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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/09/11 in tutte le aree

  1. In una scatola, nell'oblio da almeno 15 anni ho ritrovato qualche contraffazione. PASSERANO - GIACOMO RADICATI - 1594 D/ IACOB................ Gamberini di Scarfea n. 242 gr. 2,06- imitazione della parpagliola Milanese di FILIPPO II, Crippa N. 44
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  2. DE GREGE EPICURI Il leone è "il re degli animali". Nessuna meraviglia quindi che, nel regno umano, diventi il simbolo del sovrano, e di un sovrano assoluto. Forse per questo non è stato molto popolare a Roma; oltre che, ovviamente, per l'assenza di leoni in Italia, quanto meno in epoca storica e stando a quanto ci è stato tramandato. I primi leoni sulle monete coincidono con gli albori delle emissioni metalliche, quanto meno in occidente (come sapete, la Cina ha un'altra storia). Ad Efeso, nella Lidia del VII secolo a.C., la "protome di leone minacciante un toro" fu coniata sulle prime monete globulari di elettro (pesi: da 1/2 statere di quasi 8 g. a 1/96 di statere di 0,16 g.) Sapete la storia del ritrovamento? Una spedizione archeologica inglese, nel 1904, trovò degli oggetti di elettro, di possibile natura monetale, nel sotterraneo dell' Artemision (tempio di Artemide) ad Efeso. La spedizione rientrò a Londra portando con sè (come allora usava) tutti i reperti...che giacquero al BM fino al 1950, senza che alcuno li esaminasse con cura. Fu solo a quell'epoca, quasi 50 anni dopo, che Robinson esaminò i 96 pezzi di elettro: alcuni erano globuli lisci, altri presentavano striature profonde impresse probabilmente a caldo (specie di segni incusi), altri infine l'immagine ben definita di un leone a fauci aperte, contro la protome di un toro. Poichè l'Artemision era stato distrutto durante un'invasione del 620 a.C. circa, le monete erano state riposte prima di tale data, e sono quindi il primo elettro monetato, o almeno contrassegnato. Si ricordi che nel corso del Meandro, che correva nei pressi, si reperivano anche piccole pepite di elettro (lega di oro e argento in percentuali variabili). Questi leoni hanno fauci spalancate e denti sporgenti ben in evidenza, hanno un aspetto arcaico ma esteticamente molto attraente. Quale numismatico non vorrebbe averne uno in collezione? Ma accontentiamoci delle foto del British Museum (che purtroppo non sono in grado di mostrarvi, chissà se qualche amico lo può fare?) Protomi o leoni interi continuarono poi ad essere coniati nel Regno di Lidia, in elettro, in oro e in argento (le cosiddette criseidi, da quel re Creso che ne produsse in discreta quantità). Di qui, i leoni migrarono alle monetazioni di Sardi, di Cizico, di Mileto, della Fenicia, e poi attraversarono il mare giungendo a Velia, Reggio, Reggio, Leontini, e poi in Hispania, a Massalia, e di qui nella Cisalpina attraverso le imitazioni. Qui però non avevano mai visto un leone...e in alcune popolazioni i poveri felini si trasformarono in "scorpioni" o "gamberi"! Per cominciare, vi allego un "leone-lupo" cisalpino, di area probabilmente piemontese.
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  3. 170-158 a.C., un'altro sito dice 169-158 a.C., comunque lo scarto è minimo. Dovrebbe essere una moneta comune, in aste sono passate monete messe meglio della tua a 97, 100 e 150$, secondo me la tua una quarantina di euro potrebbe spuntarli ma prendi questo giudizio con le pinze.
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  4. Credo di averlo trovato, non ne sono sicuro perché il tuo pesa 10 grammi in meno... ma la forma della A è uguale. As (40.00 gm). Laureate head of Janus; I above / Prow of galley right; PAE monogram above, I before, ROM[A] below. Crawford] 176/1; Sydenham 358; BMCRR 635. Fine, drab green patina under moderate earthen encrustation, patina broken in a few spots. http://www.ancientcoins.narod.ru/rbc/crawford/page2/176_1.jpg
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  5. Vado, cerco e torno! ;)
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  6. La Parpagliola di Milano imitata 1594
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  7. sembra anche a me.... mi sembra di vedere il cerchio con il punto nel mezzo.... controllo e ti dirò.... grazie per le ottime foto! confermo! ho controllato l'esemplare fotografato sul Biaggi con quel segno di zecca e la posizione è uguale il tuo è solo meno evidente.... identificato completamente! metto le foto sul catalogo Grazie!! ;)
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  8. L'emblematico sole raggiante per Mantova e la sua Pisside sacra..
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  9. Provo a dire la mia in questa intricata ed in qualche modo anomala discussione. L'ipotesi di Al Barber ad Tabruk é senz'altro interessante, aprendo uno squarcio sull'universo iconografico/simbologico che in qualche modo ha costellato la vita dell'uomo dalle età più remote alla contemporaneità. Ma temo che in questo caso, nel mettere in relazione le raffigurazioni presenti in alcune carte del mazzo delle Piacentine con alcuni nominali dell'aes grave, l'ipotesi possa apparire affascinate ma piuttosto lontana dalle evidenze storiche. Tralasciamo le monete. Parliamo di carte. L'Italia, assieme alla Germania (per ragioni storiche: lo stato unitario arriva nelle due nazioni molto tardi, nel XIX secolo) é uno dei paesi più ricchi di mazzi di carte cosiddetti "regionali". Tali mazzi in Germania (tranne un'eccezione non più in uso da un secolo almeno, e che ha a che vedere con l'Italia... la cosiddetta Trappola) sono basati su due semi: il tedesco (cuori, sonagli, ghiande, foglie) ed il francese (cuori, quadri fiori picche). In Italia al contrario i semi alla base degli innumerevoli mazzi regionali o locali (ivi compresi i mazzi di tarocchi, che prima di essere utilizzati in ambito divinatorio erano -e sono ancora, in alcune aree residue- dei mazzi utilizzati per giochi specifici: tarocco piemontese, milanese, tarocchino di Bologna, tarocco siciliano, a cui si puo' aggiungere il mazzo per la primiera bolognese) si basano su quattro tipologie di semi: la francese (presente in Piemonte, Lombardia, Liguria e Toscana), la tedesca in Alto Adige, la spagnola (con i bastoni a forma di bastone, e le spade a forma di spada) nelle aree dell'ex stato della chiesa e del regno delle due Sicilie (quindi piacentine, romagnole, napoletane e siciliane) e il seme definito "italiano", con le spade a forma di scimitarra ed i bastoni a forma di scettro, caratteristici delle carte trevigiane, triestine, trentine, bresciane e bergamasche, oltre che della primiera bolognese, del tarocco milanese, del tarocco piemontese, del tarocchinono di bologna e della primiera bolognese. Il tarocco siciliano al contrario é caratterizzato curiosamente da un seme, molto simile allo spagnolo (con i bastoni a forma di bastone...) ma di derivazione portoghese... e che trova analogie in estremo oriente. In quanto alle analogie "remote", le piacentine in particolare, che come detto utilizzano un seme di derivazione spagnola, appaiono inopinatamente apparentate con alcuni mazzi sudamericani... attraverso la mediazione di un mazzo locale ancora utilizzato per un gioco specifico nella Francia atlantica... Un rebus: più che l'aes grave forse bisognerebbe analizzare l'eventuale analogie con la monetazione dei Coriosolites... Cio' che appare certo, al di la' di tutto, é che comunque le carte da gioco siano arrivate in Europa attraverso la mediazione araba, e che le prime carte prodotte nel nostro continente siano state carte basate sul seme cosiddetto italiano (con i bastoni a forma di scettro,e le spade a forma di scimitarra, come le trevigiane, e non con lo stile spagnolo delle piacentine, che appaiono molto più tarde). Torniamo alle monete. Sicuramente dietro le simboligie presenti nell'aes grave c'è molto, che difficilmente riusciamo a penetrare. Anche iconografie che hanno certamente a che fare con aspetti che potremmo definire (applicando una visione contemporanea) "ludici": basti pensare alle varie rappresentazioni dell'astragalo. Credo pero' che l'ipotizzare un legame iconografico, e soprattutto culturale, tra l'aes grave e le "piacentine", per quanto suggestivo, sia un qualcosa che trovi un qualche problemino sul piano delle evidenze storiche...
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