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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/11/11 in tutte le aree
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Un centenario Illinois mezzo dollaro del 1918, uno dei 100.058 colpito dagli Stati Uniti presso la zecca di Philadelphia. (Dispari 58 furono coniate per scopi di test). Come è avvenuto con altri dollari americani di mezza commemorative del tempo, queste monete furono coniate per lo stesso standard delle monete di emissione regolare, e come molti altri commems "classico" americana, metà Illinois ha fatto qualche tempo in circolazione. (Archivio di Illinois metà si dicono che sono stati trovati in una banca un gruzzolo di circa 30.000 durante la grande depressione, con un ignoto—ma considerevole—quantità di loro oggetto di dumping in circolazione al valore nominale.) Questa moneta può hanno circolato, o sue superfici possono sono state indossate dal tempo trascorso come souvenir in tasca di qualcuno. Il soggetto è una popolare, dopo tutto. "Illinois Centennial" può essere il nome formale della moneta, ma molte persone in realtà vedono questo come un commemorativo di Lincoln. Il ritratto è di Lincoln ben rasato, anche se è forse meglio conosciuto con la barba. Una bambina di nome Grace Bedell (lei era 11) inviò una lettera di Lincoln nell'ottobre 1860—appena prima delle elezioni presidenziale in novembre—suggerendo che egli crescere la barba. La tristezza in ritratto della moneta di Lincoln è palpabile, e (anche se aveva una barba di nuova al momento) il ritratto sembra istantaneamente per evocare il discorso di addio di Lincoln, parlato a Springfield, Illinois, nel febbraio 1861 come partì per la casa bianca e la Presidenza di un paese che era spezzarsi.... "Miei amici—nessuno, non nella mia situazione, può apprezzare la mia sensazione di tristezza a questa separazione. A questo posto e la gentilezza di queste persone, devo ogni cosa. Qui ho vissuto un quarto di secolo e sono passati da un giovane di un uomo anziano. Qui sono nati i miei figli, e uno è sepolto. Ora lascio, non sapendo quando, o se mai, io posso ritorno, con un compito davanti a me maggiore di quella che poggiava su Washington. Senza l'assistenza di essere divino che mai ha partecipato a lui, non posso riuscire. Con tale assistenza non posso esimermi. Confidando in lui...Io vi dico addio un affettuoso." Due mesi più tardi l'Stati Uniti d’America era in guerra con se stessa. Ma Abraham Lincoln ebbe successo nel mantenere l'Unione insieme, e pace finalmente arrivati quattro terribili anni più tardi, nell'aprile del 1865. Treno funebre di Mr. Lincoln iniziato poco dopo casa da Washington e arrivò a Springfield all'inizio di maggio 1865. Abraham Lincoln è stato portato alla sua tomba e sepolti. La folla partì il cimitero e come la quiete si stabilì a tra i fiori di primavera e lapidi di marmo del cimitero, era vero—proprio come Edwin Stanton aveva detto al capezzale di Lincoln: "Ora egli appartiene al Evo." Grace Bedell (la ragazza che aveva scritto a Lincoln sulla crescita di una barba) visse fino al novembre 1936. Mi chiedo talvolta se lei mai posseduto uno di questi 1918 dollari mezza commemorativo. :) v. ----------------------------------------------------- An Illinois Centennial half dollar of 1918, one of the 100,058 struck by the U.S. at the Philadelphia mint. (The odd 58 were struck for assay purposes.) As was the case with other American commemorative half dollars of the time, these coins were struck to the same standard as the regular issue coins, and like many other American “classic” commems, Illinois halves did some time in circulation. (A hoard of about 30,000 Illinois halves are said to have been found in a bank vault during the Great Depression, with an unknown—but considerable—quantity of them being dumped into circulation at face value.) This coin may have circulated, or its surfaces may have been worn down by time spent as a souvenir in someone’s pocket. The subject is a popular one, after all. “Illinois Centennial” may be the coin’s formal name, but many folks actually see this as a Lincoln commemorative. The portrait is of the clean-shaven Lincoln, although he is perhaps better known with his beard. A little girl named Grace Bedell (she was 11) sent Lincoln a letter in October 1860—just before the presidential election in November—suggesting that he grow a beard. The sadness in the coin’s portrait of Lincoln is palpable, and (although he had a new beard at the time) the portrait seems instantly to evoke Lincoln’s Farewell Address, spoken in Springfield, Illinois, in February 1861 as he departed for the White House and the presidency of a country that was breaking apart.... “My friends—no one, not in my situation, can appreciate my feeling of sadness at this parting. To this place, and the kindness of these people, I owe every thing. Here I have lived a quarter of a century, and have passed from a young to an old man. Here my children have been born, and one is buried. I now leave, not knowing when, or whether ever, I may return, with a task before me greater than that which rested upon Washington. Without the assistance of the Divine Being who ever attended him, I cannot succeed. With that assistance I cannot fail. Trusting in Him...I bid you an affectionate farewell.” Two months later the United States of America was at war with itself. But Abraham Lincoln did succeed in keeping the Union together, and peace finally arrived four terrible years later, in April 1865. Mr. Lincoln’s funeral train started home from Washington soon thereafter, and arrived in Springfield early in May, 1865. Abraham Lincoln was carried to his grave and laid to rest. The crowd departed the cemetery, and as the quiet settled in among the springtime flowers and the graveyard’s marble headstones, it was true—just as Edwin Stanton had said at Lincoln’s deathbed: “Now he belongs to the ages.” Grace Bedell (the girl who had written to Lincoln about growing a beard) lived until November 1936. I wonder sometimes if she ever owned one of these 1918 commemorative half dollars. :) v.2 punti
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Ci scambiammo commenti sul forum, un giorno lui mi dice mi piacerebbe incontrarti di persona, dipende di dove sei rispondo, l'Italia è grande....., lavoravamo a 200 metri l'uno dall'altro....., ci incontrammo al bar di entrambi....., storie da forum. Non solo le monete parlano, anche i vecchi libri numismatici raccontano, sfogliare quei fogli un pò ingialliti, raggrinziti.....che bello ! Spesso trovi in prima pagina una dedica del tempo, a volte trovi foglietti o annotazioni del vecchio proprietario dal sapore storico.....cari vecchi libri, segni indelebili di un tempo che non c'è più. Ho diversi amici numismatici del forum, ho anche un carissimo amico di 14 anni, pardon 15, ma anche altri, tutti giovani, capaci, con tanta passione per la numismatica ; sono molto orgoglioso e fiero di questo, anche questo è il forum,...... anche questo è un segno di speranza per il futuro. Veniva ogni domenica mattina, non mancava mai, poteva piovere, poteva nevicare, ma lui c'era, c'era sempre, montava il suo banchetto, disponeva i suoi vassoi, le sue monete, i gesti erano sempre uguali, ripetivi e poi era lì pronto come sempre per i suoi amici, così li chiamava ; un giorno non venne, si capì subito che era successo qualcosa......, il posto è rimasto vuoto,...... anche un posto è un segno della memoria. Io scrivo, lui ribatte, lui scrive e io ribatto, è spesso un ping-pong, un piacevole ping-pong, quando arriva un intervento nella discussione ci scopriamo a leggerlo insieme, ci saremo visti quattro, cinque volte ma ci conosciamo più di quanto si possa immaginare, anche questo è il forum ; la fortuna di certe discussioni ormai storiche nasce anche da questi piccoli particolari....., fondamentali particolari. Nessuno la voleva, era onestamente brutta, era forata, difficile che qualcuno si accorgesse di lei, ma anche lei aveva il suo messaggio da dare, i suoi segni e le leggende da interpretare, la presi lo stesso, la misi assieme alle altre in un vassoio, anche lei brutta moneta medievale aveva la sua storia, la sua dignità......messa insieme alle altre più belle per la prima volta sembrò sorridere.....aveva ripreso a vivere anche lei. Capisco che sia difficile sopportarmi, ma d'altronde sono fatto così, bisogna prendermi come sono..... Un caro saluto a tutti,2 punti
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LA LEGGENDA DI BACCO E ARIANNA Bacco, o Libero, nella mitologia romana corrisponde al dio greco Dioniso, il suo nome latino deriva da Bakkhos (Βάκχος) l’appellativo che assumeva durante il delirio mistico. Il suo aspetto era quello di un giovane bellissimo, con il capo riccioluto e incoronato da pampini e da viticci, spesso raffigurato con in mano una coppa. Il Bacco di Michelangelo Il suo simbolo era, oltre al viticcio e all'edera rampicante, un tirso (un bastone nodoso sormontato da un viluppo d'edera), accanto a lui viene spesso raffigurata una pantera, che per i romani del periodo imperiale, probabilmente, rappresentava il suo Genio. Le tipologie imperiali dedicate a Bacco non sono affatto numerose, e gli imperatori che lo adottarono nella loro iconografia monetale sono solo sette: Adriano, Antonino Pio, Settimio Severo, Geta, Caracalla, Gallieno e Claudio Gotico. Adriano e Bacco con la sua pantera RIC II 485, Cistoforo (10,79g), zecca non attribuita, coniato dopo il 129 d.C. Dritto: HADRIANVS AVGVSTVS PP, testa nuda a destra. Verso: COS III, Bacco in piedi rivolto a sinistra, con oinochoe e tirso, pantera ai suoi piedi. Sulle monete di Gallieno, Bacco, con il nome di Libero, viene rappresentato solamente dalla sua pantera, una scelta che, in un periodo nel quale il culto del Genio era molto diffuso, a mio vedere, supporta l’ipotesi che fosse considerata il Genio protettore del dio. Gallieno e la pantera di Libero RIC Va 230, antoniniano, zecca di Roma seconda officina, 267-268 d.C. Dritto: GALLIENVS AVG, testa radiata rivolta a destra. Verso: LIBERO P CONS AVG, pantera rivolta a sinistra. Esergo: B Esiste una moneta analoga per Claudio Gotico, di cui però è difficile reperire immagini: RIC Va 64, antoniniano, zecca di Roma. Dritto: IMP CLAVDIVS AVG, busto radiato a destra Verso: LIBERO CONS AVG, pantera rivolta a sinistra Il mito La leggenda di Dioniso è complessa, perché riassume non solo miti greci, ma anche dell’Asia Minore e dei paesi vicini. Secondo la tradizione è figlio di Zeus e di Semele, ed appartiene quindi alla seconda generazione degli dei olimpici, al pari di Apollo, Diana, Marte, ecc. Il mito della sua nascita, narra che Semele incinta di Zeus, chiese al dio di mostrarsi in tutta la sua potenza, ma fu colpita dai fulmini che lo circondavano, e cadde morta; Zeus prontamente estrasse dal suo ventre il bambino che era solo al sesto mese, e lo cucì all’interno della sua coscia, al termine della “gravidanza” lo fece uscire perfettamente vivo e formato. Gli dette il nome di Dioniso: il dio “nato due volte”. Diventato adulto scoprì la vite e il suo uso, ma Era, considerandolo un frutto (l'ennesimo...) dei tradimenti di Giove, lo fece impazzire, e nella sua pazzia Dioniso cominciò una vita errabonda, giunto in Frigia, fu accolto dalla dea Cibele, che lo fece rinsavire e lo iniziò ai riti del suo culto. Continuò nei suoi pellegrinaggi e raggiunse l’India, che conquistò con i suoi poteri divini e con il suo esercito; proprio a questa occasione risale l’origine del corteo trionfale che lo accompagna, rappresentato nei baccanali con il carro trainato da pantere e ornato di pampini e di edera, seguito da Sileno, Satiri e Menadi (le baccanti). I compagni di Bacco: Sileno ubriaco (Museo del Louvre), un Satiro (Musei Capitolini), e una Menade (Museo del Prado) Ritornato in Grecia, raggiunse la Beozia, paese d’origine della madre, dove introdusse i Baccanali, feste durante le quali l’intero popolo, ma soprattutto le donne, era invasato da un delirio mistico, e percorreva le campagne lanciando grida rituali. Quando volle recarsi a Nasso, chiese un passaggio ad alcuni pirati tirreni, questi accettarono, ma si diressero invece verso l’Asia Minore con l’intento di venderlo come schiavo. Accortosi dell’inganno, trasformò i remi in serpenti, riempì la nave d’edera e fece risuonare la musica di flauti invisibili, paralizzando la nave con ghirlande di vite, i pirati in preda al panico si gettarono in mare, dove vennero trasformati in delfini, ciò spiegherebbe perché i delfini siano amici degli esseri umani e si sforzino di salvarli nei naufragi: sono pirati pentiti. A questo punto la potenza di Dioniso fu riconosciuta da tutti, e il dio poté salire al cielo. Era il dio del vino, della vite e dell’ispirazione, ed era festeggiato con processioni tumultuose, nelle quali figuravano i Genii della terra e della fecondità. Per un verso era un dio gioviale, sorridente e simbolo del tripudio e della ricchezza della natura, dall'altro era legato a riti oscuri e talvolta selvaggi, frutto forse dei rapporti del culto del dio con territori barbarici e primitivi, nei quali ci si propiziava il favore della natura mediante sacrifici di animali. In epoca romana, e fino al secondo secolo a.C., i Misteri di Dioniso, con la loro licenziosità ed il loro carattere orgiastico, penetrarono in Italia, dove trovarono terreno fertile tra le popolazioni ancora poco civilizzate dell’Italia centrale e meridionale. A causa dei disordini che creavano, il Senato Romano dovette proibire la celebrazione dei Baccanali nel 186 a.C. con il Senatoconsulto de Bacchanalibus, ma le sette mistiche conservarono comunque la tradizione dionisiaca. In ogni caso, è presumibile che Cesare autorizzasse nuovamente le cerimonie in onore di Bacco, e il dio conservava ancora un posto importante nella religione di Roma imperiale, come testimoniato dalle monete. Settimio Severo, Ercole e Bacco RIC IVa 31, aureo, zecca di Roma, 194 d.C. Dritto: L SEPT SEV PERT AVG IMP III, testa laureata volta a destra Verso: DIS AVSPICIB TRP II, Ercole sulla sinistra, con pelle di leone e clava, sulla destra Bacco con tirso e oinochoe, pantera ai suoi piedi Esergo COS II PP Caracalla, Bacco ed Ercole, asse commemorativo dei Ludi Saeculares RIC IVa 421, asse, zecca di Roma, 204 d.C. Dritto: ANTONINVS PIVS AVG PONT TR P VII, busto laureato rivolto a destra. Verso: COS LVDOS SAECVLFEC, Bacco sulla sinistra con tirso coppa, ai suoi piedi una pantera, sulla destra Ercole con clava e pelle di leone L’incontro con Arianna Arianna era figlia di Minosse e Pasifae, quando Teseo giunse a Creta per combattere con il Minotauro, la ragazza se ne innamorò. L’eroe fu rinchiuso nel labirinto per ordine di Minosse, ma Arianna lo aiutò donandogli un gomitolo di filo che egli srotolò, ritrovando in tal modo la via d’uscita. A seguito dell’uccisione del Minotauro da parte di Teseo e della sua fuga dal labirinto, Minosse si infuriò, Arianna, per sfuggire alla sua ira, decise di fuggire con Teseo, il quale, come “ricompensa” per l’aiuto ricevuto, durante una sosta sull’isola di Nasso la abbandonò addormentata sulla riva. Ma non restò sola a lungo, sopraggiunse Dioniso, trasportato da un carro trainato da pantere e accompagnato dal suo rumoroso corteo, e vista la giovane abbandonata sulla riva se ne innamorò, ne fece quindi la sua sposa portandola sull’Olimpo. Come regalo di nozze le portò in dono un diadema d’oro, opera di Efesto, che in seguito divenne la costellazione della Corona Borealis. Bacco trova Arianna, in un dipinto di Luca Giordano, XVII secolo Il seguente medaglione di Antonino Pio, mostra una raffigurazione del mito di Bacco e Arianna, usato come metafora per il fidanzamento di Marco Aurelio e Faustina Minore, figlia di Antonino Pio, il loro matrimonio si celebrò nel 145 d.C. Antonino Pio, il fidanzamento di Bacco e Arianna Antonino pio, medaglione “di fidanzamento” in bronzo, 46,58g, non in RIC, zecca di Roma 139 d.C. Dritto: IMP T AEL CAES HADR ANTONINVS AVG PIVS, testa laureata volta a sinistra Verso: Arianna nuda con Bacco che regge un tirso, entrambi in piedi su un carro trainato da una pantera e guidato da un satiro con corna e zampe di capra. Esergo: PM TR POT / COS Questo splendido aureo di Geta proviene dal Karnak hoard (1901) e presenta uno dei più particolari rovesci della serie Romana Imperiale; è parte di un’emissione donativa che celebra il quindicesimo anniversario di Settimio Severo ed il decimo di Caracalla. Di questa moneta si conoscono solo quattro esemplari, tutti provenienti dalla stessa coppia di conii. Geta e il Trionfo di Bacco e Arianna RIC IVa 33, aureo, zecca di Roma, 207 d.c. Dritto: P SEPTIMIVS GETA CAES, busto a testa nuda di Geta con drappeggio e corazza, rivolto a sinistra. Verso: PONTIF: Bacco e Arianna seduti sulla sinistra, dietro di loro un'erma, pantera ai piedi di Bacco, sullo sfondo un Sileno, un Satiro, un suonatore di doppio flauto, e due menadi. Esergo: COS L’ultimo passaggio d’asta è del 10.01.2006, aggiudicato per 57.000 $. La scena di Bacco e Arianna è frequentemente rappresentata nella pittura romana, nelle incisioni e nella scultura, e fu scelta per questa emissione poiché Bacco era il Patrono di Geta. Il Trionfo di Bacco e Arianna in un affresco nella Villa dei Misteri, Pompei Il mito tornò alla ribalta nel Rinascimento, e divenne il tema di quadri e affreschi, Un affresco di Annibale Carracci, Palazzo Farnese. nonché di rappresentazioni e poesie, tra le quali, la più famosa è certamente il canto carnascialesco “Canzona di Bacco”, scritto in occasione del Carnevale del 1490, nel quale Lorenzo il Magnifico descrive il trionfo di un carro mascherato, quello di Bacco, accompagnato dal suo seguito: Arianna, ninfe e satiri. Il canto, pur con un velo di tristezza è pieno di ebbrezza festosa, e l’invito è: “carpe diem”. Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Quest'è Bacco e Arianna, belli, e l'un dell'altro ardenti: perché 'l tempo fugge e inganna, sempre insieme stan contenti. Queste ninfe ed altre genti sono allegre tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Questi lieti satiretti, delle ninfe innamorati, per caverne e per boschetti han lor posto cento agguati; or, da Bacco riscaldati, ballon, salton tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Queste ninfe anche hanno caro da lor essere ingannate: non può fare a Amor riparo se non gente rozze e ingrate: ora, insieme mescolate, suonon, canton tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Questa soma, che vien drieto sopra l'asino, è Sileno: così vecchio, è ebbro e lieto, se non può star ritto, almeno ride e gode tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Mida vien drieto a costoro: ciò che tocca, oro diventa. E che gioia aver tesoro, s'altri poi non si contenta? Che dolcezza vuoi che senta chi ha sete tuttavia? Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Ciascun apra ben gli orecchi, di doman nessun si paschi; oggi siàn, giovani e vecchi, lieti ognun, femmine e maschi; ogni tristo pensier caschi: facciam festa tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Donne e giovinetti amanti, viva Bacco e viva Amore! Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò c'ha esser, convien sia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.1 punto
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Infatti utilizzavano l'acetato di Piombo, bollendo il mosto di vino in contenitori di questo metallo. Il sale ottenuto ha un gusto dolce e, in mancanza di zucchero raffinato, era molto apprezzato. Piccolo problema: causava l'intossicazione da piombo che, a seconda della gravità, porta anche a gravi stati di confusione mentale e morte. Forse è la causa dell'alterazione della personalità di Caligola, che cominciò il suo regno governando bene e terminandolo tra le bizzarrie e le follie più strane. Usavano anche tagliarlo con acqua di mare. Ma il vino aveva una parte importante nella dieta del cittadino romano medio: apportava calorie che erano abbastanza scarse, basandosi la dieta normale su pane e zuppe/minestre. L'importante era "tagliarlo", perchè puro aveva un grosso tasso alcoolico. Da qui l'uso di allungarlo con altri liquidi. Ciao Illyricum :)1 punto
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potrebbe essere una coniazione "imitativa non ufficiale" e lì davanti la prua ci sarebbe un delfino.... Allego la pagina tratta dal catalogo "Die Münzen der Römischen Republik im Kestner-Museum" di Hannover, che cataloga questi semissi tra la monetazione di "imitazione non ufficiale".1 punto
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A parte le conseguenze che possono arrivare acquistando monete Romane da pulire, Ti posso garantire che di Buono non cè Nulla, quelli che le vendono regolarmente con ricevute o Fatture sono Esperti che Ti rifilano solo gli scarti....perchè quelle buone le vendono singole :P Ciao Massy1 punto
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Ciao, Jean e Prof. Piccola precisione: la lettera z sotto la croce del' rovescio è per la zecca di Grenoble. Cordiali saluti. Alain.1 punto
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Complimenti sinceri, Illyricum, per questa discussione così bella ed utile che rende chiari e ben organizzati degli argomenti complessi e di solito presentati in modo dispersivo. E' un lavoro davvero utilissimo oo) Enrico :)1 punto
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A/ + FRA[N///. FRA]NCOR. REX. Dauphin à gauche. R/ + S. NOM[// /]CTV. (différent). Croix plaine alésée ; lettre d'atelier sous le bras inférieur de la croix. Billon. 0,87 g. 14,5 mm. 1 h. Dy.931. Sb.4292. B+. Prix : 32,00 € Ajouter au panier1 punto
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Caro odjob, le striature che si evincono sui campi del dritto, sono il frutto di imperfezioni della pasta che componeva il tondello prima di essere coniato, tipiche del periodo del vicereame, dove all'interno delle officine monetarie, succedeva di tutto……. Le striature che vedete nei campi (talvolta, anche sull'effigie) non sono bulinature ma frutto di operazioni di spazzolatura effettuate dagli operatori della zecca direttamente sui conii. Dette operazioni venivano effettuate per rimuovere le imperfezioni e impurità superficiali prima o dopo la punzonatura dei caratteri e dell'effigie, ma poteva avvenire anche tra una battitura di un tondello e l'altro per asportare eventuali pezzetti di metallo attaccati al conio. Lo strumento utilizzato consisteva in una semplice spazzola metallica con setole dure (alcune simili vengono tutt'ora utilizzate dagli elettrauti per pulire le candele dei motori a scoppio), ecco perchè queste striature sono in rilievo ed hanno una patina coeva al resto del tondello. Si tratta di una pratica molto diffusa nelle zecche di tutto in mondo e per molti secoli, le monete napoletane di questo periodo non sono quindi le uniche a presentare questi difetti superficiali. Riassumendo parte del concetto: se le striature riguardano solo i campi vorrà dire che la spazzolatura è stata all'epoca effettuata dal maestro dei conii prima della punzonatura dell'effigie; se queste sono presenti anche sull'effigie allora si tratta di una spazzolatura effettuata dal coniatore sull'intera superficie del conio durante la battitura dei tondelli.1 punto
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Caro odjob, le striature che si evincono sui campi del dritto, sono il frutto di imperfezioni della pasta che componeva il tondello prima di essere coniato, tipiche del periodo del vicereame, dove all’interno delle officine monetarie, succedeva di tutto…….1 punto
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