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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/07/11 in tutte le aree

  1. miroita

    CVS

    Sperando di far cosa gradita! riporto qualche breve cenno sulla monetazione di Ancona della Repubblica Autonoma. 1233 - Papa Gregorio IX rimprovera in un breve di "minaccia di scomunica" che agli anconetani è stato tollerato il fatto di essere l'unica nella Marca a battere moneta. Questo è l'unico dato certo. 1233 Ancona già batteva moneta. Ma nessun documento esiste a testimoniare chi abbia autorizzato Ancona a battere moneta. Né a livello papale, né a livello imperiale. Diversamente la Chiesa avrebbe quantomeno evidenziato la cosa nel "Breve" sopra citato di Gregorio IX, che più che una autorizzazione risulta essere una "conferma" a posteriori. La storia ci racconta che Ancona fu sempre vicina alla Chiesa, ma nello stesso tempo per difendersi dagli attacchi della città di Venezia fu altrettanto vicina all'Imperatore d'oriente che poteva così disporre di un porto sicuro e strategico per tentare di riunificare l'antico impero romano. Sembra che,anche a detta di molti storici e numismatici, Ancona abbia iniziato a battere moneta in maniera autonoma, considerata anche l'importanza che aveva assunto nel suo ruolo di principale città della Marca, di uno dei principali porti del Mediterraneo e degli scambi internazionali con la Dalmazia, Alessandria (Egitto), Costantinopoli, ecc. in strettissima concorrenza con Venezia. Nel gennaio 1170 in un documento di cessione del castello di Vergigno al comune di San Ginesio (MC) si parla di moneta ravennate ed anconitana (documento segnalato dal Castellani, ma riportato già da Benigni Telesforo in Colucci G.: Delle Antichità Picene - Fermo 1793). Di recente, dal volume di Dubbini e Mancinelli si legge dai Regesti Senigalliesi (sec. VII-XII) che "i denari ravennati ed anconitani sono citati dal 1114 al 1199, e che in quel periodo le transazioni avvenivano anche con denari lucchesi, veronesi e attraverso scambi di merci varie". Da una serie di studi si evincerebbe inoltre che sino alla metà circa del XIII secolo, la produzione monetaria anconitana sarebbe solo di "denari" (piccioli) del peso indicativo di gr. 0,785 ed un titolo d'argento di poco meno del 20%. Verso la metà del XIII secolo, si parla di una Convenzione Monetaria tra Ravenna ed Ancona del 1249 (convenzione che tra l'altro nessuno avrebbe potuto visionare) ed a seguito della quale sarebbe nato il "denaro grosso" (quello che viene oggi classificato come "Grosso primitivo") del peso indicativo di gr. 1,41 ed un titolo d'argento superiore al 980%°. Attorno al 1280 (vedi anche i recenti studi, molti dei quali sono riportati sulla pubblicazione L'agontano, una moneta d'argento per l'Italia medievale, curato da Lucia Travaini, ottobre 2001 e con i contributi Saccocci, Matzke, Rossi, ed altri che mi scuseranno se non li ho citati; come pure i contributi su Atti e memorie della deputazione di Storia Patria delle Marche, maggio 1997) abbiamo la nascita del "grosso agontano/anconitano che nasce, a detta di moltissimi studiosi più per esigenze legate ai commerci internazionali che non a problemi di circolazione interna, e che aveva un peso di circa gr. 2,35 ed un titolo di argento del 965%°. Continua. PS: Essendosene parlato poco sopra (scacchi) segnalo che dalla ricognizione fatta nel 1756 ritrovate nella tomba di San Ciriaco (Santo protettore di Ancona) , lo stesso Saccocci riferisce che si tratterebbe di una decina di monete appartenenti alle zecche di Venezia, Pavia, Lucca e che sembrerebbe siano state inserite nell'urna tra il 1097 ed il 1107. Questo lascerebbe supporre che la moneta anconetana, pur se fosse esistita (?), probabilmente non aveva ancora raggiunto un adeguato riconoscimento.
    2 punti
  2. Spesso nelle nostre letture sul medievale ci imbattiamo nelle monete di conto,argomento a volte un pò trascurato ma in realtà importante perchè dagli atti pubblici, dalle transazioni finanziarie scritte dell'epoca ci arrivano tante notizie e informazioni per meglio definire e circoscrivere le ostiche monete medievali ; tutto è ancora più importante per l'eseguità dei ritrovamenti monetari dell'epoca che non aiutano per una migliore comprensione della lettura e conoscenza della monetazione medievale. Moneta di conto , cos'è ? Edoardo Martinori la definisce così nel suo Vocabolario Generale della Moneta : " Si dice del valore ammesso come unità ideale nei conteggi e tra commercianti e negli atti pubblici, che non è rappresentato da moneta corrente " ; certamente l'argomento è molto più vasto e complesso. Carlo Cipolla si spinge oltre in " Money, Prices and Civilazation in the Mediterrean World " e le definisce in un modo che le rende ancora più misteriose : MONETE FANTASME , così le definisce, in realtà monete di conto le abbiamo in varie monetazioni, tanto che sarebbe difficile fare un discorso specifico, ma dovremo rimanere sul generale. Tanti studiosi affrontano il problema Frederic Lane, Reinhold C. Muller, Peter Spufford che affronta a livello europeo i rapporti di cambio tra le varie monete europeee; affrontando l'argomento in modo sintetico si tratta di entrare nel merito della conoscenza delle varie unità di conto, anche se la prima domanda che uno si pone è perchè usare queste pratiche complicate e un pò strane. Poi più entriamo nella conoscenza delle stesse in particolare nel tardo medioevo ci sembra anche difficile capire come la gente possa averle accettate e tollerate ; in pratica si tratta di passare da un sistema di un tal denaro a un successivo sistema di altre diverse monete , questo per la sopravvivenza almeno in parte di una certa moneta di conto, anche quando la moneta effettiva terminò di essere prodotta. In pratica avvenne che anche quando la moneta scomparve si ritenne utile farla sopravvivere ancora come moneta di conto anche per interessi economici e sociali. In Italia per esempio in molti atti notarili si fa riferimento come moneta di conto effettiva al buon vecchio denaro pavese, in realtà il circolante però del periodo era del lucensis che era la vera moneta usata dalla popolazione in molte aree e gli esempi in tal senso potrebbero essere molteplici. Quindi la moneta di conto si scinde ed è indipendente dalla reale moneta circolante di un tal area geografica ; la circolazione del denaro si basa sulle vere consuetudini di ogni giorno piuttosto che su leggi e vincoli prefissati. Grierson a tal proposito ci ricorda giustamente che solo la sopravvivenza di documenti commerciali in gran numero in Italia, ma anche in Europa, ci mostra come le monete dei nostri cassetti facessero parte di un sistema di conto molto più complesso, la cui esistenza non avrebbe mai potuto essere dedotta dalle monete stesse. Quindi a volte ci sembra di definire un momento storico solo con le nostre conoscenze numismatiche tangibili e fisiche dei nostri tondelli, ma in realtà il quadro se vuole essere completo ed esaustivo non può non tener conto delle monete di conto della stessa epoca. Probabilmente concluderei , e mi piacerebbe sentire anche qualche altro parere, l'argomento monete di conto ,oltre ad essere certamente complesso e variegato, forse ha ancora molto da dirci, da farci capire e da studiare ancora ed è con i ripostigli e tramite lo studio delle stesse sui documenti ufficiali dell'epoca uno strumento di comprensione basilare della monetazione medievale.
    1 punto
  3. Ottimo. Per l'idea che mi sono fatto e se qualcuno ha modo di approfondire, potrebbe essere interessante sapere se nella giornata del 5 (lunedì), fin dal mattino preso, sono stati effettuati cambi o se, forse, c'è stata una situazione di incertezza, per la quale chi si è presentato all'apertura si è visto inizialmente rifiutare il cambio per poi vederselo approvare la stessa mattina dopo qualche tempo.
    1 punto
  4. Medaglia devozionale ovale,bronzo/ottone del XVII sec,- D/ L'Immacolata, coronata di stelle(10),con le mani congiunte in alto verso sx,sopra crescente di luna.in ellisse di raggi e fiammelle,il tutto circondato da corda con nodi. R/ Calice con sopra l'Eucarestia con splendori (all'interno mi sembra di intravedere la croce),tra due angeli che pregano in ginocchio ,su nubi.- scritta;.LA. SI. IL.- SS. SAC. (Laudato sia il Santissimo Sacramento), esergo ROMA.medaglia di probabile diffusione francescana. Ciao Borgho.
    1 punto
  5. Ciao Giovanni è un bel gettone che lo trovi riprodotto anche in questo link al numero 4 b http://www.mernick.org.uk//leadtokens/newsletters/LTT1108.pdf
    1 punto
  6. scacchi

    CVS

    salve partiamo dall'inizio la presunta data delle prime emissioni di denari di Ancona Gli unici denari circolanti nelle Marche citati prima del 1070 erano quelli di Venezia e Roma seguiti poi da quelli di Pavia e Lucca Nel 1756 durante una ricognizione nella tomba di san Ciriaco furono trovate alcune monete la maggior parte di Venezia più alcune di Pavia e Lucca si ipotizza che l'inserimento di queste monete nell'urna sia avvenuta tra il 1097 e il 1107 Nelle marche si fa risalire alla fine del XII° secolo l'inizio della produzione di moneta con l'emissione del denario di Ancona secondo un documento riportato dal Castellani già nel 1170 se non 1160 si attesta la presenza di denari di Ancona e Ravenna questi ultimi vengono citati anche in altri documenti datati 1179, 1189, 1199 Si fa risalire al 1249 basandosi sul trattato stipulato tra le zecche di Ancona e Ravenna dove venivano prodotti esemplari identici anche Rimini batteva moneta identica a presto tratto da : Atti della prima giornata di studi numismatici marchigiani ( Ancona 10 maggio 1997 )
    1 punto
  7. Ottimo, sono felice che tutto ciò possa esservi utile. :D A che punto stiamo? Tutto chiaro fin qui? :)
    1 punto
  8. Sul fatto che 1.3 miliardi siano "una somma ingente" tanto da avere un effettivo vantaggio nell' anticiparne l'entrata a meta dicembre invece che al primo marzo, ci sarebbe da ridire: Le sole aste titoli medio-lungo termine di fine novembre hanno piazzato 16 miliardi di euro. Fatti tu i conti di che differenza faccia anticipare 1.3 miliardi di neanche 3 mesi. Poi si tratta di un provvedimento assolutamente iniquo. Questo governo non ha avuto il coraggio di far pagare l'ICI alle proprieta vaticane, ne di aumentare le tasse sui redditi piu alti, ne di ridurre stipendi/pensioni ai parlamentari presenti (pacta sunt servanda in questo caso, a quanto pare), ne di risquotere un canone per l'uso frequenze TV, ne di esigere il pagamento delle tasse dovute su redditi in nero espatriati illegalmente e per giunta ora dichiarati (anche qui i patti vanno rispettati, ci mancherebbe). Ma con i deboli, Monti & Co. non hanno problemi a richiedere rigore, lacrime e sangue. Non ci pensano un attimo ad imporre norme assurde (5 anni di differenza nell' eta pensionabile per persone nate a 24 ore di distanza) accampando la scusa dell' urgenza assoluta. Qui si tratta di un pompiere che con la scusa di dover spegnere l'incendio ti porta via l'argenteria. Almeno con Berlusconi si rideva....
    1 punto
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