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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/30/11 in tutte le aree
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Inizio scusandomi per le foto bruttine, ma: Peso: 5,00 g Diametro: 23 mm Materiale Ag per il resto aspetto il vostro giudizio... Saluti Marco1 punto
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Il colore è falsato dalle foto ho scritto apposta peso diametro e materiale, è sicuramente Ag Saluti Marco1 punto
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"Desueto" secondo me è un termine... desueto :lol: . Oggi si tende a dire "inusuale" o "poco usato".1 punto
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Numismatica trionfale http://www.numismaticatrionfale.com/default.asp?idr=30092011120146 Antonio1 punto
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Ciao Fantasmone e ciao Allarmerosso, Visto che mi avete chiamato, cerchero' di rispondere e far presente a te ed ad altri che ne fossero interessati le possibili gioie e dolori da aspettarsi nel lavorare e vivere in America. Non entro nei particolari del conto spesa giornaliero o dei costi dell'educazione o sanita' perche' ci perderemmo a discutere dettagli di un sistema di vivere diverso che funziona in una certa realta' molto differente dalla nostra e difficile da immaginare dal fuori. Cerchero' invece di far presente il tipo di carattere e sacrificio richiesto per un cambiamento di vita di questo tipo. Penso che il modo migliore per fare questo e' per me di raccontarvi la mia esperienza. Non potrei infatti aiutarvi nella parte tecnica, quella delle leggi attuali sull'immigrazione. Voi siete senz'altro al corrente piu' di me. Le leggi sulla immigrazione in questi ultimi 20 anni sono cambiate e divenute piu' restrittive in tutte le nazioni (inclusa l'Italia) per frenare i flussi migratori clandestini e regolare quelli legittimi. La conoscenza di tali leggi e' essenziale per chiunque voglia accingersi a lasciare il propio paese. La visita alle Ambasciate ed ai Consolati dei Paesi di destinazione sono quindi il primo passo da fare per chiunque voglia guadagnare la conoscenza necessaria per intrattenere una delle decisioni piu' importanti della propria vita. Emigrare non e' uno scherzo od una passeggiata. E' una scelta difficile di battaglia e lavoro che richiede nervi saldi e un adattamento psicologico non indifferente.Non e' certo una scelta per tutti. Richiede estrema flessibilita' e prontezzadi adatttamento ad ogni possibile circostanza. Flessibilita' nel mangiare, nel fare di tutto, nel cambiare lavoro e luogo di lavoro, nel muoversi da un posto ad un altro se necessario, nell' ingoiare l'orgoglio, nell'essere umili, nel parlare poco ed ascoltare tanto, nel fare amici ed essere amico, nell'aiutare e nel non aver paura di chiedere aiuto. Sopratutto nel non perdere mai l'ottimismo e la fiducia di riuscire ad avanzare ed avere successo. Si emigra per varie ragioni. Dal cercare un futuro migliore per noi stessi ed inostri figli, al dimenticare circostanze spiacevoli di un passato da dimenticare. Qualunque sia la ragione tale passo va fatto a mio avviso in giovane eta', sotto i 35 anni. Solo un giovane puo' infatti avere i sogni, l'energia, la speranza e la forza di rialzarsi dai rovesci e la volonta' di combattere necessaria per sopravvivere nelle molteplici avversita'. Lasciare il paese significa anche accettare la perpetua situazione di non essere mai pienamente felici. Noi, emigrati, siamo,come dice Dante Alighieri parlando di Virgilio nel Limbo, "… fra color che son sospesi…" . Cioe' quando ci troviamo nel Paese di adozione sogneremo sempre il Paese di origine imbellito dalla distanza e dai ricordi giovanili. Ma dopo essere rientrati nel Paese di origine per vacanza o lavoro, dopo un mese vogliamo assolutamente lasciarlo e ritornare al Paese di adozione…Questo noioso pendolo psicologico ci accompagnera'sempre nella vita. Fortunatamente non e' condiviso dal resto della famiglia,sopratutto dai figli che essendo nati nel Paese di adozione sono parte integrante di quella comunita' e non hanno ricordi nostalgici della Terra paterna. Americani si nasce e non solo in America. Perche' quando si dice America si allude ad una filosofia di vita piu' che al continente americano stesso. America e' l'unica nazione al mondo in cui il diritto alla felicita' individuale e' sancito nella costituzione. Non la ricchezza , ma la felicita' che e' ben piu' importante. E la felicita' per ogni individuo ha un significato differente, ma ha come comune denominatore il raggiungimento libero del proprio obbiettivo nel rispetto delle leggi ed in armonia con i concittadini. Che giova infatti essere ricchi se come conseguenza si avesse la famiglia a pezzi? Se si fosse odiati da tutti? Se tale ricchezza fosse fonte di preoccupazione piu' che di gioia? Liberta'individuale, rispetto delle leggi ed opinioni altrui, volontariato, aiuto reciproco, senso civico, partecipazione queste sono le molle della societa'americana. Cercare di trarre vantaggio dall'aiuto comune senza partecipare o reciprocare al bene e felicita' comune porterebbe presto all'isolamento sociale ed all'ostracismo. L'America infatti basa il suo successo sul lavoro di squadra (team work) non sul successo individuale. Al tempo stesso e' la squadra che produce il "genio". La squadra e' felice di spingere avanti la persona che ha piu' merito perche' sa che solo mandando avanti il migliore potra' trarre benefici. Siamo quindi molto lontani dal nostro modo di vivere. Dalla realta' aberrante del mettere i bastoni fra le ruote a chi cerca di lavorare sodo per l'interesse del gruppo, al tagliare le gambe al migliore, a promozioni date solo per scatti automatici di anzianeta'….Modo di comportamento che porta' solo alla rovina, sia quella individuale che del gruppo stesso. Certamente non porta felicita'. Io sono un architetto,nato a Siena e laureato a Firenze.Lasciai l'Italia dopo aver finito l'Universita' e dopo aver lavorato per unanno in Italia. Nel 1970, a 26 anni . Dopo i moti del '68, mi accorsi che l'Italia si accingeva a disfare quel poco di buono che aveva fatto dal dopo guerra agli anni 60. A mio avviso sarebbe entrata in un tunnel oscuro, la cui via di uscita era per me impossibile prevedere., Avevo pero' la certezza che il rimanere nel tunnel avrebbe significato per me il sacrificare la mia vita apettando risoluzioni e soluzioni che i moti di piazza non potevano e non avrebbero mai potuto dare. Volevo inoltre provare me stesso, fare qualcosa di mio e lasciare piu' spazio ai miei fratelli e sorelle (siamo 6..) nella nostra ditta. Cominciai cosi a pensare ad emigrare nel 1969 ed entrai in contatto con l'Ambasciata Australiana in Roma. L'Australia ha infatti bisogno di manodopera qualificata. E' una nazione delle dimensioni degli Stati Uniti d'America, ma con solo 21.800.000di persone . Un terzo dell'Italia! Andai a Roma , riempii fogli, risposi a domande, sostenni un esamino di inglese.Finalmente mi dissero che mi avrebbero fatto risapere qualcosa. Sei mesi dopo mi arrivo' la notizia: avevo un lavoro in Australia! Il lavoro sarebbe cominciato nel Febbraio. Felice, mentre facevo i preparativi per l' Australia decisi a Dicembre di fare un viaggio in America dove avevo degli amici in San Francisco. L' America mi piacque subito. Trovai il suo modo di vivere stimolante ed eccitante anche se altempo stesso impressionante. Dato che ero in cerca di lavoro gli amici mi consigliarono di fare delle interviste con studi di architettura locali e tastare anche il mercato americano. Cosi feci. Lavoro non ve ne era molto. Il periodo era un periodo difficile . La guerra in Vietnam aveva ridotto la crescita della nazione e l'edilizia marcava il passo. Uno degli studi che mi concesse un intervista apprezzo' pero' i miei progetti e chiese di mandare loro foto aggiuntive dall'Italia. Cosi feci. Dopo unmese, a Gennaio mi arrivo' una lettera. Lo studio si offriva ad essere mio sponsor nel caso fossi pronto ad emigrare e partire da zero.!! Ora avevo due offerte!! L'Australiana e l'Americana! Ero ad un bivio... Scelsi l'America anche se l'offerta Australiana era piu'solida e quantitivamente migliore. Ero pero' pronto alla sfida ed all'avventura. La mia nuova vita ed evoluzione sarebbe cominciata presto ed ero veramente eccitato. Meno eccitato era mio padre che vedeva in me, il primo dei suoi figli, il suo logico successore e lo stava perdendo. Comunque non mi ostacolo'e non oppose mai la mia decisione. Per questo glie ne saro' sempre grato. Sapevo pero'che avrei dovuto cavarmela da solo. E cosi' e' stato. Dal momento che lasciai l'Italia non ho mai chiesto od avuto nulla dalla famiglia. Ho sempre voluto e dovuto cavarmela da solo. Il resto e' storia. In America dovetti ricominciare pressoche' da zero. Lavoravo di giorno in uno studio di architettura accumolando le ore e l'esperienza necessaria per dare l'esame di Stato per la Licenza di Architetto in California. Di notte studiavo l'inglese e Scienza delleCostruzioni a Berkeley. Per l'inglese, tramite un gruppo di volontariato, mi era stata assegnata come aiuto una signora anziana che veniva tutte le notti da Stockton , citta' ad un ora e mezzo di distanza da San Francisco, per insegnarmi gratis l'Inglese! Oggi, dall'Alto,sara' senz'altro felice di vedere che il suo giovane studente ce l'ha fatta! Feci velocemente carriera nello studio in cui lavoravo salendo di posizione e grado. Un giorno, dopo aver preso la licenza di architetto ed essere divenuto membro dell'AIA (American Institute of Architects) la grande decisione : con altri tre soci decidemmo di lasciare lo studio e metterci in proprio !!! Si apriva cosi' un'altra sfida ed un altro capitolo della mia vita. Lo studio ebbe molto successo ed i nostri progetti sono stati pubblicati sulle migliori riviste. Fra i nostri clienti vi sono stati la Apple, la Hewlett Packard, la Cisco System, L'Universita' di Stanford, L'Universita' di Berkeley , l'American Airlines, la Citta' di San Francisco, la citta' di Sacramento e molti altri leaders dell'impreditoria mondiale. Lo studio crebbe in fama ed in grandezza fino araggiungere le 100 persone. Nel frattempo per il successo dei progetti fatti fui elevato ad FAIA (cioe' Fellow dell'American Institute of Architects) Solo il 2% degli architetti in America ha il titolo di Fellow. Un grande riconosciumento quindi. Non mi sono fermato. Ho continuato a studiare e lavorare riuscendo a prendere anche la licensa di Architetto nello Stato di New York e Texas. Fra i progetti fatti che piu' mi hanno impegnato ed affascinato e' il progetto fatto per la nuova linea dei sedili e delle cabine di tutti gli aerei dell'America Airlines, una delle piu' grandi compagnie aeree del mondo. La sua prima classe, "Flagship Suite" ha ricevuto molti premi ed e' l'unica prima classe esistente oggi dove i sedili possono girare dando la possibilita' ai passeggieri di dormire, leggeree pranzare in posizioni diverse . Vi attacco alcune foto. Se avrete occasione di volare in prima classe con l'American Airlines fatemi sapere il vostro parere... Attenzione pero' al prezzo.., e' un po' costoso..... Arrivato ai 63 anni decisi di vendere la mia partecipazione azionaria dello studio che avevo co-fondato , raccogliere i frutti della mia avventura e lasciare posto ai giovani. Ma non mi sono fermato. Con mia moglie, anch'essa architetta, facendo tesoro dell'esperienza fatta nei progetti di bibloteche pubbliche, abbiamo aperto un nuovo studio, piccolo, ma ottimo, specializzato in tale settore. Sapere quando lasciare il passo ai giovani, e condurre attivita' commensurate all'eta' e' un altra lezione che questo Paese ci insegna. Fermarsi mai, ma mai bloccare i giovani che sono la linfa vitale di un continuato successo. Oggi a 67 anni e mezzo lavoro ancora, ma con piu' calma. Mi sto dedicando maggiormente al giardinaggio ed ai miei hobbies incluso la mia adorata collezione di monete. Di solito vengo in Italia a Natale ed in Estate dove vado al mare a Punta Ala, in Maremma. Avrei potuto fare quello che ho fatto in Italia? Non credo. Rifarei il passo sapendo le difficolta' da sormontare? Certamente. Non nego che faccia piacere Googlare il proprio nome e vedere pagine di risposta. E'una cosa da consigliare a tutti? Assolutamente no. Vi sono troppe variabili ed un alto livello di rischio per stabilire se vi sara' piu' o meno successo.. Molto dipende da ciascun individuo e la suavolonta' di farcela ed arrangiarsi. Ma certe volte non basta. Anche con le migliori qualificazioni ed intenzioni l'avventura puo' andar male a causa di componenti estranee al nostro controllo ( economia, salute, disgrazie in famiglia ecc.). Per una storia a lieto fine come la mia, ve nesono cento non andate in porto. Nella vita "Timing" e' essenziale. Cioe' il fare decisioni veloci e tempestive ad ogni bivio che ci si presenta. Piu' si temporeggia e piu' si affonda nelle sabbie mobili dell'incertezza e della stagnazione che portano al regresso. Come non bisogna aver paura a correre dei rischi inevitabili presenze nella nostra esistenza. Ricordiamoci sempre che non vi e' nulla di male nel fare qualche sbaglio. Come diceva Senaca "Errare humanum est" ...ma aggiungeva anche "perseverare autem diabolicum" . Non insistere quindi mai nell' errare.....perche' e' vero si' che nella vita tutti si sbaglia, ma e' vero anche che vince colui che sbaglia meno....... Ciao a tutti,:) Lamberto La classe "Flagship Suite " dell'American Airlines che vi ho accennato sopra. oi1 punto
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Finalmente è arrivata la raccomandata del nostro curatore ... tutto perfetto come sempre. Lascio referenza ... posto sul suo profilo ed assegno il punto di reputazione. Tutto da manuale :D1 punto
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Ciao, Moruzzi ha un bel sito dove puoi trovare tutte le informazioni che vuoi, poi c'e' Artcoin Roma anche loro hanno un sito, anche Diana (numismatica Barberini dovrebbe essere la parola chiave) e poi Baranoswy ma il suo sito e' un po povero. Cmq dipende anche dalle monete che collezioni.....il piu completo e' Moruzzi.....1 punto
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Non ho ancora acquistato il libro e i vostri commenti mi fanno aumentare i dubbi...1 punto
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