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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/05/12 in tutte le aree
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Rimango sbalordito ogni qual volta si parli in questi termini di quella grande realtà che è ed è stato il mercatino del Cordusio.. Molti ma molti anni or sono, (siamo negli anni trenta dello scorso secolo per intenderci) nasceva questo straordinario e genuino mercato, il primo punto di riferimento per coloro che amavano collezionare. Dal 1935 a oggi diverse generazioni hanno colto il sapere e scambiato esperienze, la cultura regna padrona.. A metà degli anni sessanta, un biondo e introverso fanciullo, fece per la prima volta il suo debutto in questa sfavillante “giostra” collezionistica Milanese. Allora pareva tutto magico, il tintinnio dei tondelli misto ai riflessi argentei, e un fiume di bancarelle colme di ogni curiosità. Il padre teneva per mano il figlioletto impartendogli le prime nozioni , mentre la nebbia confondeva i volti dei personaggi noti o meno noti della cultura. Quel piccolo biondo neo collezionista oggi cammina solo fra i banchetti del Cordusio, cercando invano di scorgere tra uno sguardo e l’altro la stessa luce di quel grande uomo che teneva la sua piccola mano, e che ora corre nei campi elisi insieme all’atro biondo fanciullo che amava anch’egli raccogliere come il fratello, frammenti di storia… Tutto ciò e stato possibile grazie al sacrificio di migliaia di persone che con la loro dedizione, da quasi un secolo ci hanno omaggiato con la loro presenza, dando la possibilità a diverse generazioni di crescere culturalmente e non solo. La cultura milanese da sempre presente al mercatino, pittori, attori, scrittori, poeti, fotografi, giornalisti,politici, professionisti ecc. ecc., ha contribuito a far crescere tutti noi giorno dopo giorno e ancora oggi ci tiene compagnia.. Oggi l’associazione di via Armorari , raccoglie circa duecento iscritti, più di un centinaio gli espositori che gravitano per le vie del Cordusio, i quali espongono ogni domenica, monete, francobolli, cartoline, dipinti, oggettistica, cartaceo e collezioni minori di ogni sorta, il livello professionale è alto, vi sono espositori da più di trent'anni, si può trovare il semplice e comune tondello sino alla rarità più alte.., questo vale anche per le altre collezioni, per le cartoline per esempio vi sono diversi espositori che hanno del materiale veramente raro.. Sui marciapiedi di questo grande teatro nelle serate buie senza luna, ogni tanto e possibile percepire ancora quel vecchio brusio tipico del fervore collezionistico… Almeno per loro evitiamo..4 punti
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Il 40 franchi coniato a Napoli nel 1810 è una delle monete maggiormente ambite dai collezonisti del periodo napoleonico. Batttuta da due conii differenti e per mano di due grandi incisori partenopei Arnaud e Morghen, se ne contano di una ventina di esemplari tra le due emissioni. Oltre ai pezzi in oro si conosce un esemplare del conio Morghen in piedfort (Pagani Prove 753), venduto nel 1956 Asta Ratto lotto 1040 e realizzò quanto l'80 lire 1821 di Vittorio Emanuele I, che già ai tempi era una moneta di successo. Nella produzione più o meno apocrifa si inseriscone le emissioni in piombo, e piombo ramato (Pagani Prove 754 in stagno). In mancanza di altro, queste emissioni possono riempire il vuoto del pezzo in oro oppure dell'ancor più raro in argento. Per la cronaca il conio del Morghen è il meno raro dei due, e per saperne di più vi è un interessantissimo articolo di Carlo Prota - Napoli Settembre 1931 che documenta la storia di questa sfortunata emissione. D/ GIOACCHINO NAPOLEONE RE DEL * DUE SICIL * testa nuda a sinistra con lunghe basette, nel taglio del collo N.M., Rv: PRIN E GRAND'AMMI DI FRAN 1810, nel campo tra due rami di alloro a corona legati alla base FRANCHI / 40 Taglio liscio Piombo verniciato a rame gr. 7,090 Asta Montenapoleone 4, Milano 1984, n. 1617 Collezione prove Gen. Rocca (?),3 punti
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Le spiegazioni che cerchi sono tutte su internet visto che ancora non è controllato (i tentativi sono in corso d'opera) Molto si trova nel "deep web" che è la parte sommersa di internet, non accessibile con comuni motori di ricerca. Se uno è curioso e ha del tempo basta darsi da fare sul web. Io sono credo almeno dieci anni che non guardo un telegiornale, mi aggiorno col televideo e poi se ho tempo e voglia navigo sul web. Tutti i media sono orientati, guarda per ultimo ad esempio come è stata inzialmente ignorata la protesta dei "forconi" in Sicila, coperta dal naufragio della Concordia (cascato a fagiolo). Se poi mi chiedi "allora io cosa potrei farci" credo che ti risponderei: nulla, esattamente come me. Anch'io non faccio nulla, mi informo e basta, in fondo finchè la va così mi va bene, ho due attività, una bella famiglia, mi diverto con le mie monetine , perchè cambiare ? Però voglio sapere cosa mi accade attorno. Ciao Le spiegazioni che cerchi sono tutte su internet visto che ancora non è controllato (i tentativi sono in corso d'opera) Molto si trova nel "deep web" che è la parte sommersa di internet, non accessibile con comuni motori di ricerca. Se uno è curioso e ha del tempo basta darsi da fare sul web. Io sono credo almeno dieci anni che non guardo un telegiornale, mi aggiorno col televideo e poi se ho tempo e voglia navigo sul web. Tutti i media sono orientati, guarda per ultimo ad esempio come è stata inzialmente ignorata la protesta dei "forconi" in Sicila, coperta dal naufragio della Concordia (cascato a fagiolo). Se poi mi chiedi "allora io cosa potrei farci" credo che ti risponderei: nulla, esattamente come me. Anch'io non faccio nulla, mi informo e basta, in fondo finchè la va così mi va bene, ho due attività, una bella famiglia, mi diverto con le mie monetine , perchè cambiare ? Però voglio sapere cosa mi accade attorno. Ciao Internet è un'autostrada di informazioni, ma bisogna stare attenti alle informazioni non veritiere (tanto per non usare un altro termine...). Siti come noncensura.it sono l'esempio perfetto di come il solito complottismo sconfina nel ridicolo...2 punti
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Ma torniamo alle nostre Parche: si ritrovano solo su una moneta, come detto. Un unicum quasi e nemmeno troppo comune: compaiono su un raro aureo di Diocletianus. Forse, mi viene da pensare, perchè l'Imperatore di turno di solito preferiva attribuirsi i meriti delle conquiste come propri e guadagnati con i suoi meriti, non perchè "elargiti" dal Fato. Infatti Diocletianus nel caso specifico non ringrazia per quanto avuto finora (ne aveva fatta di carriera!) ma cerca la benevolenza per i suoi progetti futuri! DIOCLETIAN. 284-305 AD. AV Aureus (5.52 g, 7h). Cyzicus mint. Pre-reform, struck 286-287 AD. IMP C C VAL DIOCLETIANVS AVG, laureate, draped, and cuirassed bust right, seen from behind / FATIS VICTRICIBVS, the Parcae standing facing, holding three cornucopiae and two rudders; S C. RIC V 294; Lukanc 9; Depeyrot 5/5; Calicó 4449; Cohen 58. Superb EF, lustrous. Ex Numismatica Ars Classica 27 (12 May 2004), lot 496. The Parcae - Clotho, Lachesis, and Atropos - were the daughters of Erebus (Night). The Romans generally referred to them as Fata, or Fate. They were responsible for human destiny: the first held the distaff from which the thread of life was woven, the second spun it to the appropriate length, and the third cut it at the appointed time. The remarkable reverse legend, FATIS VICTRICIBVS, declares that destiny is left "to the victorious Fates." La legenda del rovescio richiama il Fato favorevole accordato dalle Parche verso il regnante. E più generalmente dovrebbe indicare la benevolenza del Fato verso il progetto della Tetrarchia, che di lì a poco varerà Diocletianus, e che dovrebbe manifestarsi in un futuro pieno di vittorie. Spero di aver catturato la vostra curiosità, sennò... vuol dire che non era scritto nel Fato! ;) Ciao Illyricum :)2 punti
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IL DECADRAMMA DI AKRAGAS In fondo l’investigazione di un serio studioso di numismatica antica in qualche modo richiama quella di Kay Scarpetta, nota patologa forense creata dalla scrittrice Patricia Cornwell. Si utilizzano vari elementi, in questo caso tratti da precedenti pubblicazioni e da attente osservazioni su monete, almeno attraverso adeguate immagini fotografiche. Le vicende del dr. Weiss, un medico ortopedico di notevoli mezzi finanziari e grande collezionista di importanti monete greche (e anche di altro materiale archeologico), con sequestro di due lotti della sua ecezionale collezione nell'asta Triton XV del 4 gennaio 2012, ha permesso di mettere in evidenza una delle monete più belle in assoluto prodotte dai Greci della Sicilia: il decadramma coniato ad Akragas (Agrigento) intorno al 410 a.C. Posso quindi immaginare la notevole curiosità anche dei non esperti della monetazione greca verso questo capolavoro. In questa nuova discussione vorrei mettere in evidenza le principali informazioni attualmente disponibili su questa moneta, rimandando per maggiori dettagli e illustrazioni a un articolo che ho in animo di pubblicare sulla rivista “Monete Antiche”. La denominazione di “decadramma” indica che corrispondeva a 10 dracme di piede attico (del peso teorico di 4,37 g) e quindi pesante circa 43 grammi. La letteratura su questa moneta è piuttosto scarna ed annovera i seguenti principali riferimenti: T. Reinach, L’histoire par les monnaies. Essais de numismatique ancienne, Paris 1902, p. 94-95 + 1 tavola. G.H. Rizzo, Monte Greche della Sicilia, Roma 1946, p. 90-92 + 1 tavola (la II). C. Seltman, The Engravers of the Akragantine Decadrachms, Numismatic Chronicle part 1, 1948, p. 1-10 + 4 tavole. L. Lacroix, Acragas ou Hélios sur les Décadrachmes d’Agrigente, Studia Paulo Naster oblata, 1982, p. 13-20 + 2 tavole. M. Hurter, Crickets / grasshopers / locusts: A new view on some insect symbols on coins of Magna Grecia and Siciliy, Nomismatika Chronika, 23, 2004, p. 11-20 + 4 tavole. La moneta era nota almeno fin dal XIX secolo e nel 1902 Theodore Reinach accennava all’esistenza di soli 4 esemplari, uno di Monaco (il più bello), uno della collezione Pennisi di Acireale e due di Parigi, uno dei quali però da lui giudicato falso (del peso di soli 37,60 g, con forma molto ovale e XPAGAS al posto di AKPAGAS e infatti non più accennato in successivi cataloghi). Nel 1948 fu pubblicato lo studio più esaustivo, di Seltman, che elencava 6 esemplari autentici, ricavati da un totale di due conii del diritto (conii F e G di Seltman) e tre conii del rovescio (conii "eta", "theta", "iota" di Seltman) per un totale di 4 combinazioni (nn. 7, 8, 9, 10 di Seltman). Rispetto al catalogo di Seltman, vecchio di oltre 50 anni, attualmente si possono aggiungere altri 6 esemplari, per un totale di 12 esemplari finora noti, tutti elencati sommariamente nel commento al lotto n. 1008 del catalogo di asta CNG & Nomos del 4 gennaio 2012. Per una corretta verifica dei dettagli che caratterizzano i vari conii, allegherò alcune immagini esplicative. (Continua)1 punto
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Post numero 16.... scritto da Piakos: Mi scusi numa, in confidenza tra Lamonetiani ed appassionati...ma Lei, ha occhio tecnico? E' un dubbio che in più occasioni è sorto. La comparazione stilistica a distanza può essere rivelatrice...più che che da vicino. La foto, purchè in buona risoluzione, è spietata. Le linee...le masse, la sensibilità dell'incisore, le imprecisioni...appaiono inevitabilmente e parlano...anche a chi viene guidato nella visione, se si vuole vedere e si ha una qualche capacità di percezione. Se vogliamo arricchire la nostra cortese Utenza possiamo per di più dire: la visione diretta, ictu oculi, può non consentire sufficente concentrazione: il luogo, il contesto, qualche chiacchiera, qualche suggestione, l'importanza di un famoso interlocutore...possono distrarre, portare ad una visione superficiale. Specificamente in presenza di monete dubbie incise con grande perizia e mestiere...con ossidazioni e toni e patine apparentemente coerenti. I grandi critici ed esperti d'arte quando davano/danno un parere all'impronta su opere d'arte non hanno al seguito il microscopio elettronico e ogni altro strumento tecnico da laboratorio. Si basano sull'archivio fotografico che hanno ben congeniato e presente nella memoria...e sulla loro sensibilità...indubbiamente particolare. Sulla loro cultura altrettanto particolare. Tale analisi stilistica e percettiva ha un valore aggiunto enorme: per quanto il grande artigiano moderno possa raggiungere eccelse vette anche nella contraffazione del metallo, nell'ossidazione, nella patinatura e cioè nell'infarloccamento sofisticato...la mano, la sua mente che quella mano guida, non potranno mai essere alla stessa stregua di un uomo di 2500 anni or sono. Ci sono, peraltro, di mezzo una serie di valori che oggi, per la verità non sono più molto considerati, anzi! Si parla di sensibilità, di cultura, di contesti sociali, di problematiche di un modo di vivere che non può essere richiamato in vita ed imitato. Si tratta di un modo diverso di percepire la natura e di vivere accanto ad essa. Anche una serie di linee tracciate ad imitazione...non saranno mai quelle. Ove copiate e/o clonate rimarranno comunque fredde...perderanno gravità e plasticità...le masse sarannp più leggere...l'impressione resta rigida...valida esteticamente ma non coinvolgente. Vale per ogni immagine...per ogni opera d'arte...spesso anche per gli oggetti...persino per le ciotoline. Che poi l'esame diretto è importsnte nessuno può metterlo in dubbio. La conferma delle ipotesi passa per questa strada: svela errori di peso, di coniazione, di metallo, di patina, di bulino e quant'altro: nessuno lo mette indubbio. Vale sopra tutto per il restauro, per l'aiuto dato alla patina, per la riossidazione o per i mascheramenti...per cercare aspetti del metallo che si presume siano impossibili da contraffare. Ma oggi, come purtroppo inizia ad apparire evidente, la tecnica metallurgica del grande artigiano imitatore, inizia ad essere sublime. Per fortuna l'anima dell'incisore antico e del suo prodotto originale...non potranno ami essere imitate. ? :) Piakos. QUESTI SONO I VOLI PINDARICI E/O ,SE PREFERISCI, LE VALUTAZIONI ALLA D'URBE' A CUI MI RIFERISCO. QUELLA DI ACRAF,INVECE, E' UNA ANALISI COMPARATIVA SU BASI SOLIDE,NON LA STO AD ALLEGARE PERCHE' E' UN PO' LUNGA....... IO NON SONO INTERVENUTO PERCHE' NON E' IL MIO CAMPO E QUINDI NON MI PERMETTO.....1 punto
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Grazie. Io direi che il segno dello zecchiere dovrebbe essere il segno sotto al castello (Lunardi dice che ci sono esemplari con stella o anello o trifoglio sul castello) che visto così sembrerebbe un fiore ma potrebbe essere anche la stella un po' consumata. Sul retro mi sembra invece che sia 2 punti-biscione-2 punti, mentre il terzo puntino che si vede in basso fa parte del cerchio perlinato, un po' come nel soldino di Filippo Maria che allego. Per me è interessante perchè nei due o tre esemplari che ho visto non c'erano punti ai lati del biscione. Un'altra anomalia la vedo nella NR che, sempre Lunardi segnala "N con la barra obliqua speculare oppure H" mentre nel tuo mi sembra II (senza la barretta al centro).1 punto
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Ebbene Conte di Nuova Latina cercherò porre risposte alla Sua sete di sapere: 1 - Fu indetto un concorso in zecca per la coniazione di questi pezzi in oro da 40 franchi, Vi parteciparono due abili incisori Achille Arnaud e Nicolò Morghen. Il primo utilizzò della lega d'oro presente in zecca, al titolo di 800 millesimi, infatti i pochi esemplari noti, oltre a quelli per il concorso e gli esemplari per i reali di Napoli e per l'Imperatore ed il Museo della Zecca di Parigi, sono "pallidi". Non piacquero al direttore di Zecca Marchese Giuseppe de Turris che li defì mal centrate e dall'orlo carente. Non recano le sigle dell'incisore e ... questo lo sanno in pochi ... hanno gli assi di conio contrapposti ed il bordo con una serpentina in rilievo. Sono dell'idea che i famosi 18 esemplari sempre portati come coniazione effettuta siano quelli di questo artista. Per compensare il titolo sono leggermente eccedenti nel peso 12,910 Andò meglio al Morghen con una esecuzione migliore e soprattutto l'utilizzo dell'oro a 900/1000 come previsto dalla pari monetazione francese. Peso di 12,666 e taglio con con globetti in successione ed assi paralleli (alla tedesca). I conii, una volta superata la commissione, presero a battere moneta che fu introdotta in commercio nel giugno del 1810, a tutti gli effetti moneta circolante e regolare, ma nel dicembre dello stesso anno furono ritirate; infatti, non vi era alcuna autorizzazione ne legge che le ammettesse al circolante. In seconda ragione la dicitura in franchi non era confacente alla nomenclatura nazionale. Piuttosto che altro non vi era una tabella di ragguaglio tra queste monete e quanto precedentemente coniato dai Borbone. Furono quindi ritirate e rifuse; chiaramente non tutte e vari esemplari sono giunti sino a noi. Stimo in circa venticinque esemplari tra collezioni private e musei del Morghen, e meno di una decina il tipo Arnaud. Non sono al corrente di passaggi a pezze da 50 o 100 franchi, tanto che non furono batutti per tutto l'Impero oppure durante la restaurazione. 2 - L'opera di Antonio Pagani sulle Prove e Progetti battuti in Italia, cita numerosi esempalri in piombo e piombo ramato, personalmente sono sempre dififdente di queste emissioni, ci sono quelle buone e quelle che buone non sono. Sarebbe un discorso lungo e ... mi sto godendo un buon bicchiere di vino ed ho poco spirito per pensare :) 3 - Perchè è sottile, meno della moneta che dovrebbe rappresentare, poco più di una lamina. 4 - Non ha l'orecchino ... è il punto di compasso nel conio che serviva a definire la distanza della legenda dal centro. Fora il conio e quindi si riempire in fase di battuta con un globetto di mettalo, è visibile in quasi tutte le monete. Mi auguro sia stato di Suo interesse, e grazie per la correzione si tratta del Pagani Prove 753.1 punto
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Buongiorno a voi, a questo punto è forse meglio che dia la MIA risposta al quesito. Ciò che vedo, sia su questa moneta che su altre, mi porta a crerdere che i conii delle monete pavesi fino ad Enrico II (1014-24) siano stati costruiti senza l'uso di altri punzoni che quello semicircolare, utilizzato per le O, le S e una parte delle P. Tutte le altre lettere mi sembra siano state invece incise direttamente sui conii mediante bulini di differenti punte, soprattutto triangolari e piane, dopo aver probabilmente creato una traccia da seguire e della quale in alcuni casi rimane, scusate il gioco di parole, "traccia" (sono quelle piccole "punte" o escrescenze di metallo che a volte sporgono dalle grazie dalle varie lettere). Questo permette di spiegare le forme differenti che le medesime lettere posso assumere su di una stessa moneta (guardate per esempio sulla moneta di Stefano le diverse rese delle E e delle R in htercius e in imperator) e su monete della stessa serie. Se avete sottomano il saggio di Limido e Fusconi potete confrontare molte immagini di monete pavesi... Se siete d'accordo con me, dopo aver osservato anche le altre monete pavesi di quel periodo, siete ora in grado di ricostruire le sequenze di incisione delle varie lettere e spiegare/spiegarvi il perché di quella strana protuberanza nella seconda P di papia. Cosa ne dite? Vi sembra plausibile? Cordialmente, Teofrasto1 punto
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"oppure farsi rendere indietro quello che ha pagato senza andare per lunghe e tortuose vie legali (questo secondo me sarebbe il migliore dei modi) con la denuncia per truffa sai come e quando inizi ma non sai come e quando finisci" Farsi restituire indietro quello che ha pagato è il minimo...la denuncia andrebbe presentata a prescindere, perchè il fatto è molto grave. Poi, se e quando il denaro sarà restituito, si potrà sempre valutare la possibilità di rimettere la querela. A quanto sembra, qualcuno ha organizzato una vera e propria truffa, riproducendo le certificazioni di un perito che attestano l'autenticità di monete false. Il numero delle certificazioni contraffatte (non ho capito se meos5555 le ha postate tutte o ne ha anche altre...) e le modalità con cui si è realizzata la truffa, sono tali da far pensare che la frode provenga da ambienti che hanno una certa conoscenza del mondo numismatico. Anche la tipologia delle monete certificate, che si collocano nel segmento "medio-alto" del mercato, farebbero pensare ad una scelta non casuale del truffatore, che si è orientato su monete non troppo "vistose" in conservazioni non eccelse, seppure ambite dai collezionisti. Ciò all'evidente scopo di non destare eccessivi sospetti. In conclusione, mi sembra che fra tutte le tentate truffe aventi ad oggetto monete moderne, che finora ci è capitato di esaminate, questa sia la più "sofisticata" ed insidiosa. Saluti. Michele1 punto
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Dan Pao, prova a sintetizzare nuovamente le tue domande, e cercheremo di risponderti con le nostre idee. Se una risposta è possibile dare, certo... Qui non si tratta di un contrasto tra complottisti ed anticomplottisti, né di passivamete giustificare alcu comportamento, però ci sono una serie di distinzioni che è possibile, utile ed opportuno fare. In primis, come ho detto poco sopra, il rasoio di Occam: non a senso , se non per appagare la propria fantasia, costruire complotti massonici segreti, quando la crisi e gli eventi che noi oggi viviamo possono essere spiegati in maniera più semplice e logica (che non vuol certo dire sia quella giusta, ma si tratta di un ragionamento di probabilità, non di certezza; e non vuol dire che chi viene detto anticomplottista è un illuso, un ipocrita o, peggio, un colluso). In secundis, mettiamola sul piano del "dopo-presa-di-coscienza", cosa possiamo fare noi cittadini? E non intendo quattro gatti che fan la manifestazione inneggiando a Fidel Castro e compagnia, ma il popolo tutto che subisce la crisi? Noi scegliamo i nostri rappresentanti, poi sta a loro difendere i nostri interessi; se essi non lo fanno, e difendono gli interessi di altri, allora sta a noi non rieleggerli. Una rivoluzione, come quelle di una volta, oggi non è possibile nei paesi occidentali, perché crisi o non crisi la nostra è l'era del benessere, ed una rivoluzione, per quanto potrebbe porre fine alla nostra decadente era, rischia anche di porre fine al benessere stesso più in fretta di quanto si dice stia facendo la finanza creativa. Terzo, tutti sappiamo che il sistema finanziaro così com'é oggi non tutela la gente comune, si guardi solo a chi detiene le agenzie di rating; ma questo non indica la sussistenza di complotti, ma semmai la necessità di una nuova normazione che tuteli gli stati e le banche dai ricatti dei revisori, pur garantendo la sanità dei bilanci e delle strutture organizzative, e perciò tuteli i cittadini. Di complotti se ne possono fare tanti. Ad esempio, ti sei mai chiesto cosa ci mettono nell'acqua che bevi?1 punto
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Che tu sappia anche sulla monetazione Toscana era possibile trovare tali segni?perché ho un mezzo francescone che riporta dei forellini uguali a questa moneta che hai appena postato...la puoi vedere qui Potrebbero essere anche questi simboli massonici??1 punto
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A occhio direi che i cartellini sono digitalizzati e stampati con una stampante moderna . I tagli dei bordi rispetto alle righe nere di riquadratura sono imprecisi, le righe rosse e verdi sono troppo vivide per un lavoro di 30 anni fa, la calligrafia non è quella di Bobba , i sigilli non sono quelli di Bobba e non sono neanche del tipo giusto....le bustine di quel tipo con la saldatura ultrasonica del bordo così sottile sono più recenti, come avvento, di quelle usate in quegli anni,che avevano la saldatura più spessa, per motivi di riuscita tecnica,e le dimensioni delle bustine sono quelle moderne, difatti il cartellino è un pò abbondante rispetto alla tasca, questione di poco, un millimetro,un millimetro e mezzo, ma ,se fate la prova,le taschine vecchio tipo non entrano neanche nei raccoglitori a fogli trasparenti nuovi, quelle nuove si. Secondo me quì, di buono, non c'è assolutamente nulla, né i cartellini, né le monete, né le taschine...1 punto
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La moneta è già stata emessa ed è già in mano ai commercianti, tanto che spero di averla anch'io già da martedì prossimo, neve permettendo.1 punto
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Buon giorno a tutti. In comune con SaldiSaldi, possiamo chiudere l'operazione. Purtroppo anche in questa seconda operazione è stata smarrita una lettera prioritaria all'estero... Vi ringrazio a tutti/e per la partecipazione... Non ho organizzato una terza razzia per questioni di tempo, ma ho visto che ne sono state organizzate abbastanza... se a fine anno starò ancora in Italia, vedrò se organizzare quale operazione utile. Ciao a tutti! buona domenica1 punto
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DragoDormiente ha già espresso bene la sostanza di quello che volevo dire, anche se io l'ho fatto in forma molto ironica. Nessuno considera l'economia una scienza esatta e lo sappiamo benissimo qual è il vero scopo delle agenzie di rating... ma da qui alla solita tirata complottista sul mondo dominato dalle banche che agiscono come una specie di entità unica, che detta legge agli stati, li obbliga a fare debito e li punisce se si ribellano ce ne passa parecchio, come ce ne passa che "l'euro è servito solo alle nostre collezioni". Non era mia intenzione neanche criticare per principio le valute alternative, ma da qui a presentare Auriti come una specie di genio ed eroe, come ha fatto La Repubblica, ce ne passa ancora.1 punto
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In realtà la verità è molto più semplice di quello che si vuole pensare. Le banche hanno un solo obbiettivo, come ogni società del resto, che è fare profitto per remunerare gli azionisti (almeno alcuni). Poi, essendo soggetti molto importanti nella società moderna, è diventato normale che reggano il peso degli stati acquistandone il debito. Ma partire dal fatto che le banche sono centri di potere per sospettare che ci sia una cospirazione dietro la crisi e la povertà è illogico. Basti pensare che le prime vittime dela crisi sono state le banche, e non solo per colpa loro. Che ci sia qualcosa che non va nel meccanismo lo sappiamo tutti, sono molte le magagne del sistema bancario internazionale messe in luce dalla crisi. Ma dire che c'é una cospirazione alle spalle della povera gente è una affermazione quantomeno discutibile. Semmai, partendo dal presupposto che le banche devono fare profitto, come detto sopra, bisogna discutere come e a discapito di chi lo fanno, ma oltre questo non c'é nessuna lotta per il potere; non avrebbe senso, soprattutto perché non c'é alcuna ideologia dietro se non quella della ricchezza. Insomma, è il rasoio di Occam...1 punto
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...poi il sospetto mi viene dai sigilli che Bobba aveva personalizzati e non "garanzia"1 punto
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I segni sul dritto sono paraticamente gli stessi, quidni direi ch è la stessa moneta. luca chi me l'ha proposta mi ha fatto vedere solo delle foto... e mi sa che sperava di rivenderla a me dopo averla presa da questo venditore, almeno credo!! Grazie mille per avermi dato questo link...1 punto
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Eros ti dico solo ,grazie, la tua testimonianza è una delle più belle lette da quando sono su Lamoneta,lì ci sono le nostre radici, le nostre tradizioni,c'è la numismatica milanese che lavora , è il più bel mercato che c'è in Italia Numismatico, non ti guardar degli altri che non vogliono capire , lunga vita al Cordusio che rappresenta la città e anche la Numismatica Italiana !1 punto
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Siamo alle solite... Il "sistema bancario internazionale" (quello dominato dagli ebrei cattivi e/o dai massoni) s'inventa le crisi e impone gli indebitamenti ai paesi per arrivare al dominio del mondo. Ma l'eroica Islanda è riuscita ad uscirne [con un bel defaultone... alla faccia dell'uscirne] negando la restituzione dei suoi debiti [così dice la favola, in realtà l'Islanda non ha mai detto che non restituirà i soldi: i referenda non riguardavano quello ma la modalità] che il misterioso "sistema bancario internazionale" l'ha costretta a fare. Non contento, il "sistema bancario internazionale" ha ordinato all'Islanda tracollata di fare immediatamente richiesta d'ingresso nell'UE. Altro paese che sta tentando di uscirne è naturalmente l'Ungheria dell'eroico ultranazionalista Orban, che dopo il suo bel default (ovviamente creato anche quello ad arte dai massoni ed ebrei attraverso il "sistema bancario internazionale") si ribella al sistema proclamando la sua sovranità dal mostro Europa comandato dai misteriosi "burocrati di Bruxelles", che a loro volta sono dominati dal "sistema (bancario) (UE)", emanazione locale del tentacoloso "sistema bancario internazionale", che hanno lo scopo di ditruggere gli stati levandogli la sovranità, cancellando le identità nazionali, creando la polizia europea che comanda negli stati, reintroducendo la pena di morte col trattato di Lisbona [uhmm... quante condanne fino ad ora? Non ricordo] ecc. ecc. ecc. Insomma, se il vostro comune non ha gettato il sale a terra con tutta questa neve prevista sappiate che la colpa è del "sistema bancario internazionale" (si fa per dire, ovviamente ci sono dietro loro), e che fareste meglio a dare più retta ai grandi esperti di economia come il citato Giacinto Auriti [che era un professore di... diritto della navigazione], o qualche altro esponente/simpatizzante di una certa area politica. Attenzione, ragazzi, perchè i men in black del sistema bancario internazionale hanno orecchie ed occhi ovunque. Io potrei anche essere uno di loro, non sto scherzando.1 punto
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Ciao Giangi, la rigatura sì.....la s' incontra spesso, anche se in questo caso è omogenea e non come di solito discontinua; per la scritta disallineata è meno frequente, ma aspetta Francesco o qualcuno più esprto di me.....ti sapranno dire molto di più, sicuramente. P.S. se è la prima ed hai intenzione di iniziare a collezionarle dai una letta a questo Bollettino, ti sarà utilissimo, anche se manca un pezzo.........stiamo aspettando Francesco che lo completi. ;) http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1990_3.pdf Ciao1 punto
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Forse potresti provare a contattare l'utente elledi che aveva pubblicato un libro non molto tempo fa. Qualche dritta in più credo possa dartela. Ciao.1 punto
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Un Rotolino del 2 euro commemorativo comune 2012 è messo a 80 euro più spese di spedizione. Ma si può fare un sovraprezzo di 30 euro per monete destinate alla circolazione? A me sembra una speculazione vera e propria, pari ai peggiori e conosciuti commercianti. Vincenzo.1 punto
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Magari! :lol: Personalmente, per quanto le commemorative lussemburghesi siano monotone, le apprezzo molto per quel che riguarda il modo in cui vengono proposti i vari volti e la ricchezza dei dettagli che li caratterizza. Questi elementi sono a mio parere quasi del tutto assenti nelle altre commemorative rappresentanti volti vari. Per cui, se proprio bisogna rappresentare dei faccioni, che si prenda almeno esempio dal Lussemburgo! :D1 punto
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Certo che la collezione dei 2 euro commemorativi inizialmente abbastanza abbordabile a livello economico, ministati a parte, sta diventendo molto impegnativa. Ormai tutte le Zecche/Banche architettano le più diaboliche strategie al fine di spennare i poveri collezionisti. Proprio queste strategie economiche fanno passare la voglia di portare avanti la nostra comune passione.1 punto
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No, quella in foto (1919c) è comune, un massimo di 20 $ in FDC secondo il World Coins del 2010 (considera qualcosa in più per la rivalutazione dell'argento). Altre annate sono comuni, o comunque non rare (massima quotazione 85 $ sempre in FDC). Questa tipologia è stata coniata dal 1912 al 1922. petronius :)1 punto
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Testone straordinario per conservazione. Al rovescio, uno dei temi classici dell'iconografia Cristiana, già illustrato sotto varie rappresentazioni sui testoni (ma non solo) di diversi pontefici antecedenti a Innocenzo XI, quali Gregorio XIII, Sisto V, Gregorio XV e Urbano VIII. Relativamente alla stella presente sulla spalla della Madonna, ho trovato questo interessante articolo che spiega il significato di questo particolare simbolo Mariano. Sul fatto che qui la stella sia rappresentata con sei punte e non otto (come descritto), può essere dovuto a motivi di incisione del conio, o a semplice "ignoranza" dell'incisore che si è limitato a riproporre un simbolo già noto dell'iconografia della B.V. senza dar peso alla forma della stella. https://sites.google...onnadellastella Alla Madonna della Stella sono dedicati numerosi santuari mariani in Italia. Di seguito riporto alcuni esempi: 1): Madonna della Stella. Lago di Canterno (Porciano - FR -), immagine del 1570 ca.1 punto
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ANALISI ROVESCIO Il rovescio appare essere coniato con almeno tre conii, che differiscono solo per piccoli dettagli. Ancora tra i tetradrammi, con simile rappresentazione di due aquile, una con testa abbassata e una con testa sollevata, è stato rinvenuto un conio che nasconde, sotto una ala, la firma di un altro incisore, POLYK, forse Policrate. Riporto sotto il disegno del dettaglio, tratto dal Rizzo. Gli studiosi hanno concordemente sostenuto che tale rappresentazione sembra ispirata dalla famosa prima strofa del primo canto del coro nella tragedia Agamennone, di Eschilo, dove si assiste al prodigio di due aquile, una nera e una con parte posteriore bianca (i due Atridi) che si nutrono di una lepre gravida (la fine di Troia, ma distruggendo anche la prole, con conseguente ira di Artemide contro Agamennone). Questa tragedia, inserita nella trilogia Orestea, fu rappresentata per la prima volta nel 458 a.C. e quindi era già nota al momento dell’incisione del decadramma. Resta da capire la presenza di un grosso insetto sul campo a destra. Grazie allo studio di Hurter, è possibile identificarlo con sicurezza come una cavalletta (Tettigonia viridissima o Phasgonum viridissima), che non va confusa con il grillo (Acheta domestica) e soprattutto con la famigerata locusta (Locusta migratoria), quella che invade i campi in numerosissimi sciami divorando tutte le piante. Infatti la cavalletta verde, quella che talvolta vediamo saltellare sui campi ed emette gradevoli suoni, è caratterizzata dall’avere antenne molto lunghe, mentre la locusta ha antenne molto più corte e una testa un poco più grossa. I grillo ha invece un corpo più tozzo, ali più corte e antenne non molto lunghe. Basta confrontare le relative immagini: Cavalletta (Tettigonia viridissima) Locusta (Locusta migratoria) Grillo (Acheta domestica) Resta difficile comprendere i motivi della scelta di questo particolare insetto, forse per la loro produzione di suoni, che erano assai apprezzati in antichità. I maschi possiedono organi stridulatori sulla superficie interna dei lunghi femori delle zampe posteriori o alla base del primo paio di ali; per strofinio contro altre parti del corpo, questi organi producono suoni caratteristici, diversi da specie a specie. (continua)1 punto
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ANALISI DIRITTO Come già accennato, sono noti complessivamente due conii del diritto, F e G, che si distinguono per pochi dettagli, specialmente a carico del granchio posto sotto i cavalli, e sono opera di un medesimo incisore. Grazie all’esistenza di coevi tetradrammi akragantini, di stile molto simile e che recano le lettere MYP, è possibile supporre che l’autore dei conii del diritto sia Mirone, uno dei massimi incisori greci del tardo V secolo a.C. La sua grande innovazione stilistica riguarda la particolare disposizione della quadriga, che sembra non solo lanciata nel vuoto (manca la linea di esergo), ma subisce anche una brusca sterzata di tre quarti verso lo spettatore (si osservino la ruota anteriore del carro e la direzione dell’asse verso la ruota posteriore che si intravvede tra i cavalli). L’impressione che se ne ricava è quella di una grande velocità che improvvisamente viene arrestata. Di grande bellezza è la disposizione delle teste dei cavalli ansimanti. Molto è stato discusso sull’identificazione dell’efebo nudo che guida il carro. La sua nudità, messa in evidenza dal corto drappeggio dietro la spalla, indica chiaramente che si tratta di un dio o un eroe. Ma quale? Secondo Seltman, poiché Akragas era stata fondata da coloni provenienti da Gela, a loro volta in parte originari di Rodi e in parte di Creta, ha ritenuto che questo dio poteva essere identificato con la principale divinità di Rodi, Helios. Una certa somiglianza può essere riconosciuta con il famoso cratere attico a figure rosse, del 430 a.C., rinvenuto in Puglia e appartenuto alla collezione Blacas, ora al British Museum. Infatti il dio viene normalmente rappresentato alla guida del carro del sole, una quadriga tirata da cavalli che soffiano fuoco dale narici. Il carro sorgeva ogni mattina dall'Oceano e trainava il sole nel cielo, da est a ovest, dove si trovavano i due palazzi del dio. Questa sua attività gli permetteva di penetrare con i suoi occhi ovunque con lo sguardo e di assistere ad ogni avvenimento del mondo, tra gli altri, anche al rapimento di Persefone da parte di Ade. Per via di questa sua lungimiranza, Elio veniva invocato come testimone in ogni giuramento. In epoca storica, Elio verrà confuso con Apollo. Sempre secondo Seltman, l’aquila che vola sopra i cavalli starebbe a indicare il cielo, mentre il granchio indicherebbe la terra e ambedue sono emblemi della città di Akragas. Tuttavia è da rilevare che normalmente il dio Helios ha la testa radiata e i suoi cavalli sono alati. Successivamente, nel 1982, Lacroix ha fornito una nuova chiave di lettura. L’efebo potrebbe essere l’eponimo Akragas, che si sa essere venerato dagli Agrigentini come un bel adolescente (e come tale raffigurato in una statua di avorio offerta dagli Agrigentini al santuario di Delfi, secondo la testimonianza di Eliano). Davanti a lui c’è la scritta che lo identifica, appunto Akragas. Sopra c’è il suo attributo, aquila, che vola afferrando con gli artigli un serpente. Sotto c’è l’altro suo attributo, il granchio che popolava l’omonimo fiume (sembra più un granchio di acqua dolce o Potamon fluviatile, allora assai diffuso sui fiumi siciliani). Ma come conciliare l’eponimo Akragas con i cavalli della quadriga? Si deve osservare che nel 412 a.C. un agrigentino, Exainetos, riportò la sua seconda prestigiosa vittoria olimpica e, come racconta Diodoro, fece un ritorno trionfale nella sua città. E’ vero che era uno specialista di stadio (enika stadion), ossia nella corsa, ma al ritorno sfilò su un carro trainato da ben trecento bighe con cavalli bianchi, segno anche della grande opulenza raggiunta allora dalla città, poco prima del disastro legato all’invasione cartaginese del 410/409 a.C. E’ possibile quindi che Mirone si sia ispirato a tale evento per celebrare al contempo la grandezza di Akragas, fondendo vari elementi legati sia all’origine rodia della città che al suo eponimo. Se è corretta questa ipotesi, la data più verosimile per la coniazione di questo celebrativo decadramma dovrebbe risalire al 411-410 a.C., dopo il ritorno dell’atleta olimpionico e prima della crisi dovuta all’invasione cartaginese. Non ha infatti molto senso che si sia creato un simile capolavoro in un momento di crisi o addirittura all’appressarsi delle truppe puniche che poi causeranno gravi distruzioni della città, nel 406 a.C. (continua)1 punto
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Collections Numismatiques Dr Paul Ch. Stroehlin premiere partie Geneve 13-20 novembre 19091 punto
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l'appiccaglolo perpendicolare (mancante) era usato prevalentemente nei secoli XVII-XVIII e più raramente fino al XIX quindi non costituisce elemento sufficiente alla discriminazione temporale precisa di questa medaglia. La medaglia del XIX secolo ha invece tre evidenti differenze: 1) La Dalmatica ha l'aspetto più corto e campaniforme essendo allargata alla base. 2) La presenza di una croce (indicata con un cerchio nero) proprio nella posizione intermedia della veste stessa. 3) La forma delle corone di Gesù e la Madonna meno allungate. Qualche breve cenno storico di chiarimento: La veste allungata, stretta ed imperlata fu donata dal re di francia nel 1643 e rimase sulla statua fino al saccheggio Napoleonico del 1797. Nel 1802 Pio VII donerà a Loreto una nuova dalmatica di forma campaniforme e decorata da una vistosa croce. Oltre a questo anche le corone trafugate vennero sostituite con altre più basse (non ad elmo come le precedenti) con decorazioni floreali sormontate da una sfera ed una croce al centro. Questa fu la ragione del cambio nella rappresentazione intorno a quel periodo... Un ultima considerazione interessante sempre per la datazione: fino al 1894-1895 le medaglie di Loreto dedicavano una faccia sola alla patrona mentre mentre l'altra ad un altro santo per motivi sia religiosi che commerciali (vedi ad esempio il rovescio della medaglia settecentesca già mostrato in un altra discussione che riporta San Francesco Saverio S. FRANC. XAV. SOC. IES. (societas iesus) ovvero gesuita). Dalla fine del 800 diventano monotematiche con la Madonna da un lato e di solito la Santa casa dall'altra. Un saluto a tutti1 punto
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