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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/10/12 in tutte le aree

  1. Quando l'autorità emittente è sul conio di incudine questo lato è sicuramente quello principale, ovvero il dritto. I problemi sorgono quando l'autorità emittente risulta sul rovescio o, come gistamente ribadito da Dabbene, quando ci sono due autorità (imperatore e comune ad es.) o, come nel caso dell'agontano, quando non si capisce bene chi o cosa rappresenti l'autorità (il Santo protettore o il nome della città). Bisogna allora ricorrere a convenzioni (come proposto da Adolfos) o usare di volta in volta altri criteri. Mi ricordo che la Travaini citava il caso di una moneta napoletana (purtroppo non ricordo quale, ma comunque medievale) dove è stata cambiata la tradizionale concezione di dritto e rovescio dopo la scoperta di un documento dell'epoca che parlava di dritto e rovescio, che non erano quelli ritenuti fino ad allora. Credo che il modo migliore sia proprio quello di ricercare per ogni singola moneta quale possa essere il dritto. E cerco di spiegare con un esempio pratico, perchè adottare l'equazione ''conio di incudine = dritto'' non possa essere universale. Parliamo della zecca di Aquileia e per la precisione delle emissioni del patriarca Gregorio (1251 - 1269). Le prime emissioni dei denari di questo patriarca portano sul dritto la figura di Gregorio al dritto, come succedeva anche con i predecessori. L'ultimo denaro, invece, ha il ritratto del patriarca sul conio di martello. Non solo. Ma da allora in poi, finchè i denari hanno il bordo rialzato, tutti i patriarchi sono rappresentati sul conio di martello (Raimondo, Pietro, Ottobono e Pagano). Fu un attacco di umiltà che fece trasferire l'immagine del patriarca sul rovescio o dobbiamo da allora considerare come dritto il conio di martello? Ovviamente la seconda. Infatti il problema era che nella circolazione si usurava molto più velocemente il conio di incudine, per la particolare configurazione della moneta che aveva i bordi rialzati che proteggevano il conio di martello. Ed è per questo motivo che l'immagine del patriarca si trasferisce sul conio di martello, per essere ben visibile più a lungo. E quindi il dritto diventa il conio di martello. Arka
    2 punti
  2. Oltre le argomentazioni proposte da magdi e dabbene, un'altra discriminante potrebbe essere di ordine pratico (l'uomo medievale andrebbe rivalutato anche sotto questo aspetto). Generalmente nel conio ad incudine veniva incisa la faccia della moneta più complessa e difficoltosa nella sua produzione. Considerando che un conio di incudine aveva una durata maggiore di quello a martello. Questo partendo dal presupposto che il conio ad incudine si possa considerare il dritto della moneta, chiaramente. La discussione è molto interessante e mi aspetto molti commenti a riguardo Saluti
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  3. il terzo volume di "Le monete di Roma" mi è arrivato oggi :) bellissime foto, ben fatto, davvero un bel fascicoletto. Forse un po' caro ma comunque consigliato :)
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  4. Molto bella, mi piace. Questa monetazione è un mio prossimo obiettivo, almeno recuperare le più comuni in conservazione a me soddisfacente, e magari anche qualche modulo in oro. Napoleone è uno dei miei personaggi storici preferiti. Per ora possiedo solo un 5 Lire del Regno d'Italia con la sua effige ed 1 Soldo.
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  5. Ciao Iaco :) Nerone nacque ad Antium nel dicembre del 37 ed era figlio di Gneo Domizio Enobarbo e di Agrippina Minore che era a sua volta figlia di Germanico e di Agrippina Maggiore. La madre di Nerone era stata mandata in esilio da Caligola quando ella aveva ancora due anni, ma l'imperatore Claudio, che era suo zio, la richiamò dall'esilio e poi la sposò nel 49. Nel 50, Agrippina convinse Claudio ad adottare Nerone che essendo più grande di Britannico veniva ad acquisire diritti di precedenza alla successione al trono. Britannico era nato dal precedente matrimonio di Claudio con la defunta moglie Messalina. Nel 54, l'imperatore Claudio morì e l'intrigante Agrippina mise a tacere le rivendicazioni di Britannico assicurando il trono al figlio Nerone; riuscì in questo intento anche grazie all'aiuto del prefetto del pretorio Sesto Afranio Burro. Nerone, però, aveva meno di 17 anni e mai nessuno a Roma aveva preso possesso del trono in un'età così giovane; per tale ragione lei rivestì il ruolo finora inedito di reggente e l'impero rimase nelle mani di Agrippina, sorella e moglie di imperatori ed ora madre di un terzo. Le monete celebrano questa fase di reggenza e si vedono in esse i profili contrapposti di Nerone e di Agrippina, ma con la precedenza data a quest'ultima. Le fonti tramandano che in questa fase, durante le riunioni del consiglio dell'imperatore ella avesse l'abitudine di ascoltare tutto, di nascosto, dietro delle tende. Vediamo, però, che già nel 55 le monete presentano Nerone anteposto alla madre e nelle coniazioni successive il ritratto ed il nome di Agrippina scomparvero del tutto. Sempre all'inizio del 55 accadde che Britannico morì durante un banchetto allestito nel palazzo; tutti i sospetti ricaddero su Agrippina che si era dimostrata molto disinvolta ad utilizzare ogni mezzo pur di disfarsi di eventuali ostacoli, ma in realtà sembra che nei piani di Agrippina, Britannico servisse da asso nella manica qualora Nerone si fosse dimostrato poco incline alle macchinazioni della madre. Il potere della donna, quindi, iniziava a diminuire progressivamente e ben presto le venne assegnata una residenza separata e ciò metteva fine ai fastosi ricevimenti che la stessa amava organizzare sul Palatino. I consiglieri di Nerone, in questa prima fase del suo regno che in molti aspetti risultò positivo ed illuminato, erano Seneca e Burro che indirizzarono l'imperatore ad avere una relazione domestica con una liberta di nome Atte. Suoi interessi erano i cavalli, il canto, la recitazione teatrale, la danza e la poesia. Agrippina non gradì che un'altra donna prendesse dimora nel palazzo ed iniziò a criticare il fatto che il figlio rivelasse per le arti un gusto tipicamente non romano e si scagliò anche contro la greca effeminatezza degli abiti da lui indossati. Nel 59 Nerone decise così di liberarsi della madre facendola affondare nelle acque del golfo di Napoli. Racconta Tacito che l'imperatore fornì alla madre una nave truccata che doveva affondare in alto mare. Così accadde secondo il racconto che ci giunge, ma la donna riuscì a salvarsi fortunosamente a nuoto, ma venne uccisa una volta raggiunto il lido. Nerone giustificò il matricidio nel Senato affermando che ella aveva attentato alla di lui vita e visto che i senatori mai avevano accettato l'arroganza della donna, non si rammaricarono del tutto della sua eliminazione. Questa è in estrema sintesi la storia delle interessanti vicende di Nerone ed Agrippina che segnano anche la prima fase del potere di Nerone. Subito dopo se ne aprirà un'altra, caratterizzata da altri individui che riusciranno a manipolare il carattere dell'augusto indirizzandolo verso una crudeltà passata alla storia e che lo porterà poi alla morte. Uno di questi personaggi è Tigellino, ma questa è un'altra storia che forse sarà curioso affrontare più in là. :) Enrico :)
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  6. Insomma, MS67 mi sembra ampia come valutazione...
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  7. Svetonio non lo citiamo? Anche se nel Vite dei Cesari credo esageri con la sua crudeltà...
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  8. Bella moneta.... brutta la foto, bisognerebbe postare una foto ben fatta e "nature", in modo da potersi rendere conto delle effettive condizioni...... commento al commento...... se la moneta è stata pulita in passato, dove pensi di vedere il lustro???? saluti TIBERIVS
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  9. ...si toglilo dalla bustina...e mettilo in una capsula...non sebra abbia su grandi segni di circolazione, penso più ad un conio debole.... renato
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  10. Bene, le indicazioni sono state date, le spiegazioni pure, i commenti idem. Si può chiudere.
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  11. Bà! La rete per fortuna è molto grande e per uno che si privatizza crescono almeno 2 pubblici. Alla fine si tornera come sempre ..........uno prende solo quello che gli serve! Chi ci rimette è la cultura in generale. Da me non vedranno mai un cent.Allora meglio un Libro!!!!!
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  12. In una comunità di sbandati in genere anonimi, due intagliatori sono saliti alla ribalta come veri e propri artisti degli Hobo Nickels. Il primo è Bertram "Bert" Weigand, nato nel 1880 e attivo come intagliatore dal 1913 al 1949. Usava firmare le sue monete eliminando LI e Y dalla scritta LIBERTY, rimanendo così solo BERT, la sua firma...una sua creazione potete vederla nella foto allegata. L'altro, probabilmente il migliore, era un suo allievo: George Washinghton "Bo" Hughes, nato tra il 1895 e il 1900 a Theo, Mississippi. Bert lo incontrò che era ancora un ragazzo in un jungle, un accampamento hobo, lungo la linea ferroviaria Gulf, Mobile and Ohio. Il primo nickel di Bo apparve nel 1915, e l'uomo continuò a lavorare come incisore fino a circa il 1980, quando fu visto per l'ultima volta da un suo amico in un accampamento della Florida. L'arte degli Hobo Nickels continua ancora oggi, anche se a produrli non sono più vagabondi che lo fanno per necessità, ma veri e propri artisti di professione, che creano ogni sorta di raffigurazione moderna, personaggi dei cartoni animati, streghe, teschi, animali di ogni genere. petronius
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  13. In una discussione di poco precedente a questa, si era fatto cenno agli Hobo Nickels, e qualcuno aveva suggerito un approfondimento dell'argomento. Argomento vasto e complesso, che porterebbe irrimediabilmente OT questo topic, e al quale magari in futuro si potrà dedicare una discussione apposita...ma intanto due parole vale la pena di dirle L'idea di alterare le caratteristiche delle monete, modificandone il valore per truffare gli ingenui, o le raffigurazioni, a volte con fine satirico, è vecchia quasi quanto le monete stesse. Ma nell'America della Grande Depressione, diventa una vera e propria forma di arte popolare, spesso a scopi estremamente pratici, come guadagnarsi un piatto di minestra o un posto caldo per dormire. La figura dell'hobo, il vagabondo, nasce negli Stati Uniti alla fine dell'800, coinvolgendo soprattutto disoccupati ed orfani che viaggiano per il paese svolgendo lavori stagionali ed imbarcandosi clandestinamente sui treni merci alla ricerca di avventura. Con la crisi del 1929, milioni di persone si trovano da un giorno all'altro senza alcuna fonte di reddito, e migliaia di essi decidono di tentare la sorte, in giro per gli Stati Uniti in cerca di un futuro migliore. Tra i modi usati per guadagnare qualche spicciolo, diventa così molto popolare il carving, ovvero l'intaglio delle monete, modificandone il soggetto. E la moneta da 5 cents Buffalo si presta magnificamente alla bisogna, sia per la durezza del metallo, che per la caratteristica delle sue raffigurazioni: a differenza di monete precedenti, la testa dell'indiano è molto grande, occupando quasi per intero il campo della moneta, e offre molte più possibilità di modifiche, rispetto alle piccole teste femminili o alla testa di Lincoln sulla moneta da 1 cent. Ugualmente, il bisonte può facilmente essere trasformato in un altro animale, o in un uomo che porta un sacco o uno zaino sulle spalle. petronius
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  14. Guardate che bel leone su questo 2,5 soldini per Candia. apollonia
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  15. L'avevo già postata all'inizio della discussione, ma visto che ne riparliamo... (devo dire che quella del 1907 in alto rilievo fa più effetto)
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  16. @ Ciao adamaney Detta così come hai scritto la risposta sembra scontata. Il dritto della moneta dovrebbe essere quello in cui appare il nome o il monogramma di chi ha concesso il diritto di zecca. Se ho ben capito il tuo messaggio altrimenti ti prego di comunicarmelo ;) . Tuttavia i rapporti di forza tra i comuni e l'autorità imperiale vengono in qualche modo messi in discussione e probabilmente un cambiamento del conio di incudine dove appare il nome della città potrebbe rappresentarne un primo tentativo di sganciamento. Molto importante considerando il ruolo basilare di propaganda che la moneta rivestiva. Opinione del tutto personale. Attendo tue impressioni. @ magdi Ti ringraziamo per aver lanciato questa interessante discussione. Citando i denari enriciani di Lucca hai colto molto bene il segno. Ci stiamo ragionando sopra, infatti. Devo ammettere che ultimamente stai facendo passi da gigante. Bravo. Saluti a tutti
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  17. Per la data 1839 (tipo testa barbuta come il tuo) la rigatura centrale sul taglio è normale.
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  18. Ok, ora è chiaro, il tuo 10 tornesi è in ottima conservazione, per me più di spl, è corredato da una bella patina naturale ed ha un valore commerciale approssimativo di 300 euro. Quei segni che vedo al rovescio ad ore 5 ed ore 8 sono colpi o mancanze di metallo? In genere queste ultime sono presenti nell'oltre 70% dei tondelli dei nominali da 10, 5 e 3 tornesi dell'epoca.
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  19. Buon pomeriggio Qualche giorno fa, casualmente, mi è venuto tra le mani una pubblicazione assicurativa, “Broker “ nr. 135, periodico dell’AIBA – Associazione Italiana Brokers di assicurazioni e riassicurazioni. Un articolo mi ha incuriosito molto e me lo sono fotocopiato. Riguarda il testo di un contratto di assicurazioni redatto il 22/10/1395 e che viene definito la più antica polizza assicurativa veneziana; eccolo di seguito: “Al nome di Dio. Dì 22 d’ottobre 1395. Sia manifesto a chi vedrà questa scritta che Piero Chiarini vuol eserre asichurato per lb. 40 di grossi, sopra balle quatro di panni, le quali saranno chariche sulla Marziliana, padrone Franceschino Serravalle, i’ nome e ‘n sengnio di ser Antonio Chornero, per andare a Spalatro. E vuol eserre asichurato da mare e da gente e da fuocho e da ongni chaso fortuito ch’avenire potesse dal dì che Ila detta Marziliana farà vela dal porto di San Nicholò de Lido di Vinegia per finno ch’ella sarà gunta a salvamento a Spalatro e stata surta chol ferro dentro al porto ore 24. E non siano tenuti gl’asichuratori avaria di choredi. E se chaso avenisse, di che Dio guardi!, che lle dette balle misvenisono in tutto o ‘n parte, siano tenuti gl’asichuratori di paghare al detto Piero, infra due mesi, da poi saputa la novella chiara in Vinegia, quello asichuranno o quello danno tocchasse per erata. E se lle dette balle misvenissono e fossono rischattate infra due mesi, da poi fossono misvenute, sia tenuto detto Piero a tórsele indietro fra detti 2 mesi in Ispalatro, e lgl’asichuratori paghare il danno e le spese vi fosse ochorse. E per eserre asichurato detto Piero dà a li asichuratori duc. tre per cento, i quali sono guadangnati inanzi tratto. Questa scritta è fatta per mano di me Pangnozzo d’Angnolo, e della detta sicurtà è stato mezano Angnolo di Pierozzo, alla quale gl’asichuratori si soscriveranno. Che Dio la facci salva e tosto a suo viaggio. Amen. Io, Giovanni Bonachorsi, sono contento di chorere il rischio al detto Piero Chiarini, di lb. quindici d’oro, per lo modo scrito di sopra, per Pagnozo d’Angnolo, e però ò ricevuto duc. quatro 1/2. Dio le facia salve. Io, Antonio Contarin fo de miser Piero, son contento chorrere rixigo a lo decto ser Piero Chiarini, de lire vinty di grossi, per i modi e condizione soprascrite per mano di Pagnozo; e per la decta ho abuto duc. sey d’oro. Che Dio la salvy”. L'articolo dice anche che questa polizza è un documento veneziano, ma ritrovato nell’Archivio di Stato di Firenze. L’assicurato è tal Piero Chiarini; I sensali (intermediari) che hanno trovato gli assicuratori, sono Agnolo di Pierozzo e Pagnozo d’Agnolo I sottoscrittori che hanno accettato di assicurare il carico, sono Giovanni Bonaccorsi e Antonio Contarin Seguono in serata altri dettagli Saluti Luciano
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  20. Il buon Villa ti sta dicendo che l'hanno coniata in diverse tipologie. La tua, d'oro, è quotata 775$ ma con i prezzi dell'oro alle stelle tale prezzo è a dir poco obsoleto. 17 grammi di oro .920 sono 15,64 grammi di fino che a 40 euro /grammo attuali sono circa 625 euro e 815$ (quotazione approssimativa, per i prezzi dell'oro e il cambio €/$)
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  21. Qualche informazione sul primo grosso coniato a Piacenza: Stando a quanto tramandatoci dai cronisti dell’epoca i grossi piacentini furono emessi per la prima volta nel 1219 Nell’agosto del 1219 il Codagnello registrò la prima coniazione del grosso da 6 denari piacentini: "Eodem anno (cioè il 1219) mense augusti proximi sequentis, placentini minuti qui dicuntur quarteroli, et placentini grossi, quorum quilibet valet sex denarios de Placentini veteribus qui modo sunt, facti fuere." (Giovanni Codagnello - Chronica tria placentina: Chronicon Placentinum ab annum MXII ad annum MCCXXXV, in Monumenta historica ad provincias parmensem et placentinam pertinentia, III, Parma 1859). Fortunatamente, dai documenti abbiamo anche notizie sul suo peso e titolo: - 20 febbraio 1220: "...inquivisimus et circavimus in quo statu incepta et facta fuit moneta placen. tempore consulatus dominorum presbiteri Cacie et Iacobi de Malcorigia et sociorum consulum communis de lega et penso. Et eam invenimus bonam et legalem de penso et lega, scilicet X solid. et dimidium pro Marcha ad pensum. et de lega, ad eo bonam et eciam meliorem ut illa janue et venecie (Il Pallastrelli trovò i grossi di Pietro Ziani, 1205-1229, a titolo 952 ‰) . . . ", Ettore Falconi, Roberta Peveri ( a cura di) - Il Registrum Magnum del Comune di Piacenza, Milano 1984-1988, vol. II, p. 129, n. 351, r. 6 Quindi, tale grosso venne coniato al peso di 1,865 grammi (36,571 grani) e a titolo di argento di circa 950-960‰. Questi valori si accordano bene con i pesi che si riscontrano generalmente sui primi grossi piacentini. Ma quali sono questi grossi? La tipologia di queste nuove monete restò uguale a quella dei piacentini antichi e dei mezzani piani coniati fino ad allora e cioè con un globetto a sinistra della crocetta di inizio legenda e 2 cunei nel campo al diritto e 3 cunei nel campo del rovescio come elemento di distinzione. Fra i grossi di questo tipo è possibile individuare almeno 2 varianti a seconda della presenza o meno dei cunei. Non sono state evidenziate finora differenze significative nelle caratteristiche intrinseche, peso e titolo in argento, del tipo con 3 cunei al rovescio rispetto a quello privo di cunei. Variante con cunei (probabilmente la prima emessa):
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  22. Una piccola nota di colore. In una passata discussione su LaMoneta: http://www.lamoneta....__1#entry755372 era stato affrontato il problema del reperimento dell’argento usato per le monete greche antiche. Nel caso specifico delle monete d’argento di Sibari, che furono fra le prime in assoluto ad essere coniate in Italia, si è spesso posto il problema sulla disponibilità di argento usato per coniare queste monete. Proprio l’articolo summenzionato della famosa archeologa Paola Zancani Montuoro ("Un peso di bronzo e l’argento di Sibari", AIIN, vol. 12-14, 1965-1967, p. 21-30) accenna a questo problema. Nella regione della Sibaritide esistono filoni di metallo argentifero presso l’odierno comune di Longobucco (sull’alto corso del fiume Triento). In realtà non pare che siano state rilevate tracce di utilizzo in epoca antica, forse a causa del sopravvenuto forte impiego minerario specialmente nei secoli XIII-XVIII. Nell’articolo della Zancani Montuoro c'è una interessante annotazione. Accenna a una documentazione pervenuta alla R. Curia che attesta che nel 1268 furono depositate a Castel d’Ovo esattamente 103 marche e 7 once d’argento puro (pari a circa 24,5 kg), registrate come “Argenti de Longobucto” e inoltre 143 marche e 4 once (pari a circa 33,5 kg) nel 1277. Considerando che alla Curia spettava per diritto circa un terzo dell’intero metallo puro estratto in loco, se ne deduce che nel XIII secolo le miniere di Longobucco producevano in almeno un anno una media di circa 87 kg di argento puro, una quantità che avrebbe in tempi antichi consentito la produzione di oltre 10.000 stateri. E’ probabile che al tempo della prima Sibari i filoni argentiferi fossero più superficiali e quindi facilmente estraibili e sfruttabili. Le miniere di Longobucco, dopo intenso sfruttamento specie nel XVIII secolo, quindi sotto i Borboni e sotto direzione di esperti germanici, si esaurirono e furono chiuse nel 1783.
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  23. Grazie mille a Robert per lo scambio effettuato ;) Andrea
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  24. e) la provvigione e` del 3% lascia perdere l altro f e g) sono i capitali che devono versare per garantire l assicurazione , oggi equivalgono alle riserve , c e` anche l esempio dei LLoyds di londra dove ogni names deve versare un capitale a garanzia
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  25. Anche. Ma il prezzo lo fa il mercato (maggiore richiesta, maggior prezzo). Ad esempio metalli rari come cerio e neodimio sono oggi aumentati di prezzo: cerio a $ 4/pound dal 2007, e neodimio del 500% a $ 23/pound solo perchè grande richiesta per l'uso aumentato nell'elettronica. Comunque anche con questi vertiginosi aumenti (500% del neodimio) il loro prezzo per pound è molto inferiore a quello dell'oro. Infatti, un pound = 1 libbra = 453gr. 453 grammi di oro puro oggi costano 42,08 x 453 = 19062 euro = 25770 $. Inoltre, attualmente il palladio ed il platino, sicuramente più rari (vedi file PDF allegato), costano meno dell'oro: Palladio = 17,2 Euro/g Platino = 40,15 Euro/g Oro = 42,08 Euro/g
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  26. Ripesco questa vecchia discussione per segnalare agli interessati che il supplemento S3 ai primi due volumi di R.P.C. (Dalla morte di Cesare a Domiziano) dovrebbe essere editato nei prossimi mesi. Secondo quanto comunicatomi da Michel Amandry il supplemento sarà in formato pdf, liberamente scaricabile, come già il precedente S2. Per chi fosse interessato a quest'ultimo, e non l'avesse già scaricato, questo è il link: http://www.uv.es/~ripolles/rpc_s2 Nel supplemento S3 dovrebbero essere pubblicate anche alcune monete inedite della mia collezione. ;)
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  27. ... bene allora andiamo avanti, guardiamo il cerchio: mi sembra che il tuo si possa definire cordonato fino, poi passerei a guardare la I uncinata, che nel gruppo I è quasi sempre obliqua, mentre la tua è perfettamente perpendicolare, con gli apici molto lunghi, e infine il castello che non ha apici (come nel gruppo I) ...ma stanno per spuntare, infatti nel catalogo abbiamo sottolineato " piccoli apici inferiori", ma in alcune monete possono non esserci ancora, seguitiamo con il controllo della posizione della lettera C che nel tuo caso è esattamente sopra al braccio della croce. Per tutte queste cose io proporrei di classificarlo nel gruppo 2 sottogruppo b giudicando prevalenti le caratteristiche del cerchio in quanto nel gruppo I b avrebbe dovuto essere perlinato, mentre nel gruppo I c avrebbe dovuto essere perlinato piccolo o cordonato grosso. Non so se mi sono spiegato bene ma queste sono le considerazioni che faccio io quando guardo un denaro, in questa sequenza. Spero di esserti stato utile e, soprattutto, di non aver sbagliato. E adesso aspettiamo gli esperti e nel frattempo un caloroso saluto.
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  28. Ciao robert_, cosa cerchi? Alcune tue doppie VEIII mi servirebbero, scambi solo con regno o valuti anche altro. Fammi sapere, ciao e grazie.
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  29. Ciao Fabrizio, condivido il tuo parere, ed è proprio su questo principio che ho impostato la mia collazione :) ovvero quando si può cerco di prendere sempre il meglio. in questo caso forse per scarsa esperienza ho valutato questa moneta troppo velocemente e l'ho giudicata migliore di SPL. probabilmente la mia valutazione è errata visto che alcuni di voi l'hanno giudicata BB/SPL. La prendo come una lezione: la prossima volta dovrò essere più attento nella valutazione della conservazione :)
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