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  1. Exergus

    Exergus

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/15/11 in tutte le aree

  1. I VOTI SULLE MONETE ROMANE I voti pubblici, durante la Repubblica, appaiono per la prima ed unica volta su un denario della Gens Nonia. M. Nonius Sufenas. denario, zecca di Roma 59 a.C. Seaby Roman Silver Coins, Nonia 1 D: SVFENAS SC, testa di Saturno rivolta destra, harpa e pietra conica dietro la testa. V: PR L V P F, SEX NONI in esergo, Roma seduta su una pila di scudi, regge spada e scettro, viene incoronata dalla Vittoria. "Attualmente la legenda del rovescio viene così sciolta: Sex. Nonius Praetor Ludos Victoriae Primus Fecit Il riferimento è ad un antenato del magistrato che per primo celebrò i Ludi Victoriae Sullanae, ovvero i giochi che miravano a celebrare le vittorie di Silla. Vi è però una differente interpretazione che scioglie la legenda in Sexius Nonius Primus (o Praetor) Ludus Votivus Publicos Fecit. Il riferimento quindi è ai ludi votivi e non ai ludi victoriae." Un ringraziamento va all'amico Rapax per il chiarimento sulla legenda :) I Ludi Votivi erano promossi dai generali prima di partire per le campagne militari, oppure quando un pericolo imminente veniva scongiurato. Questi giochi si celebravano in varie occasioni, essendo di carattere sia pubblico che privato. I voti sono poi assai frequentemente menzionati sulle monete dell’impero. Era costume nella Roma imperiale di fare dei voti pubblici alle calende di Gennaio, quando si eleggevano i consoli, per la prosperità dell’impero, e altri voti si facevano alle terze none dello stesso mese per la salute dell’imperatore. Oltre a ciò non era raro il caso di voti speciali per un dato avvenimento. I voti decennali datano da Augusto, il quale nell’anno 727 di Roma (27 a.C.) aveva assunto il comando delle provincie, promettendo che in dieci anni tutto il mondo sarebbe stato pacificato. Terminati i 10 anni, gli venne accordata una proroga di 5 anni, un’altra ancora di 5, ed un’altra di 10 anni. I suoi successori, senza avere dal popolo o dal Senato tali delegazioni, conservarono l’abitudine di celebrare voti decennali, poi quinquennali, e in seguito se ne celebrarono di speciali per i ventennali, trentennali ecc., voti per il passato e voti per il futuro, da che la distinzione in VOTA SOLVTA (voti sciolti) e VOTA SVSCEPTA (voti promessi o augurati). Anticamente e fino al regno di Commodo, il tipo dei voti sulle monete è rappresentato dall’imperatore sacrificante, talora solo, talora accompagnato da sacerdoti, vittimarii, musicisti e altri personaggi. Poi si usò scrivere semplicemente la legenda in una corona, o su di uno scudo portato da una Vittoria, o nel basso impero da due figure rappresentanti Roma e Costantinopoli. Le legende che più comunemente troviamo menzionanti i voti sono: VOTA PVBLICA VOTA SVSCEPTA VOTA SOLVTA VOTA V - Vota quinquennalia VOTA X - Vota decennalia VOT X ET XX - Votis decennalibus (solutis) et vigennalibus (susceptis) VOT XV MVLT XXX – Votis quindecennalibus (solutis) multis trigesimalibus (susceptis) VOT XX SIC XXX – Votis vigentis feliciter solutis sic trigesimalia solventur VOTIS MVLTIS – Votis multis (susceptis solutisque) Se il ricordo dei voti può avere una certa base per calcolare l’epoca delle monete che li ricordano sulle emissioni dell’alto impero, tale base manca nel tardo impero, in cui per dar luogo ad un maggior numero di feste, si abbreviavano i periodi, e i voti celebrati erano assai maggiori degli anni di regno. (Tratto dal “Manuale elementare – Monete romane” di Francesco Gnecchi, edizioni Ulrico Hoepli, Milano 1896.) Qualsiasi integrazione sarà ovviamente ben accetta. Ciao, Exergus
    2 punti
  2. Salve a tutti. Prima di iniziare vorrei ringraziare gpittini che nella sua precendente discussione, nel mostare proprio un grazioso esemplare di questo usurpatore, ha dato una notevole esortazione per la stesura di questa piccola ricerca. Senza il suo accenno credo che, nel migliore dei casi, questo argomento sarebbe stato trattato più lontano nel tempo. Introduzione. Nell'ultimo secolo di vita dell'Impero Romano d'Oriente ci furono molte personalità che hanno tentano di affacciarsi sulla scena politca e di opporsi definitivamente al potere centrale. La storia ci ha tramandato i più noti, ma ce ne sono altri il cui nome resta un ricordo lontano, quasi evanescente, la cui figura incorporea sfugge a noi che non possiamo comprendere i loro gesti e le loro vicende se non attraverso echi riflessi che sono poco più che cenni involontari del loro passaggio. E' questo il caso che ci apprestiamo ad analizzare, quello di un usurpatore di cui avremmo posseduto solo il nome e qualche notiziola di poco conto, se non fosse per alcune delle sue rare coniazioni. Cenni storico-biografici. Nato nel 325 d.C. in Cilicia, Procopio era cugino dell'Imperatore Flavio Claudio Giuliano, detto Apostata, per parte di madre. Ambasciatore sotto Costanzo II e Ufficiale superiore dell'esercito imperiale sotto il regno di Giuliano, Procopio apparteneva alla fascia più alta dell'aristocrazia dell'epoca, anche per via della parentela che lo univa alla famiglia imperiale. Prese parte, nel 363, alla campagna militare condotta dall'Imperatore contro i Sasanidi. Lo troviamo a capo di un distaccamento di circa diciottomila uomini che aveva il compito di stipulare un trattato d'alleanza con il re dell'Armenia Arsace. Ottenutolo, Procopio col collega Sebastiano, altro importante generale dello Stato Maggiore, si riunì con le truppe di Giuliano che si erano stabilite in Assiria. L'Imperatore morì durante gli scontri che seguirono nelle retrovie del suo esercito, forse per un colpo di lancia inflittogli al fianco scoperto dell'armatura. Sul letto di morte l'Imperatore chiese a Procopio di far trasportare il suo corpo a Tarso e lì avrebbero dovuto avere luogo le esequie solenni. Il cugino si attenne fedelmente alle ultime istruzioni ricevute e, terminato il suo compito, si ritirò a vita privata, molto probabilmente presso alcune proprietà che aveva a Cesarea in Cappadocia. Intanto Valentiniano I, Imperatore d'Occidente, aveva posto sul trono orientale, nel 364, il fratello Valente che mal sopportava il ricordo, ancora vivo, del defunto Giuliano. La parentela con questo Imperatore costrinse Procopio a spostarsi continuamente: Valente lo osteggiava con tutti i mezzi che disponeva, vedendo in lui anche un potenziale rivale al potere politico dell'Impero d'Oriente. Posto sotto stretto controllo dalle autorità imperiali, Procopio si rifugiò prima in Bitinia per poi spostarsi a Costantinopoli dove, approfittando dell'assenza di Valente, peraltro male accetto da parte della maggioranza del popolo e dell'esercito, con l'aiuto dei suoi seguaci, armò due legioni e dei reparti di volontari. Era, infatti, convinto che, oltre a sottolineare la scomoda parentela in senso propagandistico a danno del già malvoluto Valente, una forza armata sarebbe stata indispensabile per affermarsi nella capitale dell'Oriente. A Costantinopoli, invece, non ci fu bisogno di spargere sangue: il Senato, quindi l'aristocrazia della città, in accordo con l'esercito, accettarono immediatamente la presenza di Procopio riconoscendolo addirittura come loro Imperatore il 24 settembre del 365 d.C. Procopio era riuscito ad ottenere la porpora anche grazie all'aiuto dei Visigoti e delle armate orientali di origine germanica. Valente, venuto a conoscenza degli avvenimenti, mosse subito contro il rivale in Galazia. Suo fratello non potè inviargli aiuti militari nè di altro genere, poichè anch'egli stava avendo a che fare, proprio nello stesso periodo, con dei Germani ribelli al confine nord dell'Impero. A Mygdos le truppe di Valente e di Procopio si incontrarono, ma le divisioni degli Iovii e dei Victores abbandonarono l'esercito del legittimo Imperatore per passare dalla parte dell'usurpatore, annullando, così, lo scontro e segnando il primo ed unico punto a favore di Procopio. Valente, trovandosi in difficoltà, si rifugiò an Ancyra da dove coordinò le azioni militari contro il rivale. Intanto Procopio si preoccupò di radunare vettovaglie, reclute e denaro in numero sufficiente in vista dello scontro finale che avrebbe dovuto togliere di mezzo Valente e affermare la sua supremazia. Scontro finale che, per colpa dell'avvenuta defezione di alcuni corpi militari dell'armata di Procopio e per l'incapacità di alcuni suoi generali, si frammentò in più battaglie durante le quali l'esercito dell'usurpatore ebbe più volte la peggio e fu costretto a ritirarsi. A peggiorare la situazione di un Procopio abbandonato ed in fuga contribuirono alcuni suoi collaboratori germanici che prima finsero di aiutarlo a scappare dalle grinfie del legittimo Imperatore e poi lo tradirono consegnandolo a Valente il 27 maggio del 366 d.C., dopo soli otto mesi di regno. Procopio fu giustiziato (non si sa con sicurezza se decapitato o squartato) insieme a tutti i suoi fedelissimi che lo seguirono fino alla fine della sua movimentata avventura.
    2 punti
  3. Ciao Gianfranco :) Il Babelon riporta che la legenda PV, come hai scritto, sta per "argento publico" ed indica che i denari erano stato coniati con l'argento del tesoro pubblico in virtù della legge Plautia-Papiria. Enrico :)
    1 punto
  4. DE GREGE EPICURI Il RIC lo chiama "piccolo oggetto indeterminato", e lo colloca sulla sinistra, davanti al volto di Procopio; non è sempre presente, ma solo in alcuni dei conii. Esistono quindi monete "con" e monete "senza" questo oggetto misterioso. A me sembra che nel mio bronzetto qualcosa ci sia, ma più che un oggetto sembra una P, giusto davanti al naso. La moneta pesa 3,2 g. e misura 19 mm; il volto è verso sin., e la scritta recita: DN PROCO-PIUS PF AUG. Al R. Procopio in piedi col labaro nella dx, mentre la sin. è appoggiata allo scudo; in alto sulla destra un cristogramma.La scritta è quella consueta: REPERATI-O FEL TEMP. L'esergo mi lascia qualche dubbio, ma dovrebbe essere CONS. Classificazione: RIC 17a se l'oggetto non c'è; RIC 18 se c'è. Mi date i vostri pareri? Grazie!
    1 punto
  5. 10 heller impero austro ungarico,è in nickel e vale pochi cent
    1 punto
  6. Prova a cercare Hugo Schneider... ;)
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  7. Grazie Enrico, sono contento che la discussione ti sia piaciuta. :)
    1 punto
  8. Ciao! ... personalmente non posso che complimentarmi per l'ottima ricerca di Exergus ed assegnare le mie "cinque stelle" alla discussione. :clapping: Ciao Illyricum :)
    1 punto
  9. La fattura mi lascia molto perplesso riguardo l'autenticità, forse sbaglio, ma sembra una riproduzione moderna con patina deserto artificiale. Non riesco inoltre a dare un senso alla legenda che sembra: IMPCAESMAVRENIVLSXANDEMAVG :blink: Il diametro sembra essere di circa 30mm Da quel ...XAND... nella legenda, il ritratto sembrerebbe riconducibile ad Alessandro Severo. Aspettiamo altri pareri. Ciao, Exergus :)
    1 punto
  10. Dai una letta a questo post:
    1 punto
  11. Ciao Gianfranco, intanto anche a me la zecca sembra Costantinopoli, ...ONS si vede abbastanza bene. Sul RIC parlano sì di un piccolo oggetto indeterminato, ma si trova al verso, ai piedi dell'imperatore, sulla tua è presente, quindi è il 17a: Si trova anche su esemplari di Nicomedia e Cyzico, non è citato invece per la zecca di Eraclea. Quel segno davanti al naso potrebbe essere solo una concrezione... Ciao, Exergus Ottimo suggerimento.
    1 punto
  12. Credo che sia da cercare piu' a Nord, ad esempio in Danimarca. Puoi confrontarlo con questo penninge attribuito a Eric V (Erik Klipping), zecca di Ribe: http://www.danskmoent.dk/mb/mb244.htm
    1 punto
  13. Debbo rappresentare all'illustre collega Bizerba (detto Michele...:)) i miei complimenti e una sincera solidarietà per l'excursus squisitamente tecnico rappresentato nei precedenti post. Medesima solidarietà per essere riuscito il medesimo Michele (detto Bizerba...:)) ad agganciare note tecniche e riflessioni giuridiche...al mondo quotidiano del collezionismo. Infine esprimo nei confronti di Dabbene solidarietà e merito per aver tracciato una concreta e sapiente via di uscita alla diatriba, sempre nel merito del collezionismo privato che sarebbe ormai disponibile alla migliore collaborazione nei confronti della fruizione di un patrimonio minuziosamente e sapientemente salvaguardato e custodito (dai medesimi collezionisti). Dall'unione del pensiero espresso dall'ottimo Bizerba e dalle note rappresentate da Dabbene - peraltro intelligentemente introdotte da Paleologo - credo sia ipotizzabile un futuro più sereno e produttivo per il collezionismo numismatico. In tal senso attendiamo che si inizi a lavorarci tecnicamente e propositivamente, così da pervenire ad una riforma/bonifica dell'approccio oggi cogente (vigente): chiaramente improntato a non voler mollare l'osso e ad una sorta di caccia alle streghe. Possiamo per altro verso riconoscere ad Aulisio un cristallino desiderio di salvaguardia del nostro patrimonio storico ed archeologico che fa onore al medesimo. Al riguardo mi consento di muovere due sole riflessioni di estrema concretezza. - 1) La numismatica e i relativi ambiti sono terreni estremamente difficili sia sotto il profilo tecnico, che quello culturale...ancora di più sotto l'aspetto ambientale. Il purista dovrebbe abbandonare il collezionismo non appena se ne accorge...a voler essere estremamente coerente. Una qualunque persona avveduta, navigata e pragmatica...idem, anche se per motivi non necessariamente etici e deontologici, ma per evitare delusioni, seccature e possibili remissioni. Infatti ciò accade...più spesso di quanto si pensi. Di qui, anche, deriva il relativo scarso numero di appassionati, almeno in Italia. E non è un bene...anzi! Trattasi tuttavia di una situazione che porta ad una sorta di sterile nichilismo che, l'ottimo Aulisio comprenderà...non è nemmeno nell'interese della numismatica colta e scientifica, atteso che: lasciare le monete ai soli specialisti dello Stato non credo sia la migliore soluzione possibile...purtroppo. Uno dice: e perchè mai? Perchè siamo in Italia...grande e complesso paese di difficile comprensione, come gli studiosi anglosassoni stigmatizzano con analisi stringenti e provate ;). Caro Aulisio...Lei sa perchè nei monetieri pubblici italiani (escludiamo il Vaticano) è molto difficile trovare delle monete veramente importanti o di buona/grande conservazione (cioè godibili artisticamente e/o storicamente)? Si dia una risposta e non costringa me a darla...si, ecco, è quella giusta! Lei sa quante monete - da sempre - si sono perse purtroppo e distrattamente, dopo essere state ritrovate? Lei sa quante monete catalogate non si ritrovano o non sono quelle originali uscite dallo scavo...naturalmente solo perchè sono troppe e si possono perdere, disguidare, rovinare in quanto cadono per terra...si cancerizzano per l'umidità o finiscono in altri magazzini e contenitori, non per altro. E quante monete sono state decontestualizzate in corso di scavo...naturalmente perchè sfuggite al saggino ed al pennello od alla rete di filtraggio...o perchè smarrite immediatamente dopo lo scavo. Lei sa quante monete, pur di relativa conservazione e non sempre di autentico interesse giacciono nei sotterranei di istituti pubblici?...Sono decine e decine di migliaia e non si sa bene cosa stiano a fare...perse ed immobili nell'oscurità e nell'umidità. Vede...non se ne esce mica in questo geniale paese fatto di talenti individualisti...che non per niente hanno dato luogo al Rinascimento. 2) Se vogliamo, per converso incentivare e bonificare (in tutti i sensi) la numismatica...io tralascerei il passato...tanto non possiamo cambiarlo. Peraltro sembra che nell'ambito internazionale vi sia un grande fervore ed una messe di nuovi appassionati a tutti i livelli...che propiziano un rilancio della numismatica. Dalla nuda terra esce ormai poco materiale per vari motivi, compreso l'esaurimento dei ritrovamenti sporadici e superficiali. Tutti ormai ci vanno con i piedi di piombo, ben consapevoli di potersi cacciare nei guai. Questo Forum è al riguardo coerente e correttamente allineato al rispetto delle norme. Credo che i tempi siano maturi per dar corso tecnicamente a qualcosa di nuovo, probabilmente migliore, che si ripercuoterebbe positivamente su tutto l'ambiente e questo Sito si adopera perchè ciò accada. Incentiviamoci e lavoriamoci su...ecco il da farsi. Grazie per l'attenzione.
    1 punto
  14. Ciao. Tanto per capire quali erano allora i problemi.....altro che Fondo specchio! M.
    1 punto
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