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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/30/11 in tutte le aree
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Carissim* mi fa piacere che abbiate apprezzato un poco del materiale postato, anche perchè forse finiremo per dare una spiegazione non molto lontana da quella a suo tempo (il 1993!) data da Michael Matzke, che come ho detto fino dal primo post su questo particolare argomento io condivido, ma almeno ne avremo verificato fino in fondo le possibili motivazioni, e soprattutto potranno capire meglio anche quegli utenti che non posseggono quel testo del nostro amico tedesco, o non sono sufficientemente addentro a certe problematiche. Allora le cose che volevo mostrare io erano in buona parte quelle notate da lollone. Ecco la prima annotazione: Ergo: se Corrado avesse voluto, usando quello stesso schema, avrebbe potuto adottare un monogramma con un riferimento più chiaro al proprio nome anche sui denari senza alcun problema. Questo l'ho voluto ribadire nel caso che qualcuno avesse mai potuto pensare che il monogramma di Corrado, magari dovendo impiegare una C lunata o chissà quali altre soluzioni, fosse stato troppo distante dai tipi precedenti e quindi non facilmente adottabile pena una minore riconoscibilità della moneta lucchese. La seconda ci conduce ancora più vicini al punto: Allora, come mi pareva di aver evidenziato nel diagramma genealogico che vi ho postato Corrado NON era discendente di Enrico II. In realtà era discendente per altra linea familiare dell'Imperatore Ottone I, e nipote di Ottone di Carinzia della casata Salica, importante nobile spesso legato alla famiglia imperiale sassone che, appunto, alla morte di Ottone III fu uno dei candidati al trono insieme ad Enrico della casata di Baviera. In cambio di alcune nomine e titoli nobiliari, Ottone di Carinzia ritirò la propria candidatura per lasciare il posto a quello che diventò poi Enrico II. Oltretutto Enrico II, forse temendo le sue pretese al trono, appellandosi ad una troppo stretta consanguineità con la moglie trovò il modo di far condannare Corrado dai canonisti e di costringerlo all'esilio fino alla morte stessa di Enrico II nel 1024. Dunque Corrado non poteva adottare un monogramma che ricordasse solo Enrico...anzi. Doveva e voleva trovare un simbolo che da un canto non si discostasse troppo dalla tipologia lucchese già nota, anche perchè ben sappiamo come gli aspetti fiduciari legati alla moneta influenzino gli aspetti estrinseci e tipologici, ma che dall'altro mostrasse in qualche modo il proprio potere e la peculiare linea politica, anche in campo monetario. Da questo punto di vista in questo caso l'adozione di una H che nella forma allude chiaramente al monogramma ottoniano probabilmente sta a rivendicare la propria discendenza regale dalla stirpe ottoniana-sassone, e quindi l'autorevolezza del proprio potere (vedi Matzke); potere che si viene a saldare in qualche modo anche con quello di Enrico II, se non altro per semplice successione temporale, ma forse che vuole indicare anche la propria successione, ovvero di essere il capostipite di una nuova linea dinastica, che avrebbe continuato ad imprimere il proprio segno sulle monete anche delle zecche imperiali in Italia. Corrado salì al trono infatti in età per l'epoca abbastanza avanzata per quel tempo (a 34 anni la nomina reale in Germania, a 36 il titolo di Re d'Italia, a 37 quello di Imperatore, nel 1027), quando già aveva un figlio quasi adolescente, al quale vide di garantire la successione. Già nel 1028 ad 11 anni il figlio Enrico, ricevette vari importanti ducati e gli fu associato nel regno di Germania, cui gli successe poco più che ventenne nel 1039 quando diventò anche l'unico imperatore in spe, essendo deceduto anche l'ultimo discendente della casata di Baviera, Enrico V, di cui grazie al padre, aveva ereditato anche il titolo. Tutte le fonti raccontano e sono concordi di come Corrado costruì la successione del figlio in modo sistematico, in modo che non avesse alcun problema alla propria morte. A queste motivazioni va senz'altro aggiunta la particolare situazione della Tuscia in quel tempo, dove il marchese Ranieri approfittando del "vuoto" politico tra la morte di Enrico II e la nuova nomina di Corrado, si era ribellato, per essere poi sconfitto proprio da Corrado in occasione della sua discesa in Italia nello stesso 1027. In quel torno di tempo, dal 1024 al 1027 Matzke ritiene che Ranieri abbia coniato a Lucca anche moneta con un proprio monogramma (quella in precedenza attribuita a Manfredi), e che quindi il ritorno ad una forte simbologia imperiale sui denari di zecca lucchese nel tardo 1027 (o forse un periodo seppur di poco successivo, dico io...) abbia avuto ancora un significato maggiore. Ecco per ora "mi fermo" qui, prima di leggere nuovi vostri interventi (se volete posso postarvi il passo clou di Matzke su questo punto, che mi pare del tutto convergente), di affrontare altri elementi emersi (rarità delle emissioni di Enrico II) e quindi di passare a considerare anche le tendenze tipologico-monetarie del tempo, che certamente completano il quadro. Un saluto a tutt* MB4 punti
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Vorrei effettuare un ultimo intevento in questa discussione, prima di lasciare il campo ad Altri che avranno il compito si seguire le giuste esortazioni che rivolgeva meja qualche post sopra. "è vero, sono state tentate diverse iniziative, alcune in pubblico e altre in sezioni private ed è altrettanto vero che finora apparentemente non hanno portato a nulla... ma io non sarei così drastico... secondo me quanto meno hanno raggiunto un obbiettivo: hanno fatto vedere che quella data strada tentata, non era utile e quindi non va più percorsa, non perchè fosse sbagliata, ma perchè probabilmente era troppo trafficata o troppo ripida o troppo piena di buche... e allora ne vanno cercate altre di strade che portino comunque alla stessa destinazione!" Intanto complimenti anche da parte mia per l'intervento molto misurato. Poi però non posso non tornare su un aspetto "dolente" del Tuo discorso. che forse Ti sfugge non certo per disattenzione ma piuttosto per un eccesso di semplificazione del problema. L'esperienze passate e presenti, maturate qui sul forum ma anche altrove, portano a considerare che il problema che dobbiamo risolvere non è di tipo "matematico", ovvero non attiene all'individuazione di una formula piuttosto che un'altra. Parlare di ricerca di una nuova strada perchè quelle già percorse si sono dimostrate "troppo trafficate", al di là della efficace metafora, non rende purtroppo con la dovuta evidenza le difficoltà di "percorso" che hanno finora reso vano ogni forzo. Non è neppure un problema di mancanza di "buona volontà", come ottimisticamente rilevava Piakos, nè, per quanto magari possa apparire strano, un limite legato alla mancata condivisione di determinati contenuti o a contrasti personali. Consentitemi un riepilogo dei fatti. Nel 2006, a cambiare le cose, ci aveva provato il Governo di allora con un decreto legislativo che aveva introdotto nel Codice Urbani un articolo (si dice fortemente voluto dalla N.I.A....) che, in buona sostanza, escludeva le monete seriali, ripetitive e conosciute in un gran numero di esemplari da novero di quelle assoggettate alle regole più ristrittive della normativa dettata dal predetto Codice. Come sapete è andata però male, perchè quella formulazione, che pure ha consentito di intravedere più di uno spiraglio nell'ottica di una risoluzione del problema, dopo meno di un anno dalla sua introduzione è stata cancellata in seguito alla veementi reazioni di alcuni importanti ambienti. Riproporre oggi la stessa formula o formule analoghe a quella abrogata non è cosa pensabile, sia perchè, quand'anche tecnicamente possibile (seppure esista oggi rispetto al 2006 una seria difficoltà, consistente nel fatto che il Codice Urbani non è più modificabile con decreto legislativo, occorrendo una legge ordinaria, che, come è noto, è un atto del Parlamento a differenza del Decreto legislativo che è un atto del Governo, assunto dall'esecutivo a seguito di una precedente delega rilasciatagli del Parlamento), troverebbe notevoli ostilità da parte degli stessi ambienti che l'hanno precedentemente osteggiata. Non parliamo poi del momento storico che stiamo attraversando, certamente non favorevole a trovare consensi a favore di soluzioni per noi importanti ma, lo dobbiamo riconoscere, certamente indifferenti ai più. Dunque le strade delle formule, dei correttivi normativi, dei commi aggiuntivi, non sono "troppo trafficate" ma, se vogliamo essere realistici, sono "chiuse al traffico" a tempo indeterminato. Lo stesso "ingorgo" si è infatti verificato nel tentativo condotto nella primavera/estate del 2010 nella sezione riservata del forum. Non Vi dico, fra l'altro, il mazzo per fare i copia/incolla delle parti degli interventi di ciascuno che cercavamo, affannosamente, di coordinare con le opinioni di tutti. Insomma, un casino e per di più, è stato faticosissimo In questo scenario di stallo "stradale", si è ad un certo punto prospettata l'iniziativa del Dott. Bernardi la quale, sempre in buona sostanza, partiva da un concetto, elaborato anni addietro a Roma nell'ambito di una Commissione ministeriale della quale faceva parte oltre Lui anche alte personalità ministeriali. Il concetto elaborato sanciva (sempre in estrema sintesi) che solo le monete riconducibile ad un sito potevano dirsi archeologiche, mentre il materiale decontestualizzato sarebbe rientrato nell'alveo delle monete "antiquarie". La conseguenza di questa enuniciazione, peraltro tutta da sviluppare e da precisare, poteva essere quella di un diverso atteggiamento dell'attuale normativa (che non avrebbe richiesto dunque faticose ma soprattutto improbabili modifiche) sulla base di indicazioni ministeriali che avrebbero potuto essere diramate alle articolazioni periferiche al fine di tener conto di tale distinzione ed apportando precisazioni di carattere interpretativo dell'attuale normativa. Anche qui sapete bene però come è andata: poco meno di cento adesioni scritte inviate ad un Notaio Triestino da parte di altrettanti sostenitori della "proposta Bernardi" e qualche accesa critica: entrambe le cose hanno evidentemente e da subito smorzato qualunque entusiasmo. E non si è fatto più nulla. Ultima in ordine di tempo (e ho finito), è stata una constatazione che definirei empirica, che partiva da un osservazione. Avete presente la barzelletta dello scienziato tedesco e della rana? Lo scienziato taglia una zampa alla rana, le urla contro e la rana salta; Lo scienziato annota: tagliata una zampa a rana...rana saltare; Lo scienziato taglia un'altra zampa alla rana, le urla contro e la rana salta di nuovo; Lo scienziato annota: tagliata seconda zampa a rana...e rana saltare; Lo scienzato taglia un'altra zampa alla rana, le urla contro e la rana salta ancora; Lo scienzato annota: tagliata terza zampa a rana....e rana saltare; Lo scienziato taglia un'altra zampa alla rana, le urla contro e la rana non salta più. Lo scienziato annota: tagliata quarta zampa a rana e rana.....diventata sorda....... Bene, anch'io ho condotto più o meno la stessa esperienza. Ho notato che nelle vicende giudiziarie che avevano ad oggetto i collezionisti (parlo di collezionisti...lasciamo perdere tombaroli, traffichini con MD al seguito ecc.), quando i periti incaricati di valutare le monete in sequestro le descrivevano come comuni, non di pregio, prive di contesto di riferimento ecc., i giudici assolvevano gli imputati, restituendo loro tutto il materiale, anche in assenza di rigorosa documentazione, scontrini, esami del sangue ecc.; altre volte invece, in presenza di monete che venivano definite rare, di pregio, di interesse archeologico, numismatico ecc. (e che magari erano più o meno le stesse descritte in modo opposto dall'altro perito nell'altro giudizio...!) il giudice condannava e confiscava o, se non condannava (perchè riconosceva ad esempio l'insussistenza dell'elemento psicologico del reato) comunque confiscava perchè si rifaceva a quanto gli aveva detto il suo perito sulla natura delle monete sequestrate. Mi sono allora detto: ma non è che il problema sta proprio lì, ovvero è legato a come coloro che sono preposti istituzionalmente a giudicare le monete valutano le stesse? Ho quindi pensato: perchè non organizzare, con il patrocino ed il supporto delle associazioni dei numismatici, che darebbero autorevolezza a tali eventi, degli incontri proprio con coloro che svolgono questo compito? Perchè non allestire dei "tavoli tecnici di approccio", fra numismatici (nel senso di commercianti, esperti collezionisti ecc.) e coloro che domani potrebbero essere chiamati a giudicare le nostre monete? Perchè non confrontarci a provare a spiegarci in cosa le nostre visioni delle cose differiscono, per poi vedere se ci può essere una condivisione almeno su alcuni aspetti principali del problema? Su questa via, un iniziale approccio si è verificato anche sul forum, con alcuni eccellenti interventi di monbalda. Ma, pur volendo tutto il bene possibile al Forum, qui non c'è modo di fare confronti "tecnici"; lo strumento è estremamente complicato; prendete solo questo intervento. Mi ci è voluto un sacco di tempo per scriverlo e ho fatto solo uno stringato riassunto. Come si fa poi a chiedere agli "interlocutori" (parlo ovviamente dei Periti, Professori ecc.) di scrivere qui in tempi coerenti con un normale scambio di opinioni? E se poi non fossimo noi in grado di replicare in tempi ragionevoli? Che razza di incontro si può ipotizzare se non ci si può guardare neppure in faccia e qualunque cosa si voglia esprimere bisogna farlo digitando il concetto su una tastiera? Avete compreso quello che voglio dire e che da tempo cerco di esprimere? Spero di si...per Voi....(altrimento Vi scrivo altre "quattro righe"........).. :lazy: Concludo questo lunga fatica, rammentando che non c'è da parte mia nessun astio o competezione con alcuno (ho già detto, senza polemiche, che mi tiro fuori dall'impresa solo perchè non condivido come l'amico Piakos la vuole portare avanti). Amico Piakos con il quale, due mesi fa a Verona ho fatto serenamente colazione in albergo sedendomi al Suo tavolo e parlando amichevolmente di tutto (avevamo entrambi, senza saperlo, prenotato lo stesso hotel) a dimostrazione del fatto che, sul piano personale non solo non c'è alcun contrasto, ma anzi c'è cordialità e affetto....però, se tenete conto di quanto ho scritto sopra, capirete certamente perchè non possa condividere ciò che Egli ed altri propongono e perchè reputo lo "strumento Forum" non adatto a raggiungere gli scopi che ci prefiggiamo. Tutto qui. (alla faccia.... :crazy: ) Saluti. :hi: Michele3 punti
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io non mi reputo un valente lamonetiano, nel senso che la mia conoscenza numismatica è quel che è (modestissima!) e la mia età è ancora abbastanza "giovane" (quella anagrafica, relativamente giovane, ma insomma dai, sotto i 40 lo si è ancora! quella collezionistica... be'... si può dire sia ancora a livello embrionale vista la mia vastissima collezione di sole immagini di monete romane imitative che è destinata a rimanere tale vista l'attuale disponibilità economica da dedicare a questa passione che preferisco, come sempre, direzionare nell'acquisto di libri e testi sulla materia). fatto questo preambolo dico che ho sempre seguito con interesse la sezione legislazione (come altre sezioni di questo forum!) e sempre mi ha fatto dispiacere vedere emergere i contrasti e dissapori tra i vari elementi trainanti della materia... insomma... non è di certo utile e proficuo litigare con chi cerca di difendere i tuoi stessi interessi! mi ergo quindi a un ruolo che non ho, da semplice utente, e vi invito a rientrare nelle vostre posizioni, a non disperdere le energie dialettiche e le vostre competenze... siete tutti elementi validi e non è vero che tutti sono utili e nessuno indispensabile... qui credo che siamo tutti indispensabili in quanto ci accumuna una stessa passione che parte dai panetti di rame fuso e arriva agli euro! è vero, sono state tentate diverse iniziative, alcune in pubblico e altre in sezioni private ed è altrettanto vero che finora apparentemente non hanno portato a nulla... ma io non sarei così drastico... secondo me quanto meno hanno raggiunto un obbiettivo: hanno fatto vedere che quella data strada tentata, non era utile e quindi non va più percorsa, non perchè fosse sbagliata, ma perchè probabilmente era troppo trafficata o troppo ripida o troppo piena di buche... e allora ne vanno cercate altre di strade che portino comunque alla stessa destinazione! ben venga quindi la nuova linfa e la nuova linfa mi piace immaginarla come "figlia" della stessa pianta che ha fogliato la scorsa primavera... le foglie poi cadono, ma non diventano inutili! si trasformano in humus utile per crescere e fortificare la pianta! vi invito a mettere da parte asti e rancori, qualora ve ne siano, e direzionare i vostri sforzi verso quell'unica meta che da sempre avete cercato di guadagnare. buon lavoro a tutti! continuerò a seguirvi come sempre e a leggere tutti i vostri puntuale e precisi interventi. la mia stima nei vostri confronti (moderatori ex ed attuali nonché tutti i vari utenti che si sono avvicendati in queste discussioni) è incondizionata.2 punti
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Non sono uno che ne capisce molto di economia, lo ammetto, ma da ignorante in materia ho sempre ritenuto che l'Islanda avesse fatto default..... Difatti il corriere riportava: L’Islanda nel 2006, secondo un sondaggio di Forbes, era il paese più felice al mondo e nel 2007 era il quinto come Pil pro-capite. Una grande bolla che scoppiò con l’inizio della crisi finanziaria: in una sola settimana le tre maggiori banche del paese si ritrovano piene di debiti e falliscono. Lo Stato tentò la nazionalizzazione degli istituti di credido, causando il default del paese. Per settimane gli islandesi scesero in piazza a milioni, per protestare contro il governo, che si dimette il 22 gennaio 2009. La crisi non si ferma, in molti lasciano l’Islanda, tentano l’emigrazione verso la vicina e ricca Norvegia Ciò detto mi sono recato in Islanda nel 2010 e non ho trovato un Paese allo sfascio, pieno di senza tetto che dormivano agli angoli delle strade o con file di persone in attesa di un pasto caldo davanti a qualche opera di beneficenza. Un situazione di questo tipo la vidi nel "lontano" 1996.....a New York ! Tornando alle monete, condivido il pensiero di Fufieno, che non si debba estremizzare il concetto economico, da una parte come dall'altra. Non si facciano acquisti come se tutto l'importo fosse buttato dalla finestra, ma neppure si applichino strani algoritmi per vedere se la nostra passione si é tramutata anche in un investimento....2 punti
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Riprendendo le considerazioni di sopra efficacemente illustrate da Gionata, e sposando in pieno il suo punto di vista, mi sembra utile colmare la lacuna di un testo davvero fondamentale, per quanto poco citato o forse oggi di difficile reperibilità. Mi riferisco all'epico "La riforma monetaria angioina e il suo sviluppo storico nel Reame di Napoli" di Luigi dell'Erba, edito per la prima volta negli anni '30 per l'Archivio storico per le Provincie Napoletane e ristampato dalla Forni negli anni '80 dello scorso secolo. A dispetto del titolo verboso e fuorviante, si tratta di una rassegna storica completa di tutti i tipi monetali napoletani (suddivisi per metallo) coniati dalla riforma di Carlo I d'Angiò alla caduta dei Borboni. Un excursus appassionante e oserei dire quasi "letterario" che non tralascia nessun aspetto, dalle considerazioni storiche a quelle più squisitamente tecniche ed economiche del fenomeno preso in esame. Opera lodevole per completezza e semplicità di consultazione, che ha il merito di riunire in una trattazione organica il succo di molti scritti del periodo "eroico" degli studi di numismatica partenopea. I tanti interventi dei Fusco, dei Sambon, di Prota, di Cagiati che oggi risultano davvero introvabili, salvo sporadiche apparizioni. Un libro la cui lettura va certamente affiancata all'opera di catalogazione intrapresa dagli autori sopra menzionati (personalmente suggerisco la consultazione incrociata di Pannuti-Riccio e CNI), ma che serve ad integrare la visione dei singoli tipi monetali a nozioni essenziali sulle circostanze storiche, sociali e tecniche in cui sono stati prodotti. Credo che il compianto Grierson e l'instancabile Travaini avessero in mente proprio di incrociare una trattazione storica come quella di Dell'Erba all'opera tassonomica della mera catalogazione quando intrapresero il ponderoso lavoro che ha dato origine al MEC. Un capolavoro credo inarrivabile, ma che è purtroppo limitato alla monetazione medievale e "proto-rinascimentale" del meridione e delle isole, e può essere per alcuni di difficile approccio per ragioni linguistiche. Opera simile a quella di Dell'Erba, persino più approfondita anche se inevitabilmente frammentata è quella portata avanti dal Dottor Giovanni Bovi sul B. C. N. N. e lodevolmente raccolta in un solo volume dal titolo Studi di numismatica del Dottor Giovanni Bovi (1934-1984), edito a Napoli nel 1989 dalla vedova Luisa Mastroianni Bovi. Contiene studi monografici di assoluta eccellenza, particolarmente su periodi "ostici" e poco esplorati come quello vicereale, ma copre quasi tutta la monetazione napoletana, con pochi vuoti, oltre ad interessantissimi excursus di medaglistica. Opera di difficilissima consultazione a causa del peso titanico del volumone (mi pare di ricordare qualcosa come 2000 pagine circa per forse 10 kilogrammi di peso: personalmente, l'avrei suddiviso in 5 o 6 volumi più snelli) e della tendenza a perdere fogli, per cui consiglio frequenti allenamenti in palestra e l'uso di un leggio claustrale, ma che risulta a mio giudizio davvero indispensabile e difficilmente eguagliabile per accuratezza e documentazione. Attendo ancora invano una raccolta analoga per gli studi preziosissimi di Michele Pannuti, di cui mi limito a ricordare "Un secolo di grande arte nella monetazione di Napoli (1442-1556)", trattazione tra le più complete e approfondite del periodo aragonese e della monetazione di Carlo V, oltre che catalogo illustrato delle più importanti collezioni su questo periodo. Sullo stesso periodo mi preme segnalare gli studi monografici di Mario Rasile su cavalli e coronati. Altra catalogazione importante, ma monotipo, è quella operata da Mario Traina sulle piastre di Ferdinando II di Borbone. Ma possiamo ritenerci fortunati di vivere nella generazione dei Di Rauso, dei Barbieri, dei D'Andrea, Andreani, Perfetto, Maucieri e di tanti altri giovani studiosi che stanno dando lustro a questa disciplina, seguendo il sentiero indicato dai "padri" e aggiornandolo alle tecnologie e alla sensibilità del nuovo millennio. Sono state già menzionate le ormai indispensabili opere di catalogazione intraprese da alcuni di loro, e personalmente vorrei presto vedere in libreria un'antologia di scritti del nostro Curatore, che troppe volte mi sono lasciato sfuggire... Ovviamente, come consigliato da Liutprand, vanno considerati molto anche i cataloghi d'asta, molti dei quali pressoché "antologici" come gli ormai legendari NAC (12 e 16 in particolare), "Civitas Neapolis" e "Utriusque Sicilae" della Varesi e tanti altri, per cui potrai consultare utilmente il thread aperto in questo forum al titolo "Le grandi collezioni del passato". Diciamo che i "testi sacri" del collezionista si possono utilmente suddividere in tre categorie, tre idealtipi mai puri, in quanto ogni opera ha il suo disegno e costruisce in modo originale il suo lettore ideale. Opere di catalogazione (Cagiati, Pannuti-Riccio, CNI, D'Andrea-Andreani, Perfetto, etc.), trattazioni speculative di maggior respiro scientifico (Dell'Erba, Lazari per le sole zecche abruzzesi, De Sopo per le tecniche di coniazione, con il MEC che unisce magistralmente questa vocazione "speculativa" a quella più tassonomica), saggi altrettanto approfonditi ma a carattere monografico (i tanti estratti del BCNN, del Supplemento al Cagiati, Miscellanea Numismatica, CN, PN, Monete Antiche, i Quaderni del circolo Mario Rasile, etc.). Assieme ai cataloghi d'asta, sono a mio giudizio tutti indispensabili, perché è il loro intreccio a costruire l'edificio e a sviluppare conoscenze e spirito critico. Buona lettura!2 punti
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Nel porgervi gli auguri di un anno sereno ,vorrei approfittare di lasciare un segno di speranza per il collezionismo numismatico italiano, visto che di segnali positivi ne vedo purtroppo pochini. Nel vederli nello studio del noto commerciante facevano tenerezza, lui anziano con la mano sulla spalla sul ragazzino, parlavano con grande dimistichezza di numismatica romana imperiale ; nonno e nipotino,uno strano caso, ma a volte capita, la passione numismatica salta spesso una generazione. Il commerciante mi invita a partecipare alla fase finale del loro congedo e me li presenta : lui buon collezionista di monete romane, il nipotino che passa il pomeriggio da lui,fa i compiti con lui,impara da lui,alla fine si appassiona anche di numismatica, romana ovviamente. Il commerciante additando il ragazzino dice, questo è un fenomeno sa lui più di me,invece di collezionare come i suoi coetanei le figurine dei calciatori Panini, lui colleziona i denari degli imperatori romani, ormai li ha quasi tutti e di tutti sa tutto, vita, morte e miracoli. Il nonno spiega che il collezionismo numismatico di un certo periodo storico lo ha portato a conoscere con grosse motivazioni la storia di questo importante periodo della nostra storia, sono orgoglioso di lui. Il ragazzino è ovviamente sveglio,è ovviamente saccente,ma vuole conoscere, studiare, apprendere. Li saluto cordialmente, complimenti a entrambi, a volte, un nonno presente, propositivo e un ragazzino disposto ad apprendere creano una miscela esplosiva e quasi impossibile, il formare un nuovo, giovane e consapevole collezionista italiano. E mentre li vedo uscire ridendo parlando di Traiano, dico al commerciante, beh dai forse possiamo ancora sperare, nulla è perso.....,qualche segnale positivo c'è ancora, e allora auguri e speranza a tutti ! Mario1 punto
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E' una decorazione ufficiale, istituita il 16.12.1920 con R.D. n. 1918, ed è denominata "Medaglia della Vittoria commemorativa della grande guerra per la civiltà" . Una decorazione analoga venne coniata anche dagli altri 12 Paesi che vi presero parte (Belgio, Brasile, Cuba, Cecoslovacchia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Giappone, Portogallo, Romania, Siam (oggi Thailandia) e U.S.A.. Queste medaglie ebbero soggetti diversi ma identico era il nastro, nei colori dell'iride. Fu concessa a tutti i combattenti e veniva portata sulla divisa assieme ad altre eventuali decorazioni.1 punto
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ottimo affare, moneta che ha significati storici 1849 fatal Novara e abdicazione Genova bombardamento della città da parte degli austriaci,anzi no, dal regio esercito. Ma in un primo tempo i genovesi che sapevano della sconfitta, pensavano veramente che l'esercito che scendeva la val Polcevera fosse austriaco. Si era anche diffusa la falsa notizia che Genova era stata ceduta all'Austria come prezzo della pace e quando si sono visti i piemontesi puntare i cannoni e sparare, i genovesi hanno avuto la certezza del tradimento. scusate la divagazione storica. p.s. stasera in TV dovrebbe esserci "Noi credevamo" rai31 punto
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Che altro dire? Dopo che ho citato il nostro amico Matzke "a più non posso" :rolleyes: e la tua magistrale esposizione delle cose potrei sembrare presuntuoso. Penso che la scelta del monogramma da parte di Corrado sia stata necessaria.Un'ottima mossa, dunque. E se pensiamo a Pavia e Milano che cambiavano (sotto Corrado II ed Enrico III) la titolatura nelle monete, una mossa del tutto innovativa. Chiedo venia se nel mio precedente post ho scritto Ugo invece di Ranieri. Scusate, ma fino a che ora dobbiamo stare svegli? Io ho una certa età.. cercate di capire. :D A presto1 punto
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non è che non hanno pensato di cambiare, è che hanno fatto una scelta. Mantenere sempre uguale i soggetti è la dimostrazione che la moneta è "solida", ovvero non cambia il soggetto, non cambia il potere d'acquisto. Poi c'è anche il fatto che non è uno Stato, ma una Confederazione di Stati con lingue e religioni diverse e la moneta è un riferimento unitario.1 punto
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Esatto. Qua, una carrellata di monete svizzere http://www.zumbo.ch/coins/ch/list.html http://www.lamonetapedia.it/index.php/Svizzera_-_collegamenti1 punto
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Hai chiuso l'anno con il botto... Complimenti per l'acquisto... Tra spl e fdc a mio parere qualche segnetto e con una bella patina...buon anno ;)1 punto
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io personalmente rientro nella categoria dato che sono presente in 2 razzie (questa e quella di mawmaw) sono presente non per volontà di accaparrare ma perché al momento in questa razzia manca l'informazione principale... ovvero quanto verranno a costare le monete? le razzie vengono fatte per risparmiare (e l'impegno che ci viene messo da chi le organizza è enorme) non sapendo questo non mi sono tolto dalla razzia di alessio, ma gli ho già comunicato che se prenderò qui le monete per i 2€ CC da rotolino emissione comune mi tiro fuori dalla sua razzia (per le solite monete), restando a disposizione nel caso gli avanzino delle monete. Scambiando un paio di messaggi con mawmaw (alessio) mi sono reso conto di aver agito di impulso e di non aver considerato gli aspetti secondari che potevano essere toccati postando il messaggio che ho appena quotato. Il prezzo che tu chiedi di sapere al momento non ho intenzione di divulgarlo, poichè le sorprese sono sempre dietro all'angolo. (vedi olanda 2011, malta 2011, portogallo 2011 oppure lussemburgo 2010) Infatti non ho dato vincoli a nessuno per rimanere in questa razzia, solo quando vedrò emesse tutte le monete potrò dire con certezza matematica i costi che si andranno ad affrontare e ognuno di voi potrà valutare se rimanere oppure no. Liberi di segnarvi in qualsiasi razzia vogliate riguardante le monete dell'emissione comune.1 punto
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Le striature dovute alla pulizia del conio non dovrebbero risultare in rilievo? Direi proprio di si, le striarute da pulitura del conio dovrebbero essere proprio in rilievo. Che i graffi da conio, specie per le napoletane, siano dovuti ad una mal pulitura del conio che contribuì a creare un effetto inverso? Che quelle mancanze siano legate a residui di sporco per una pulitura rapida e superficiale? Rispondo a me stesso ed a tutti con la teoria del "Riportare al marco" Riportare al marco la moneta, il tondello.. Questa tecnica consiste nell'asportare del metallo mediante una sgorbia (utensile metallico che serve ad asportare esuberi) direttamente dal tondello, ancora non coniato, naturalmente laddove il suo peso fosse stato giudicato eccessivo rispetto al canone che la moneta avrebbe poi dovuto rispettare. Ecco perchè quei clamorosi strappi "di conio" sulle piastre napoletane...che poi dal conio non dipendono affatto , proprio perchè, come su detto, il tondello presentava già questi solchi prima ancora di passare al conio. Questa teoria ovviamente neutralizza senza dibattito, la poco credibile ed inaccettabile stesura precedente di cui sopra. Spero questo contributo sia utile e didatticamente valido per tutti coloro che avranno modo di leggerlo. Francesco Cavaliere1 punto
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In questo caso no,mi parlate di investimenti e la numismatica per per è passione,se una moneta romana di 2000 anni fa vale 100 euro,che mi frega ? Io da collezionista non vendo nulla proprio perche "colleziono" perciò mi serve tutto ciò che c'è in giro di quella cosa.1 punto
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Bravo, la penso esattamente così. Mi piace pensare che non tutti i soldi che sto spendendo per una banconota/moneta sono buttati: tra sei mesi o un anno non perderà completamente di valore, a differenza dell'iPhone 4s che tra pochi mesi, appena uscirà il "5", sarà praticamente ferraglia da buttare :D1 punto
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Lo stemma del Regno di Jugoslavia (originariamente Regno dei Serbi, Croati e Sloveni) venne creato riprendendo due simboli antichi (per Serbia e Croazia) e creandone uno nuovo per l'occasione (per la Slovenia). Nella parte superiore sulla sinistra c'è la Croce Serba, antico stemma serbo le cui origini datano al XIV secolo. E' attualmente usato dalla Serbia post-jugoslava. Nella parte superiore sulla destra c'è la scacchiera croata, altro simbolo antico le cui origini vengono fatte risalire all'XI secolo. Anche questo stemma è usato dalla Croazia post-jugoslava. Nella parte inferiore ci sono tre stelle a sei punte posizionate sopra una stella: questo stemma raffigurava la Slovenia e venne creato ex-novo. L'attuale stemma sloveno mostra anch'esso tre stelle, disposte però diversamente e di diversa interpretazione. L'aquila bicipite invece è un riferimento alla dinastia dei Nemanjić, a sua volta ripreso dallo stemma dei Paleologhi (famiglia imperiale di Bisanzio). Infatti c'è una certa somiglianza con l'antica bandiera bizantina usata fino alla conquista turca del 1453.1 punto
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E comperarsi un bel biglietto della lotteria di fine anno ? 5 € spesi, 6.000.000 incassati..... Credo che le probabilità siano le stesse di quello che acquista 10 "croste" a 1000 € l'una sperando che dopo 30 anni almeno uno degli autori sia diventato talmente famoso da valere dei soldi. Questo non é investimento, é giocare alla roulette. Nibbio non me ne voglia ma mi sorge spontanea una domanda; é sicuro di essere collezionista di monete ?1 punto
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A vedere ciò che rimane sulla ceralacca sembrerebbe di individuare 2 lettere che, se lette in alfabeto latino, potrebbero essere F e U, ma se lette in cirillico potrebbero essere EL e ES ( L e S)..... Chissà.1 punto
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un domani chi ti ripiglierebbe una moneta in conservazione B?, già ci rimetterai con una in FDC, figuriamoci con una B (ti diranno ti tenerti il tuo bottone).1 punto
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Avete dimenticato il libro della Travaini sulla monetazione normanna, fondamentale per questo periodo. Poi vi sono diverse monografie dedicate a zecche e periodi in particolare. Oppure volumi che hanno fatto la storia come il Sambon. Ci sarebbe veramente tanto da indicare e sarebbe più opportuno che tu indicassi una zecca o un periodo per una indicazione più precisa. Trovare uno studio che sia totalmente aggiornato è praticamente impossibile, a meno che non sia stato pubblicato ieri. Ogni testo ha le proprie lacune, in particolare esse si acuiscono e crescono con il tempo, con l'evolvere delle conoscenze sul tema. E' un limite intrinseco di ogni pubblicazione. Comunque, con tutto il rispetto per le pubblicazioni prima indicate, ma con il MEC 14 si va su tutt'altro pianeta. E' un volume che può essere adoperato da un collezionista, purché capisca l'inglese (è scritto in inglese) altrimenti si limiterà a vedere solo la sezione del catalogo con le monete fotografate, ma è indispensabile per chi intende studiare le monete del Sud Italia, della Sicilia e della Sardegna di quel periodo. La differenza essenziale è che gli altri volumi indicati hanno una impronta collezionistica, una rassegna di monete più o meno vasta, con qualche breve accenno storico e sul monetato, di solito una paginetta o qualcosa in più (a volte anche solo mezza pagina), nel quale si è sintetizzato al massimo, o forse al minimo (dipende dalle conoscenze sul tema del lettore), quanto noto al momento. Il MEC indaga le fenomenologie, le problematiche circolatorie, il contesto storico e l'evoluzione politica, prima ancora di essere un catalogo. Purtroppo non vi sono rappresentate in esso tutte le monete che invece sono descritte nella sezione manualistica, ma sarebbe stato difficile poterle reperire tutte, inoltre si fa riferimento per gran parte di queste monete a quelle conservate presso il Fitzwilliam Museum, ex collezione Grierson. Asserire se è meglio un testo piuttosto che un altro è complicato ed è sempre soggettivo, in quanto dipende cosa il lettore ricerca, ossia se la semplice rassegna delle monete di indirizzo collezionistico oppure il dettaglio da studio (ma più complesso nella sua consultazione). L'ideale è possedere quanti più volumi possibili sui temi di interesse, meglio se tutti, ma se proprio si è obbligati a scegliere conviene sempre orientarsi verso studi che presentino meno errori possibili, più certezze o verità possibili, con maggiore argomentazioni storiche e soprattutto documentali e non righe striminzite sul "di tutto di più", con solide conoscenze di base e non solo fondati su teorie o visioni celestiali come a volte si legge e che ovviamente dopo poco finiscono in una bolla di sapone. Il rischio da evitare sempre è quello di essere portati fuori strada, e francamente se si volesse stare dietro a tutte le cose scritte e passate per buone chissà dove si andrebbe a finire...Il discorso è valido per ogni tipo di monetazione e per ogni evo. Logicamente si deve partire dal presupposto che in numismatica, come in qualsiasi scienza o disciplina, c'è chi conosce di più e chi conosce di meno, chi è più ferrato su una tematica e chi su di un'altra, ed il lettore farà spesa di ciò se non sceglie bene, ma il lettore stesso ha l'arma del feedback, ossia sarà lui a decidere se per il proprio bagaglio culturale quello specifico volume sarà adeguato oppure no. Ritornando al MEC, ti consiglio vivamente, per le ragioni sopra indicate, di acquistarlo, sebbene comunque siano passati molti anni dalla sua pubblicazione e siano presenti svariate lacune oppure aggiornamenti da mettere in conto, come è logico che sia. Resta un fatto però, gli autori sono una garanzia.1 punto
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benvenuto nel forum per la "spilla" si direbbe adattata da una moneta, come già espresso da borgobaffo, che però pesa 10 grammi. vedi link dovresti rivedere il peso. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIOIXDEC/91 punto
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Bravo Claudio, ha posto una bella domanda, tutt'altro che banale. E in quanto tale, la risposta può essere molto complessa e articolata. Non pretendo di fornire alcuna risposta, neppure lontanamente esaustiva, ma vi voglio invitare a riflettere su una questione spesso molto trascurata. Essenzialmente, la moneta è metallo ridotto ad una certa lega, ad un certo peso, e debitamente impresso con dei conii. Quindi, senza metallo non si può coniare moneta. E se teniamo presente che il credito - l'uso cioè di una moneta "fittizia", fatta di cambiali e di altri strumenti per la virtualizzazione della moneta stessa - è di fatto una realtà recente nella storia più che bimillenaria della moneta metallica, capite subito l'importanza di questo punto. Fondamentale, quindi, per qualsiasi zecca, è l'approvvigionamento di metallo. Nel mondo classico, nel medioevo e nelle età moderna e contemporanea, la disponibilità di metallo ha sempre giocato un ruolo importantissimo. La scoperta di miniere d'argento a Goslar, nel Tirolo e poi nell'America meridionale hanno segnato delle rivoluzioni nella monetazione mondiale, con un aumento impressionante dei volumi realizzati (non a caso per l'epoca medioevale si usa spesso il termine di money famine proprio per indicare la penuria di moneta - su questo invito caldamente a leggere il saggio di Peter Spufford Money and its use in medieval Europe). La politica monetaria di un singolo Stato poi aveva un peso importante, ma anche qui non bisogna sottovalutare alcuni aspetti. Quanto un determinato Stato era in grado di imporre una politica monetaria, e quanto invece era costretto a subirla? Neppure il Ducato di Milano in epoca viscontea e sforzesca, all'apice cioè della sua potenza economica, si poteva ritenere immune da attacchi speculativi che alteravano i corsi delle monete, magari costringendo a svalutazioni o rivalutazioni della moneta, nuove emissioni, o a opportune politiche di pagamento dei metalli preziosi per evitare che questi venissero venduti all'estero e quindi sottratti alla circolazione. Milano doveva sempre stare attenta a come coniava Venezia, o il duca di Savoia, o le zecche svizzere e tedesche. Quanto poi ai volumi veri e propri, dipendeva da zecca a zecca, di anno in anno. Su questo aspetto, magari, ne parliamo con più calma in un altro momento. Adesso temo di aver confuso abbastanza le idee a tutti. Spero comunque di aver creato qualche spunto di riflessione. E.1 punto
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Io non capisco perchè Nibbio fa questa categorica separazione fra numismatica, collezionismo, investimento. Secondo me le tre cose non possono, anzi non devono essere separate. Secondo me si potrebbe dare una "sbrigativa" definizione alle tre parole - Numsmatica: scienza che studia le monete e la loro storia. - Collezionismo di monete: hobby che consiste nel raccogliere monete catalogandole per tipologia, periodo, interesse. - Investimento in monete: attività speculativa consistente nell'acquistare delle monete di particolar valore, con l'obbiettivo di rivenderle ad un prezzo maggiorato. Il penso che le seconde due cose (Collezionismo e Investimento) non possano prescindere dalla prima (Numismatica). Un collezionista, se vuole metter su una buona collezione, spendendo il meno possibile (non beccando fregature, in sostanza), deve avere quante più conoscenze numismatiche possibile. Un investitore che voglia trarre profitto dai suoi acquisti, deve conoscere esattamente le monete che intende comperare e prevederne il suo incremento nel tempo. Un investitore che non si intende di numismatica è equiparabile a chi, non capendoci nulla di borsa, economia, lettura di bilanci, ecc..., compra azioni per sentito dire o perchè fomentato dopo aver visto Wall Street in tv. Non ricordo che disse: "La borsa è il luogo dove gli stolti vengono separati dal loro denaro", parafrasando potrei dire "Il mercatino numismatico è il luogo dove chi non ha studiato numismatica viene separato dal proprio denaro".1 punto
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Investire è un Lavoro e come tutti i lavori non lo si impara dal giorno alla notte.C'è chi c'è portato e chi no,per questo la maggior parte si rivolge a Banca o a Professionisti. C'è chi vuol far da se,come quello che si ripara le tubature di casa da solo e qui le cose cambiano,può riuscire bene come andare male,dipende da quanto si ha studiato e un minimo di pratica è obbligatoria. Se tutti sapessimo fare tutto allo stesso modo non saremmo degli umani ma delle macchine o degli Alieni. C'è chi un divertimento riesce a farlo diventare il suo guadagno e chi la sua rovina. Tutti possono fare tutto ma non tutti riescono a fare tutto! :blum:1 punto
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Cari amici...ancora una volta tutta la mia solidarietà. Ho già scritto più di una volta che sono stato oggetto di provvedimento analogo, con tutte le conseguenze del caso. Peraltro, pur essendo avvocato non mi sono difeso da solo, in ossequio alla raccomadazione del Consiglio dell'ordine che inivita ad evitarlo... per non rischiare di apparire parziale. Ergo...anch'io ho aperto il portafogli per il Collega che validamente mi ha coadiuvato e la cui parcella è stata una media tra i minimi ed i massimi di spesa...come quasi sempre accade per tutti. A parte le rotture di scatole e i cali dell'umore. Ma se non avessi avuto una documentazione regolare in appoggio...la cosa sarebbe stata ben peggiore. Per alcuni anni ho fatto l'acquariologo...il fumettaro (topolino) e ho messo in vetrina qualche trenino. Mi metto a nudo. Non sorridete...confido nella vostra indulgenza. Poi...la numismatica ha vinto ancora una volta...ma senza provenienze e tracciabilità non ho più acquisito nulla. Ho scambiato trenini e fumetti con un numismatico professionista (in quel momento lui schiavo di tali passioni!!! :crazy: ) in luogo di monete...la cui documentazione mi sono comunque fatta dare. Capirete tutti che non è il momento, con i problemi sociali ed economici attuali, per spingere per una riforma della normativa. Ma potrebbe essere opportuno creare qiualcosa in questo sito...una discussione aperta...una sottosezione...qualcosa per rendere visibile che ci siamo e cosa chiediamo. Faremo qualcosa al riguardo. Auguri a tutti.1 punto
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Nella prossima asta Nomos n. 4, compare il lotto n. 124, di cui allego le immagini. Aggiungo anche l'indirizzo: http://www.sixbid.com/nav.php?p=viewlot&sid=461&lot=124 Provo, per vostra comodità, a tradurre liberamente in italiano il commento del catalogatore: "Questa moneta è allo stesso tempo emozionante e intrigante: emozionante, perché proviene chiaramente da una nuova zecca siciliana, e intrigante, perché la sua iscrizione, da quanto si può leggere, appare retrograda e in caratteri arcaici. Il nome Boro non ha un chiaro senso! Sarebbe ragionevole pensare che questa moneta fosse un'imitazione antica di qualche tipo, basato sulle monete prodotte da una grande città (come le imitazioni molto rozze delle frazioni siracusane prodotte dai Siculi e da altri). Tuttavia, la qualità dell'incisione di questa moneta esclude questa possibilità. La testa della dea sul diritto immediatamente ricorda quella su alcuni tipi di Segesta, con tipi di Siracusa, e con alcune teste di Apollo a Leontinoi; essa probabilmente può essere datata intorno al 450 (da notare il modo in cui il saccos sul retro della testa resta dritto, piuttosto che abbassarsi verso il basso). Per quanto riguarda la parte anteriore del cinghiale sul rovescio, esso non solo è reso perfettamente, ma è altrimenti sconosciuto in Sicilia e deve essere stato espressamente richiesto, piuttosto che semplicemente copiato, anche se i quattro chicchi di grano attorno ad esso provengono direttamente dal tetradrammi di Leontinoi. Così, sembra ragionevole la possibilità che questa moneta sia stata coniata da una piccola città nella zona di Leontinoi e sotto l'influenza di quella città. Purtroppo, con queste quattro lettere in suo nome, non risulta nota nessuna città o raggruppamento tribale. Come è stato detto prima, questa è una moneta che merita ulteriori ricerche." In particolare, si tratta di una litra argentea di 0,75 g. che raffigura al D/ la testa femminile che riprenderebbe gli stili di tipi siracusani (es. Rizzo tav. XL 16...o altri) da parte di qualche centro siculo sconosciuto ad oggi (a quanto afferma il compilatore). In ogni caso lo stile dell'incisione non appare eccelso e anzi presenta elementi un pò rozzi. Comunque sia, in basso è presente un etnico "BORO", con "RO" retrogrado. La lettera B appare piuttosto irregolare e non posso escludere a priori che sia una K venuta male. Comunque sembra giusta una datazione alla metà del V secolo a.C. Sul rovescio troviamo una protome di cinghiale (non un maiale per la presenza delle zanne e quindi l'identificazione è sicura) attorniato da quattro chicchi di grano (se notate, in senso orario dal più grande al più piccolo) che farebbero subito venire in mente a Leontini, dove al posto del del simbolo leonino è inserito questo cinghiale. La moneta sembra buona, nonostantei tempi che corrono. In ogni caso restano molto sorprendenti: - l'etnico "BORO", che non riesco a collegarlo, per adesso, a nessuna monetazione della Sicilia (.. in effetti i caratteri sono in stile arcaico); - Lo stile della figura femminile, piuttosto arcaico e rozzo, sicuramente non collegabile ai maestri incisori siracusani (da notare che il saccos è retinato, nonostante la moneta in quella zona abbia dei grumi, e dritto come ho indicato per la tav. XL , n.16 del Rizzo); - Il cinghiale, che è noto essere presente su Abakainon, ma non riesco assolutamente a vederci un nesso logico al contesto della moneta; - I quattro chicchi di grano che, per la loro disposizione e stile, richiama subito Leontini, ma non vedo alcun nesso con il cinghiale! Possiamo quindi provare insieme ad analizzare questo nuovo bel problema!! Ora, le soluzioni potrebbero essere: 1) Un frazionale inedito di un altro centro siculo (non è una evenienza del tutto campata in aria) 2) Un falsaccio molto ben fatto e pericoloso 3) Un moneta non siciliana (ma ne dubito fortemente) Che ne dite?1 punto
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Tetradramma di Segesta con cornetto: eroe fondatore o divinità fluviale??? Nel mio post #191 del lontanissimo :rolleyes: 25 settembre 2009, proponevo la tesi della Caccamo Caltabiano sulla identificazione del c.d. "Cacciatore" sui tetradrammi di Segesta di fine V secolo. Il Cacciatore: Egeste o Crimiso ? " Significativa la presenza sulla monetazione di Segesta dei decenni finali del V sec. a. C. di un giovane cacciatore accompagnato da due cani, identificato con Egeste, fondatore di Segesta, figlio della troiana Segesta e del fiume Crimiso, ovvero con il Crimiso stesso. Su tale problema MARCONI, art. c., 1081-1090 che identifica il cacciatore con Egeste, distinguendolo dal tipo caratterizzato da corna sulla fronte, presente sul tetradrammo della collezione De Luynes (E. BABELON, Catalogue de la Collection De Luynes. Monnaies grecques. I. Italie et Sicile, Paris 1924, 217, nr. 1121), in cui lo studioso riconosce Crimiso. Riteniamo, tuttavia, piuttosto problematica tale distinzione dal momento che la rappresentazione degli eroi fondatori sulla monetazione greca è quasi sempre accompagnata dal nome che li identifica, proprio per l'obiettiva difficoltà nel riconoscerli." - M.CACCAMO CALTABIANO: IL PANSICILIANESIMO E L'ANNUNCIO DI UN'ERA NUOVA. SU ALCUNI TIPI MONETALI DI SIRACUSA ED ERICE DELL'EPOCA DEI MAESTRI FIRMANTI, nota 54 a pag. 20. Si cita l'unicum della collezione de Luynes che guarda caso presenta il Cacciatore senza pileos e con un cornetto singolo sulla fronte…. Sia la Caccamo che A. Cutroni Tusa si rifanno a Marconi che lo identifica proprio in virtù del cornetto come il dio fluviale Krimisos il quale, nella veste di un cacciatore con corno sulla fronte, prenderebbe qui il posto del mitico eroe fondatore Egestos…. Ritorna il dilemma: eroe fondatore o divinità fluviale ??? La figura del cacciatore e il conio unicum De Luynes sono indagati anche dal nostro Leehmann in "River Gods IV": egli osserva come siano davvero pochi i dettagli per i quali l'unicum diverge dagli altri tetradrammi (mancanza del pileo e presenza di un singolo corno eretto) per cui ritiene assai arduo immaginare che qualcuno, inclusi i greci del V secolo, potesse interpretare due tipi numismatici contemporanei essenzialmente simili come raffigurazioni di due diverse divinità semplicemente in base a quei minimi dettagli diversi…. Proprio in virtù di quel cornetto si dichiara propenso ad interpretare la figura presente sull'intera serie di tetradrammi come Krimisos … Aggiunge infine che è molto probabile che la statua che questi tetradrammi riflettono sia stata anch'essa provvista, oltre che del pileo presente nelle altre serie, anche del cornetto riprodotto nel tetra unicum. E se fosse il contrario?? Se proprio quel cornetto rimandasse alla figura eroica del fondatore Egeste??? Il mistero si infittisce...., e mentre Voi continuate a indagare, e Piakos conclude la sua argomentazione apollinea, io torno ad immergermi nei culti eroici per corroborare la mia tesi .... Valeria ps: stiamo veleggiando verso i 50.000 contatti. Per festeggiare, che ne dite di una "Obolichepassione Convention" in diretta LIVE dall'agorà di Selinunte?? :blum:1 punto
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3. Una ipotesi alternativa di identificazione dell'offerente: non divinità fluviale, non Apollo ma …. Parte Ia. - Il cornetto che indossa l'Offerente: il dibattito continua… Secondo Rodolfo Martini, l'interpretazione del Rizzo della complessa scena sul R/ delle monete di Selinunte troverebbe una conferma indiretta nello studio di Lehmann 1946 "RIVER GODS I- II": infatti lo studioso partendo dall'analisi delle statue delle divinità fluviali "dimostrò come l'impostazione fosse generalmente simile a quella che compare sulla complessa scena su R. delle monete di Selinus". Fermo restando che ci pare assai probabile che il "nostro" Offerente risulti mutuato da reali statue votive, agalmata appunto…. tuttavia concordavamo con quanto scritto da Acraf - #813 , 14 febbraio 2011 - sulla riduttività insita nel definire "il personaggio sacrificante sul tetradramma come la personificazione del fiume Selinos e sul didramma come la personificazione del fiume Hypsas" dato che "la figura rappresentata è praticamente identica e quindi implica che deve avere uno stesso significato che va al di là dello specifico nome e della relativa personificazione"; "…., essa deve in effetti rappresentare uno stesso personaggio di maggiore valenza religiosa, una divinità di rango ben superiore a una semplice personificazione di fiume (in genere resa sulle monete dal tipo del toro androcefalo)." E continuava affermando che "Se l'esegesi è corretta, come ha ben delineato Piakos, la conclusione più ovvia è che si tratta proprio e sempre di Apollo, con particolari attributi anche "salvifici", in qualche modo inglobando in sè il riferimento al fiume." Al di là dell'attribuzione divinità fluviale/Apollo rimane comunque irrisolto l'enigma del cornetto…. Infatti: - se propendiamo per l'interpretazione dell'offerente quale agalma di "Apollo archegetes" (ipotesi di Piakos), la presenza della taenia col cornetto potrebbe benissimo sottolinearne il ruolo regale e vittorioso del dio (come già ripetuto molte volte, l'etimo stesso di corno rimanda a qualcosa che si eleva, che sta in cima … Vedi post indietro sull' "altare di corna") - se invece concordassimo con l'interpretazione dell'offerente quale agalma di una divinità fluviale, dovremmo altresì prendere atto di come quest'ultima attribuzione contrasti con la palese presenza di un singolo cornetto (e non due..) e per di più rappresentato eretto e attaccato alla tainia (e non emergente dalla fronte, come ben evidente nelle monete di Gela …), della quale tuttavia non compare né il nodo né le tipiche estremità fluttuanti, per cui potrebbe piuttosto trattarsi di un diadema. Leehmann (opera citata sopra) offre in nota 8 questi interessanti cenni bibliografici su questo particolare tipo di nastro sulle testine di Selinunte. In particolare mi piacerebbe molto poter consultare G. Blum 1913, ΣΤΕΦΑΝΗ – R.A…. Qualcuno di voi l'ha letto? Questa proiezione sul capo è stata anche denominata il corno di Pan ma è molto più simile alla proiezione che si nota nelle rappresentazioni antiche degli atleti greci….. (Fonte: The Numismatic chronicle - Royal Numismatic Society, 1905 – Google Books) Ecco il corno caprino di Pan sul R/ di un tetradramma di Ainos (Tracia), circa 453-450 aC, a confronto con il cornetto sui tetra di Selinunte. In effetti l'esemplare NAC 48 assomiglia molto ad un corno caprino…. Il corno sul tetra NAC 29 parrebbe invece più simile alla proiezione sulla testina dell'Efebo di Marathona … Qui, per un agevole confronto, anche una dracma di Colofone – Ionia (450-440aC) coeva dunque dei primi tetradrammi di Selinunte di cui stiamo discorrendo…. Anche questo tipo di proiezione si può leggere come "Corno di Pan"? In effetti ad Athene Pan riceveva grandi onori per aver contribuito alla vittoria sui Persiani nella Battaglia di Maratona del 490 a.C. E come ricordato anche da Acraf in altre occasioni, Pan veniva considerato di grande aiuto in campo militare in quanto capace, con il suo peculiare urlo, di pervadere di terrore panico i nemici, spingendoli alla fuga. A questo proposito M., Caccamo Caltabiano, commentando le testine di Pan in esergo sui tetradrammi di Messana, aggiunge che la sua immagine assumeva un valore fortemente simbolico dell'audacia e del coraggio che la città auspicava per i suoi giovani. (In "Messana Tyche/Fortuna sulle monete delle città dello Stretto. In: Archeologia del Mediterraneo. Studi in onore di Ernesto De Miro, Roma 2003, p. 142." Il cornetto, potrebbe benissimo alludere a tutto questo…, per cui si spiegherebbe pure come mai il cornetto compaia solo su immagini giovanili, di efebi appunto… Brunilde Sismondo Ridgway, "Hellenistic sculpture: The styles of ca. 331-200 B.C.", pag.25, citando la proiezione presente sull'asse della faccia dell'Efebo di Marathona la definisce come una "proiezione fogliforme" (leaf-like) che si erge dal nastro (fillet = tainia) e aggiunge come raffigurazioni simili compaiano pure su vasi…. Suggerisce inoltre (in nota 36) alcune referenze bibliografiche sul Giovane di Marathona tra cui: Lullies and Hirmer, Greek Sculpture, 221-222, e tav. VII a colori. A.Krug, Binden in der griechischen Kunst (Hosel 1968) 34-36, pl. III. Alla ricerca di altre spiegazioni possibili sulla presenza dei cornetti, si interroga se i "cornetti" possano rappresentare un particolare ornamento oppure un'indicazione di una specifica funzione o rango. Concorda come essi appaiono comunque abbastanza diversi dalle altre rappresentazioni numismatiche dove i cornetti sono palesemente indipendenti dal nastro/diadema e non lasciano alcun dubbio sulla loro natura.... Fa infine notare come tra le numerose interpretazioni avanzate, nessuna in realtà risulti pienamente convincente. In particolare, in nota 44 rileva come il dibattito su cosa costituisca un diadema regale (royal diadem), e cosa invece un nastro (fillet), sia tuttora molto acceso e non abbia ancora trovato una conclusione. Vedi i contributi più recenti in Houghton, Arthur. A Colossal Head in Antakya and the Portraits of Seleucus I. 29 (1986) 52-62 Taf. 8-9. Antike Kunst Vol. 29, 1986… L'enigma (almeno per ora …) rimane … :rolleyes:1 punto
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Premesso (se mai ce ne fosse bisogno) che le identificazioni fornite da questo forum sono assolutamente gratuite e... senza impegno, volevo indicare alcuni dati importanti per poter procedere all'identificazione di qualsiasi moneta. 1) Scansione o foto della moneta, sia diritto che rovescio, ricordando che gli allegati non devono superare i 60kb (si consigliano immagini jpeg). Per ogni delucidazione sugli allegati, fare riferimento alle FAQ a questo link: http://www.lamonetapedia.it/index.php/FAQ_...ati_ed_immagini 2) Descrizione delle figure e delle lettere (se poco visibili nella foto) 3) Diametro (indispensabile) 4) Peso (fondamentale) 5) Metallo presunto (assai importante) 6) Per monete moderne, luogo di provenienza (se conosciuto) 7) Al fine di facilitare la successiva ricerca di monete già identificate, si prega di inserire 1 sola richiesta di identificazione per ogni discussione creata.1 punto
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