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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/02/11 in tutte le aree

  1. Salve a tutti. Prima di iniziare vorrei ringraziare sentitamente Rapax grazie al quale è stato possibile realizzare quest'approfondimento. Già, perchè di questo si tratta: non vorrei aggiungere nulla di nuovo a quello che ho trovato in precedenza ed esposto, piuttosto rivederlo per renderlo più fruibile e comprensibile a tutti. Come si evince dalla descrizione che accompagna il titolo, sono riuscito a trovare poche ma preziose notizie in merito a questa legge. Tutto ha inizio da alcune domande: perchè su alcuni denari romani repubblicani compare la sigla A. PV.? Cosa significa? E a che epoca risalgono? Per trovare le risposte a questi quesiti dobbiamo analizzare il contesto storico e le vicende che si svilupparono in questo periodo. Tolomeo Alessandro, sovrano d'Egitto, uno dei Paesi più ricchi dell'Oriente ellenistico su cui Roma bramava espandersi, in punto di morte, come avevano fatto anche i sovrani di altri Regni ellenistici, decise di cedere simbolicamente i propri possedimenti alla potenza di Roma che si andava affacciando sempre più sul Mediterraneo. Destinatario dell'enorme ricchezza egiziana, come si evince dal testamento regale, era il Popolo Romano in prima persona. Morto il Re nell'88 a.C., i messi romani si affrettarono a chiedere il denaro che spettava alla Repubblica in base alle sue ultime volontà. Rispettandole, i romani portavano nell'Urbe una gran quantità di ricchezze forse dopo il settembre/ottobre dell'88 a.C., oppure più precisamente nella seconda metà dell'87 a.C. A questo punto gli studiosi non sono tutti concordi sul periodo esatto in cui fu monetato il metallo prezioso importato dall'Egitto: secondo la tesi del Crawford, la più accreditata, esso fu monetato tra l'86 e l'85 a.C. Per altri, invece, pochi mesi dopo l'87 a.C. Per evidenziare la provenienza del metallo prezioso si decise di imporre, quindi, la sigla A.P. (o, come nel caso della moneta in questione A. PV.), cioè Argentum Publicum. L'argento, in questo caso, infatti, non proveniva da Roma ma era stato donato al suo Popolo (per questo è detto PVblicum) dal sovrano egiziano. Nonostante ciò non tutti sono d'accordo con questa tesi e la comprensione di questa sigla rimane discussa. Essa, abbastanza rara ed importante, oltre a sottolineare la particolare provenienza dell'argento monetato, compare solo otto volte su denari repubblicani romani, in particolare sulle emissioni di: C. Fabius, M. Lucilius Rufus, L. Sentius, P. Servilius Rullus, L. Titurius Sabinus, M. Fannius-L. Critonius, Mn. Fonteius, L. Iulius Bursio. Ed è qui che entra in gioco la nostra legge: la lex Plautia-Papiria che, tra l'89 e l'88 a.C., mise ordine e regolò l'emissione sia di nominale in argento sia di quello bronzeo che avevano in comune la particolarità della diversa provenienza. Si ha, così, che in base all'ambito in cui la legge agisce si diversifica per il nome e per la sigla che porta: 1) Per l'argento si ha: La sigla A. P. oppure estesa in A. PV., facente riferimento alla lex Papiria de argento publico. Esempio: AR denario emessa da Titurio Sabino, noto come Cr. 344/2c; RSC Tituria 5; BMC 2326. Al D/ SABIN - A PV. Testa del re Tazio a destra con ramo di palma. Al R/ Tarpeia viene seppellita da scudi; in alto stella in crescente. In esergo L TITVRI. Zecca di Roma, 89 a.C. 2) Per il bronzo si ha: La sigla L.P.D.A.P.,sciolta in Lege Papiria De Assis Pondere, facente riferimento alla lex Papiria de aere publico. Questa sigla la troviamo su alcuni esemplari della serie semionciale di cui riporto, a titolo di esempio, le monete e le relative descrizioni:
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  2. Anche la foto sul catalogo del 1576 ha i tre punti al posto dello zecchiere ... un indizio in più!
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  3. prima di dux c'è la croce poi il 6 ... (data)6 + DUX.
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  4. Oggi 1° novembre - Festa di Ognissanti - Faccio gli auguri a tutti gli amici lamonetiani e vi mostro una tessera cui sono particolarmente affezionato. Milano - Luogo Pio di Ognissanti o di Tutti i Santi Santo Brasca aveva fatto erigere a proprie spese, nel 1502, nella chiesa di S.Eufemia, una cappella gentilizia dedicandola a “Tutti i Santi”. Con testamento 14 luglio 1522, notaio Giov.Ambrogio Sormani, il Brasca legò il suo patrimonio all’istituzione di un sodalizio benefico. Il Luogo Pio, intitolato a “Tutti i Santi” si obbligò ad erogare i redditi derivanti dall’eredità, nei giorni di Ognissanti e Pasqua, con sussidi in denaro, libbre di formaggio ed altre elemosine secondo le prescrizioni stabilite dal benefattore nelle sue ultime volontà. (VIVIANO 1980, p.291) Il Morigia (MORIGIA 1599, p.98) scriveva: “..e che per ciascun povero si gli dia un segno, e con presentare il detto segno, se gli dia a ciascun un boccale di buon vino, una libra di buon formaggio & uno pane di condecente grossezza...Di modo che ogni anno alla Santa Pasqua di Resurrezzione dispensano a poveri fino a trecento segni.” Tessera (segno) – 1543 - ott.- gr. 4,62; diam. mm. 27, 5; D/ Busto frontale del Salvatore con aureola crociata , benedicente con la d. e col globo crucigero nella s. Es. . 1543 . In c.perl. Contromarca, rosetta a sei petali R/ o+o/ DOMV / S*SCOLÆ / OMNIVM / *SANCTO / RVM In c.perl. Bibl.: EUGUBIUM, 3/1995, n.439, per Venezia; VOLTOLINA 1999, n.337, illustra e descrive la stessa tessera, sempre per Venezia. Note: Non ci sono dubbi sulla assegnazione di questa tessera a Milano. Si confrontino queste tessere con quelle della “Scuola dello Scurolo di S.Paolo in compito”. Le caratteristiche stilistiche sono molto simili, e i punzoni impiegati per incidere i conii del D/ e del R/ sono - per alcuni simboli e numeri - gli stessi. Le tessere sono state prodotte quindi - ed anche contemporaneamente - nella stessa fabbrica milanese. Lo stesso stile lo si nota nella tessera del L.P. di S.Maria in san Babila. Pozleo
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  5. Buongiorno, eccomi a comunicarvi che ho modificato sostanzialmente la descrizione dei cataloghi per il denaro di cui stiamo parlando: http://numismatica-i...oneta/W-GEIAN/1 Un immenso grazie a Monbalda che me lo ha ... suggerito. Ora, direi, che è diventata una scheda scientifica; per me è come se Hemingway mi avesse detto: "Simpatico il tuo raccontino ...ma io l'incipit l'avrei scritto così..." Volete forse che non dia retta a ...Hemingway? Il denaro genovese è l'incipit della zecca della Repubblica di Genova e averlo dettagliato e spiegato per bene credo sia di fondamentale importanza per chi si interessa a questo argomento. L'ho appena finito e non ho ancora messo le fotografie nei vari gruppi, aspetto ancora un po' per vedere, da voi, se ci sono altre correzioni da fare o miglioramenti che eventualmente vorrete proporre, poi completerò con le fotografie che c'erano prima (che ovviamente ho salvate) ... e se ne volete inserire altre o migliori nei GRUPPI giusti ben venga. Se poi ...Hemingway ... volesse dare qualche altra dritta su altri "capitoli" del raccontino ....
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  6. Non conosco questa emissione, per cui inserisco questo link a zeno.ru in cui compare un esemplare simile che un utente identifica come medaglia di propaganda della vittoriosa campagna francese in Algeria del 1857. zeno.ru Certo che su una medaglia francese e per giunta di propaganda compaia il nome del sultano ottomano appare strano, ma magari il fatto ha le sue ragioni che una migliore conoscenza della storia potrebbe fornire. Un'interpretazione molto "fai da te" che mi viene in mente è che la moneta possa commemorare non la vittoria francese del 1857, ma, al contrario, un episodio d'orgoglio algerino per cui il dey d'Algeri colpì il console francese nel 1827, cosa per cui i francesi sembra se la presero moltissimo. Scrivo questo perché la data dall'utente zeno interpretata come 1857, forse potrebbe essere letta appunto 1827. La legenda al dritto è la classica che cita il sultano. Quella al rovescio è decisamente più particolare e per me oscura. Se, e sottolineo mille volte se, fosse in turco, potrebbe essere letta, forse, come "mare algerino" o qualcosa del genere, come a dire che dall'Algeria i francesi hanno avuto il trattamento meritato. Non saprei. Vedete un po' voi.
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