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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/16/12 in tutte le aree

  1. Tr Pot II lo riceverà negli anni successivi. Nessuna anomalia. Il Denario è quello che ti ha segnalato cometronio. RIC 14d (che sta per drappeggiato). Se fosse anche corazzato, non si vede bene, sarebbe 14c. Sono comunque per il solo drappeggiato.
    2 punti
  2. Giunone Moneta e moneta, il tempio della dea ammonitrice e la zecca di Roma. Dedicato da Furio Camillo alle calende del mese di giugno del 345 a.C. e sorto sui resti dell’ormai distrutta dimora di Marco Manlio Capitolino, il tempio di Iuno Moneta, com’è noto, ospitava tra i locali ricavati nel suo podio l’officina della zecca di Roma. E’ altresì risaputo che l’antica pecunia, ovvero il prodotto coniato nei locali annessi all’edificio sacro, finì con l’essere identificata utilizzando proprio il termine Moneta, epiteto specifico della dea titolare del culto su cui, per completezza sia storica che etimologica, è bene soffermarsi. L’ammonimento che diede origine all’epiteto stesso, udito secondo la tradizione nel tempio della divinità, invitava i romani a sacrificare una scrofa pregna a seguito di un terremoto e sempre a guisa di ammonimento pubblico fu edificato il tempio di Giunone Moneta, sorto proprio sul sito ove in passato vi era la casa di colui che osò ambire al titolo di re e per questo gettato dalla rupe Tarpea. Anni prima del voto di Furio Camillo un altro avvertimento dato dalla dea, stavolta per tramite delle sue sacre oche, consentì allo stesso Marco Manlio, allarmato dallo starnazzare degli animali, di respingere un furtivo attacco portato al Campidoglio dai Galli di Brenno, impegnati ad assediare la rocca di Roma. Fatto derivare dagli stessi romani da monere, il termine moneta ha origine, più precisamente, dalla radice indoeuropea man, in latino me/on, la medesima di altre terminologie la cui menzione è degna di considerazione. In indoeuropeo le radici man e mnā avevano il duplice significato di “pensare” e “ricordare” ed il suono prodotto dalla consonante m fu scelto dagli stessi indoeuropei per rappresentare la nozione di tutto ciò che, esistendo, ha un “limite” e una “misura”: mater, madre, colei che si occupa dei limiti naturali della vita umana; mensura, misura, che si rapporta a un limite stabilito; mensis, mese, che possiede una misura legata alla rivoluzione della luna, da cui menstrualis, mensile. Come per moneo-monere, direttamente dalla radice man-me/on: mens-mentis, mente; maneo-manere, soffermarsi a pensare; monitus, avvertimento; monumentum, che fa ricordare (Franco Rendich, Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee, pp.283 e 289). Un indiscutibile legame era presenta tra Moneta e monetae ma, andando oltre la comunemente accettata derivazione che spiega il tutto quale conseguenza di una condivisione dell’edificio, sarebbe forse più utile porsi una differente domanda: perché era stata scelta quell’area, dedicata ad una divinità dai tratti piuttosto accentuati, per installare la zecca ufficiale di Roma? Questo, in sostanza, è quanto si chiedeva il Sabbatucci anni fa (La religione di Roma antica, p.235). Molto recentemente nuovi studi hanno messo ancor più in evidenza le particolari caratteristiche di questa divinità, dando ad essa una particolare identità, non sempre spiegabile quale epiclesi di Giunone. E' altresì interessante notare che, tra le fonti antiche, Livio tende ad utilizzare alternativamente sia la forma Iuno Moneta che solo e semplicemente Moneta, quasi come se questo nome fosse più di un semplice epiteto (Daniele Miano, Monimenta. Aspetti storico-culturali della memoria nella Roma medio-repubblicana, p.72) Questo primo intervento, ove sono inclusi alcuni indizi, è introduttivo e riassume brevemente le principali informazioni riguardanti questa per noi importante figura. Le poche testimonianze numismatiche del periodo repubblicano paiono collimare con alcune conclusioni di questi recenti studi, ma siamo ovviamente nel campo delle ipotesi. Osservando però i ritratti della comunemente nota Giunone Moneta ho fatto caso a un particolare: L. Plaetorius Cestianus ( http://www.acsearch....d.html?id=91015) T. Carisius (http://www.acsearch.....html?id=392647) Ed ecco alcuni dei significativi passi: Tito Livio, Ad Urbe condita VI, 20, 13: adiectae mortuo notae sunt: publica una, quod, cum domus eius fuisset ubi nunc aedes atque officina Monetae est, latum ad populum est ne quis patricius in arce aut Capitolio habitaret VII, 28, 4: Dictator tamen, quia et ultro bellum intulerant et sine detractatione se certamini offerebant, deorum quoque opes adhibendas ratus inter ipsam dimicationem aedem Iunoni Monetae vovit VII, 28, 6: Anno postquam vota erat aedes Monetae dedicatur C. Marcio Rutulo tertium T. Manlio Torquato iterum consulibus Marco Tullio Cicerone, De natura deorum III, 47: Ea si dea est, di omnes illi, qui commemorabantur a te, Honos, Fides, Mens, Concordia, ergo etiam Spes, Moneta omniaque quae cogitatione nobismet ipsis possumus fingere Al dritto di questi due denari qualcuno nota qualche "stranezza"?
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  3. Vorrei sottoporvi un denaro per Alfonso V come re d'Aragoma e I per Napoli 1442-1458, primo regnante Aragonese dopo la sconfitta Angioina. Con Alfonso I d'Aragona finisce un triste periodo per il popolo Napoletano, e nacse un ciclo di pace e prosperità, insieme alla ripresa di una ricca ed espressiva monetazione, alcuni nominali fecero la storia.. Peso: Gr. 0,60 Diam. mm. 15
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  4. "....Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lasciera' forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verita' vi dico, si rallegrera' per quella piu' che per le novantanove che non si erano smarrite. Cosi il Padre nostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli." (Matteo 18.12-14) Salve a tutti!! Il "piccolo" a cui fa riferimento Matteo nella parabola della pecora smarrita riportata qui sopra non e' certo il "Piccolo" (Denaro Piccolo Massano "Variante Sozzi") di cui voglio parlarvi, ma vi assicuro che la gioia che ho avuto per il suo ritrovamento e' stata per me simile. Voglio infatti darvi oggi in anteprima la notizia della mia acquisizione di un quarto Denaro Piccolo Massano"Variante Sozzi" Terza variante del lavoro "L'Agontano di Massa di Maremma", 2003 di Massimo Sozzi) Rarita' R5. Quattro esemplari conosciuti. Come vi ricorderete dalla mia precedente discussione sul Denaro Minuto Massano http://www.lamoneta....ge_fromsearch_1 le varianti del picciolo della medievale zecca di Massa Marittima sono tre. Due conosciute da tempo e riportate dal CNI. La terza variante invece e' stata scoperta piu' recentemente dallo studioso di monetazione di Massa di Maremma Massimo Sozzi, per questo mi piace definirla "Variante Sozzi". Questa variante che, insieme alla seconda di Sozzi 2003 (MASSANA CIVITAS) e' molto piu' rara della prima (due rosette a cinque petali nella leggenda del dritto), e' caratterizzata da una stella cinque punte a corpo cavo nella leggenda del dritto, cosa che ha portato Sozzi ad associarla alla rara Variante B del Grosso Massano (anch'essa R5), che presenta lo stesso simbolo. Si pensa che la coniazione di tale tipologia sia avvenuta in una prima emissione del 1317 e che la sua durata sia stata molto breve. Da qui la estrema rarita' di queste monete. Questo mio secondo Picciolo della Variante Sozzi, e' in condizione di conservazione abbastanza bella per questo tipo di moneta e senz'altro di gran lunga superiore al mio precedente esemplare gia' mostratovi. La leggenda ed i dettagli del dritto sono ben leggibili, direi in condizione BB. Il rovescio non e' altrettanto ben conservato, ma sufficientemente esplicito per gli esperti di tale monetizzazione per apprezzarne alcune nascoste caratteristiche. Per il momento non voglio entrare in merito ai dettagli epigrafici ed iconograficidi tale moneta o della sua acquisizione. Ho gia' sottoposto la moneta per studio al Dott. Sozzi, con il quale ho avuto un piacevole e costruttivo scambio di idee e la promessa sua di realizzare un articolo su questa rara variante. Certamente questo di oggi e' solo da considerarsi un annuncio ed un debutto, ma la storia del quarto esemplare di Denaro piccolo Massano "Variante Sozzi" non finira' certamente qui. Grazie per l'attenzione ed a presto! Lamberto :)
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  5. Non possiedo la lampada in questione, però guardando com'è fatta sul sito del rivenditore posso vedere che c'è un vetro posto a 45° fra la maccina fotografica e la moneta. Questo vetro dovrebbe riflettere parte della luce emessa dalla lampada, in questo modo la moneta verrebbe colpita dalla luce diretta della lampada e dalla luce riflessa del vetro, proveniente da una direzione quasi opposta alla fonte primaria. Questo sistema di illuminazione (luce diretta, detta a taglio + luce riflessa, detta diffusa) è comunemente usato nell'illuminazione cinematografica o fotografica professionale. Il vantaggio rispetto a una illuminazione proveniente dai 4 angoli opposti (che in fotografia/cinematografia sarebbe bandita) sta nel rendere la foto più naturale, lasciando sulla moneta la presenza di ombre provenienti da un'unica folte luminosa (il taglio) ma molto ammorbidite dalla luce diffusa. Io personalmente preferirei questo sistema di illuminazione naturale a quello dei 4 faretti.
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  6. Salve. Concordo con Mirko8710 :) : si tratta del RIC 14. Anche le misure corrispondono in linea di massima. D/ IMP C M AVR SEV ALEXAND AVG, busto laureato e drappeggiato rivolto a destra. R/ P M TR P COS P P, la Personificazione della Salus assisa a sinistra, alimentando un serpente davanti ad un altare. Riferimenti: RIC 14; RSC 218: Sear 7894. Zecca: Roma. Data di emissione: 222 d.C. Nominale: Denario. Materiale: AR -argento. Rarità: Comune. Ecco un'immagine tratta dal web per un confronto:
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  7. Bella moneta. Guardare il dritto e come guardare un opera d'arte io lo ritagliata la posto per qualche collezione di foto :D
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  8. Dopo le prime nozze bisogna portare avanti la stirpe e quindi vi propongo una medaglia che celebra la nascita di Francesco Duca di Calabria.
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  9. mi pare che la tua è questa RIC VI 102 Licinio I AE Follis. IMP C VAL Licin LICINIVS PF AVG, testa laureata a destra / GENIO AVGVSTI CMH, in piedi Genio sinistra, con patera da cui scaturisce liquido, e cornucopia, lettera officina in campo a destra, SMK in esergo. Testo
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  10. Se fosse stato un testa grande del 41 in questa conservazione, si sarebbe scatenato l'inferno...
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  11. Discussione giusta. Ho notato che tra le persone non c'è stato enorme sgomento o spavento. I social network non sono zeppi di link in omaggio ai morti. Che dire, si capisce come la mente sia plasmabile dai media, che ne parlano in continuazione ma non la rendono tragedia. Cosa capitata invece alla morte di M. Simoncelli. Il brutto è che deve scapparci il morto celebre per farne un dramma.
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  12. Vorrei aggiungere a questa interessante discussione una nota non trascurabile riferita alla contromarca NCAPR, vi invito a tal proposito a leggere l'interessante lavoro pubblicato sulla RIN n° 110 del 2009 (pagg. 233-260) ad opera di Giacomo Pardini, studioso e archeologo: partendo dagli scavi condotti dall'autore sulle pendici nord-orientali del Palatino, sono state pubblicate due monete rinvenute in un contesto perfettamente databile e riconducibile a Nerone; l'autore cita anche due monete di Vespasiano con contromarca NCAPR e spiega come questo si possa giustificare. In sostanza sembrerebbe trattarsi di due bronzi di Vespasiano riconiati su due tondelli precedenti e già riportanti la contromarca. Immagine tratta da RIN 2009 - Vol. CX Delle due, quella conservata al museo di Saintes (Francia), è quasi certamente un riconio dal momento che, aggiungo io, al rovescio si vede abbastanza bene una corona di alloro/quercia (del tipo visibile su assi e dupondi di Augusto) come sottotipo. Per quanto riguarda invece l'esemplare della collezione Pangerl risulta invece anomala (come anche l'esemplare di Saintes del resto) la posizione della contromarca che solitamente risulta essere posta in una posizione predeterminata e vincolata dall'effige monetale al fine di consentirne una migliore lettura mentre, nel caso dei due esemplari di Vespasiano le contromarche sembrano casuali ed obliteranti, seppur parzialmente le legende (Von Kaenel 1984 pag. 99 e Martini 2003 pp 20-21). Queste considerazioni, unite alla datazione di due monete contromarcate e rinvenute in contesto certo ed attribuibile a Nerone, porterebbero verso lo scioglimento definitivo dei dubbi riguardanti questa interessantissima contromarca.
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  13. ciao, non vedo la "discussione" - comunque penso che sia proprio una emissione uguale al follaro di Chilia - qui si vede piu' chiaro... http://www.icollector.com/Chilia-Follaro-emissione-genovese-1360-circa_i10794387
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  14. anche secondo me potrebbe essere Agostino adorno governatore p.s. la leggenda non è AV AG ?
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  15. forse l'ho trovata ..... cosa nè pensate ? ex Artemide xxxii lotto 237 , ORIENTE LATINO , Chilia follaro emissione genovese 1360 ca. AE 1,13gr RRRR qBB base 250 euro realizzo 1500 euro !!
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  16. Per quanto mi concerne, sposo anche io la definizione citata da Odjob....... In particolare il FDC può avere dei difetti di conio......poi questi eventuali difetti a mio avviso si possono riverberare sul prezzo, non sullo stato di conservazione......esemplificando: se una moneta è uscita dalla zecca con un conio stanco è FDC e tale rimane se non circola, ma varrà meno di un FDC esente da difetti.......tuttavia saranno ambedue al top della conservazione. Per quanto invece riguarda i famosi FDC Eccezionale et similia la ritengo una valutazione troppo soggettiva.........a questo punto ha più senso parlare di "miglior esemplare conosciuto"...... :D
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  17. Mi sembra di capire che alla fine la parte discriminante sia la presenza o meno di un contesto che caratterizza la moneta. Si può parlare quindi non di monete archeologiche e non archeologiche ma piuttosto di monete in contesto e monete fuori contesto. Purtroppo l'argomento è molto spinoso e non esistono delle definizioni riconosciute in modo universale, tuttavia uno sforzo per poter trovare un punto d'accordo si può fare. A tal proposito, per poter chiarire meglio il significato, riporto qualche estratto della parola "contesto" presente sul dizionaro di archeologia redatto da Francovich e Manacorda*: "In generale, si intende per contesto la situazione o le circostanze in cui un oggetto, o un gruppo di oggetti, è stato rinvenuto. Per contrasto vengono definiti decontestualizzati gli oggetti di cui sia andata persa la provenienza geografica o monumentale, come avveniva, per esempio, in molte collezioni raccolte con criteri antiquari nei secoli scorsi." "Si intende, infatti, frequentemente per contesto un insieme di reperti rinvenuti nelle stesse unità stratigrafiche o in loro raggruppamenti (come attività e fasi); su scala più ampia si può anche trattare di materiali (magari di una specie particolare) provenienti dal medesimo sito o regione" Si conclude con "Comunque esso sia inteso, lo studio dei contesti produce sempre interpretazioni più ampie e attendibili dei resti indagati e merita quindi un posto di primo piano fra i metodi dell'archeologia". *Dizionario di archeologia, a cura di R. Francovich e D. Manacorda, Bari, Laterza 2000
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  18. C'e' da dire che in Italia siamo abituati male, ma anche in Europa e' diciamo la norma. Non sto parlando di negozi online o fisici, ma nei convegni (italiani o europei) direi che uno sconto del 15/20% e' solitamente la norma, con estremi che vanno dal 10% al 30%. Noi collezionisti siamo ormai consapevoli che il primo prezzo e' quello di facciata, gia' probabilmente alzato per poi tenere in considerazione lo sconto successivo da applicare. Credo sia una cosa abbastanza umana, non credo che ci si debba sentire coglioni o meno. Se il venditore non ci conosce butta li' un prezzo un po' maggiorato, poi se si accorge che conosciamo monetazione e mercato arriva al prezzo "vero" a cui era disposto a vendere la moneta. A noi collezionisti poi fa piacere vederci riconosciuto (o illuderci di aver avuto) uno sconto per le nostre conoscenze e capacita' mercantili. Anche questo fa parte del piacere di andare ai convegni. Diverso il discorso del commerciante che ci conosce e segue da anni, li' e' piu' normale, soprattutto se si muove dietro una nostra richiesta, che il prezzo richiestoci sia gia' quello definitivo. Il rapporto e' diverso ed anch'io tenderei ad apprezzare un prezzo congruo e stabile. Inutile dire pero' che anche i migliori commercianti italiani sono sempre commercianti, per cui ho visto le stesse monete, offerte dai medesimi stimatissimi commercianti a prezzi diversi a seconda del "peso" del portafoglio del cliente di turno. Queste pratiche, benche' lecite e comprensibilissime, mi hanno fatto piu' volte riflettere sulla definizione di "prezzo congruo" di una moneta...
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  19. Mah,...a me sembra meglio questo di sistema , ovvero il commerciante che ti chiede un prezzo e, se ti va bene ,ti fa un 5/10% di sconto proprio al massimo, che vedermi chiedere una cifra qualsiasi e poi, a forza di chiacchiere e palle varie, vedermela scontare del 40/50%...mi sembra che nel secondo caso, chi mi vuol vendere la moneta, mi stia veramente prendendo per il culo....e se ero uno di quelli che non sa trattare che succedeva? che non la compravo?..poco male...oppure che la pagavo il doppio del valore? mi sembra poco ortodosso...ed etico...come dire: io ci provo.........,poi se qualche coglione abbocca, bene...ho guadagnato il doppio...sennò faccio sempre in tempo ad abbassare della metà....sarà che a me sentirmi dalla parte del coglione non mi piace, ma preferisco uno che mi dice che quello è il suo prezzo corretto e che ,al massimo, mi fa un piccolo sconto tanto per venirmi incontro...denota più correttezza e rispetto per l'acquirente ...gli sconti faraonici sanno di prezzi fatti a casaccio tanto per fregare qualcuno...
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  20. Tipica trattativa con mercante Ebreo, dalle poche esperienze che ho avuto, per fortuna: "Buongiorno, scusi quanto costa questa moneta?" "2000 $, e' una moneta molto bella, ottima scelta" "Si in effetti e' una moneta non comune e in buona conservazione, mi interessa. Pero' caspita a 2000$ e' un po' cara. Senta, se mi viene incontro a 1800$ gliela compro, ok?" "No guardi la moneta costa 2000$, l'ho pagata moltissimo anch'io, e' molto rara e molto bella, le sto gia' facendo un prezzo da amico" "Mah guardi, io seguo questa monetazione da anni e le posso dire che pur essendo una moneta interessante a 2000$ e' decisamente cara. Voglio venirle incontro a 1900$, credo che 100$ di sconto su 2000$ puo' anche scontarmeli, no?" "La moneta l'ho acquistata molto cara anch'io, non posso vendergliela a meno di 2000$. Se non puo' pagarmi quella cifra preferisco tenermi la moneta, ci perdo di meno." "Ho capito, non si smuove dai 2000$. D'accordo comunque, e' molto cara ma ci ho fatto la bocca, le do i 2000$ che mi chiede. Mi dia almeno 10$ di resto per pagarmi il caffe'...." "Ha fatto un buon acquisto, monete come questa non si trovano facilmente, non se ne pentira'. In questo momento non ho pezzi da 10$, le posso dare un paio di dollari in moneta, il caffe' dovrebbe prenderlo lo stesso.." "Lasci stare guardi, arrivederci..." ;) :)
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  21. Che dobbiamo pensare... Il luogo comune dell'euro in quanto valuta che sarebbe stato responsabile dell'aumento dei prezzi nel 2002 e le annesse lamentele su "quanto si stava bene con la lira" (memoria corta o troppo giovani per ricordare i periodi di mega inflazione e mega svalutazioni della lira...) è stato incentivato e ripetuto per così tanti anni che è diventato una leggenda molto diffusa, quasi parte dell'immaginario collettivo. E' un fatto piuttosto grave, perchè rischia di diffondere anche presso le nuove generazioni l'idea che l'euro è stato davvero una disgrazia e/o è una valuta mediocre.
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  22. Per ora intervengo brevemente solo su un punto, sul resto tornerò con più tempo nei prossimi giorni: per favore, però, prima di intervenire leggete per esteso le cose scritte ed alle quali ci si riferisce, anche se magari sono qualche post indietro ed un poco lunghe. Stiamo parlando e cercando di capire cosa siano monete definibili come "archeologiche" e "di interesse archeologico" (con le eventuali differenze...) e mi pare che tra vari utenti siano state dette già cose di rilievo al riguardo, prima tra tutte la possibilità, cioè una certa evidenza di ricondurle ad un contesto "antico" o meglio storico - per me sia in senso stratigrafico che topografico*, e con i limiti cronologici sopra ricordati - e rinvenute in quei luoghi dove per legge non è concessa la ricerca senza autorizzazione statale (sotto il terreno, fondali marini etc..). Senza questa caratteristica, entrano in gioco altre considerazioni ed altre discriminanti, è chiaro. Quello che ho voluto sottolineare, per via di certi post che secondo me rischiavano di essere fuorvianti, è che la cronologia a meno che non sia recente (ultimi 50 anni) in presenza di queste altre evidenze, come anche ricordato anche da bizerba in uno dei suoi primi post, non è sufficiente ad escludere che si tratti di moneta archeologica. Se guardate ormai in molte pubblicazioni di scavi archeologici ci sono contesti Sei-, Sette- ed Ottocenteschi interessanti di cui si pubblicano le monete. Ma a questo punto rivolgo a voi un primo quesito, rispondendo al quale forse le cose possono essere più chiare: se un giudice vi chiedesse di pronunciarvi e di dire se secondo voi un gruzzoletto di monete di inizi XIX secolo, attaccate tra loro per l'ossidazione ancora attiva e con la terra relativamente umida intorno è di "provenienza archeologica" ovvero "da ritrovamento recente dal sottosuolo", cosa rispondereste? E per qualche denaro medievale ancora bello terroso e da pulire, che per tipologia non può provenire che da una ristretta e ben conosciuta area ? Ovviamente per facilità di ragionamento non stiamo parlando della presunta "italicità" etc... Cordiali saluti MB * per satrius: per questo e non casualmente avevo incluso anche una piccola edizione sull'archeologia dei paesaggi ;). Ma anche su questo seppure brevemente e per chiarezza scriverò qualcosa più avanti...
    1 punto
  23. Bisogna vedere se troverà alte conservazioni a prezzi abbordabili... il che non è sempre facile. Anch'io ho parecchie monete in bassa conservazione in collezione, qualcuna anche abbastanza comune. Non è certo una mia priorità sostituirle, anche se stanno magari vicino a monete di conservazione più alta. A volte mi è capitato di sostituire monete migliorandole di 1/4 di grado, ma non certo perchè le cercavo più belle, semplicemente perchè mi è capitata l'occasione di acquistare un pezzo di più alta conservazione a un prezzo particolarmente vantaggioso. Ne ho altre invece molto più brutte che non ho mai sostituito perchè questa occasione non è ancora capitata. Capiterà forse in futuro, ma di certo io non la vado a cercare. Cmq tornando a bomba io direi il 1942 BB+ e il 1943 BB, forse quest'ultima con quel brutto colpo non l'avrei presa perchè i colpi proprio non li posso vedere.
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  24. ZANOTTI, BUSCARINI, MONETE E MEDAGLIE COMMEMORATIVE DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO. San Marino 1991. Catalogo Piu' Difficili da reperire : PERINI Quintillo, La Repubblica di S.Marino e le sue monete Brossura editoriale estratto Londra 1899 BERTI Gian Luigi, Il Sistema Monetario e la moneta d'oro di San Marino. A.T.E. San Marino.1974
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  25. 1 punto
  26. be.....non so proprio chi ti dara' un Carli Pacini (1968) in FDS a 100 euro....e seper caso lo trovi..fammelo sapere.....
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  27. Verissimo quanto dice min_ver ma il problema é che ciascuno di noi dovrebbe essere in grado di pensare con la propria testa, anziché con quella altrui. Esempio: circa 10/12 anni fa, quando ho iniziato a presenziare ai convegni, ho perso diverse vendite perché mi rivolgevano la classica frase "per lei che conservazione é?" e a fronte della mia risposta (es. q.SPL) mi arrivava un diniego all'acquisto, giustificato da frasi tipo "colleziono dallo SPL in su" o "cercavo qualcosa di meglio".... Questo modo di comperare, basato unicamente sul giudizio del venditore, é la causa di molte - spesso macroscopiche - differenze di valutazione.
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  28. Ciao a tutti, il quattrino in questione è relativo alla delibera del 3 luglio 1503 (cfr. MIR 534/3). La balzana, al posto del segno di zecchiere, ci suggerisce l'ingerenza diretta del Comune nella conduzione della zecca. Come ho indicato nella nota del MIR relativa a questi quattrini, le varianti epigrafiche sono numerosissime: CIVITAS VIRG-I-IN-INI-INIS oppure C VIRG ecc. Una volta ho scorto addirittura la scritta SENA sotto la S fogliata del dritto. Tutte queste varianti ci testimoniano, inquivocabilmente, che l'emissione fu abbondante e ripetuta nel tempo. Spero di esservi stato utile...
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  29. Che VEII fosse poco Savoia, mi sembra parecchio forzato. Detta così, poi, sembra che i Savoia dovessero diventare re d'italia per diritto divino e che, quindi, questo spettasse ad un Borbone, imparentato con i Savoia. Questo è ancor più forzato. Sarà che sono repubblicano ed avrei preferito una repubblica, già dal 1861... Qualsiasi re poteva ambire a diventare re d'Italia; non era una prerogativa dei Savoia. La questione è, banalmente, che è diventato re d'Italia chi ha vinto la guerra, tutto qui.
    1 punto
  30. Grazie a tutti, questa moneta mi ha sempre affascinato per tanti motivi, perchè continua a cambiare negli anni ,piccoli particolari, ma ogni anno si distingue dall'altro; è una moneta che richiama fortemente la propria identità,inoltre per la la sua bellezza artistica nel rovescio richiama una scena scultorea, ma l'aspetto più importante e peculiare è il richiamo ai valori cristiani, alla carità, all'elemosina,una moneta insomma che racchiude tanti aspetti e dall'alto valore simbolico, ecco perchè questa moneta lucchese è degna di attenzione e considerazione, almeno per me.
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  31. :rofl: :rofl: OTTIMO direi :rofl: :rofl: ti invidio, Sidney deve essere proprio un bel "paesino".
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  32. Gennaro Riccio, in "Le monete delle antiche famiglie di Roma fino all' imperadore Augusto", ci ricorda come già nelle sue "Osservazioni Numismatiche" Bartolomeo Borghesi in "Decade VI, Osservazione I", si poneva il problema di chi fosse il ritratto al dritto nelle monete di Pomponio e convenne con gli antichi scrittori che o fosse la Dea Moneta oppure Mnemosine (e già questo ci indica un facile fraintendimento delle due personalità). In seguito, nella "Decade XIV, Osservazione III", giunse alla conclusione che la testa in questione fosse di Apollo, pettinato e dalle fattezze femminili. Il punto è che la tradizione numismatica del momento, ci suggerisce che quelle teste, molto probabilmente sono femminili; di seguito un confronto fra la moneta di Carisius e quella di Pomponius,distanti fra loro solamente una ventina d'anni: Apollo, come sappiamo aveva la prerogativa della corona d'alloro ma nonostante questo, la capigliatura, cominciante dalla fronte e raccolta fino a formare un nodo nella nuca, ci riporta alle tipiche rappresentazione femminili del tempo, come per esempio, quella di Venere, rappresentate su di un Denario di Hostilius, anch'essa laureata e con capigliatura simile. C'è infine da fare una considerazione di carattere, per così dire, post-processuale (archeologia parlando), ideale... come osservò lo stesso Borghesi, le monete delle Muse avrebbero ben 2 ritratti distinti, uno rappresentate un Apollo Latino (nella moneta con Ercole) e uno con l'Apollo Greco (per le restanti 9 muse); la spiegazione più logica dando adito all'ipotesi Apollo. Eppure ci si domanda, perché un magistrato monetario latino, coniante monete a Roma e commemorante le Muse, in onore al suo cognomen latino, avrebbe dovuto proporre un Apollo Greco nei suoi tondelli? Oltretutto l'accento sulla "V" è indicativo di come il magistrato volesse imprimere forza al termine, al suo cognomen latino. Di contro, come osservato dallo stesso Borghesi, la pettinatura della figura al dritto corrisponderebbe a quella che sovente veniva portata dagli uomini greci; per questo egli avrebbe attribuito la figura di un Apollo greco, non prima però di aver desunto che il particolare sopra l'orecchio della figura fosse semplicemente una "matassa" di ricciolini e non un gioiello o comunque ornamento femminile e appoggiato dalla credenza che le muse rappresentate in moneta fossero quelle portate a Roma da Ambracia da Fulvio Nobiliore (e questo è più o meno testimoniato dal fatto che tali statue era custodite niente meno che nel Tempio di Ercole Musagete!), giustificando quindi l'omaggio alla Grecia. Tralasciando il dibattito che venne fuori, visto che gli fu controbattuto che quello potesse essere un gioiello in voga al tempo (orecchini a forma di grappolo d'uva), che si applicava ai capelli, rimango dell'idea che l'attribuzione ad Apollo possa essere quantomeno dubitabile. Rimane quindi validissima l'ipotesi di una Mnemosine impressa nelle monete delle Muse. Direte voi, sei andato un po' Off Topic, no, se rileggiamo i post di Rapax nei quali giustamente ci ricorda che Moneta e Mnemosine venivano considerate dagli antichi le medesime e che Igino (che se fosse Gaio Giulio Igino, il bibliotecario di Augusto nel tempio di Apollo mi fiderei :D) per di più afferma che Moneta è la madre delle Muse. A questo punto abbiamo, riepilogando, una Moneta che in età imperiale perde la sua persona e diventa entità astratta e in età repubblicana una probabile Moneta/Mnemosine che ancora portano con se la loro figura divina. Voglio andare oltre (non mi bacchettare Rapax :P), vi faccio una domanda. Ma secondo voi perché dei 12 Titani (che ricordiamo essere 6 maschi e 6 femmine), 10 si impiegarono in 5 coppie a fare progenie "titaniche" mentre Themis e Mnemosyne furono le uniche a partorire Divinità Morali? Le stagioni per la prima e le Muse per la seconda? E Themis, che è la titanide dell'ordine e della giustizia? Guardate come era rappresentata (opera moderna ovviamente, questa in allegato). Non vi ricorda i rovesci Imperiali? :rolleyes: Un qualche collegamento fra le due? E inoltre, Mnemosine, come ci dice Diodoro Siculo, avendo scoperto il potere della memoria assegnò i nomi a molti oggetti e cose astratte che servivano a intendersi durante la conversazione; ci dice anche che a questa Dea era attribuito il potere di far ricordare. Ricordare, ricordare cosa Mnemosine aveva fatto per noi, ella ci aveva avvertiti e ci ha chiesto di fare questo e quello in seguito ai suoi ammonimenti, compreso costruire un Tempio. Non so, finisco nella banalità dei collegamenti, ma concedetemelo a quest'ora dopo lavoro... :D Tornando su Themis, ella era la personificazione dell'ordine legale e della giustizia eterna, generando infatti le Ore (Eunomia, Dike e Irene), sia come la dea delle leggi naturali che vigila su ciò che è lecito e illecito. Ebbene, perché visti i legami con la nostra carissima Dea Moneta non mettiamo la Zecca di stato come buon auspicio, presso questo Tempio? Sia mai che colei che vigila su ciò che è lecito o meno ci aiuti nel preservare la tanto sacra pecunia. E se il tempio fosse stato dedicato a Giunone in precedenza (ricordiamo la probabile costruzione del tempio su di un antico edificio di culto) e in seguito alla ricostruzione con dedica alla nuova Dea i due nomi si fossero congiunti? O perché no, il Tempio di Giunone e Moneta? Ai posteri l'ardua sentenza. :dirol: Ovviamente la parte finale di questo post, che un buon pomeriggio me l'ha piacevolmente portato via, è da considerarsi uno spunto per divertirsi, anche se, per deformazione professionale, tendo a voler considerare tutte le ipotesi possibili e poi vagliarle piano piano in base ai dati concreti che riesco ad ottenere. Dunque, nulla è così comico o surreale come sembra... ;) Mirko
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  33. Periodo piuttosto intenso... chiedo scusa se sto procedendo a rilento. L'intervento di Mirko ci fa fare un balzo cronologico piuttosto importante e, al tempo stesso, significativo. Sono emersi numerosi nuovi spunti ma terrei particolarmente in considerazione il denario di Commodo con legenda APOL MONET al rovescio, il cui inquadramento in questo contesto mi pare ormai piuttosto chiaro. Le emissioni imperiali hanno il pregio di fornirci rappresentazioni più dirette e mature, ci donano in sostanza un'immagine dell'obiettivo ultimo del discorso che stiamo affrontando. Apollo è protettore delle Muse, queste ultime erano le divine rappresentanti delle forme d'arte, figlie di Mnemosine e, in quanto cantrici delle gesta di dei ed eroi, celesti depositarie della memoria. http://www.acsearch.....html?id=136161 Calliope, colei che ha bella voce, musa della poesia epica. E poi Clio, colei che rende celebri e Polimnia, dai molti inni. Restando in ambito prettamente numismatico, faccio poi notare la non casuale presenza di Ercole sia sulle emissioni di Pomponio Musa (Ercole Musagete) che sul rovescio del medaglione di Diocleziano segnalato da Mirko. Ciò rafforza il legame che sta emergendo. Apollo e Moneta, per tramite delle Muse, sono due figure che presentano un relazione costituita proprio dalla memoria e da Memoria. Si tratta di un piccolo dettaglio, che per noi ha tuttavia un valore immenso. Se pur scorretto, ed è bene sottolinearlo, potremmo semplificare immaginando Moneta come una sorta di musa della monetazione. Misura, arte e memoria, cos'altro è una moneta? Moneta sembra avere legami con ciascuno di questi tre aspetti e, comunanze etimologiche a parte (da ritenere comunque molto importanti), sto cercando altre fonti a sostegno di queste ipotesi. ;) Un forte legame con la memoria è comunque già emerso. MONETA AND THE MONUMENTS: COINAGE AND POLITICS IN REPUBLICAN ROME By Andrew Meadows and Jonathan Williams The Journal of Roman Studies, Vol. 91 (2001), pp. 27-49 Questo articolo è ora "sotto esame" e le premesse sembrano buone :).
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  34. Ti ringrazio Eros per la lettura fornita. Di sicuro è esatta la tua catalogazione, ma io resto dubbioso sull'originalità della moneta. Ha uno stile troppo "elementare", in particolare il ritratto del sovrano, sembra quasi disegnato dalla mano di un bambino... troppo diverso da quello degli altri denari. Io pendo per il falso d'epoca, il che renderebbe il tondello sicuramente più interessante. Come hai fatto notare peso e diametro ci sono... ma se si trattasse di un falso dell'epoca vorrebbe dire che, anche se si trattava del nominale più basso all'epoca in circolazione, qualcuno cmq ne traeva vantaggio a falsificarlo. Questo denaro nasceva da una lega con un bassissimo contenuto d'argento. La libbra di zecca di 12 once per produrlo era composta da 11 once e 3 sterlini di rame e da 17 sterlini di argento e con questo rapporto aveva un cambio di 3 per un tornese e di 60 per un carlino (denarioli vel obuli ad rationem de tribus pro quolibet tornense, et de sexaginta proi quolibet carleno recipiantur et expendantur). Successivamentela lega fu ridotta a soli 12 sterlini d'argento e once 11 e 8 sterlini di rame e questa riduzione comportò il dimezzamento del valore del denaro che veniva quindi scambiato 6 per un tornese e 120 per un carlino. In base a questi dati potremmo ipotizzare che all'epoca, nonostante oggi possa sembrare strano, a qualcuno convenisse fare questo falso. Infatti il contenuto basso di fino, difficilmente riscontrabile oggettivamente nel tondello, poteva invogliare qualcuno a falsificare il denaro abbassandone ulteriormente il contenuto d'argento (in questo caso imitando quello che spesso si faceva in maniera fraudolenta in zecca :P) oppure a coniarlo in puro rame (ed in questo caso anticipando i tempi :P). Trattandosi di uno spicciolo, sicuramente non era soggetto a scrupolosi controlli da parte di chi lo riceveva ed il gioco era fatto. In altre zone sono noti poi i casi in cui alcuni spiccioli, anche se riconosciuti come falsi, continuavano a circolare e venivano accettati nelle piccole transazioni... Che altro aggiungere... si tratta ovviamente di ipotesi e come tali vanno considerate. Magari poi quella sera l'incisore del conio aveva alzato troppo il gomito e noi qui ora dopo più di 500 anni stiamo a discuterne :D. Quello che invece mi ha fatto piacere di leggere in questa discussione è la storia che si cela dietro le monete e che spesso non viene raccontata. Questa volta è stato fatto (magari mi auguro anche che continui), ed è stato fatto su un post di uno spicciolo dell'epoca, moneta del popolo, solitamente trascurate dai più. Rubo una frase fatta dall'utente corsodinazione in un post nella sezione medievale: "immaginate se questa moneta fosse un CD. Messa in un lettore ne avrebbe di cose da raccontare" Ora la moneta chiaramente non può parlarci, ma può farlo attraverso noi ed in questo ringrazio Layer1986 per aver dato l'input e junomoneta per aver continuato.
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  35. Ok, il "semplicemente" era dettato da una lunga giornata passata sulle monete. :D Facciamo un excursus della signora Moneta. Partendo dal presupposto che il Tempio di Giunone Moneta è stato costruito, probabilmente, nel 345 a.C., momento nel quale Giunone Moneta era una Dea, ossia come abbiamo già detto la Giunone Ammonitrice. Il buon Tito Livio, mi pare, ci dice anche che nel 269 a.C. circa, il Tempio viene affiancato dalla Zecca di Roma. Da questo momento si può iniziare a dire che si iniziò a pensare alla pecunia come moneta, come hai già perfettamente esposto. Siamo di fronte, quindi, ad una situazione parallela, da una parte abbiamo una Giunone Moneta Dea e dall'altra abbiamo già le prime attestazioni di una Moneta, come ammonitrice senza attribuzione divina e questo, come hai già detto, è piuttosto strano. Arriviamo quindi alla prima apparizione su moneta (tondello). Nel 74 a.C. Plaetorius la fa comparire su di un Denario con il solo appellativo "Moneta"; successivamente, nel 46 a.C., Carisius, ripete cambiando il ritratto (che aggiungo per me essere più somigliante a Giunone). Siamo quindi a fine Repubblica e quasi 3 secoli separano la costruzione del Tempio con la prima dedica. Abbiamo poi un buco temporale di un altro secolo, sino ad arrivare a Domiziano. Ora, Moneta, compare esattamente come qualsiasi altra personificazione, sembra essere diventata un personaggio a se stante. Bilancia e Cornucopia la fanno assomigliare all'Equitas. Link Successivamente, Adriano, la rappresenta anche su Cistoforo. Qua, Moneta, è rappresentata con al posto della cornucopia, uno scettro, un'asta. Da segnalare anche il diminutivo MON. Link Successivamente, sempre Adriano, Antonino Pio, Caracalla, Postumo, Massimiano e Diocleziano (per dirne alcuni) faranno comparire Moneta su moneta, rigorosamente, in un arco di quasi 3 secoli, con gli stessi attributi, Bilancia e Cornucopia (alternata con lo scettro). Ci saranno nel corso dei secoli, alcune eccezioni: Traiano, addirittura commemorerà il Denario di Carisius, riproponendolo uguale ma circondando gli strumenti con una ghirlanda e una legenda. Link In questa Dracma di Lucio Vero, a Moneta è associata una struttura, con su una figura e in basso quelle che sembrano, convinzioni a parte, oche. Link Settimio Severo, su di un Aureo, cambierà leggermente la posizione, mettendola seduta. Link Gallieno, inseriva ben TRE Moneta in un'unica emissione (non è questa testimonianza di uno scioglimento da qualsiasi attribuzione divina?) Oppure avevamo tre ammonitrici? Stesso medaglione lo aveva già Valeriano e lo riproporranno anche Claudio II il Gotico, Floriano, Probo e Massimiano. Link Un'interessantissima emissione è quella di Diocleziano su di un medaglione, Moneta è affiancata da Giove ed Ercole (?). Link Inserisco fuori cronologia, un'emissione sotto Gallieno ma a nome di Salonina, una moneta "strana", uguale al medaglione del marito, solo con 3 Aequitas! L'equità pubblica era forse appannaggio di Moneta? E se Equità e Moneta fossero diventate un tutt'uno? Link Ultime immagini e poi finisco questo excursus, a mio avviso necessario (anche se siamo sforati nell'Impero, spero mi perdonerai :D ). La prima è di Commodo. Affermerei un'altra INTERESSANTISSIMA emissione, nella quale egli affianca Moneta ad Apollo in una posizione del tutto nuova. La figura è quella di uomo, Apollo, e nella legenda si prosegue con "APOL MONET [...]". Link Un'imitativa di Settimio Severo al quale è stata associata una Vittoria a Moneta. Link Direi che le curiosità le abbiamo beccate tutte, ovviamente siamo sforati nell'Impero, ma il tutto può essere un'indicazione di ciò che stiamo cercando. Come ho potuto notare io stesso nel mentre cercavo queste emissioni, Moneta nel corso del tempo è diventata proprio quello che stiamo pensando, una personalità a se stante, una personificazione forse dell'Equità, di sicuro sta diventando molto interessante questa figura sulla quale mi ero soffermato solamente in superficie. Adesso caro Rapax, vediamo che tiri fuori :D
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  36. Intanto complimenti! :good: Qualche stranezza? Che andava spesso dal parrucchiere? :D Scherzi a parte Rapax, oltre all'acconciatura noto solamente una diversità degli orecchini, una sorta di tridente nel Plaetorius e un pendente nel Carisius. Oppure vuoi far intendere che ci troviamo di fronte a due divinità differenti? Giunone in statua era così: Direi nettamente somigliante alla moneta di Carisius, meno a quella di Plaetorius. Mentre aspetto una tua risposta corredo la discussione con un po' di immagini: Resti di mura attuali Ricostruzione 3D della collocazione del Tempio Collocazione del Tempio a Roma in mappa
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