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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/07/11 in tutte le aree
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ho fatto un montaggio di vari imitativi della serie DIVO CLAVDIO pescati dal mio repertorio iconografico di radiati imitativi e li ho raffrontati con la parte di legenda identificata come [...] VDIO della moneta in oggetto con un ritocco di luminosità e contrasto. in effetti le lettere V D I O sono plausibili e coindicerebbero con il finale di legenda DIVO CLAVDIO, sono piuttosto addensate però rispetto la tipologia ordinaria della serie: la V nella moneta in questione parte in corrispondenza del naso dell'imperatore mentre negli altri esemplari di solito è sempre posizionata prima, ma è anche vero che parlandop di imitative questo non significa molto perché varia in funzione del grado di "barbarizzazione" (che brutto termine!) del tipo. un'altra ipotesi potrebbe essere che la moneta non è un radiato imitativo ibrido (DIVO CLAVDIO + Spes) bensì un radiato sempre imitativo del tipo ufficiale SPES AVG (o anche SPES PVBLICA, ma secondo me la degenerazione della legenda del rovescio porta alla tipologia spes avg probabilmente) di Claudio II e in questo caso le lettere leggibili potrebbero essere non più [DIVO CLA]VDIO bensì [iMP CLAVDIVS] PF A [VG]... rimaniamo sempre nel campo delle ipotesi e ovviamente son tutti discorsi da prendere con le pinze! Riporto una spes publica e un'altra unione delle parti interessate per un confronto... in questo caso gli spazi e il posizionamento delle lettere sarebbero più coerenti. a ogni modo... dovessi scegliere una delle due ipotesi dibattute, resterei nella ipotetica serie DIVO CLAVDIO per il dritto e confermerei la SPES AVG con legenda degradata e retrograda per il rovescio.2 punti
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Ciao a tutti volevo far notare che nella scheda delle monete francesi non appare questa novità: dal 2011 non c'è più il simbolo del corno ma: dal 2011 Yves Sampo è il nuovo capo del laboratorio di incisione.Intitolato "Fleurette d'atelier" illustra lo spirito di squadra del suddetto laboratorio. Raffigura un pentagono contenente "AG" la sigla di Atelier de Gravure(lab. di incisione) e in piedi "MP" per Monnaie de Paris et Pessac; le iniziali di Yves Sampo appaiono su entrambi i lati1 punto
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Ciao Jagd L'incisione sull'anello rappresenta un agnello pasquale che è il simbolo di Cristo Risorto. La tematica è quindi religiosa e lo stile dell'incisione è arcaico, molto probabilmente di età medievale. Il fatto che sia rotto potrebbe essere un caso legato al tempo, ma c'è anche da dire che anticamente questo tipo di anelli appartenevano a dei religiosi che li indossavano per rappresentare la loro appartenenza alla Chiesa. Quando questi religiosi morivano, il loro anello veniva spezzato. Tale consuetudine si utilizza tutt'ora nel caso dei pontefici e del loro "anello piscatorio" che viene spezzato subito dopo la loro morte. Enrico1 punto
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Non credo che qui si stia discutendo pro o contro il collezionismo numismatico. g.aulisio ha confermato di essere egli stesso un collezionista e, conoscendolo io di persona, posso assicurarvi che non è strabico ;) Mi sembra che l'argomento di cui stiamo discutendo, alla base, sia un altro, ed è un argomento che mi preme molto: quali comportamenti dei collezionisti possono nuocere alla salvaguardia del nostro patrimonio storico e archeologico, e viceversa, quali possono contribuire positivamente al perseguimento di questo obiettivo? E secondariamente (ma non per importanza) come può il mondo degli appassionati contribuire a creare un clima di fiducia e cooperazione tra tutte le componenti dell'ambiente di chi si occupa di monete e, più in generale, di beni storici e archeologici? Sbaglio se penso che, se esistesse questo clima di fiducia e cooperazione, episodi di vessazione giudiziaria come quelli che vengono regolarmente descritti su questo forum non accadrebbero più? Siccome non sono uscito adesso dall'uovo di Pasqua, non credo certo che questo sia un obiettivo realizzabile la prossima settimana, ma se non cominciamo noi adesso a lavorarci, con i nuovi strumenti che abbiamo a disposizione e approfittando anche di una certa apertura che, saltuariamente e a macchia di leopardo, ci viene manifestata dagli "addetti ai lavori", quando pensiamo che si possa mai realizzare?1 punto
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Salve. L'accostamento dei nominali che hai effettuato non era passato inosservato già qualche tempo fa. Esistono, infatti, dei danari d'argento romani emessi in epoche diverse che presentano non solo la pantera e il tirso, bensì anche la testa giovanile e imberbe del dio Dioniso. Essi sono: AR denario del 90 a.C. di Q. Tito (Cr. 341/2); AR denario del 78 a.C. di Cassio Longino (Cr. 386/1); AR denario di M. Volteio, databile allo stesso anno del precedente (Cr. 385/3); AR denario del 48 a.C. di C. Vibio Pansa Cetroniano (Cr. serie n.° 449); AR denario del 42 a.C. di Vibio Varo (Cr. 494/36). Questa curiosa monetazione bronzea, erroneamente fatta risalire alla città di Capua, è ancora piuttosto discussa. Secondo i più recenti studi queste monete hanno poco a che fare con Capua a cui furono inizialmente attribuite con molti dubbi, che spesso furono ignorati perchè scomodi. Esse, infatti, furono emesse nel territorio di Minturnae nella zona del Garigliano. Questa ipotesi è supportata dall'analisi del complesso periodo storico: dal punto di vista religioso fu introdotto il culto misterico di Dioniso, di origine orientale, che prima di arrivare a Roma, la quale intraprese una inutile campagna per ostacolarne la diffusione, si concretizzò nella Campania del nord, soprattutto nei dintorni di Minturnae, nella piana del Garigliano. Questa tipologia di moneta sarebbe, quindi, ricoleggabile ai riti dionisiaci che, stando alla testimonianza di Tito Livio (XXXIX - 12.3), avvenivano in luoghi isolati, lontano dai centri abitati, in boschi sacri ed essenzialmente nei pressi di un fiume. Si narra di una donna chiamata Sulpicia che assieme ad latre matrone avrebbe preso parte ai Baccanali. I partecipanti al rito <<come impazziti vaneggiavano gesticolando da invasati con tutta la persona, le matrone in atteggiamento da baccanti, coi capelli sparsi, correvano giù fino al Tevere con le torce accese e, dopo averle immerse nell'acqua, poichè queste contenevano zolfo vivo e calce, le estraevano colla fiamma intatta>>. Una scena come questa possiamo immaginarla sulle rive del Liri, dove sono stati ritrovati oggetti attinenti alla fertilità maschile di cui Dioniso era il protettore. Le stesse cose potevano avvenire anche sul fiume Garigliano nel territorio di Minturnae, possibile luogo di emissione di tali conii. Le monete furono emesse in un periodo che va dal II secolo a.C. al 91-89 a.C. (Guerra Sociale). Questi conii dovevano servire da circolante minuto per i mercati italici della zona che non accettavano più la sottomissione al potere romano (le legende di alcune monete sono in osco e non in latino). Anche le monete assurgevano a simbologia della libertà dall'opprimente dominio romano: altro nome di Dioniso, infatti, era Libero. Coloro che emisero queste monete volevano essere "liberi" dalla dominazione romana. E quale mezzo più importante per comunicare questa idea di libertà personificata se non colle monete recanti l'effige di Dioniso/Libero accompagnate dalla pantera con tirso che ne sottolinea l'orgine del culto orientale? Non tutte le monete sono necessariamente di forma particolare: ce ne sono molte il cui tondello è tondo e ben definito, altre più rozzamente disegnate e col tondello malamente formato. Questo genere di monete potevano anche essere frutto di un riconio effettuato da Minturnae: infatti, si hanno notizie di monete in bronzo di Suessa del tipo Atena/ Gallo talmente consunte da essere state ritirate e di seguito ribattute con l'immagine di Dioniso/pantera e tirso. La moneta Dioniso/pantera e tirso, se si nota bene, pesa in media circa 4 gr. (classificabile al secondo gruppo - vedi sotto); una moneta del tipo suddetto di Suessa in discrete condizioni può già raggiungere i 4,6 gr., possiamo immaginare una più consunta. I tondelli ribattuti sono più precisi e più tondeggianti proprio a causa di questo riutilizzo e presentano anche una colorazione del metallo differente. Se prendiamo, ad esempio, il disegno nell'opera di F. Daniele a titolo Monete antiche di Capua, Napoli 1802 a pag. 33 n.° IX si noterà subito che il tondello rappresentato non è affatto preciso e tondo, ma spigoloso e irregolare. Alcune di queste emissioni, quindi, hanno tondelli imprecisi e lavorazioni piuttosto rozze. Queste monete sono state suddivise in tre categorie, solo per ricordare quelle che più ci riguardano, tralasciando le varianti e le tipologie particolari che non sto a trattare in questa sede. 1) A questo gruppo appartengono le monete cronologicamente più antiche con al D/ la testa di Bacco/Dioniso a destra coronata d'edera e al R/ una pantera a destra con testa frontale, tenente colla zampa sinistra un tirso simile ad un'asta sulla spalla. Si distingue dagli altri per lo stile incisorio più curato e fine. Peso medio: 7,34 gr.Diametro medio: 19,6 mm. 2) A questo secondo gruppo appartengono gli esemplari di stile quasi approssimativo. Al D/ troviamo la testa di Bacco coronata d'edera e al R/ la pantera a destra con testa frontale, tenente colla zampa sinistra un tirso simile ad un'asta sulla spalla. Peso medio: 4,95 gr. Diametro medio: 15,37 mm. A questa tipologia, immediatamente successiva alla precedente, forse, si può ricondurre l'esemplare postato da Emiliano 77. 3) A questo terzo gruppo si ascrivono gli esemplari di stile rozzo o approssimativo , con la pantera disegnata in modo grossolano e il tirso perde l'elegante forma affusolata dell'asta, come nei casi precedenti, per accostarsi ad un'iconografia molto tozza. Al D/ troviamo la consueta testa di Bacco a destra con foglie d'edera. Al R/ la pantera a destra con viso frontale che regge un tirso sulla con all'estremità una grossa e doppia pigna. Questa fu certamente l'ultima emissione di detta tipologia e si fa risalire agli anni della Guerra Sociale (91-89 a.C.). La datazione si è potuta stabilire grazie al ritrovamento di tre quadranti romani di questo periodo sui quali è stata reimpressa la consueta iconografia in questione. Dato che furono realizzati in un periodo di crisi per le autorità sannitiche in rivolta il loro peso è calante, ma il diametro resta pressappoco lo stesso: Peso medio: 3,99 gr. Diametro medio: 15,79 mm.1 punto
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Bisogna però tenere conto dell'ambito Bolaffi. Un conto è un pollo che compra credendo di sapere, ma nessuno glielo fa credere e fa tutto da solo. Un conto è un cliente consapevolmente mal instradato e per di più da gente che passa come esperta nel settore. A mio avviso, non è la stessa cosa. Il professionismo ha senso proprio perché, in teoria, rivolgendoti ad un professionista non avresti bisogno di verificare tu stesso. La strategia di Bolaffi è subdola. I contatti con la zecca, le aste con pezzi importanti da un lato. Dall'altro le monete del Milan mescolate alle monete romane, le trasmissioni televisive, a suo tempo i fascicoli da edicola con francobolli e monete. Non si può liquidare tutto questo dando la colpa al pollo di turno. Non per niente professionisti, che pure si pongono nei confronti dei clienti in modo ben diverso da Bolaffi, non lo criticano, il che è abbastanza inquietante, perché significa che comunque lo riconoscono come uno di loro. E questo è il vero "capolavoro" di Bolaffi. Per correttezza quoto incuso che prima di me, ha scritto concetti simili ai miei.1 punto
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Buona sera a tutti. L'Associazione Numismatici della Sardegna torna a tediarVI ..( con uno studio del sottoscritto su un aspetto poco o per nulla noto sulla data di decorrenza del corso legale della moneta da centesimi 20 di nichelio misto, coniata a nome di Umberto I. Lo studio prende le mosse dalla scoperta di un Decreto Ministeriale che anticiperebbe la decorrenza del corso legale della moneta di alcuni giorni rispetto alla decorrenza stabilita dal Regio decreto 26 aprile 1894, nr. 161. Grazie alla collaborazione tecnica di incuso che ha consentito di caricare lo studio qui: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/201110/Nichelinopdf.pdf ora potete darci un'occhiata tutti. Non siate troppo severi e fatemi sapere cosa ne pensate... Saluti. Michele1 punto
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Ciao. "“Perché scavano i tombaroli? Lascia perdere la filiera criminale adombrata da Elledi (esistente ma non rilevante in questo caso). Qual'é il terminale ultimo? Sono le collezioni. Ed il mondo del collezionismo. Ci vuole tanto ad ammetterlo? No. Pero' non l'hai fatto”. Non l'ho fatto non certo per ipocrisia ma perchè l'ho do per scontato. Una volta che abbiamo riconosciuto questa verità cosa abbiamo ottenuto? Non certo l'equazione che tutti i collezionisti si approvvigionano dai canali illeciti. Capisco che forse la percezione del problema dalla “trincea” (cioè dalle aule di Tribunale) è alquanto diversa da quella che si può avere stando magari in un “salotto” ma, ancora una volta suggerirei di non abbandonare l'approccio concreto ai casi moltissimi casi singoli di soggetti coinvolti in procedimenti giudiziari che con i “tombaroli” nulla hanno a che vedere. "Pero', dato che i tombaroli non delinquono per amore del rischio e dell'avventura, possiamo anche presumere (con qualche probabilità di azzeccarci) che una quota più o meno ampia di quella che é la comunità dei collezionisti rientri anche nella comunità degli acquirenti (diretti o indiretti) dei tombaroli. Senza collezionisti senza scrupoli di questo genere i tombaroli, e con loro la spoliazione di beni che appartengono ad ognuno di noi in quanto cittadini, non avrebbero ragione di esistere." Possiamo anche presumerlo qui in "salotto", ma nelle aule di giustizia, dove si rischia sulla propria pelle, non basta presumere ma bisogna dimostrare. "E qui torno alle origini della discussione, seguendo il tuo invito: quella che per te é una buona notizia, ossia il dispositivo della sentenza di Cagliari, per me non lo é affatto. Non per il "senso" (assoluzione dell'imputato, di cui mi rallegro sinceramente) ma per le motivazioni. Motivazioni che per una serie di motivi già esposti sopra (non voglio ripetermi ulteriormente) ritengo vadano in senso opposto all'esigenza di salvaguardare il patrimonio culturale, non fosse altro perché potrebbero essere applicate alla lettera anche a casi in cui ci si dovesse trovare di fronte ad un caso di reale ricettazione, ma con monete pulite, di poco valore e "decontestualizzate"... ma provenienti da scavo." Allora per Te quale sarebbe dovuta essere la “buona notizia”? Che il Tribunale avesse comunque condannato l'imputato, pur in assenza della “culturalità” del materiale in sequestro, culturalità espressamente richiesta dalla norma incriminatrice e che non è affatto emersa nel corso del dibattimento per stessa ammissione del perito dell'Accusa (lo stesso perito che guarda caso però, nella fase delle indagini preliminari, aveva invece inspiegabilmente sostenuto il contrario...)? Che il Tribunale avesse condannato comunque l'imputato per non essere stato in grado di dimostrare, documenti alla mano, che tutte le monete sequestrate, pur non rivestenti la culturalità, non avevano la documentazione di provenienza risalente almeno al 1909? Che il Tribunale avesse condannato l'imputato pur con la richiesta di assoluzione del P.M.? Come dicevo i casi vanno sempre contestualizzati...non si dovrebbe “presumere” nelle aule di giustizia (qualche volta, in assenza di prove, si possono anche utilizzare le presunzioni ma solo se sono “gravi, precise e concordanti”) ma si dovrebbe applicare sempre e solo la legge ed i suoi schemi. Il timore che le Istituzioni dello Stato non siano in grado di reprimere il fenomeno del saccheggio dei bb.cc. è certamente fondatissimo, ma questa inefficienza non può mai ripercuotersi sul cittadino (collezionista e non) che non può essere giudicato sulla base di presunzioni o di evidenti forzature giuridiche (non venitemi a dire che non sia una palese forzatura la richiesta di documentazione ante 1909 per dimostrare il lecito possesso...). Il settore dei bb.cc. non è il solo, purtroppo, che soffre di questa mancanza di attenzione da parte delle Istituzioni. Lo sappiamo tutti che in Italia ci sono i falsi invalidi che percepiscono una pensione (che facciamo, gli incriminiamo tutti per truffa e poi vediamo in Tribunale se sono davvero invalidi?), sappiamo degli evasori fiscali che non pagano le tasse (anche qui, che facciamo? Presumiamo che tutte lae“partite iva” evadano il fisco e le portiamo in Tribunale?) ecc. ecc. Ma dobbiamo tenere i ruoli distinti. Chi è preposto alla tutela si occupi di tutela: chi è preposto a giudicare, giudichi secondo le leggi vigenti. Non posso accettare, per il principio di legalità, che chi è preposto a giudicare debba svolgere anche ruoli di “supplenza” verso chi non può o non vuole o non riesce a svolgere adeguatamente il suo ruolo di controllore. Sei al corrente che ci sono numerosi cittadini/collezionisti che, pur essendo stati prosciolti dall'accusa di impossessamento illecito di bb.cc., si sono visti comunque sottrarre le loro monete, che sono finite nei magazzini delle Soprintendenze, perchè non avevano la documentazione che certificava gli acquisti? Dove sta scritto che devo conservare sine die la documentazione relativa all'acquisto di una moneta? Non stiamo forse assistendo ad una forma surrettizia di “supplenza” giudiziaria (molto “all'ingrosso”, fra l'altro) rispetto a chi dovrebbe svolgere i compiti di tutela? Che fa uso di presunzioni e di pareri tecnici spesso privi di reale motivazione (vuoi un esempio? Ecco cosa scrive conclusivamente un Perito della procura: “Nonostante le monete in questione siano conosciute in un gran numero di esemplari e alla letteratura specializzata, si consiglia la acquisizione dell'intera raccolta alla Collezioni dello Stato poiché di interesse archeologico e quindi sottoposte a tutela ai sensi del D. Lvo 42/2004”)! Se lo stesso Ministero dei bb.cc., attraverso una sua Soprintendenza ed in risposta ad un collezionista che era solito comunicare tutte le sue acquisizioni, ha scritto che non è obbligatorio notificare il possesso delle monete (trovi la scansione della risposta da qualche parte in questa sezione del forum)? Scendiamo dagli intermundia epicurei e caliamoci nella concreta realtà di tutti i giorni. Quanti collezionisti/cittadini, che non hanno mai avuto contatti con tombaroli e lestofanti vari, potrebbero dimostrare di avere tutte (dico tutte) le loro monete corredate da documentazione? Tu ed io (e tutti gli altri che ci leggono) lo sappiamo benissimo. Nessuno. E questo è sufficiente per presumere che essi siano potenziali riciclatori di bb.cc. asportati clandestinamente? Siamo tutti dispiaciuti del saccheggio che subisce il nostro patrimonio culturale, così come siamo tutti contrari ai falsi invalidi e all'evasione fiscale, ma, detto questo credo che si debba anche pretendere che si giudichino le persone sulla base delle regole di diritto anziché con l'applicazione di presunzioni e, soprattutto, non con l'intento di supplire a deficienze che riguardano altri apparati dello Stato. Ecco perchè continuo a ritenere una “buona notizia” quella che arriva dal Tribunale di Oristano. Nella facciata della facoltà di giurisprudenza della mia città c'è la seguente iscrizione: “UNICUIQUE SUUM TRIBUERE” In questo caso troverei ancor più azzeccato che si tenesse presente un altro brocardo, coniato per l'occasione: unusquisque suum faciat! Saluti. Michele1 punto
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Intanto aggiungo il link al sito della mostra visto che è ancora attivo: Il Volto del Potere - Vinovo 2007 Ecco alcune immagini (di bassa qualità) delle medaglie.... erano offerte con una cartolina numerata da 1 a 100 Al rovescio trovava posto lo stemma del comune di Vinovo e l'anno di emissione.1 punto
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Ieri mi è arrivato il volantino per acqustare il 20 e 50 euro oro di San Marino... monete bruttine :unsure: Se qualcuno è interessato, le può anche prendere :huh:1 punto
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