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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/25/11 in tutte le aree

  1. Tra le monete di Napoleone che possiedo, questa mi è sempre piaciuta per l intensita della patina. Purtroppo la foto non rende bene. A mio avviso questa data per bologna, in questa conservazione, è molto rara. Non ne ho viste molte negli ultimi anni. Cosa ne pensate?
    1 punto
  2. Ciao a tutti, anche su questo tondello mi piacerebbe avere un parere. La qualita non è delle migliori ma quello che mi ha colpito di questa monetina è il simbolo di zecca. Nella parte destra del segno M ci sono apparentemente 3 gambette che sembrano formare una E. Forse un semplice difetto di conio oppure ... saluti Italo
    1 punto
  3. Ciao a tutti, è da un po di tempo che ho questa moneta in collezione. A me piace molto ma volevo avere un parere anche da altri conoscitori di Napoleone sul forum. Ha un difetto nel tondello a ore 11 ma rimane sempre piacevole. Mi sembra di ricordare che questa non l avevo mai fatta vedere all amico Eros. Ciao
    1 punto
  4. buonaserra a tutti.....vi proposo qualche foto di un posto,in montagna in du ci era una citta......citta adesso abandonnata....... :( citta che non ha perdurato dopo l'epoqua republica romana....... :huh: justo il tempo di costruire le fortificazione.......per protegersi di nemici di sicuro terribili... :o li do soltanto 200 anni di occupazione.......dopo.....piu niente..........mistero........ :blink: nella prima foto.....si vede l'opera....di lontano.......... :)
    1 punto
  5. Sono stato a sentire la presentazione del libro di Giorgio Ruffolo " Testa e croce " " Una breve storia della moneta ",ricco di spunti interessanti, si ripercorre la storia della moneta dalla nascita,passando per le varie epoche storiche, romana, medievale e così via, si può interconnettere tranquillamente con l'altra mia discussione sulle simbologie varie del denaro nel tempo, cosè la moneta, si chiede l'autore,da simbolo del potere, allo sterco del diavolo, al dono,cosa rappresenta ? Cerco di sintetizzare i pensieri chiavi dell'autore che entrano nella triste realtà di oggi per una riflessione e credo che oggi più che mai si debba tornare a riflettere : "La moneta è un'invenzione che non viene dagli dèi o da un Dio, ma dalla genialità degli uomini ; e che è rivolta a utilizzare razionalmente la capacità che essi hanno, unica tra le specie esistenti, di trasformare il loro ambiente. E' dunque uno strumento, non un fine. E' una norma, non una merce. Nel suo stravolgimento da strumento a fine, da norma a merce sta la degenerazione che essa ha subito nel corso della sua storia . Ricondurre la moneta alla sua funzione strumentale e normativa è il solo modo di restituirle la sua qualità di un potere al servizio di un'economia e non di un'economia al servizio di un potere. " Concluderei con un mio breve pensiero che comunque è collegato a quanto detto sopra da Ruffolo ed è comunque di grande attualità : " Non è una moneta che fa un popolo, ma sono i popoli che fanno una moneta ."
    1 punto
  6. Medaglia devozionale ovale, bronzo / ottone, del XVII sec.- D/L'Immacolata Concezione coronata da sette stelle,su crescente lunare,raggiata da ambo i lati.- R/ S.Antonio di Padova tiene Gesù Bambino con la mano SX,e nella mano DX il Giglio e libro,scritta;S. ANTON. D.- PADOVA.,bella medaglietta,in buona conservazione.Ciao Borgho.
    1 punto
  7. Piccola parentesi storica I mamertini erano d'origine per lo più campana e vennero arruolati tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. da Agatocle, tiranno di Siracusa. Alla morte di quest'ultimo nel 289 a.C., la maggior parte dei mamertini, rimasti senza lavoro, tornarono in patria, mentre altri rimasero nell'isola. Alcuni di loro si impadronirono a tradimento della città greca di Messina, ubicata sullo stretto in una posizione di grande importanza strategica. Dopo di che assunsero il nome di mamertini, da Mamerte, divinità osca della guerra, paragonabile al romano Marte. Il loro dominio durò oltre 20 anni, durante i quali trasformarono Messina da centro agricolo e commerciale a base per le loro scorrerie piratesche sia sul mare sia sulla terraferma. Quando i romani iniziarono ad espandersi verso la Magna Grecia, temendo di rimanere schiacciati fra più fuochi (Roma a nord-est, Cartagine ad Ovest, Siracusa a sud) chiesero l'aiuto di Pirro, re dell'Epiro, che sbarcò sull'isola per combattere i cartaginesi. Tuttavia Pirro mal sfruttò e trattò i soldati siciliani che cercava di reclutare sul territorio, così per far fronte alle difficoltà strategiche e logistiche dovette ritornare sul continente dove venne poi sconfitto dai romani nella Battaglia di Benevento. L'errore fatale per i mamertini in seguito fu quando rivolsero la propria attenzione alla città di Siracusa. Nel 270 a.C. il siracusano Ierone li sconfisse in battaglia sulle sponde del Longano, nell'attuale Barcellona Pozzo di Gotto, ove rimase ucciso il condottiero mamertino Kio (noto anche come Cio o Cione). Dopo di che si preparò ad assediare Messina (265 a.C.). A questo punto i mamertini chiesero l'aiuto di Cartagine, che occupò il porto della città. I siracusani si ritirarono. Ma i mamertini, che volevano scrollarsi di dosso l'ingombrante presenza cartaginese, chiesero aiuto a Roma, facendo leva sulla comune origine italica e sulla discendenza di entrambi i popoli da Marte. La decisione sull'intervento fu molto discussa a Roma perché avrebbe significato la guerra contro i cartaginesi e perché l'idea di aiutare dei soldati che avevano ingiustamente strappato via una città dai legittimi possessori, divenendo poi dei briganti, era mal vista (anche perché poco prima era stata invece soppressa una guarnigione che aveva usurpato con la forza il comando di Reggio). Tuttavia, in favore dei mamertini intervenne Appio Claudio Caudice e a Roma l'idea presa fu di allearsi con loro per evitare che l'espansione cartaginese si avvicinasse troppo all'Italia, oltre che per iniziare a stabilire una testa di ponte su di un territorio importante per le sue risorse (soprattutto il grano) e dal punto di vista strategico. In risposta a ciò Siracusa, sentendosi minacciata, si alleò chiedendole la protezione con Cartagine, una nemica "storica" che però i greci preferivano al nuovo pericolo. La presa di posizione di Roma e il coinvolgimento di Cartagine così provocarono un'escalation del conflitto siracusano/mamertino che sfociò nello scoppio della Prima guerra punica (264 a.C.), poiché venivano violati i trattati fra Roma e Cartagine che delimitavano le reciproche sfere d'influenza (rispettivamente sulla penisola e sulla Sicilia). Le due più potenti e importanti città del bacino del Mediterraneo occidentale venivano così alla resa dei conti. Ironicamente, una volta che la miccia della guerra punica venne accesa, i mamertini non vennero più ricordati dalle fonti storiche) e il loro destino si perse nei più imponenti eventi delle guerre puniche. Il termine "mamertino" però non venne perso, dato che anche alcuni secoli dopo gli abitanti di Messina venivano chiamati "mamertini" e che alcuni prodotti con questo nome rimasero famosi a lungo, come il vino mamertino che era apprezzato anche da Gaio Giulio Cesare. Infine, anche a livello toponomastico, ancora oggi in provincia di Messina esiste il comune di Galati Mamertino. Forse un po lunga, ma a mio avviso interessante :P
    1 punto
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