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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/29/11 in tutte le aree

  1. Si potrebbero aggiungere anche queste che ritengo interessanti : GIUSEPPE AMISANO : " Le monete sono l'attualità della storia e la storia è la memoria delle monete " PAOLO MARIA VISSANI : " La numismatica ..... un racconto alle volte forse un pò avventuroso di un viaggiatore che si muove tra intriganti, affascinanti testimonianze....., una storia , spesso suggestiva, che ha come base l'uomo e le sue esigenze ". ma anche queste mi sembrano affascinanti : DABBENE : " Studiare la numismatica ti permette di tornare alle origini, ritrovare la tua identità, le tue radici, ripercorrerai piano, piano la storia ......anche la tua storia " DABBENE : " La numismatica ? E' come sfogliare un album, l'album dell'umanità......, l'album della nostra civiltà "
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  2. Sarei sorpreso se si trattasse di pubblicazioni recenti. I libri di scuola usano CE/BCE.
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  3. la moneta mi sembra autentica ma il rivenditore alquanto poco pratico di numismatica classica.ho appena visto i feedback delle transazioni precedenti e non mi pare che conosca la monetazione in maniera tale da farvi emergere segnali di "professionalità".il che sulla baia personalmente mi porterebbe ad escludere di effettuare acquisti dal suddetto rivenditore anche in virtù degli ultimi sequestri che hanno fatto ad un rivenditore di pesaro.personalmente opterei per un rivenditore professionista!
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  4. http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/421993/ Esteri 26/09/2011 - DOSSIER/ L'ISLANDA DOPO IL FALLIMENTO Islanda, dal crac al sogno della moneta unica Gli esperti: il Paese è sulla strada giusta Resta il problema dell’export «La corona svalutata non ci aiuta» TONIA MASTROBUONI INVIATA A REYKJAVIK Picchiate a caso sulla tastiera e verrà fuori il nome di un vulcano islandese. La battuta fece il giro di Internet quando a maggio del 2010 eruttò l’Eyjafjallajökull. I cronisti di mezza Europa inciamparono su quelle sei sillabe per raccontare che il disastro aveva costretto il governo a evacuare 600 persone. Soprattutto, la nube di cenere oscurò i cieli del Vecchio continente attirando di nuovo l’attenzione su un Paese che cercava faticosamente di risollevarsi da una catastrofe economica. E di dimenticare il quinquennio che lo aveva trasformato da tranquillo posto di pescatori in un gigantesco hedge fund. L’Fmi, che nel 2008 concesse all’Islanda un prestito da 2,1 miliardi di dollari, ne apprezza oggi i progressi. Franek J. Rozwadowski, capo della delegazione del Fondo che sta monitorando sul piano di risanamento, ci spiega che «la correzione è stata un successo. La valuta è stabile e l’inflazione sotto controllo. L’aggiustamento dei conti deve essere completato, ma questo Paese è sulla strada giusta». L’Fmi ha appena rivisto le stime di crescita per il 2011 e 2012 al 2,5 per cento; l’inflazione è al 4,2 per cento. Ma se nell’ottobre del 2008, pochi giorni dopo il fallimento di Lehman Brothers, in una sola settimana le tre maggiori banche che avevano accumulato debiti pari a 10 volte il Pil islandese crollarono, fu anche perché molti si erano girati dall’altra parte mentre si preparava l’undicesima crisi bancaria più grave di sempre. Per anni i professoroni americani avevano stilato rapporti da dieci e lode sull’Islanda. L’ex consigliere economico di Ronald Reagan, Arthur Laffer pontificò nel 2007: «L’Islanda è un esempio per il mondo». E il famoso monetarista della Columbia Frederic Mishkin si fece dare 124 mila dollari dalla Camera di Commercio islandese per un rapporto dal titolo eloquente, «La stabilità dell’Islanda» che uscì poco prima della Grande crisi. Adesso nel suo curriculum il titolo è stato modificato in «L’instabilità dell’Islanda». Ma anche la reputazione di Mishkin è notevolmente cambiata. Quando capitolarono la Kaupthing, la Glitnir e la Landsbanki, il valore della corona islandese, sempre attorno a quota 70 contro l’euro, precipitò del 70 per cento e la Borsa di Reykjavik perse l’80 per cento del suo valore. Tra gli islandesi, che avevano triplicato il loro livello di benessere tra il 2003 e il 2007, si sparse il panico. Finché il governo, che aveva già preso il controllo delle banche - senza i debiti (crearono delle bad bank) -, impose un blocco dei capitali che dura ad oggi. A tre anni di distanza per comprare un euro ci vogliono quasi 160 corone, più del doppio rispetto al pre-crisi. E quando gli islandesi vogliono andare in vacanza all’estero, possono portarsi al massimo l’equivalente di 2.500 euro. L’economia continua anche a dipendere dalle importazioni e ad avere un’inflazione al triplo di quella europea. Non meraviglia che oggi Bryndis Isfold Hlödversdottir, a capo del movimento pro-Ue «Ja Island» ammetta che il principale motivo per cui è favorevole alla Ue è che «ho due figli piccoli e mi costano troppo. L’euro sarebbe una salvezza». Nella primavera del 2009 il governo di Geir Haarde è stato costretto alle dimissioni per la «rivoluzione delle pentole». Gli islandesi riempirono le vie di Reykjavik battendo pentole in segno di protesta e ottennero le elezioni anticipate. Oggi Haarde è il principale imputato del processo contro i responsabili della crisi. Ma molti pensano che sia il capro espiatorio sbagliato. Qualcuno punta il dito contro il principale responsabile delle maxi privatizzazioni della fine degli Anni Novanta e della totale assenza di una vigilanza bancaria, l’ex primo ministro tra il 1991 e il 2004 ed ex governatore della banca centrale (tra il 2005 e il 2009) David Oddson. Oggi dirige il principale quotidiano del Paese, il Morgunbladid. È come se Richard Nixon dopo il Watergate avesse diretto il Washington Post , ha acutamente notato qualcuno. L’Islanda, nel 2007 era il quinto Paese più ricco al mondo e nel 2006 il più felice, nel 2008 si è risvegliata bruscamente da un periodo di Pil a tassi asiatici del 6 per cento. Ma dopo i fasti degli indebitamenti stellari in quest’isola nel NordAtlantico molti sognano la Ue e l’euro. Al termine di piani severi di aumenti di tasse e tagli pesanti alla spesa pubblica che la crisi ha imposto all’Islanda, la lobby che guarda con favore all’ipotesi di mettersi sotto l’ombrello europeo è ampia. Il negoziato è già in corso ma dovrà essere ratificato alla fine da un referendum. Del partito dei favorevoli fanno parte le imprese, i sindacati e il partito di governo, i socialdemocratici. I contrari sono i partner di coalizione, la sinistra radicale, ma anche l’opposizione e la categoria più potente e influente d’Islanda, quella dei pescatori. Si potrebbe pensare, ad esempio, che la svalutazione della corona abbia favorito l’export. Ma Orri Haukson, direttore della Federazione delle imprese, osserva che «c’è un limite a quello che possiamo esportare, cioè pesce e alluminio. E questo limite è stato raggiunto. Inoltre, il governo non può fare investimenti: in questi anni sono al 12-13 per cento, ci vorrebbe almeno il doppio. Per le nostro imprese la cosa più importante, adesso, è avere una moneta stabile». Certo, se fino alla scorsa primavera erano ancora la maggioranza del Paese, gli ultimi sondaggi mostrano che la crisi dei debiti e il caso Grecia stanno rafforzando il fronte del «no». «Ma c’è ancora tempo per discutere», sostiene fiducioso Stefan Haukur Johannsson, capo dei negoziatori islandesi per l’adesione alla Ue. Quanto ai sindacati - l’85 per cento degli islandesi sono iscritti - Gylfi Arnbjornsson, capo della Confederazione del lavoro non ha dubbi: «La decisione dovrà essere ratificata da un referendum, noi siamo a favore. Le famiglie hanno subito conseguenze molto gravi a causa della crisi, dobbiamo pensare a loro». Tra gli oppositori all’ingresso nella Ue c’è Pall Vilhalmsson, camicia grigia e gilet di lana grezza, capo del movimento «anti» Heimssyn. Parla di «splendido isolamento» e vagheggia della breve parentesi medievale durante la quale gli islandesi non subirono la dominazione norvegese né quella danese. «Non vogliamo cedere pezzi di sovranità alla Ue. Altri Paesi hanno aderito perché avevano vicini pericolosi, come ad esempio la Finlandia che temeva l’“orso russo”, ma noi non abbiamo nulla da temere, non abbiamo nemici». Se si fa eccezione per gli olandesi e inglesi imbufaliti perché il 9 aprile scorso il terzo referendum ha cancellato la possibilità che Reykjavik rimborsi i soldi ai creditori stranieri lasciati a bocca asciutta dalle banche. L’ardua sentenza è ora nelle mani della Corte di giustizia europea ed è attesa nelle prossime settimane.
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  5. Ciao a tutti, ho appena aggiornato la Lista di Referenze registrando le segnalazioni di: Berfis, the_alberto, francy78, AndreaMCMLXXVIII e sagida. Potete scaricare il file andando al primo post di questo topic. Il prossimo aggiornamento è previsto per sabato 1 ottobre 2011. Buona giornata a tutti, Davide
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  6. purtroppo é per questo che a livello lavorativo NON RIMPIANGO l'ITALIA. haimé nello stivale, la domenica si é tutti ( o quasi...) allenatori, il lunedì tutti (o qusi...) avvocati, il martedì tutti (o quasi...) presidenti, e così via... ritengo questo l'UNICO Grande Limite della Vostra (e ache un pò mia...) Bell'Italia! se ci si mettesse ad essere meno PRESUNTUOSI, BUROCRATI e/o GIUDICI o LEGISLATORI, e si iniziasse a farsi delle domande ed a cercare delle risposte (il principio di tutto, alla fine é la curiosità...é quella che stimola, è quella che chiarifica, é quella che diviene il carburante per il motore sociale dello sviluppo!)...bhe, probabilmente ci sarebbero tanti meno DISTURBATORI, e tanti più "CRETINI INTELLIGENTI" che sicuramente aiuterebbero lo stivale a RITORNARE LEADER non solo tra i propri confini, ma anche e soprattutto OLTRE i valichi Alpini - in Europa e nel Mondo. caro carnesala: se ne sai più degli altri in questa materia: TI PREGO, partecipa attivamente senza nascondere nulla, farai del bene a tutti noi che, da "CRETINI INTELLIGENTI" riconosciamo i nostri limiti e CHIEDIAMO L'aiuto degli altri, per conoscere, imaprare, sapere; in una parola MIGLIORARCI! se invece devi soltanto criticare (passivamente) poiché le critiche ATTIVE sono ben ACCETTE - sia chiaro - ....bhe, credo che questa discussione non sia proprio il luogo migliore per farlo un saluto cordiale. S.B.
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  7. Quest'uscita qui non lìho proprio capita.... Soprattutto non è sicuramente costruttiva...... Tu ne sai di più? allora facci sapere cosa sai, invece che uscirtene con questa frase stupida, ma soprattutto stupidamente ironica e al quanto incomprensibile e furoi contesto, in quanto nessuno ha criticato quello che hai detto..... Poi se vuoi andartene e aprire una nuova discussione, beh... fai pure,...... sicuramente non sentiremo la mancanza di un "satiro ironico". Grazie del tuo contributo
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  8. Invece di togliere il disturbo con battutine che non servono a nulla, scrivi ciò che conosci e che pensi sia inerente con la discussione. Che ci siano lacune, ne siamo tutti coscienti. Io personalmente volevo conoscere meglio cosa dice la legge di sicuro, piuttosto che addentrarmi in tutto quello che non dice. Ma la discussione è aperta a tutti, perciò scrivi pure. (servirebbe proprio più) Cordialità =)
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