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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/04/11 in tutte le aree

  1. Il 6 giugno 1952 moriva Ludovico Laffranchi e tra le sue carte fu trovato l'ultimo suo articolo: "CERTAMEN ACTIACUM"-RIN 1952-53 Volevo aprire con voi una nuova discussione sul significato delle lettere CA che compaiono su alcune emissioni della zecca di Beritus. Secondo il Laffranchi: "...l'abbreviazione C A evidentemente introdotta da Agrippa e da interpretarsi C(ertamen) A(ctium), sulla quale i vari autori, non avendo tenuto conto della indiscutibile parentela colla corona rostrale che la racchiude, si sbizzarrirono nelle piu' stravaganti interpretazioni. Dei vecchi autori, Menestrier lesse C(caesar) A(grippa); altri C(onsensus) A(ugusti); laddove Pellirin e de Sauley vi ravvisarono riferimenti alla citta' Caesarea Paneas e Caesarea Arca, entrambe in Siria. Completamente negativa si rileva pure la lettera C(ommune) A(siae) che il Froehner, in base ai cristofori di tutt'altro stile, con COM ASIAE, ritenne esatta e fu adottata da Mattingly, che attribuendo gli esemplari in causa alla zecca di Pergamo, ritenne di poter corroborare questa collocazione col fatto che negli scavi di questa famosa citta' vennero rinvenuti due semplari in bronzo di Augusto con CA ed altri con AUGUSTUS entro corona. E' pero' facile obbiettare che questi ritrovamenti sono troppo esigui per costituire prova, tenendo conto che Pergamo, colla sua famosa facolta di medicina, annessa al tempio di Esculapio attraeva in gran numero visitatori......la zecca in oggetto deve ricercarsi lontano da Pergamo........Boutkovsky il quale asserisce che gli esemplari in questione, rarissimi nel commercio numismatico europeo, sono invece comunissimi a Beriut ed a Gerusalemme: anche il Cohen ne attribuisce qualcuno alla Siria." Anche il Banti riporta diverse ipotesi ma purtroppo non sono riuscito a trovarle mi sono perso nei meandri dei volumi (a proposito sfogliandoli mi rendo sempre piu conto che sono prorprio dei bei testi) Purtroppo non sono capace a postare le foto ma vi riporto i riferimento del RIC : I 502 (Pergamum) con corona rostrata http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=121961 I 501 (Pergamum) con corono di alloro http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=140345
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  2. La tecnologia produttiva impiegata per la realizzazione dei Radiati Imitativi (noti in letteratura come Barbarous Radiates) riveste un aspetto molto importante sia per una accurata classificazione sia per far luce sulle conoscenze in possesso delle maestranze che operavano al di fuori del circuito delle zecche ufficiali. Un aiuto per una rapida ma completa panoramica sulle metodologie utilizzate sono alcuni scritti relativamente recenti che fanno una sintesi di quanto già noto in letteratura numismatica integrandola con l'analisi puntuale di alcuni siti archeologici Inglesi e Francesi identificati come atelier produttivi locali dell'Impero Gallico. La bibliografia utilizzata per questo piccolo scritto illustrativo è la seguente: - "Barbarous radiates: a study of the irregular Roman coinage of the 270s and 280s AD from southern England", John A. Davies - University of Reading, 1988 - "A late Roman bronze punch from Hampshire", John Davies - in Lucernae Newsletter 01, Bedford, 1991 - "Four coin production techniques used in three 'officinae' of Châteublau (ca 260-280 AD)", Fabien Pilon in XIII Congreso Internacional de Numismática, Madrid, 2003 - "Economia monetaria in Italia alla vigilia del IV secolo d.C. - Il ruolo dell'Antoniniano e dei suoi omologhi Gallici alla luce delle fonti numismatiche e storico-letterarie", Cristina Crisafulli, Padova, 2008 Le immagini sono tratte da internet. MONETE REALIZZATE PER FUSIONE (cd. casting) La realizzazione di Radiati Imitativi per fusione è "figlia" della più basilare tecnica di falsificazione di monetazione ufficiale già da tempo in voga nell'antichità. Venivano impiegati degli stampi in terracotta (moulds)su cui era stata precedentemente impressa la moneta da riprodurre. Questi stampi erano generalmente composti da dischi di argilla cotta ad alta temperatura che recavano il dritto e il rovescio ottenuto in negativo per impressione con un diametro maggiore di circa 10mm rispetto la moneta originale utilizzata. I dischi avevano un piccolo canale atto ad accogliere la colata di metallo fuso e venivano accoppiati in modo da far aderire e coincidere le immagini del dritto e del rovescio. Nonostante la loro fragile natura questi stampi potevano essere riutilizzati più di una volta. Le monete ottenute con questo processo sono generalmente più piccole delle originali sia per il restringimento della fusione durante il processo di raffreddamento che per la rifinitura del bordo nel caso di fuoriuscite di colata. Il prodotto finale è caratterizzato da una carenza di dettagli e spesso dalla presenza lungo il bordo del tondello della linea di fusione. Stampo in argilla proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia Stampo in argilla con il dritto di un antoniniano di Postumo (zecca di Trier) proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia Dritto di un doppio sesterzio ottenuto per fusione proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia [...continua]
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  3. Sabino, devi sporgere denuncia ai carabinieri, è l'unico modo perché facciano qualcosa. Quando vogliono, le indagini le sanno fare... abbiamo visto. ma se uno si limita a ricevere il modesto rimborso (magari maledicendoli), a loro va liscia. bisogna denunziare i furti alle autorità in modo che possano aprire le indagini.
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  4. Ciao e innanzitutto complimenti per la moneta. Dovrebbe trattarsi del n. 2018 di R.P.C. Vol. 2. Quanto alla denominazione non sono applicabili quelle in uso per la serie imperiale. R.P.C. qualifica questa misura come ''assarion''. Infine tutti i ritratti giovanili di Domiziano lo raffigurano più` paffuto che da adulto, Antiochia in modo particolarmente accentuato.
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  5. ... vedere il video mi fa girare i cosidetti... a mio avviso per furti di questo genere non ci dovrebbe essere bisogno di un grande processo... licenziamento immediato e definitivo senza possibilità di rientrare a lavorare nel servizio pubblico (aggiungerei il pignoramento della liquidazione per ripagare la posta dei soldi sborsati per pacchi persi da quando è stato assunto). Poi se proprio vogliamo essere pignoli c'è la violazione della privacy... (e io vorrei essere pignolo)
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  6. Tondelli tagliati da barre metalliche circolari. I tondelli dalla forma più regolare venivano ricavati dal taglio di barre circolari: la barra veniva inizialmente divisa in due parti uguali e ogni parte ottenuta subiva la stessa procedura fino a ottenere il disco finale con lo spessore di circa 4 mm necessario per procedere alla coniazione. Generalmente sono riconoscibili per lo spessore più grosso e un andamento circolare abbastanza regolare. Barre in bronzo per la produzione di tondelli proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia
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  7. MONETE REALIZZATE PER CONIAZIONE (cd. Striking) E' il processo utilizzato per la stragrande maggioranza dei Radiati Imitativi. Veniva utilizzato un conio per il dritto fissato a un'incudine, e uno per il rovescio. Tra i due veniva messo un tondello liscio che riceveva l'impressione mediante un colpo di martello. Più che il processo stesso di coniazione, a differenziarsi è la fabbricazione dei tondelli: in generale si può osservare una carenza di precisione nella loro prepariazione tanto da costituire un'eccezione la presenza di un tondello circolare rispetto a tondelli dalle forme più varie. Il risultato di questa approssimazione nella preparazione della moneta da coniare, si traduce in una assenza nell'antoniniano "finito" di parti della legenda e, in generale, nella mancanza dell'impressione completa del conio. La tecnologia produttiva per la realizzazione dei tondelli è essenzialmente riconducibile a tre distinte lavorazioni facilmente riscontrabili dall'analisi visiva dei Radiati Imitativi. Tondelli fusi. Come per la fabbricazione di moneta per fusione, similmente si preparavano stampi (spesso multipli) per la fabbricazione di tondelli. Gli antoniniani prodotti con questi "dischi" fusi sono spesso riconoscibili per delle irregolarità a forma di goccia lungo il bordo dovute al residui di colata rimasti in corrispondenza del canale intagliato nello stampo. Imitativo di Tetrico II del tipo SALVS AVG rinvenuto vicino a Hatfield Broad Oak, Essex. Si nota una sorta di "coda" a forma di goccia. Imitativo di Tetrico II, tipo originario non identificabile. Qui le "code" sono due segno che molto probabilmente il tondello era stato realizzato su di uno stampo multiplo. Tondelli tagliati da lastre. Un altro metodo molto utilizzato per la preparazione dei dischetti da coniare, prevedeva l'impiego di lastre di metallo già realizzate con lo spessore utile per la coniazione che venivano dapprima segnate a compasso e poi ritagliate con apposite cesoie. Con questo metodo si ottenevano antoniniani dal bordo spesso squadrato e solo vagamente circolare. Residuo di foglio in metallo con segni di compasso proveniente dal sito di Chateaubleu, Francia
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  8. Salve. L'idea che queste emissioni abbiano a che fare colla battaglia di Azio, secondo me, è altamente probabile. La datazione, sicuramente posteriore alla battaglia, ma non così lontana da essa, farebbe pensare al perpetuarsi del ricordo dell'evento bellico che segnò la fine di un'epoca e l'inizio di un nuovo periodo di prosperità e sicurezza sia politica e civile che economica. E, secondo me, le zecche dei Paesi più vicini al luogo in cui si svolse la battaglia risentirono maggiormente gli echi del suo ricordo. Una prova starebbe in questo denario di Augusto, coniato in una zecca nel nord del Peloponneso, intorno al 20 a.C. Al D/ abbiamo la testa di Augusto nuda rivolta a destra e la dicitura AVGVSTVS dietro. Al R/ una corona di lauro intervallata da una corona navalis al cui centro convergono i nastri della terminazione che uniscono le due corone. Rif.: BMC 669; RIC 473; C -. Si sa che la battaglia di Azio fu vinta per conto di Augusto dall'ammiraglio e suo fedele amico Agrippa. Gli influssi della sua vittoria durarono talmente a lungo anche dopo la scomparsa del Princeps che troviamo il ritratto monetale di Agrippa indossante il suo donativo simbolico (la corona navalis) addirittura ai tempi di Caligola. Ne è un esempio questo esemplare: Asse della zecca di Roma battuto tra il 37 e il 41 d.C. a nome di Vipsanio Agrippa, morto nel 12 a.C. D/ M. AGRIPPA L. F. COS. III. Testa di Agrippa a sinistra con corona navalis. R/ Nettuno stante a sinistra regge un tridente e un piccolo delfino. Sulle spalle un mantello. Ai lati S-C. Rif.: C. 3; RIC 58. Come si evince, in tutti i casi monetali, postati sia da me che da te, la corona navalis non manca mai e, a volte, viene affiancata da quella di lauro. Analizziamone il significato: - la corona di lauro era simbolo di vittoria (in questo caso la vittoria su Antonio e Cleopatra ad Azio) e veniva donata ai condottieri o agli imperatori che l'avevano riportata. Veniva indossata soprattutto durante la cerimonia del trionfo. - la corona navalis era assegnata a colui che per primo avesse arrembato una nave nemica (e non è il nostro caso) oppure all'ammiraglio che avesse distrutto l'intera flotta nemica. E' questo il nostro caso, in cui Agrippa, ammiraglio di Augusto, sconfisse ad Azio le forze marittime alleate di Antonio e Cleopatra. In oro, essa era decorata con dei rostri, simboleggianti le navi nemiche distrutte nel corso del combattimento.
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  9. Con la "fame" di lavoro che oggi i giovani hanno, questi pezzenti bisognerebbe sbatterli in strada e far posto e lavoro a gente onesta . saluti TIBERIVS
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  10. eccola qua invece oo) me l'ha fatta reperire un mio amico slovacco Uploaded with ImageShack.us
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  11. Credo che alla base di questa discussione ci sia solo una differente valutazione di che cosa significhi esattamente la definizione di "rarità". Se la stessa si confonde con quella di "valore" o di "prezzo", non ci si troverà mai d'accordo. Sono solo queste due ultime ad essere strettamente collegate alle dinamiche delle domanda e dell'offerta. Esistono invece autentiche rarità che si possono trovare, con fatica ovviamente, a prezzi reltivamente bassi; sempre per le dinamiche del mercato.
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