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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/18/12 in tutte le aree

  1. Scusate, ma non riesco a trattenermi dall'intervenire. Un po' per la grande gioia di vedere giovani così interessati alla moneta da prendere in considerazione disagi non da poco (ma prima le mamme, mi raccomando; loro sanno sempre cosa è giusto per i figli, lo si capisce da grandi...per non dire vecchi, sigh); un po' perché le belle domande con cui si è aperta questa discussione a mio avviso sono proprio il punto centrale per comprendere l'origine e la natura del grosso. E sicuramente io a Milano cercherò di darvi una mia 'risposta'. Nel frattempo però mi permetto di anticipare un concetto, che purtroppo raramente è considerato nei trattati numismatici, talvolta perché dato per scontato e talvolta perché semplicemente ignorato (temo). Il concetto è che la moneta coniata ed il metallo con cui è fatta non sono la stessa cosa, anche quando hanno più o meno lo stesso valore (questo capita in genere con le monete d'oro). Perchè la moneta ha sempre un valore nominale riconosciuto (perché fissato dalla legge), mentre il metallo con cui è fatta semplicemente no. Per comprendere la diferenza, immaginate che l'euro avesse ancora la sua parità metallica (mettiamo di 1 € = 0,025 g AV) e che voi andaste in un autosalone a comprare un auto: se il prezzo finale è di 20.000 € e voi avete in banca banconote per la stessa cifra, avrete l'assoluta certezza che i vostri euro 'dovranno' essere accettati dal venditore senza alcuna discussione; immaginate invece di andare a comprarla con un lingott...ino da 5 etti; probabilmente riuscirete ad acquistarla lo stesso, ma sicuramente dopo una lunga contrattazione e forse portandovi dietro la spiacevolissima sensazione di essere stati fregati ("eh, ma l'oro sa com'è, oggi sale domani scende"; "quello è prezzo teorico fissato dalle banche, ma in realtà se lei va a venderlo le danno la metà se va bene", "e chi mi dice che la lega è quella dichiarata" etc. etc...). Non a caso in certi momenti nel passato le banconote facevano aggio (cioè valevano di più) sull'oro in cui erano convertibili per legge. Ora, prima delle convenzioni sul cambio, nate solo in età moderna, tutte le monete mantenevano il loro valore nominale obbligatorio all'interno della nazione di appartenenza, ma all'estero dovevano il loro valore solo al contenuto metallico, con il piccolo surplus dato dalla convenienza a non doverne saggiare la lega. Come fare per evitare questa 'contraddizione' ineludibile della moneta (già affrontata addirittura da Platone, nelle Leges), per cui da un lato l'uso della propria moneta nazionale nei traffici internazionali risultava assai poco conveniente (perché lì si sarebbe probabilmente svalutata), dall'altro le monete internazionali rischiavano di circolare in patria come metallo a peso, con tutti i problemi di contrattazione che ciò poteva provocare? Si tratta di problemi non da poco per le comunità che vivevano di questi commerci, come possiamo immaginare. E forse il grosso.....ma ne parleremo a Milano, intanto affilate le vostre armi dialettiche. Andrea
    3 punti
  2. Un'altra moneta forse petronius sta progettando di raccontarci, perché è sicuramente un caso di "Chi è quella ragazza?" Nella mia moneta notebook è la seguente voce, ma l'ho scritto dieci anni fa: I quartieri di Standing Liberty giunto alla fine, con i pezzi datati 1930. Miss Liberty sul quartiere scompare nella storia, insieme con un sacco di risposte alle domande che abbiamo su questa serie di monete. Chi era questo ultimo Miss Liberty sul quartiere? Attrice di film muto Dora Doscher pensava di essere stato il modello della moneta, ma nel 1972, attrice di ex-Broadway Irene MacDowell (grazie petronius! ;) ) nald ha sostenuto che la storia era stata una cortina fumogena. Ha detto che lei era stato modello di MacNeil per la moneta, ma aveva tenuto tranquilla a causa della disapprovazione del marito. In realtà, c'è spazio per entrambi stories–and ultimo ho sentito, consenso attuale sembra essere che il ritratto è un composito. Ma ancora una volta, che era dieci anni fa.... :) v. -------------------------------- Another coin maybe petronius is planning to tell us about, because it’s definitely a case of “Who’s that girl?” In my coin notebook is the following entry, but I wrote it ten years ago: The Standing Liberty quarters come to an end with the pieces dated 1930. Miss Liberty on the quarter disappears into history, along with a lot of the answers to the questions we have about this series of coins. Who was this last Miss Liberty on the quarter? Silent movie actress Dora Doscher was thought to have been the coin’s model, but in 1972, ex-Broadway actress Irene MacDowell (thanks petronius! ;) ) claimed that story had been a smokescreen. She said she had been MacNeil’s model for the coin, but they had kept it quiet because of her husband’s disapproval. Actually, there’s room for both stories–and last I heard, current consensus seemed to be that the portrait is a composite. But again, that was ten years ago.... :) v.
    2 punti
  3. Un amico me ne regalò alcune pagine un paio di anni fa, comunque sono monetine in FDC e c'erano alcune nazioni particolari, di non facile reperibilità. Le usai per fare degli scambi ma quelle che mi piacevano di più le ho tenute per me, tutte le monete valgono la pena di essere guardate e studiate...tutte hanno qualcosa da raccontarci. Ciao, Giò
    2 punti
  4. No, io invece parlerei al massimo di quarto da 7 al soldo. Nel 1576 ci fu un piccolo aggiustamento del sistema monetario, con modifiche che riguardarono proprio il quarto, abbassato in Piemonte e nel Nizzardo a valere 1/7 di soldo, e non più 1/4. Il ritorno al grosso avvenne solo dal 1587, quando fu definitivamente abbandonato il sistema basato sulla lira di 20 soldi introdotto con Emanuele Filiberto. Prendi sempre con le pinze il Gamberini, in tanti casi le modalità con cui stabilisce prototipo e imitazione/contraffazione sono molto all'acqua di rose. E. verissimo.... anche se il valore era lo stesso (7 per un soldo) penso per comodità questa tipologia è sempre stata chiamata quarto di grosso, mentre il quarto da 7 al soldo (quindi quarto di che???) veniva identificato quello per la savoia..... anche se il valore era lo stesso.... precisazione comunque più che corretta... Sui documenti trovo più di frequente il generico termine di quarto, ma il riferimento è sempre al soldo e non al grosso, che come ti dicevo fino alla riforma del 1587 non era più coniato. La denominazione di quarto di grosso è ancora una volta una semplificazione introdotta in letteratura, che l'evidenza dei documenti obbliga però a rettificare. Attento che il valore del quarto di soldo, del quarto da 7 al soldo e del quarto di grosso non era lo stesso. Il quarto di soldo è proprio la frazione da 1/4 di soldo introdotta con la riforma del 1561-62. Il quarto da 7 è un suo correttivo introdotto nel 1576-77 per effetto della rivalutazione della lira e dell'argento in generale. Il quarto di grosso, invece, è la moneta introdotta con la riforma del 1587 come frazione di 1/4 di grosso, in quanto il grosso era tornato (come già era prima della riforma d Emanuele Filiberto) l'unità monetaria del ducato. Che poi tra le tre valute ci fossero differenze minime e bene o male i tre nominali circolassero allo stesso valore (c'è un ripostiglio, che sarà forse pubblicato il prossimo anno, che sembrerebbe far pensare a questo) è un altro discorso ancora. Se guardi i dati delle ordinanze presenti in appendice al primo volume del Promis noti subito come non si parli di grossi fino al giugno 1587. E.
    2 punti
  5. Macrino 217-218 d.C. Marcus Opellius Macrinus fu il primo imperatore a non provenire da una famiglia di rango senatoriale. Il suo regno è stato un interludio tra due gruppi di imperatori della stessa dinastia, i Severi. Trascorse i 14 mesi del suo regno in oriente, dove si dimostrò incapace di mantenere l’influenza guadagnata dal suo predecessore Caracalla. La prima parte della vita di Macrino è praticamente sconosciuta. Il sospetto del suo coinvolgimento nell’omicidio di Caracalla e le sue umili origini diedero adito a numerose “voci” riguardo il suo inizio carriera. Ad esempio che fosse stato un cacciatore, un gladiatore o addirittura di essersi prostituito. Voci poco credibili provenienti da fonti ostili, fossero vere, non avrebbe mai potuto raggiungere le più alte cariche nell’amministrazione dell’impero. Dione Cassio, che lo conosceva personalmente, lo fa nascere a Cesarea in Mauritania (odierna Cherchell, Algeria) nel 164 d.C., anche se altri citano il 166. Anche se molte fonti lo dichiarino proveniente da una famiglia povera, è più probabile invece, che appartenesse ad una famiglia d’elite locale, con le capacità economiche di mantenerlo agli studi. Quando Macrino arrivò a Roma, il suo carattere gli procurò molte amicizie, che gli permisero di scalare l’amministrazione imperiale durante il regno di Settimio Severo. Settimio Severo RIC IVa 299v aureo, zecca di Roma 202-210 d.C. D: SEVERVS PIVS AVG, testa laureata a sinistra V: VICTORIAE, Vittoria conduce biga verso destra Esergo: AVGG Si guadagnò una buona reputazione di giurista, fu consigliere legale del prefetto del pretorio Plautiano, direttore del traffico della via Flaminia, e in seguito assunse la carica di “procurator thesaurum”, cioè amministratore finanziario delle proprietà personali dell’imperatore. Quando Caracalla divenne imperatore, nominò Macrino prefetto del pretorio, facendogli condividere la carica con Oclatinio Avvento, un militare di esperienza, anche lui proveniente dalla gavetta; i due servirono Caracalla durante le campagne in oriente. Quando Macrino scoprì che qualcuno (forse un astrologo) lo aveva denunciato come rischio alla sicurezza dell’imperatore, fu costretto ad agire; nella primavera del 217 Caracalla si recò in visita ad un tempio vicino a Carre, accompagnato dalla sua guardia personale che includeva Macrino. Il gruppo ritornò con i corpi dell’imperatore e di una delle guardie (altre fonti citano che il pretoriano fu giustiziato in seguito), e con la “storia” che il colpevole dell’omicidio fosse la guardia morta. Caracalla RIC IVa 525b, sesterzio, zecca di Roma 214 d.C. D: M AVR ANTONINVS PIVS FELIX AVG , busto laureato, drappeggio e corazza, rivolto a destra. V: PM TRP XVII IMPIII COSIIII PP, Caracalla accompagnato da due ufficiali, si rivolge alle truppe. Esergo: S C Naturalmente non tutti furono convinti del racconto, ma l’opportuna scomparsa del sicario e l’apparente dolore di Macrino, fecero in modo, 11 Aprile 217, che fosse riconosciuto imperatore dalle truppe. Il fatto che dovesse la sua nuova carica solamente al volere dell’esercito, senza aver consultato il Senato, costituì il preludio alla lunga serie di imperatori militari successivi. La sua carica fu solo in seguito ratificata dal senato, probabilmente a causa dell’odio verso Caracalla e/o dell’annulamento di alcuni aumenti delle tasse e di un’amnistia in favore degli esiliati. Macrino recitò un mea culpa per non avere ascendenze senatorie, e promise di governare ispirandosi a Marco Aurelio e Pertinace. Nonostante molti detestassero Caracalla per la sua brutalità, era, per contro, molto amato dai suoi soldati, che vedevano Macrino come il presunto responsabile della sua morte. Cercò di mantenere la propria (scarsa) popolarità tributando onori divini all’imperatore defunto, e sulle sue monete assunse il nome di Severo. Macrino RIC IVb 121 sesterzio, zecca di Roma, aprile-dicembre 217 d.C. D: IMP CAES M OPEL SEV MACRINVS AVG, busto laureato, drappeggio e corazza rivolto a destra V : PONTIF MAX TRP PP, Felicitas stante a sinistra con caduceo e scettro Esergo: S C (Senatus Consulto) Nel tentativo di creare una nuova dinastia, coniò monete a nome del figlio Diadumeniano, nominandolo Cesare all’età di nove anni, con i titoli di “Principe della gioventù” e “Speranza dello stato”. Diadumeniano RIC IVb 106 antoniniano, zecca di Roma, 217-218 d.C. D: M OPEL DIADVMENIANVS CAES, busto radiato, drappeggio e corazza, rivolto a destra V: PRINC IVVENTVTIS, Diadumeniano stante a sinistra con bastone e scettro, a destra due insegne legionarie Diadumeniano RIC IVb 116 denario, zecca di Roma, 217-218 d.C. D: M OPEL ANT DIADVMENIAN CAES, busto a testa nuda, drappeggio, rivolto a destra V: SPES PVBLICA, Spes avanza a sinistra con fiori e sollevando la veste Un primo grave errore tattico, fu permettere alla madre di Caracalla, Giulia Domna, di recarsi in Siria dove poteva facilmente avere contatti con le truppe. Quando Macrino si rese conto che Domna stava tentando, con un certo successo, di organizzare una rivolta, le ordinò di lasciare la Siria, ma Giulia era gravemente ammalata di cancro al seno, e preferì lasciarsi morire di fame. Giulia Domna RIC IVa 895 (Settimio Severo) sesterzio, zecca di Roma 206-211 d.C. D: IVLIA AVGVSTA, busto drappeggiato a destra V: MATER DEVM, Cybele turrita seduta a sinistra, regge un ramo e appoggia il braccio sinistro su un tamburo, leone sotto la sedia Esergo: SC Nel frattempo Macrino riuscì ad inimicarsi i soldati con delle mosse poco azzeccate, concesse a Tiridate II l’Armenia, facendola, di fatto, uscire dal controllo di Roma; quando il sovrano partico Artabano V (l’ultimo re dei Parti) invase la Mesopotamia, rifiutò le offerte di pace avanzate da Macrino, avvertendone la debolezza, e gli eserciti si scontrarono a Nisibi; i tre giorni della battaglia non ebbero esito favorevole per le truppe di Macrino, che fu costretto ad accettare una pace ingloriosa con i Parti, pagando una considerevole indennità di guerra e restituendo i prigionieri, nonostante ciò... monete coniate a Roma inneggiano ad una “vittoria partica”... Macrino RIC IVb 49 denario, zecca di Roma 217-218 d.C. D: IMP C M OPEL SEV MACRINVS AVG, busto laureato e corazzato rivolto a destra V: VICT PART PM TRP II COS II PP, Vittoria avanza a destra con ghirlanda e palma. Artabano V 213-227, dracma Peggiorò la situazione tagliando la paga alle truppe e riducendone i privilegi concessi da Caracalla. Una mossa non molto astuta, se vuoi mantenere dalla tua parte i soldati... A questo punto, visto che nel frattempo era scomparsa la minaccia dei Parti, la sorella di Giulia Domna, Julia Maesa, fece la sua mossa. Fece intrufolare suo nipote Vario Avito Bassiano (il futuro Marco Aurelio Antonino, Eliogabalo) in un campo legionario vicino Emesa (città d’origine della famiglia) e lo fece acclamare imperatore dai legionari. Per rafforzare la pretesa al trono del quattordicenne, la madre Giulia Soemia dichiarò che Vario (il futuro Eliogabalo) fosse il figlio illegittimo di Caracalla, suo primo cugino. Giulia Maesa RIC IVb (Eliogabalo) 415 asse, zecca di Roma 218-222 d.C. D: IVLIA MAESA AVGVSTA, busto diademato rivolto a destra V: PIETAS AVG, Pietas stante a sinistra, braccio destro sopra un altare acceso, nella destra un contenitore di incenso S C ai lati della figura Giulia Soemia RIC IVb 241 (Eliogabalo) denario, zecca di Roma 218-222 d.C. D: IVLIA SOAEMIAS AVG, busto a destra V: VENVS CAELESTIS, Venere stante a sinistra con mela e scettro, stella in campo a sinistra Eliogabalo RIC IVb 146b denario, zecca di Roma 218-222 d.C. D: IMP ANTONONVS PIVS AVG, busto laureato (con corno) drappeggio, rivolto a destra V: SVMMVS SACERDOS AVG, Eliogabalo stante a sinistra con ramo e patera sacrifica su tripode, stella in campo a sinistra Trovandosi a fronteggiare una aperta ribellione, e non avendo il tempo di richiamare le legioni del Reno e del Danubio, Macrino inviò a sedare la rivolta il prefetto del pretorio Giulio Ulpiano con uno squadrone di cavalleria, ma i soldati uccisero Ulpiano e passarono dalla parte di Eliogabalo. Nel tentativo di dare una parvenza di stabilità alla sua dinastia, Macrino elevò al rango di Augusto il figlio Diadumeniano, e fece coniare ad Antiochia monete in suo nome, dichiarando la “felicità dell’epoca” e distribuì elargizioni alle truppe nella speranza di riportarli dalla sua parte. Diadumeniano RIC IVb 118 denario, zecca di Roma 218 d.C. D: IMP C M OPEL ANT DIADVMENIAN AVG, busto laureato, drappeggio e corazza, rivolto a destra V: FELICITAS TEMPORVM, Felicitas stante a sinistra con cornucopia e caduceo (moneta conosciuta in soli quattro esemplari) Macrino RIC IVb 79 aureo, zecca di Roma 217-218 d.C. D: IMP C M OPEL SEV MACRINVS AVG, busto laureato, drappeggio e corazza, rivolto a destra V: LIBERALITAS AVG, Macrino e Diadumeniano seduti su una piattaforma, alle loro spalle un ufficiale, Liberalità stante a sinistra con caduceo e scettro, un cittadino ai piedi della piattaforma Ma non funzionò... fu costretto a rifugiarsi ad Antiochia, solo i governatori dell’Egitto e della Fenicia gli rimasero fedeli, ma non riuscirono ad inviare in tempo i rinforzi. Contro di lui marciò un'armata guidata da Gannys, un eunuco di Eliogabalo, e il giorno 8 giugno 218, gli inflisse una sonora sconfitta. Abbandonato dalla maggior parte dei suoi soldati, cercò di raggiungere Roma nella speranza di trovare qualche sostegno, alcune fonti dicono che si fosse tagliato barba e capelli per cambiare il suo aspetto, ma riconosciuto da un centurione a Calcedonia, fu arrestato e giustiziato. Sorte simile toccò a Diadumeniano, che il padre cercò di far fuggire presso i Parti, fu catturato vicino a Zeugma e giustiziato. Questo prova, ancora una volta, che tagliare la paga ai dipendenti con la spada, può rivelarsi pericoloso per la salute di un imperatore.... In ogni caso Macrino, purtroppo per lui, non ebbe la capacità militare e politica, nè gli appoggi necessari a reggere l’impero. Per quanti riguarda i ritratti sulle monete di Macrino, si possono notare due tipologie diverse, nel RIC vengono descritte come “lineamenti più giovani con barba tagliata” tipo 1, e “lineamenti più anziani con barba lunga”tipo (2) Nel primo appare solo leggermente diverso dagli ultimi ritratti di Caracalla, probabilmente perchè gli incisori della capitale non conoscevano ancora il suo vero aspetto. Il secondo ritratto, originario di Antiochia, è invece più realistico e lo mostra con la più consueta folta barba. Macrino RIC IVb 95 antoniniano, zecca di Roma 217-218 d.C. D: IMP C M OPEL SEV MCRINVS (sic) AVG, busto con corona radiale e corazza rivolto a destra V: SECVRITAS TEMPORVM , Securitas seduta a sinistra con scettro, davanti a lei un altare acceso Macrino Sear Greek 2948; Prieur 246. tetradracma 25 mm 14,3 g. zecca di Antiochia D: AYT K M OP CE MAKRINOC CEB, busto laureato con drappeggio e corazza rivolto a destra V: DHMARC EX UPA TO, aquila stante di fronte con le ali aperte, testa a destra, tiene tra gli artigli un animale sacrificale. Exergus
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  6. Cari amici del Forum, provo a sfruttare lo spazio gentilmente messo a mia disposizione dallo staff... Quanto segue vuole essere, senza pretese di verità, una mia libera interpretazione, un'ipotesi su cosa poteva essere il concetto di Genio nella mentalità degli abitanti di Roma Imperiale, e di quanto questa idea, sotto vari aspetti, sia ancora presente in noi "Romani moderni". Il tutto accompagnato da qualche bella moneta, non necessariamente in ordine cronologico. Troverete qualche discordanza con quanto si legge sui libri, ma si tratta di un argomento intricato e controverso, evolutosi di generazione in generazione, dunque basato su interpretazioni di interpretazioni precedenti, questa è la mia :) Quindi, se avrete la pazienza di leggere, e qualcosa non vi convince (e ci sarà sicuramente) vi prego di farmelo notare, spero di aver modo di discuterne con voi e colmare le mie lacune, il motivo principale che mi ha fatto avvicinare a questo Forum. Exergus Il Genio Romano Nel politeismo degli antichi romani, una figura molto importante era il Genio, una divinità protettrice, discreta ma onnipresente, che faceva da tramite con gli Dei; presente in ogni individuo, e successivamente in ogni animale, cosa o luogo; e così, città, cittadini, strade, incroci, porte, animali, piante, oggetti, e qualsiasi cosa vi venga in mente aveva il proprio Genio, divinità comprese. La nascita dell'idea che tutto abbia uno spirito è una concezione le cui radici si perdono nella preistoria. L'etimologia del nome Genius è da ricondurre a 'gen-' generare, ma non è ben chiaro se sia da intendere in senso attivo o passivo; qualcuno propone che possa derivare dalle religioni pre-islamiche, dove sono presenti i Jinn, nome con forte assonanza fonetica, ma questi, benché somiglianti ai benevoli Genii nella funzione di intermediari tra l'uomo e le divinità, sono invece entità maligne nate all'inizio dei tempi; è più probabile che il concetto romano di Genio, o parte di esso, sia stato ereditato dagli Etruschi; anche nella cultura Greca sono presenti spiriti simili, i Dàimon (demoni), che, per quanto foneticamente distanti, hanno diverse funzioni e poteri in comune. Non è possibile attribuire questa "invenzione" a nessuna civiltà in particolare, e vista la nota capacità dei romani di assimilare e sviluppare le usanze e la tecnologia dagli altri popoli, suppongo che la loro concezione del Genio e dei suoi poteri, fosse un calderone dove si mescolavano le tradizioni delle loro origini ed elementi di tutte le culture animiste con le quali sono entrati in contatto. Nel corso dei secoli i Genii romani sono andati confondendosi con i Mani, i Lari ed i Penati, condividendo alcune caratteristiche, prima fra tutte quella di proteggere i mortali, anche se in realtà c'è una differenza fondamentale, questi ultimi esistono già da lungo tempo, ed entrano in gioco dopo la nascita dell'individuo, mentre il Genio presiede alla nascita dell'uomo, anche se in modo piuttosto misterioso, o alla costruzione di un edificio, e nasce contemporaneamente ad esso. Si trattava di uno spirito guardiano che seguiva l'individuo senza allontanarsi mai, con la funzione essenziale di mantenerne l'esistenza, consigliando l'uomo nelle decisioni difficili, e se non era propizio si limitava a guardare da un'altra parte, infatti il Genio non era un'entità molto propositiva, quindi sarebbe meglio dire "sconsigliando". Per fare un esempio numismatico: quando vediamo una moneta che ci piace ma "una vocina", senza dirci il motivo preciso, ci sconsiglia di acquistarla, ecco, questa è una manifestazione del Genio, chi di noi non si è mai detto: "avrei dovuto ascoltare la vocina...".Ma per ascoltare la voce del Genio abbiamo bisogno di tranquillità interiore, dobbiamo estraniarci dalle ansie che distolgono la nostra mente, in modo da percepire con chiarezza la "voce della saggezza". Chiaramente il 'Genio Numismatico' al pari degli altri, diventa più potente con l'esperienza personale, o forse, diventa più esperto chi nasce sotto la protezione di un Genio più potente, in ogni caso, potere dell'individuo e potere del Genio, come sono nati così crescono: assieme. Nei millenni il concetto di Genio non è andato perduto e sopravvive a tutt'oggi, alcuni sono diventati i nostri Angeli Custodi e i Santi Patroni, anche in Oriente l'idea degli spiriti presenti in ogni cosa è ben vivo e si integra nella religione ufficiale, ad esempio in Thailandia, benché la religione di stato sia il Buddhismo, esistono spiriti per ogni cosa e vivono in luoghi specifici, o nel caso degli spiriti erranti, nelle piccole "case degli spiriti" delle vere e proprie case in miniatura che i Thailandesi collocano davanti alle loro abitazioni, facendo offerte quotidiane di cibo, bevande, fiori e incenso; cito un esempio su tutti, lo spirito della soglia, si trova proprio sul pavimento in corrispondenza della porta d'ingresso, è considerato di cattivo auspicio calpestare la soglia, bisogna scavalcarla per rispetto dello spirito che lì vive… vi ricorda qualcosa? Una tradizione simile l'abbiamo anche noi, magari per altri motivi: portare in braccio la sposa attraverso la porta, una tradizione ereditata dai Romani. Non esiste una raffigurazione specifica del Genio, le più frequenti sono esseri alati e/o giovanetti (maschi) spesso rappresentati con cornucopia e a capo coperto, in alternativa potevano avere forma di animali, il più diffuso dei quali era il serpente, un animale legato alla cultura mistica di tutto il mondo, antico e moderno. Un Genio su un vaso del 320 a.C proveniente dal sud Italia, un Genio alato con cornucopia, ed un altro molto simile ad un amorino moderno Il Genius Loci Il serpente è la tipica rappresentazione del Genius Loci, il Genio del luogo, raffigurato spesso sopra un altare, mentre si nutre di frutta, a simboleggiare il rinnovamento della vita, oltre ad essere il protettore del luogo vigila anche su chi vi abita o vi transita, in suo onore venivano eretti degli altari in luoghi particolari, le offerte erano fiori, frutta e incenso (…piuttosto simile alle case degli spiriti Thailandesi…). Possiamo renderci conto della presenza del Genius Loci quando ci troviamo in un posto particolare, dove si avverte quel "non so che" nell'atmosfera del luogo, "l'essenza divina" qualcosa di unico che altri posti non hanno, più l'atmosfera è intensa, più è potente il Genius Loci; ad esempio edifici antichi ricchi di storia, come il Pantheon, o manifestazioni naturali come un luogo con un bel panorama, una cascata imponente, un fiume, una montagna, un vulcano e così via; nello stesso luogo possono coesistere altri Genii minori in una sorta di gerarchia, quindi il Genius Loci della cascata sarà subordinato al più potente Genius Loci della montagna. Bacco e il Genius Loci del Vesuvio La benevolenza del Genio dipende dal rispetto che il suo protetto (o chi transita) gli riserva, se non si rispetta il proprio Genio, o qualsivoglia Genius Loci non rispettandone il luogo, tutto si ritorcerà contro. Un concetto che dovremmo tener presente anche noi moderni nei riguardi del nostro pianeta. Il Genius Loci non ha sesso, quando si invocava bisognava precisare 'sive mas sive foemina', che sia maschio o che sia femmina, altra caratteristica degli Angeli moderni. Il Genio è una presenza frequente sulle monete romane, iniziata già in epoca repubblicana, quella che segue è la prima rappresentazione certa (senz'altro una delle prime) del Genio del popolo romano(GPR) a prova di quanto il culto fosse diffuso e riconosciuto dallo stato. Il Genio del popolo romano, su un denario della Gens Cornelia Cn.Lentulus, denario, 76-75 a.C. Crawford 393/1a. Sydenham 752. RSC Cornelia 54. Dritto: busto del Genio del Popolo Romano rivolta destra, GPR sopra Verso: EX-SC, CN.LEN.Q sotto scettro, globo e timone E' comunque ancora riferita ad un'entità associabile all'operato umano, all'identità del popolo di Roma. La fase successiva è quella dell'associazione con i Lari, che ha portato ad attribuire un Genio anche alle cose inanimate ed ai luoghi. Sull'esempio che sto per fare qualcuno griderà al sacrilegio (su questa moneta dedicata ai Ludi Apollinari) perché tradizioni antiche legano Apollo a Pitone (o Delfine), un serpente (o drago) che nella pianura di Crisia si abbandonava ad ogni tipo di saccheggio, intorbidando le acque dei ruscelli, portando via mandrie e contadini, devastando i campi e spaventando le Ninfe, e che Apollo uccise a Delfi con arco e frecce, ma il serpente avvolto su un tripode, qui rappresentato, non mi sembra qualcosa di minaccioso o di negativo, e mi ricorda decisamente l'immagine di un Genius Loci del periodo imperiale. Gens Volteia M. Volteius M.f , denario, Roma 75 a.C. Al drittola testa laureata di Apollo, al verso un serpente avvolto su tripode. Crawford 385/5. Sydenham 778 (R8). RSC Volteia 5. Il ruolo del Genio/serpente non è necessariamente da protagonista, come ad esempio su questo aureo dove viene nutrito dalla Salus (legata al serpente tramite Asclepio, l'eroe/dio della medicina, che alla sua morte venne trasformato nella costellazione del Serpentario), in questo caso si potrebbe (liberamente) interpretare come la Salus che nutre il Genius Loci del territorio di Roma, il quale protegge e mantiene in salute anche chi vi abita. Adriano e la Salus RIC II (1926) 46c, aureo, zecca di Roma, 118 d.C Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG Verso: PM TRP COS I I I, Salus seduta che nutre un serpente (Genius Loci) avvolto su un altare. Esergo: SALVS AVG In età Augustea ogni uomo aveva il suo Genio, mentre le donne avevano la Iuno, che si occupava di questioni prettamente femminili, abbiamo la Iuno Virginalis, della verginità, la Iuno Iugalis, "del matrimonio", la Iuno Pronuba, "della sposa" e la Iuno Matronalis", della donna sposata. Il letto matrimoniale è consacrato al Genio, e vista la sua interazione con la nascita, veniva definito Lectus Genialis, la sua logica conseguenza era il Genius Natalis, il Genio del giorno della nascita o Genio personale, festeggiato soprattutto nel giorno del compleanno con libagioni (che comprendevano anche una torta), incenso, ghirlande, fiori e vino; la locuzione latina "indulgere Genio" significa lasciarsi andare a soddisfazioni personali e per estensione, al bere. Il Genio non chiede rinunce, anzi invita a godere dei piaceri della vita, ma secondo il principio di saggezza dei romani, senza cadere negli eccessi. Sul Genio Natalis venivano inoltre pronunciati i giuramenti. Secondo credenze popolari, anche le divinità avevano il loro Genio, generalmente raffigurato in forma di animale, e ciò non mi stupisce, visto che persino Giove, il padre degli dei, appena nato, ha rischiato di essere divorato da suo padre, ed è stato salvato da Amaltea, secondo alcune tradizioni una ninfa secondo altre una capra, che lo appese ad un albero in modo che Crono non potesse trovarlo "né nel cielo, né sulla terra né per mare" in seguito Amaltea si prese cura di lui allattandolo; la cornucopia (il corno di Amaltea, che Giove bambino spezzò giocando) è uno degli "attrezzi" tipici del Genio. Tra i Genii/avatar più conosciuti abbiamo l'aquila di Giove, il pavone di Giunone, la civetta di Minerva e il cervo di Diana, tutti presenti su monete imperiali. Benché questi animali siano considerati da tradizioni più antiche come estensioni delle divinità che accompagnano, fanno anche da intermediari con gli esseri umani, una funzione propria del Genio. Giove e l'aquila di Costantino Magno RIC VII 5, follis, zecca di Heraclea quinta officina, 313 – 314 d.C. Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG Verso: IOVICONSER – VATORIAVGG, Genio con scettro, regge Vittoria su globo, ai suoi piedi un'aquila con una ghirlanda nel becco. Esergo: SMHT, epsilon in campo destro Giunone e il pavone su un sesterzio Faustina minore RIC III (Marco Aurelio) 1651, zecca di Roma, 154 – 157 d.C. Dritto: FAVSTINA AVGVSTA Verso: IVNONI REGINAE, Giunone in piedi con scettro e patera, pavone ai suoi piedi In campo: S C Domiziano con Minerva e la sua civetta (la moneta è di Crivoz) RIC II (ed.1926) 132 (657 nuova edizione), denario, 88-89 d.C. Dritto:IMP CAES DOMIT AVG GERM PM TRP VIII, Verso:IMP XVII COS XIIII CENS PPP, Minerva con lancia e scudo su prora, civetta ai suoi piedi. Diana e il suo cervo su un antoniniano di Postumo RIC Vb 300, antoniniano, zecca di Colonia, 260 – 269 d.C. Dritto: IMPCPOSTVMVSPFAVG Verso: DIANAEREDVCI, Diana con arco conduce un cervo. Una categoria curiosa ed interessante sono i Genii lavoratori, o inventori, che vegliano sulle varie arti e mestieri, tra questi abbiamo i Genii che battono moneta, i Genii orefici, musicisti, pittori, scultori, come esistono per i falegnami, i fabbri, i mercanti e comunque per ogni categoria, corporazione o società, e per qualsiasi attività ed evento rilevante, anche in campo militare e amministrativo, cito ad esempio il Genio dell'esercito, predominante su tutti gli altri Genii militari, come quello della legione, della coorte, dello stendardo, della spada e delle calighe, abbiamo il Genio del Senato, o quello della Giustizia, divinità legata a Nemesi "la vendetta divina" l'inesorabilità della giustizia, e che viene spesso raffigurata nell'atto di reggere un serpente; su questo aureo di Adriano, si nota la presenza di un serpente, seminascosto, quasi confuso con la sedia, tanto da non essere nemmeno citato dal RIC, ma presente e vigile, svolgendo le funzioni di Genius Loci del tribunale. Aureo di Adriano con la Giustizia RIC II 252a, aureo, zecca di Roma, 134-138 d.C. Dritto: HADRIANVS AVG COS I I I PP Verso: IVSTITIA AVG, Giustizia seduta a sinistra con patera (io ci aggiungo anche un Genius Loci) Il serpente è sulla sedia, sopra la spalla destra della Giustizia, all'altezza del volto Il Genio del Senato di Antonino Pio RIC III 69, denario, zecca di Roma, 140 – 143 Dritto: ANTONINVS AVG PIVS PP TRP COS III Verso: GENIO SENATVS, Genio in piedi a sinistra con ramo e scettro. Aureo di Adriano con Roma e il suo Genius Loci RIC II (1926) 77c, aureo, zecca di Roma, 119 – 122 d.C. Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG Verso: PM TRP COS III, Roma seduta con lancia e Vittoria, dietro la sedia uno scudo (…e Genius Loci). Anche qui, il Genius Loci non è assolutamente il personaggio principale, ma svolge con una presenza discreta, una funzione di controllo guardando le spalle a Roma, la sua protetta. Nemmeno per questa moneta il serpente è citato dalla descrizione del RIC, è piccolo e dietro la sedia, sopra un piccolo altare. Il Genius Loci del Circo su un aureo di Adriano RIC II (1926) 144, zecca di Roma, 121 d.C. (A.V.C. 874) Dritto: IMP CAES HADRIANVS AVG COS III Verso: ANN DCCCLXXIIII NAT VRB P CIR CON, giovane figura maschile (Genius Loci) con ruota. Il Genio Augusti Il Genio dell'imperatore era il più potente e il più temibile dei Genii individuali, come l'imperatore era superiore agli altri esseri umani, così era per il suo Genio, e veniva considerato il Genius Loci di tutto l'impero romano, e numerosi templi dedicati al Genio Augusti sorsero in varie parti dell'impero. Dato che l'imperatore era il Pater Patrie, il suo Genio lo consigliava nelle decisioni da prendere per il bene dell'impero e dei sui cittadini. Quando Ottaviano rientrò a Roma dopo la battaglia di Azio, apparve chiaro al senato che si trattava di un uomo di grande potere e successo, un chiaro marchio divino, così fu decretato che tutti i banchetti comprendessero una libagione offerta al suo Genio. Questo diede inizio alla tradizione degli imperatori "divini", ad ogni modo la "divinità" era legata alla carica e non all'uomo, infatti gli imperatori romani hanno dato ampia prova di non essere né divini né immortali. La rappresentazione del Genio su monete in età imperiale ha avuto inizio con Nerone, ed è stata ripresa, più o meno spesso da molti imperatori successivi. Un dupondio di Nerone, primo imperatore a rappresentare il Genio su monete. RIC I 215, zecca di Roma, 63 d.C. Dritto: NEROCLAVDCAESARAVGGERMPMTRPIMPPP Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare Esergo: T, in campo SC Un Genio Imperatoris di Galerio RIC VI 101a, follis, zecca di Alessandria prima officina, 308-310 d.C. Dritto: IMPCGALVALMAXIMIANVSPFAVG Verso: GENIOIMP – ERATORIS, Genio con patera e cornucopia, in testa un modius Esergo: ALE, in campo K, A su P Genio Caesaris di Massimino Daia RIC VI 36, Heraclea quarta officina, dicembre 308 – maggio 310 d.C. Dritto: GALVALMAXIMINVSNOBCAES Verso: GENIOCA – ESARIS, Genio con patera e cornucopia. Esergo: dot HT delta dot Propiziarsi il favore del Genio Imperatoris, o del Genio Augusti, faceva sì che ciò avesse effetto anche sui Genii delle truppe sotto il suo comando. Le truppe provinciali ampliarono l'idea del Genio di Stato, nella Britannia romana sono stati rinvenuti altari dedicati ai Genii di Roma ed a tutti i Genii delle legioni, delle coorti, delle alae e delle centurie presenti in Britannia, come ai Genii del pretorio, dei castra e persino dei vessilli. Traiano Decio e il Genio dell'esercito Illirico RIC IVc 105b (variante nella legenda al dritto), sesterzio, zecca di Roma, 249? d.C. Dritto: IMPCAESCMESSTRAIQDECIOAVG – Busto laureato con drappeggio e corazza. Verso: GENIVSEXERCITVSILLVRICIANI – Genio in piedi a sinistra con patera e cornucopia, stendardo militare sulla destra. Le iscrizioni su altari e lapidi non erano confinate al mondo militare, nel territorio dell'Impero ci sono numerosi esempi di dediche ai Genii di persone autorevoli e rispettate, ed anche ai Genii dei loro parenti ed amici, come esistono iscrizioni sepolcrali, in alcuni casi la dedica al Genio è combinata con "Genio ed onore" o nel caso di coppie con "Genio e Iuno"; spesso si trova in forma abbreviata come ad esempio GPR "Genio Populi Romani" al Genio del popolo romano, GHL "Genio Huius Loci" al Genio di questo luogo o GDN "Genio Domini Nostri" al Genio del nostro signore (o padrone). Il fatto che siano sopravvissuti fino ad oggi centinaia di esempi di queste dedicazioni, è una testimonianza di come questa credenza fosse un culto ufficiale diffuso in tutto l'Impero. Una vasta emissione di rappresentazioni del Genio si ebbe durante la tetrarchia, sia gli Augusti in carica che i loro Cesari, coniarono monete dedicate al Genio del popolo Romano (anche con legenda abbreviata GENIO POP ROM), quindi questa iconografia la troviamo per Diocleziano, Massimiano, Costanzo I, Galerio, Massimino II, Severo II, fino a Licinio e Costantino I. Diocleziano e il Genio del popolo Romano RIC VI 17a, zecca di Heraclea terza officina, 296 – 297 d.C. Dritto: IMPCCVALDIOCLETIANVSPFAVG Verso: GENIOPOPV – L – IROMANI, Genio con Patera e scettro Esergo: HT gamma Un follis di Costantino I, ultimo imperatore a rappresentare il Genio su monete imperiali. RIC VI 74c, Nicomedia quinta officina, 312 d.C. Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare Esergo: SMN, in campo a destra stella sopra epsilon Con Costantino I, dopo circa quattro secoli, il Genio scompare dalle monete romane, ed il culto "ufficiale" dei Genii, dei Lari e dei Penati, viene definitivamente soppresso nel 392 d.C. per volere di Teodosio I, decretando così la vittoria finale della Cristianità. Tuttavia, il concetto non è morto affatto, e continua ad essere rappresentato in altre forme e con altri nomi, avete bambini? Oppure la saga di Harry Potter piace anche a voi? Beh, anche il maghetto di Hogwarts ha il suo Genio personale, solo che lui, essendo appunto, un mago, ha il potere di evocarlo a piacimento tramite l'incanto Patronus (Expecto Patronum "conto su un guardiano") uno spirito che, guarda caso, ha la forma di un animale, un cervo. La presenza del Genio continua a vegliare su di noi, che ci crediate o no. Le immagini delle monete sono tratte da: wildwinds.com dirtyoldcoins.com acsearch.info , a parte la moneta inconsapevolmente concessa da Crivoz :) p.s. Un ringraziamento particolare a Rapax per la consulenza riguardo il periodo repubblicano.
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  7. Ciao, questa discussione rappresenta la continuazione ideale di quella su Costantino giovane e quindi Cesare, già postata il 15 febbraio: http://www.lamoneta....logo-allimpero/ La prima parte si era conclusa con l’ascesa di Costantino a Cesare e con un’intervento di Nikko che riprendo ed amplio: Continuo brevemente la storia così da evidenziare la fase come FILIUS AUGUSTORUM per poi arrivare alla proclamazione da Augusto. Severo II si insidiò come Augusto a Roma nell'estate del 306. Come già scritto, Costantino I era il "suo" Cesare. Galerio, però, non aveva fatto i conti con Massimiano Erculio e col di lui figlio Massenzio; quest'ultimo si risentì del non essere stato preso in considerazione per la successione a Costanzo I. Quando Galerio decise di imporre le proprie tasse anche in Italia, Massenzio colse al volo l'occasione e il 28 ottobre del 306 si autoproclamò Augusto a Roma riuscendo poi a resistere alle offensive di Severo II (fatto giustiziare) e di Galerio. Costantino I appoggiò Massenzio e ne sposò la sorella Fausta. Nel novembre del 308 Diocleziano (autopensionatosi) fu costretto, per evitare una nuova guerra civile, a convocare una conferenza imperiale presso Camuntum (vicino Vienna). Fu ripristinato il sistema tetrarchico: Massenzio fu dichiarato nemico pubblico, Massimiano Erculio fu costretto a ritirarsi a vita privata, Licinio I fu proclamato nuovo Augusto in Occidente (al posto di Severo II) mentre Massimino Daia e Costantino I furono elevati al rango di "FILIUS AUGUSTORUM". Il nuovo titolo, fortemente voluto da Galerio, fu applicato solo nell'est dell'Impero (le uniche zecche a coniare monete con titolatura CONSTANTINVS FIL AVGG furono quelle orientali). Costantino e Massimino non furono per nulla soddisfatti; continuarono a esercitare forti pressioni su Galerio che fu costretto, all'inizio del 309, a riconoscere entrambi come pieni Augusti. Quindi abbiamo un Costantino Cesare a pieno titolo in ascesa verso il titolo di Augusto. A ben guardare, il territorio da lui controllato avallava le sue aspirazioni: comandava su Hispania, Gallia, Britannia, ovvero sulla maggior parte dell'Europa Occidentale. Nel 306 Costantino procede ad un’emissione monetale di argenteus da Treveri, sempre con il titolo di Cesare: RIC 636 (VI, Treveri), C 706c Argenteus Obv: CONSTANTINVSNOBC - Laureate head right. Rev: VIRTVSMILITVM Exe: TR - Camp gate with four turrets. RIC 638 (VI, Treveri), C 706a Argenteus Obv: CONSTANTINVSNOBC - Laureate head right. Rev: VIRTVSMILITVM Exe: TR - Camp gate with four turrets.
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  8. E fra l'altro per dire sempre la stessa falsità della Germania che starebbe studiando l'uscita dall'euro... mah.
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  9. In my reference (2009) the story is the same ;) but the name is Irene MacDowell, not MacDonald....who is right? Posso solo aggiungere che Irene MacDowell era la moglie del partner a tennis di Hermon MacNeil (il disegnatore della moneta) e una cara amica di famiglia. La MacDowell disse di aver posato per 10 giorni, prima che suo marito avesse da ridire :rolleyes: Tutte le persone coinvolte decisero quindi di mantenere segreto il suo apporto come modella, e ci riuscirono per più di 50 anni :D I can only add that Irene MacDowell was the wife of Hermon McNeil's (designer of the coin) tennis partner and a close family friend. Mac Dowell claimed to have posed for the design for a period of 10 days before her husband objected :rolleyes: A decision, it is said, was made among all parties involved to keep her service as a model secret, and they got it for more than 50 years :D Foto di Irene MacDowell non ne ho trovate, allego quella di Doris Doscher. Grazie villa :) petronius oo)
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  10. Convido pienemante il tuo pensiero. L'importante é il non esagerare mai tutto va preso in piccole dosi, lasciando sempre la voglia.
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  11. Cari amici come vi abbiamo più volte fatto presente si è resa necessaria una Regolamentazione degli acquisti collettivi. Seguendo i vostri suggerimenti e vi ringrazio per i numerosi interventi sull'argomento in questione, abbiamo apportato degli accorgimenti al Regolamento iniziale. Sono consapevole che alcuni di voi rimarranno comunque scontenti ma vi ricordo che i provvedimenti presi dallo Staff della sezione euro hanno come unico scopo la crescita del Forum. buona serata Diabolik73
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  12. Forse i figli di cui parlate sono "nauseati" ( :D ) dalla numismatica, vedendo sempre monete e libri, non hanno forse quella scintilla di curiosità che mostrano per altre cose a loro sconosciute. Forse è questo il motivo per il quale colleziono monete medievali (passione non ereditata) e non vado in barca a vela (passione che mio padre ha cercato di ereditarmi). :) Riccardo P.S. certo io vedo la cosa dall' altra sponda, quella dei ragazzi avendo io 14 anni, e sono pronto a essere smentito :)
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  13. E' dall'inizio di questa razzia che sono in contatto con l'utente in questione, non più tardi di una decina di giorni fà ci siamo risentiti e oggi dopo il tuo messaggio gli ho chiesto se ha ulteriori informazioni da darci.
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  14. miroita

    CVS

    Alcuni dati tecnici delle monete in mio possesso prese in considerazione (è quasi un tesoretto) suddivise per tipo come segnalato sopra: - 1) 2 esemplari - diametro medio: mm. 16,11 tra 15,74 e 16,48 - peso medio: gr. 0,70 tra 0,67 e 0,72 - 2) 7 esemplari - diametro medio: mm. 15,51 tra 14,31 e 16,48 (1) - peso medio: gr. 0,57 tra 0,48 e 0,65 - 3) 35 esemplari - diametro medio: mm. 16,11 tra 15,23 e 17,04 - peso medio: gr. 0,55 tra 0,41 e 0,72 (1) - 4) 7 esemplari - diametro medio: mm. 16,20 tra 15,90 e 16,74 (1) - peso medio: gr. 0,63 tra 0,46 e 0,76
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  15. miroita

    CVS

    Poco fa ho fatto un paio di foto (non elaborate) che posto. Ho preso le monete senza verificare "punti, punti triangolari, punti quadrati, bisanti, ecc..; poi, magari mi sono accorto anche che da qualche parte si vede il conio di incudine e di martello, quindi D/ e R/, ma il punto non è questo. Le monete prese mi sembra abbiano diversità con particolare riferimento alla "croce". Sono in unica foto, quindi in proporzione ideale, stessa luce, nessun ritocco photoshop e simili. Chiamiamole 1) quella in alto a sinistra, 2) quella in alto a destra, 3) quella in basso a sinistra e 4) quella in basso a destra. D/ a sinistra e R/ a destra
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  16. http://www.ebay.it/i...A-/160721108405 questa e' periziata qFDC/FDC, sinceramente al dritto non vedo un abisso di differenza.... a parte i segnetti vari, parlo solo di usura
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  17. qSPL per via dei segnetti e dei bordi un po' toccati (definirli martoriati mi sembra un tantino esagerato)
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  18. A me invece non sembra affatto male e sono le foto... Pardon...scansioni che la peggiorano...i segni da contatto ci sono e un po' di usura si vede ma non eccessiva, con foto migliori sicuramente molti pareri cambierebbero come già provato in passato...io dico che sullo Spl ci siamo sicuramente...
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  19. Recentemente mi è capitato di acquistare questa moneta: Si tratta di un quattrino anonimo della zecca di Piacenza emesso sotto Leone X verosimilmente nel 1514. Questa la descrizione della moneta: D\ (chiavette decussate)PLACENTIA AVGVSTA scudo della città a testa di cavallo R\ (rosetta)NOSTRA REDEMPTIO nel campo croce fogliata CNI 1 – 5 (dominio papale; denominato terzo di giulio) Crocicchio Fusconi 35 Esemplari appartenenti ad alcune collezioni pubbliche: Bologna – Museo Archeologico: (1,10g). Padova – Museo Bottacin: (1,24g); Parma – Museo Archeologico: (1,00g); Pavia – Museo Civico: (1,10g); Piacenza – Musei di Palazzo Farnese: 4 esemplari (0,96g); (0,80g); (0,79g); (0,70g); Roma – Ex collezione Reale: 7 esemplari (1,65g); (1,08g); (1,05g); (1,04g); (1,03g); (1,00g); (0,85g); Roma – Musei Vaticani: 2 esempalri (1,07g); (0,90g); Venezia – Museo Correr: (1,23 g); Forse può essere interessante un approfondimento perché si tratta di una moneta a mio avviso estremamente rara (nonostante abbia censito 18 esemplari in collezioni pubbliche, a parte quello dell’asta Finarte del 1974 – lotto 701 – e un altro che possiedo non conosco altri esemplari in collezioni private) e di un periodo storico molto affascinante. Inquadramento storico Lo scenario politico dell’inizio del XVI secolo fu profondamente influenzato dalle vicende di cui fu promotore l'intraprendente papa Giulio II. Egli volle allargare i confini dello stato pontificio e, con abili e mutevoli alleanze (Lega di Cambrai contro i veneziani, Lega Santa contro i francesi, ecc.) riuscì dapprima a conquistare Perugia, Bologna, Ravenna e successivamente a cacciare dall'Italia i francesi. Con la sconfitta dei francesi il ducato di Milano tornò agli Sforza, mentre Piacenza e Parma passarono sotto la dominazione pontificia. Il 7 luglio 1512, l’Anzianato piacentino mandò il marchese Lazzaro Malvicini Fontana, il conte Pierbernardino Anguissola, il conte Battista Landi, Bartolomeo Barattieri ed Anton Maria Scotti a giurare fedeltà al papa Giulio II. Giulio II morì il 21 febbraio 1513 ed il 19 marzo gli successe il cardinale Giovanni de Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e di Clarice Orsini, che prese il nome di Leone X. In seguito alla morte di Giulio II alcune famiglie piacentine di parte ghibellina invitarono Massimiliano Sforza a prendere possesso della città, invito che il Duca di Milano accolse prontamente. Il dominio degli Sforza su Piacenza fu molto breve; infatti, solo 3 mesi più tardi il nuovo papa, Leone X, riottenne da Massimiliano Sforza i ducati di Piacenza e Parma in cambio dell'appoggio della Chiesa contro il re di Francia e del pagamento di una forte somma. Piacenza, finalmente libera dalla politica monetaria dello Stato di Milano, ritenne maturi i tempi per riavere una propria zecca ed una propria moneta. Furono mandati ambasciatori a Roma con una petizione di richiesta e un breve papale, redatto in data 29 marzo 1514, confermò di nuovo ai piacentini il privilegio di zecca "quo poterat monetas cudere aereas argenteas et aureas". Gli Anziani del Comune avevano richiesto in modo specifico la riconferma degli antichi diritti e la facoltà di poterli ancora esercitare per il futuro; ciò permise alla Comunità l'esercizio completo della antica regalia imperiale concessa da Corrado II, compreso anche il diritto di battere moneta a solo nome della Comunità. Le monete di questo primo periodo giunte fino a noi confermano che si coniò col solo nome della città: sul lato principale vi era lo stemma della Comunità racchiuso dalla leggenda "Placentia Augusta". La sudditanza a Roma era espressa solo dalle piccole chiavette decussate poste all'inizio della leggenda. Dai documenti di zecca conosciuti si evince che il valore nominale di queste monete, denominate “crociati” era di un quattrino. Dopo alcuni mesi dalla riconferma dei diritti di zecca, il Papa o le autorità ecclesiastiche e laiche che a suo nome esercitavano il potere temporale sulla città, ritennero maturi i tempi per evidenziare l'avvenuto inglobamento di Piacenza nello Stato Pontificio; l'8 marzo 1515, pervenne alla Comunità un breve di Leone X che imponeva di apporre sulle monete prodotte nella zecca i titoli e gli attributi del potere temporale del Papa e, in aggiunta, anche le insegne del Comune: "ut Nummos Aureos, Argenteos, Aereos cum huiusmodi litteris, LEONIS X. PONT. MAX. MUNUS, ab alio vero latere cum vestris Insigniis in Ista Civitate cudere, eosque ubique locorum adsportare, et pro justo pretio expendere possitis". La volontà papale trovò rapida applicazione e le monete anonime coniate fino a quel momento vennero sostituite da una nuova emissione riportante al diritto il nome del pontefice e al rovescio lo stemma della Comunità nel campo. Qualcuno è a conoscenza di altri esemplari?
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  20. Sì è una moneta assai rara questa con il pontefice al diritto, il Muntoni non contempla la variante con "AV" al rovescio invece che "AVE", evidentemente è un conio di cui non reperì esemplari all'epoca della pubblicazione. Un esemplare simile al tuo, ma con la legenda "AVE" (Muntoni 39), è passato lo scorso anno in asta Nomisma, classificato SPL e RR, realizzò 1400 euro da una stima di 400 euro. Questa l'immagine: Come scrive attila650, esiste per lo stesso 1666 anche la "versione" con il cardinale Chigi, e queste sono relativamente più comuni di quelle con il pontefice al diritto, probabilmente perchè si scelse di coniarle in maggior numero di esemplari, più facili da "confondere" con le monete francesi assieme alle quali circolavano e venivano utilizzate per i commerci con il Levante, e delle quali imitavano le rappresentazioni, in questo caso anche la corona sopra lo stemma (Muntoni 47): Ciao, RCAMIL.
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  21. qui ha trovato la moneta nel catalogo
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  22. Secondo me sono stati sotterrati dalla neve...anche su Fb non ci sono più da un pezzo. Questa foto, postata da loro lo dimostrerebbe.... :o
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  23. Visto che il galletto ha riscosso parecchio interesse spero che Jagd non me ne vorrà se inserisco nella discussione qualche moneta della stessa nazione (Africa Equatoriale Francese). Non ricordo se le immagini fossero inserite nel catalogo delle monete francesi fatto da Simone, se mancassero le inserirò. Per chi non conoscesse quel catalogo ve lo raccomando! Eccovi il dritto...
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  24. Concordo con quanto già scritto su Giunone Lucina che presiedeva alle nascite ed in questo ricorda più l'Artemide greca che Era. Gli officianti potevano assistere alle offerte fatte a Giunone Lucina soltanto se tutti i nodi erano stati sciolti, poichè la presenza di un legamento, cintura o nodo nell'abbigliamento poteva impedire il parto felice della donna per la quale si offriva il sacrificio. Enrico :)
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  25. sicuro? ...anche il re numismatico la pensava come te .
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  26. Salve, la conservazione bb+/qSPL . Per gli errori varianti vedi i pdf postati da francesco77 http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1990_3.pdf http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1990_3b.pdf la tua è la n.264. Ciao
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  27. Mi identifico molto con questo post, tranne la parte finale. Non trovo giusto donare la collezione a un museo, non perchè non sarebbe magari in grado di mantenerla integra o di valorizzarla (e anche qui considerando la situazione attuale e futura dei musei almeno italiani ci sarebbe molto da obiettare) ma, come dice mamoph, problemi economici o meno, a meno che mio figlio non dia segni di risveglio numismatico, so già che la venderò, con molta attenzione, a più riprese, in aste pubbliche. Ma - ovviamente salute permettendo - lo farò io : come l'ho fatta la disfo; non saranno altri, prole compresa, a farlo. Questo è certo!
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  28. Non sono intervenuto finora, in parte perché il mio pensiero l’avevo già espresso brevemente, un po’ perché alcuni interventi mi trovano in disaccordo (capita), e infine anche perché non è facile su un tema del genere essere brevi (e infatti non lo sarò :) ); tra l’altro ho scritto a tranche, e preparandomi a postare sulla discussione che stava sviluppando lo stesso tema (Oscar delle Monete in Euro 2011), così nel frattempo sono stati pubblicati ulteriori interventi che magari vanificano alcune mie considerazioni; spero mi perdonerete :) , non riesco a correre dietro a tutti aggiornamenti per limare continuamente il mio intervento. Diciamo subito che la bassa partecipazione agli Oscar ha stupito (più ancora che deluso, ma comprendo che per gli organizzatori il secondo aggettivo sia più appropriato) anche me; soprattutto mi ha stupito vedere che il numero dei votanti è addirittura pari o inferiore al numero dei partecipanti, per dire, alla razzia TYE 2012; e stendo un velo pietoso sulla partecipazione alle nomination preliminari. Detto questo, però, non capisco la demonizzazione delle razzie (non sto accusando nessuno in particolare di averlo fatto, ma sicuramente è il clima che si respira nella discussione), e per diversi motivi; il primo ovviamente è il rispetto a chi queste razzie le organizza perdendoci un sacco di tempo, e ora, pur dopo premesse di ringraziamento, si vede quasi accusato dello scadimento di qualità del forum (e non penso a me, ma a chi di razzie ne ha organizzate molte ed impegnative). In secondo luogo, precisato senza ombra di dubbio che le razzie non possono che essere di secondaria importanza rispetto a discussioni numismatiche in senso proprio, resta il fatto che danno sicuramente soddisfazione sia ai tanti partecipanti (non a caso sempre numerosi), sia – nonostante magari qualche delusione - all’organizzatore, che si crea una cerchia di amici meno “virtuale” e che raccoglie alla fine i frutti del suo lavoro con la stima e l’apprezzamento dei partecipanti. E ancora, nel terzo sottoforum non sono moltissime le discussioni che non potrebbero di fatto trovare spazio logico in una delle altre 2 sottosezioni; questo per dire che tutta ‘sta confusione generata dalle razzie io non la vedo; per migliorare, una volta aperta la razzia, si potrebbe magari spostare tutta l’evoluzione in area scambi (ma non so se sia “fattibile”); sul terzo sottoforum comunque, tolto ciò che riguarda razzie, prezzi, occasioni, resta poco di più che le discussioni su difetti, errori e varianti. E qui parto per la tangente aprendo il capitolo sulla difficoltà di stabilire la qualità delle discussioni; certo, è difficile sostenere che una discussione fatta di “mi piace” “non mi piace” sia di qualità eccelsa; ma è anche vero che la numismatica presenta una serie di aspetti che interessano alcuni collezionisti e ne annoiano altri; a me sinceramente difetti, errori e varianti non interessano proprio, non hanno niente a che vedere con la mia concezione di collezione numismatica, li ritengo, appunto, “difetti” su oggetti che colleziono; ma sono altresì perfettamente consapevole che altri sono molto interessati a questi aspetti, e alcuni addirittura sono interessati più a questo che ad altro! Provo a riassumere quelli che potrebbero essere temi di qualità (ben venga chi me ne evidenzia altri): Aspetti storico-geografici: ben vengano, li ritengo sicuramente interessanti e stimolanti, anche se nel caso dell'euro di storico c'è inevitabilmente poco; la mia passione per le monete è fortemente collegata alla passione per i viaggi, per i paesi diversi, perché così è nata; sono temi che però spesso sconfinano in discussioni geopolitiche o proprio politiche (fuori luogo se non addirittura bandite da un forum che credo sia del tutto apolitico), e che se ben ricordo hanno anche portato a diverse incomprensioni e polemiche tra utenti. Aspetti economici: anche qui, a parte il fatto che la differenza di competenze tra utente e utente a volte è troppo notevole per instaurare discussioni, spesso si sconfina nel politico rapidamente, se non addirittura in polemiche e arroccamenti nelle proprie convinzioni; e comunque spesso si divaga completamente dalla numismatica vera e propria. Aspetti relativi a varianti, difetti, ecc.: non posso esprimere un'opinione perché francamente non riescono ad appassionarmi, ci sono comunque più discussioni dedicate che restano sempre "in alto", quindi agli interessati non mancano spunti e spazi di discussione; personalmente vorrei sentirmi libero di continuare a trascurare un tema di mio totale disinteresse :) . Aspetti tecnici, su materiali, tecniche di conio, ecc: ho letto e seguito diverse discussioni sul tema, certamente molto interessanti, anche se secondo me interessano solo una parte dei collezionisti; ad una esposizione numismatica recente ho seguito per una mezz'ora un video girato in una zecca che spiegava la coniazione di una moneta al bozzetto alla moneta finita; interessante, certo, ma dopo un po' mi son reso conto di essere solo, tutti gli altri guardavano le teche delle monete; comunque anche su questi temi ci sono diverse discussioni aperte e ogni tanto se ne aprono di nuove, spesso interessanti. Temi relativi alle immagini: interessantissimi, certo, c’è un thread di Mirko al proposito che è una chicca; sicuramente su questo si può fare e dare di più (anche se c’è comunque un limite, mica posso parlare ore e ore del Monte Triglav sui 50c sloveni.. :) ). In sostanza, io credo, come avevo già detto quando ero intervenuto tempo fa, che la prima causa della scarsa effervescenza in fatto di discussioni “di qualità” sia legata proprio al fatto che l’euro è una moneta giovanissima e legata all’attualità, e che quindi grossi dibattiti (numismaticamente parlando) non li solleva; riguardando molti stati, i temi relativi alle nuove emissioni sono inevitabilmente molti di più e molto più seguiti. Giusto per confronto ho dato un'occhiata al forum sulla monetazione della repubblica (50 anni di storia), l'unico forse paragonabile per “epoca” all'euro; ebbene, una sola discussione ha ricevuto contributi oggi, le altre sono ferme da almeno 3 giorni! Tornando alle razzie, la cosa secondo me più rilevante è che non credo affatto che limitare le razzie produrrà, automaticamente o quasi, un aumento della qualità delle discussioni sul forum; intanto, scemato un po’ l’interesse per le razzie di inizio anno (il picco è in fase di iscrizione), non mi pare che gli utenti si siano spostati in massa su discussioni di peso, di più, molti non si sono neppure spostati sulle votazioni degli Oscar, che pure rappresentano un classico del forum; il fatto che siamo tutti impegnatissimi in questa discussione sulla qualità mi fa riflettere (e se avessimo speso altrettanto tempo ad aprire effettivamente nuove discussioni di qualità? Perché non l’abbiamo fatto, per pigrizia, per mancanza di tempo o proprio per mancanza di spunti?). Aggiungo anche che non condivido le osservazioni del tipo “le razzie sono inutili perché la maggior parte delle monete è reperibile a 3 euro” oppure “alla fine il risparmio è insignificante”; intanto, non tutti hanno accesso a canali di distribuzione facili e comodi (mercatini, negozietti), altrimenti non si spiegherebbe perché spendere 2,50 + la spedizione anziché 3; poi, non tutti hanno le stesse disponibilità economiche e per qualcuno anche i 10 o 20 euro euro che forse si risparmieranno con la razzia TYE potrebbero essere importanti, mi pare ingiusto generalizzare su questi temi; ancora, le razzie sono nate anche per “limitare” il potere dei commercianti, di cui tanto ci si lamenta in tanti thread: a parità di spesa totale io preferisco rivolgermi a un amico piuttosto che a un commerciante; altra cosa che mi viene in mente: più il numero di partecipanti è alto, più il prezzo che si riesce a spuntare è buono, nel caso quindi di razzie di tipo “acquisto collettivo” limitare il numero di partecipanti è controproducente. Ma aggiungo anche un’ulteriore aspetto: io sono convinto che per un collezionista il “procurarsi l’oggetto” sia assolutamente parte integrante del suo “hobby”, riuscire a spuntare un buon prezzo è importante e motivo di soddisfazione (sapeste a quali e quante trattative ho assistito o mi sono state raccontate negli anni, per poi magari spuntare 1 euro di sconto :) !); io ricordo benissimo ancor oggi le modalità di acquisizione di alcune monete (regalo, colpo di fortuna, ritrovamento, reperimento direttamente alla fonte), e questo aspetto lo ritrovo in (quasi) ogni collezionista che incontro! Davvero pagare i 100 euro cash per avere la paginetta completa dell’anno tutta in un colpo bella e servita vi riempirebbe di gioia? Infine un’ultima cosa sul fatto di dover chiedere un permesso preventivo per aprire una razzia; detto che nel caso di razzie “simili” tra loro sarebbe certamente auspicabile che i razziatori si mettessero d’accordo per unificarle (se possibile), ci sono 2 tipi di razzie: quelle “preventive” in cui il razziatore prima di comprare monete raccoglie adesioni (indicative o vincolanti) e poi procede, e quelle “a posteriori”, direi “casuali”; ecco la mia ultima appartiene a questo tipo (ma anche la mia precedente, un’occasione– rispetto ai prezzi correnti - a un mercatino; e in genere mi sembra di averne viste di questo tipo fatte da AndreaX, Superbubu, Aland, per esempio, scusatemi se sbaglio): ero in Austria e un po’ per caso un po’ no sono passato alla Banca di Austria, ho chiesto cosa avessero e mi sono procurato per me la TYE e i 5 euro 2012; poi ho pensato “perché non prenderne qualcuna in più da mettere a disposizione degli amici del forum, al facciale?” (avevo tra l’altro letto prima di partire una discussione in cui alcuni auspicavano di avere tali monete), così ne ho prese altre che poi ho appunto distribuito agli interessati, oltretutto dovendo scontentare più di qualcuno per insufficienza di pezzi. Bene, è chiaro che con le nuove regole razzie di questo tipo non ne farò più :( , non certo per ripicca, ma per non dovermi eventualmente tenere tutte le monete. Concludo precisando, anche se ovvio, che tutto quanto ho scritto è senza dubbio IMHO, quindi senza nessun intento polemico (e se qualcuno si sentisse piccato me ne scuso), che accetterò senza troppi problemi le decisioni prese dai mod, e che continuerò comunque a seguire il forum come prima :) .
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  29. Purtroppo, con soli 1.500 pezzi coniati più di due secoli fa, non sono molti quelli sopravvissuti fino a noi e la moneta è senz'altro da considerarsi molto rara. Il Red Book 2012 la valuta a partire da 8.500 dollari per una conservazione AG (About Good, due gradi in meno del nostro MB, in pratica poco più di un rottame) fino ad arrivare a 325.000 dollari per la moneta UNC...diciamo che per una conservazione media, un bel VF (Very Fine, BB) con 70.000 dollari te la passi :D Ma se tu volessi strafare e provare ad aggiudicarti l'unico esemplare in rame la prossima volta che comparirà in un'asta, devi incominciare subito a mettere da parte i soldi :lol: La sua ultima apparizione, nell'asta Heritage dell'aprile 2006, ha infatti fruttato al fortunato proprietario la bellezza di 1.322.500 dollari oo) Temo che noi comuni mortali dovremo accontentarci delle foto, anzi ne approfito per mostrare il rovescio di quella il cui dritto abbiamo ammirato al post #20. petronius :)
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  30. Siete fantastici :lol: Ben 14 risposte senza conoscere l'argomento della discussione, segno di curiosità e interesse....grazie :blush: Preciso subito che il film di Madonna non c'entra nulla, non l'ho nemmeno visto :P solo mi piaceva il titolo, che è perfetto per l'argomento trattato. Continuazione ideale della discussione sui misteriosi Cinque piccoli indiani del Buffalo Nickel, mi propongo stavolta di scoprire chi c'è dietro il ritratto di Miss Liberty sulle monete americane, o almeno su quelle in cui è risaputo che hanno avuto come modelle persone in carne e ossa...spesso controverse, proprio come gli Indiani. Con una domanda. Perchè, tra tutte le coniazioni italiane del Regno e della Repubblica, la sola Letizia Giampaoli è nota per aver dato il suo volto a una moneta? E le altre? Chi è l'Aratrice? E la madre di famiglia sul 5 lire Fecondità? E le numerose teste d'Italia più o meno turrite che compaiono su quasi tutte le monete della Repubblica? Solo raffigurazioni allegoriche? Forse domande senza risposta, forse, davvero, solo raffigurazioni allegoriche, magari prese dalla statuaria classica, ma se qualcuno ne sapesse di più mi piacerebbe venisse aperta una discussione, che procedesse in parallelo a questa, nelle sezioni apposite. Io ho lanciato il sasso, ma la mano non la ritiro, mi servirà per scrivere la storia delle modelle americane...chi è quella ragazza? Who's that girl? :ph34r: petronius :)
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  31. No, io invece parlerei al massimo di quarto da 7 al soldo. Nel 1576 ci fu un piccolo aggiustamento del sistema monetario, con modifiche che riguardarono proprio il quarto, abbassato in Piemonte e nel Nizzardo a valere 1/7 di soldo, e non più 1/4. Il ritorno al grosso avvenne solo dal 1587, quando fu definitivamente abbandonato il sistema basato sulla lira di 20 soldi introdotto con Emanuele Filiberto. Prendi sempre con le pinze il Gamberini, in tanti casi le modalità con cui stabilisce prototipo e imitazione/contraffazione sono molto all'acqua di rose. E.
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  32. Diversi anno orsono un bambino trovò nel cassetto di un comodino della nonna, una moneta che dall'aspetto sembrava molto antica. Dalle scritte sembrava una moneta spagnola dell'anno 1732. Il bambino era sicuro di aver trovto un tesoro, così fece vedere la moneta alla mamma che, rimasta anchessa interessata, decise di portarla ad un suo collega che sapeva essere un colezionista di monete. Il collega, dopo aver studiato un non meglio precisato catalogo, decise che la moneta poteva avere un valore, anche se non elevatissimo, e si offrì di acquistarla per 40.000£. La mamma chese al bambino di decidere sul destino della moneta, venderla per la somma proposta, o tenerla sperando che potesse valere di più. Il bambino ci pensò su un po' e poi decise, con un po' di riluttanza, di venderla. Da quel giorno il bambino pensò di esser stato raggirato, convinto che quella moneta avesse in realtà avuto un valore maggiore; e tanto era la sua convinzione, che gli rimase ben fotografata in mente l'immagine e la data della monetina. Finchè un giorno il bambino, divenuto uomo, si comincia ad appassionare di numismatica e conosce il sito Lamoneta.it; e leggendo fra le varie sicussioni, finalmente, si rende conto di cosa aveva veramente avuto in mano circa 25 anni fa: un 8 reales Spagnolo coniato in Messico... assolutamente falso. Nenete di più che una riproduzione delle merendine; che però qualcuno, numismatico incompetente, aveva scambiato per una moneta di grande valore e aveva tentato di solare bambino comprandola a due lire. E che invece si è solato da solo comprandosi una patacca. A proposito, quel bambino ero io...
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