Provo a dire la mia in questa intricata ed in qualche modo anomala discussione.
L'ipotesi di Al Barber ad Tabruk é senz'altro interessante, aprendo uno squarcio sull'universo iconografico/simbologico che in qualche modo ha costellato la vita dell'uomo dalle età più remote alla contemporaneità. Ma temo che in questo caso, nel mettere in relazione le raffigurazioni presenti in alcune carte del mazzo delle Piacentine con alcuni nominali dell'aes grave, l'ipotesi possa apparire affascinate ma piuttosto lontana dalle evidenze storiche.
Tralasciamo le monete. Parliamo di carte.
L'Italia, assieme alla Germania (per ragioni storiche: lo stato unitario arriva nelle due nazioni molto tardi, nel XIX secolo) é uno dei paesi più ricchi di mazzi di carte cosiddetti "regionali". Tali mazzi in Germania (tranne un'eccezione non più in uso da un secolo almeno, e che ha a che vedere con l'Italia... la cosiddetta Trappola) sono basati su due semi: il tedesco (cuori, sonagli, ghiande, foglie) ed il francese (cuori, quadri fiori picche).
In Italia al contrario i semi alla base degli innumerevoli mazzi regionali o locali (ivi compresi i mazzi di tarocchi, che prima di essere utilizzati in ambito divinatorio erano -e sono ancora, in alcune aree residue- dei mazzi utilizzati per giochi specifici: tarocco piemontese, milanese, tarocchino di Bologna, tarocco siciliano, a cui si puo' aggiungere il mazzo per la primiera bolognese) si basano su quattro tipologie di semi: la francese (presente in Piemonte, Lombardia, Liguria e Toscana), la tedesca in Alto Adige, la spagnola (con i bastoni a forma di bastone, e le spade a forma di spada) nelle aree dell'ex stato della chiesa e del regno delle due Sicilie (quindi piacentine, romagnole, napoletane e siciliane) e il seme definito "italiano", con le spade a forma di scimitarra ed i bastoni a forma di scettro, caratteristici delle carte trevigiane, triestine, trentine, bresciane e bergamasche, oltre che della primiera bolognese, del tarocco milanese, del tarocco piemontese, del tarocchinono di bologna e della primiera bolognese. Il tarocco siciliano al contrario é caratterizzato curiosamente da un seme, molto simile allo spagnolo (con i bastoni a forma di bastone...) ma di derivazione portoghese... e che trova analogie in estremo oriente.
In quanto alle analogie "remote", le piacentine in particolare, che come detto utilizzano un seme di derivazione spagnola, appaiono inopinatamente apparentate con alcuni mazzi sudamericani... attraverso la mediazione di un mazzo locale ancora utilizzato per un gioco specifico nella Francia atlantica... Un rebus: più che l'aes grave forse bisognerebbe analizzare l'eventuale analogie con la monetazione dei Coriosolites...
Cio' che appare certo, al di la' di tutto, é che comunque le carte da gioco siano arrivate in Europa attraverso la mediazione araba, e che le prime carte prodotte nel nostro continente siano state carte basate sul seme cosiddetto italiano (con i bastoni a forma di scettro,e le spade a forma di scimitarra, come le trevigiane, e non con lo stile spagnolo delle piacentine, che appaiono molto più tarde).
Torniamo alle monete.
Sicuramente dietro le simboligie presenti nell'aes grave c'è molto, che difficilmente riusciamo a penetrare.
Anche iconografie che hanno certamente a che fare con aspetti che potremmo definire (applicando una visione contemporanea) "ludici": basti pensare alle varie rappresentazioni dell'astragalo.
Credo pero' che l'ipotizzare un legame iconografico, e soprattutto culturale, tra l'aes grave e le "piacentine", per quanto suggestivo, sia un qualcosa che trovi un qualche problemino sul piano delle evidenze storiche...