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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/14/11 in tutte le aree

  1. Credo comunque che questa moneta possa dare di più. Prova a tenerla per qualche giorno in acqua distillata cambiando l'acqua ogni 24 ore e a spazzolarla delicatamente con uno spazzolino da denti. Credo che qualche incrostazione possa andare via. Non attuare interventi più energici di questo. Attendi comunque altri pareri. :)
    2 punti
  2. Salve. Con questo primo post vorrei inaugurarne una modesta serie tesi ad esplicare nel modo più semplice, chiaro e diretto possibile le nozioni di grammatica etrusca che sono conosciute. Prima di iniziare ci tengo a ringraziare vivamente tutti coloro che hanno reso possibile la creazione di questa iniziativa, in particolar modo i Curatori della sezione "Monete Imperiali Romane", tra cui Minerva, che si sono impegnati per lo scopo. Un grazie anche al Curatore di questa sezione che gentilmente ha potuto ospitare il presente progetto. Le nozioni saranno divise in "incontri", ognuno dei quali si occuperà di un aspetto ben preciso della disciplina. Primo Incontro. Come primo argomento sarà necessario effettuare una piccola introduzione riguardante la storia degli studi della lingua etrusca che si sono susseguiti nel corso della storia. Durante il XV secolo, in pieno Umanesimo, si possono inquadrare i primi tentativi di lettura delle iscrizioni etrusche che venivano rinvenute. Ci fu, quindi, una vera e propria riscoperta di questo popolo preromano e, in particolar modo, della sua lingua, fino ad allora per lo più sconosciuta e considerata d'importanza marginale. Il primo che si occupò della scienza etruscologica fu il monaco Annio da Viterbo che raccolse i suoi studi su iscrizioni etrusche conservate nella sua città in un libro edito a Roma nel 1498. Annio lesse correttamente alcune lettere, effettuando una traduzione corretta solo parzialmente, anche a causa della sua fantasiosa interpretazione che diede al mondo degli Etruschi, derivante da una propria lettura dei testi classici. La decifrazione delle lettere fu del tutto graduale e limitata alle corrispondenze più evidenti con l'alfabeto latino e greco. Il primo abbozzo di un manuale di epigrafia etrusca fu tentato da Filippo Buonarroti, inserito nella sezione de Etruscorum alphabeto a commento dell'opera De Etruria regali di Thomas Dempster stampato nel 1726. In questo inserto, il Buonarroti trattò l'argomento separando i problemi inerenti all'interpretazione dei segni dell'alfabeto, dell'interpunzione, dei numerali e del verso della scrittura. La prima pietra era stata posta: gli studi del Buonarroti trovarono un compimento e confluirono nella famosa opera di Luigi Lanzi, Saggio di lingua etrusca e di altre antiche d'Italia per servire alla storia de' popoli, delle lingue e delle belle arti, datata 1789. Con questo fondamentale scritto si giunse al culmine dell'erudizione settecentesca sull'argomento e alla completa decifrazione di tutti i segni dell'alfabeto etrusco. Ma le ricerche non si sono concluse: continuate nel corso dell'ottocento, sono ancora in corso e, grazie al recentissimo ritrovamento da me segnalato in questa sezione (vedi ), gli etruscologi, gli epigrafisti e i linguisti che si occupano di questo ambito hanno ancora modo di analizzare nuovi termini fino ad ora a noi sconosciuti e, di seguito, stabilirne la natura ed il significato.
    1 punto
  3. :huh: anch'io ho pensato all'aquila imperiale di Napoleone....ma oltre alla foto (che non posso nemmeno copiare) non si riesce ad avere l'accesso- :( luciano
    1 punto
  4. Quoto pienamente. Qua per alcune monete ci sveniamo piuttosto che guadagnare :D
    1 punto
  5. Se pensi a guadagnare, allora penso che tu abbia sbagliato strada, settore e anche forum, visto che riunisce appassionati e collezionisti, non venditori. I settori sono diversi, ma quello delle circolate non offre guadagni a dir la verità. Non ci sono guadagni a lungo termine e per guadagnare bisogna "sapersi muovere", il che comporta conoscenza. Certo, dovresti porre la domanda ad un commerciante, forse.
    1 punto
  6. La vallata del Vipacco è la porta dell'Italia venendo da Est. Il fiume Vipacco (l'antico fiume Frigido) è un affluente dell'Isonzo. Qui si è combattuta la Battaglia del Fiume Frigido tra gli eserciti di Teodosio ed Eugenio (che inalberava gli ultimi vessilli pagani). Da qui sono passati Visigoti, Ostrogoti, Unni per entrare in Friuli ed in Italia; qui nel VII secolo è iniziata la graduale penetrazione slava del territorio (affermatasi poi nell'identità storico-linguistica slovena); da qui sono passati Ungari e Turchi per le loro incursioni nel Norditalia. Vi segnalo: GOTI NELL'ARCO ALPINO ORIENTALE. Società Friulana di Archeologia. Archeologia di Frontiera 5 - 2006. www.scribd.com/doc/63348526/Goti-nell-arco-alpino-orientale
    1 punto
  7. Secondo Maurizio Sannibale (La raccolta Giacinto Guglielmi, Volume 2) la figura dei Sileni sarebbe stata inventata dagli artisti ateniesi agli inizi del VI secolo, recependo l'immagine del Dio egizio Bes in un momento privilegiato per gli scambi tra le culture greca ed egizia che portò a interessanti fenomeni sincretistici. Bes Sileno di Cartagine; Bes su scarabeo da Tharros; Bes di Tharros; bes da Cipro VIII sec.; Bes-Sileno su hektè V secolo di Focea. (continua)...
    1 punto
  8. Sull'affinità Bes-Silenos … Secondo M.Caccamo Caltabiano (articolo già citato da Acraf, "WHY IS THERE THE HEAD OF A SILENUS ON THE AITNA TETRADRACHM?"– NOMISMATIKH) la connessione tra scarabeo e Sileno di Aitna potrebbe aver avuto origine dal sincretismo tra Sileno e il dio egizio Bes che la studiosa attesta fosse noto ai greci fin dall'VIII secolo attraverso amuleti e scarabei. La studiosa sottolinea inoltre la similarità iconica tra le maschere di Sileno e di Bes in ambiente Cipriota come anche in Sicilia, ad esempio a Naxos. Il nome Bes si trova nelle iniziazioni misteriche e deriva dal copto Bes, in greco βήσας e significa" "introdurre","far entrare".... L'etimologia di Silenos è invece più oscura, anche se taluni lo fanno derivare dal verbo greco silaìnein, silainein giocare con impudenza…
    1 punto
  9. Riflettendo sulla figura di Sileno… Nel periodo 500-475 a.C. si assiste ad una maggiore capacità ricettiva dei mercati siciliani per i vasi attici a figure rosse realizzati dai più prestigiosi pittori che utilizzavano questa nuova tecnica. Oltre al Pittore di Harrow del cratere di Sabucina (vedi post precedente), ricordiamo il Pittore Onesimos, ben attestato lungo la rotta di approvvigionamento ionico-tirrenica, del quale riporto questo spettacolare Sileno incoronato d'edera. Prima di procedere, una curiosità (già riportata dialogando con Numa numa in Obolichepassione) riguarda le figure di Sileno e dei Satiri. Pare infatti che nel VI secolo non si operasse una distinzione tra Sileni considerati collettivamente e Satiri… (Vedi F.Brommer, Satyroi, Wurzburg 1937; Carpenter, Dionysian Imagery in Archaic Greek Art, 1986) per cui la differenza tra satiri e sileni non è facilmente determinabile, ed anche in letteratura i due tipi sono spesso confusi... Come nell'immagine dello scarabeo di Aitna anche in quella di Silenos risulta implicita un'allusione alla rinascita, rigenerazione…. (continua)
    1 punto
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