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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/13/11 in tutte le aree
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Come ho già accennato in altre discussioni, il prof. Christof Boehringer, docente di Numismatica presso l’Università di Göttingen, una delle più prestigiose in Germania (dove hanno lavorato ben 45 premi Nobel). Egli è figlio del famoso archeologo e numismatico Erich Boehringer (1897-1971), che fu uno dei protagonisti degli scavi archeologici a Pergamum e scrisse il fondamentale catalogo dei tetradrammi di Siracusa, Die Münzen von Syrakus (Berlin, 1929). Il fratello del padre, Robert, fu proprietario e capo della nota azienda chimica di famiglia, la Boehringer-Ingelheim, e fu anche apprezzato poeta. Christof è una persona di una certa età, ma ancora molto dinamica e da molti anni si sta occupando del Corpus sulle monete di Katana e anche sulla revisione del Corpus delle monete siracusane del padre. Quindi al momento egli è uno dei massimi esperti delle monete classiche siceliote, specie dei decadrammi e tetradrammi e possiede le migliori conoscenze sulla zecca di Katana. Purtroppo ha l’abitudine di scrivere in un tedesco non molto comprensible anche a chi possiede una buona conoscenza di quella lingua. Egli ha il vezzo di creare nuove parole composte da vari termini e bisogna anche avere una grande conoscenza dei termini numismatici. Quindi è molto difficile conoscere a fondo il suo pensiero. Per ironia della sorte egli capisce e scrive anche in decente italiano e io ho l’onore di mantenere con lui una cordiale corrispondenza usando la lingua italiana. Tuttavia egli non si sente sufficientemente sicuro della nostra lingua per scrivere approfonditi articoli numismatici in italiano. Nell’ambito di suoi studi sulle monete catanesi, ha scritto diversi articoli, fin dagli anni ’70 e uno di essi ha costituito l’ossatura per la nostra discussione sui frazionali di Katana: cfr: Nel 2008, per la Schweizerische Numismatische Rudschau (Rivista Svizzera di Numismatica) il prof. Boehringer ha scritto un articolo intitolato: Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr. (p. 5-18 e 2 tavole), che considero fondamentale per avere migliori conoscenze sulle emissioni catanesi coniate nell’ultimo decennio del V secolo a.C., che vide anche la nascita di autentici capolavori artistici. Ho molto faticato a cercare qualcuno disposto a tradurre per me questo articolo e alla fine ho potuto contare sulla generosa disponibilità di una gentile Signora, consorte di un noto numismatico e che è ricercatrice di letteratura tedesca, che ha accettato di lavorare grazie a una pausa lavorativa legata alla sua maternità. Ha fatto una traduzione molto letterale e abbiamo discusso su alcuni termini veramente ostici per chi è digiuno del “gergo” numismatico. Mi è sembrato più corretto non tenere solo per me questa traduzione, ma di renderla fruibile a tutti, integrandola con le immagini tratte dal suddetto lavoro. Non ho riportato le note, se non in alcuni casi, che non sono state tradotte ma facilmente comprensibili sul testo originario, essendo soprattutto riferimenti bibliografici. Quell’articolo comprendeva poi anche una disamina sui Kampani di Entella, ma al momento mi limiterò a postare il discorso del Boehringer sulle monete catanesi. Mi sembra una grande opportunità per avere una migliore conoscenza dell’argomento, non ancora del tutto “sviscerato”. E’ anche un’occasione per conoscere il modo di ragionare di questo esimio studioso, per la verità spesso criticato dai colleghi italiani… (ci fu uno scontro con la Tusa Cutroni a proposito delle ultime emissioni di Himera, ma su questo argomento tornerò una prossima volta). (continua)2 punti
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LA MONETAZIONE DEI SERDAIOI Desidero porre a conoscenza di un importante e recente articolo, dedicato alla monetazione dei misteriosi Serdaioi: Louis Brousseau, Le monnayage des Serdaioi revisité. Revue Numismatique, vol. 166 (2010), p. 257-285. L’autore è un giovane ricercatore numismatico presso la prestigiosa Università della Sorbonne di Parigi ed ha focalizzato la sua attenzione soprattutto sulla monetazione di Poseidonia (e di zecche lucane in generale). Ha infatti scritto una tesi su Poseidonia dal 600 al 273 a.C. Nell’ambito delle sue ricerche ha completato un ottimo studio anche sulle monete a nome dei Serdaioi, che è possibile scaricare dal seguente sito: http://independent.academia.edu/LouisBrousseau/Papers/448332/Le_monnayage_des_Serdaioi_revisite L’articolo è in francese e dovrebbe essere comprensibile ai più e noto l’intelligente disponibilità sia dell’autore sia della rivista a renderlo fruibile su internet. Colgo l’occasione per riprendere, riassumere e aggiornare con diverso ordine e ulteriori notizie le parti più significative di questo articolo, anche per una migliore comprensione da parte di chi può avere difficoltà a capire il francese. Per maggiori dettagli e per la bibliografia rimando al suddetto articolo. Inizio subito con il catalogo completo, che ho aggiornato. Le monete a nome dei Serdaioi sono strutturate sui seguenti nominali, tutti basati sul piede acheo-corinzio (cfr. anche, con alcuni aggiustamenti: ): 1) STATERE, del peso teorico di 8,10 g (3 esemplari noti) 2) DRAMMA, del peso teorico di 2,70 g (1 pezzo noto) 3) TRIOBOLO o EMIDRAMMA, del peso teorico di 1,35 g (6 pezzi noti) 4) OBOLO (= 1/6 di dramma), del peso teorico di 0,45 g (2 pezzi noti) 5) EMIOBOLO (= 1/12 di dramma), del peso teorico di 0,225 g (4 pezzi noti). La caratteristica di tale sistema, rispetto al classico piede ponderale attico, è che lo statere è diviso in 3 dramme, anziché in due (da cui l’identificazione dello statere attico con il didramma). 1) STATERE Si conoscono in tutto 3 esemplari, di cui uno frammentato, del diametro di circa 24 mm e provenienti da una sola coppia di conii. D/= Dionisio nudo e barbuto stante a sinistra, tiene con la s. un lungo ramo di vite e con la d. una coppa (cantharus); davanti, in basso, MEP. R/= Ramo di vite con tre foglie e grappolo d’uva. H.N. 1717 1/1 = Parigi, Bibliothéque Nationale, coll. De Luynes 1138 peso: 7,95 g orientamento conii: 1 h 1/2 = Londra, British Museum, BMC 1 (ex coll. Wagan) peso: 7,91 g orientamento conii: 12 h 1/3 = Münzhandlung Ritter, listino PF n. 84, Luglio 2009, lotto n. 277 (€ 790) peso: 3,30 (frammento). Bisogna subito avvisare che la lettera M non corrisponde alla greca “mi” bensì all’arcaica “san”, usata ampiamente dagli achei e che verrà poi sostituita in periodo classico dalla “sigma” Σ, che si presenta coricato rispetto alla “san”, per cui l’etnico deve essere letto come SER(daioi). L’esemplare 1/1 di Parigi era il primo ad essere noto ed ha una lunga storia, in parte ricostruita. Probabilmente è lo stesso di quello descritto da Rasche nel 1788 (con un disegno fatto da Torremuzza) e ripreso da Eckhel nel 1792. Successivamente il Sestini, nel 1805, afferma che lo statere (da lui attribuito alla zecca Meroe di Licia) apparteneva alla collezione del barone siciliano D’Astuto (di Noto) e che era stato trovato in Sicilia. In realtà non esistono prove che sia stato realmente trovato nell’isola e, per inciso, la collezione di monete siciliane del barone D’Astuto fu venduta nel 1817 al principe di Baviera per essere donata al Museo di Monaco, ma senza lo statere di Serdaioi. Lo stesso De Luynes scrisse che il suo pezzo fu acquistato nel 1853 a Napoli da un piccolo orefice calabrese. A causa della sua supposta origine siciliana, il De Luynes ha creduto che la zecca fosse in Sicilia, a Sergetion o Ergetion (anche se tale località è nota solo in una fonte di età imperiale, Stefano Bizantino, Tolomeo III, 4, 13). Invece Sambon, nel 1870, l’attribuiva alla zecca Merusion, sempre in Sicilia. La collezione del duca De Luynes entrò a far parte del medagliere pubblico di Parigi nel 3 marzo 1863. Invece l’esemplare 1/2 di Londra ha una provenienza nota e molto importante. Esso faceva parte dell’eccezionale ripostiglio di “Calabria 1863” (IGCH 1887), poi disperso e che comprendeva anche 15 stateri di Tarentum (con dio su delfino/ippocampo), 1 statere incuso di Laos, 14 stateri incusi di Metapontum, 14 stateri di Poseidonia (Poseidone/Toro), 52 stateri di Caulonia (12 incusi), 66 stateri di Crotone (62 incusi). Tale ripostiglio, trovato nel 1863 più esattamente a Roggiano Gravina, fu sotterrato intorno al 470 a.C., che quindi costituisce una datazione ante quem. Questo esemplare fu acquistato da Edward Wigan poco dopo il ritrovamento e passò al British Museum nel 1873. L’esemplare 1/3, recentemente venduto, è in realtà un frammento (circa 1/3) di statere e non si conosce (ovviamente) la sua provenienza. E’ difficile stabilire se la frammentazione sia stata intenzionale, forse per ricavare una dramma, o era semplicemente una moneta rotta. (continua)1 punto
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Ciao peter, stai facendo un ottimo lavoro, credo tu ne sia cosciente indipendentemente da ciò che ti possono dire gli altri. Capisco che apprezzeresti ancor di più un supporto che non sia esclusivamente "morale"... ma immagino che quei quattro gatti che potrebbero chi più chi meno, nell'ambito delle proprie conoscenze, darti una mano in questo tipo di ricerche siano impegnati magari in altri studi od interessi numismatici al momento non coincidenti con i tuoi; magari fra qualche tempo qualcuno riprenderà i tuoi appunti e li integrerà. Certamente da parte mia un sentito GRAZIE con la speranza di poter contribuire in un prossimo futuro anche con un mio piccolo contributo personale :)1 punto
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Complimenti carissimo Acraf per questa ulteriore intrigantissima discussione!! Katane è tra le mie zecche preferite ..., per cui mi auguro di poter presto intervenire a commento dei molti spunti di riflessione da te aperti... Per ora, il mio "GRAZIE" si concretizza con un bel pollice recto :P !!!!! Valeria1 punto
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Complimenti hai trovato un minuto di Antoniotto Adorno sopre il castello c'è la leggenda IANVA. Ma per curiosità come e dove li trovi?1 punto
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Su cosa vertono i tuoi dubbi? Non ho capito bene.. Se sono sul prezzo d'acquisto ci puoi fare poco. Difficilmente i vari siti internet differiscono di molto. Qualche decina di euro (se ti va bene) a pezzo, ma abbastanza trascurabile. Se i tuoi dubbi vertono sulla solvibilità io ti posso dire che ho acquistato su Numismatica Terziani e su Gold Direct e mi sono sempre trovato bene senza problemi. Comunque credo che a quelle cifre, invece delle monete, ti conviene acquistare un lingotto. Mi permetto di dissentire sull'acquisto del lingotto, a parte che con 10.000 si acquistano circa 230 gr d'oro, ( problemi pezzatura) è sicuramente meglio acquistare monete bullion, o comunque monete al valore di fino contenuto, perchè rispetto i lingotti hanno più mercato, sono più frazionate.... ed esteticamente non sono dei mattoncini. saluti TIBERIVS1 punto
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Ciao Caio Ottavio. Si avevo letto il tuo post ma ritengo che le tue motivazioni non siano risolutorie per la questione, che rimane comunque insoluta e si presta a piu' scuole di pensiero. La mia comunque e' solo un' opinione, mi sembra pero' che i piu' recenti studi vadano in questa direzione (M.Kreuzer 2004, K. Butcher, Coinage in Roman Syria,2004, avallano appunto la tesi di Caesar Augustus). Piu' in particolare: 1) La corona di alloro e' simbolo del trionfo ma di un trionfo generico. Non e' quindi direttamente collegabile alla battaglia di Azio se non per una doppia associazione di idee. Diverso il caso della corona navalis. 2) Le monete di bronzo sono quelle che piu' circolavano tra le classi povere, un acronimo che significasse Certamen Actium chi l'avrebbe compreso nella Siria del 30 AC? Oltretutto credo che pochissimi parlassero latino in quelle province in quel periodo. Non ci trovo poi niente di male a riprendere in modo ridondante lo stesso concetto su dritto e rovescio, era appunto una monetazione di propaganda e celebrazione indirizzata a popolazioni che dovevano essere istruite su chi fosse il loro nuovo dominatore. Considerato l'ambito, il periodo e lo scopo di questi bronzi continuo quindi a considerare la lettura Caesar Augustus la piu' probabile.1 punto
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MONETA DI BRONZO SICILIANA CON ΣΑΡΔΩ Per completezza di trattazione sui Serdaioi, bisogna aggiungere alcune parole su una particolare emissione di bronzo coniata in Sicilia e sulla quale si sono occupati Polosa e Tusa Cutroni, quest’ultima scaricabile con: http://download.sns.it/labarcheo/elima2003/Cutroni_Tusa_02.pdf Essa è attribuita a Tauromenion, Calciati III, p. 213, n. 10-11, risalente all’epoca timoleontea (345-336 a.C. per il Gabrici e Calciati) oppure a dopo il 315 a.C. (secondo Minì). D/: Testa di Hera (?) a sinistra, con stephane e lunghi capelli; davanti, ΣΑΡΔΩ in direzione retrograda (spesso mancante); c.p. R/: Grappolo d’uva, con tralcio e vite; a sinistra, TAYPOME e a destra, NITAN (spesso mancante); c.l. Sono reperibili in letteratura una trentina di esemplari, con peso tra 5,64 e 1,72 g, con media di 3,77 g. E’ incerto se tale emissione possa essere suddivisa in una unità (Calc. 10) e in una mezza unità (Calc. 11) o se quest’ultima è semplicemente una variante di modulo più stretto e di peso calante. Ovviamente l’interesse è dato dalla presenza della scritta ΣΑΡΔΩ che però in realtà è visibile solo in pochissimi esemplari, come ad esempio in BMC 12. Sembra che quando c’è questa scritta, manchi l’etnico di Tauromenion e viceversa (ad esempio nell’esemplare NAC sopra postato c’è l’etnico al rovescio, anche se di difficile lettura, mentre manca la scritta davanti Hera). In ogni caso è una emissione che merita di essere studiata in maniera approfondita. Londra, BMC 12 g. 4,17 La Tusa Cutroni ha messo in evidenza che i bronzi con ΣΑΡΔΩ (come il pezzo BMC 12) non vanno confusi con quelli che recano TAYPOMENITAN (come il pezzo NAC) e che i primi sono stati rinvenuti quasi esclusivamente nella zona occidentale dell’isola, verso il territorio di Palermo. E’ noto un unico ritrovamento attestato, in contrada Mascalà (presso Carini, PA). Altri due pezzi sono stati rinvenuti a Roma durante lavori di sistemazione dell’alveo del Tevere e di costruzione degli argini del lungotevere. A questi esemplari in bronzo si dovrebbe aggiungere un pezzo unico in argento, che si troverebbe a Berlino in quanto apparteneva alla famosa collezione Imhof Blumer, il quale l’aveva acquistato da Fischer a Palermo. Esso era definito diobolo, ma pesa 0,80 g e quindi dovrebbe essere una litra. Di questo pezzo non si hanno ancora notizie. Cercherò di informarmi a Berlino. I tipi sarebbero gli stessi del bronzo, ma con la testa femminile volta a destra anziché a sinistra. Litra (?) in AR di ex coll. Imhoof-Blumer, g. 0.80. Quindi esisterebbe una emissione curata da mercenari Sardi in Sicilia. Resta dubbia la possibilità che essa sia stata curata a Taormina, nonostante le strette affinità con una sua emissione munita dell’etnico. D’altra parte fonti attestano che mercenari Sardi furono arruolati in Sicilia, nel 480 a-C. da Terillo e Anassilao (Erodoto VII, 165) e ancora nel 395 a.C. (Diodoro XIV, 95). Non c’è certezza che la leggenda sia ΣΑΡΔΩ (come riportato da Polosa) oppure ΣΑΡΔΩΙ (come in BMC). Se è la prima scritta, essa rimanderebbe alla Sardegna, come, secondo tradizione, moglie di Tirreno, emigrata dalla Lidia all’isola alla quale diede il nome. Resta da spiegare il grappolo d’uva, che stranamente riconduce anche alla tipologia già adottata dai Serdaioi. Il Piras (Le monete antiche della Sardegna, Sassari 1996, p. 288) sostiene di avere rintracciato anche altri 7 esemplari della stessa serie in bronzo, appartenenti a una collezione privata, di provenienza sarda. Se è vera questa affermazione, esisterebbero due aree di circolazione, una in Sicilia occidentale e una in Sardegna. Questa eventualità non dovrebbe sorprendere visti gli stretti rapporti fra le due isole, mediati dalla presenza cartaginese (anche molte emissioni puniche di bronzo circolarono sia in Sardegna sia in Sicilia). In ogni caso, la presenza di una litra d'argento, se vera, attesterebbe una emissione di origine siciliana. Spero di avere qualche conferma da forumisti sardi…..1 punto
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Diademato (tipo E): ne allego vari esemplari... - diadema piatto (E1) - diadema a rosette (E2) - diadema con perle (E3) - diademato in vari modi, sguardo verso il cielo (E4, 5, 6) - busti corazzati con vari tipi di diademi (E 7, 8, 9). Quello sotto è il diademato a perle di Constantius II. - diademi femminili (E 10, 11) Velato (tipo F)1 punto
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