Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/10/11 in tutte le aree
-
Ci scambiammo commenti sul forum, un giorno lui mi dice mi piacerebbe incontrarti di persona, dipende di dove sei rispondo, l'Italia è grande....., lavoravamo a 200 metri l'uno dall'altro....., ci incontrammo al bar di entrambi....., storie da forum. Non solo le monete parlano, anche i vecchi libri numismatici raccontano, sfogliare quei fogli un pò ingialliti, raggrinziti.....che bello ! Spesso trovi in prima pagina una dedica del tempo, a volte trovi foglietti o annotazioni del vecchio proprietario dal sapore storico.....cari vecchi libri, segni indelebili di un tempo che non c'è più. Ho diversi amici numismatici del forum, ho anche un carissimo amico di 14 anni, pardon 15, ma anche altri, tutti giovani, capaci, con tanta passione per la numismatica ; sono molto orgoglioso e fiero di questo, anche questo è il forum,...... anche questo è un segno di speranza per il futuro. Veniva ogni domenica mattina, non mancava mai, poteva piovere, poteva nevicare, ma lui c'era, c'era sempre, montava il suo banchetto, disponeva i suoi vassoi, le sue monete, i gesti erano sempre uguali, ripetivi e poi era lì pronto come sempre per i suoi amici, così li chiamava ; un giorno non venne, si capì subito che era successo qualcosa......, il posto è rimasto vuoto,...... anche un posto è un segno della memoria. Io scrivo, lui ribatte, lui scrive e io ribatto, è spesso un ping-pong, un piacevole ping-pong, quando arriva un intervento nella discussione ci scopriamo a leggerlo insieme, ci saremo visti quattro, cinque volte ma ci conosciamo più di quanto si possa immaginare, anche questo è il forum ; la fortuna di certe discussioni ormai storiche nasce anche da questi piccoli particolari....., fondamentali particolari. Nessuno la voleva, era onestamente brutta, era forata, difficile che qualcuno si accorgesse di lei, ma anche lei aveva il suo messaggio da dare, i suoi segni e le leggende da interpretare, la presi lo stesso, la misi assieme alle altre in un vassoio, anche lei brutta moneta medievale aveva la sua storia, la sua dignità......messa insieme alle altre più belle per la prima volta sembrò sorridere.....aveva ripreso a vivere anche lei. Capisco che sia difficile sopportarmi, ma d'altronde sono fatto così, bisogna prendermi come sono..... Un caro saluto a tutti,2 punti
-
Ciao a tutti. Frequentemente sul Forum, nelle sezioni “Monete Imperiali” e in quella “Identificazioni”, vengono postate richieste di notizie su monete del IV secolo. Si tratta delle monete romane più facilmente reperibili, a prezzi anche bassi e che spesso attraggono chi, alle primi armi, vuole accostarsi alla monetazione romana con l’acquisto di una moneta . Sulla base di questi presupposti e sperando di poter venire in aiuto a stiano per compiere il loro “primo passo”, ho pensato di scrivere una sorta di “guida”, una sorta di piccolo preambolo introduttivo, condivisa con Exergus, su quelle più comuni del tempo. Non avendo la presunzione di scrivere un vero e proprio trattato su quanto descritto e per sintetizzare un tema di portata molto estesa, mi son limitato, anche per ragioni di tempo, a prendere spunto e materiali da alcuni siti tra i quali principalmente: http://dougsmith.ancients.info./uncleaned.html e http://www.constantinethegreatcoins.com/ MONETE COMUNI DEL IV SECOLO UN BREVE INQUADRAMENTO STORICO Se l’Impero corse un periodo di importante crisi verso la metà del III secolo, questo venne superato grazie alle imprese di una serie di capaci imperatori che riuscirono ad arginare almeno militarmente un declino ormai sopravanzante. Tra questi indubbiamente possono venir menzionati dapprima Claudio II , che mise un primo freno alla caduta dell’Impero con alcune importanti vittorie ma che fu fermato nella sua opera dalla sua prematura scomparsa e quindi Aurelianus, che riuscì nel tentativo di riunificare un Impero colpito da varie usurpazioni maggiori (Impero Gallico e di Palmira), minori e flagellato da invasioni barbariche. Altra figura importante fu Diocletianus, che si rese protagonista di riforme sia strutturali che economiche dello status imperiale, dando avvio alla Tetrarchia e alla suddivisione dell’Impero in zone, conscio della difficoltà da parte di un’unica guida nel poter governare un territorio così vasto. Questo esperimento fallì, nel medio-lungo termine, grazie (o causa?) di uno dei Cesari, Constantinus I, che nel tempo riunì nuovamente l’Impero sotto la sua guida. Constantinus comunque dimostrò grandi doti militari, riuscendo comunque, nel corso del suo regno, a bloccare le varie invasioni barbariche cui fu soggetto il territorio imperiale; alla sua scomparsa si assistette alla lotta da parte dei suoi discendenti per l’ottenimento della porpora imperiale. Questa serie di guerre intestine causarono gravi perdite sia in termini economici sia umani; a tal riguardo va riportato che la popolazione imperiale scese dai 4 milioni di abitanti del III secolo ai 2 milioni nella metà del secolo successivo. Le campagne cominciarono ad esser abbandonate (anche per cercare rifugio nelle città) e per evitare un abbandono delle attività agricole nel tempo si cominciò chiudere un occhio e a lasciar occupare le terre abbandonate a popolazioni barbariche che oltrepassavano il Limes in piccoli gruppi, in maniera pacifica. Altri gruppi barbarici erano richiesti per essere arruolati nel’esercito. Nel IV secolo le popolazioni di origini barbariche germaniche premevano ai limes, pressate a loro volta da altre spinte verso ovest da spostamenti di gruppi umani dovuti a cambiamenti climatici e quindi alla ricerca di territori; quali migliori di quelli dell’impero Romano, ricco e quasi “mitico”? I vari popoli di ceppo germanico cominciano a perdere la loro tradizionale struttura su base tribale e cominciano a riunirsi in federazioni, aumentando il peso militare nei propri avanzamenti verso l’Impero . Il sistema difensivo romano, secondo Luttwak, basato su una difesa “elastica”, passiva, non ce la fece più a reggere la massiccia pressione di forze di invasione di una certa entità. Ma la pressione sulle frontiere non si limitò al limes europeo e si riaccese anche il fronte orientale, dove i Sassanidi avevano preso il posto degli “storici” nemici dell’Impero Parthico. Constantius II fu costretto ad impiegare forze in questo settore e, alla fine, a sconfiggere Shapur II. Ma ciò necessitò una presenza militare che indebolì il contingente utilizzato a scopo difensivo in Europa. Inoltre il suo successore, Iulianus II, dopo aver ben figurato nelle campagne militari in Europa, spinto anche dallo spirito di rivalsa sul suo predecessore, si cimentò in un’invasione della regione mesopotamica che, dopo un inizio vittorioso, si trasformò in una pesante debacle con la perdita di gran parte dell’esercito impiegato. La pace fu negoziata (in maniera svantaggiosa per Roma) dal nuovo imperatore Iovianus . Dopo un breve regno quest’ultimo morì, lasciando la porpora a Valentinianus I (occidente) e a suo fratello Valens (oriente). Ci fu l’ennesimo usurpatore (Procopius, cugino di Iulianus II) che fu sconfitto da Valens con l’aiuto militare dei Goti Tervingi. Ma ben presto questo popolo germanico cominciò a diventare un problema; Valentinianus d’altra parte era impegnato in campagne belliche contro Alemanni, Quadi e Sarmati e a seguire l’evolversi dei disordini in Nord Africa e Britannia. Negli anni Settanta Valentinianus I morì e fu avvicendato al trono da Gratianus e Valentinianus II. Nel contempo i Goti, spinti verso ovest da popoli messi in movimento dalle orde di Unni, premevano sul confine danubiano chiedendo di per poter entrare nel territorio imperiale pacificamente ed avere delle terre da coltivare. Alla fine i Tervingi furono fatti insediare nei Balcani ma ben presto cominciarono a ribellarsi alle vessazioni romane. Nell’ estate del 378 Valens, di ritorno da Antiochia, chiese l’appoggio a Gratianus per un attacco congiunto ai Goti ma quest’ultimo, alla testa dell’esercito occidentale in movimento verso le regioni balcaniche fu costretto a recedere sui suoi passi per fronteggiare un attacco degli Alemanni: Valens quindi attaccò i Goti presso Adrianopoli (9 agosto) senza attendere l’arrivo di Gratianus, ormai quasi giunto a destinazione. La sconfitta fu totale: 2/3 dell’esercito e lo stesso Valens furono uccisi. In seguito L’imperatore Theodosius I gestì con successo i Goti, concedendo loro terre in Tracia in cambio in cambio del servizio militare. Questo fu particolarmente prezioso quando l’imperatore chiese il loro appoggio militare contro gli usurpatori nel 387 e nel 394. Theodosius I morì a Mediolanum nel 395 lasciando il trono a Arcadius (oriente) e Honorius (occidente).1 punto
-
Salve mi scuso se non scrivo nella giusta sezione e se il tema che esporrò non sarà di esclusivo interesse numismatico ma vorrei rendervi partecipi di quella che ritengo essere una scoperta storica oltre che una gustosa curiosità Mi chiamo Fulvio Fava, sono un appassionato di monete e stavo svolgendo una ricerca quando mi sono imbattuto in queste monete che credo svelino in maniera definitiva la vera origine delle carte da gioco Fino ad oggi la loro "invenzione" veniva attribuita agli spagnoli o agli arabi in base a studi e ritrovamenti databili intorno al 1400 le monete in questione sono invece relative al 250-300 aC e circolavano nell'Italia centrale Vi allego alcune immagini comparative: sono visibili i 4 assi; due monete tonde con i simboli dai quali presumo siano derivati i denari e le coppe (esistono anche monete tonde con spade e bastoni ma ritengo sufficientemente esplicativi gli assi) Ho aggiunto anche due monete rettangolari che per il loro disegno riportano alla memoria lo stile di altre carte: il 7 di spade per la disposizione e quella con il "nastro"; nastro che ritroveremo poi sul 3 di bastoni e sul 2 di spade Credo quindi che le immagini, ricavate da "Le monete dell' italia antica" di Raffaele Garrucci edito nel 1885, non abbiano bisogno di ulteriori commenti.. basta guardarle Significativa mi pare pure la coincidenza tra il nome (aes =asse) di queste monete e il termine asso che indica la figura principale di ogni seme Volendo avanzare ipotesi ritengo che già in tempi remotissimi le suddette monete venissero utilizzate dalle popolazioni italiche per scopi quali: la divinazione (lettura delle carte) ed il gioco e che solo successivamente siano entrate nei costumi di altre popolazioni che per motivi storici si sono trovate a soggiornare in Italia (spagnoli ed arabi ad esempio) Gradirei conoscere la vostra opinione in merito, mi scuso ancora per "l'invasione di campo" ma so che mi perdonerete Vi ringrazio per l'attenzione Cordiali saluti fulvio ps: i pochi KB non mi permettono un immagine chiara, le monete rappresentate sono visibili consultando su google book il libro segnalato ( non mi è consentito aggiungere il link)1 punto
-
1 punto
-
penso di perchè se si guarda bene la data si vedono anche il 6 e il 3 stessa cosa per il 20 sotto il castello é solo un idea1 punto
-
Dabbene, il tuo problema, secondo me, é che scrivi talmente bene che metti soggezione alle persone che come me non hanno la tua stessa capacitá di esprimere i sentimenti cosi chiaramente. Io personalmente leggo tutti i tuoi post, ma per risponderti devo essere sicuro che la ció che voglio dire sia talmente profondo come ció che tu scrivi. Spero di essermi spiegato. Ciao1 punto
-
Articolo molto interessante quello sui bronzi CA del Laffranchi. Snam hai la possibilita' di postare qualche scansione del testo? Ho cercato online ma non sembra sia reperibile. Non mi e' chiaro pero' come faccia ad attribuire questi bronzi a Beritus (Beirut) e quali motivazioni apporti, solo che erano comuni sul mercato antiquario di Beirut? Ci sono ritrovamenti archeologici documentati? Altrimenti mi sembra un po' poco... Inoltre se non ricordo male gli ultimi studi tendono ad assegnare a Cipro la paternita' della serie con il CA al rovescio. Anche l'attribuzione delle lettere Certamen Actium all'acronimo CA non mi convince del tutto, credo sia in parte condivisibile per le monete con corona navalis ma molto meno su quelle (piu' numerose) con corona d'alloro. Inoltre la lontananza del luogo della battaglia (in Grecia sulla costa Ionica) dalla zona di diffusione di queste monete (area Siriana) non giustifica l'utilizzo del toponimo Actium dato che al tempo Azio doveva apparire lontanissimo e pressoche' sconosciuto alle popolazioni siriane. Dato il periodo storico e l'affermarsi del primo principato di Augusto dopo un periodo turbolento, unito alla presenza al dritto di queste monete di bellissimi ritratti di Augusto, mi fanno pensare che il fine di queste monete sia stato soprattutto propagandistico della recente affermazione di Augusto in province lontane. Per tale motivo reputo piu' probabile che la A di CA si riferisca proprio ad Augusto e la C si presti a piu' interpretazioni possibili (Consensus Augusti, Caesar Augustus...). Inoltre, se venisse confermata Cipro come la zecca di queste emissioni, cio' avrebbe ancora piu' ragion d'essere in quanto l'isola e' stata proprieta' personale di Augusto dal 30 al 22 AC, quindi non sotto il controllo senatorio che normalmente si occupava della monetazione bronzea. L'interpretazione piu' probabile secondo me resta Caesar Augustus oppure Caisar Augustus, dato che ci sono monete col CA al rovescio e CAISAR al dritto: Altre con Augustus e CA: Altre con Caesar al dritto e Augustus al rovescio: L'ultimo e' un aureo orientale di finissimo stile conosciuto in soli due esemplari, il ritratto e' simile a quello presente su alcuni sesterzi con il CA al rovescio.1 punto
-
Kantharos, tra Scarabei, Dioniso, Efesto e Sileni Curioso infine che il termine "kantharos" (un significato del quale era appunto scarabeo), oltre che rimandare al recipiente potorio attributo di Dionysos, richiami anche al suo artefice, il fabbro Efesto… La scena, tipica di un dramma satiresco, compare su un bellissimo e famosissimo cratere attico a colonnette assegnato al Pittore di Harrow (470-460 a.C.) e proveniente dalle necropoli del centro indigeno ellenizzato di Sabucina (Museo di Caltanissetta). In esso compare effigiata la fucina di Efesto con il dio dal Pileo incoronato d'edera intento a forgiare un kantharos per Dioniso e aiutato in maniera del tutto insolita da un corteggio di satiri. Nota sul forno l'effige di un sileno/satiro.... Tutto risulterà più consueto in seguito, con Euripide e il suo dramma satiresco "Il Ciclope" ambientato proprio alle falde dell'Etna che così fa parlare Sileno: "Eravamo all'altezza del promontorio Malea quando un vento di levante investe la nave e ci butta su questa rupe rocciosa dell'Etna, dove i figli del dio del mare, i Ciclopi, abitano in caverne solitarie: hanno un occhio solo e sono degli assassini. Uno di loro ci cattura e viviamo da schiavi in casa sua: lo chiamano, il nostro padrone, Polifemo. Sono finiti i tripudi dei baccanali: adesso ci occupiamo delle greggi dell'empio Ciclope..." Continua: Riflettendo sulla figura di Sileno…1 punto
-
Alcune riflessioni di carattere iconico su Aitnaios kantharos e Bes-Silenos A prescindere dalla autenticità o meno di questo tetradramma ... :rolleyes:, il suo artefice dimostra di conoscere benissimo la complessità dell'immaginario calcidese e delle sue trame mitiche, le cui espressioni iconiche sulle monete sicelioti sono state spesso oggetto di ampia indagine da parte nostra (vedi anche in Obolichepassione). Infatti anche la figura dello scarabeo ha una sua storia, che si intreccia con quella di Silenos …. Di seguito, e in attesa del ritorno di Acraf, permettetemi di offrirVi alcune note di colore ... Aitnaios Kantharos: il celeberrimo scarabeo gigante dell'Etna e il gigante Αρισταιος Fabio Caruso (Univ di Catania) nel saggio "Varco del Tartaro, colonna del cielo. Immagini del mito e della leggenda nella regione etnea" (Catalogo della mostra "In Ima Tartara - Preistoria e leggenda delle grotte etnee" a cura di F. Privitera e V. La Rosa) ricorda come la figura dello scarabeo sul tetra di Aitna richiami i racconti sulla saga della Titanomachia-Gigantomachia - di matrice euboica e in particolare calcidese, bene attestata anche in ambito coloniale - che celebra la sovranità degli dei olimpici che sorreggono il mondo. In particolare, sappiamo dal lessico bizantino Suda (Σοῦδα) che quando si scatenò la lotta tra gli dei olimpici e i giganti (paradigma del disordine e dell'ingiustizia che minacciano il giusto ordinamento divino), quest'ultimi furono tutti annientati tranne uno soltanto, il gigante Αρισταιος (Aristaios), che riuscì a sopravvivere grazie ad una prodigiosa metamorfosi: assunta la forma di scarafaggio/scarabeo, Aristaios si rifugia sulla montagna siciliana chiamata Aitna (il vulcano Etna) "e il fuoco del cielo (cioè il fulmine) non lo raggiunge, nè l'Etna gli reca danno". (Voci Aitnaios Kantharos e Aristaios). Ancora una volta il monte Etna si offre come la sede di un gigante sconfitto, oltre appunto a Encelado e Tifone di cui si è già parlato. Non sappiamo quanto antica sia l'identificazione dello scarabeo dell'Etna con Aristaios; è comunque significativo che l'unica immagine del gigante Aristaios finora nota, conservata su un frammento a figure nere del pittore Lydos e più antico del nostro tetradramma di circa un secolo, lo ritragga come avversario di Hephaistos-Efesto, dio del fuoco, anch'esso in stretto rapporto con il vulcano sede delle sue fucine. La natura ignifuga di Aristaios doveva quindi essere nota già in quell'epoca. Gigantomachia - Dinos del Pittore Lydos, dopo il 560 a.C. Atene, NM Akropolis Frammento s: Aristaios contro Hephaistos; il frammento preserva le prime tre lettere del nome del dio e le prime sei del suo avversario, il gigante Aristaios... Indubbiamente il mito offriva ad una popolazione abituata a vivere sotto la costante minaccia della lava un ottimo schermo sul quale proiettare le proprie ansie. E' probabile tuttavia che l'autorità che ha emesso il tetra con l'allusione ad Aristaios e all' Aitnaios Kantharos volesse ribadire la necessità di cambiare forma e condizione per sottostare al disegno ordinatorio di Zeus…. Ricordiamo ancora una volta come il culto di Zeus Aitnàios sia riportato da Pindaro (nella I Pitica, composta in celebrazione della fondazione di Aitna) quale strumento ideale per una propaganda informata al parallelismo Zeus/Hierone quale pacificatore supremo dei conflitti politici e militari... Aitnaios Kantharos in Aristofane In La Pace (Εἰρήνη) di Aristofane, Trigeo, per salire all'Olimpo da Zeus e chiedergli ragione dei guai dei Greci, fa nutrire con letame, da due servi, un grosso scarabeo dell'Etna - Aitnaios Kantharos - quale estemporaneo concorrente del mitico Pegasos…. Su questa "olezzante" bestia si alza in volo verso l'Olimpo…. Aitnaios Kantharos in Epicarmo Il volo di Trigeo a cavallo dell'Aitnaios Kantharos, ricorda la parodia descritta dal siceliota Epicarmo - Megara Iblea, 520-430 a.C. – che presenta Eracle comicamente in lotta con i Pigmei a cavallo dei grossi scarabei dell'Etna (Eracle alla conquista del cinto fr. 76K). Epicarmo soggiornò a Siracusa presso la corte del tiranno Ierone (478-466 a.C.), dove forse conobbe pure Pindaro, Simonide, Bacchilide, ultimi grandi esponenti della poesia lirica corale arcaica, ed Eschilo, primo dei tre massimi tragediografi ateniesi. Tutti questi poeti e tragediografi erano stati chiamati alla corte dei Dinomenidi a garanzia e legittimazione del potere politico esercitato da Gelone e Ierone … Rinverdire le antiche tradizioni conferiva pertanto maggiore mordente e autorità agli orditi propagandistici dei Deinomenidi. ... Continua...1 punto
-
Felice agosto a tutti i partecipanti a questa brillante discussione! Innanzitutto desidero ringraziare di cuore Acraf e Numa numa per questa eccellente discussione dove trovano risposta o autorevole conferma anche i molti quesiti già espressi nella discussione Obolichepassione, alcuni dei quali, di obolo in obolo, rimasti in sospeso…. (vedi i vivaci contributi di Piakos, Numa numa, Daniele Alberti e miei di agosto 2009 e aprile 2010, lungo l'asse Naxos/Aitna-Katane :rolleyes:). Complimenti vivissimi per le intriganti osservazioni inerenti l'etnico!!! Sarebbe oltremodo interessante oltre che ormai imprescindibile, mi sa..., poter approfondire lo studio sulla epigrafia monetale.... Riguardo a quella Alpha che sembra essere una :Greek_Lambda: (lambda)… [ovvero senza il trattino orizzontale, verticale o il puntino (che compare a Selinunte, Himera e Katane)] - trovo sarebbe interessante poter accedere a questa monografia della prof.ssa A. Brugnone: "Annotazioni sul segno Λ (= alpha)", in Kokalos, XXIV, 1978, pp. 69-76. A quanto sembra dal titolo, l'Alpha senza il trattino risulta attestata e l'autrice ne supporrebbe un'origine arcaica. Vi risulta????? :unsure: Vediamo se riusciamo a procurarci questo articolo e ne riparliamo. Nel frattempo e come promemoria posto altri saggi di epigrafia greca della Brugnone, invitando tutti Voi ad aggiungere altra bibliografia sull'argomento. Brugnone 1980-1981 = A. Brugnone, Epigrafia greca, Kokalos, XXVI-XXVII, Brugnone 1984-1985 = A. Brugnone, Epigrafia greca, Kokalos, XXX-XXXI, Brugnone 1988-1989 = A. Brugnone, Epigrafia greca, Kokalos, XXXIV-XXXV, Brugnone 1995 = A. Brugnone, Gli alfabeti arcaici delle poleis siceliote e l'introduzione dell'alfabeto milesio, ASNP, S.III, XXV, 1995, 1297-1327. Brugnone 1978 = A. Brugnone, Annotazioni sul segno Λ (= alpha), Kokalos, XXIV, 1978, pp. 69-76. Valeria1 punto
-
Posto anche una bella foto realizzata nel museo archeologico nazionale di Siviglia. Ci sono delle fiches da gioco romane per dama e similari.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.