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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/15/11 in tutte le aree
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Io trovo insuperabile la plasticità trasmessa dai bronzi di Commodo che probabilmente ci ha lasciato tra i più bei medaglioni del periodo imperiale. Commodo, come già aveva fatto Antonino prima di lui, volle rilanciare il paganesimo, profondamente in crisi, ricordando sulle sue emissioni le principali divinità a partire da quelle più arcaiche ed i simboli più cari alle tradizioni di Roma. A differenza di Antonino però, l'estroso Commodo, aggiunse qualcosa di nuovo avvicinandosi ideologicamente alle nuove tendenze religiose (come già sapientemente descritto da Minerva) e rivolgendosi con maggiore attenzione alle tradizioni di provenienza orientale. E' curioso osservare che, oltre all'impersonificazione con Ercole, sia facendosi ritrarre con gli attributi della divinità sia facendo raffigurare lo stesso Ercole nelle pose più classiche ma con i tratti somatici di Commodo, l'imperatore si fece talvolta ritrarre al fianco di altre divinità rappresentate sul suo stesso piano (medesime dimensioni delle raffigurazioni) quando in passato, altri imperatori, si erano limitati a comparire al fianco della divinità prestando però la debita cautela e facendosi raffigurare in scala minore rispetto al dio. Con Commodo vediamo che, invece, non temendo il pericoloso confronto, egli si sostituisce talvolta alla divinità; è il caso del meraviglioso medaglione dove al D\ è raffigurato Giano bifronte con una delle due facce (non a caso quella a destra rivolta verso il nuovo anno) raffigurante lo stesso Commodo mentre, al r\, è raffigurata Tellus e le 4 stagioni. Dunque l'imperatore non è più semplicemente il tramite tra la divinità ed il resto del mondo ma diventa una divinità esso stesso facendo bene attenzione però a porre sopra tutti Giove, il padre di tutte le divinità. Vorrei aggiungere alla lista delle immagini già postate alcuni disegni presi dal Cohen: 1) Ecco alcuni esempi di rappresentazione di Ercole dove questo viene raffigurato con i tratti somatici dello stesso Commodo 2)Due belle immagini raffiguranti Giove 3)Raffigurazione di Romolo (interpretazione del Cohen) andante a d. 4)Commodo rappresentato sullo stesso piano delle altre divinità (accanto a Marte in questo caso) o al posto di altre divinità (il suo volto al posto di una delle due facce di Giano) Nel caso della raffigurazione gianiforme Cohen ritiene che la faccia di sx rappresentante talvolta la parte più anziana di Giano, in questo caso sarebbe Ercole ma a mio avviso gli attributi classici di ercole non sono così evidenti e potrebbe tranquillamente trattarsi più semplicemente di Giano.2 punti
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Francamente, per quanto abbia una grossa considerazione per Kurth Dane e le attribuisca perenni onori per aver recuperato Wildwinds dopo i problemi di pirateria informatica di qualche anno fa, uso lo stesso (al pari delle utilissime tabelle excel di Helvetica) solo a scopo indicativo e poi confermo con il RIC. Perchè? Non tanto tempo fa ricevetti un Constantinus II Cesare in argento. Lievemente sottopeso ma stilisticamente buono. Trovato catalogato su Dirtyoldcoins. Alla fine, ne venne fuori che si trattava di un falso ibrido che però risulta come "non in RIC" tra le monete di Costantinus II sul sito appena citato. Quindi, da allora, non mi affido a occhi chiusi ad alcun catalogo. Detto ciò, nel caso specifico Wildwinds confermerebbe la mia ipotesi che si tratti di un ibrido. Come riferisce correttamente Minerva, non si trovano tracce del conio del Monetiere. Nemmeno ad una ricerca abbastanza vasta sul web si trovano monete analoghe, a differenza del DE GERMANIS a nome di Claudio Druso, per quanto questo sia classificato sul RIC "R2". Quindi dovrebbe trattarsi di un ibrido alquanto raro... Una domanda a Centurioneamico: dalla foto non capisco, si tratta di una moneta di argento con patina? Dall'aspetto della foto sembrerebbe una moneta in bronzo o di un suberato che abbia perso l'argentatura superficiale. Tale dubbio mi sorge, al di là della descrizione, dalle macchioline verdi chiaro nei pressi di "TICL...." , dell'orecchio e, al rovescio, zona inferiore degli scudi e "...MANIS". Ciao Illyricum :)1 punto
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Stessa cosa per il Cohen. Tra le monete di Claudio non è contemplato il denario del Monetiere di Firenze mentre si trova la moneta già postata negli interventi precedenti e riconducibile a Nero Claudius Drusus che il Cohen cataloga al numero 6. Enrico :)1 punto
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http://www.ebay.it/itm/320792658070?ssPageName=STRK:MEWAX:IT&_trksid=p3984.m1423.l2649 Attenti a questa inserzione. Si tratta di una moneta con ultima cifra della data modificata con microfresa, lo si capisce dallo stile della cifra e da un'altro particolare che non posso svelare. Quando si ha intenzione di guadagnare qualche soldino è bene provare altre strade, LA NUMISMATICA E' UNA COSA SERIA. lasciamo pure che se ne occupino i numismatici, o almeno gli appassionati. Se l'inserzionista è in ascolto accolga questo mio appello: "Chiudi l'inserzione... grazie!".1 punto
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Da inveterato appassionato di storiografia mi piace sempre inquadrare e dividire il contributo dato dai vari attori alla scena della materia che si vuole indagare. Nella numismatica se ripercorriamo le tappe della formazione della disciplina , procedendo con una grossa semplificazione, possiamo distinguere diverse fasi nelle quali si formano e si alternano gli attori principali di questo processo di sviluppo della disciplina che già si profilano in epoca antica e si sviluppano, crescendo, nel tempo: 1) i collezionisti/appassionati dell'oggetto moneta, attratti sia dalla sua storia che dal fascino della bellezza di certi esemplari tale categoria si può dire che nasca con la nascita della moneta stessa e che nelle varie epoche abbia espresso molti rappresentanti autorevoli (si è citato Augusto, Nerone, Petrarca - non abbiamo moltissime informazioni di questa epoca ma certamente gli estimatori non mancavano in ogni età) 2) con l'affermazione dell'Umanesimo e la centralità dell'Uomo e delle sue attività si riscopre il "gusto dell'antico" che porta alla valorizzzione e alla scoperta del passato, movimento intellttivo e dell'animo che non abbandonerà più l'uomo fino ai nostri giorni con una valorizzazione sempre maggiore (a volte esasperata - ne vediamo la crescita delle quotazioni) per le memorie e le tracce del passato che ci affascinano e che si ambisce a raccogliere, studiare, possedere. Nasce la disciplina numismatica ver a e propria, i primi trattati della materia (Budé, Erizzo, Goltzius, sono i padri fondatori della disciplina che già all'epoca si biforca e studia, da un lato il fenomeno moneta - sotto il profilo monetario - e dall'altro il nummo ovvero la moneta sotto il profilo dello studio della coniazione e del lato artistico offerto dalle produzioni monetarie antiche. A quest'epoca rislage la formazione delle prime collezioni sistematiche , private sopratutto, la cui formazione è permessa proprio da i testi che compaionio in questa fase. Si formano anche le collezioni antiche più prestigiose, non ancora pubbliche (non vi è il concetto di bene comune) ma ad opera delle famiglie regnanti e dei grandi signori (Este, Gonzaga, Medici, Gotha, etc.) 3) Nel 1700 arrivano i grandi sistematizzatori : Eckel prima di tutti, Mommsen, Mionnet per quello che riguarda la disciplina della numismatica antica nella sua interezza. Seguiranno, nel 1800 i sistematizzatori per branca che applicheranno metodi più scientifici: Babelon per la numismatica Greca e Romana Repubblicana; Cohen per la Romana imperiale. Compaiono le prime trattazione della numismatica moderna : Argelati, Bellini, Zanetti per le zecche italiane Si formano altresi le prime raccolte in musei, dapprima privati poi confluiti in istituzioni pubbliche : il museo Kirkeriano (del padre Gesuita Athanasio Kircker) vanta una splendida raccolta di AES grave e signatum che , forse non tutti sanno, confluisce in quello che diverrà il nucleo centrale della raccolta di bronzi fusi dell'attuale museo nazionale romano (una delle maggiori raccolte al mondo di monete fuse) Continuano a svilupparsi le grandi raccolte private, la numismatica resta però una passione colta ed erudita oppure riservata a famiglie nobili e facoltose. Le vendite all'asta sono ancora pochissime , le collezioni si formano comprando insiemi interi esitati da precedenti raccoglitori, oppure attraverso il mercato antiquario, attivissimo già all'epoca (vedi testo di Missere Fontana citato sopra) 4) arriviamo alla seconda metà dell'Ottocento e al primo Novecento. La numismatica esplode. Si moltiplicano il numero degli appassionati, degli studiosi che pubblicano monografie, corpora, saggi , trattati dotti , spesso ben fatti, piacevolissimi ancora oggi da consultare e che rappresentano in alcuni casi ancora il testo fondamentale per una determinata serie o per una zecca. Esplode il lato collezionistico , l'hobby diviene borghese, cominciano a collezionare professionisti, diplomatici, imprenditori, commercianti. Si affermano le case d'asta i cui nomi hanno fatto la storia della numsimatica : Hirsch, Hamburger, Hess, Cahn, Rollin & Feuerdant, Bourgey, Dura, Canessa, Sangiorgi, Santamaria, Ratto, Baranowski , Sambon, Baldwin, Spink, Glendining, etc. etc. (mi scuserete le omissioni per ragioni di spazio) che contribuiscono in maniera determinante alla formazione di collezioni che sono ancora oggi un punto di riferimento assoluto per gli appassionati : Jameson, Weber , Imhoof - Blumer, Spencer Churchill, Gulbenkian, Montagu etc per citarne solo pochissime .. Il commercio numismatico assurge a nuova dimensione, il numero dei collezionisti decolla, ma nascono anche le società di numismatica storiche (tra cui la SNI!) le riviste di numismatica che vengono pubblicate ancora oggi con storie alle spalle più che centenarie. Nascono le prime cattedre universitarie, si istituzionalizzano i musei , si formano i primi direttori delle collezioni pubbliche. Vi è una sanissima osmosi, in questo periodo, ove il pubblico dialoga tranquillamente con il privato . Direttori di riviste o delle società di numismatica vengono chiamati a dirigere collezioni pubbliche , i musei si appoggiano ai privati che sono più progrediti, a quell'epoca , nello studio della disciplina numismatica. E' un'età d'oro, grandi collezioni vengono formate con estensioni eccezionali per quantità e qualità e vengono ritornate al mercato con vendite all'asta oppure donate a istutuzioni pubbliche. Emblematico il caso dei fratelli Gnecchi (fondatori della SNI ) che formarono la più prestigiosa raccolta di monete italiane (dopo la coll. Reale) che venne esitata in tre epiche aste all'inizio del Novecento e al contempo formarono quella che forse puo ritenersi la maggiroe raccolta di monete d'oro romane , che fu donata al MNR. Mi fermo qui - il post è già abbastanza lungo e sono certo di essere andato OT per buona parte di esso. Il resto è storia moderna, anche se sarebbero centinaia i nomi di collezionisti, mercanti illuminati ed esperti che si sono alternati sulla scena negli ultimi 50-60 anni facendo progredire la disciplina. Quello che mi premeva evidenziare è come non vi sia un solo genere di numismatico, nè soprattutto che una categoria prevalga sulle altre. Bensi che la numismatica sia composta da diverse tipologie di attori che hanno bisogno l'una dell'altra : e cosi gli studiosi sono indispensabili per inquadrare metodologicamente la materia e fornire le conoscenze a chi ne vuole approfondire la storia ; ma altrettanto importanti sono i collezionisti che mettono insieme il materiale di studio indispensabile per alimentare gli studi degli esperti e la comprensione delle varie emissioni. Materiale che poi rifluisce sul mercato alimentando altre raccolte oppure confluisce nelle collezioni pubbliche arricchendo il patrimonio a disposizione degli studiosi e degli appassionati (da cui discende l'importanza di ben valorizzare tale patrimonio - chiuso in cantina non serve a nessuno scopo) e i collezionisti sono serviti dai mercanti, vera cerniera di regolazione del matriale che rifluisce sul mercato e , quando illuminati, artefici di collezioni fantastiche. Non tutti i collezionisti devono ad un mercante lo sviluppo della propria collezione , ma certamente alcune grandi collezioni non sarebbero esistite senza il contributo fondamentale di certi mercanti E infine le società , le aggregazioni spontanee di appassionati che funzionano da motore di scambio di idee, di studi , di iniziative che permettono la crescita e lo sviluppo più naturale a tale disciplina e che si ritrovano fiorenti in ogni Paese connotato da una forte impronta storiografica ed intellettuale. Istituzioni forti e di tradizione che continuano la loro opera ancora oggi. E che oggi si ritrovano affiancate da nuove forme associative, vedi i Fora , che hanno il merito di rivitalizzare e portare nuova linfa alla passione che condividiamo. Scusate il post decisamente troppo lungo, mi sono lasciato prendere la mano e me ne scuso ma come vedete questi aspetti mi appassionano particolarmente e soprattutto vedo un collegamento ed un'evoluzione molto chiara del nostro passato.1 punto
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http://www.curagiu.com/lavasina.htm .. .eccola,nostra signora........si vede una barca.......1 punto
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Salve Panormos. Sono tutti piccoli bronzi del periodo costantiniano. Possono essere così classificati: 1) AE3, zecca di Tessalonica, quinta officina. D/ CONSTANTINVS AVG, testa laureata a destra. R/ PROVIDENTIAE AVGG, porta del campo sormontata da due torri; al di sopra una stella. In esergo SMTSE. Rif.: Thessalonica, RIC VII 153; C. 454. 2) Stessa moneta, classificabile come la precedente, cambia solo l'officina: :Greek_Delta: , ovvero la quarta. 3) AE3, zecca di Antiochia, prima officina. D/ CONSTANTINVS AVG, testa laureata a destra. R/ PROVIDENTIAE AVGG, porta del campo sormontata da due torri; al di sopra una stella. In esergo SMANTA. Rif.: Antiochia, RIC VII 71; C. 454. 4) AE bronzetto coniato per commemorare l'avvento di Costantinopoli come nuova capitale imperiale, emesso tra il 333 e il 336 d.C. La zecca non si vede bene, almeno in foto, quindi sono un po' indeciso. D/ CONSTAN-TINOPOLI, busto elmato, ammantato e laureato della Personificazione della città verso sinistra che regge uno scettro. R/ Anepigrafe, la Vittoria alata stante a sinistra con piede su prua di nave regge con una mano uno scettro e poggia l'altra su uno scudo. In esergo, SMH...? Possibile zecca di Heraclea. Rif.: C. 22. Tutte le monete sono comuni.1 punto
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E ci credo che non abbia stampato niente, con l'attuale sistema monetario stampare banconote significa aumentare il debito pubblico a dismisura, se l'Italia chiede di stampare 10 miliardi di euro in banconote, nello stesso istante deve emettere titoli di stato per un eguale valore, indebitandosi di ulteriori 10 miliardi di euro + gli interessi. Quei 700 miliardi di dollari quindi ora sono diventati un debito per i cittadini americani. E' il solito sistema adottato dai banchieri, privatizzare gli utili e condividere le perdite. Qui è l'intero sistema che va riformato o meglio rivoluzionato.1 punto
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Il complotto che aveva portato alla morte di Commodo, era stato accelerato dopo la stupefacente proposta dell’imperatore secondo cui, assumendo la carica consolare il giorno successivo (il 1 gennaio del 193), egli intendeva celebrare l’avvenimento guidando un corteo in partenza dalla caserma dei gladiatori ed indossando la divisa di questi combattenti. Commodo, infatti, era ossessionato dall’idea di dimostrare la propria prodezza nell’arena e Dione Cassio ci racconta di quale sconcio piacere invasava l’animo dell’augusto innanzi al massacro delle belve. In tali occasioni tutto il Senato doveva urlare ripetutamente, rivolto al trono: “Tu sei il signore e sei il primo, o fortunatissimo tra gli uomini! Vincitore tu sei, e vincitore tu sarai! Da sempre o Amazzonico, tu sei il vincitore!”. Infatti, a somiglianza di Alessandro Magno e di parecchi sovrani dei Persiani e dei Parti, anche Commodo amava atteggiarsi a regale cacciatore. Troviamo tale aspetto della personalità di Commodo anche sulle monete dove la legenda richiama la VIRTUTI AVGVSTI (al coraggio dell’imperatore) e vediamo resi in immagine l’imperatore che assale un leone. La bravura della caccia simboleggiava infatti le vittorie militari, mentre gli animali massacrati rappresentavano le potenze del male ed i nemici dell’impero. Possiamo osservare la celebrazione di ciò nel sesterzio (RIC 332 A) con al Dritto: MANTONINVSCOMMODVSAVG ed il ritratto dell’imperatore rivolto a destra con la corona d’alloro sul capo. Al Rovescio: VIRTVTIAVGVSTITRPVIIIMPIIIICOSIIIPP ed in esergo S C con l’imperatore a cavallo verso destra mentre trafigge un leone. Per di più, l’uccisione delle belve era stata una tradizionale occupazione di Ercole, un eroe popolare che dopo la morte era stato portato in cielo in riconoscimento delle sue poderose imprese. Commodo era visto dai filosofi cortigiani come la personificazione dei concetti fondamentali della monarchia illuminata e l’imperatore amava fortemente identificarsi con Ercole tanto è vero che lo storico Erodiano ci riporta che l’augusto “ordinò che lo si chiamasse non Commodo, figlio di Marco, ma Ercole, figlio di Giove. Dopo aver abbandonato la maniera di vestire romana ed imperiale, portava indosso una pelle di leone e brandiva la clava di Ercole […] molti dei suoi nomi e titoli in effetti facevano riferimento ad Ercole e lo definivano il più maschio degli uomini”. Le monete ci confermano anche questa notizia e vediamo che l’imperatore e l’eroe appaiono come figure intercambiabili e le legende celebrano HERCVLES ROMANVS AVGVSTVS, HERCVLES COMMODIANVS. L’Ercole Commodiano lo troviamo espresso nel seguente medaglione in bronzo (Gnecchi 53/21) con al Dritto: MCOMMODVSANTONINVSPIVSFELIXAVGBRIT ed il busto dell’imperatore rivolto a destra, con corona d’alloro e corazza. Al Rovescio: HERCCOMMODIANOPMTRPXVIIMPVIII in esergo: COSVIPP ed Ercole in piedi, rivolto a sinistra, che sacrifica su di un altare e tiene in mano una cornucopia. A sinistra un albero con appesa la pelle di leone ed appoggiata al tronco la clava. Troviamo tale tematica riportata in modo esemplare anche sul sesterzio (RIC 637) dove al Dritto troviamo: LAELAVRELCOMMAVGPFEL ed il ritratto dell’imperatore, rivolto a destra, con pelle di leone sulla testa. Al Rovescio: HER-CVL/ROM-ANO/AV-GV/SC e clava in mezzo ad una corona d’alloro. Ercole diviene quindi la personificazione sia dell’imperatore che dell’Urbe che a Commodo apparteneva anche in virtù del suo nuovo nome: Commodiana. Al rovescio del seguente sesterzio notiamo che Ercole personifica proprio l’Urbe nella persona di Commodo che a sua volta si identifica in Ercole. Il sesterzio (RIC 641) riporta al Dritto: LAELAVRELCOMMAVGPFEL ed il ritratto dell’imperatore rivolto a destra con corona d’alloro. Al Rovescio: PROVIDENTIAEAVG ed in esergo S C. Ercole è sulla destra, in piedi, mentre entra su una nave e porta in mano la clava e la pelle di leone. A sinistra c’è l’Africa che porge ad Ercole delle spighe di grano con una mano e con l’altra regge un sistro. Da Commodo in poi, gli imperatori romani utilizzeranno per sé stessi le definizioni di “vincitore” ed “invincibile” (victor, invictus) che implicano un paragone proprio con Ercole oltre che con Alessandro Magno. Commodo però, non vedeva solo sé stesso come Ercole, ma lo definiva anche suo camerata o collega (HERCVLI COMITI) come possiamo osservare nel seguente aureo (RIC 221) che riporta al Dritto: MCOMMANTPFELAVGBRITPP ed il ritratto dell’imperatore corazzato e drappeggiato a destra, con corona d’alloro. Al Rovescio: HERCCOMPMTRPXVICOSVI ed Ercole in piedi rivolto a sinistra mentre sacrifica su di un altare mentre tiene in mano una cornucopia. Ad un albero è appesa la pelle di leone ed appoggiata la clava.1 punto
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