneficiato dell'esperienza, che ho acquisito qui, ma che c'è di male?1 punto
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Sì e la democrazia dove va a finire? Ma si sta scherzando? Ho risposto nella discussione di Pino e posso farlo anche qua, nessun problema. Qua dentro siamo tutti uguali e tutti hanno diritto a ricevere una risposta che si riferisca a un più o meno nobile scopo. NON è nostro diritto né fare "dietrologia" né giudicare i nuovi utenti. E' nostro dovere, invece, accogliere i nuovi utenti nel miglior modo possibile perché come è stato fatto a noi è giusto farlo a loro. Ripeto, non permettiamo più, che come accaduto nell'altra discussione, ci si accanisca così verso un nuovo utente perché tutti sappiamo quanto peso ha il "cliente danneggiato". Mirko1 punto
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Questo è il lavoro > Ferdinando I d’Aragona (1458-1494) Maestri di Zecca Salvatore Miroballo, banchiere napoletano (1455 - 1458) sigla M Giovanni Miroballo,banchiere napoletano (nel 1459) senza sigle. Prota – Maestri e incisori della zecca napoletana 1914 (senza sigla sulle monete). Bovi BCNNAn. LIII 1968 (indica sigla Y). Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984 (indica sigla Y). Antonio Miroballo (fino al 1460) figlio di Giovanni,sigla A – M Salvatore de Ponte ( 1460 - 1461) sigla P Benedetto de Cotrullo ( 1460 - 1468) sigla B Jacopo o Yacobus de Cotrullo (dal 1 settembre 1469 al 1474) sigla Y – CY - C - I Francesco di Rauso e Gionata Barbieri - PN 261 Aprile 2011. Paolo de Venis (1472) sigla V Nicolò o Cola Spinello (1475 - 1488) sigla S Gian Carlo Tramontano ( 1488 - 1514) sigla T - CT - IT - TC Prota – Maestri e incisori della zecca napoletana 1914. Bovi BCNNAn. LIII 1968. Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984. Nel manoscritto del Prota dopo il nome di Jacopo Cotrullo è segnalato il nome di Paolo de Venis, che il Bovi, per mancanza di conferme non inserisce, cosa invece, che viene fatta nel lavoro del Pannuti e Riccio. Elenco le monete dove tali sigle compariscono, alcune certe, altre con “forzatura”, che potrebbero essere attribuite e/o assegnate a questi maestri di zecca: Giovanni Miroballo, si acquistò solo i favori e la benevolenza di Ferdinando I per averlo aiutato nella guerra contro i baroni (nessuna sigla sulle monete – Prota 1914), anche se segnalo che il Bovi ed il Pannuti Riccio indicano per questo maestro di zecca la sigla (Y); recenti studi condotti da Francesco di Rauso e Gionata Barbieri (Rif. PN 261 “Monete Napoletane Inedite o poco conosciute da Roberto d’Angiò a Federico d’Aragona”) dimostrerebbero che la sigla Y sia da attribuire a Jacopo (Yacobus) de Cotrullo, sono d’accordo con il loro pensiero e di questo maestro riferirò in seguito; Antonio Miroballo, fu nominato prima maestro provvisorio da Ferdinando I per i servizi resi dal padre Giovanni e nel 1459, confermato definitivamente, (A - M) sul Tarì P.R. 10a, sui Coronati P.R. 11a e 12b, sui Carlini P.R. 21b e 21d, sulla Cinquina, P.R. 25c e sul Denaro, P.R. 31a e 31b; Salvatore de Ponte (P) sul Carlino, P.R. 21e; Benedetto de Cotrullo (B) sui Coronati, P.R. 11 e P.R. 12, sul Carlino P.R. 21c e sul Tornese P.R. 26a; Jacopo o Yacobus de Cotrullo (Y) sul Coronato P.R. 12d e P.R. 15d; (CY in nesso) sul Coronato Corpus 261(MEC 60 - p. 961); sigla © su alcuni Coronati di 2^ classe (coniati a partire dal 1 agosto 1472), sulla Cinquina P.R. 25a; Riguardo tali sigle, segnalo che sono apparsi anche due Coronati con le sigle (YY Civitas Neapolis 60) e sigla (Y su C Di Rauso - Barbieri, inedito), gli autori dell’art. sono propensi a considerare che in zecca vi sia stato un riuso dei coni; ritengo anch’io plausibile e ragionevole tale ipotesi, accludendo alcune considerazioni personali: Benedetto e Jacopo de Cotrullo, padre e figlio, erano presenti in zecca ai tempi della coniazione dei Coronati dell’Incoronazione, ma per qualche motivo, credo omonimia, Benedetto abbia dato l’ordine di incidere su di essi, inizialmente, la sigla del nome e non del cognome. In zecca, tra il 1469 e il 1472 (quindi ancora durante la coniazione dei Coronati dell’incoronazione), quando ormai Jacopo era divenuto maestro dell’ufficio di zecca, ci sia stata l’indecisione se apporre la sigla C o continuare la tradizione, con la sigla Y sulle monete, (ciò spiegherebbe la presenza della sigla CY sul Coronato Corpus 261, MEC 60), ma potrebbe trattarsi anche solo di un semplice errore comunque ricondotto a tale motivazione. Intanto nel 1472 , terminata la coniazione dei Coronati dell’Incoronazione, Ferdinando I, diede l’ordine di iniziare a coniare quelli con il busto del Sovrano al dritto e la croce di Calabria al rovescio, e in questa fase 1472 - 1474 (data ultima della presenza in zecca di Jacopo), su alcuni di essi è stato inciso la sigla C, su altri si sia continuato con la sigla Y (P.R.15d), ma potrebbe essere anche accaduto (e non sarebbe una novità per la monetazione napoletana) che su alcuni di essi si sia proceduto ad un riconio della sigla, determinando così alcuni inediti che ai giorni nostri appariscono. Segnalo, inoltre che sul Coronato classificato dal P.R. al nr.12a, (Coll. Scacchi) viene indicata la sigla C, questa moneta potrebbe rientrare tra quelle coniate sotto la direzione di Jacopo Cotrullo. Paolo de Venis (V) sul Coronato P.R. 15c; Nicolò o Cola Spinello (S) sul Carlino, P.R. 21f, sul Doppio Cavallo, P.R. 34, sui Cavalli e sul Denaro P.R. 31c; Gian Carlo Tramontano (T - CT - TC - IT) sulle monete di Ferdinando I, Alfonso II, Ferdinando II, Federico d’Aragona e Ferdinando il Cattolico. Sotto questo Sovrano mi restano ignote la sigla U presente al rovescio del Coronato classificato dal P.R. al n. 12c (moneta questa che merita conferma), la sigla V al dritto del coronato P.R. 18c (in questo caso il de Venis non avrebbe mai potuto siglare questa moneta in quanto risulta in zecca nel 1472 e il Coronato, ivi menzionato, fa parte della 3^ classe “Coronati dell’Angelo” a partire dal 1488, la sigla CA al rovescio del Coronato P.R. 15f , la sigla A sui vari coronati di 2^ classe (coniati a partire dal 1 agosto 1472, su questi ultimi, infatti è improbabile che la sigla sia di Antonio Miroballo che fu presente in zecca fino al 1460) e la sigla E al dritto della Cinquina P.R. 25b. Riguardo ai Coronati dell’Angelo, oltre a quelli riportanti la sigla T (iniziale del Tramontano), se ne conoscono un numero limitato con differenti iniziali, sigla (I) P.R. 17a, P.R. 18b, P.R. 19, sigla © P.R. 18a e sigla (V) P.R. 18c, di questo ultimo ho già riferito in precedenza. Questi, oltre ad essere lavorati sotto la direzione del maestro di zecca effettivo, furono anche eseguiti da maestri aggiunti, sussidiari o supplenti, fuori di zecca, e di conseguenza da differenti incisori; tale tesi è avvalorata dal fatto che essi presentano un carattere di tecnica e di stile artistico più accurato e si differenziano da quelli emessi sotto la gestione del Tramontano. In questi il ritratto del Sovrano è rappresentato con busto più completo e con lineamenti fisionomici sorridenti e la figura dell’Arcangelo in vario e movimentato atteggiamento è di due terzi o di completo profilo nell’atto di trafiggere il drago, con lo scudo imbracciato, non più a rotella ma raffigurato in forma allungata ed a punta, attraversato dalla croce potenziata. (Rif. BCNN An. XXXVI 1951 - I Coronati di Ferrante d’Aragona). Anche la sigla (I) presente sull’Armellino, P.R. 22a, P.R. 22b e P.R. 22c mi rimane di difficile attribuzione, ma la motivazione potrebbe essere ricondotta a ciò che ho riferito in precedenza. Per la tipologia “Cavallo” dove le sigle, che compariscono sotto la linea dell’esergo, singolarmente e a volte presenti anche sotto la zampa o sotto l’addome del cavallo stesso, dato la loro complessità, non ritengo opportuno attribuirle a questo o a quel zecchiere segnalato, anche se per alcune di esse (sigla S, T ) non sussistono dubbi circa l’effettiva corrispondenza con i Maestri di Zecca, Nicolò Spinelli e Gian Carlo Tramontano. Maestro di Prova Antonello Fondacaro (1462-1467). BCNN An. LIII 1968. Incisore Giovanni de La Manna e Ferrante Miroballo, Napoletani (1460). Francesco Liparolo,orafo Napoletano (fino al 1462 o 1468). Girolamo Liparolo, di Napoli (1462 - 1497). Leonardo de Cambrario (1472). Guido Mazzoni (si suppone che abbia lavorato ad alcuni coni). Sambon - Estratto RIN 1893 - Incisori dei coni della moneta napoletana BCNN An. XXXVI 1951 Bernardino de Bove di Napoli (1497 – 1505 ?). Sambon - Estratto RIN 1893 - Incisori dei coni della moneta napoletana. BCNN An. LIII 1968 Anche in questo caso il Bovi a differenza del Sambon indica, accanto ai nomi di questi incisori, solo l’anno in cui certamente essi esercitarono la loro funzione in zecca: Girolamo Liparolo (1462) e Bernardino de Bove (1497). Riguardo a Leonardo de Cambiario, maestro di Prova della zecca Aquilana, nel BCNN An. XXXVI 1951 si legge che nel 1472 venne a Napoli espressamente per ordine del Re per lavorare “monete nuove di Coronati” affiancando, in zecca, Girolamo Liparolo. P.S. mi rimane un dubbio su Stefano Crisafi (1458) citato da Fedafa e riportato anche dal Bovi (citato in un lavoro di Alfonso Silvestri "la zecca di Napoli all'inizio della dominazione aragonese") sinceramente però di questo non ho trovato corrispondenza su alcuna moneta. Per eventuali errori.....si possono sempre corregere. ;) BUONA LETTURA Scusate....ma dimenticavo di segnalare che qui non vi sono nuove scoperte, ma si è cercato solo di mettere insieme tanti piccoli frammenti giunti ai giorni nostri.1 punto
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salve avrei voluto inserire in catalogo questa monetina ma non vedo la schedal non la trovo nemmeno nel libro le monete del ducato di urbino ne sul CNI come fare? comunque spero che fedafa l'aggiunga nell'indice coniazione dei Montefeltro zecca di FOSSOMBRONE duca Federico I° da Montefeltro picciolo diametro 14mm peso 0,3 gr1 punto
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queste monete non dovevano nemmeno uscire dalla Zecca ma tantè............. Ci sono collezionisti che cercano e pagano discretamente. Se vuoi venderla mettila sulla Baia.1 punto
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Vi ringrazio, sempre celeri e gentili :) Questo giorno è molto importante per me, compio 15 anni :D RIccardo1 punto
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Antony mettimi anche a me in rosso, facciamo un unica spedizione per Napoli!1 punto
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Non so se riuscirò a venire a Milano... nel caso un pensierino... che mi pare appropriato per la pausa pranzo :D1 punto
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... non mi ero accorto che avevi messo un'altra fotografia .... ebbene secondo me lo zecchiere è MP in nesso (cioè con le lettere sovrapposte) e, direi, che dovrebbero essere così Cari saluti1 punto
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ipotesi interessante! in effetti il rapido svilimento del carrarese può non aver avuto un parellelo rinnovamento delle attrezzature di conio (tempi stretti? ragioni economiche?) e quindi potrebbe essere corretto un impiego dei medesimi strumenti con qualche aggiustamento della tecnica produttiva. interessante e da approfondire... sarebbe utile trovare altri esemplari simili e magari far analizzare la composizione della lega dei carraresi del medesimo tipo con e senza bottone pronunciato.1 punto
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Com'è andata? :rolleyes: Salve,non ho pescato nulla oo) e il filo trecciato non mi piace, troppo attrito sui passanti e mulinello. Ciao.1 punto
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vorrei far notare che "l'imputato" o l'utente (dipende dai punti di vista) è registrato da un mese, ha postato in un paio di discussioni e adesso dopo un mese dalla sua iscrizione chiede informazioni sul valore di alcune monete in suo possesso. il limite di un anno vale per le razzie non per le valutazioni e per iniziare una collezione, o anche una semplice raccolta o un passatempo di 3 mesi è lecito informarsi su quello che si ha in mano, sopratutto se si trovano valutazioni "strane". detto questo è vero che domande del genere non alzano il livello del forum, ma la stessa cosa va detta per alcune delle risposte. P.S. Domandare è lecito, rispondere è cortesia.1 punto
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Sì non ha difetti ma la tua Apollonia la preferisco. Hai visto che espressione spenta ha qui Eracle al dritto? Inoltre ha l'occhio a palla che mi ricorda Stallone nel Rocky dei primi episodi (dopo no perchè si era già un po' rifatto e era diventato più bello... ;) ) Bè, qui Alessandro è stato colpito all'occhio, nella mia alla tempia. Del resto era sempre in prima linea nelle battaglie :D apollonia1 punto
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Posso correggerti? Non si parla di Milano ma di Novegro, che anche se è a due chilometri da Linate è tutt'altra cosa di Milano. Per chi vive e conosce Milano e i milanesi, sa che Novegro ha un significato ben diverso (anche per tutta la serie di eventi di basso livello che vengono organizzati lì) da ció che avrebbe significato un convegno in sale di hotel del centro o anche in Fieramilanocity dove fra poco ci sarà il convegno filatelico alla sua venticinquesima edizione.. La mia impressione è che chi ha organizzato questo evento non avesse neanche la minima idea di cosa stesse organizzando, pensando che il mercato numismatico fosse uguale a quello delle bambole, dei robot giocattolo o degli ovetti kinder. M :P1 punto
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Ma sarà mica perché di convegni e convegnucci e raduni e amenità varie ce ne sono otto per ogni fine settimana e dato che i collezionisti e i commercianti alla fine sono sempre i soliti, invece di presenziare a convegni che sembrano più tornei di briscola, in quanto a location e organizzazione, ma che costano come serate alla Scala, preferiscono partecipare a quelli che sul campo si sono guadagnati la remuneratività dell'impegno economico per parteciparvi? Secondo me, bisognerebbe chiudere il 95% dei convegni attuali e togliere ai circoli numismatici la possibilità legale di organizzare le pagliacciate che ho visto in giro spacciate per convegni, giornate numistaicofilateliche e raduni vari, e ridare ai convegni NUmismatici Filatelici con la maiuscola le sedi e le organizzazioni che si meriterebbero per la delicatezza del materiale trattato...tutto il resto del collezionabile...sorpresine,tappini, tessere, carte dei Pokemon, capsule e amenità del genere stanno meglio al mercatino dell'antiquariato settimanale o mensile piuttosto che mischiato alle categorie suddette visto che hanno la stessa vita e durata di una candela , collezionisticamente parlando e creano solo confusione. I convegni devono essere organizzati in modi e luoghi adatti, con un minimo di comfort e possibilità di tratatre gli affari comodamente e in sicurezza...è una questione di cifre in gioco, anche...altrimenti non si spiegherebbe perché a Vicenza ci vanno personaggi che non metterebbero piede a Verona neanche morti e non parliamo di fiere del bestiame come in altre location, tra piazzali fangosi, zingari in giro tra i banchi, comitive di sfaccendati che sono lì per puro caso. E nello stesso modo non si spiegherebbe perché altri collezionisti numismatici o filatelici, non metterebbero piede neanche Vicenza preferendo la tratativa in studio o la partecipazione ad aste prestigiose... E magari in questo modo, riducendo drasticamente il numero degli pseudoconvegni e raduni esistenti, i commercianti e i collezionisti potrebbero tornare ad incontrarsi in luoghi, dove di Bulgari con i sesterzi falsi e i reperti taroccati, come scrive caius, non se ne sente neanche il puzzo......1 punto
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Stupenda iniziativa, che ho inserito in calendario: http://www.lamoneta....ata-del-grosso/ Ricordo che è attiva la funzione RSVP, ovvero la Conferma di Partecipazione. Gli utenti che intendono partecipare possono infatti dare conferma cliccando su "Parteciperò". Strumento utile sia per gli organizzatori che per noi tutti in quanto potrà fornire una stima sulla presunta affluenza dei forumisti.1 punto
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