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  1. numa numa

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  2. cembruno5500

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/04/11 in tutte le aree

  1. Mi incuriosisce questo asse repubblicano contromarcato: http://www.vcoins.com/ancient/davidconnors/store/viewItem.asp?idProduct=20574 Immagino che i nummulari non avessero interesse a marcare un bronzo; questo mi farebbe pensare che si tratti, quindi, di una contromarca ufficiale (imperiale?). Ma in tal caso, cosa potrebbe significare la sigla "SS"? E perché il venditore afferma che ha circolato sul suolo spagnolo?
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  2. VITA E IMPRESE. Salve a tutti. Seguendo le mie precedenti ricerche vorrei orientare anche questa verso la conoscenza di un usurpatore del potere imperiale su cui si sa davvero poco e, come se non bastasse, si fa molta confusione nell'identificarlo pure storicamente. Il suo nome ci è noto attraverso una sola fonte relativamente affidabile: la rinomata e più volte citata Historia Augusta, componimento storico-biografico che tratta di trenta imperatori redatto intorno al 285 - 337 d.C. da sei diversi autori, ovvero Aelio Lampridio, Aelio Sportiano, Flavio Vopisco - da tenere in considerazione ai fini della nostra ricerca insieme a T. Pollione - Giulio Capitolino, Trebellio Pollione - di cui prima - e Vulcacio Gallicano. La figura di Saturnino è stata sempre presente nella tradizione fin dall'antichità. Nonostante gli scritti antichi molti storici moderni dall'autorevole reputazione, del calibro di T. Mommsen, hanno risolutamente negato l'esistenza di questo personaggio e la sua azione politica come usurpatore. Oggi, invece, grazie alla numismatica, la testimonianza degli scrittori antichi ha avuto una conferma, se non totale, almeno parziale. Ma procediamo con ordine. Chi era Caio Giulio Saturnino? In che epoca operò? Per rispondere dobbiamo scomodare gli scrittori Vopisco e Pollione, gli unici ad aver trattato in modo un po' più particolareggiato di un certo Saturnino che per molto tempo è stato confuso con un omonimo "tiranno" vissuto al tempo dell'Imperatore Gallieno. E' interessante notare come questa confusione fosse già presente e testimoniata da Vopisco: << ...debbo puntualizzare una questione..., e cioè che certuni sono in errore ritenendo che costui sia il Saturnino che usurpò l'impero ai tempi di Gallieno, poichè si tratta di tutt'altra persona...>>. Infatti, la rivolta di Saturnino ebbe luogo in Oriente nel 280 d.C. ai danni del legittimo detentore del potere M. Aurelio Probo. Le sue origini sono incerte, così come discussa è la sua morte e controversa la sua vicenda. Secondo l'Historia Augusta egli era di origini galliche, mentre per lo storico Zosimo era un africano, un mauro. Nel 280 d.C., anno in cui Probo era in Oriente, Saturnino fu elevato al rango di Governatore della Provincia di Siria. Era, inoltre, uno dei più fidati generali e amici di Probo e costui teneva in modo particolare al suo rapporto con Saturnino che, stando alle uniche fonti che abbiamo, doveva essere sicuramente molto forte. Talmente profondo che l'imperatore, nell'affidare tale carica al suo collaboratore, gli consigliò di tenersi lontano dall'Egitto il cui popolo, adulatore e lusingatore per natura, l'avrebbe sicuramente corrotto e portato sulla strada dell'illegalità. Forse questo fatto può essere interpretato come un semplice aneddoto tramandato da una fazione favorevole all'usurpatore. Se la mettiamo su questo piano Saturnino apparirebbe, forse, ai nostri occhi meno colpevole di quanto fu veramente. Immancabilmente, egli si recò in Egitto e fu salutato subito come un imperatore dalla popolazione di Alessandria ( <<Saturnino Augusto, gli dei ti salvino!>> - Vopisco, Historia Augusta.). Anche se le fonti narrano la sua veloce ritirata dal pericoloso Egitto, è poco credibile pensare che questo personaggio possa essersi sottratto, almeno ideologicamente, ad una tale opportunità solamente per preservare un rapporto di amicizia che non poteva reggere, durante il critico III secolo, se confrontato con l'opportunità di innalzarsi al vertice del potere. In effetti, perchè il nostro Saturnino doveva accontentarsi di essere un semplice Governatore di Provincia quando aveva l'occasione di ritrovarsi al pari di Probo? Infatti, anche i soldati di stanza in Oriente erano scontenti: l'imperatore li aveva messi a lavorare ad alcune opere di ingegneria civile, come la costruzione di strade, ponti ed alloggi. Da sempre, nella storia dell'esercito romano, i legionari furono scontenti di lavorare come muratori e manovali. Si consideravano combattenti professionisti e per loro era gravemente umiliante essere declassati alla stregua di un semplice ed umile costruttore. Inevitabile, il malcontento si diffuse velocemente e, visto che Saturnino era l'autorià più importante per la regione e per lo stesso Probo, decisero di favorire la popolazione egiziana e rivestire un Saturnino fatalmente indeciso e insicuro <<di una veste di porpora di foggia femminile tolta da una statua di Venere, ricevendo i loro atti di sottomissione>>. La macchina dell'usurpazione era ormai avviata e non si poteva più tornare indietro. Pare che Probo fosse ancora in Oriente quando, nel 280, Saturnino ricevette l'acclamazione imperatoriale. Ed è quasta, almeno dal mio punto di vista, una strana cosa, in quanto chi mai si farebbe fautore di un atto così gravoso e pieno di pericoli come questo con un avversario ancora vicino e in piena forza? Forse, ciò può farci capire quanto fosse forte l'indecisione di Saturnino e la sua fiacca reazione ad eventi che probabilmente non si aspettava di fronteggiare. Ben presto se ne sarebbe pentito: 1) Pollione così riferisce le parole di rimpianto da lui pronunciate in questo frangete:<< Hai perso un comandante utile e guadagnato un imperatore miserabile>>. 2) Allo stesso modo Vopisco:<<Egli piangeva esclamando: "Lo Stato ha perduto, se posso parlare senza presunzione, un uomo prezioso. Io ho senza dubbio ristabilito l'ordine nelle Gallie, ho riconquistato l'Africa caduta in potere dei Mauri, ho pacificato le Spagne. Ma a che giova? Una volta che mi sono arrogato la dignità imperiale è stato cancellato" >>. Saturnino era molto sconfortato: le cose non andavano come lui avrebbe voluto. Perennemente indeciso e di debole personalità fu triste nel confermare che il potere era ben misera cosa, solamente un tormento e non un beneficio. Bisognava guardarsi le spalle, occorreva stare attento a ciò che mangiava durante i banchetti (rischio di avvelenamento) e non poteva fidarsi di nessuno, nemmeno delle sue guardie del corpo che avrebbero dovuto proteggerlo (rischio di rimanere vittima di una congiura di palazzo). Personaggio colto, Saturnino aveva accuratamente seguito corsi di retorica prima in Africa e poi a Roma, dove si inserì anche in alcuni circoli culturali. Si tramanda, quindi, la sua abilità nel discorrere e di arringare l'uditorio. Peccato che queste sue doti retoriche furono accompagnate da un senso di scoramento che lo portò all'isolamento e, di seguito, alla sconfitta. Probo, infatti, tentò più volte di riavvicinarlo alla sua causa, dato che era, come si è detto, un buon generale e un amico fidato. Secondo alcuni studiosi, arrivò persino a coniare un aureo pesante ad Antiochia con al R/ la Vittoria in biga trionfante (RIC 919), che recava la legenda VICTORIAE AVGG: l'altro Augusto sarebbe Saturnino, indicato come tale in un ultimo disperato tentativo di riconciliazione. Che puntualmente fallì. La morte di Saturnino rimane ancora avvolta nel dubbio, ma la teoria più accreditata (e testimoniata anche da Vopisco) afferma che questo usurpatore si rifugiò nella fortezza di Apamea dove, assediato dalle truppe che Probo si vide costretto a inviare per sedare la rivolta, pare che fu strangolato dai suoi stessi soldati che poco tempo prima l'avevano scelto e sostenuto. Si conclude ancora una volta nel sangue la vicenda di un altro oscuro ribelle, dai tratti poco chiari e non ben definiti, amico-nemico di un imperatore legittimo.
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  3. Tartachiara, lo dici ad uno che le proprie monete le tiene libere nei vassoi come cardellini (per continuare sull'esempio ornitologico di Cembruno) tranne alcune in altissima conservazione e con lustro di conio :blink: . Allora, partiamo dalle monete più semplici da gestire:quelle in argento, se le tenete all'aria fanno una cosa stupenda, la patina!, si ci vuole parecchio ma ce la si può fare :rolleyes: Ma occhio!! quelle con lustro di conio si patinano anche e possono tendere a vedere velato quel magnifico riflesso dalla patina, quindi de gustibus (in caso si vedano le istruzioni per l'uso circa il rame) Il gentile amico, mi perdonerà se non ricordo il suo nick, che chiedeva info su come proteggere i propri fcd e che ha iniziato la discussione, ha chiesto appunto un modo per proteggerli, e cosa meglio di una bella corazza in plastica dura? per venire al dubbio di collezionistabari, come ben saprai di questi simpatici oggetti ve ne sono di diverse misure, quindi ognuno si sceglierà la misura adatta, bastano pochi millimetri in più rispetto al diametro della moneta ed ecco che i movimenti saranno minimi... a meno che..... non opti per la scelta di scuoterle come maracas ( e allora Conga!!! :D come dice sempre un mio amico, ma questa è un'altra storia!), e non credo sia questo il tuo intento :ph34r: . Il rame, come tutti i metalli tranne l'oro che è incorruttibile, si patina, quindi fai sicuramente (dipende da quello che ci vuoi fare, per me si!) bene a toglierla da quella plasticaccia brutta sporca e che fa venire le foto delle fetecchie!. ora le cose sono essenzialmente due: le tue monete in rame fdc sono in rame rosso si o no?: - se la risposta è affermativa hai di fronte a te un dubbio amletico: vuoi farla patinare, perdendo almeno in parte il rame rosso o no? se la risposta è NO consiglierei di chiuderla in una capsula (della sua misura! oo) ), se la risposta è invece SI, mettila sui tuoi adorati vassoi in velluto, non ci metterà molto a patinarsi, ma occhio a rigirare la frittata di tanto in tanto, altrimenti ti diventa come un biscotto di una nota marca: con le facce di colori diversi! :D - se la risposta alla domanda iniziale è negativa: allora la moneta è già patinata e non mi porrei altri scrupoli se non l'evitarle urti, scossoni, intemperie, nubifragi e maremoti. una volta poi ho visto una genialata incredibile di un nostro utente, ma occhio è per gente millimetrica! ;) , in pratica utilizzava dei dischetti in gommapiuma, prima lo sagomava della dimensione interna della capsula, e poi al centro di questo bel biscottino faceva un altro buco del diametro questa volta della moneta... una volta posizionata la moneta al centro di questo salvagente numismatico,e dopo aver chiuso il tutto dentro l'adorabile capsula di cui sopra, questa, il nostro beneamato nummo, non si sposta neanche con le cannonate napoleoniche! :ph34r: Altrimento, ma attenti è solo per numeri 1, ma 1 indiscutibilmente assoluti in the world, l'oggetto mistico, il Santo graal di ogni collezionista ossessivo compulsivo con manie di persecuzione da agenti atmosferici, cioè un qualcosa di più alto, molto di più, della stessa "vetta d'Italia"...mi emoziono quasi solo a nominarlo, Il QUADRUM, un'opera di ingegneria meccanica capace di sfidare i secoli e lo spazio....in pratica quello che vi dicevo prima, che è fatto in casa, ma con il gusto di spendere molto di più e soprattutto..... di una figç%&aggine (non so se si può dire) incredibile! cioè anche se ci metti i tappi di plastice delle bottiglie d'acqua lì diventano un oggetto di culto.... scusate se sono stato un po colorito e soprattutto prolisso, ma parliamo spesso di queste cose, con una rapida ricerca si ottiene tutto no? buona serata a tutti vostro devotissimo providentiaoptimiprincipis
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  4. Si è capito che quest'opera non ha avuto molti consensi (me compreso), ma vorrei farvi ragionare un pò tutti... Credo che il giudizio di ognuno di noi va in base alla lettura della zecca di proprio interesse. Io sto studiando alcune zecche minori lombarde, se avessi dovuto iniziare da zero, l'opera è sicuramente una buona base di partenza; la mia fortuna è stata conoscere Giamba54 che, con una biblioteca incredibile dove potevo trovare anche informazioni sulla zecca del Burundi (70 mq della sua casa adibita a biblioteca!!!!), mi ha dato la possibilità di consultare tutto ciò che volevo... Le notizie che troviamo sull'opera sono la metà di quelle che possiedo io, ma è giusto che sia così, come sicuramente lo sarà per Volterra (Magdi) e le zecche del Molise (odjob). Come dice sempre qualcuno, un collezionista o studioso amatoriale di una zecca, il più delle volte, ne sa sempre di più di uno studioso di professione... Se un domani decidessi di studiare o voler notizie sulle zecche di Volterra o Molisane è meglio che mi rivolgo a Voi piuttosto che consultare l'opera, ma se voglio studiare una zecca che non ha mai studiato nessuno o si sa poco? Il libro della Travaini mi dà la possibilità di avere una base di partenza per quanto riguarda la bibliografia... Comunque, visto che sono sempre per le critiche costruttive, ho avuto la fortuna di parlare con alcuni autori del libro, e, con ammirevole sincerità hanno ammesso che quello scritto erano solo i dati in loro possesso e ben vengano degli studiosi che ampliano le ricerche. Serve collaborazione tra tutti per far crescere lo studio della numismatica...
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  5. Noto con piacere che la discussione si arricchisce di nuovi spunti. Passo a commentare le note di Teofrasto che ringrazio per le utili riflessioni. 1. Certamente vi è una profonda differenziazione tra il ritratto dei grossi e quello dei denari in mistura peridionali. Nei primi il ritratto pur se con differenziazioni anche qui di stile, purtroppo non sufficientemente apprezzabili nel modesto esemplare del catalogo de Lamoneta, appare assai lineare, quasi bidimensionale; nel grosso viè una ricerca di spazialità e prospettiva, la tridimensionalità richiamata dal collega Teofrasto Come evidenziavo con tutta probabilità si tratta di artisti diversi (un mezzo grammo i più e una lega di buon argento non fanno il miracolo se dietro non vi è una mano d'incisore). Resta il dubbio sul perche , considerandola come emissione settentrionale, non si fosse ricorso al modello già ampiamente sperimentato e di successo perseguito con l'iconografia dei grossi di Bergamo e Como, ove tra l'altro la ricerca volumetrica del ritratto, che non può definirsi proto-rinascimentale, bensi ancora di stampo convenzionale (al pari degli augustali) vine portata a livelli assai più avanzati che nel ritratto del nsotro grosso. Resta il fatto che tipologicamnete parlando il grosso in questione richiama certamente più i tipi dei denari in mistura delle zecche meridionali che i grossi di Como o Bergamo assai differenti per stile e resa del ritratto nonche per i tipi della legenda. Per la legenda noto che i caratteri sono goticheggianti (ma ben diversi da quelli usati per i grossi di bergamo e como che presentano caratteri più piccoli e di diversa impostazione. Un confronto più puntuale andrebbe fatto con le legende evocate da Teofrasto per i grossi dell'Emilia. 2. Non è il solo Travaglini (1974) a presupporre un'origine meridionale del pezzo. Già il Muratori, uno dei primi commentatori delle monete "italiche" , nel 1750 aveva opinato per una zecca meridionale pur lasciando apeta anche l'ipotesi per una produzione settentrionale. Il Lopez nel 1869 fa sue le convinzioni del Muratori, successivamente il celebre trattato di Engel e Serrure conferma l'ipotesi di un'origine meridionale. I due Sambon Arturo e Giulio scelgono, dubitativamente , una provenienza settentrionale. Il Re VE III non classifica tali monete e le cnsidera incerte (tuttavia come sappiamo il XXI volume dedicato alla Sicilia non venne mai terminato e quindi è forse possibile che il compilatore del Corpus avesse accolto una provenienza di zecca siciliana). Spahr e Kowalski non accolsero l'ipotesi di una zecca meridionale. Mi manca il riferimento di Grierson in queso momento (la sua raccolta oggi a Cambridge includeva un esemplare della rara moneta) ma credo non sia stato incluso nel vol. XIV del MEC e quindi non attribuito ad una zecca meridionale. 3. Rilevo che la legenda del grosso è molto simile a quella dell'augustale : FRIDERICVS / IMP ROM CESAR AUG con l'importante differenza del numerale menzionato nel grosso. Ricordo che l'augustale era una moneta prettamente meridionale. Noto altresi che un grosso di Como riporta il nome Fredericvs ma senza specificare il numerale e altrettanto i grossi di Bergamo. 4. l'ipotesi di coniazione "dimostrativa", non l'ho riportato nel mio post precedente, non è mia ma della Travaini (RASMI, Notizie dal Chiostro maggiore etc. anno 1989 fasc. 43-44). Inoltre noto una forte differenza tra i cosiddetti "vittorini" scodellati descritti nell'articolo di Bazzini-Ottenio (RIN 2002) e il grosso in questione. Infine il denaro riportato alla fig. 28 di tale articolo (del peso di 0.86gr. non può definirsi grosso) pur presentando una raffigurazione molto simile a quella del grosso di questa discussione, presenta una forma scodellata (il grosso è invece decisamente "piano") e una legenda al rovescio disposta nel campo invece della cosnueta croce. Posto che questo pezzo sia stilisticamente interessante e simile ai grossi piani, restano ancora diversi interrogativi per una determinazione finale in favore della zecca emiliana , come pure per un'origine meridionale del pezzo in questione
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  6. Basta Vincenzo con queste offese che non ti fanno onore ne come persona ne tantomeno come studioso quale dici di essere. Giovanna è una persona generosa, disponibile e molto in gamba che conosciamo tutti qui sul Forum, definirla anzianotta è irrispettoso e gradirei che i curatori di questa sezione censurassero queste offese del tutto gratuite. Finiamola qua con questa setrile diatriba. Sarebbe meglio tu ci parlassi di monete e ci dispensassi il tuo pensiero in proposito non lasciandoti andare a degli sfoghi inutili per compensare chissà quali frustrazioni, prendendotela con persone che sono molto corrette e limpide nei loro comportamenti ed esternazioni.
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  7. questa è una moneta da vedere in mano e vi spiego il perchè visto che, ho avuto modo di studiarla: Nel corso degli anni, i falsari sono riusciti nell' intento di perfezionare al massimo questa moneta, usando anche monete originali modificandone la data, chiaramente mettendo in difficoltà i più e perciò consiglio, sempre, di appoggiasi a veri Professionisti. Il segno di Zecca e la Data sono più larghe ed arrotondate (nella maggior parte dei casi). Bisogna stare molto attenti alla firma dell' incisore. Le rosette hanno l' aspetto di Stellette piuttosto che di Rosette. Le lettere FERT sono molto sottili. Il Bordo, regolare ma con gli spigoli arrotondati. DRITTO e ROVESCIO: nella maggior parte di falsi l' aspetto generale è che sia una moneta appicagnolata, cioè da montatura e che abbia subito una lucidata. Inoltre un particolare da non sottovalutare, una esuberanza di metallo sopra l'artiglio destro dell' Aquila (però non sempre è presente). Ho cercato di elencare frettolosamente alcuni particolari da tenere bene a mente, ciò non toglie che sia una moneta difficile ed è per questo che consiglio l' acquisto solamente da veri Professionisti, sicuramente si rischierà meno. Complimenti a MarcoB per l' ottimo esemplare postato.
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