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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/09/11 in tutte le aree

  1. La colonia greca di Olbia Pontica (insieme con quella di Istros), fu fondata nella prima metà del VI sec. a.C. dai coloni provenienti dalla città di Mileto, sulla costa settentrionale del Ponto Eusino, presso la foce del fiume Hypanis. L’ottima posizione sulla costa settentrionale del Mar Nero, le particolarità geologiche e climatiche che fecero di Olbia e del suo territorio una micro-regione, le permisero di occupare in breve tempo una posizione chiave nei contatti del mondo greco con quello barbaro, raggiungendo la sua massima prosperità tra il VI e la prima metà del V sec. a.C. Lo stesso Erodoto ci tramanda che i bordi del fiume Hypanis offrivano le condizioni favorevoli per lo sviluppo di un’economia rurale, di cui l’agricoltura e l’allevamento costituivano le attività principali della micro-regione. Inoltre, da Olbia partivano le vie fluviali e terrestri che conducevano verso Nord nelle steppe dell’Ucraina e poi, all’interno della Scitia favorendo, allo stesso modo, già durante la seconda metà del VII secolo a.C. le esportazioni greche in Ucraina. La città divenne presto un fiorente porto commerciale ed un centro di notevole importanza per l’attività della pesca e per il commercio del grano proveniente dalla Scitia. Erodoto e Dione Crisostomo ci narrano che Olbia ricoprì un ruolo importante anche nel commercio del sale con questa regione durante i soggiorni delle tribù nomadi scite nelle steppe dell’Ucraina, che si trovano molto lontane dal litorale marittimo. Gli scambi con queste regioni interne, incrementarono notevolmente lo sviluppo della metallurgia e già nella seconda metà del VI sec. a.C. Olbia si affermò quale importante centro per la lavorazione dei metalli (soprattutto bronzo) importati probabilmente, da giacimenti dell’Ucraina o dell’Asia Minore. Per la sua enorme importanza e ricchezza, divenne un punto d’incontro non solo commerciale, ma anche religioso per tutte le altre colonie milesi con i culti di Apollo Delphinios, di Zeus e Athena ed in seguito, con quelli di Demeter, Cibele e Achille. Dopo l’iniziale sviluppo, Olbia risentì per un certo periodo di una crisi economico-politica che coinvolse il mondo greco e che si risolse sul finire della seconda metà del IV sec. a.C. La polis ritrovò il suo equilibrio e si avviò nella seconda fase della sua massima prosperità: l’economia della micro-regione si espanse notevolmente, l’artigianato rifiorì nella città stessa (ceramica, metallurgia, tessuti, taglio della pietra, ecc...) ed il commercio si sviluppò notevolmente, favorendo così la diffusione crescente della moneta di Olbia. A questi periodi di crescita, si alternarono momenti difficili per la città che subì delle dominazioni: nel 331 a.C. fu assoggettata alla politica aggressiva di Zopirion, ma il popolo della città, unito con gli Sciti distrussero l’esercito invasore e lo stesso Zopirion morì in battaglia. A partire dal III sec. a.C. l’economia della polis iniziò un lento declino, accentuato dai commercianti del Bosforo che, economicamente più forti, costrinsero quelli di Olbia a ridurre i loro traffici commerciali con molte regioni delle coste del Mar Nero. È proprio verso il II sec. a.C. che essa entrò in un periodo di grave crisi e si trovò così coinvolta in vari eventi politici, che la portarono sotto altri domini. Con il rafforzamento dello Stato scita in Sarmatia, che aveva come capitale Néapolis (oggi Simféropol), alla fine del II sec. a.C. Olbia si trovò sottomessa al potere delle tribù degli Sciti, con conseguente fine delle relazioni pacifiche con questo popolo. Ben presto fu liberata da questo dominio, per trovarsi poi fino agli inizi del I sec. a.C. sotto l’egemonia di Mitridate il Grande, re del Ponto. Dal I sec. a.C. visse i suoi anni più tristi e conobbe ancora altre occupazioni e distruzioni. Fu saccheggiata verso il 60 a.C. da Burebista re dei Daci, poi attorno al 48 a.C. subì una distruzione completa da parte dei Goti e nella seconda metà del I sec. a..C., cadde sotto il dominio di re Cimmeri che vi coniarono le proprie monete. Fu ricostruita soltanto nel II sec. d.C. dal munifico imperatore Adriano, che vi pose una guarnigione a sua difesa e fu quindi, inclusa nella provincia romana della Moesia Inferiore. La decadenza economica, politica e sociale dell’Impero Romano iniziata nel III sec. d.C., trascinò anche questa provincia e la zona del Mar Nero in un periodo di fortissima crisi. Questa situazione favorì nuove incursioni dei Goti che continuarono per tutto il III e il IV sec. d.C., conducendola alla fine del IV sec. d.C. ad un declino irreversibile. La città fu distrutta dagli Alani all’inizio del V secolo e da allora, Olbia ed i villaggi adiacenti furono definitivamente abbandonati dopo mille anni di esistenza.
    2 punti
  2. Dare del burino ad uno e provocarlo (con una cosa che non c'entra niente) sottolineando anche in modo poco garbato i suoi errori in grammatica, Insinuando che faccie scampagnate con il metal detector, quando può trattarsi di Mountain Bike come già detto da un altro utente, questa non la chiami aggressione? Boh....
    1 punto
  3. Scusatemi se riesumo questa vecchia discussione, ma girovagando sul web cercando monete di Britannico ho trovato questa su acsearch. A me sembra molto simile a quella del mio primo messaggio. Il ritratto e il rovescio mi sembrano stilisticamente identici. Differiscono per il fatto che la legenda del D\ della prima è un po' più consumata e per il fatto che la centratura sia leggermente diversa. Potrebbero provvenire dalla stessa coppia di conii? Grazie e buone feste a tutti. :) Ecco il link: http://www.acsearch.info/search.html?search=britannicus&view_mode=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ol=1&sort=&c=&a=&l=#1 E questa è la foto.
    1 punto
  4. Б.Ж. НИКОЛАЙ II ИМПЕРАТОРЪ И САМОДЕРЖЕЦЪ ВСЕРОСС. (esteso: Божию Милостию Николай II Император и Самодержец Всероссийский) Per grazia di Dio Nicola II Imperatore e Autocrate di tutte le Russie Per curiosità: storicamente la Russia zarista era formata da Russia Grande (la Russia propriamente detta), Russia Piccola (l'attuale Ucraina), Russia Bianca (l'attuale Bielorussia) La Г dopo la data РУБЛЬ * 1897 Г del rovescio è l'abbreviazione di ГОДA (anno in russo)
    1 punto
  5. Eccola l'altra: Io non voglio fare una questione di Stato, ma aggredire così un'utente non mi sembra avere molto senso, soprattutto per le motivazioni date.
    1 punto
  6. buon giorno a tutti , ho avuto dei problemi nel iviare il secondo messagio ieri sera. e la teoria di 417 sonia non e sbagliata ,il secondo messaggio non doveva esserci perche questo doveva far parte del primo. e prima di giudicare qualcuno come a fatto numizmo a dare del maleducato a me, quando questo non e vero perche se a letto ancora i messaggi che ho inviato ho sempre salutato e ringraziato tutti per le risposte che mi anno dato. se poi ci sono dei errori di scrittura e valutate la gente per questo non vi disturbero piu. ciao e grazzie
    1 punto
  7. Le foto non ben definite non permettono una valutazione precisa. Probabilmente, secondo il metro di valutazione italiana, quella dime 1918 potrebbe essere valutata intorno al qSPL. Gli americani utilizzano una scala da 1 a 70, dove il 70 è la perfezione assoluta; inoltre hanno la massima considerazione per lo stato di conservazione dei campi, l'assenza di segni di pulitura della moneta (anche lavaggi) e poca considerazione dello stato dei bordi e contorni (questi ultimi invece sembrano dalle foto leggermente compromessi). Inoltre, per alcune monete, ed in particolare per le mercury dime, viene considerata il dettaglio delle tre legature che legano il fascio (bands); nel caso siano perfettamente distinguibili in una moneta in alta conservazione, vengono definite Full Bands (FB). Una dime quindi ad esempio FDC per gli americani sarà valutata da MS61 a MS70 e inoltre FB o meno. Allego una foto di esempio di un FB. Dovendo provare ad indovinare, la dime 1918 della foto potrebbe essere valutata da 40 a 45. Cordialità Renzo °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    1 punto
  8. Non preoccupatevi troppo di non aver le idee chiare sulla moneta di conto, è una cosa abbastanza normale. Io per esempio mi occupo di questo problema da decenni (da quando venni a sapere che a Venezia c'erano fino a nove 'valute' diverse, nel basso medioevo (lira di denari, lira di grossi, lira a grossi, lira di grossi manca, lira di grossi complida, lira di grossi a oro, lira di grossi a monete; e qualcun' altra che al momento non mi viene); credevo quindi di aver le idee chiarissime, poi però mi sono reso conto di non riuscire a convincere quasi nessuno (esagero un po', i miei allievi li ho convinti…dicono), per cui tanto chiare non devo averle neanch'io. Non posso certo riportare qui la mia opinione, non ci sarebbe lo spazio, però mi permetto di suggerirvi ulteriori letture, purtroppo in parte in inglese, che assieme ai testi di Cipolla da voi già ricordati per me sono state una specie di folgorazione sulla via di Damasco, soprattutto per la chiarezza: F.C. Lane, Le vecchie monete di conto veneziane ed il ritorno all'oro “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, CXVII, pp. 49-78 (contributo riedito in Studies in Venetian Social and Economic History, Kohl B. G., Mueller R. C. (edd.), London 1987, n.XI). Lane F.C., Mueller R.C. 1985, Money and Banking in medieval and renaissance Venice, Baltimore, soprattutto pp. 7-13 e tutti i passi registrati nell'indice sotto 'Money of account Se poi, dopo esservi chiariti le idee, volete di nuovo oscurarvele, allora potete leggere anche il mio: Una storia senza fine: le monete di conto in Italia durante l'Alto medioevo, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 54 (2008), pp. 47-85, dove cerco di spiegare, senza esservi un gran che riuscito, temo, l'origine delle mie convinzioni su questo argomento. Una cosa però ho capito, e riguarda il motivo per cui molti negano l'esistenza delle monete di conto, imaginarie o fantasma (a mio avviso erroneamente), cioè l'idea che queste ultime per essere tali debbano essere svincolate dal contenuto metallico delle monete effettive. Questo semplicemente non è vero (a parte alcuni rarissimi casi di valute basate su un certo paniere di beni agricoli o di prestazioni, valute di cui finora credo di aver fatto cenno solo io): anche le monete di conto hanno in ogni momento della loro vita un rapporto con una certa quantità di metallo prezioso (oro od argento), soltanto che questo rapporto è variabile, per cui in prospettiva risultano dotate, come dire, di vita propria. In questo senso la lira di età moderna, il cui rapporto variabile con le varie monete effettive (e con il loro intrinseco) era ufficialmente fissato dalle 'gride' che che si succedevano con frequenza assai ravvicinata, è sicuramente una valuta di conto, non vedo proprio in quale altro modo possa essere definita. A ben vedere anche la lira medievale era una moneta di conto, perché anch'essa, sia pur in tempi molto più dilatati, ebbe un rapporto variabile con la moneta effettiva, visto che la sua parità metallica venne rappresentata dapprima da denari in svalutazione più o meno rapida, poi per parecchi decenni dai grossi, addirittura a Firenze, per un breve periodo, da una moneta d'oro, il fiorino, poi da soldini, quattrini e finalmente, alla fine del XV secolo, da pezzi che valevano esattamente una lira, ma che cominciarono subito a svalutarsi anche loro, perpetuando quindi i movimenti autonomi di questa nostra cara vecchia valuta immaginaria Un caro saluto a tutti e tanti auguri per le prossime feste Andrea
    1 punto
  9. Ringrazio Rorey 36 e ggpp the Top e li premio, perchè li premio ? Primo perchè hanno accolto e risposto alla mia proposta,perchè hanno dato due splendide risposte, hanno capito evidentemente dalle mie parole lo spirito che stava dietro al rilancio di questa discussione-progetto, che è quello divertendosi a livello di tutti di proporre una storia monetaria,il forum ha bisogno di qualche stimolo nuovo ogni tanto e questo progetto mi sembra alla portata di tutti, se aderiranno im molti potrebbe diventare un libretto di storie e monete. Secondo perchè il punto a loro due ( non lo rifarò più, premetto, in questa discussione ) : io ho notato ultimamente nel forum una carenza ,può darsi che mi sbagli, di premi, incentivi, i nostri premi, sono il semplice ringraziamento, bravo bell'intervento,grazie che hai individuato questa moneta, la mancanza a volte di un punto o all'utente o alla discussione stessa può far molto, per lo spirito e le motivazioni di ognuno. Ho visto devo essere sincero, e non parlo ovviamente di me, alcuni che hanno iniziato e concluso splendide discussioni, splendidi interventi,postature di monete che non tutti lo avrebbero fatto, ecco, ricordando che siamo tutti volontari, appassionati e nulla più, quando vediamo uno che sta facendo una gran cosa, o che ha fatto un grande intervento premiamolo,non abbiate paura,quando uno merita, merita,e se ogni tanto gli dimostrerete che lo seguite, che lo apprezzate non lo perderemo per strada, e noi come forum quelli bravi non li vogliamo perdere, se sono bravi premiamoli nel modo che possiamo con un grazie o un punto ,loro non chiedono di più , vi apprezzeranno, e continueranno con maggiori stimoli di prima ,grazie.
    1 punto
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