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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/02/11 in tutte le aree
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Buonasera a voi, sono contento che il "vittorino" abbia suscitato tanto interesse. La moneta è senza dubbio affascinate e, dal momento che non reca il nome della zecca, ricca di mistero. Le cose da dire sarebbero tante e in gran parte sono già state dette da chi è intervenuto a questa discussione. Mi siano consentite alcune ulteriori puntualizzazioni cha a questo punto mi sembrano necessarie per fare il punto della situazione e per proseguire nell’analisi della moneta. -1) E’ stato fatto un paragone con un’emissione della zecca di Messina del 1225 su cui compare al dritto la testa coronata di Federico, notando una certa somiglianza tra questa immagine e quella del grosso. Mi permetto di far osservare, oltre allo stile dei punzoni delle lettere, molto diversi, anche il fatto che mentre l’incisione nel denaro messinese in questione è, in un certo senso, “al tratto” (è infatti solo inciso il contorno dell’immagine, senza che ci sia alcun accenno alla volumetria del volto effigiato), nella testa del grosso è senza dubbio presente, anche se in modo grossolano, una certa ricerca di tridimensionalità. Negli esemplari meglio conservati si nota infatti una resa della guancia e del mento assenti non solo nel denaro siciliano in esame, ma in gran parte, se non in tutta, la monetazione in mistura fredericiana (naturalmente per quella d’oro il discorso è differente). Un simile trattamento dei volumi è invece presente nei volti incisi sui grossi della zecca di Como, i quali hanno in comune con quello della nostra moneta non solo la resa dell’incarnato, ma anche quella dei capelli (resi in modo schematico lineare e in alcuni esemplari con lo stesso identico andamento finale “all’insù”) e dell’occhio. Per quanto riguarda i punzoni, consiglio un confronto tra quelli del grosso e quelli usati negli analoghi nominali coevi di Modena e Reggio Emilia, per notare come la zona di emissione possa essere, almeno teoricamente, più o meno la stessa. Diverse immagini sono presenti nel catalogo del forum. -2) Come è già stato osservato, la presenza del numerale “II” (secundus) posposto al nome Fridericus, non avrebbe avuto alcun senso su una moneta emessa nel Regnum Siciliae, per l’evidente mancanza, qui, di un precedente Fridericus primus. -3) In passato [Travaglini 1974] è stato proposto che si tratti di un denaro emesso a Brindisi nel 1221. Questo è forse il motivo per cui nell’asta Vecchi del 1996 la moneta in questione viene attribuita a questa zecca, aggiungendo che potrebbe essere un grosso destinato al mercato del nord. Da notare che per Travaglini si sarebbe trattato invece di un denaro. Occorre dunque vedere se effettivamente una simile ipotesi, che di per se potrebbe essere plausibilissima, possa avere un riscontro documentario. A tale proposito devo osservare come nessun documento coevo a me noto possa avvalorare questa tesi. Nè il memoratorio marsigliese, né la Cronaca di Riccardo di San Germano, che sono, credo, le fonti medievali principali per la monetazione fredericiana in mistura, così circostanziati nel descrivere le varie renovationes avvenute nel Regnum al tempo di Federico II e il rapporto della moneta di mistura con le monete d'oro, ricordano l'emissione di moneta grossa in buon argento. Inoltre, la richiesta fatta da Federico il 19 luglio del 1238 da Manerbio, durante l'assedio di Brescia, ad Enrico di Morra affinché si procedesse ad una emissione di moneta per raccogliere denaro da inviare al campo imperiale, dovrebbe riferirsi anch’essa, come per le precedenti - e le successive - renovationes, alla battitura di moneta in mistura molto svilita. Riccado di San Germano annota infatti come nel mese di maggio dell’anno successivo "Denarii novi dati sunt per terram Sancti Benedicti, pro quibus datum est aurum ad summam 170 unciarum”. La casistica sopra riportata è naturalmente parziale, dal momento che un documento finora ignorato attestante il contrario può sempre esistere, ma credo che dati come questi facciano quantomeno dubitare di emissioni meridionali di moneta grossa. -4) Nel post 27 numa numa accenna ad un’emissione “fatta a scopo dimostrativo” dichiarandosi scettico al riguardo. Anche su questo punto del discorso di numa numa vorrei specificare alcune cose: a prescindere dal fatto di essere d’accordo o meno sul tipo di moneta coniata a Vittoria, l’emissione dei vittorini non doveva essere a scopo dimostrativo, ma doveva più verosimilmente essere il nuovo numerario della città che secondo Federico sarebbe sorta sulle ceneri di Parma una volta che questa fosse stata distrutta. Numerario probabilmente fatto di nominali diversificati, di cui è forse rimasta traccia nell'esemplare presente (un caso?) nel museo Archeologico di Parma e di cui si può vedere un ingrandimento nella tavola VII del testo di Bazzini, Ottenio 2002. A proposito di questo pezzo occorre rilevare come la scritta su più righe del rovescio lo avvicini alla tipologia del denaro imperiale milanese coevo, anche se con una soluzione stilistica discutibile. Inoltre, devo rilevare come il termine “sue” (di Federico) riferito alle emissioni delle zecche di Bergamo e Como, non sia corretto: le monete emesse da queste zecche, ma il discorso vale per tutte le monete comunali, non appartenevano all'imperatore, ma bensì alla civitas, al Comune che le emetteva, il cui nome accompagnava sempre quello del sovrano. “Sue”emissioni in senso stretto erano invece proprio quelle del Regnum, sulle quali infatti vi era inciso solo il proprio nome… e quelle, appunto, di Vittoria, le quali, per non essere scambiate con quelle di un qualunque altro “libero comune” lombardo (che oltre ad un ossequio formale, null’altro doveva all’imperatore) non dovevano recare altro che l’immagine, il nome e gli attributi di Federico II. Per il momento non mi viene in mente altro, ma sicuramente altro da dire ce n'è eccome! A risentirci, dunque. Cordiali saluti, Teofrasto3 punti
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Lo aveva scritto anche il Corriere della Sera. Ma l'impostazione è già diversa e se la prende con la BBC, non con i musulmani. Che appunto non hanno chiesto nulla (almeno secondo il corriere della sera). Questa, secondo me, è la differenza tra un articolo di parte, ma non fazioso e un articolo assurdo come quello del giornale. Corriere della sera Idem Repubblica: La Repubblica In entrambi i casi, pur nella differenza di posizioni, mi sembra siano dette cose sensate ed impostate correttamente. Quindi l'articolo del giornale non fa schifo perché è di destra. Fa schifo, a mio avviso, perché è disonesto con i suoi lettori.2 punti
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Scusate, ma è un articolo de "il giornale"... non so se mi spiego..... l'avrei preso molto ma molto più seriamente se fosse stato scritto su Topolino o Tiramolla....2 punti
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Confesso che questa discussione così accesa su un articolo del genere da un certo punto di vista mi spiace. Piuttosto che dividerci ed attaccarci partendo dal nulla, cerchiamo di smascherare l'articolo nella sua superficialità assoluta. Si parla di stupidità. Devo dire che non mi sembra particolarmente intelligente confondere il "negro" con lo "spazzino" e con "l'anno domini" come se fossero questioni da mettere sullo stesso piano al 100%. Non che le questioni non possano intrecciarsi, in alcuni casi, ma buttarle così nello stesso calderone è già fazioso ed è, a mio avviso, perfettamente linea con lo spirito che spesso anima questa testata, di accendere gli animi, cosa che spesso purtroppo gli riesce benissimo. Mi chiedo da cosa sia evidente. Ciò che è evidente è la ricerca del capro espiatorio e dello scontro ad ogni costo. Anche il sottolineare che i musulmani hanno l'Egira sta a dimostrare come questo orrendo articolo si rivolga alle persone che hanno bisogno di sentire ribadito il concetto che i musulmani hanno l'Egira. Qualcuno di voi, per caso, non sapeva che presso molti paesi arabi sia in uso l'Egira? Qualcuno di voi aveva bisogno di leggerlo per poi sentirsi più sicuro nelle proprie esternazioni? Il riferimeno a Cristo offenderebbe i musulmani. Qualcuno mi spiegherebbe perché nelle monete egiziane, marocchine, siriane è presente la doppia data? Se fossero così sensibili forse eviterebbero semplicemente di usarla, anche rifiutando l'eventuale artificio della "Common Era" visto che sanno benissimo che quella "Common Era" si riferisce comunque a Cristo. Peraltro nelle monete saudite la doppia data non c'è. A testimonianza, se ce ne fosse bisogno, che la scelta di mettercela è precisa e non casuale. Ma allora perché l'articolo non si intola "Follia anticlericale: avanti Cristo offende l'Islam"? Forse avrebbe dovuto intitolarsi: "Follia anticristiana" o magari "Follia proislamica". Sembrerebbe che per l'autore di questa meraviglia "avanti Cristo" riguarderebbe il clero che è cosa ben diversa dalla cristianità. Non è che forse ques'articolo è una grandissima cazzata?2 punti
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Salve a tutti, non so se è già stato fatto, ma credo sarebbe interessante fare una carrellata delle monete commemorative delle olimpiadi, emesse dal paese ospitante (e magari scoprire se esistono per tutte le edizioni). Comincio io con il 25 pesos delle olimpiadi del Messico del 1968. Non me ne vogliate se posto la foto di un coriandolo , ma delle prime olimpiadi sul Krause non ho trovato nulla, ho solo questo mio francobollo greco del 1896, facente parte della serie commemorativa: Ciao, Exergus [edit] Indice delle immagini postate, da aggiornare in corso d'opera: OLIMPIADI ESTIVE Summer Olympic coins wikipedia.org I Atene 1896 - nessuna emissione I Summer Olympics Athens1896 II Parigi 1900 - nessuna emissione II Summer Olympics Paris 1900 III St. Louis 1904 - nessuna emissione III Summer Olympics St.Louis 1904 IV Londra 1908 - nessuna emissione IV Summer Olympics London 1908 V Stoccolma 1912 - nessuna emissione V Summer Olympics Stockholm 1912 VI Berlino 1916 - Olimpiadi cancellate, causa I guerra mondiale VI Summer Olympics Berlin 1916 VII Anversa 1920 - nessuna emissione VII Summer Olympics Antwerp 1920 VIII Parigi 1924 - nessuna emissione VIII Paris 1924 IX Amsterdam 1928 - nessuna emissione IX Amsterdam 1928 X Los Angeles 1932 - nessuna emissione X Los Angeles 1932 XI Berlino 1936 - nessuna emissione XI Berlin 1936 XII Tokyo 1940 - Olimpiadi cancellate, causa II guerra mondiale XII Tokyo 1940 XIII Londra 1944 - Olimpiadi cancellate, causa II guerra mondiale XIII London 1944 XIV Londra 1948 - nessuna emissione XIV London 1948 XV Helsinki 1952 - post 18 XV Helsinki 1952 XVI Melbourne 1956 - nessuna emissione XVI Melbourne 1956 XVII Roma 1960 - nessuna emissione XVII Rome 1960 XVIII Tokio 1964- post 17 XVIII Tokio 1964 XIX Città del Messico 1968 - post 1 XIX Mexico City 1968 XX Monaco di Baviera 1972 - post 14 XX Munich 1972 XXI Montreal 1976 - post 21,22 XXI Montreal 1976 XXII Mosca 1980 - post 2, 3, 19, 34 XXII Moscow 1980 XXIII Los Angeles 1984 - post 16 XXIII Los Angeles 1984 XXIV Seoul 1988 - post 6, 7 XXIV Seoul 1988 XXV Barcellona 1992 - post 4 XXV Barcelona 1992 XXVI Atlanta 1996 - post 25 XXVI Atlanta 1996 XXVII Sydney 2000 - post 8, 9, 10, 11, 47 XXVII Sydney 2000 XXVIII Atene 2004 - post 5, 13 XXVIII Athens 2004 XXIX Pechino 2008 - post 35, 36, 37, 48 XXIX Beijing 2008 XXX Londra 2012 - post 50 XXX London 2012 XXI Rio de Janeiro 2016 - post 68, 83 OLIMPIADI ANTICHE Giochi olimpici antichi-Wikipedia - Ancient Olympic Games-Wikipedia post 32, 33 OLIMPIADI INVERNALI Winter Olympic coins wikipedia.org I Chamonix 1924 - nessuna emissione I Sant Moritz 1928 - nessuna emissione III Lake Placid 1932 - nessuna emissione IV Garmisch-Partenkirchen 1936 - nessuna emissione V St. Moritz 1948 - nessuna emissione VI Oslo 1952 - nessuna emissione VII Cortina d'Ampezzo 1956 - nessuna emissione VIII Squaw Valley 1960 - nessuna emissione IX Innsbruck 1964 - post 31 X Grenoble 1968 - nessuna emissione XI Sapporo 1972 - post 42 XII Innsbruck 1976 - post 43 XIII Lake Placid 1980 - nessuna emissione XIV Sarajevo 1984 - post 44, 45, 46 XV Calgary 1988 - post 56 XVI Albertville 1992 - post 54, 55 XVII Lillehammer 1994 - post 52, 53 XVIII Nagano 1998 - post 41 XIX Salt Lake City 2002 - post 40 XX Torino 2006 - post 26, 27, 39 XXI Vancouver 2010 - post 38, 49 XXII Soči 2014 - post 51, 77, 78, 79, 80 GIOCHI PARALIMPICI ESTIVI (Stoke Mandeville) Summer Paralympics I Roma 1960 II Tokyo 1964 III Tel Aviv 1968 IV Heidelberg 1972 V Toronto 1976 VI Arnhem 1980 VII Stoke Mandeville - New York 1984 VIII Seoul 1988 IX Barcellona 1992 X Atlanta 1996 - post 25 XI Sydney 2000 XII Atene 2004 XIII Pechino 2008 XIV Londra 2012 XV Rio de Janeiro 2016 - post 83 GIOCHI PARALIMPICI INVERNALI I Örnsköldsvik 1976 II Geilo 1980 III Innsbruck 1984 IV Innsbruck 1988 V Tignes-Albertville 1992 VI Lillehammer 1994 VII Nagano 1998 VIII Salt Lake City 2002 IX Torino 2006 X Vancouver 2010 - post 38, 49 XI Soci 2014 - post 77, 781 punto
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"Conosci te stesso" è il saluto che il dio Apollo rivolge alla lettura di chi entra nel suo santuario di Delfi ed è l'invito alla conoscenza di cui egli è il custode. Il bene a cui si è invitati si fonda sulla natura dell'esistenza umana e dell'essere del mondo; esso è inscindibile dal bello che altro non è che la natura in sé perfetta e giunta alla completa realizzazione della propria essenza. Ogni moralità presuppone quindi il discernimento, la conoscenza ed il rispetto della giusta misura. Etica e bellezza sono un'unica cosa come anche Apollo è in un'unica e medesima persona sapiente, istitutore di ordine e di diritto nonché musico e tutte queste perfezioni sono solo le differenti rifrazioni della stessa luce: la conoscenza. Nella vita dell'uomo e nel mondo, la musica di Apollo è la grande educatrice, origine e simbolo di ogni ordine e del contegno interiore ed esteriore proprio del saggio. Apollo in persona aveva eletto i più grandi saggi dell'antichità e li aveva riuniti nel numero a lui sacro e quindi il 7. Secondo il vaticinio dell'oracolo delfico, un tripode d'oro rinvenuto in mare durante la pesca doveva andare al più saggio dei Sette. Trovato il tripode, esso venne assegnato a Talete di Mileto che, essendo di indole umile, lo donò ad un altro dei Saggi, ma nemmeno questo si ritenne degno di tanto onore fino ad assegnarlo al successivo e così il tripode passò da uno all'altro finchè non verrà consacrato ad Apollo stesso che è il vero maestro di saggezza. Il tripode, quindi, è simbolo di Apollo così come lo è il delfino da quando i Cretesi vennero condotti dal dio che aveva assunto le sembianze dell'animale marino fino a Delfi. Fu la riconoscenza dei Cretesi ad edificare qui il tempio di Apollo Delfinio in cui il dio parlerà all'umanità intera, ai re come al più misero del popolo. L'immagine del delfino è presente anche nelle monete romane imperiali e lo troviamo iconograficamente sia fermo che in movimento e spesso è associato al tripode delfico come nel seguente denario di Vitellio: http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...25&Lot=1545 La legenda ci spiega che l'imperatore era stato uno dei "XV viri" preposti alla sorveglianza delle cerimonie dei sacrifici. Una composizione iconografica simile la possiamo rintracciare anche in un denario dell'imperatore Tito (RIC 128), ma la legenda è differente: http://www.wildwinds.com/coins/ric/titus/RIC_0128.5.jpg Il delfino è anche simbolo di Nettuno visto che nella mitologia greca uno di questi animali avrebbe favorito le nozze tra il corrispettivo Poseidone ed Anfitrite. Troviamo così il delfino nelle mani di Nettuno in monete di Augusto, Caligola, Vespasiano, Adriano ed altri imperatori successivi. Sempre alla stessa associazione simbolica rispondono le raffigurazioni di un delfino attorcigliato ad un'ancora navale e troviamo questa immagine in monete di Augusto e dei Flavi: http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...359&Lot=580 Potrebbe essere interessante ed utile, oltre che divertente, provare a leggere la simbologia delle monete imperiali ed invito chi volesse ad aggiungere ciò che potrebbe essermi sfuggito circa il simbolo del tripode e del delfino. Il prossimo simbolo che si potrebbe trattare è l'aquila ed invito i più volenterosi alla ricerca dei significati di questa allegoria ancora oggi presente nell'iconografia legata al potere. Enrico :)1 punto
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Chiaramente nell'indecisione io le ho comprate entrambe,ma Voi quale avreste pagato di più...............................e perchè ? Grazie a tutti coloro che, anche se non sono interessati a questa monetazione, vorranno esprimere LIBERAMENTE la propria opinione!! ECCO LA PRIMA (GRANO 1801) - PALERMO LA SECONDA (3 PICCIOLI 1767) - PALERMO1 punto
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Dalla lettera che precede il numero di serie, una F. Le emissioni successive hanno le lettere da H a Q (1986, poi la lettera viene tolta). La G era stata usata precedentemente, per un'emissione del 1944. Con la lettera F ci sono anche emissioni del Regno, dal 1943 al 1946, ma portano, ovviamente, la scritta REGNO D'ITALIA, e lo stemma dei Savoia, Inoltre, CasaMN ci dice che il suo buono è del 1948. Onestamente non riesco a leggere la data ma, come ho già detto, il 1948 non ha emissioni, la prima della Repubblica è del 1947, poi si passa al 1949 ;) petronius :)1 punto
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1771 ARCIDUCA FERDINANDO CARLO ANTONIO GIUSEPPE GIOVANNI STANISLAO D'AUSTRIA D'ESTE. Fine del governatorato a MILANO Bronzo, mm 49,40 - autore KRAFFT1 punto
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Sono coniati a Livorno, mentre le monete che recanono al rovescio la figura del Battesimo del Redentore sono batutte a Firenze, e sono piastre. La zecca di Firenze batteva con maggior cura le proprio monete più di quanto lo facesse Livorno o Pisa considerate zecche sussidiarie dai Medici. Picchiooooooo !!!!! :rolleyes: So benissimo che stà verificando la preparazione degli utenti del forum :lol: Livorno non ha mai avuto una zecca e quella di Pisa fu chiusa sotto Ferdinando II verso metà 1600.... tutte le monete a nome di Livorno e quelle di Pisa a partire da un certo periodo di Ferdimnando II sono coniate nella zecca di Firenze. Che poi la zecca di Firenze curasse maggiormente le proprie monete rispetto a quelle coniate a nome di Pisa e Livorno può darsi, specie per le frazionarie.1 punto
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Ciao Daniels, grazie per le belle foto. Non ti offendi se scrivo che personalmente trovo le monete una più orrenda dell'altra, vero? Vuoi per lo stile vagamente fumettistico, per il classicismo bolso, per le composizioni sgraziate, per mancanza di originalità, per trito terzomondismo. San Marino sembra quasi su un lungolago intento a farsi fotografare mentre dà da mangiare a trote guizzanti; a San Benedetto manca solo la nuvoletta con la scritta "Augh!". Stava quasi per piacermi la moneta da 1000 lire dell'86. Le badiere non sono male, peccato il dritto con la Repubblica, peraltro di buona modellazione, che sembra portare in testa delle ciminiere. Vabbè, accontentiamoci. :D1 punto
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Grazie delle immagini, sempre un posto che evoca la fantasia degli amanti delle monete che da lì sono uscite !! :rolleyes: Tra l'altro è una tappa obbligata di ogni mio "pellegrinaggio" a Roma, da S.Pietro verso il centro ci si passa volentieri :P Si vede Castel S.Angelo, quella che era la "cassaforte" nonchè la zecca pontificia, prima dell'apertura di quella da te ritratta. Tra l'altro la vecchia officina venne riattivata tra il 1683 ed il 1684 per la coniazione di una cifra vicina agli 800mila pezzi dei testoni "MELIVS EST..." di papa Innocenzo XI, prodotti in grande quantità per finanziare la guerra contro i Turchi. Stando ai documenti dovrebbe trattarsi di testoni privi sia del millesimo che dell'anno di pontificato, e la denominazione che se ne fece all'epoca era appunto "testoni di Castello", per differenziarli dagli altri battuti nella nuova officina monetaria. Ciao, RCAMIL.1 punto
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questa è una moneta da vedere in mano e vi spiego il perchè visto che, ho avuto modo di studiarla: Nel corso degli anni, i falsari sono riusciti nell' intento di perfezionare al massimo questa moneta, usando anche monete originali modificandone la data, chiaramente mettendo in difficoltà i più e perciò consiglio, sempre, di appoggiasi a veri Professionisti. Il segno di Zecca e la Data sono più larghe ed arrotondate (nella maggior parte dei casi). Bisogna stare molto attenti alla firma dell' incisore. Le rosette hanno l' aspetto di Stellette piuttosto che di Rosette. Le lettere FERT sono molto sottili. Il Bordo, regolare ma con gli spigoli arrotondati. DRITTO e ROVESCIO: nella maggior parte di falsi l' aspetto generale è che sia una moneta appicagnolata, cioè da montatura e che abbia subito una lucidata. Inoltre un particolare da non sottovalutare, una esuberanza di metallo sopra l'artiglio destro dell' Aquila (però non sempre è presente). Ho cercato di elencare frettolosamente alcuni particolari da tenere bene a mente, ciò non toglie che sia una moneta difficile ed è per questo che consiglio l' acquisto solamente da veri Professionisti, sicuramente si rischierà meno. Complimenti a MarcoB per l' ottimo esemplare postato.1 punto
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Dopo più di un mese passato a privilegiare l'acquisto di libri tralasciando le monete, ho inserito ieri questo pezzo in collezione. Proviene dall'asta "GlobalAste n. 6", lotto 650. Visto che lo ritirerò di persona al convegno di Verona, per ora vi posto solo le foto della Casa d'Aste. Secondo LaMonetapedia questi grossi sono stati coniati a partire dagli anni '40 del XIII secolo. [color="#0000FF"][b]Grosso da 20 denari[/b] Federico II di Svevia (1218-1250) [b]D/:[/b] + CI + VI + CI + V:I - Croce intersecante il bordo. Fra le aste VE RO N A [b]R/:[/b] + VE [size="2"][b]*[/b][/size] RO [size="2"][b]*[/b][/size] NA [size="2"][b]*[/b][/size] - Croce intersecante il bordo. Fra le aste CI VI CI V:I Biaggi 2971 CNI 13/47 [/color] [attachment=129443:Verona.png] In attesa dei vostri commenti vi auguro una buona Domenica, Lorenzo - Come conservazione direi che siamo sopra lo SPL, ma è da valutare in mano...1 punto
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Esatto Minerva, mi sono accorto solo ora che martino aveva inserito peso e diametro della moneta, che non potevano mai corrispondere ad un quinario, ma bensì ad un vittoriato. posto il link della moneta descritta presente nel nostro catalogo: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A5/2 scusate ancora per la svista, sarà il sonno! saluti1 punto
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Appunto: La proposta e' della BBC, ma l'articolo di Giordano Bruno Guerri fa schifo. Perfino lui deve ammettere che la nuova direzione e' "per non offendere chi non si riconosce nel cristianesimo", ma titola "Avanti Cristo Offende L'Islam". Perfetto esempio di violazione di ogni etica del giornalismo.1 punto
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Se sulla moneta non ci sono simboli e lettere che riconducano ad un'altra catalogazione, il denario è un'emissione anonima senza simboli della Repubblica Romana ed è stato coniato dopo il 211 a. C. Al dritto troviamo la testa laureata e barbuta di Giove, rivolta a destra. Al rovescio, invece, ROMA e la Vittoria, volta a destra, incorona un trofeo. Vittoriato che ha la seguente catalogazione: B. 9 (2); Sud. 83, 230, 313; Cr. 53/1; Var. 28 Questo con il beneficio del dubbio, però, se ci sono simboli e lettere specifiche allora la catalogazione potrebbe essere differente ;) Enrico :)1 punto
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Sono perfettamente d'accordo con quanto scritto da Magdi! Non condivido affatto la superficialità con cui si sta affrontando l'argomento e questo non tanto per quanto leggo, ma per il metodo. Se dovessimo sottoporre tutte le culture del mondo ad una presunta quanto inutile "modernizzazione laica" dovremmo tagliare dai libri di filosofia le pagine scritte da S. Agostino e poi quelle di Avicenna, anche S. Tommaso d'Aquino ha scritto di Dio ed anche Kant a pensarci bene. Hegel non è da meno. Dovremmo dare un colpo di spugna a tutto ciò che riconduce al Cristianesimo? Bene, facciamolo pure e così perderemo le basi della cultura occidentale. Il Cristianesimo ha tramandato la cultura antica, durante il Medioevo, affinchè giungesse ai nostri giorni e la Chiesa è stata l'unica, in quel periodo, a produrre cultura ed a porre la basi del moderno pensiero e del (diritto) Occidentale, comprese le concezioni antropologiche della modernità. I metodi con cui ha operato ciò possono essere discutibili, ma la storia va studiata e non giudicata...pena l'ignoranza! Ognuno di noi ha una sua identità e questa è composta dal presente (il nostro nome) e dal passato (il nostro cognome). I nostri antenati hanno fondato la nostra famiglia ed essa ci permette di essere riconosciuti nella comunità sociale. Scrivo di "comunità sociale" e lo evidenzio perchè è un concetto dinamico e quindi di relazioni. Ognuno si relaziona con gli altri e, nel fare ciò, mette in dialogo la propria identità con quella altrui; non ho mai sentito che la relazione umana presuppone che uno diventi l'altro per relazionarsi! Un laico ha problemi a studiare S. Agostino? Rimarrà ignorante! Un religioso brucia i libri di Marx? Sarà ignorante anche lui! Ci scandalizza che in Occidente il tempo lo si misuri dalla nascita di Cristo? Bene, misuriamolo dalla nascita di Budda...mi sembra una cosa molto "glam"! Enrico1 punto
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Il simbolo sotteso all’aquila è quello della regalità e nei conii delle monete romane imperiali essa rappresenta non solo il potere assoluto, ma anche l’Impero. La dignità regale che la qualifica ancora oggi nel suo nome di animale deve la sua origine all’associazione che di essa si fece a Giove tanto che la troviamo, sempre nelle monete, abbinata anche al fulmine, altro attributo del padre degli dei. http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...349&Lot=454 L’aquila è spesso associata anche al ramo di lauro che è anch’esso un elemento di distinzione riservato all’Imperatore romano; troviamo l’origine di quest’altro simbolo in Plinio che tramanda di quando Livia era promessa sposa di Augusto. Un giorno ella era seduta all’aperto ed in grembo le cadde dal cielo una gallina candida che un’aquila aveva lasciato cadere illesa. La gallina stringeva nel becco un ramo d’alloro ricco di bacche che gli aurùspici prescrissero di piantare e custodire religiosamente. Da tale rametto nacque un boschetto di lauri che fornì corone a tutti i cesari romani. http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...201&Lot=458 Altri elementi figurativi che ritroviamo accostati all’aquila sono: il globo che indica il potere sul mondo, la palma che indica la vittoria e l’immortalità, la prua di una nave che esplicita l’orgoglio della forza navale di Roma. http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...37&Lot=1934 Un’ulteriore iconografia che ritroviamo incisa sulle monete e che ci permette di accedere alle credenze religiose degli antichi romani è quella della Consacrazione. I Romani credevano che durante la cerimonia di consacrazione dell’Imperatore, un’aquila si levasse dalle fiamme del ceppo funerario per condurre l’anima fra gli dei. La testa dell’augusto la osserviamo al dritto senza corona e quella delle auguste è velata. Al rovescio vi è l’aquila che spesso è in volo con la figura dell’imperatore sul dorso. http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...359&Lot=715 L’aquila rappresenta Giove così come il pavone allude a Giunone e la civetta a Minerva e queste sono le divinità della Triade Capitolina: http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...201&Lot=368 Altro impiego iconografico che si fa dell’aquila è nella simbologia militare visto che insegne e decorazioni la prevedevano per significare la forza di Roma e la devozione a Giove. Sui sesterzi che Saragozza (Caesaraugusta) dedicò a Caligola troviamo un’aquila adagiata su un fulmine al centro di due stendardi e lo stesso tipo lo si ritrova nelle monete con la legenda COL A PATR(ensis) coniate durante l’impero di Claudio e Nerone. In alcune monete di Vitellio troviamo la FIDES EXERCITUM, che indica la fedeltà dell’armata, accompagnata da un’aquila con il fulmine. La CONCORDIA EXERCITUM presenta ugualmente un’aquila che stringe tra gli artigli la saetta. Aquila e fulmine sono presenti anche in monete con la legenda: PRINCEPS JUVENTUTIS. Spero che l’argomento susciti un qualche interesse e che possa rivelarsi utile alla lettura dei messaggi di cui le monete erano vettori in tutto l’Impero. Ritengo che al simbolo dell’aquila possa seguire un ulteriore approfondimento del significato del fulmine che spesso è associato a Giove…chi ha notizie è il benvenuto! Enrico :)1 punto
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